Seminario SVIMEZ Stato sociale e Mezzogiorno Biblioteca della SVIMEZ -Via di Porta Pinciana, 6 -Roma Lunedì 28 maggio 2018, ore 10,00

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Transcript:

Seminario SVIMEZ Stato sociale e Mezzogiorno Biblioteca della SVIMEZ -Via di Porta Pinciana, 6 -Roma Lunedì 28 maggio 2018, ore 10,00 La struttura demografica, occupazionale ed economica del mezzogiorno: l evoluzione negli ultimi anni In collaborazione con: Antonio Frenda Roberta Rizzi Valerio Terra Abrami Manlio Calzaroni Esperto Statistico

In questo intervento si vogliono fornire alcune indicazione di contesto sulla struttura demografica ed economica del mezzogiorno In particolare si forniscono alcune indicazioni su come la crisi economica ha inciso a livello strutturale e come sta cambiando la struttura demografica del mezzogiorno, quest ultima in una prospettiva che va e oltre gli anni della crisi economica Dato il tempo a disposizione si sono trattati tre argomenti: L evoluzione demografica e le proiezioni al 2051; L evoluzione e i cambiamenti strutturali dell occupazione; L andamento di alcuni indicatori macroeconomici.

L evoluzione demografica ad oggi e le proiezioni al 2051

t r a Anni Valori assoluti (migliaia) Popolazione Di cui: 0-14 (%) 65+ (%) 85+ (%) Italia Indice di vecchiaia Indice dipendenza anziani 1961 50.373 24,8 9,4 0,5 37,7 14,2 1971 53.958 24,5 11,0 0,7 44,9 17,1 1981 56.479 22,0 13,2 0,8 60,2 20,4 1991 56.744 16,3 15,1 1,2 92,5 22,0 2001 56.960 14,3 18,4 2,2 129,3 27,4 2011 59.364 14,1 20,5 2,7 145,7 31,3 n Indice di vecchiaia s i t i o n P(65+)/P(0-14) Ind. dipendenza anz. P(65+)/P(15-64) Mezzogiorno 1961 18.536 30,6 8,1 0,5 26,6 13,3 1971 18.965 29,1 9,7 0,7 33,3 15,8 1981 20.019 26,2 11,3 0,7 43,1 18,1 1991 20.524 20,8 12,7 1,0 61,2 19,1 2001 20.547 17,1 16,0 1,7 93,6 23,9 2011 20.630 14,9 18,3 2,3 123,0 27,4

Anni Nati, numero figli per donna (IFT), età media al primo figlio Italia e Mezzogiorno _ Anni 1960-2015 Nati (valori assoluti) IFT (x 1.000 donne) Età media (al primo figlio) Italia Mezzogiorno Italia Mezzogio rno Italia Mezzogiorno 1960 923.004 439.113 2407,8 3180,3 25,8 25,4 1965 1.017.946 437.760 2665,3 3253,2 25,4 25,1 1970 917.496 385.209 2424,9 2970,1 25,1 24,8 1980 657.294 313.489 1683,8 2201,6 25,1 24,7 1990 579.343 273.696 1357,9 1711,4 26,9 25,8 1995 526.064 232.009 1193,1 1406,5 28,1 26,8 < > > 2000 543.039 215.481 1256,0 1353,6 28,6 27,5 2010 561.944 193.662 1413,8 1347,3 30,2 29,6 2015 485.780 169.888 1354,0 1294,0 31,7 31,4

3.500 Numero medio di figli per donna (IFT periodo) Italia e ripartizioni - Anni 1952-2016 3.000 2.500 { nordovest nordest centro sud isole ITALIA 2.000 1.500 1.000 500

