Tavola Rotonda sui probemi attuali del diritto internazionale umanitario LE COMPAGNIE MILITARI E DI SICUREZZA PRIVATE Sanremo 6-8 Settembre 2012



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Tavola Rotonda sui probemi attuali del diritto internazionale umanitario LE COMPAGNIE MILITARI E DI SICUREZZA PRIVATE Sanremo 6-8 Settembre 2012 Min. pl. Gianni GHISI Coordinatore Anti-Pirateria del Ministero degli Affari Esteri Gentili Autorità, Signore e Signori, ho l onore di portare agli organizzatori ed ai partecipanti di questa Tavola Rotonda il saluto del Ministro degli Esteri, Amb. Giulio Terzi, e del Sottosegretario Staffan de Mistura, il quale è impossibilitato ad intervenire come si era proposto- e mi ha delegato a rappresentarlo. A nome del Ministro, con l occasione, vorrei ribadire al prof. Pocar il vivo apprezzamento per l alta qualità delle attività dell Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo. Il Ministero degli Esteri co-patrocinatore di questa Tavola Rotonda - ha consolidati rapporti di collaborazione con l Istituto, che considera un centro di eccellenza nel settore del diritto internazionale umanitario. L Istituto è ottimamente ed opportunamente ospitato a Sanremo, città a lunga vocazione internazionale. Il nostro sostegno finanziario continua, anche se, a causa della inderogabile necessità di contenimento della spesa pubblica, è diminuito quantitativamente; non è certo diminuita l attenzione con la quale seguiamo e sosteniamo le attività dell Istituto. Da parte mia, sono lieto di partecipare a questa Tavola Rotonda, che affronta una tematica di attualità di grande interesse per la diplomazia italiana, e per me in particolare nella mia attuale posizione di coordinatore- inviato speciale del Ministero Affari Esteri per la pirateria marittima. Si sta infatti sempre più affermando, e lo sarà presto anche in Italia, l impiego di società private di sicurezza nella protezione del naviglio contro questa peculiare forma di criminalità organizzata costituita dalla pirateria marittima. Vorrei iniziare con una nota positiva: il 2012 sembra segnare una svolta importante nella lotta alla pirateria nell area in cui è attualmente concentrata (Golfo di Aden ed Oceano Indiano). Dall inizio dell anno ad ora gli attacchi sono stati 67, di cui 13 conclusisi con la cattura della nave e dell equipaggio. Nel 2011gli attacchi erano stati 231 e 27 i sequestri. Si tratta di un indubbio successo della strategia di contrasto messa in atto dalla Comunità internazionale. Tale strategia si fonda su tre pilastri: 1) il pattugliamento delle zone ad alto rischio con naviglio militare, 2) l adozione di efficaci misure di difesa passiva da parte delle imbarcazioni in transito, 3) la presenza a bordo di nuclei di protezione armata, militari o civili. (Per inciso, si tratta di un successo importante, ma non necessariamente irreversibile, fintantoché la pirateria non sarà sradicata dalla Somalia). La prima risposta della comunità internazionale all acutizzarsi del fenomeno della pirateria al largo delle coste Somale (che ha raggiunto il suo picco nel 2008) è stata il pattugliamento, a partire dalla missione Ocean Shield della NATO. L espandersi del raggio d azione dei pirati (che ora copre il golfo di Aden, l Oceano indiano occidentale fino al canale del Mozambico ed il mare arabico fino alle coste indiane) come controreazione, e delle loro capacità operative ha reso necessario individuare misure più

capillari di difesa, passiva ed attiva: da una parte sono state definite dall International Maritime Organization (IMO) delle Best Management Practices che armatori e comandanti debbono attuare; dall altra si è ampiamente diffusa la pratica di imbarcare dei Nuclei di protezione Armata, formati da personale militare (sistema del Vessel Protection Detachement o VPD s) ovvero formati da personale civile, a contratto (Privately Contracted Armed Security Personnel o PCASP). Allo stato attuale prevale numericamente - ed è in espansione il ricorso da parte degli armatori alle compagnie di sicurezza private. La legislazione di alcuni paesi (Italia, Spagna, Norvegia) consente l impiego sia di VPD s che di PCASP, mentre Francia e Paesi Bassi ritengono che l esercizio di tali funzioni di protezione amata spetti esclusivamente allo Stato. Nonostante l IMO abbia inizialmente scoraggiato lo sviluppo dei PCASP, il mercato ha chiaramente scelto la sicurezza privata, più duttile e più