12 APPENDICE: MONOGRAFIE DEI PRINCIPALI IMPIANTI DI DEPURAZIONE



Documenti analoghi
1. PREMESSE _Piano_gestione_fase_avviamento_E.doc 1

Schema impianto depurazione biologica

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA SCHEDA DI SINTESI. IMPATTI AMBIENTALI Rilevatore: Ing. ASTRELLA Michele

PICCOLI IMPIANTI: POTENZIAMENTO O DISMISSIONE? DUE CASI

Spett.le. OGGETTO: D. Lgs. 152/06 e successive modifiche ed integrazioni. Rilascio/Rinnovo di autorizzazione allo scarico di acque reflue urbane.

SCHEDA 3 NOTIZIE SULLA RETE

per i clienti del Ciclo Idrico Integrato

Ristrutturazione potenziamento ed adeguamento depuratore di Lignano Sabbiadoro al D. Lgs 152/99 2 Intervento

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE

- PROGETTO DEFINITIVO - ELENCO ELABORATI

FOGNATURA IDEALE. Rispetto dei limiti imposti dal D. Lgs. 152/99. Impianto di depurazione. Fognatura separata. Acque nere.

Provincia Regionale di Messina UFFICIO DIRIGENZIALE Ambiente e Politiche Energetiche Via Lucania Messina Tel Fax

Primel AG - Via Principale Castasegna, Bregaglia (GR) Tel: fedele.pozzoli@bluewin.ch

DEPURAZIONE. Idra gestisce tre impianti di depurazione intercomunali per una capacità totale di circa abitanti equivalenti.

RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI

F S A I S TE T M E PO P RA R L A I L INT N E T R E V R E V N E T N I T ( 1 ST S R T A R L A C L I C O) 1 FA F S A E S E

Impianto di depurazione

PROGRAMMA DI CONTROLLO DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE NELLA REGIONE FINALIZZATO ALLA VERIFICA DELLA LORO FUNZIONALITA. ANNO 2002

Riferimenti Normativi. D. Lgs. 152/06 (Testo Unico) Delib. Int. 04/02/1977 Leggi e Regolamenti locali D.M. 185/03 (riutilizzo acq.

L esperienza di Milano Nosedo e il riuso irriguo delle acque depurate

CESARE MOSER VASCHE IMHOFF. manufatti in cemento s.r.l PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO

Sistemi compatti di flottazione. La soluzione affidabile e di facile gestione per il trattamento chimico-fisico delle acque reflue

IMPIANTI AUTOLAVAGGI

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Comune di GRAVINA in PUGLIA (BARI)

Le nuove frontiere del trattamento dei reflui di una grande città e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento

Iridra Srl fitodepurazione e gestione sostenibile delle acque via la Marmora 51, Firenze Tel Fax

Il sottoscritto. nato a il. residente a in via n. del fabbricato ad uso civile abitazione e/o laboratorio, sito in. via n. chiede

FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT

I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006

POSSIBILI IMPIANTI APPLICATIVI

Metodi e strumenti per l efficienza di settore

Anno Rapporto ambientale

IMPIANTI PREFABBRICATI PER LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE

Prescrizioni per Autorizzazione allo Scarico in Pubblica Fognatura Giugno 2014

5.2: Reti tecnologiche

BIOSONATOR. La tecnologia ad Ultrasuoni applicata agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane

E buona norma prevedere un doppio anello per separare il gas in base alla sua qualità (Figura 26)

PROVINCIA OLBIA TEMPIO SETTORE AMBIENTE E SOSTENIBILITA

Consumo di acqua. Uomo città litri/giorno Industria. Carta 185 m 3 /TONN Cereali 450 m 3 /TONN Carne bovina 31.

PARAMETRI DI FUNZIONAMENTO (DI CALCOLO DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE)

PROVINCIA DI UDINE AREA AMBIENTE SERVIZIO RISORSE IDRICHE DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N.

CORSO DI INGEGNERIA SANITARIA - AMBIENTALE

ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE

DEPURATORE BIOLOGICO AUTOMATICO CON VASCA IMHOFF

Relazione tecnica del processo depurativo

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE

FOSSE BIOLOGICHE SCHEDA TECNICA FOSSE BIOLOGICHE

RELAZIONE TECNICA IMPIANTO DI DEPURAZIONE ACQUE REFLUE DOMESTICHE

Rapporto ambientale Anno 2012

DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005

FOGNATURE: DEFINIZIONI, NORMATIVA DI RIFERIMENTO E ORGANIZZAZIONE

Microbiologia delle acque reflue & Depurazione delle acque


DELIBERAZIONE N. 41/5 DEL

CASE STORY 4 IMPLEMENTAZIONE EXPERIOR IMPIANTO P3

Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue-

CENSIMENTO DELLE ACQUE PER USO CIVILE 2013 (dati 2012)

AL COMUNE DI CORMÓNS Piazza XXIV Maggio, CORMÓNS

Energy audit e Service per migliorare efficienza, durata ed affidabilità degli impianti

IMPIANTI DI TRATTAMENTO DI ACQUE REFLUE URBANE COMUNICAZIONE ART.110 COMMA 3 DEL D.LGS. 152/2006

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON

DEPURATORE BIOLOGICO AUTOMATICO SENZA VASCHE IMHOFF SEMINTERRATO

Principali obblighi della Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue

FITODEPURAZIONE. Elenco delle piante più comunemente utilizzate nella Fitodepurazione

L EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI ESTRAZIONE DI OLIO DI OLIVA: DAL TRE FASI AL DUE FASI

ITT Water & Wastewater

SISTEMI AD ULTRAFILTRAZIONE ED OSMOSI INVERSA

ENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY EFFICIENCY ENERGY SERVICE COMPANY ENERGY + EFFICIENCY

REGIONE PUGLIA Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l attuazione delle opere pubbliche

R05_RELAZIONE IMPIANTO DI DEPURAZIONE PREFABBRICATO A FANGHI ATTIVI OSSIDAZIONE TOTALE PER IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI SCARICO CIVILI

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN)

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS

Depurazione acque reflue. Depuratori e impianti in polietilene con marchio CE

Omron Water Energy Day. Ing. Giacomo Perna Termomeccanica Ecologia S.p.A.

Servizio Idrico Integrato del Biellese e Vercellese S.p.A. IL CICLO INTEGRATO DELL ACQUA

Impianti di depurazione delle acque reflue dell industria agro-alimentare

LA MISURA DELL'EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE

air protection technology Regenerative Thermal Oxidizer for alogenated compound


1. PREMESSE _Piano_Gestione_Fasi_Costruttive_E_R02.doc 1

Soluzioni per il risparmio idrico per i WC

RELAZIONE DI ARPA FRIULI VENEZIA GIULIA

SymCAD/C.A.T.S. modulo Canali Schema

COMUNE DI BUTTAPIETRA Provincia di Verona

I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa

PRINCIPI FONDAMENTALI...

SCHEDA FOGNATURA COMUNALE

TM.E. SpA TERMOMECCANICA ECOLOGIA. Riutilizzo di acque reflue per scopi industriali. Impianto ARETUSA - ROSIGNANO

INVESTIRE IN NUOVE TECNOLOGIE PER UN RITORNO ECONOMICO NELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE REFLUE

DAF - FLOTTATORI AD ARIA DISCIOLTA

Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06)

4.3) Requisiti tecnico costruttivi e gestionali dei impianti utilizzati per la produzione di calcestruzzo.