Aree Bilancio naturale della popolazione residente Anno 2016 Popolazione al 1.1 Nati vivi Morti Saldo naturale Saldo totale Popolazione al 31.12 Nordovest 16.110.977 124.183 167.523-43.340-7.095 16.103.882 Nord-est 11.643.601 91.010 120.532-29.522-6.499 11.637.102 Centro 12.067.803 92.346 126.889-34.543-279 12.067.524 Sud 14.110.771 113.731 134.185-20.454-39.610 14.071.161 Isole 6.732.399 52.168 66.132-13.964-22.623 6.709.776 Italia 60.665.551 473.438 615.261-141.823-76.106 60.589.445

200000 150000 Migrazioni O/D [Sud Centro-Nord]: 1995-2016 Un «rumore di fondo costante» Anni CN --> SUD SUD --> CN Saldo 100000 50000 0-50000 -100000

Immigrazione internazionale in Italia _ 1995-2016 600.000 Nord-Centro Mezzogiorno Italia 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0

140.000 Emigrazione di cittadini italiani all estero _ 1995-2016 la cesura del 2007 120.000 Nord-Centro Mezzogiorno Italia 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0

Stranieri residenti al 1.1.2017 (indicatori 2016) (*)nel 2016 = acquisizioni 201.591 (stranieri in complesso) Stranieri residenti % sul totale stranieri residenti % sulla popolazione residente totale % di nati stranieri sul totale nati Acquisizioni cittadinanza per 1.000 stranieri (*) Nord-ovest 1.704.918 33,8 10,6 20,8 47,3 Nord-est 1.212.340 24,0 10,4 20,7 54,2 Centro 1.295.431 25,7 10,7 16,9 29,9 Sud 594.824 11,8 4,2 5,7 19,2 Isole 239.515 4,7 3,6 5,1 20,3 Italia 5.047.028 100,0 8,3 14,7 40,0

La struttura futura della popolazione (a medio termine = 2051) secondo le recenti previsioni demografiche regionali dell Istat (*) (*) aggiornamento di maggio 2018

p r o j e c t i o n s Anni Valori assoluti (migliaia) Popolazione Di cui: 0-14 (%) 65+ (%) 85+ (%) Italia Indice di vecchiaia Indice dipendenza anziani 1961 50.373 24,8 9,4 0,5 37,7 14,2 1971 53.958 24,5 11,0 0,7 44,9 17,1 1981 56.479 22,0 13,2 0,8 60,2 20,4 1991 56.744 16,3 15,1 1,2 92,5 22,0 2001 56.960 14,3 18,4 2,2 129,3 27,4 2011 59.364 14,1 20,5 2,7 145,7 31,3 2021 60.590 12,9 23,3 3,7 180,0 36,0 2031 60.321 11,7 27,5 4,4 234,0 45,0 2051 57.864 12,0 33,9 7,5 284,0 63,0 Mezzogiorno 1961 18.536 30,6 8,1 0,5 26,6 13,3 1971 18.965 29,1 9,7 0,7 33,3 15,8 1981 20.019 26,2 11,3 0,7 43,1 18,1 1991 20.524 20,8 12,7 1,0 61,2 19,1 2001 20.547 17,1 16,0 1,7 93,6 23,9 2011 20.630 14,9 18,3 2,3 123,0 27,4 2021 20.568 13,1 21,8 3,2 167,0 34,0 2031 19.914 11,8 26,9 3,8 228,0 44,0 2051 17.784 11,0 35,1 7,5 319,0 65,0

L andamento di alcuni indicatori macroeconomici

L andamento del PIL nelle ripartizioni 2007-2016 Tipo aggregato (milioni di prodotto interno lordo ai prezzi di mercato euro) Valutazione valori concatenati con anno di riferimento 2010 Correzione dati grezzi Edizione Dic-2017 periodo 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Italia 100 98,9 93,5 95,1 95,7 93,0 91,3 91,5 92,4 93,2 Nord 100 99,6 93,2 96,1 97,2 94,2 93,1 93,5 94,5 95,5 Nord-ovest 100 100,5 93,7 97,3 97,9 94,8 93,3 93,5 94,6 95,4 Nord-est 100 98,5 92,5 94,4 96,1 93,5 92,9 93,4 94,5 95,7 Centro 100 98,0 94,3 95,0 95,5 92,6 90,6 90,9 91,0 91,7 Mezzogiorno 100 98,2 93,5 92,9 92,3 90,4 88,0 87,3 88,6 89,3 Per tornare ai livello di ricchezza del 2007, anno di inizio della crisi, in termini di PIL, Il mezzogiorno deve ancora recuperare 10,7 punti percentuali. Il nord deve recuperare "solo" 4,5 punti e il Centro 8,3.