facilmente disponibile a seconda delle mutevoli esigenze, rispetto alla solidità (ma anche maggiore rigidità) del servizio offerto dalle forze armate. Tanto che la stessa IMO, preso atto dell ampio ricorso ai PCASP ha riconosciuto la necessità di mettere un po di ordine. Lo ha iniziato a fare cercando di fissare degli standard per l impiego di sicurezza privata a bordo (sui quali ritornerò più avanti). Ma - ci si potrebbe chiedere- quale dei due sistemi, VPD s e PCASP, è più efficace? La risposta non è univoca: dipende dalle legislazioni nazionali e dal contesto operativo. Un importante dato di fatto è che nessuna imbarcazione con personale armato a bordo, civile o militare, è mai stata sequestrata. Allora, quale dei sistemi due è più semplice da attuare? Probabilmente il VPD è più semplice nel senso che poggia su una serie di norme di diritto internazionale consolidate e le regole di ingaggio sono saldamente ancorate alle legislazioni nazionali; ma è più complicato per la rigidità di procedure, che talvolta mal si confanno alla flessibilità richiesta dalle esigenze commerciali. Ovviamente, come purtroppo è avvenuto ad un Nucleo di protezione militare italiano in India, se viene meno il rispetto delle norme fondamentali del diritto internazionali sulle quali si regge tale misura di protezione (in particolare la giurisdizione dello stato di bandiera nelle acque internazionali e il principio di immunità funzionale dei militari addetti) tale sistema perde la sua efficacia: per questo il Governo italiano, oltre alla doverosa azione nei confronti delle Autorità indiana di tutela dei due membri di un VPD indebitamente detenuti, sta sensibilizzando i partners internazionali sulla assoluta necessità che non si creino precedenti negativi di mancato rispetto dei principi fondamentali, che compromettano l efficacia dell azione della comunità internazionale nel contrasto alla pirateria. Rispetto ai Nuclei Militari di Protezione, sicuramente i PCASP, più duttili, anche in ragione della carente normativa internazionale. E qui sono giunto finalmente al tema specifico di questa tavola rotonda. La problematica della sicurezza privata a bordo di naviglio commerciale è analoga a quella che si pone in altri contesti, dall impiego in situazioni di conflitto armato o nel contrasto al crimine. Ho avuto modo di partecipare recentemente, nella mia posizione di Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali in Vienna al dibattito in ambito UNODC sull impiego di servizi di sicurezza privati per la prevenzione del crimine e la sicurezza delle comunità, dal quale sono emerse proposte di linee guida (le

Abu Dhabi draft preliminary recommendations on the oversight and regulation of civilian private security services and on their contribution to crime prevention and community safety ). Le best practices sviluppate in un contesto possono essere molto utili a svilupparne analoghe in un altro. Come emerge anche dallo schema di lavori di questo convegno, l elaborazione di linee guida in un contesto di conflitto armato sono più avanzate rispetto a quanto sta iniziando ad emergere dal dibattito riguardo alla protezione anti-pirateria. Vorrei citare, a questo proposito, la circolare dell IMO del 25 maggio scorso Interim guidance to Private Maritime Security Companies providing PCASP on board ships in the High Risk Area. L IMO prende in considerazione sia il documento di Montreux che l ICoC The Montreux Document on Pertinent International Legal Obligation and Good Practices for States related to Operations of Private Military and Security Companies during Armed Conflict and the International Code of Conduct for security Service Providers are useful reference points for PMSC, but are not directly relevant to the situation of piracy and armed robbery in the maritime domain and do not provide sufficient guidance for PMSC. The Montreux Document, which addresses States, restates rules of international law and provides a set of good practices for States, although it should be noted that international humanitarian law is applicable only during armed conflict. The ICoC, which addresses the private security industry, identifies a set of principles and processes for private security services providers related to support for the rule of law and respect for human rights, but is written in the context of self-regulation and only for land-based security companies, and is therefore not directly applicable