Luglio /07/

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO

TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE DA IMPIANTO DI PRODUZIONE COMBUSTIBILI DA MATERIALE DI RIFIUTO.

PROCESSI DI STAMPA Aspetti legati alla salute dei lavoratori

Lavori intelligenti per il risparmio energetico

SCHEDA - TIPO DEI PROGETTI

Transcript:

Servizio di redazione delle indagini e degli studi finalizzati alla predisposizione del Piano d ambito per i comuni dell ATO 2 Marche Centro, Ancona - Programma degli interventi 12 APPENDICE: MONOGRAFIE DEI PRINCIPALI IMPIANTI DI DEPURAZIONE 85

Impianto Consortile di Castelbellino Via Stazione Breve inquadramento dell impianto L impianto è ubicato nel Comune di Castelbellino, in località Stazione e recapita nel fiume Esino. Il depuratore, costruito a partire dall anno 2001, con una potenzialità di progetto di 11.000 A.E., è entrato in esercizio nel 2003 e tratta attualmente i reflui dei comuni di Castelbellino, Castelplanio, Maiolati Spontini (Moie), Isola Mergo, Rosora e Monte Roberto, per un totale di circa 4.000 A.E. serviti. In seguito al potenziamento dell impianto e alla realizzazione di tratti di collettori (interventi già in progetto e finanziati) nei comuni di Serra San Quirico e di Cupramontana, l impianto servirà quasi interamente anche questi comuni. Sono inoltre in progetto dei tratti di collettori che dovrebbero collegare a Castelbellino anche le zone di Monte Roberto attualmente non servite e la zona industriale di Ponte Magno nel comune di San Paolo di Jesi. Figura 1 Schema consortile afferente all impianto di depurazione di Castelbellino 1

Figura 2 Localizzazione dell impianto di depurazione consortile di Castelbellino Grandezze caratteristiche dell impianto Comuni serviti Castelbellino, Castelplanio, Maiolati Spontini, Isola Mergo, Rosora, M.te Roberto Abitanti serviti (A.E.) 4.000 Potenzialità di progetto (A.E.) 11.000 Volume trattato nel 2004 (mc/anno) 505.000 Anno di inizio costruzione 2001 Anno di inizio funzionamento 2003 Stato medio di conservazione delle opere civili ottimo Stato medio di conservazione delle opere e.m. ottimo Presenza del telecontrollo sì 2

Descrizione delle principali fasi di trattamento Il processo depurativo adottato per il trattamento dei liquami è di tipo biologico a fanghi attivi, con digestione aerobica dei fanghi. Linea acque Il refluo in ingresso è sottoposto ad un trattamento preliminare di grigliatura grossolana, sollevato e sottoposto ad un trattamento di grigliatura fine (del tipo rotante autopulente); successivamente è avviato ad un trattamento di dissabbiaturadisoleatura aerata. Sono previsti anche sistemi di sfioro delle portate in eccesso: un pozzetto a monte del sollevamento per lo sfioro delle portate eccedenti le portate ammesse ai pretrattamenti (4 Qmed) e un by pass biologico a valle del bacino di disoleatura (la sezione biologica è infatti in grado di trattare fino a 2.5 Qmed). Il refluo dai pretrattamenti passa al comparto ossidativo che prevede una fase di denitrificazione in testa e una di ossidazione nitrificazione, in cui sono impiegati tappeti di piattelli a membrana per la diffusione d aria a bolle fini alimentati da soffianti. Il comparto di denitrificazione è composto da due vasche di cui la secondaria può essere utilizzata come denitrificazione o ossidazione a seconda delle necessità gestionali. In testa al comparto biologico è previsto anche il dosaggio di cloruro ferrico (o in alternativa polidrossicloruro di alluminio) come agente flocculante, impiegato per favorire l abbattimento del fosforo, quando necessario. La chiarificazione dell effluente avviene in una vasca di sedimentazione secondaria circolare dotata di ponte girevole per la raccolta dei fanghi e delle schiume. La disinfezione finale dell effluente è realizzata a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio, in una vasca con configurazione a chicane classica, ed è prevista solo in condizioni di emergenza. Linea fanghi I fanghi di supero estratti sono sottoposti ad un processo di stabilizzazione aerobica in una vasca dotata di appositi sistemi di ossigenazione (tappeti di diffusione dell aria a bolle fini) e miscelazione (mixer) dei fanghi. I fanghi stabilizzati vengono quindi sottoposti ad ispessimento in apposito postispessitore dinamico; una volta stabilizzati ed ispessiti passano quindi alla sezione di disidratazione meccanica, costituita da una centrifuga e da una stazione di preparazione e dosaggio del polielettrolita. Il fango disidratato è raccolto attraverso un sistema automatico di trasporto e carico dei cassoni scarrabili e avviato allo smaltimento nella vicina discarica di Castelbellino. 3

E previsto che la linea fanghi dell impianto di Castelbellino tratti anche il fango prodotto dall impianto di Moie (Maiolati Spontini) da cui viene addotto tramite apposita condotta. Sezione trattamento conto terzi E da precisare inoltre che quello che era il vecchio Depuratore Frazione Stazione è stato ristrutturato e dovrebbe costituire il comparto di trattamento bottini e percolati del nuovo impianto, anche se al momento manca l autorizzazione al trattamento di questo tipo di reflui. (Tra l altro in questo comparto è presente anche un sistema di strippaggio dell ammoniaca). La SOGENUS S.p.A. si è offerta di farsi carico delle spese di realizzazione della condotta che porterebbe il percolato dalla discarica di Maiolati fino all impianto di Castelbellino, ma attualmente esistono dei problemi di autorizzazione. Sistema di telecontrollo Nell impianto è presente un sistema di regolazione e controllo su tutte le sezioni dell impianto, finalizzato al raggiungimento di una certa coerenza funzionale rispetto ai carichi adottati, risparmio energetico, oltrechè alla sicurezza nella gestione. L impianto, che telecontrolla anche l impianto di Moie (Maiolati Spontini), sarà collegato direttamente al centro operativo di Ancona. Figura 3 Vista dell impianto consortile di Castelbellino 4

