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Transcript:

PDF0. Notizie utili sull implantologia. Cos è un impianto, e di cosa è costituito? L impianto endosseo dentale è una struttura di titanio, (materiale diffusissimo in natura e altamente biocompatibile, cioè ben accettato dall organismo), che funziona come sostituto della radice naturale del dente. Grazie alle capacità fisico meccaniche del titanio, l impianto si integra/anchilosa nell osso (osteo - integrazione = crescita dell osso direttamente sulla superficie dell impianto). Il titanio è utilizzato da decenni in ortopedia: protesi d anca, protesi del ginocchio, etc. Che forma ha un impianto? L impianto standard ha la forma di un cilindretto a pareti parallele o rastremate come la radice di un dente, di diametro variabile da 2 a 6 millimetri (4 mm in genere), e lunghezza variabile tra i 7 ed i 15 millimetri. Ha una filettatura sul lato esterno per potersi validamente immaschiare nell osso del sito ricevente e una filettatura interna che permetterà invece di avvitarvi dei monconi, che permetteranno l applicazione delle strutture protesiche necessarie (cementate o avvitate). oppure dei denti direttamente, La scelta del tipo di impianto è dettata dalle 1

particolare situazione anatomica della sede da trattare. Esistono poi impianti super corti (fino a 4 millimetri) e super larghi (fino a 8 millimetri), (vedi PDF7 e PDF8). Quando mancano uno, due o tre denti, è meglio un ponte o è meglio un impianto? Oramai da vari decenni, la scelta fra monconizzare (ridurre) due denti sani oppure rispettarli sostituendo i denti mancanti con uno o più impianti sarebbe orientata all implantologia (vedi filmati sulla pagina Implantologia). Qualora però i denti contigui al dente assente necessitino di migliorie per problemi occlusali/funzionali (denti troppo bassi che non masticano o troppo alti che danno problemi gnatologici, oppure inestetici o con altri problemi), una perfetta protesi fissa (ponte) sostenuta da denti sani, risolverà i loro problemi e al contempo sostituirà i denti mancanti. E comunque l odontoiatra che deve valutare la superiorità di una delle due soluzioni, condividendo col paziente le nozioni necessarie. A lui innanzitutto la valutazione, nel caso di orientamento verso la realizzazione di un ponte, se i denti che lo dovranno supportare sono sani ( senza tasca infraossea parodontale, esenti cioè da parodontite). Inoltre onde evitare la frattura dei denti che devono essere monconizzati per realizzare un ponte, dovrà valutare se: 1) sono in grado di supportare meccanicamente un carico superiore a quello normalmente sostenuto (cioè assumersi oltre a quello proprio, il carico dei denti mancanti), 2) sono sani strutturalmente (bene se i denti sono integri e vivi, pericoloso se sono devitalizzati male con un potenziale granuloma nelle radici, se sono stati ricostruiti non validamente), In caso di frattura del moncone infatti, il ponte andrà probabilmente rifatto, oppure peggio, il dente andrà estratto! Dovrà infine valutare se i denti che supporteranno il ponte sono alti abbastanza da offrire una buona ritenzione (appiglio) al dente di 2

protesi che li incapsulerà, perché altrimenti il ponte si decementerà facilmente. Se i denti di supporto non sono abbastanza alti si potrà comunque rimediare con l intervento di aumento della corona clinica, ( per allungarli) vedi a Prevenzione: PDF6. Nel caso di orientamento verso un impianto, l odontoiatra dovrà valutare se l osso che lo supporterà è sufficiente, oppure se vada precedentemente ricostruito. Dura più a lungo un impianto o un ponte? Se sono rispettati tutti i presupposti di cui sopra, nelle mani di un ottimo team odontoiatra / odontotecnico, le due soluzioni hanno equivalenti probabilità di durata. Che rischi ci sono nell applicazione di un impianto? I normali rischi della chirurgia orale, che vengono prevenuti dall odontoiatra: - operando in condizioni di sterilità adeguata all intervento, - studiando con precisione il caso, sia protesicamente che radiograficamente (con radiografia endoorale, radiografia panoramica, spesso con l ausilio di una indagine radiologica TC o CBCT), per valutare: 1) il numero d impianti necessari, 2) la quantità di osso (sia in altezza che in spessore) effettivamente disponibile nelle basi ossee, con lo scopo: a) di sapere se possono ospitare un impianto, b) di evitare di danneggiare strutture anatomiche importanti. Gli impianti si possono inserire in qualsiasi età? Nei giovani pazienti, occorre attendere che abbiano portato a termine il picco di crescita corporea (seppure una crescita residua dei mascellari sia presente in tutte le età). In genere comunque non va effettuata prima dei 18/20 anni di vita, eventualmente aiutandosi con tests per appurare il completamento 3

