Valorizziamo i porti storici del Mediterraneo di Giovanni Panella



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Valorizziamo i porti storici del Mediterraneo di Giovanni Panella Torniamo a valorizzare i vecchi porti mediterranei Se l Europa ha una forma geografica che ricorda quella di una penisola, possiamo osservare che lungo le sue coste l eredità del patrimonio marittimo è distribuita in modo piuttosto ineguale, perché i litorali che si affacciano sull Atlantico e sul Baltico hanno un peso superiore a quelli del Mediterraneo e del Mar Nero. Quelli della linea costiera che è collocata verso nord presentano infatti un maggior numero di musei marittimi (grandi e piccoli), di velieri storici, di barche da lavoro e di imbarcazioni tradizionali ancora in attività. Ogni anno, la ricchezza di tale patrimonio produce poi un effetto cumulativo: consente di moltiplicare le iniziative e di organizzare feste della marineria gremite di pubblico e di imbarcazioni, dando vita ad occasioni che ne aumentano ulteriormente la visibilità. Bisogna aggiungere che questo divario tra i litorali europei costituisce un dato strutturale, che ha lontane radici storico-economiche e che dipende solo parzialmente dalle politiche seguite dai singoli Stati negli ultimi decenni: prova ne è il diverso peso che riveste la cultura marittima delle regioni della Francia mediterranea rispetto a quelle che si affacciano sull Atlantico e soprattutto alla Bretagna. Quando si affrontano degli aspetti culturali, è molto difficile pesarli ovvero misurarli con i numeri, tuttavia si potrebbe sostenere che le coste meridionali e quelle settentrionali d Europa, per quanto è catalogabile sotto l etichetta di patrimonio marittimo, stanno in una proporzione che può collocarsi tra uno a cinque e uno a dieci. Una tale situazione di relativa debolezza è nota da tempo alle associazioni che operano sulle coste del Mediterraneo, che hanno maturato una sorta di complesso di inferiorità nei confronti di quelle che sono attive sull Atlantico. Negli ultimi anni, tuttavia, alcune di queste stanno prendendo coscienza del fatto che il Mare Nostrum conserva un notevole atout: possiede delle ineguagliabili potenzialità per quanto riguarda il numero e la qualità dei suoi porti storici. Per la loro valorizzazione non è necessario inventare delle ricette ad hoc, ma è possibile applicare delle politiche già consolidate. L esempio degli heritage harbours Da più di vent anni in Nord Europa si stanno diffondendo gli heritage harbours e cioè i porti storici nei quali le amministrazioni locali, impegnate nella loro sistemazione urbanistica, nel restauro degli edifici, delle facciate e dell arredo urbano, pongono attenzione anche alla tipologia dei natanti all ormeggio. La riqualificazione dei fronti a mare non può infatti prescindere da tale elemento, perché oggi tali porti sono affollati da imbarcazioni da diporto caratterizzate da ampie superfici di vetroresina e da cromature luccicanti. La visione di questi scafi ammassati in banchina risulta anacronistica rispetto a quella degli antichi palazzi, dei magazzini e delle case dei pescatori (spesso sottoposti a vincolo) che si affacciano sull acqua. 11

L aspetto del canale di Nyhavn, a Copenhagen, è la dimostrazione di dove si può arrivare con la giusta valorizzazione dei porti storici d Europa; in apertura, il logo della mostra itinerante Memoria dei porti del Mediterraneo lanciato lo scorso anno dalla Fédération du Patrimoine Maritime Méditerranéen È evidente che esiste un qualche rapporto tra la storia di un porto e quella delle imbarcazioni che vi sono ospitate: una non può prescindere completamente dall altra. La valorizzazione del patrimonio culturale portuale passa quindi anche attraverso una politica degli ormeggi che riservi alle imbarcazioni d epoca (da diporto o da lavoro) alcuni tratti di banchina, scelti tra i più significativi o tra i più visibili. Si ottiene così il risultato di far ritrovare alle imbarcazioni tradizionali il loro contesto e Quello di Sanary sur Mer, nei pressi di Tolone, è stato il primo centro a raccogliere la sfida proposta dalla FPMM, e, bisogna dire, con risultati molto lusinghieri cioè l ambiente che le circondava quando erano in servizio. D altra parte i loro armatori, che spesso le hanno restaurate con notevoli sacrifici, vedono riconosciuti i loro sforzi perché i vecchi scafi sono ormeggiati in una posizione di prestigio, che ne sottolinea il valore e l importanza. Uno dei primi porti a raccogliere un buon numero di velieri tradizionali del Baltico, di navi a vapore e vecchi battelli-faro, è stato quello di Copenhagen, ed oggi il canale di Nyhavn rappresenta uno degli angoli più piacevoli ed animati della città. Lo stesso si verifica in diverse località dell Olanda, dell Inghilterra, della Norvegia. In Mediterraneo, il primo esperimento di heritage harbour è stato quello di Sanary, un centro vicino a Tolone, che alcuni anni fa ha voluto riqualificare il suo fronte a mare, pedonalizzando la banchina e vivacizzandola con un mercatino di prodotti alimentari locali. Lo specchio d acqua del porto è stato poi riservato ai gozzi tradizionali in legno, per i quali il Comune ha dimezzato le tariffe d ormeggio. Gli armatori, in cambio di tali condizioni di favore, oltre a mantenere le loro barche in buone condizioni di manutenzione, si sono impegnati a partecipare in modo attivo alla festa delle tradizioni marinaresche che si tiene ogni anno nel mese di maggio. Il risultato di tale politica è stato un successo: oggi un centinaio di gozzi, di cui molti attrezzati con la vela latina, hanno riportato il fronte a mare di Sanary a un aspetto simile a quello 12 che aveva un secolo fa. Si è quindi contributo a diversimaggio-giugno 2013