Principali comparti che costituiscono l impianto Linea acque Grigliatura grossolana Sollevamento Grigliatura fine rotante autopulente Dissabbiatura disoleatura Predenitrificazione Ossidazione nitrificazione Sedimentazione secondaria Disinfezione finale a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio Linea fanghi Stabilizzazione aerobica dei fanghi di supero ed accumulo Post ispessimento dinamico dei fanghi stabilizzati Disidratazione meccanica dei fanghi stabilizzati a mezzo centrifugazione Criticità e obiettivi da raggiungere B3 La potenzialità dei depuratori è insufficiente; depurazione parziale delle reti di raccolta Obiettivo 1 da raggiungere All impianto di depurazione è richiesto un dimensionamento che sia coerente con i dati di previsione della domanda di depurazione, al fine di garantire una buona qualità degli scarichi, anche in funzione delle punte di carico. Stato attuale dell impianto L impianto allo stato attuale non presenta problemi di sottodimensionamento, tanto che a fronte di una potenzialità di progetto di 11.000 A.E. gli abitanti serviti ammontano soltanto a circa 4.000. Interventi proposti Nell ambito della Realizzazione del Sistema unico di depurazione nei comuni del Cis risulta già in progetto l ampliamento dell impianto dall attuale potenzialità di 11.000 A.E. ai futuri 27.000 (22.000 dell impianto + 5.000 dell impianto di Moie). Il potenziamento del depuratore consentirà la dismissione di numerosi impianti minori oltreché il collettamento a depurazione di reflui attualmente non trattati. Il progetto prevede il raddoppio del comparto di ossidazione e di sedimentazione secondaria per quanto riguarda la linea acque; per la linea fanghi è previsto invece il raddoppio della sola digestione aerobica, dato che l ispessitore risulta già dimensionato per la potenzialità finale. 5

E previsto inoltre, entro i 26 anni del Piano, un secondo ampliamento fino alla potenzialità totale di 33.000 AE che consentirà anche il trattamento di parte dei reflui industriali delle aree servite. Obiettivo 2 da raggiungere L obiettivo è quello di realizzare un adeguato trattamento dei reflui, in modo da garantire la qualità degli effluenti dagli impianti di depurazione secondo le prescrizioni dettate dal D. Lgs. 258/00. In particolare, anche se attualmente il tratto di costa interessato non risulta ancora definito come area sensibile, si ritiene opportuno prevedere, nell arco temporale di 10 anni (medio periodo) il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla Tab. 2 dell All.5 dello stesso decreto, riguardante concentrazioni e percentuali di abbattimento di azoto e fosforo per impianti di potenzialità superiore a 10.000 A.E.. Ciò è stabilito sia per garantire una maggiore protezione di una zona ad alta vocazione ambientale e turistica, sia anche per allinearsi alla direzione verso la quale si sta muovendo la Regione Marche in ambito ambientale. Inoltre, anche se allo stato attuale non risultano emanate disposizioni precise in merito, si ritiene opportuno allinearsi all ipotesi di impedire l uso dell ipoclorito come reattivo per la disinfezione dei liquami; questa è infatti anche in ambito normativo l ipotesi che si sta sempre più delineando, in quanto è noto come tale sistema produca composti organoalogenati (sospetti cancerogeni) e quindi costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Stato attuale dell impianto L impianto nella attuale configurazione riesce a rispettare senza problemi i limiti di emissione richiesti dalla vigente normativa nella forma meno restrittiva e sulla base dei quali è stato dimensionato l impianto (Tab. 1 e Tab. 3 All. 5 D. Lgs. 258/00). E da precisare comunque che, secondo quanto risulta dalle analisi di qualità sull effluente, i valori di azoto e fosforo totali generalmente si avvicinano e spesso rientrano già nei limiti di emissione anche nella forma più restrittiva (Tab. 2 All. 5 D.Lgs. 258/00). Infine, come anche in tutti gli altri principali impianti, un elemento di criticità è costituito dalla presenza della clorazione come sistema di disinfezione finale. Interventi proposti Visto quanto già accennato, si ritiene che per il miglioramento dei rendimenti di rimozione dei nutrienti non necessitino interventi strutturali di potenziamento dell impianto, ma sia sufficiente effettuare delle semplici correzioni a livello di pratica gestionale (ad esempio intervenendo sulle quantità di flocculante dosato per favorire l abbattimento del fosforo e sul sistema di aerazione/miscelazione del comparto nitrodenitro per migliorare il rendimento di rimozione dell azoto). Si prevede invece la sostituzione del sistema di clorazione con nuovo sistema di disinfezione basato su impiego di raggi UV. L introduzione di tale sistema richiede contemporaneamente anche la realizzazione di uno stadio di affinamento da porre a 6

monte della nuova unità di disinfezione (stadio di filtrazione finale per abbattimento ulteriore dei solidi sospesi). C7 E3 Stato di conservazione dei cespiti definito insufficiente; presenza di componenti con tecnologia obsoleta; impianti con età superiore alla vita utile Obiettivo da raggiungere Per garantire una piena funzionalità delle infrastrutture, per le opere che presentano un età superiore alla loro vita utile, nonché quelle che nonostante l età presentano uno stato di conservazione insufficiente o una tecnologia obsoleta, che non possa essere corretto attraverso adeguati interventi di manutenzione straordinaria, è necessaria la loro ricostruzione/ripristino. Ciò permette la riduzione dei costi operativi e la rivalutazione economica dei cespiti. Stato attuale dell impianto L impianto, entrato in esercizio nell aprile 2003, presenta uno stato di conservazione ottimale, sia per quanto riguarda le opere civili che per quanto riguarda la parte elettromeccanica. Interventi proposti Nell arco dei 26 anni del Piano si prevedono interventi di manutenzione straordinaria, che risultano assolutamente indispensabili per garantire il mantenimento in efficienza ed il prolungamento della vita utile dell impianto. Intervento previsto Criticità Costo di investimento ( ) Potenziamento impianto a 27.000 AE, comprensivo della riattivazione dellʹimpianto in loc. Moie (5.000 AE) B3 1.507.202 Potenziamento impianto a 33.000 AE B3 670.956 Realizzazione stadio di affinamento finale, sostituzione clorazione con raggi UV B3 290.000 Totale 2.468.159 7

Impianto di Fabriano (Capoluogo) Breve inquadramento dell impianto L impianto è ubicato nel Comune di Fabriano e recapita nel fiume Giano. Il depuratore, costruito a partire dall anno 1981, con una potenzialità di progetto di 35.000 A.E. tratta attualmente parte dei reflui del Comune di Fabriano; inoltre circa il 50% delle portate in ingresso è rappresentato dagli scarichi delle cartiere che sono autorizzate a scaricare parzialmente in fognatura. Il carico totale trattato corrisponde a circa 20.000 A.E. (di cui 10.000 abitanti circa allacciati). Figura 1 Localizzazione dell impianto di depurazione di Fabriano (Capoluogo) Grandezze caratteristiche dell impianto Comuni serviti Fabriano Abitanti serviti (A.E.) circa 10.000 Potenzialità di progetto (A.E.) 35.000 Volume trattato nel 2004 (mc/anno) 1.722.000 Anno di inizio costruzione 1981 Anno di inizio funzionamento 1983 Stato medio di conservazione delle opere civili insufficiente Stato medio di conservazione delle opere e.m. insufficiente Presenza del telecontrollo no 1

Figura 2 Vista dell impianto di depurazione di Fabriano (Capoluogo) Descrizione delle principali fasi di trattamento Il processo depurativo adottato per il trattamento dei liquami è di tipo biologico a fanghi attivi ad ossidazione totale, con digestione aerobica dei fanghi. Linea acque Il refluo in ingresso è sottoposto ad un trattamento preliminare di grigliatura grossolana e grigliatura fine automatica verticale, dopodiché viene sollevato e avviato ad un trattamento di dissabbiatura disoleatura e preaerazione. In corrispondenza del sollevamento esiste un sistema di sfioro delle portate in eccesso che vengono inviate direttamente alla clorazione. Esiste anche un sistema per il by pass e la regolazione della portata in ingresso alla fase biologica. Il comparto ossidativo prevede quattro vasche di ossidazione quadrate comunicanti, in cui l agitazione e l ossigenazione della miscela aerata è garantita da quattro turbine. La chiarificazione dell effluente avviene in una vasca di sedimentazione secondaria circolare dotata di ponte girevole per la raccolta delle schiume e del fango (tramite appositi aspiratori di fondo). La disinfezione finale dell effluente è realizzata a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio, in una vasca con configurazione a chicane classica. 2

