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Capitolo 2. Descrizione funzionale

Transcript:

Contraente: Progetto: Cliente: POTENZIAMENTO DELLA RETE DI FANO COLLEGAMENTO NUOVO IMP. DI RID. DI FANO ALLA RETE DI FANO DN 300 (12 ), DP 12 bar N Contratto : N Commessa : NR/06264 N documento: Foglio Data P01491-ENV-RE-100-006 1 di 64 27-09-13 00 27-09-13 EMISSIONE PANARONI CAPRIOTTI FRASSINELLI REV DATA TITOLO REVISIONE PREPARATO CONTROLLATO APPROVATO

P01491-ENV-RE-100-006 2 di 64 00 INDICE 1 INTRODUZIONE 4 2 SCOPO DELL OPERA 5 3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 6 4 CRITERI DI SCELTA DEL TRACCIATO 11 4.1 Generalità 11 4.2 Criteri progettuali di base 11 4.3 Definizione del tracciato 12 4.4 Alternative di tracciato 12 4.5 Descrizione del tracciato 12 5 CARATTERISTICHE TECNICHE DELL OPERA 14 5.1 Linea 14 5.2 Impianti e punti di linea 19 5.2.1 Punti di intercettazione di linea e di derivazione importante 19 5.2.2 Impianto di riduzione della pressione 20 5.3 Manufatti 20 6 FASI DI REALIZZAZIONE DELL OPERA 22 6.1 Fasi di costruzione 22 6.1.1 Realizzazione infrastrutture provvisorie 22 6.1.2 Apertura dell area di passaggio 22 6.1.3 Sfilamento delle tubazioni lungo l area di passaggio 24 6.1.4 Saldatura di linea 24 6.1.5 Controlli non distruttivi delle saldature 24 6.1.6 Scavo della trincea 24 6.1.7 Rivestimento dei giunti 24 6.1.8 Posa della condotta 25 6.1.9 Rinterro della condotta 25 6.1.10 Realizzazione degli attraversamenti 27

P01491-ENV-RE-100-006 3 di 64 00 6.1.11 Realizzazione degli impianti e dei punti di linea 32 6.1.12 Collaudo idraulico, collegamento e controllo della condotta 33 6.1.13 Esecuzione dei ripristini 34 6.1.14 Opera ultimata 34 6.2 Gestione delle terre e rocce da scavo 35 6.3 Produzione e gestione dei rifiuti 36 7 ESERCIZIO DELL OPERA 41 7.1 Gestione del sistema di trasporto 41 7.1.1 Organizzazione centralizzata: DISPACCIAMENTO 41 7.1.2 Organizzazioni periferiche: CENTRI 43 7.2 Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione 43 7.2.1 Controllo dello stato elettrico 44 7.2.2 Eventuale controllo delle condotte a mezzo "pig" 44 7.3 Durata dell opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione 46 8 SICUREZZA DELL OPERA 48 8.1 Considerazioni generali 48 8.2 La prevenzione degli eventi incidentali: metanodotti 49 8.2.1 Valutazione dei possibili scenari di eventi incidentali 50 8.3 Gestione dell emergenza 54 8.3.1 Introduzione 54 8.3.2 Attivazione del dispositivo di emergenza 54 8.3.3 I responsabili emergenza 54 8.3.4 Procedure di emergenza 55 8.3.5 Mezzi di trasporto e comunicazione, materiale e attrezzature di emergenza 55 8.3.6 Principali azioni previste in caso di incidente 56 8.4 Conclusioni 57 9 INTERVENTI DI MITIGAZIONE E RIPRISTINO AMBIENTALE 58 9.1 Ripristini vegetazionali 59 9.1.1 Misure di minimizzazione dei disturbi sulla fauna 62 10 ELENCO ALLEGATI 64

P01491-ENV-RE-100-006 4 di 64 00 1 INTRODUZIONE Il presente documento riguarda il progetto denominato Potenziamento della rete di Fano, collegamento nuovo impianto di riduzione di Fano alla rete di Fano DN 300 (12 ), DP 12 bar. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto di riduzione della pressione HPRS 50 ed il collegamento dello stesso al metanodotto esistente tramite una condotta di nuova realizzazione di lunghezza pari a circa 3,003 km. Al fine di consentire il collegamento della condotta in uscita dalla centrale AGIP al metanodotto di potenziamento in progetto è prevista, inoltre, una variante al metanodotto di collegamento della Centrale Agip di Fano al metanodotto Ravenna Chieti DN 400 (16 ), DP 75 bar lunga circa 115 metri. L opera è localizzata in regione Marche, nella provincia di Pesaro-Urbino interamente all interno del comune di Fano; il proponente del progetto è Snam Rete Gas S.p.A.. Tale documentazione rientra tra quelle necessarie ai fini della verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale del metanodotto in progetto ai sensi dell art. 8, comma 1, lettera b, della L.R. n.3 del 26 marzo 2012 che definisce la Disciplina regionale della valutazione d impatto ambientale per la regione Marche.