della crescita. Negli anziani, l età più avanzata per l applicazione degli impianti è determinata dall idoneità delle condizioni di ordine medico generale/ chirurgico che l odontoiatra riterrà idonea, naturalmente previa consultazione col medico curante (anche a 95 anni!). Chi può praticare l implantologia? L applicazione d impianti come ogni altra procedura odontoiatrica può essere effettuata solamente dall odontoiatra che per legge deve essere 1) un Dottore laureato in Odontoiatria e Protesi dentaria oppure 2) un Dottore laureato in Medicina e Chirurgia oppure 3) un Dottore laureato in Medicina e Chirurgia, Specializzato in odontoiatria. 2 e 3 devono per legge limitare la attività all Odontoiatria, con nota registrata nell Albo STUDIO dei Medici ODONTOIATRICO chirurghi e degli Odontoiatri, al quale sono per legge regolarmente iscritti, in altre parole non possono legalmente fare sia il medico che il dentista. L ambiente in cui è praticato l intervento deve possedere caratteristiche igieniche e tecnologiche, atte a renderlo idoneo a questa pratica chirurgica. Prima dell inserimento di un impianto, è importante lo studio clinico del caso, e cioè la valutazione: A) Delle condizioni generali per valutare se le condizioni di salute, i farmaci eventualmente assunti consentano questo intervento (seppur minimamente invasivo, se lo paragoniamo ad un estrazione). Attenzione alle signore che assumono difosfonati per prevenire l osteoporosi, nel caso di impianti in sede mandibolare, dove possono talora insorgere complicanze). B) Condizioni della bocca per essere sicuri: 1) che gli eventuali denti residui non siano affetti da parodontite (i batteri delle cui tasche possono danneggiare gli impianti procurando perimplantite, la parodontite degli impianti), 4

2) che il tessuto osseo sia sufficiente in altezza e spessore e non vada prima ricostruito (vedi PDF7 e PDF8). A questo scopo spesso si rende utile, oltre naturalmente alle routinarie radiografie digitali endorali e panoramiche (che sono però bidimensionali), la visione radiografica tridimensionale data dall apparecchiatura Cone Beam (TAC/TC), (vedi anche qui a PDF7 e PDF8, e a Terapie. Estrazione del dente del giudizio PDF4). Solo la radiografia Cone Beam (o la TC) infatti, con un software apposito ci da una radiografia perpendicolare ai tessuti e quindi indicherà all operatore non solo la larghezza (spessore) e l altezza effettiva dell osso, ma anche il contenuto (la collocazione di eventuali strutture anatomiche a rischio da evitare chirurgicamente come vasi arteriosi /venosi, nervi). Quali sono le strutture anatomiche che possono essere danneggiate? Nella mandibola: -il nervo alveolare inferiore (con conseguenti turbe della sensibilità del labbro inferiore), e il nervo linguale. - strutture vascolari (con conseguenti emorragie intraoperatorie, comunque ben controllabili). In caso di sfondamento linguale della compagine ossea mandibolare la lesione di vasi è da tenere in grande considerazione. Nei primi giorni successivi all intervento, la sensazione di difficoltà alla deglutizione, o sollevamento della lingua, va immediatamente segnalata potendo richiedere ricovero ospedaliero immediato). Nel mascellare superiore: seno mascellare, fosse nasali. Esempio di studio di un caso complesso, a causa della scarsità dell osso, distrutto dalla precedente infezione ossea. 5

A sinistra, prima: il vecchio impianto a lama fallito per perimplantite (grande infezione ossea con ascesso) deve essere estratto. A destra, dopo l estrazione, l osso residuato dopo la distruzione ascessuale sembra insufficiente per un impianto standard. A sinistra. Dopo l estrazione l osso appare molto (troppo?) basso, distrutto. Al centro. La visione tridimensionale della TC, indica però un minimo di osso (parentesi rossa) sopra al nervo alveolare inferiore (freccia rossa). Sopra, nella simulazione. Si può quindi con molta prudenza inserire un impianto largo 7 millimetri e lungo 7 millimetri senza rischiare di ledere il nervo (freccia rossa). 6

A sinistra. Nella radiografia si vede l impianto sfiorare ma non toccare il nervo. A destra. Il ponte supportato dall impianto posteriore e due impianti standard anteriori. Cosa si intende per ricostruzione ossea? Quando allo studio radiografico la quantità di osso si rivela inadeguata, si dovrà procedere alla sua ricostruzione oppure a tecniche chirurgiche alternative. Vedi PDF7 (quando manca l osso nella mandibola), e PDF8 (quando manca l osso nel mascellare superiore). Tecnica d inserimento di un impianto. Dopo avere informato adeguatamente il paziente (sulle medicine da assumere prima e dopo l intervento, e dalle precauzioni da osservare) e avergli fatto firmare il Consenso informato, viene praticata una normale anestesia locale. Dopo qualche minuto si esegue una piccola incisione gengivale (di 1centimetro circa nel caso di un impianto) per evidenziare l osso e con frese calibrate vi si pratica un foro calibrato leggerissimamente più stretto del diametro dell impianto, un alveolo artificiale, nel quale viene quindi inserito (immaschiato) l impianto. L impianto è cavo, con una filettatura anche interna per collegarsi alla protesi che vi verrà avvitata, e verrà tappato provvisoriamente con una vite chirurgica a pari livello. Applicati pochi punti di sutura il paziente viene congedato con una piccola ferita chiusa (non semi aperta come dopo un estrazione). 7