ficare l immagine del paese, che oggi può contare su un attrattiva in più rispetto alle tante località simili della Costa Azzurra. Un dibattito sugli heritage harbours si è sviluppato anche in Liguria, in occasione delle ultime edizioni de Il Mare ci Unisce, un evento che si svolge tra Recco e Camogli e che ha finalmente permesso, per la prima volta, di colmare il porto di Camogli di velieri d epoca. Nel 2012 la manifestazione, organizzata dall AYDE (Associazione Yacht e Derive d Epoca) si è svolta tra il 2 e il 3 giugno: sgomberato finalmente lo specchio d acqua storico dalle barche di plastica e dagli ingombranti motoscafi che traghettano i turisti verso Portofino, nei due giorni della manifestazione il porto ha ripreso l aspetto che doveva avere nell Ottocento: fitto di alberature, di vecchi scafi e di vele. Questa presenza animava ulteriormente le vertiginose facciate delle case dei pescatori che si stringono tutto intorno, dando all insieme l intensità e i toni di un allestimento teatrale. Se la rivitalizzazione del porto di Camogli è avvenuta solo in occasione di un evento episodico, sull Adriatico si è passati alle realizzazioni durature: a Cesenatico una prestigiosa area portuale è stata destinata alle barche tradizionali di proprietà di privati. A loro è stato riservato il tratto più antico del porto-canale leonardesco, quello sul quale si affaccia l edificio del Comune, vicino al ponte che delimita lo specchio d acqua dove dal 1985 è ormeggiata la Sezione Galleggiante del Museo della Marineria. L incantevole immagine del vecchio porto di Camogli, con le sue vecchie barche ordinatamente ormeggiate, fa venire in mente il salotto buono di una bella casa A rendere indimenticabile l immagine del porto canale di Cesenatico, sono indubbiamente complici gli splendidi colori tradizionali delle vele dei trabaccoli ormeggiati Da allora, qui sono esposte una decina di imbarcazioni tradizionali, tra cui il grande trabaccolo da trasporto Giovanni Pascoli, che inalberano tutte le loro tipiche vele colorate. Il direttore del Museo della Marineria, Davide Gnola, ha spiegato che la nuomaggio-giugno 2013 13

Anche i pescherecci di Chioggia, tirati a lucido in banchina, con le caratteristiche briccole lagunari, nel nitore del loro aspetto assomigliano più a soprammobili che a strumenti di lavoro va area d ormeggio, che si estende per un centinaio di metri sui due lati del porto-canale, è destinata alle barche dei privati con la finalità di valorizzare e premiare l impegno dei loro armatori nel recuperare e fare navigare le imbarcazioni che appartengono alla storia della costa romagnola. Il risultato visivo della nuova sistemazione del porto-canale di Cesenatico è affascinante: la massa delle vele ondeggianti al vento delle barche dei privati forma una striscia colorata che si dipana lungo il centro storico, prolungando la sequenza delle vele sistemate davanti al Museo della Marineria. L effetto, moltiplicato dalla cura Il porticciolo di Marina di Cassano, presso Piana di Sorrento, con la sua antica e singolare conformazione, coniuga le immagini di un teatro greco a quelle di un presepe napoletano con cui sono state restaurate le facciate del paese, contribuisce a creare un atmosfera d altri tempi. Visto il successo ottenuto con la sistemazione del porto-canale di Cesenatico, iniziative simili sono in corso di realizzazione a Chioggia, dove è previsto l ormeggio di barche tradizionali davanti al Museo Civico della Laguna Sud, e a Fiume, dove si vogliono raccogliere le imbarcazioni tradizionali nello specchio d acqua del Canale Morto. Il concorso La Memoria dei Porti del Mediterraneo Un altra iniziativa che si muove nell ottica della valorizzazione dei porti storici è stata portata avanti dalla FPMM (Federazione del Patrimonio Marittimo del Mediterraneo), che raccoglie una trentina di associazioni francesi ed alcune italiane, tra cui l ISTIAEN (Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale). Prendendo spunto dal fatto che nel 2013 la città di Marsiglia è Capitale Europea 14

