" Tutti a casa Housing First" Il percorso nasce dall'adesione del DSM DP al progetto presentato dall'associazione Amici di Piazza Grande nel Bando per l' assegnazione degli alloggi di transizione promosso dall' Istituzione per l Inclusione Sociale del Comune di Bologna nel 2012
Si definiscono i compiti del gruppo le modalità di inserimento. Ideazione e attivazione Il progetto trova particolare interesse negli operatori del Csm Zanolini, e Piazza Grande. L'idea nasce dalla volontà di costruire un progetto con l'associazione per superare le difficoltà di rapporto tra le istanze sociale e sanitaria attraverso la maggiore responsabilizzazione di ciascun operatore coinvolto, questa esigenza è diventata più pressante a causa dell aumento del disagio sociale e problema abitativo per le persone con problemi psichiatrici o di dipendenze. Si vuole favorire il raggiungimento di una completa autonomia abitativa per persone adulte in condizioni di disagio socio-sanitario, domiciliate presso strutture di accoglienza notturna, presso strutture residenziali del DSM e senza casa.
Le caratteristiche del progetto L equipe di lavoro è composta da operatori del CSM (un educatore, un assistente sociale, due infermieri, una coordinatrice), un assistente sociale SERT e operatori di Piazza Grande. Il gruppo si incontra una volta al mese e ha il compito di valutare l andamento delle convivenze e affrontare i problemi relazionali che si presentano; ha il compito inoltre di raccordarsi con le equipe territoriali che seguono i progetti individuali complessivi. Due infermieri e un assistente sociale a rotazione con un operatore di Piazza Grande effettuano una visita domiciliare a settimana negli appartamenti. Le visite sono orientate alla maggior responsabilizzazione possibile, all ascolto e al sostegno.
Diversi approcci all abitare IL MODELLO TRADIZIONALE l'approccio maggiormente utilizzato in Italia e nel resto del Sud Europa per l'accoglienza si colloca all'interno della concezione metodologica del continuum assistenziale: le risorse destinate alle persone sono in termini qualitativi e quantitativi inversamente proporzionali al livello di emarginazione e "sregolatezza". il sistema è a "scala" dai posti letto in dormitorio fino ai posti in camera in appartamento, sono concepiti come delle "ricompense". la presa in carico comporta che le risorse più stabili siano elargite solo se si soddisfano alte richieste. bisogna rispettare regole e indicazioni ricevute, frequentare con diligenza servizi e programmi. il sistema crea deresponsabilizzazione e cronicità dei servizi. il circuito assistenziale è molto costoso: strutture d'accoglienza - pubblica sicurezza - emergenza sanitaria
HOUSING FIRST l'approccio nasce nel 1992 da un'intuizione del dottor Sam Tsemberis secondo il quale le persone senza dimora definite croniche hanno frequentemente una forte sofferenza psichica. è un modello prevalentemente diffuso negli Stati Uniti e in Canada e si caratterizza nei territori a seconda delle realtà sociali e dell'organizzazione dei servizi. l'approccio si fonda sul presupposto giuridico-filosofico del diritto universale alla casa e sulla concezione che considera la stabilità educativa un elemento essenziale.
Le caratteristiche del modello housing first inserire le persone direttamente negli alloggi dalla strada senza precondizioni per l'accettazione di trattamenti; l'equipe di lavoro deve fornire un approccio socio-sanitario intenso facendo leva unicamente sul coinvolgimento assertivo; la condizione di stabilita abitativa non deve dipendere dalla partecipazione a percorsi proposti dai servizi; il target è costituito da persone senza dimora più vulnerabili della comunità; nei casi di dipendenza da alcool o da altre sostanze piuttosto che imporre l'astinenza si abbraccia l'approccio "riduzione del danno" e sostenere i residenti nei percorsi di recupero volontariamente intrapresi; i residenti devono avere contratti di locazione pagando un affitto pari al 30% del reddito percepito e le tutele degli inquilini ai sensi di legge; i progetti abitativi possono essere implementati in specifiche aree della città o dispersi sul territorio per favorire l'integrazione nella comunità; l'approccio housing first produce maggior autonomia e benessere nelle persone inserite e riduce i costi dell'assistenza
Le caratteristiche del progetto L equipe di lavoro è composta da operatori del CSM (un educatore, un assistente sociale, due infermieri, una coordinatrice), un assistente sociale SERT e operatori di Piazza Grande. Il gruppo si incontra una volta al mese e ha il compito di valutare l andamento delle convivenze e affrontare i problemi relazionali che si presentano; ha il compito inoltre di raccordarsi con le equipe territoriali che seguono i progetti individuali complessivi. Due infermieri e un assistente sociale a rotazione con un operatore di Piazza Grande effettuano una visita domiciliare a settimana negli appartamenti. Le visite sono orientate alla maggior responsabilizzazione possibile, all ascolto e al sostegno.
Gli appartamenti Gli appartamenti nei quali vengono effettuati gli accessi congiunti infermieri CSM e operatori Piazza Grande sono: Appartamento Via San Donato con 4 abitanti (maschi) di cui 1 seguito dal CSM; Appartamento Via Emilia Levante con 4 abitanti (maschi) di cui 3 seguiti dal CSM; Appartamento Via De Giovanni con 3 abitanti (donne) di cui 2 seguite dal CSM; Appartamento Via Gandusio con 4 abitanti (maschi) di cui 1 seguito dal CSM; Appartamento via Don Minzoni con 3 abitanti (donne) di cui 1 seguirta dal CSM; Appartamento via Bandi con 2 abitanti (donne) di cui 1 seguita dal CSM; Appartamento via San Carlo con 1 abitante (uomo) seguito dal CSM.
Le persone inserite Le persone inserite ad oggi nel progetto sono 64 Per il 26% delle persone il servizio di riferimento è il CSM Per il 15% delle persone il servizio di riferimento è il SERT Il 30% delle persone ha problemi di dipendenza o sintomatologia psichiatrica non in trattamento
Gli esiti La totalità dei casi degli appartamenti con accesso degli infermieri e operatori Piazza Grande non ha avuto ricoveri in ambiente psichiatrico dal momento dell inserimento in appartamento. Hanno ridotto la richiesta di psicofarmaci. Hanno migliorato la competenza relazionale e l identificazione in un ruolo sociale positivo. Autonomia e competenze lavorative migliorate per tutti.
Criticità Le equipe coinvolte nei progetti individuali sono ancora troppo spesso impostate con regole rigide-burocratiche, poco flessibili. Non abbiamo ancora esteso il modello di collaborazione tra sanitario e sociale per gli accessi agli alloggi hf a tutto il territorio cittadino, per carenza di personale sanitario. Punti di forza aumento della capacità delle collaborazioni dell'equipe di progetto e tra istituzioni sanitarie e sociali; aumento del benessere e soddisfazione degli utenti coinvolti; minore spesa dei servizi coinvolti.
Grazie per l attenzione Anna Maria Giogoli Referente integrazione socio sanitaria DSM DP Ausl di Bologna 29 giugno 2016