Analisi preliminare delle risorse geotermiche in Emilia-Romagna

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29 novembre 2010 Casa dell energia, viale A. Moro 46 Analisi preliminare delle risorse geotermiche in Emilia-Romagna lmartelli@regione.emilia-romagna.it fmolinari@regione.emilia-romagna.it http://www.regione.emilia-romagna.it/geologia/index.htm

La geotermia, cioè il calore della Terra, è una fonte di energia primaria, disponibile anche in Emilia-Romagna. Se opportunamente sfruttata, la geotermia è una risorsa energetica rinnovabile ed eco-compatibile. Sono considerati sfruttamenti geotermici: 1) lo sfruttamento del calore interno della Terra, che aumenta con la profondità; nel nostro territorio il gradiente medio è di circa 2 C/100 m ma sono presenti località con anomalie termiche positive e gradienti geotermici molto maggiori; 2) lo sfruttamento della differenza di calore tra il sottosuolo e la superficie esterna tramite sistemi associati a pompe di calore; questa forma di calore, che sfrutta temperature generalmente inferiori a 20 C, dipende soprattutto dalle condizioni climatiche ed è quindi potenzialmente realizzabile in tutto il territorio. Di seguito vengono presentati i risultati di un analisi a scala regionale finalizzata all individuazione di aree con anomalie termiche positive per lo sfruttamento di risorse geotermiche con T > 30 C

In Emilia-Romagna non sono presenti fonti geotermiche ad alta entalpia (T>150 C). Tuttavia sono presenti sorgenti termali e pozzi in cui sono state misurate anomalie termiche positive. A Ferrara e a Bagno di Romagna la geotermia è attualmente sfruttata per il teleriscaldamento e la balneologia. In particolare, nel sottosuolo di Ferrara è presente un acquifero a profondità comprese tra 1000 e 2000 m, con T 100 C.

Già all inizio degli anni 80 la Regione Emilia- Romagna ha promosso, in collaborazione con il CNR- Istituto per la Geotermia di Pisa, uno studio per la conoscenza dei caratteri idrogeologici e geotermici del territorio regionale e per la valutazione delle prospettive di sfruttamento. Una delle principali conclusioni di questo studio fu che, data l assenza di intrusioni magmatiche (plutoni) nel sottosuolo dell Emilia-Romagna, le cause delle anomalie termiche positive sono da ricercare nella struttura tettonica di questo settore di catena. Oggi sappiamo che le condizioni geologico-strutturali del sottosuolo di Ferrara e Bagno di Romagna sono presenti in altre zone del territorio regionale.

Negli ultimi 20 anni il Servizio geologico regionale ha acquisito numerosi nuovi dati sul sottosuolo emilianoromagnolo. E oggi possibile individuare, con buona approssimazione, le aree d interesse geotermico, cioè dove sono presenti acquiferi caldi a profondità economicamente interessanti (< 3000 m). A tale scopo, dal 2006, è stata effettuata una revisione di tutti i dati disponibili (geologici, geofisici, geochimici, ) ed è stata realizzata, in collaborazione con il CNR-IGG di Pisa, una banca dati geotermici dell Emilia-Romagna. E stato così possibile redigere una mappa regionale delle aree di potenziale interesse in cui realizzare studi di approfondimento.

Grazie ai profili sismici e ai pozzi realizzati per la ricerca idrocarburi, resi disponibili da ENI spa e UNMIG, è possibile definire in dettaglio la stratigrafia e la struttura del sottosuolo di ogni area d'interesse fino alla profondità di circa 6-7000 m. Gli studi di approfondimento finora realizzati hanno tutti confermato le potenzialità ipotizzate. In particolare, sono stati realizzati studi di approfondimento nelle seguenti aree: Mirandola (MO), in collaborazione con l Amministrazione Comunale e AIMAG SpA; sono stati individuati 3 acquiferi geotermali a profondità comprese tra 200 e 3000 m, con T dell ordine dei 40 C nell acquifero più superficiale e T di circa 80-85 C in quello profondo; zona a est di Ferrara, in collaborazione con il Consorzio Ferrara Ricerche e HERA SpA; sono stati individuati 2 acquiferi geotermali a profondità comprese tra 700 e 2000 m, con T dell ordine dei 50 C nel primo e circa 90 C in quello più profondo; zona nord della pianura modenese, in collaborazione con l Unione Comuni Modenesi Area Nord e la Provincia di Modena; è stata confermata la presenza degli acquiferi geotermali individuati nel sottosuolo di Mirandola pressoché in tutto il territorio dell Unione; zona a sud di Parma, in collaborazione con il Dip. Scienze della Terra dell Università di Parma; è stato individuato un acquifero geotermale tra 500 e 1000 m di profondità, con T comprese tra 40 e 50 C. Attualmente è in corso uno studio anche nell area di Brisighella (RA), in collaborazione con l Amministrazione Comunale. Altri approfondimenti hanno confermato la presenza di obiettivi interessanti anche nel sottosuolo di Bondeno e Cento (FE).

Infine, occorre tenere presente che alcune strutture geologiche d interesse per la geotermia sono potenzialmente idonee anche per lo stoccaggio della CO 2. Sfruttamento più idoneo: stoccaggio CO 2 Quaternario marino Pliocene Rocce di copertura Reservoir geotermico Miocene Acquifero salino d interesse sia per la geotermia che per lo stoccaggio della CO 2 Oligocene - Cretacico Per un corretto sfruttamento delle risorse del sottosuolo e affinché la Regione possa esercitare al meglio le funzioni di governo del territorio, è quindi necessario effettuare studi integrati che permettano di definire il quadro conoscitivo delle caratteristiche geologiche e delle risorse del sottosuolo allo scopo di redigere un piano di gestione di tali risorse.

29 novembre 2010 Casa dell energia, viale A. Moro 46 Grazie dell attenzione Luca Martelli