La Certificazione energetica degli edifici (Direttiva 91/CE/2002, Dlgs 192/05, Leggi Regionali, il modello Casaclima di Bolzano) la fabbrica del sole srl nuove energie per risparmiare
La Certificazione Energetica degli edifici L adozione ed estensione di un sistema di Certificazione energetica degli edifici, nonché la predisposizione di una classificazione degli edifici per classi di merito in relazione ai indici di fabbisogno estremamente sintetici (kwh/m 2 anno), potrà creare nuove condizioni nel mercato immobiliare e soprattutto pone le premesse per il progettista e costruttore nella condizione e necessità di rispondere ai requisiti di legge con approccio integrato nella progettazione edilizia. Si dovrà superare, il più rapidamente possibile, la profonda dicotomia tra edificio (progettato in relazione ad aspetti estetici e nel migliore dei casi funzionali alla destinazione d uso) ed impianto (progettato e dimensionato sia in estate che in inverno, alla massima delle potenza richiesta senza tenere nella necessaria considerazione eventuali modulazioni della domanda, contributi naturali interni ed esterni all edifico stesso, integrazioni strutturali passive ed impiantistiche di fonti rinnovabili Già la Legge 9 gennaio 1991 n. 10 Norme per l attuazione del piano Energetico nazionale in materia di uso razionale dell energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, prevedeva all articolo 30 la Certificazione energetica degli edifici e la possibilità di utilizzo di tale certificazione negli atti di compravendita o di locazione, portandola a conoscenza dell acquirente o del locatario dell intero immobile o della singola unità immobiliare. Questo atto, come dimostrato dall esperienza della Provincia di Bolzano (v. sistema di certificazione Climacasa ), potrebbe avere enormi ripercussioni sul mercato immobiliare, introducendo nel meccanismo di formazione dei prezzi un elemento obiettivo di confronto. Sul percorso tracciato dalla Provincia di Bolzano e in attuazione della Direttiva 2002/91/CE, alcune Regioni hanno recepito nella propria normativa tale procedura (Emilia Romagna L.R. 26/04, Lombardia L.R. 39/04), alcune Province stanno istuendo un vero e proprio Ente di Accreditamento, le procedure di calcolo e rilascio per Certificatori (Provincia di Milano), contemporaneamente alcuni Comuni come Carugate hanno introducendo tali procedura nel Regolamento Edilizio e negli strumenti di governo del territorio. La stessa Direttiva 2002/91/CE del 16/12/02 sul Rendimento energetico nell Edilizia che dovrà essere recepita obbligatoriamente nella nostra normativa entro il 4 gennaio 2006, impone agli Stati un adeguamento della normativa seguendo alcuni criteri che possono già essere presi come riferimento per valutare i progetti futuri o le costruzioni esistenti: - per gli edifici di nuova costruzione (articolo 5) la cui metratura utile totale supera i 1 000 m2, gli Stati membri provvedono affinché la fattibilità tecnica, ambientale ed economica di sistemi alternativi quali: sistemi di fornitura energetica decentrati basati su energie rinnovabili, cogenerazione, sistemi di riscaldamento e climatizzazione a distanza (complesso di edifici/condomini), se disponibili, pompe di calore, a certe condizioni, sia valutata e sia tenuta presente prima dell'inizio dei lavori di costruzione. - per gli edifici esistenti (articolo 6) gli Stati membri provvedono affinché, allorché edifici di metratura totale superiore a 1 000 m2 subiscono ristrutturazioni importanti (quando il costo totale della ristrutturazione connesso con le murature esterne e/o gli impianti energetici quali il riscaldamento, la produzione di acqua calda, il condizionamento d'aria, la ventilazione e l'illuminazione è superiore al 25 % del valore dell'edificio, escluso il valore del terreno sul quale questo è situato, o quando una quota superiore al 25 % delle murature esterne dell'edificio viene ristrutturato), il loro rendimento energetico sia migliorato al fine di soddisfare i requisiti minimi per 2
quanto tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile...i requisiti possono essere fissati per gli edifici ristrutturati nel loro insieme o per i sistemi o i componenti ristrutturati, allorché questi rientrano in una ristrutturazione da attuare in tempi ristretti, con l'obiettivo succitato di migliorare il rendimento energetico globale dell'edificio. In ogni caso viene introdotto e riaffermato l Attestato di certificazione energetica (articolo 7). Gli Stati membri, infatti, dovranno provvedere a che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario Viene precisato, inoltre che la certificazione per gli appartamenti di un condominio può fondarsi: su una certificazione comune dell'intero edificio per i condomini dotati di un impianto termico comune ovvero sulla valutazione di un altro appartamento rappresentativo dello stesso condominio. L'attestato