P01491-ENV-RE-100-006 5 di 64 00 2 SCOPO DELL OPERA L esistente metanodotto Spina di Fano DN 200 (8 ), al servizio di 11 punti di riconsegna, di cui 1 interconnesso con rete di distribuzione, risulta al limite rispetto agli usuali criteri di affidabilità e flessibilità richiesti nella gestione delle reti di trasporto. La realizzazione del potenziamento in oggetto consiste nella posa di una nuova condotta DN 300 (12 ) per circa 3,0 km e di un nuovo impianto di riduzione della pressione da 70 a 12 bar rel., della potenzialità di 50.000 Sm3/h. Le nuove strutture sopra descritte consentiranno di ripristinare, sulla rete regionale interessata, assetti di trasporto in linea con gli standard di affidabilità e flessibilità richiesti. Consentiranno inoltre di disporre di adeguati margini di capacità per far fronte ad eventuali sviluppi del mercato locale del gas, nel medio lungo periodo. Con la realizzazione del nuovo impianto di riduzione sarà infine possibile eliminare l esistente impianto, realizzato nel 1975.

P01491-ENV-RE-100-006 6 di 64 00 3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO La progettazione, la costruzione e l esercizio del metanodotto sono disciplinati essenzialmente dalla seguente normativa: D.M. 17.04.08 del Ministero dello Sviluppo Economico Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto di gas naturale con densità non superiore a 0,8. D.P.R. 327/01 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità. D.M. 23.02.71 n. 2445 del Ministero dei Trasporti Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto. D.M. 10.08.04 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Modifiche alle Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto. D.M. 02/11/87 del Ministero dei Trasporti Aggiunte all art. 1 punto 2.5.1 del D.M. n. 2445 del 23/02/1971. Circolare 09.05.72 n. 216/173 dell Azienda Autonoma FF.SS. Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti gas e liquidi con ferrovie. D.P.R. 753/80 Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell esercizio delle ferrovie. D.M. 03.08.81 del Ministero dei Trasporti Distanza minima da osservarsi nelle costruzioni di edifici o manufatti nei confronti delle officine e degli impianti delle FF.SS. Circolare 04.07.90 n. 1282 dell Ente FF.SS. Condizioni generali tecnico/amministrative regolanti i rapporti tra l ente Ferrovie dello Stato e la SNAM in materia di attraversamenti e parallelismi di linee ferroviarie e relative pertinenze mediante oleodotti, gasdotti, metanodotti ed altre condutture ad essi assimilabili. R.D. 1775/33 Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici. R.D. 1740/33 Tutela delle strade e della circolazione. L. 729/61 Piano di nuove costruzioni stradali e autostradali. D.Lgs. 285/92 e 360/93 Nuovo Codice della strada. D.P.R. 495/92 Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della strada. R.D. 368/1904 Regolamento sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi.

P01491-ENV-RE-100-006 7 di 64 00 R.D. 523/1904 Testo Unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie. L. 64/74 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche. Ordinanza P.C.M. 3274/03 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. D.Lgs. 152/06 e D.Lgs. 4/08 Parte IV Bonifica dei siti contaminati. L. 198/58 e D.P.R. 128/59 Cave e miniere. D.P.R. n. 447 del 06/12/1991 - Regolamento di attuazione della Legge 5 Marzo 1990 n. 46 in materia di sicurezza degli impianti. L. 898/76 Zone militari. D.P.R. 720/79 Regolamento per l esecuzione della L. 898/76. L. 123/07 - Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia. D.Lgs. 81/08 Attuazione dell art. 1 della L. 3 agosto 2007 n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. L. 186/68 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni ed impianti elettrici ed elettronici. L. 1341/64 Norme per la disciplina delle costruzioni e l esercizio di linee elettriche aeree esterne. D.P.R. 1062/68 Regolamento di esecuzione della L. 13 dicembre 1964 n. 1341, recante norme tecniche per la disciplina della costruzione ed esercizio di linee elettriche aeree esterne. D.M. 05/08/1998 Aggiornamento delle norme tecniche per la progettazione, l esecuzione e l esercizio delle linee elettriche aeree esterne. D.M. 22.01.08 n. 37 del Ministero dello sviluppo economico - Regolamento concernente l attuazione dell art. 11-quaterdecies, comma 13, lettera a), della Legge n. 248 del 02/12/2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all interno degli edifici. D.P.R. 06.06.01 n. 380 - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. D.M. 14.01.08 del Ministero delle Infrastrutture - Approvazione delle nuove norme tecniche