Il ruolo della PA Il grado di dipendenza erariale e l autonomia impositiva dei Comuni Il grado di dipendenza erariale, cioè il rapporto tra trasferimenti statali correnti ed entrate correnti diminuisce nel periodo considerato. In modo più forte nel mezzogiorno Il grado di autonomia impositiva, cioè il rapporto tra entrate tributarie ed entrate correnti, aumenta significativamente tra il 2007 ed il 2015; 16

Il ruolo della PA La relazione tra grado di dipendenza erariale ed autonomia impositiva nei Comuni italiani appare negativa nel periodo considerato; nel 2015 entrambi gli indicatori appaiono leggermente più elevati nel mezzogiorno. L Italia Il Mezzogiorno 70,0 80,0 60,0 70,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 43,6 22,6 63,3 Autonomia impositiva Dipendenza erariale 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 39,3 30,4 65,3 Autonomia impositiva Dipendenza erariale 0,0 4,7 0,0 5,9 2007 2015 2007 2015 Fonte: Elaborazioni sui dati ISTAT pubblicati - Bilanci consuntivi delle Amministrazioni comunali 17

ITALIA 2010-2015 Totale Enti PA -39,0 Settore pubblico allargato al netto PA -11,0 Partenariato privato, telecomunicazioni e Gestori privati rete autostradale 7,7 TOTALE (Sett. Pubblico allargato + partenariato privato) -24,5 Il ruolo della PA Gli investimenti come indicatore sintetico di interventi per lo sviluppo Tasso percentuale cumulato di variazione degli Investimenti in Opere di pubblica utilità in Italia Tasso percentuale cumulato di variazione degli Investimenti in Opere di pubblica utilità nel Mezzogiorno ITALIA 2010-2015 Totale Enti PA -28,4 Settore pubblico allargato al netto PA -8,0 Partenariato privato, telecomunicazioni e Gestori privati rete autostradale 10,5 TOTALE (Sett. Pubblico allargato + partenariato privato) -18 Fonte: Elaborazioni e stime su dati SVIMEZ; Cresme (calcolati su valori concatenati anno di riferimento 2010) 18

Deficit previdenziale pro-capite e tasso di occupazione Il deficit previdenziale nel territorio nazionale 0-500 -1000 Nord Nord Centro Italia 2007-1500 Centro Mezzogiorno Italia 2015-2000 Mezzogiorno -2500 Il tasso di occupazione nel territorio nazionale 60 50 40 Nord Centro Italia 30 20 Mezzogiorno 2007 2015 10 Fonte: Istat, Indagine sui bilanci consuntivi degli enti previdenziali (R) 0 1 2 3 4 19

Il crescente divario fra contributi e prestazioni incide negativamente sul deficit previdenziale pro capite annuo nazionale, in aumento di 583 euro nel 2015 rispetto al 2007: parallelamente, nel periodo considerato, il tasso di occupazione passa dal 45.8 al 43.1, con un naturale impatto sul deficit previdenziale. Lo squilibrio maggiore si nota nel Mezzogiorno, dove il deficit risulta in aumento di 814 euro, ed il tasso di occupazione scende di circa 4 punti percentuali dal 2007 al 2015. 20

La relazione tra contributi, prestazioni previdenziali e pil Prestazioni/PIL Contributi/PIL 2007 2015 2007 2015 NORD 14,9 17,3 13,4 14,6 Centro 15,5 19,0 12,9 14,4 Mezzogiorno 19,2 24,3 12,2 12,5 ITALIA 16,1 19,3 13,0 14,1 Il rapporto tra prestazioni e pil (a prezzi correnti) aumenti di circa 3 punti dal 2007 al 2015 su base nazionale, mentre l incremento è di circa 5 punti per il Mezzogiorno. Non si evidenzia un incremento percentuale significativo dei contributi in rapporto al Pil nel Mezzogiorno, dal 2007 al 2015.