to peculiarities of deploying armed guards on board merchant ships to protect against acts of piracy and armed robbery at sea. Da tale considerazioni, l IMO trae la conclusione che The prevailing situation off the coast of Somalia therefore necessitates separate and urgent consideration of requirements for the use of PCASP on board ships transiting in the High Risk Area. L interim guidance dell IMO per le società di sicurezza marittima (PMSC) oggetto della citata circolare, è dunque mirata a colmare una lacuna ( no international guidance or standards exists at present for Private Maritime Security Companies providing PCASP services ) al fine di improve governance, reduce the potential for accidents, and promote competent, safe and lawful conduct at sea. Tali linee guida si aggiungono alle precedenti elaborate dall IMO per l impiego delle guardie private, vale a dire: Revised interim guidance to shipowners, ship operators and shipmasters (Circ. 1405), Revised interim recommendations for Flag States (Circ. 1406) e Revised interim recommendations for port and coastal States (Circ 1408). Si tratta di documenti di riferimento, ben lontani dunque dall essere vincolanti e per di più provvisori, in quanto predisposti nell urgenza di mettere ordine in un fenomeno in rapida crescita in gran parte al di fuori dell esistente quadro normativo internazionale. Il dibattito è ancora molto aperto ed è condotta in molteplici fori di discussione: oltre che all IMO e se ne parla al Gruppo di Contatto sulla Pirateria (CGPSC) e in diversa altri organismi intergovernativi, dall INTERPOL, all ISO. E c è chi vorrebbe investirne il Consiglio di Sicurezza. Se ormai è accettata da tutte le parti la necessità di concordare standard minimi in ogni aspetto dell impiego dei PCASP (dalle procedure di ingaggio, selezione e formazione delle guardie giurate, concessione delle autorizzazione, al carico transito e uso

dell armamento) nel dibattito continuano a manifestarsi forti resistenze da parte della maggior parte degli Stati costieri al sistema di protezione privato (particolarmente attivi in tal senso sono Arabia Saudita, Egitto, India e Pakistan) preoccupati per l uso indebito che può essere fatto vicino ai loro confini ed in aree già turbolente e di difficile controllo dell armamento trasportato da privati; ma anche preoccupati nello stesso impiego degli addetti alla sicurezza, che essi vedono come delle potenziali forze mercenarie (magari, alla fine, altrettanto pericolose quanto i pirati). Nel dibattito, gli Stati costieri chiedono dunque vivacemente che i Governi dei Flag States si facciano carico, assumendosi anche specifiche responsabilità, di vigilare sui comportamenti delle società private e del personale impiegato sulle loro navi commerciali di bandiera. Noto per inciso che tale preoccupazione non è invece mai stata manifestata dagli Stati costieri riguardo all impiego di militari, evidentemente considerati adeguatamente affidabili grazie alle proprie regole d ingaggio. Vi è indubbiamente una serie di lacune da colmare affinché l operatività delle guardie giurate a bordo abbia un inquadramento giuridico che offra a tutte le parti le stesse garanzie dei militari. Intanto bisognerebbe averne il quadro completo, la lista esaustiva dei gaps, per avere una base comune di discussione: è quanto gli Stati Uniti si sono ora proposti di fare, convocando una riunione (che si terrà il 12 settembre a Washington) sulla Identification of Foreign Policy Implications and International Law Issues. Cito alcune delle problematiche che mi sembrano rilevanti anche per i lavori di questo convegno. - How can/should flag, port and coastal states address questions of jurisdiction over incidents that occur beyond the territorial sea? - How are parties addressing civil and criminal liability claims arising from accidents caused by, misuse of, or misconduct of PCASP? - How can/should States exercise regulation and oversight of emerging phenomena such as private armed escort vessels and floating armories operating beyond the territorial sea? - How do navigation rights and freedoms relate to concerns about PCASP in a territorial sea or Exclusive Economic Zone? - How can we facilitate easier movement of PCASP and firearms to/from vessels and while ships are in port? Come spero sia risultato chiaro, ho cercato di mettere in luce i pro ed i contra dell impiego, a bordo di navi mercantili, di Nuclei Armati di