P01491-ENV-RE-100-006 8 di 64 00 per le costruzioni. L opera è stata, perciò, progettata e sarà realizzata in conformità alle suddette Leggi ed in conformità alla normalizzazione interna SNAM gasdotti, che recepisce i contenuti delle seguenti specifiche tecniche nazionali ed internazionali: Materiali UNI - DIN - ASTM Caratteristiche dei materiali da costruzione Strumentazione e sistemi di controllo API RP-520 Part. 1/1993 API RP-520 Part. 2/1988 Dimensionamento delle valvole di sicurezza Dimensionamento delle valvole di sicurezza Sistemi elettrici CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici EN 60079 (CEI 31-33) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)" CEI 81-10 Protezione contro i fulmini Impiantistica e Tubazioni ASME B31.8 ASME B1.1/1989 ASME B1.20.1/1992 ASME B16.5/1988+ADD.92 ASME B16.9/1993 ASME B16.10/1986 ASME B16.21/1992 ASME B16.25/1968 ASME B16.34/1988 ASME B16.47/1990+Add.91 ASME B18.21/1991+Add.91 ASME B18.22/1987 MSS SP44/1990 MSS SP75/1988 Gas Transmission and Distribution Piping Systems (solo per applicazioni specifiche es. fornitura trappole bidirezionali) Unified inch Screw Threads Pipe threads, general purpose (inch) Pipe flanges and flanged fittings Factory-made Wrought Steel Buttwelding Fittings Face-to-face and end-to-end dimensions valves Non metallic flat gaskets for pipe flanges Buttwelding ends Valves-flanged, and welding end.. Large Diameters Steel Flanges Square and Hex Bolts and screws inch Series Square and Hex Nuts Steel Pipeline Flanges Specification for High Test Wrought Buttwelding Fittings

P01491-ENV-RE-100-006 9 di 64 00 MSS SP6/1990 Standard finishes contact faces of pipe flanges API Spc. 1104 Welding of pipeline and related facilities API 5L/1992 Specification for line pipe EN 10208-2/1996 Steel pipes for pipelines for combustible fluids API 6D/1994 Specification for pipeline valves, and closures, connectors and swivels ASTM A 193 Alloy steel and stainless steel-bolting materials ASTM A 194 Carbon and alloy steel nuts for bolts for high pressure ASTM A 105 Standard specification for forging, carbon steel for piping components ASTM A 216 Standard specification for carbon steel casting suitable for fusion welding for high temperature service ASTM A 234 Piping fitting of wrought carbon steel and alloy steel for moderate and elevate temperatures ASTM A 370 Standard methods and definitions for "mechanical testing of steel products" ASTM A 694 Standard specification for "forging, carbon and alloy steel, for pipe flanges, fitting, valves, and parts for high pressure transmission service" ASTM E 3 Preparation of metallographic specimens ASTM E 23 Standard methods for notched bar impact testing of metallic materials ASTM E 92 Standard test method for vickers hardness of metallic materials ASTM E 94 Standards practice for radiographic testing ASTM E 112 Determining average grain size ASTM E 138 Standards test method for Wet Magnetic Particle ASTM E 384 Standards test method for microhardness of materials ISO 898/1 Mechanical properties for fasteners - part 1 - bolts, screws and studs ISO 2632/2 Roughness comparison specimens - part 2: sparkeroded, shot blasted and grit blasted, polished ISO 6892 Metallic materials - tensile testing ASME Sect. V Non-destructive examination ASME Sect. VIII Boiler and pressure vessel code ASME Sect. IX Boiler construction code-welding and brazing qualification CEI 15-10 Norme per "Lastre di materiali isolanti stratificati a base di resine termoindurenti ASTM D 624 Standard method of tests for tear resistance of vulcanized rubber ASTM E 165 Standard practice for liquid penetrant inspection method ASTM E 446 Standard reference radiographs for steel castings up to 2" in thickness ASTM E 709 Standard recommended practice for magnetic particle examination

P01491-ENV-RE-100-006 10 di 64 00 Sistema di Protezione Anticorrosiva ISO 8501-1/1988 Preparazione delle superfici di acciaio prima di applicare vernici e prodotti affini. Valutazione visiva del grado di pulizia della superficie - parte 1: gradi di arrugginimento e gradi di preparazione di superfici di acciaio non trattate e superfici di acciaio dalle quali è stato rimosso un rivestimento precedente UNI 5744-66/1986 Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo (rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso) UNI 9782/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - criteri generali per la misurazione, la progettazione e l attuazione UNI 9783/1990 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - UNI 10166/1993 interferenze elettriche tra strutture metalliche interrate Protezione catodica di strutture metalliche interrate - posti di misura UNI 10167/1993 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - dispositivi e posti di misura UNI CEI 5/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di corrente UNI CEI 6/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di potenziale UNI CEI 7/1992 Protezione catodica di strutture metalliche interrate - misure di resistenza elettrica.

