Pozzo B: I MATERIALI [185] Ceramica acroma

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Transcript:

Pozzo B: I MATERIALI Per quanto concerne il nucleo di materiale ceramico recuperato nel corso dello svuotamento del pozzo B da parte degli operai del cantiere campigliese, esso manca delle associazioni stratigrafiche registrate nell altra struttura. Si tratta di un consistente complesso di reperti piuttosto articolato ed eterogeneo che mostra analogie ma anche differenze cronologiche con il vicino contesto precedentemente esaminato. E evidente che le percentuali e le presenze dei vari tipi ceramici possono, date le modalità del recupero, non rispondere completamente alla reale, originaria attestazione all interno del pozzo B. Si è ritenuto comunque opportuno visualizzare, anche in questo caso, le quantità recuperate con un istogramma che ha valore indicativo in modo da permettere un confronto immediato fra i due riempimenti. Da esso si nota una sostanziale rispondenza quantitativa totale fra la ceramica dei due pozzi, mentre diverse appaiono le percentuali di ciascuna classe. [185] [185] Ceramica acroma La ridotta frammentarietà degli esemplari spiega l evidente discrepanza fra n/frg e peso nell istogramma di fig. 8. Diversamente dal pozzo A, la ceramica priva di rivestimento recuperata nel secondo pozzo mostra una certa articolazione di forme e tipi. I recipienti, sempre di grandi dimensioni, facevano parte dell arredo domestico o della cucina e della mensa. Nella maggior parte dei casi, si tratta di vasi da fiori troncoconici con foro sul fondo per lo scolo dell acqua. Sono attestati anche grandi recipienti di forma non identificabile, apodi, con fondo esternamente concavo, caratterizzati da un argilla grossolana, rossiccia con inclusioni. Ceramiche invetriate Nessuna differenziazione è riscontrabile, per quanto attiene il pentolame invetriato, fra i materiali dei pozzi A e B; in entrambi i contesti questa è la classe maggiormente attestata. Assente nel pozzo A, nella seconda struttura sono stati recuperati invece frammenti di forme aperte di ceramiche a taches noires. Si tratta di ampi piatti apodi (tav. VII, 2) con tesa inclinata, orlo arrotondato, vasca troncoconica. Decorazione a bande a taches noires in manganese denso su fondo marrone scuro. E presente la ciotolina (tav. VII, 5) con orlo appena ingrossato, corpo troncoconico, piede a disco. Decorazione a taches noires a bande marrone scuro su fondo marrone chiaro. La