Linea fanghi I fanghi di supero estratti sono sottoposti ad un processo di digestione aerobica e successivamente a post ispessimento; il fango stabilizzato ed ispessito passa quindi alla sezione di disidratazione meccanica, costituita da una centrifuga e da una stazione di preparazione e dosaggio del polielettrolita. I fanghi disidratati sono avviati allo smaltimento in discarica. Nell impianto sono presenti anche tre letti di essiccamento, che non sono però attualmente in funzione. Principali comparti che costituiscono l impianto Linea acque Grigliatura grossolana Grigliatura fine Sollevamento Dissabbiatura disoleatura preaerazione Ossidazione Sedimentazione secondaria Disinfezione finale a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio Linea fanghi Stabilizzazione aerobica dei fanghi di supero Post ispessimento dei fanghi stabilizzati Disidratazione meccanica dei fanghi stabilizzati a mezzo centrifugazione Letti di essiccamento Criticità e obiettivi da raggiungere B3 La potenzialità dei depuratori è insufficiente; depurazione parziale delle reti di raccolta Obiettivo da raggiungere L obiettivo è quello di realizzare un adeguato trattamento dei reflui, in modo da garantire la qualità degli effluenti dagli impianti di depurazione secondo le prescrizioni dettate dal D. Lgs. 258/00. In particolare, anche se attualmente il tratto di costa anconetano non risulta ancora definito come area sensibile, si ritiene opportuno prevedere, nell arco temporale di 10 anni (medio periodo) il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla Tab. 2 dell All. 5 dello stesso decreto, riguardante concentrazioni e percentuali di abbattimento di azoto e fosforo per impianti di potenzialità superiore a 10.000 A.E. 3

Ciò è stabilito sia per garantire una maggiore protezione di una zona ad alta vocazione ambientale e turistica, sia anche per allinearsi alla direzione verso la quale si sta muovendo la Regione Marche in ambito ambientale. Inoltre, anche se allo stato attuale non risultano emanate disposizioni precise in merito, si ritiene opportuno allinearsi all ipotesi di impedire l uso dell ipoclorito come reattivo per la disinfezione dei liquami; questa è infatti anche in ambito normativo l ipotesi che si sta sempre più delineando, in quanto è noto come tale sistema produca composti organoalogenati (sospetti cancerogeni) e quindi costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Stato attuale dell impianto L impianto non prevede né una fase di denitrificazione né un trattamento di defosfatazione e comunque le volumetrie esistenti del comparto ossidativo non risultano assolutamente sufficienti neanche in previsione di un loro eventuale riadattamento a schema nitro denitro. La capacità depurativa dell impianto è da ritenersi ancor più carente se si considera la necessità di adeguamento dello scarico ai limiti più restrittivi su azoto e fosforo totale come imposto dalla normativa vigente (Tab. 2 All. 5 D. Lgs. 258/00). Come negli altri impianti, una problematica ulteriore è legata alla presenza della clorazione come sistema di disinfezione finale. C7 E3 Stato di conservazione dei cespiti definito insufficiente; presenza di componenti con tecnologia obsoleta; impianti con età superiore alla vita utile Obiettivo da raggiungere Per garantire una piena funzionalità delle infrastrutture, per le opere che presentano un età superiore alla loro vita utile, nonché quelle che nonostante l età presentano uno stato di conservazione insufficiente o una tecnologia obsoleta, che non possa essere corretto attraverso adeguati interventi di manutenzione straordinaria, è necessaria la loro ricostruzione/ripristino. Ciò permette la riduzione dei costi operativi e la rivalutazione economica dei cespiti. Stato attuale dell impianto L impianto presenta in generale uno stato di conservazione critico: infatti le opere murarie, ad eccezione del comparto di ispessimento, sono degradate in modo significativo e la tenuta delle vasche di ossidazione in qualche punto risulta compromessa. Le opere elettromeccaniche sono funzionanti ma richiederebbero comunque pesanti interventi di manutenzione (almeno zincatura e riverniciatura di tutte le parti metalliche, allo stato attuale fortemente ossidate) se non di integrale sostituzione. L impianto risulta anche dal punto di vista tecnologico superato: in particolare il sistema di aerazione a turbina, che pur realizza buoni rendimenti, comporta la produzione di aerosols che possono disperdersi pericolosamente nell atmosfera circostante. 4

E1 Mancanza del sistema di telecontrollo Obiettivo da raggiungere L obiettivo principale riguarda la realizzazione di un sistema di telecontrollo per assicurare la gestione ottimale delle acque reflue e l incremento di funzionalità di tutto il comparto fognario e depurativo. Ciò comporta una maggiore efficienza ed efficacia del servizio ed una maggiore economicità nella gestione. Stato attuale dell impianto Allo stato attuale l impianto risulta totalmente sprovvisto di sistemi di misura e di telecontrollo. E4 Impianti non a norma Obiettivo da raggiungere L obiettivo da raggiungere prevede che tutti i depuratori siano coerenti con le norme in materia di sicurezza. Stato attuale dell impianto Problemi gravi riguardano la sicurezza sull impianto sul quale non risultano rispettate le norme più elementari (mancano in alcuni punti le misure di protezione anticaduta sulle vasche e ci sono problemi di sicurezza sulle scale impiegate per l accesso ad alcune vasche). Si riportano qui di seguito alcune fotografie rappresentative dello stato in cui versa attualmente l impianto. Figura 3 Problemi di tenuta ad una delle vasche di ossidazione 5

Figura 4 Sistema di aerazione a turbina impiegato nelle vasche di ossidazione Figura 5 Cattivo stato di conservazione del comparto di dissabbiatura-disoleatura (parti metalliche arrugginite e ferri del cemento armato scoperti) 6