Protezione composti da militari ovvero di guardie giurate, soffermandomi maggiormente su quest ultima soluzione, più attinente alla tematica in discussione in questa Tavola Rotonda. Anche se la maggior parte degli Stati che dispongono di sicurezza armata a bordo ha optato per un solo sistema (i più per le guardie private, Francia e Paesi Bassi per i militari), le due modalità possono essere integrate combinando nella gestione i vantaggi dell una o dell altra. Quanto all Italia, nel momento in cui si è dotata di una apposita legislazione anti-pirateria, l Italia ha ritenuto che la risposta più efficace al complesso problema dell autodifesa dalla pirateria marittima consista in un sistema di sicurezza integrato pubblico-privato. La Legge n.130 del 2 agosto 2011, che il Governo ha predisposto sotto forma di decreto-legge sulla base di un accurata indagine parlamentare che ha vagliato le

misure di auto protezione adottate da altri paesi, prevede infatti l impiego di Nuclei Militari di Protezione, sulla base di convenzioni da stipularsi tra il Ministero della Difesa e l armatoria privata italiana. Tali NMP operano in conformità con le direttive e le regole d ingaggio emanate dal ministero delle Difesa e ad essi sono attribuite le funzioni di polizia giudiziaria riguardo ai reati previsti nella normativa penale italiana on materia di pirateria (art 1135 del codice di navigazione) e sospetta pirateria (art. 1136). La medesima Legge prevede anche la possibilità per gli armatori, in via sussidiaria, di ricorrere a guardie giurate private, ponendo una serie di condizioni generali che inquadrano il loro utilizzo entro alcuni limiti, tra questi: la nave deve avere adottato almeno alcune delle Best Management Practices dell IMO; le guardie giurate debbono essere autorizzate dal Ministero dell Interno a svolgere il servizio, ottenere l apposita licenza per il possesso delle armi e debbono avere superato degli specifici corsi di formazione. Delle due componenti, tuttavia, sino ad ora è operativa solo quella militare, evidentemente più semplice da attuare, essendo collocata in un contesto istituzionalmente predisposto. Nel primo anno di applicazione, il servizio reso dai Nuclei Militari di Protezione è stato giudicato assai positivamente dagli armatori: è tuttavia emerso un limite nella copertura che è possibile assicurare con i 16 NMP disponibili, copertura inferiore alle richieste (si tenga presente che nel Golfo di Aden e nell Oceano indiano transitano annualmente circa 1300 navi battenti bandiera italiana, per una media di quasi 4 al giorno, con picchi fino a 10 navi) I tempi più lunghi per la messa in opera dell opzione privata sono dovuti alla maggiore complessità delle regole di attuazione della Legge: è stato necessario adeguare la normativa nazionale in materia di compagnie private di sicurezza (calibrate sui servizi di vigilanza a terra), si è posto cura nel soddisfare le esigenze di certificazione delle società e di adeguata formazione del personale. Ferma restando la responsabilità primaria dello Stato, il ricorso alle guardie giurate da parte degli armatori non deve essere un ripiego, un second best, il servizio deve mirare a essere di pari qualità a quello ottenibile dal personale militare e lo Stato ne deve creare le precondizioni, se si vuole dare piena attuazione alla legge che ha previsto un sistema integrato. Le attività di contrasto alla pirateria costituiscono anche per l Italia un impegno gravoso in termini di gestione e di costi; ma sono attività indispensabili per proteggere importanti interessi nazionali, ma soprattutto vite umane. L approccio italiano è che per portare avanti efficacemente tale impegno è necessaria una solida partnership pubblico-privato che massimizzi i contributi dei due settori. Questo è l approccio italiano e in tale partnership ben si colloca l integrazione dei servizi di protezione militari e civili. Per concludere, vorrei evidenziare come aldilà del contesto nazionale- rimane da meglio definire l inquadramento giuridico internazionale dei servizi privati di sicurezza nel contrasto della pirateria, nonché definire procedure globalmente condivise per la necessaria collaborazione tra Stati di bandiera, Stati costieri e di transito. Per questo il Ministero degli Affari Esteri guarda con vivo interesse ai lavori di questa Tavola rotonda, dalla quale emergeranno sicuramente spunti utili al nostro lavoro. Grazie per l attenzione.