forma della ciotola è attestata anche a Genova 1. La presenza di questa classe ceramica nel contesto del pozzo B indica un suo uso come immondezzaio ancora nella seconda metà del XVIII secolo. Ceramiche ingobbiate Quantitativamente molto inferiore è la presenza dell ingobbiata monocroma nel pozzo B rispetto alla prima struttura. Tuttavia si tratta di prodotti del tutto analoghi per forma e caratteristiche morfologiche ai quali si rimanda per gli elementi descrittivi (vd. supra). Più consistente è invece l ingobbiata dipinta, presente con forme e [186] decori piuttosto articolati. E attestato un piatto grande con corpo emisferico schiacciato, orlo arrotondato con scanalatura superiore, piede a disco decorato a pennellate su ingobbio sotto vetrina. Sul ricasco, motivo a serpentina in arancio entro bande in verde denso e diluito; al centro, fiore in verde, sul fondo punti in giallo e verde. Il confronto più vicino è in un esemplare smaltato da Grosseto 2. Sono attestati inoltre frammenti riconducibili ad almeno tre esemplari di forme aperte, decorati da semplici pennellate in verde. Si tratta di ciotole e scodelle che presentano al centro e sul ricasco serpentine e bande in ramina sull ingobbio bianco, sotto vetrina. Anche in questo caso la decorazione ricorda quella presente in redazioni smaltate 3. é stata recuperata una ciotola emisferica (tav. VII, 7) con orlo indistinto arrotondato, piede a disco e fondo a ventosa; la decorazione, dipinta in ferraccia, manganese e ramina sotto vetrina, è costituita da quattro foglie stilizzate disposte in croce attorno a un motivo di raccordo e pennellate nei settori di risulta. Ceramiche graffite Attestata in quantità decisamente inferiore rispetto al pozzo A, la ceramica graffita a punta recuperata nella seconda struttura del Palazzo Comunale di Campiglia risulta riconducibile in larga parte ad ateliers senesi. E presente la ciotola (tav. VII, 8) con bordo plurisagomato a listelli rientrante, orlo assottigliato, corpo tronco-conico, piede ad anello con due fori per la sospensione eseguiti a crudo. Decorazione interna graffita con una punta sottile: quattro foglie o elementi vegetali inquartati, disposti in 4 settori. Sul bordo interno sequenza di tratti sinusoidali 4. Si segnala poi una scodellina (tav. VII, 9) con breve tesa appena inclinata, orlo arrotondato, cavetto poco profondo, alto piede a disco sagomato. All interno motivo vegetale composto da tre foglie polilobate: sulla tesa sequenza di barrette sinusoidali 5 ; la forma si distingue per il pesante piede molto marcato. Il decoro trova confronti in un esemplare di [187] MILANESE, 1985, p. 36, fig.19, nn. 22, 27, 24. CAMEIRANA, 1977. FRANCOVICH-GELICHI, 1980a,p. 116,n. 104. FRANCOVICH-GELICHI, 1980a,p. 118,n. 108. FRANCOVICH, 1982, forma C.2.1, dec. S.5.4. Sequenza S.5.4 vicino alla C.6.1 della catalogazione di FRANCOVICH, 1982. 1 2 3 4 5

Tav. VII- Pozzo B. Graffita tarda: 1, taches noires: 2, 5; maiolica bianca: 3, 4, 6; ingubbiata dipinta: 7; ingubbiata e graffita: 8, 9. [188] Grosseto 6. E attestata una ciotola con orlo arrotondato, corpo emisferico, piede a disco 7. Il decoro interno, tipico della produzione senese, è costituito da un fiore quadripetalo con motivi ondulati e fiori trilobati nei settori di risulta 8. Infine è presente un frammento di forma aperta con corpo emisferico e piede a disco decorato da fiori stilizzati uniti al centro 9. Tutti gli esemplari sono decorati in giallo, verde e bruno; l argilla è dura, rosata; la vetrina, interna ed esterna, è trasparente e giallastra, lucida e coprente. Estremamente scarsi sono i frammenti di ceramica graffita a stecca, riconducibili ad un unica ciotola emisferica, con piede a disco, inquadrabile nella produzione già segnalata per il pozzo A (vd. supra). Riconducibile ad ateliers pisani è invece la graffita a fondo ribassato 10. La graffita tarda, analoga per forme e motivi, è attestata in quantità superiori rispetto al pozzo A. Si segnala un esemplare di scodellone (tav. VII, 1) con ampia tesa confluente, cavetto emisferico schiacciato, piede a disco e fondo a ventosa. Mentre il graffito è ridotto a due sole linee sul bordo interno, il motivo decorativo centrale, dipinto su ingobbio sotto vetrina, è costituito da tre fiori stilizzati e foglie schematiche; colori giallo ferraccia e verde. Si tratta di un prodotto estremamente 6 FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 96, n. 87. 7 Forma FRANCOVICH, 1982, C.3.2. 8 FRANCOVICH, 1982, M.C4.1; confronti dal Nicchio, Fi 18, fig. 225, e da Santa Marta, fig. 269, n. 100. 9 FRANCOVICH, 1982, fig. 93, p. 81; Fonte di Follonica, fig. 180 n. 8; da San Gimignano, fig. 138, p. 111. 10 BERTI-TONGIORGI, 1982, fig. 8, nn. 1-2.