Rovinj (Rovigno), oggi in Croazia, con il porticciolo e l abitato protetti dalla chiesa barocco veneziana di Sant Eufemia che svetta sul vecchio borgo marinaro della Cultura, si è deciso di inserire nel programma di tale evento un concorso che dia l opportunità ai porti mediterranei di presentarsi e farsi conoscere dal largo pubblico. Come strumenti per raggiungere un simile obiettivo si è optato per l allestimento di una mostra e per la realizzazione di un audiovisivo della lunghezza di una quindicina di minuti, che è destinato ad avere diffusione sui media. Tali materiali, dopo esser stati utilizzati nel corso del 2013, ritorneranno agli enti promotori, che si troveranno quindi a disporre di un importante strumento per fare conoscere la loro realtà. Con questo concorso, che è stato battezzato: La Memoria dei Porti del Mediterraneo, la FPMM si propone di dare l avvio a una rete dei porti la cui identità culturale ed economica possa conciliarsi col rispetto del patrimonio e della storia, sviluppando un turismo culturale che sia in armonia con le esigenze dello sviluppo economico. Nel corso del 2011 la Federazione aveva fatto appello ai porti storici del Mediterraneo, la cui partecipazione era stata sollecitata con le seguenti motivazioni: Occorre prendere coscienza della ricchezza del patrimonio marittimo mediterraneo e del suo valore, realizzando uno «stato dell arte» della memoria storica e mettendo in rete a livello internazionale gli attori del patrimonio e della cultura dell insieme del litorale del Mediterraneo. Gli elementi del patrimonio marittimo da prendere in considerazione sono: i moli e le banchine; le cale di varo e di alaggio; le istallazioni di pesca artigianale o industriale; gli edifici amministrativi, militari, religiosi; i cantieri di costruzione navale e i loro equipaggiamenti; i magazzini; i luoghi di formazione ai mestieri del mare. La presentazione dovrà mettere l accento sul valore passato e presente di questi elementi del patrimonio, e sui progetti di valorizzazione che sono già stati formalizzati ma potrà includere delle proposte originali di valorizzazione. Le imbarcazioni, 15

Una piccola regata remiera tra due equipaggi della Marine Nationale sfila davanti ai bastioni di Forte Sant Elmo a Villefranche-sur-Mer, in Francia, un tempo prima base navale della Marina Sarda che hanno un legame indissolubile con i porti e con la loro storia, dovranno naturalmente essere associate a questa presentazione. Il progetto dovrà precisare la loro natura, il loro tipo, la loro tradizione, la loro costruzione o la condizione attuale del loro restauro e le manifestazioni che le valorizzano: musei galleggianti ed a terra, regate tradizionali (vela e remi), raduni, esposizioni, feste votive, ricostruzioni storiche, ecc. Il bando di concorso ha avuto un notevole successo: vi hanno partecipato 23 porti di cinque nazioni: Francia, Italia, Spagna, Croazia, Tunisia. Ha avuto un eco anche nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, anche se le vicende della primavera araba del 2011 hanno fatto cancellare alcune adesioni. La giuria, riunita il 14 aprile 2012 a Marsiglia e composta da personalità di livello internazionale e dalle competenze complementari, ha approvato 15 progetti. Quelli italiani sono stati: Cesenatico, il porto-canale e le attività marittime, presentato dal Museo della Marineria e dal Comune; La Spezia, il patrimonio del Golfo, presentato dal Comune e dall Autorità Portuale; Piano di Sorrento, La Marina di Cassano, presentato dal Comune di Piano di Sorrento, dall Istituto Nautico Nino Bixio e dall Associazione di Studi, Ricerche e Documentazione sulla marineria della Penisola Sorrentina; Chioggia, La Laguna di Venezia, pesca e attività marittime, presentato dal Comune, da 4 associazioni e dal Museo Civico della Laguna Sud. Sono stati poi approvati due progetti espositivi che hanno uno stretto rapporto con la storia della marineria del nostro Paese: quello di Rovinj (Rovigno, in Croazia), presentato dall Eco-Museo della batana (la tipica barca a vela di Rovigno), una struttura intorno alla quale si raccolgono molti appartenenti alla comunità di origine italiana della città; quello di Villefranche-sur -Mer (in Francia) che riguarda la darsena storica di Villefranche, che è stata la più antica base navale del Regno di Sardegna. 16