di certificazione energetica degli edifici comprende dati di riferimento, quali i valori vigenti a norma di legge e i valori riferimento, che consentano ai consumatori di valutare e raffrontare il rendimento energetico dell'edificio. L'attestato è corredato di raccomandazioni per il miglioramento del rendimento energetico in termini di costi-benefici. Particolare attenzione è stata rivolta agli edifici di proprietà pubblica o occupati da autorità pubbliche e da enti che forniscono servizi pubblici a un ampio numero di persone e sono pertanto frequentati spesso da tali persone. I questi edifici i, la cui metratura utile totale supera i 1 000 m2 dovrà essere affisso in luogo chiaramente visibile per il pubblico un attestato di certificazione energetica risalente a non più di dieci anni prima e potrà essere chiaramente esposta la gamma delle temperature raccomandate e reali per gli ambienti interni ed eventualmente le altre grandezze meteorologiche pertinenti. La direttiva,, pone in primo piano il problema sistemi di condizionamento d'aria: negli ultimi anni si osserva una crescente proliferazione degli impianti di condizionamento dell'aria nei paesi del sud dell'europa. Ciò pone gravi problemi di carico massimo, che comportano un aumento del costo dell'energia elettrica e uno squilibrio del bilancio energetico di tali paesi. Dovrebbe essere accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli edifici nel periodo estivo. Concretamente, occorrerebbe sviluppare maggiormente le tecniche di raffreddamento passivo, soprattutto quelle che contribuiscono a migliorare le condizioni climatiche interne e il microclima intorno agli edifici. In particolare viene specificato (articolo 9) che al fine di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio, gli Stati membri stabiliscono le misure necessarie affinché i sistemi di condizionamento d'aria la cui potenza nominale utile è superiore a 12 kw vengano periodicamente ispezionati. L'ispezione contempla una valutazione dell'efficienza del sistema di condizionamento d'aria e del suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di condizionamento dell'edificio. Viene data alle utenze un'opportuna consulenza in merito ai possibili miglioramenti o alla sostituzione del sistema di condizionamento ovvero a soluzioni alternative. In attesa del recepimento della Direttiva nella normativa nazionale e della definizione dei requisiti minimi di rendimento energetico per gli edifici e della relativa metodologia di calcolo dei rendimenti e dei criteri generali per la certificazione energetica degli edifici, da parte della Giunta Regionale dell Emilia Romagna, (art. 25 della LR 26/04), nell ambito del PEC del Comune di Parma, è stato elaborato, ispirandosi al modello Bolzano, l attestato, che definisce le classi di merito (dalla A alla G) e relativi intervalli dell indice energetico (da <30 a >160 kwh/m 2 anno), ed introduce il parametro di classificazione legato alla percentuale di fonte primaria sostituita con 3
fonti rinnovabili (% FER) o con l allacciamento alla rete di teleriscaldamento (TLR) o ad un sistema di Co-generazione (v. Tabella 1) Quest ultima scelta potrebbe rivelarsi particolarmente interessante nei processi d intervento sul costruito (retrofit), laddove non sia economicamente conveniente o possibile tecnicamente ottenere forti riduzioni del fabbisogno del sistema involucro-impianto, ma potrebbe ottenersi una relativa compensazione attraverso il ricorso a FER ad una classe D o E del fabbisogno potrebbe corrispondere una % molto alta di sostituzione di energia primaria con il conseguente risultato di basse emissioni specifiche e complessive di CO 2 nel corso dell anno. 4
Certificato Energetico di Edificio Fabbricato sito in via/piazza n. di Proprietà Richiesta effettuata da Professionista iscritto all albo In data: 1. Fabbisogni di calore per riscaldamento annuale specifico alla superficie netta riscaldata (espresso in kwh/m²anno): Indice termico dell edificio < 30 kwh/(m²a) < 50 kwh/(m²a) < 70 kwh/(m²a) < 90 kwh/(m²a) < 120 kwh/(m²a) < 160 kwh/(m²a) > 160 kwh/(m²a) 1. Quota % di Fonti energetiche rinnovabili o assimilate su energia primaria Classe ***** da 75 a 100% Classe **** da 50 a 74% Classe *** da 25 a 49% Classe ** da 10 a 24% Classe * <10% 2. Emissioni di CO 2 equivalenti: (kg/anno) P. l Amministrazione di Parma p. Agenzia per l Energia Parma, NB: Il presente Certificato, valevole 5 anni dalla data di riconoscimento da parte dell Agenzia, dovrà essere allegato in tutti gli atti di compravendita, locazione e richieste di concessioni edili. 5