Interventi previsti L insufficiente capacità depurativa, la mancanza di trattamenti specifici per l abbattimento di azoto e fosforo e lo stato di conservazione generale assai critico delle opere imporrebbero interventi di ristrutturazione ed adeguamento molto pesanti; è necessario comunque tenere conto che l età dell impianto è già assai avanzata e quindi, nonostante tali interventi, la sua vita utile residua rimarrebbe comunque limitata. Per questo motivo si ritiene piuttosto opportuno procedere alla dismissione dell impianto e alla realizzazione di un nuovo depuratore che, adeguatamente dimensionato in funzione della domanda futura e anche grazie all adozione di processi e tecnologie innovative, permetterà di rispettare anche i limiti più restrittivi imposti dalla vigente normativa. Il nuovo impianto potrebbe essere localizzato in area più a valle rispetto a quella dove si trova l attuale depuratore, il che permetterebbe tra l altro anche il collettamento di insediamenti di recente o prossima realizzazione, senza particolari oneri in termini di sollevamento. Inoltre, al fine di ottenere una maggiore efficienza ed efficacia del servizio ed una maggiore economicità della gestione, l impianto sarà provvisto di sistema di telecontrollo costituito da un unità periferica autonoma dotata di capacità operativa locale e connessa con il centro operativo centralizzato. Per quanto riguarda la scelta della tipologia impiantistica, si potrebbe optare per l adozione di un impianto di tipo biologico, dimensionato su una potenzialità di 35.000 A.E., caratterizzato da una filiera di trattamento della seguente tipologia: 1. Linea acque Pretrattamenti Trattamenti primari su sedimentatori di tipo lamellare Eliminazione chimico fisica del fosforo Trattamento biologico a fanghi attivi con stadio di nitrificazione e denitrificazione per la rimozione di carbonio e azoto Sedimentazione secondaria Filtrazione su sabbia Disinfezione a mezzo raggi UV e disinfezione d emergenza a mezzo dosaggio di acido peracetico 2. Linea fanghi Preispessimento dei fanghi Digestione aerobica dei fanghi Disidratazione meccanica dei fanghi stabilizzati a mezzo centrifugazione 7

3. Linea trattamento aria con sistema di deodorizzazione Data la necessità principale di adeguare lo scarico ai limiti imposti dalla normativa vigente, si impone la realizzazione di un impianto con alti rendimenti di rimozione di BOD, N e P. Per quanto riguarda la materia organica e l azoto, gli obiettivi verranno conseguiti attraverso l adozione di un comparto biologico adeguatamente dimensionato, con fase di predenitrificazione/nitrificazione e in cui, per ovvie ragioni di efficienza di trasferimento, l aerazione sarà realizzata a mezzo di diffusori di fondo. La defosfatazione sarà invece realizzata per via chimica attraverso il dosaggio di reagenti nella sedimentazione primaria. Si prevede infine la realizzazione di un impianto di disinfezione a raggi UV con a monte un unità di filtrazione finalizzata all affinamento finale. Oltre all investimento iniziale, al fine di evitare un veloce degrado dello stato di conservazione delle opere, si prevede un adeguato piano di manutenzione programmata e di sostituzione delle componenti (in particolare delle opere elettromeccaniche) che presentano una età superiore alla loro vita utile, nonché di quelle che nonostante l età dovessero presentare uno stato di conservazione ritenuto insufficiente. Tali interventi, oltre a permettere una funzionalità ottimale delle opere, consentiranno la conseguente rivalutazione economica dei cespiti ed una sensibile riduzione dei costi operativi. Si riporta infine qui sinteticamente un riepilogo degli interventi previsti e dei corrispondenti costi di investimento: Intervento previsto Realizzazione del nuovo depuratore di Fabriano (Capoluogo) Criticità Costo di investimento ( ) B3 3.990.000 Totale 3.990.000 8

Impianto Consortile di Camerano Breve inquadramento dell impianto L impianto è ubicato nel Comune di Camerano, a sud del centro abitato, in prossimità della zona industriale e recapita nel torrente Aspio; il depuratore, costruito a partire dall anno 1985, ha una potenzialità di 22.000 A.E. e tratta attualmente i reflui del Comune di Camerano e di parte della zona sud di Ancona, per un totale di circa 20.000 A.E. serviti. L impianto tratta inoltre il percolato proveniente via autobotte dalla discarica di Monteumbriano. Figura 1 Schema consortile afferente all impianto di depurazione di Camerano Figura 2 Localizzazione dell impianto consortile di Camerano 1

Grandezze caratteristiche dell impianto Comuni serviti Camerano, Ancona Abitanti serviti (A.E.) circa 20.000 Potenzialità di progetto (A.E.) 22.000 Volume trattato nel 2004 (mc/anno) 3.183.000 Anno di inizio costruzione 1985 Anno di inizio funzionamento 1989 Stato medio di conservazione delle opere civili buono Stato medio di conservazione delle opere e.m. buono Presenza del telecontrollo sì Descrizione delle principali fasi di trattamento Il processo depurativo adottato per il trattamento dei liquami è di tipo biologico a fanghi attivi, con digestione aerobica dei fanghi. Linea liquami Il refluo in ingresso è sottoposto a preventiva grigliatura grossolana, a pulizia manuale e sollevato attraverso un sistema di pompe sommergibili. L eccesso della portata viene by passato attraverso una soglia di sfioro esistente all interno del sollevamento ed inviato direttamente allo scarico dell impianto. Il refluo è quindi sottoposto ad un trattamento di grigliatura fine, realizzata attraverso una griglia verticale a pulizia meccanizzata; il materiale grigliato viene raccolto ed allontanato tramite nastro trasportatore. Segue la sezione di dissabbiatura disoleatura aerata, dotata di ponte raschiatore va e vieni e di idroestrattori pneumatici per l estrazione delle sabbie. Il liquame viene poi sottoposto a sedimentazione primaria in una vasca a pianta circolare, dotata di ponte raschiatore radiale; il refluo chiarificato dalla sedimentazione primaria è inviato al trattamento biologico, mentre le portate in eccesso alla portata massima di progetto adducibile alla sezione biologica, sono sfiorate e avviate al by pass generale dell impianto tramite una soglia di sfioro. La sezione biologica è costituita da un comparto di denitrificazione dotato di appositi agitatori e da un comparto di ossidazione dotato di rotori a spazzole ad asse orizzontale; per agevolare la reazione di ossidoriduzione nella denitrificazione biologica viene dosato in continuo un integratore al carbonio costituito da una miscela idroalcoolica, contente alcooli idroalifatici; in testa al comparto biologico è previsto anche il dosaggio di cloruro ferrico come agente flocculante, impiegato per favorire l abbattimento del fosforo. 1

La chiarificazione dell effluente avviene in una vasca di sedimentazione circolare dotata di ponte aspirante per la raccolta dei fanghi attivi dal fondo vasca e loro convogliamento alla tramoggia centrale. La disinfezione finale dell effluente è realizzata in una vasca con configurazione a chicane classica, a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio. Linea fanghi I fanghi primari e i fanghi di supero sono sottoposti ad un processo di preispessimanto realizzato in una vasca in calcestruzzo a pianta circolare; il fango preispessito passa poi alla sezione di stabilizzazione aerobica, in una vasca rettangolare dotata di aeratori superficiali a spazzola. Il surnatante viene ricircolato in testa all impianto mentre i fanghi stabilizzati vengono estratti ed inviati ad un postispessitore di tipo statico che ha anche funzione di accumulo del fango. Il fango stabilizzato ed ispessito passa quindi alla sezione di disidratazione meccanica, costituita da una centrifuga e da una stazione di preparazione e dosaggio del polielettrolita. Il fango disidratato è raccolto da due trasportatori a coclea che provvedono al carico dei cassoni scarrabili. Esistono anche quattro letti di essiccamento (tra l altro di recente ristrutturazione), che vengono però impiegati solo nei periodi di manutenzione o disservizio della centrifuga e per la disidratazione del residuo dei bottini portati all impianto dagli autospurgo. I fanghi disidratati sono avviati allo smaltimento nella discarica di Maiolati Spontini. Sistema di telecontrollo Nell impianto è presente un sistema di regolazione e controllo su tutte le sezioni dell impianto, finalizzato al raggiungimento di una certa coerenza funzionale rispetto ai carichi adottati, risparmio energetico, oltrechè alla sicurezza nella gestione. L impianto, che telecontrolla anche due stazioni di sollevamento principali, è collegato direttamente al centro operativo centralizzato. 2