semplificato che trova confronti a Grosseto 11. Maiolica Il dato più emergente per quanto riguarda la produzione bianca di maiolica è la ridotta quantità sia numerica che di peso rispetto al pozzo A. Dal punto di vista qualitativo, invece, si nota una rispondenza spesso puntuale nelle forme e produzioni. Oltre ai catini, sono presenti piatti (tav. VII, 1) con orlo ingrossato, arrotondato e scanalatura interna, cavetto [189] profondo, piede a disco e fondo a ventosa; piatti piani (tav. VII, 6) con ampia tesa, cavetto poco profondo, piede ad anello. é attestato anche il microvasetto (tav. VII, 3) con corpo cilindrico sagomato e piede a disco. Ben più vasta e articolata anche dal punto di vista cronologico è l attestazione di maioliche policrome. Residuo di età medievale, confluito fortuitamente nel riempimento del pozzo B, è un frammento isolato di boccale in maiolica arcaica pisana 12. Mentre molto scarse appaiono le produzioni smaltate certamente riferibili alle fabbriche di Montelupo e dell area fiorentina (ceramica italomoresca), il nucleo più consistente di maiolica policroma rinascimentale è rappresentato da una serie di boccali piuttosto omogenei dal punto di vista della realizzazione tecnica e delle caratteristiche dei repertori decorativi. Ricomposto quasi integralmente è il boccale (fig. 10, 1) con bocca trilobata, corpo ovoidale, ansa a nastro e piede a disco; il decoro su tutto il corpo, a occhio di penna di pavone, è estremamente semplificato e ingrandito; colori blu, arancio, verde, bruno, giallo. Sotto l attacco inferiore dell ansa, marca P in bruno con segno ondulato di abbreviazione. Il motivo decorativo è presente sui boccali di Montelupo della seconda metà del XV secolo 13. Di forma analoga è il boccale (fig. 10, 4) decorato sul corpo da un motivo a reticolo puntinato eseguito rozzamente con un tratto di forte spessore; nel medaglione centrale stemma con quercia su tre monticelli. Nella zona sotto l attacco inferiore dell ansa marca B in manganese 14. Frammentario è il boccale (fig. 9, 7) decorato da uno stemma inserito in medaglione centrale: mezzaluna blu sormontata da una T in bruno. Lo stemma ricorda quello della famiglia Canigiani, presente su boccali dell area valdarnese-montelupina 15. Da questa area provengono boccali decorati con un volatile 16, a cui sembra ispirato l esemplare di fig. 10, 2, di forma analoga ai precedenti. Nel medaglione centrale, uccello stilizzato in blu, verde, giallo, arancio; ai lati, spazi decorati alla porcellana. Sotto l attacco dell ansa marca in [190] 11 FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p.130, n.124. 12 BERTI-TONGIORGI, 1977, 2 gruppo. 13 CORA, 1973, gruppo IX B; 1977, tav. XXXVIII; BERTI-PASQUINELLI, 1984, p. 39. 14 CORA, 1973, gruppo XIV, B. 15 CORA, 1973, tav. 263, pp. 152-153; FRANCOVICH et alii, 1978, p. 202, n. 1072. 16 VANNINI, 1977, av. XVI; FRANCOVICH et alii, 1978, p.205, n. 1077.

[191] bruno V sormontata da un puntino17. La stessa forma presenta un boccale più frammentario (fig. 10, 3). Nel medaglione centrale iscritto in stemma blu, motivo YHS in ferraccia sormontato da una croce. Ai lati motivo a monticelli entro rombi in blu; confronti diretti in area valdarnese e a Montelupo18. Simile è l esemplare di fig. 9, 9 decorato con motivo dell YHS contornato da spazi alla porcellana 19. Sono attestati infine un boccale con stemma a bande trasversali inserito in medaglione centrale e decoro alla porcellana ai lati20; un boccaletto (fig. 9, 8) di ridotte dimensioni con corpo panciuto, bocca trilobata, ansa a nastro, decorazione in blu intenso e diluito alla porcellana. Sotto l ansa marca C in blu. Nel complesso, questo gruppo di boccali risulta realizzato in argilla dura, rossa o rosata; le 17 CORA, 1973, gruppo XI. FRANCOVICH et alii, 1978, p. 189, n. 1005; p. 203, n. 1074; CORA, 1973, gruppo XIV, a. 19 CORA, 1973, gruppo XI. 20 CORA, 1973, gruppo XI. 18