Pertanto, differentemente da un estrazione rispettosa del tessuto osseo quanto possibile, l osso non viene traumatizzato o sforzato.. L intervento ha una durata che va dai 30 minuti, per un impianto, ai 60/90 minuti per una arcata completa. La convalescenza è breve, assolutamente indolore, se il paziente si attiene con precisione alle prescrizioni mediche, consegnategli. Nel caso dell applicazione di 5/6 impianti (come nel caso di una protesi di tutta un arcata), la convalescenza può essere leggermente più lunga. Dopo l inserzione dell impianto occorre generalmente un intervallo di due / tre mesi per l osteointegrazione (il tessuto osseo si salda all impianto) nei quali non sarà visibile in bocca perché nascosto nella compagine ossea e coperto dalla mucosa. Alla fine del periodo di integrazione ossea, con un semplicissimo intervento si potrà metterlo in comunicazione con l ambiente orale, rimuovendo STUDIO la vite chirurgica ODONTOIATRICO e applicando previa effettuazione di un tunnel gengivale, una vite di guarigione, lunga tanto da emergere fuori dalla gengiva, attorno alla quale la gengiva guarirà lasciando un tunnel di collegamento tra la testa dell impianto e la bocca, nel quale passerà il moncone che sosterrà il dente. In casi favorevoli però questa vite può essere messa direttamente al momento dell intervento e sarà visibile per tutto il periodo della integrazione, evitando così la necessità del secondo intervento. 2 o 3 mesi dopo, a osteointegrazione compiuta, verranno applicati gli elementi protesici. Talvolta è possibile la protesizzazione immediata degli impianti ma solamente in casi selezionati e con opportuni accorgimenti. In certi casi invece l attesa potrà essere più lunga anche di 4, 5 o 6 mesi. L inserimento di un impianto non è assolutamente doloroso, ma richiede esperienza e prudenza per evitare possibili complicanze! Cosa si deve fare dopo l intervento di chirurgia implantare? Attenersi rigorosamente alle istruzioni dello stampato che viene 8

consegnato il giorno in cui viene programmato l appuntamento alla segreteria. Questo stampato elenca cosa fare nei giorni prima dell intervento, nel giorno dell intervento, e nei giorni successivi all intervento stesso. Tenere sempre a portata di mano i numeri di telefono dello studio (in testa allo stampato) e telefonare per qualsiasi evenienza anche se apparentemente non importante, come per esempio sensazione di gonfiore alla lingua o apparente difficoltà a deglutire, oppure un goccio di sangue dal naso. La protesi implantare è compatibile con l estetica? Si. In tutti prossimi PDF si possono vedere casi protesici implantari con l estetica che ne consegue Terapie Estetica. PDF7. Estetica protesica in pazienti con impianti. Si parla di rigetto degl impianti La percentuale di successo degli impianti a 10 anni dall intervento è attorno al 95-98% a seconda della sede e della tecnica utilizzata. Questi dati, supportati dalla letteratura scientifica internazionale, prendono in considerazione l utilizzo da parte dell odontoiatra qualificato di impianti scientificamente studiati e controllati da studi longitudinali negli anni attraverso protocolli chirurgici codificati (non tutti gli impianti disponibili in commercio rispondono a questi requisiti). Rarissimamente si può verificare il fallimento o rigetto dell impianto, determinato dalla mancata crescita di osso sulla sua superficie, o dalla sua scomparsa a causa di un infezione (perimplantite) che distrugge l osso con la creazione di un gap riempito di tessuto connettivo (molle). La perimplantite), possiamo paragonarla alla parodontite dei denti! L impianto diverrà mobile, non essendo più sostenuto saldamente da un sano osso osteointegrato (anchilosato). La causa è in genere sconosciuta e potrebbe dipendere da possibili contaminazioni di superficie dell impianto, da problematiche chirurgiche, da applicazione di protesi imprecise, da variazioni dello stato immunitario del paziente. 9

in questi casi occorre rimuovere immediatamente l impianto, per poi potere applicare un impianto sostitutivo dopo un certo periodo di tempo. Infatti l infezione distrugge l osso, e la non immediatezza della rimozione comporterà alla fine una distruzione ossea eccessiva con l impossibilità di inserire un impianto di sostituzione. La perimplantite, problema grave, non va confusa con la mucosite (corrisponde alla gengivite dei denti), nella quale si ha solo l infiammazione della gengiva, che è reversibile con un accurata detartrasi (IOMPP), accompagnata da disinfezione con clorexidina (IOC). Vedi ambedue a Prevenzione PDF8, 9, 10. 10