Figura 3 Vista dell impianto consortile di Camerano Principali comparti che costituiscono l impianto Linea acque: Grigliatura grossolana Sollevamento Grigliatura fine Dissabbiatura disoleatura aerata Sedimentazione primaria Denitrificazione Ossidazione Sedimentazione secondaria Disinfezione finale a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio Linea fanghi: Preispessimento dei fanghi primari e di supero Digestione aerobica dei fanghi Post ispessimento dei fanghi stabilizzati Disidratazione meccanica dei fanghi stabilizzati a mezzo centrifugazione Letti di essiccamento 3

Criticità e obiettivi da raggiungere B3 La potenzialità dei depuratori è insufficiente; depurazione parziale delle reti di raccolta Obiettivo 1 da raggiungere All impianto di depurazione è richiesto un dimensionamento che sia coerente con i dati di previsione della domanda di depurazione, al fine di garantire una buona qualità degli scarichi, anche in funzione delle punte di carico. Stato attuale dell impianto Allo stato attuale l impianto risulta avere una capacità depurativa sufficiente per trattare in modo adeguato il carico in ingresso, anche in occasione delle punte di carico. Interventi proposti E prevista una serie di interventi (esiste già il progetto esecutivo), finalizzati al potenziamento dell impianto fino a 33.000 A.E. (con adeguamento ai limiti più restrittivi previsti dal D.Lgs. 258/00) e alla predisposizione dello stesso ad eventuali ulteriori ampliamenti fino alla potenzialità di 75.000 A.E. In specifico l intervento di potenziamento a 33.000 A.E. comporterà per la linea acque: potenziamento delle fasi di sollevamento, grigliatura e dissabbiatura; adeguamento del sedimentatore primario a vasca di accumulo pioggia; realizzazione di nuova vasca di sedimentazione primaria; ampliamento della fase biologica con realizzazione di schemi di alternanza di zone anaerobiche, anossiche, ed aerobiche; realizzazione di una nuova centrale di produzione dell aria e sostituzione dei dispositivi di aerazione a rotori esistenti con sistema di diffusione di fondo del tipo a tappeto di bolle con diffusori a disco; realizzazione di un nuovo sedimentatore finale da affiancare all esistente; predisposizione di tipo elettrico per l inserimento di impianto di disinfezione a raggi UV; predisposizione per la realizzazione della nuova stazione di stoccaggio e dosaggio del flocculante. Sulla linea fanghi sono invece previsti: realizzazione del nuovo preispessitore; realizzazione ex novo di una fase di digestione anaerobica mesofila; realizzazione di gasometro e fiaccola di combustione; realizzazione del nuovo postispessitore; realizzazione dell edificio tecnologico linea fanghi; realizzazione degli impianti per la movimentazione e riscaldamento dei fanghi; adeguamento degli impianti per la disidratazione dei fanghi. E previsto inoltre, entro i 26 anni del Piano, un secondo ampliamento fino alla potenzialità totale di 40.000 AE che consentirà anche il trattamento della gran parte dei reflui industriali dei comuni serviti. 4

Obiettivo 2 da raggiungere L obiettivo è quello di realizzare un adeguato trattamento dei reflui, in modo da garantire la qualità degli effluenti dagli impianti di depurazione secondo le prescrizioni dettate dal D. Lgs. 258/00. In particolare, anche se attualmente il tratto di costa interessato non risulta ancora definito come area sensibile, si ritiene opportuno prevedere, nell arco temporale di 10 anni (medio periodo) il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla Tab. 2 dell All.5 dello stesso decreto, riguardante concentrazioni e percentuali di abbattimento di azoto e fosforo per impianti di potenzialità superiore a 10.000 A.E. Ciò è stabilito sia per garantire una maggiore protezione di una zona ad alta vocazione ambientale e turistica, sia anche per allinearsi alla direzione verso la quale si sta muovendo la Regione Marche in ambito ambientale. Inoltre, anche se allo stato attuale non risultano emanate disposizioni precise in merito, si ritiene opportuno allinearsi all ipotesi di impedire l uso dell ipoclorito come reattivo per la disinfezione dei liquami; questa è infatti anche in ambito normativo l ipotesi che si sta sempre più delineando, in quanto è noto come tale sistema produca composti organoalogenati (sospetti cancerogeni) e quindi costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Stato attuale dell impianto L impianto nella configurazione esistente riesce generalmente a rispettare i limiti di emissione richiesti dalla attuale normativa nella forma meno restrittiva (Tab. 1 e Tab. 3 All. 5 D. Lgs. 258/00); raramente si presentano alcuni problemi sul comparto di denitrificazione anche se, a giudizio dei gestori, sono imputabili esclusivamente all arrivo di reflui di composizione sospetta provenienti dalla zona industriale. Inoltre l impianto, pur essendo dotato di una linea di nitrificazione denitrificazione e di trattamento chimico fisico del fosforo mediante precipitazione simultanea, risulta comunque insufficiente ad ottenere gli abbattimenti di azoto e fosforo secondo le prescrizioni più restrittive della normativa vigente, anche solo per i carichi attuali. Infine, come anche in tutti gli altri principali impianti, ulteriore elemento di criticità è costituito dalla presenza della clorazione come sistema di disinfezione finale. Interventi proposti Gli interventi di ampliamento finalizzati all incremento della potenzialità depurativa (secondo quanto già visto al punto precedente) hanno come obiettivo anche il miglioramento della qualità degli scarichi e il loro adeguamento ai limiti più restrittivi della normativa attuale. In particolare la nuova configurazione della linea biologica di nitro denitro servirà ad incrementare l abbattimento dell azoto e potrà consentire la rimozione biologica anche del fosforo, con la conseguente possibilità di eliminare il dosaggio dei flocculanti, riservandolo ai soli casi di emergenza o difficoltà di vario genere. Inoltre la presenza di una fase di sedimentazione finale ben dimensionata ed affidabile servirà a garantire continuità nell ottenimento dei prescritti valori di BOD, COD e solidi sospesi. 5