L evoluzione e i cambiamenti strutturali dell occupazione Come la crisi ha inciso sulla occupazione nel mezzogiorno rispetto al resto d Italia e come sta uscendo dalla crisi. Per il totale dell occupazione e per la sua struttura interna Si sono considerati L anno 2008: ultimo prima del calo dovuto dalla crisi economica L anno 2013: il punto più basso registrato per il totale Italia L anno 2017 ultimo disponibile

Agenda Occupazione nel Mezzogiorno dal 2008 al 2017 Il totale dell occupazione Nel Mezz. è ancora di circa 5 punti % inferiore a quella che si aveva all inizio della crisi. Il centro è sopra di 3,5% nel nord di fatto è uguale a quella del 2008 Le componenti interne Il deficit occupazionale del Mezz. È dovuto al dato negativo dei maschi (quella più forte), ancora 8,3 punti % sotto al 2008

Agenda Come cambia la struttura dell occupazione durante la crisi Cresce l occupazione «debole» (tempo determinato) nel Mezz. da 100 a 107,2, ma meno rispetto al totale Italia (da 100 a 119,2) «nel Mezzogiorno non cresce neanche questa»? A scapito di quella «forte» (tempo indeterminato) da 100 a 94,5 nel mezzogiorno da 100 100,2 per il totale Italia

Agenda Come cambia la struttura dell occupazione durante la crisi Un aspetto particolare: la «qualità» dell occupazione La componente con più alto livello di istruzione cresce in tutte le ripartizioni rispetto al pre-crisi, ma: 1. per i diplomati si ha un 101,4 nel mezzogiorno rispetto ad 103,1 del totale Italia; 2. per i laureati si ha 119,3 per il Mezz. Rispetto al 130,9 del totale Italia

Agenda Come cambia la struttura dell occupazione durante la crisi Un ultimo dato, la presenza di occupati stranieri Cresce notevolmente in tutta italia (ogni 100 nel 2008 abbiamo 143,4 stranieri nel 2017. Ma di più nel mezzogiorno (da 100 a 188,2). In parte spiegato dal livello particolarmente basso di stranieri nel Mezz. Nel 2008), Ma che conferma anche il tipo di occupazione più «debole» maggiormente presente nel mezzogiorno

Alcune riflessioni Gli indicatori di invecchiamento della popolazione a medio termine (2051) segnalano che il futuro demografico dell Italia è molto problematico ma che quello del Mezzogiorno appare ancora più critico (drammatico?): in mancanza di inversioni di tendenza per quanto riguarda l intensità della fecondità per le migrazioni internazionali (attrattività minore/repulsività maggioredel dato nazionale) per le migrazioni interne costanti (saldi negativi rispetto al Centro-Nord). L intervento pubblico non sembra presentare particolare attenzione alla realtà del mezzogiorno L occupazione cresce a ritmo molto bassi e con caratteristiche di «qualità» inferiore La mancanza di investimenti pubblici e la carenza di nuove generazioni con adeguati livelli di professionalità limita gli investimenti e quindi la creazione di nuova occupazione, leva tra le principali per contribuire ad invertire il segno nel futuro del nostro mezzogiorno. Sembra di essere in presenza di un fenomeno che si avvita su se stesso, con conseguenze allarmanti a più livelli: bassi investimenti, il mercato del lavoro, la coesione sociale, gli equilibri intergenerazionali, la composizione sociale e delle reti familiari, il depauperamento delle competenze (skilled emigration/ brain-drain),.

Grazie per l attenzione