Il più recente Decreto legislativo 192/05 pubblicato sulla GU del 23/09/05 in attuazione della Direttiva 91/02, riafferma il sistema di certificazione energetica degli edifici ma fissa i maniera differente i parametri prestazionali di riferimento per le aree interessate dal PEC, Zona climatica E, (v. Allagato C Requisiti della prestazione energetica degli edifici), sarebbero i seguenti Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture verticali opache espresse in W/m 2 K Zona Climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2009 E 0,46 0,37 Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture orizzontali opache espresse in W/m 2 K Zona Climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2009 E 0,43 0,34 Valori limite della trasmittanza termica U delle chiusure trasparenti compresive degli infissi espresse in W/m 2 K Zona Climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2009 E 2,8 2,5 Valori limite della trasmittanza termica U dei vetri espresse in W/m 2 K Zona Climatica Dal 1 gennaio 2006 Dal 1 gennaio 2009 E 2,4 1,9 In ogni caso una drastica riduzione (un dimezzamento) rispetto ai parametri o requisiti prestazionali derivanti dalla L.10/91. Come dimostrano le relazioni e tabelle esposte in occasione del Workshop del 25 novembre 2004 (v. intervento Ing. Zabot, ARPA Analizzando la situazione attuale del patrimonio edilizio italiano, a cui quello insistente sul Comune di Parma non fa eccezione, si può osservare che la maggior parte degli edifici costruiti in assenza della normativa di contenimento dei consumi energetici (anni 60-70) superano abbondantemente consumi specifici tra i 150 e 200 kwh/m 2 anno e i quindi addirittura fuori scala anche rispetto alle classi peggiori della certificazione energetica (Classe F oltre i 160 kwh/m 2 anno). Va osservato che gli stessi edifici costruiti sucessiuvamente alla 373/76 e alla stessa L.10/91, otterrebbero una classe decisamente mediocre E (con un fabbisogno superiore ai 100 kwh/m 2 anno),. Con il nuovo DM 27/07/05 e relativi parametri piazzarebbero l edifico alle classe C (con un fabbisogno ancora superiore ai 70 KWh/m 2 anno). Dalle valutazioni tecnico-economiche vi sarebbe ancora spazio per un ulteriore riduzione per attestarsi tra le Classei B e A del sistema casaclima. 6
Prendendo ad un esempio una costruzione tipo : un edificio in linea, costruito con materiali e requisiti coerenti con la L. 10/91 (classe E ), le trasmittanze complessiva U, espresse in W/m 2 K sarebbero le seguenti: - pilastri 1,116 W/m 2 K - pareti verticali opache esterne 1,12 W/m 2 K - pareti vano scale 0,76 W/m 2 K - copertura 0,94 W/m 2 K - pavimento 0,74 W/m 2 K. Applicando diverse soluzioni, dall aumento dello spessore al ricorso a materiali più isolanti alla riduzione dei ponti termici, si è potuto simulare il raggiungimento delle classi D, C, B ed infine A, confrontando tipologie di materiali e soprattutto gli extracosti parziali e complessivi finali. Sono stati valutati interventi anche sulle superfici vetrate, dove il dimezzamento della trasmittanza U da 2,6 a 1,1 W/m 2 K significa un quadruplicamento degli extra costi specifici. Superfici vetrate extracosto U = 2,6 W/m 2 K = 10,00 2,2 18,00 1,9 25,00 1,6 30,00 1,1 40,00 In verità, dipendendo dalle superfici vetrate totali, l extra-costo dei serramenti, sul valore complessivo dell immobile non supera l 1%. Come si può, inoltre, osservare, dalla tabella di sintesi, gli extra-costi totali, riferiti alla L.10/91, sono molto contenuti e, nella peggiore delle ipotesi, si ha un aumento del 11,3%, passando dalla classe E alla classe A, con quasi l 80% di risparmio energetico. Questa risultati avranno evidente ricadute positive in fase di gestione, rispetto a cui si potranno valutare i tempi di ritorno dei maggiori costi sostenuti in fase di costruzione. 7
Edificio in linea- Dati di sintesi classe Fabbisogno [kwh/mq anno] risparmio [kwh/mq anno] risparmio [%] extracosto isolante [%] extracosto serramenti [%] extracosto totale [%] L. 10/91 E 110,02 D 79,49 30,53 27,7% 0,6% 0,0% 0,6% C 60,00 50,02 45,5% 1,1% 0,0% 1,1% B 41,73 68,29 62,1% 6,5% 0,5% 7,0% A 22,69 87,33 79,4% 10,6% 0,7% 11,3% Per effettuare questa valutazione, ovviamente, si dovranno tener in seria considerazione oltre agli investimenti complessivi, i costi del combustibile, i risparmi effettivamente realizzabili in termini economici (tenendo conto delle tariffe medie del gas metano e del gasolio) per ottenere così gli anni di gestione necessari a ripagare gli interventi. Edificio in Linea Costo Riscaldamento [ /a] Risparmio Totale [ /a] Pay-back [anni] Extracosto di Classe Costruzione Metano Gasolio Metano Gasolio Metano Gasolio [ ] L.10/91 E 9.830 11.927 D 7.341 7.102 8.617 2.728 3.310 2,7 2,2 C 13.317 5.370 6.515 4.460 5.411 3,0 2,5 B 83.731 3.729 4.524 6.102 7.403 13,7 11,3 A 135.191 2.027 2.460 7.803 9.467 17,3 14,3 Da questa tabella, si osserva che il salto maggiore è tra la classe C e la classe B. Cioè i tempi di ritorno (il pay back time semplice) passa drasticamente da 2,5/3 anni a 11-13,7 anni. Va sottolineato, in ogni caso, che si sta parlando di interventi strutturali la cui durata supera abbondantemente i 40-50 anni. 8