Si prevede infine, in sostituzione del sistema di clorazione esistente, l inserimento di un impianto di disinfezione a raggi UV, con a monte un unità di filtrazione finalizzata all affinamento finale (la predisposizione di carattere elettrico per l introduzione del sistema a UV è tra l altro già prevista nel progetto di ampliamento esistente). C7 E3 Stato di conservazione dei cespiti definito insufficiente; presenza di componenti con tecnologia obsoleta; impianti con età superiore alla vita utile Obiettivo da raggiungere Per garantire una piena funzionalità delle infrastrutture, per le opere che presentano un età superiore alla loro vita utile, nonché quelle che nonostante l età presentano uno stato di conservazione insufficiente o una tecnologia obsoleta, che non possa essere corretto attraverso adeguati interventi di manutenzione straordinaria, è necessaria la loro ricostruzione/ripristino. Ciò permette la riduzione dei costi operativi e la rivalutazione economica dei cespiti. Stato attuale L impianto presenta uno stato di conservazione generale che può ritenersi soddisfacente, sia per quanto riguarda le opere civili che le opere elettromeccaniche, soprattutto se si considera l età piuttosto avanzata. Le opere murarie risultano infatti integre, non presentano problemi di tenuta e il calcestruzzo delle vasche, almeno per le parti visibili, presenta un buono stato di conservazione; i letti di essiccamento sono stati ristrutturati da poco. Le parti meccaniche sono funzionanti e attualmente non risultano richiedere interventi di ripristino o sostituzione (anche perché, secondo quanto riportato dagli operatori, molte delle parti meccaniche sono state via via sostituite e risultano pertanto recenti). Il gruppo elettrogeno è recente (2 anni) e anche la parte elettrica non sembra presentare problematiche particolari. Interventi proposti Nell arco dei 26 anni del Piano si prevedono interventi di manutenzione straordinaria atti a garantire il mantenimento in efficienza ed il prolungamento della vita utile dell impianto. E4 Impianti non a norma Obiettivo da raggiungere L obiettivo da raggiungere prevede che tutti gli impianti di trattamento dei reflui siano coerenti con le norme in materia di sicurezza degli impianti. Stato attuale Non risultano problematiche significative tranne la necessità di proteggere un apertura a rischio su un sedimentatore e di rinnovare i quadri elettrici. Interventi proposti 6

Nell ambito dell intervento di ampliamento sono previsti come opere complementari la realizzazione dell impianto elettrico e quella dell impianto antincendio (costituito da un complesso dotato di impianto idrico ad anello chiuso). Intervento previsto criticità Costo di investimento ( ) Realizzazione di una linea di trattamento per l aumento della potenzialità dell impianto fino a 33.000 A.E. Realizzazione impianto elettrico e impianto antincendio Prosecuzione intervento di realizzazione di una linea di trattamento per l aumento della potenzialità dell impianto fino a 33.000 A.E. Potenziamento dell impianto fino alla potenzialità di 40.000 A.E. Realizzazione stadio di filtrazione finale e sostituzione della clorazione con raggi UV B3 E4 1.600.000 B3 960.650 B3 1.099.267 B3 309.922 Totale 3.969.839 7

Impianto Consortile Jesi Breve inquadramento dell impianto L impianto è ubicato nel Comune di Jesi, lungo la strada provinciale N.21, e recapita nel fiume Esino. Il depuratore, costruito a partire dall anno 1987, con una potenzialità di progetto di 60.000 A.E., tratta attualmente i reflui dei comuni di Jesi e Monsano (compresa la zona industriale) per un totale di circa 55.000 A.E. serviti. Nell impianto sono attualmente trattati anche percolati addotti via autobotte e acque di vegetazione prodotte dai frantoi della zona. Figura 1 Schema consortile afferente all impianto di depurazione di Jesi Grandezze caratteristiche dell impianto Comuni serviti Jesi, Monsano Abitanti serviti (A.E.) 55.000 Potenzialità di progetto (A.E.) 60.000 Volume trattato nel 2004 (mc/anno) 6.490.000 Anno di inizio costruzione 1987 Anno di inizio funzionamento 1995 1

Stato medio di conservazione delle opere civili buono Stato medio di conservazione delle opere e.m. buono Presenza del telecontrollo sì Figura 2 Localizzazione dell impianto di depurazione consortile di Jesi Descrizione delle principali fasi di trattamento La filiera di trattamento consiste in un trattamento a fanghi attivi classico, con digestione anaerobica dei fanghi e una fase di affinamento realizzata tramite fitodepurazione. Questo stadio finale, introdotto nel 2001, è finalizzato al miglioramento degli standard qualitativi dell effluente recapitante nel fiume Esino, oltrechè alla possibilità di riuso delle acque così depurate nella zona industriale vicinale mediante rete duale Linea acque Il sistema prevede che il refluo sia sottoposto preliminarmente a un trattamento di grigliatura grossolana, ad un sollevamento e ad una grigliatura fine; successivamente il liquame è avviato ad un trattamento di dissabbiatura disoleatura aerata (due linee di aria e sollevamento delle sabbie realizzato tramite sistema di air lift). L impianto prevede anche la presenza di due vasche utilizzate per l equalizzazione delle portate di punta o come vasche di pioggia durante gli eventi piovosi. Il percolato che, per non sovraccaricare l impianto viene trattato solo nelle ore di più basso carico, by passa l equalizzazione ed entra direttamente nel pozzetto ripartitore a monte della fase biologica 2

Il refluo passa poi al comparto ossidativo (4 linee diverse) che prevede l alternarsi di zone anaerobiche, anossiche ed aerobiche; come sistema di aerazione sono impiegati dei radial jet nelle linee vecchie mentre nella linea nuova sono usati tappeti di piattelli. La sedimentazione finale consiste in due linee, di cui una costituita da due vasche rettangolari con carroaspirato e l altra costituita da due vasche circolari dotate di ponte per la raccolta dei fanghi e delle schiume. L effluente chiarificato passa poi ad una fase di affinamento successiva, realizzata attraverso un sistema di fitodepurazione, costituito da un bacino di sedimentazione, da uno stadio a flusso sommerso orizzontale (circa 10.000 mq) e da uno stadio a flusso superficiale (circa 50.000 mq). La disinfezione finale dell effluente, utilizzata esclusivamente nei periodi in cui non è attiva la fitodepurazione, è realizzata a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio in una vasca con configurazione a chicane classica. Linea fanghi I fanghi di supero estratti sono sottoposti ad un processo di preispessimento (due preispessitori), ad una digestione anaerobica e ad un postispessimento (un solo ispessitore). I fanghi così stabilizzati ed ispessiti vengono avviati alla sezione di disidratazione meccanica, costituita da unità centrifuga e da una stazione di preparazione e dosaggio del polielettrolita. Il fango disidratato è raccolto attraverso un sistema automatico di trasporto e carico dei cassoni scarrabili e avviato allo smaltimento nella discarica di Castelbellino. Esistono anche dei letti di essiccamento, che sono però utilizzati esclusivamente per lo spargimento dei residui prodotti dalla pulizia delle fognature e dai concentrati residui dei bottini portati dagli autospurgo. Sistema di telecontrollo Nell impianto è presente un sistema di regolazione e controllo su tutte le sezioni dell impianto, finalizzato al raggiungimento di una certa coerenza funzionale rispetto ai carichi adottati, risparmio energetico, oltre che alla sicurezza nella gestione. 3

Figura 3 Vista dell impianto consortile di Jesi Figura 4 Vista dell impianto di fitodepurazione di Jesi 4

Figura 5 Planimetria schematica dell impianto di fitodeurazione di Jesi Principali comparti che costituiscono l impianto Linea acque Grigliatura grossolana Sollevamento Grigliatura fine Vasche di equalizzazione/vasche di pioggia Dissabbiatura disoleatura Sezione biologica (zone anaerobica, anossica, aerobica) Sedimentazione secondaria Affinamento finale a mezzo fitodepurazione Disinfezione finale a mezzo dosaggio di ipoclorito di sodio Linea fanghi Preispessimento dei fanghi di supero Stabilizzazione anaerobica dei fanghi Gasometro Post ispessimento dei fanghi stabilizzati Disidratazione meccanica dei fanghi stabilizzati a mezzo centrifugazione Letti di essiccamento 5

