MASSAGGIO CONNETTIVALE REFLESSOGENO



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MASSAGGIO CONNETTIVALE REFLESSOGENO trattamento reflessogeno del connettivo sottocutaneo Docente: ERCOLE VITALI Referenza : Dott. EUGENIO GAMBA Studi 20145 Milano Via A. da Giussano, 21 Tel. (02) 4986653 20020 Arese Tel. (02) 93581198 20020 ARESE 16100 Genova Piazza dello Sport, 1/6 " II Baluardo" Tel. (010) 2471063 Tel. (02) 93581976 1

Il MCR si differenzia notevolmente sia per gli effetti biologici che per molti aspetti pratici e terapeutici dal massaggio manuale classico, in particolare per la sua componente reflessogena. Con le manualità classiche infatti la risposta è ottenibile solo nel segmento trattato e con una sequenza di diverse manualità che vanno dallo sfioramento superficiale all'impastamento profondo e che inducono in via diretta una modificazione distrettuale. La manualità del MCR, pur se meno varia delle tecniche sopra citate, permette invece di ottenere modificazioni cutanee e viscerali trattando zone ad alta risposta riflessa non necessariamente nello stesso distretto in cui si desidera ottenere la modificazione funzionale. Una fisioterapista tedesca, Elisabeth Dicke praticando delle frizioni profonde sulla regione sacrale del suo corpo per alleviare dolori lancinanti che lamentava all'arto inferiore destro affetto da disturbi circolatori, notava che l'arto, dapprima freddo e cianotico, nonostante i trattamenti medici attuati riacquistava progressivamente una sufficiente circolazione, mentre la sintomatologia dolorosa migliorava notevolmente. I risultati la spinsero a impiegare le stesse manovre su altri pazienti ed a riferire le sue osservazioni cliniche ad alcuni medici che approfondirono gli studi (Weil, Kohlraush, Leube). Soprattutto Kohlraush fu molto interessato alle esperienze della Dicke. La Dicke osservò che durante le manovre di massaggio era possibile evidenziare delle aree localizzate in cui la cute si presentava dura, ispessita e anelastica in corrispondenza delle quali si riscontrava una iperestesia (aumento della sensibilità) ed iperalgesia (aumento della dolorabilità) (punti massimali). In condizioni normali durante l'esecuzione del MCR la cute scivola liberamente sui piani sottostanti e si ha un sollevamento ad onda davanti alle dita che scorrono. Se invece ci si trova in presenza di un punto massimale, si forma un maggior numero di pieghe cutanee, irregolari per distribuzione e direzione che oppongono una certa resistenza alla progressione delle dita. Si percepisce inoltre una netta tensione ed aderenza ai piani sottostanti. Durante l'esecuzione delle manovre di massaggio la tensione elastica del tessuto connettivo si modifica ed il paziente avverte una sensazione dolorosa che tuttavia diminuisce con la scomparsa dello stato anomalo del tessuto, per cessare del tutto. La modificazione cutanea (peraltro ben descritta in patologia vertebrale dal Maigne e da questo autore definita Sindrome Cellulo-teno-mialgica) ha la spiegazione neurofisiologica nella afferenza di impulsi neurovegetativi che dagli organi profondi, tramite il simpatico e il ramo comunicante grigio, giungono al corno posteriore del midollo; da qui, tramite il neurone internuciale di coniugazione (mette in comunicazione il corno posteriore (sensitivo) con il corno anteriore (motorio) del midollo vertebrale, permettendo la risposta riflessa), l'impulso giunge al corno anteriore. A questo punto l'afferenza motoria raggiunge direttamente la muscolatura striata (aumento del tono = contrattura) e tramite il ramo comunicante bianco, la cute ed il distretto micro circolatorio arterioso, genera le modificazioni di cui sopra (riflesso viscerocutaneo). Si presume inoltre che la persistenza di uno stato anomalo di tensione del connettivo sottocutaneo concorra a sua volta a mantenere uno stato disfunzionale d'organo (riflesso cuti-viscerale). Il MCR stimolando, rielasticizzando, e normalizzando lo status cutaneo, sfruttando la biunivocità del riflesso: viscere-cute / cute-viscere, induce modificazioni profonde (organo-muscolo-circolo) e superficiali (sistema vasale della cute). 2

