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APPUNTI PRIMO INCONTRO Sono passati quasi duecento anni dall invenzione dei primi strumenti in grado di registrare immagini ma si può dire che la fotocamera è costituita dagli stessi elementi basilari di allora. obiettivo otturatore diaframma Diaframma Il diaframma è un dispositivo che si trova all interno dell obiettivo. In pratica si tratta di un apertura a diametro variabile. Serve per controllare la quantità di luce che, penetrando attraverso l obiettivo, raggiunge il sensore. Otturatore L'otturatore è il dispositivo che ha il compito di controllare per quanto tempo il sensore resta esposto alla luce. Rapporto tempo/diaframma La quantità di luce (regolata dall apertura del diaframma) e il tempo di esposizione (regolato dall otturatore) determinano la quantità totale di luce che raggiunge il sensore mentre scattiamo la fotografia. Essi sono i parametri fondamentali per ottenere una buona esposizione.

Immaginiamo di voler riempire un bicchiere d acqua. L unica cosa a cui bisogna stare attenti è scegliere la giusta coppia apertura rubinetto/tempo di riempimento. Se sbagliamo per eccesso l acqua si verserà, se sbagliamo per difetto il bicchiere resterà semivuoto. Se sbagliamo la coppia apertura del diaframma/tempo di esposizione per eccesso avremo una foto sovraesposta. Se sbagliamo la coppia apertura del diaframma / tempo di esposizione per difetto avremo una foto sottoesposta. Noi potremo quindi scattare una fotografia con varie accoppiate tempo/diaframma senza che nulla cambi nell esposizione. Stop Il diaframma può essere aperto a diverse ampiezze, distribuite regolarmente su una scala di intervalli detti stop. Lo stesso vale per i tempi ogni intervallo vale uno stop. In pratica aumentare di uno stop significa raddoppiare la quantità di luce che raggiunge il sensore, diminuire di uno stop significa dimezzare la quantità della luce che raggiunge il sensore. Come già detto, possiamo variare l accoppiamento tempo/diaframma senza che nulla cambi per quanto riguarda l esposizione. Quello che cambia invece è il risultato che otterremo. Segue un esempio. Consideriamo il tempo di scatto La velocità dell'otturatore. Con la scelta manuale della velocità di scatto si può decidere se un soggetto in movimento veloce apparirà nitido o confuso. Più alta è la velocità dell'azione, maggiore dovrebbe essere la velocità dell'otturatore per ottenere figure con contorni netti.

Nella foto l'alta velocità dell'otturatore riesce a fermare un colibrì in volo, mentre la sfocatura delle ali rende bene l'dea del loro movimento vorticoso. Profondità di campo Uno dei concetti più importanti da imparare quando ci si accosta alla fotografia è quello di profondità di campo. Solo quando si impara a controllare alla perfezione la profondità di campo attraverso il diaframma, infatti, si inizia a padroneggiare davvero lo strumento fotografico. Come abbiamo già considerato, un obiettivo può mettere a fuoco esclusivamente su un determinato piano. Tutto ciò che si trova sul piano di messa a fuoco apparirà nitido, mentre tutto ciò che si trova dietro e davanti il piano di messa a fuoco apparirà sfocato, ossia poco nitido. Davanti e dietro il piano di messa a fuoco vi è un certo intervallo in cui la sfocatura è talmente contenuta da essere impercettibile: l osservatore continua a vedere i particolari dell immagine come nitidi. La profondità di campo, quindi, è l intervallo nel quale ciò che si trova avanti e dietro il piano di messa a fuoco continua ad apparire nitido Il diaframma e la profondità di campo Più chiudiamo il diaframma più aumenta la profondità di campo. Più il diaframma è chiuso, infatti, più i raggi che colpiscono il sensore saranno perpendicolari ad esso. Più i raggi di luce sono perpendicolari al sensore, più il cerchio di confusione dei piani fuori fuoco è piccolo e si avvicina ad essere percepito come un punto. Questo restituisce una sensazione di nitidezza.

La profondità di campo è regolato da tre fattori: diaframma, lunghezza focale e distanza di ripresa. 1. Minore è l'apertura, maggiore è la profondità di campo. Per esempio, se la lunghezza focale dell'obiettivo e la distanza di ripresa rimangono le stesse, la profondità di campo è molto più profonda a f/16 rispetto a f/1,4. 2. Più corta è la lunghezza focale dell'obiettivo, maggiore è la profondità di campo. Per esempio, mettendo a confronto una lente 28mm con una da 50 mm, con la stessa apertura e la distanza di scatto, la PdC è più profonda con l'obiettivo da 28 mm. 3. Maggiore è la distanza di ripresa, maggiore è la profondità di campo. Per esempio, se il soggetto è fotografato da tre e poi da sette metri di distanza, la zona di nitidezza in primo piano e sullo sfondo è maggiore nel secondo caso. 4. La profondità di campo diminuisce con l'aumentare della lunghezza focale. In altre parole, se la distanza del soggetto rimane la stessa, un obiettivo lungo ha meno profondità di un corto. ISO Il valore ISO indica la sensibilità alla luce che può assumere il sensore della fotocamera digitale. Il termine sta per Internationals Standards Organization e risale ai tempi della pellicola. La scala che si utilizza nelle fotocamere digitali si basa sullo stesso parametro di sensibilità, con una differenza non da poco. Ogni pellicola era caratterizzata da un unico valore di ISO: per cambiare la sensibilità bisognava cambiare fisicamente il rullino del film. Nella fotografia digitale è sufficiente accedere al menu e scegliere un diverso valore ISO. Scala dei valori ISO 50-100 -200 400 800 1600 3200 4600 Valori ISO Più alto è il valore ISO, più sensibile è il sensore, quindi maggiore sarà la sua capacità di catturare immagini in ambienti poco illuminati. Utilizzare valori ISO elevati comporta, però, la comparsa di quello che è chiamato rumore Rumore digitale È un fenomeno dovuto al fatto che per ottenere una sensibilità più alta è necessario amplificare elettronicamente il segnale captato dal sensore.

Il livello di rumore è influenzato dai seguenti fattori: Dimensioni del sensore. Un sensore grande è generalmente meno rumoroso di uno piccolo Dimensioni dei singoli pixel. A parità di dimensioni del sensore, più megapixel significa più dettaglio ma anche più rumore Sensibilità ISO impiegata. Poca luce = alto valore ISO = maggiore amplificazione del segnale = più rumore Tempi di posa. Tempi lunghi (1-2 sec.) producono rumore Temperatura del sensore