Criticità e obiettivi da raggiungere B3 La potenzialità dei depuratori è insufficiente; depurazione parziale delle reti di raccolta Obiettivo 1 da raggiungere All impianto di depurazione è richiesto un dimensionamento che sia coerente con i dati di previsione della domanda di depurazione, al fine di garantire una buona qualità degli scarichi, anche in funzione delle punte di carico. Stato attuale dell impianto Allo stato attuale l impianto risulta avere una capacità depurativa sufficiente per trattare in modo adeguato il carico in ingresso tanto che, almeno secondo gli operatori, con l impianto di fitodepurazione in funzione sarebbero addirittura sufficienti solo tre delle quattro linee esistenti. Interventi proposti Non risulta necessario nessun intervento di adeguamento della capacità depurativa in quanto lo specifico obiettivo di piano risulta già raggiunto. Obiettivo 2 da raggiungere L obiettivo è quello di realizzare un adeguato trattamento dei reflui, in modo da garantire la qualità degli effluenti dagli impianti di depurazione secondo le prescrizioni dettate dal D. Lgs. 258/00. In particolare, anche se attualmente il tratto di costa interessato non risulta ancora definito come area sensibile, si ritiene opportuno prevedere, nell arco temporale di 10 anni (medio periodo) il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla Tab. 2 dell All.5 dello stesso decreto, riguardante concentrazioni e percentuali di abbattimento di azoto e fosforo per impianti di potenzialità superiore a 10.000 A.E. Ciò è stabilito sia per garantire una maggiore protezione di una zona ad alta vocazione ambientale e turistica, sia anche per allinearsi alla direzione verso la quale si sta muovendo la Regione Marche in ambito ambientale. Inoltre, anche se allo stato attuale non risultano emanate disposizioni precise in merito, si ritiene opportuno allinearsi all ipotesi di impedire l uso dell ipoclorito come reattivo per la disinfezione dei liquami; questa è infatti anche in ambito normativo l ipotesi che si sta sempre più delineando, in quanto è noto come tale sistema produca composti organoalogenati (sospetti cancerogeni) e quindi costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Stato attuale dell impianto Per quanto riguarda la qualità dell acqua in uscita, l impianto consente di realizzare rendimenti tali da garantire il rispetto dei limiti previsti dall attuale normativa; risulta tra l altro l unico tra tutti i principali impianti che, grazie alla configurazione attuale (trattamento classico + finissaggio tramite fitodepurazione), riesce a realizzare un 6

grado di rimozione dei nutrienti (azoto e fosforo) tale da garantire il rispetto dei limiti più restrittivi previsti dalla normativa vigente (Tab. 2 All. 5 D. Lgs. 258/00). La criticità principale a livello qualitativo è costituita invece dalla presenza della clorazione come sistema impiegato per la disinfezione finale. Interventi proposti Si prevede l inserimento di un impianto di disinfezione a raggi UV in sostituzione del sistema di clorazione esistente, ad oggi utilizzato esclusivamente nei periodi in cui non è attiva la fitodepurazione. Questo intervento risulterà ancor più essenziale, se si considera che attualmente con la sola fitodepurazione non si riesce a rientrare nei limiti previsti sull Escherichia Coli necessari per il riuso delle acque. C7 E3 Stato di conservazione dei cespiti definito insufficiente; presenza di componenti con tecnologia obsoleta; impianti con età superiore alla vita utile Obiettivo da raggiungere Per garantire una piena funzionalità delle infrastrutture, per le opere che presentano un età superiore alla loro vita utile, nonché quelle che nonostante l età presentano uno stato di conservazione insufficiente o una tecnologia obsoleta, che non possa essere corretto attraverso adeguati interventi di manutenzione straordinaria, è necessaria la loro ricostruzione/ripristino. Ciò permette la riduzione dei costi operativi e la rivalutazione economica dei cespiti. Stato attuale Considerando l età abbastanza avanzata, l impianto presenta uno stato di conservazione complessivamente soddisfacente sia per quanto riguarda le opere civili che le opere elettromeccaniche. Le strutture murarie risultano infatti integre, non presentano problemi di tenuta ed il calcestruzzo delle vasche, almeno per le parti visibili, presenta un buono stato di conservazione. Le parti meccaniche sono funzionanti e attualmente non risultano richiedere interventi di ripristino o sostituzione anche perché molte delle parti meccaniche sono state via via sostituite e risultano pertanto recenti. Nonostante assicuri ancora una buona funzionalità si ritiene invece che il sistema di aerazione del tipo radial jet presente nelle linee ossidative vecchie sia tecnologicamente superato e che l unità centrifuga di produzione dell aria comporti consumi energetici eccessivi. La fitodepurazione infine presenta come problema di funzionamento il fatto che nella parte a flusso sommerso a scorrimento orizzontale sono presenti delle zone che nella realtà funzionano a flusso superficiale. Interventi proposti E prevista la sostituzione del sistema di aerazione a radial jet presente nelle linee vecchie con sistema di diffusori di fondo e dell unità centrifuga di produzione dell aria con soffianti. 7

Si prevede anche di effettuare degli interventi correttivi sul sistema di alimentazione del fitodepuratore per razionalizzarne il funzionamento, attualmente non ottimale. Nell arco dei 26 anni del Piano si prevedono inoltre interventi di manutenzione straordinaria atti a garantire il mantenimento in efficienza ed il prolungamento della vita utile dell impianto. Intervento previsto criticità Costo di investimento ( ) Interventi per il miglioramento qualitativo degli scarichi B3 373.922 Totale 373.922 8

Impianto Zipa (Ancona) Breve inquadramento dell impianto L impianto è ubicato nel Comune di Ancona, nella zona industriale Z.I.P.A.; il depuratore, costruito a partire dall anno 1982, con una potenzialità di progetto di 100.000 A.E., tratta attualmente i reflui misti del Comune di Ancona e limitate quantità di percolato, per un totale di circa 65.000 A.E. serviti. L effluente finale è recapitato nel Fosso Conocchio, che sfocia nel mare a poche decine di metri dallo stesso impianto. Figura 1 Localizzazione dell impianto di depurazione Zipa di Ancona Grandezze caratteristiche dell impianto Comuni serviti Ancona Abitanti serviti (A.E.) 65.000 Potenzialità di progetto (A.E.) 100.000 1 Volume trattato nel 2004 (mc/anno) 9.999.000 Anno di inizio costruzione 1982 Anno di inizio funzionamento 1985 Stato medio di conservazione delle opere civili sufficiente Stato medio di conservazione delle opere e.m. sufficiente Presenza del telecontrollo sì 1 La potenzialità di progetto di 100.000 A.E. a causa della tecnologia dell impianto non permette un trattamento adeguato secondo i parametri di legge. A tal proposito la potenzialità effettiva è oggi considerata attorno ai 65.000 A.E., valore di fatto saturato dagli abitanti serviti all impianto. 1