L'applicazione della tecnica in questione non può naturalmente prescindere da una accurata valutazione clinica ed anamnestica, cui dovrà seguire la ricerca manuale dei punti massimali relativi alle varie patologie d'organo. Solo allora si potrà iniziare il trattamento propriamente detto. Esso richiede una tecnica particolare ed una notevole sensibilità manuale: viene praticato con due dita, tenendo le ultime falangi flesse e le altre estese con le quali si friziona energeticamente la cute (si possono usare il 2-3 dito, oppure il 3-4 sia dirigendo la frizione in senso ungueale che in senso palmare). L'aspetto più complesso non è però legato alla posizione delle dita quanto al fatto che ricercandosi un azione riflessa, la frizione deve essere eseguita su zone precise per attivare specifici circuiti riflessi; pertanto, a differenza del massaggio classico, la sua corretta esecuzione richiede la conoscenza dei singoli schemi riflessi viscero-cutanei. Secondo la Dicke ogni seduta deve iniziare con il trattamento della regione lombo/sacrale dalla quale partirebbero effetti riflessi anche su altri tratti vertebrali. Il primo schema fondamentale o piccola costruzione, viene eseguito componendo una figura di rombo in sede sacrale, dalla spina iliaca posteriore inferiore verso la quinta lombare e verso la linea interglutea, sia a destra che a sinistra; oltre alla piccola costruzione può essere eseguito lo schema della grande costruzione che completa lo schema precedente; vengono praticate, nel segmento medio dorsale ai bordi della colonna vertebrale, varie uncinature dirette verso la linea delle apofisi spinose lungo tutto il rachide, ed inoltre negli spazi intercostali si eseguono, strisce lunghe dalla linea ascellare anteriore sino alla colonna vertebrale e viceversa. Non occorre interporre tra la mano del terapista e la cute nessuna sostanza atta a favorire lo scorrimento, in quanto riducendo I attrito, impedirebbe l azione traente sulla cute stessa e sul tessuto connettivo sottocutaneo. Occorre precisare, al di là di facili trionfalismi, che tale tecnica è certamente un presidio valido ma insufficiente da sola a risolvere situazioni morbose gravi e complesse. Occorre una volta di più sottolineare la validità della polifisiochinesiterapia in quanto le diverse azioni dei presidi fisioterapici si esaltano a vicenda raggiungendo risultati talora rapidi ed evidenti. In particolare tale metodica trova indicazione in medicina manuale nella preparazione del paziente all'atto manipolativo, oppure nei casi in cui l'atto manipolativo sia tecnicamente non eseguibile, o comunque indicata come preparatoria alla seduta di rieducazione. Tra le varie indicazioni principali ricordiamo: le piaghe da decubito, le piaghe da varici, gli esiti cicatriziali di ferite e ustioni, le fibrocelluliti, il morbo di Raynaud (deficit circolatorio arterioso, spesso scatenato dal freddo su base di vasospasmo simpatico), turbe disfunzionali di apparati; si ottiene inoltre un effetto sedativo locale e generale. In campo estetico il MCR è indicato in tutte quelle situazioni in cui si rende necessaria una iperemizzazione distrettuale sia per ottenere un maggior apporto nutrizionale cutaneo, sia per facilitare l'assorbimento dei vari prodotti usati dall'estetista. Poche invece le controindicazioni: fragilità dei capillari, diabesi emorragiche (emorragie), stati dermatitici e dermatosici, stati infiammatori viscerali acuti, neoplasie. 3

Fig. 1) Schema di arco riflesso semplice A) - terminazione sensitiva periferica B) - ganglio spinale con cellula a T C) - radice posteriore D) - neurone intercruciale di coniugazione E) - motoneurone F) - radice anteriore (motoria) G) - placca motrice 4

Fig 2) Schema del riflesso vìscero-cutaneo G) - viscere F) - ganglio simpatico H) - ramo comunicante grigio B) - corno post. midollo spinale (sensitivo) C) - neurone di coniugazione D) - motoneurone L) - muscolo striato I) - vasi cutanei (muscolatura liscia) 5

Fig 3) Schema del riflesso cuti-viscerale A) - terminazione cutanea B) - neurone sensitivo (centripeto) C) - neurone di coniugazione D) - motoneuroni E) - ramo comunicante bianco F) - ganglio simpatico G) - viscere H) - ramo comunicante grigio I) - vasi L) - muscolatura striata. 6

Trattamento del collo con risposta riflessa al capo, al viso e base per il trattamento degli arti superiori: A) - Fig. 4) Costruire Io schema del grande abete B) - Fig. 6) Traiettori lunghi dall'acromion alla base dell'occipite C) - Fig. 7) Uncinature brevi paravertebrali cervicali D) - Fig. 8) Schema a "sole" con raggi centripeti verso C7 Trattamento degli arti superiori: A) - Fig. 4-6-7-8) Seguire integralmente lo schema precedente B) - Fig. 9) Traiettori lunghi dal bordo della scapola fino all articolazione scapolo-omerale C - Fig. 10) Traiettori lunghi dallo sterno alla articolazione scapolo-omerale D - Fig. 11) Traiettori lunghi dalla periferia al centro lungo i tre fasci del muscolo deltoide Trattamento per la risposta circolatoria riflessa agli arti inferiori : A - Fig. 5) Schema della piccola costruzione B - Fig. 12) Traiettori lunghi sulla faccia laterale della coscia C - Fig. 13) Traiettori lunghi sulla faccia posteriore della coscia D - Fig. 13) Traiettori lunghi ai Iati del tendine d Achille e lungo i gemelli 7

PICCOLA COSTRUZIONE 8

TRATTAMENTI DELL ARTO INFERIORE 9

GRANDE ABETE 10

TRATTAMENTI DEL COLLO 1 TRATTAMENTI DEL COLLO 2 11

TRATTAMENTI DEL COLLO 3 TRATTAMENTI DELL ARTO SUPERIORE 1 12

TRATTAMENTI DELL ARTO SUPERIORE 2 TRATTAMENTI DELL ARTO SUPERIORE 3 13

TRATTAMENTI DELL ASMA BRONCHIALE TRATTAMENTI DELLE COLITI SPASTICHE 14

TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE GASTRICHE TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE GASTRO-DUODENALI 15

TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE RENALI E VIE URINARIE TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE CARDIACHE 16

TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE EPATICHE TRATTAMENTI DELLE ZONE RIFLESSE GINECOLOGICHE 17