coperte stannifere, spesse e coprenti, brillanti, talvolta con sbollature e craquelures, sono applicate in modo poco regolare. Una caratteristica morfologica che colpisce in questi prodotti, e che li differenzia in modo macroscopico da quelli dell area valdarnese-montelupina, è il notevole spessore che li rende piuttosto pesanti e tozzi. Inoltre l impostazione delle decorazioni, direttamente ispirate e riprese da quelle di Montelupo e del medio-valdarno, è tuttavia meno equilibrata e precisa, più affrettata; la sintassi decorativa appare meno rigorosa, sebbene sia inquadrabile negli stessi gruppi della classificazione del Cora 21 : alla porcellana, a reticolo puntinato, occhio di penna di pavone, ecc. Anche l accentuata policromia dei colori non risponde in questi esemplari al gusto cromatico che regola e presiede ai prodotti valdarnesi, ma determina accostamenti troppo caricati, talvolta grossolani. In base a queste osservazioni, ritengo quindi che il gruppo di boccali in esame vada attribuito ad un centro di produzione ceramica, la cui localizzazione resta al momento indeterminabile, che copia i prodotti di Montelupo e dell area valdarnese, ma dei quali non riesce a riprodurre l eleganza e la raffinatezza. E probabile che questa fabbrica sia stata attiva nei decenni centrali del XVI secolo. Di fabbricazione diversa sono invece un boccale e alcuni piatti frammentari decorati dallo stesso motivo in blu intenso e diluito su fondo bianco. [192] 21 CORA, 1973.

[193] Il boccale (fig. 11) ha corpo ovoide allungato, orlo arrotondato e bocca trilobata, ansa a nastro impostata sul collo e sulla massima circonferenza, piede a disco rilevato. Cornice centrale di tratti divergenti racchiudente un delfino attorcigliato ad ancora, circondato da cespugli stilizzati. Lo smalto lucido, sottile con fini craquelures, applicato su un leggero strato di ingobbio, giunge fino al piede; un difetto di attaccatura ha rovinato il delfino. Argilla rosata, dura. I piatti con larga tesa confluente, oppure con orlo arrotondato con profonda scanalatura interna e cavetto profondo, presentano la stessa decorazione a delfini sul fondo interno, argilla e smalto analoghi. Si tratta di prodotti sicuramente ascrivibili a fabbriche senesi. La decorazione a [194]

[194] delfini, caratteristica del primo Cinquecento senese 22, era fino a questo momento inedita su forme chiuse 23. Anche nel pozzo B sono attestati esemplari di piatti (in totale 4) decorati a foglia di cavolo (fig. 10, 6, 7) prodotti a Montelupo nella prima metà del XVII sec. (vd. supra) 24. Fra le maioliche di quest epoca si segnalano le produzioni liguri. Si tratta di un boccaletto con larga bocca trilobata e stretto beccuccio, collo cilindrico, corpo globulare, decorato da motivi geometrici e fitomorfi in giallo, arancio, nero, blu. L argilla è terrosa, gialla. Il prodotto è analogo all esemplare recuperato nel pozzo A (vd. supra p. 182) (fig. 9, 6). Sempre di fabbricazione ligure è un boccale molto frammentario con largo collo cilindriforme e corpo panciuto, ansa a bastoncello. Lo smalto, di ottima qualità, è corposo, brillante, di tonalità azzurrognola; il decoro, eseguito in blu intenso, è del tipo a scenografia barocca 25. [195] 22 FRANCOVICH, 1982, p. 83, fg. 243, ft. 1. 23 Analogie per la forma in un boccale da Santa Marta; FRANCOVICH, 1982, fig. 282, 283, n. 170. 24 FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 108. 25 FARRIS-STORME, 1981, p. 25.