P01491-ENV-RE-100-006 11 di 64 00 4 CRITERI DI SCELTA DEL TRACCIATO 4.1 Generalità Il tracciato del metanodotto in progetto è riportato nella planimetria in scala 1:10.000, Dis. n. P01491-PPL-DW-100-001, Allegato 1. Il metanodotto ha una lunghezza di 3+003 km e si sviluppa interamente all interno del comune di Fano in provincia di Pesaro e Urbino. Nella stessa planimetria allegata è riportata la variante al metanodotto collegamento Centrale Agip di Fano al Met. Ravenna Chieti DN 400 (16 ) DP 75 bar prevista per consentire il collegamento della condotta esistente in uscita dalla centrale AGIP a quella in progetto. Tale variante è lunga circa 115 m e comporta la rimozione di 40 m di tubazione esistente nonché del PIDI. Nella scelta della direttrice del tracciato sono stati privilegiati essenzialmente i seguenti criteri: la salvaguardia dell ambiente; la sicurezza. 4.2 Criteri progettuali di base Nell ambito della direttrice di base individuata, l intero tracciato di progetto è stato definito nel pieno rispetto di quanto prescritto dal D.M. 17/04/2008 Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0,8, dalla legislazione vigente, dalla normativa tecnica relativa alla progettazione di queste opere e dalle norme di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri (D.Lgs. 81/2008). La definizione del tracciato ha tenuto in considerazione il rispetto della normativa sopra citata e degli strumenti di pianificazione a tutti i livelli, applicando i seguenti criteri di buona progettazione: individuare il tracciato in base alla possibilità di ripristinare le aree attraversate riportandole alle condizioni morfologiche e di uso del suolo preesistenti l intervento, minimizzando l impatto sull ambiente; transitare il più possibile in zone a destinazione agricola, evitando l attraversamento di aree comprese in piani di sviluppo urbanistico e/o industriale; evitare zone franose o suscettibili di dissesto idrogeologico; evitare le aree di rispetto delle sorgenti e dei pozzi captati ad uso idropotabile; realizzare l attraversamento fluviale tramite tecnologia trenchless in zone che offrano sicurezza per la stabilità della condotta; interessare il meno possibile zone boscate e zone di colture pregiate; ridurre al minimo i vincoli alle proprietà private determinati dalla servitù di metanodotto, utilizzando, per quanto possibile, i corridoi di servitù già costituiti da altre infrastrutture esistenti; garantire al personale preposto all esercizio ed alla manutenzione la possibilità di accedere ed operare sugli impianti in sicurezza; contenere la lunghezza del tracciato;

P01491-ENV-RE-100-006 12 di 64 00 evitare i siti inquinati. Si fa, inoltre, presente che l analisi del tracciato è stata anche svolta sulla base delle caratteristiche ambientali e territoriali presenti, degli aspetti economici connessi alla cantierizzazione, nonché delle effettive potenzialità di trasporto della rete nazionale, con l obiettivo, per quanto possibile, di non gravare ulteriormente il territorio con l imposizione di nuovi vincoli. 4.3 Definizione del tracciato Il processo di definizione del tracciato ha comportato una rigorosa e attenta operazione di verifica progettuale, attraverso l analisi di tutte le particolari criticità legate alla realizzazione e alla successiva gestione dell opera, ma anche all ambiente in cui essa stessa s inserisce. Sulla base dei dati cartografici e di tutte le informazioni raccolte sul territorio durante le varie attività di ricognizione, si è giunti a definire una direttrice di tracciato in grado di garantire il rispetto dei dati e dei criteri progettuali elencati nel precedente paragrafo. 4.4 Alternative di tracciato La localizzazione del tracciato del metanodotto in progetto è condizionata dalla necessità di collegare l impianto di riduzione in progetto, in prossimità della centrale Agip, al punto di consegna esistente da cui parte l allacciamento alla rete locale comunale. Tale allacciamento si trova all interno di un comparto industriale artigianale alla periferia sud est della città sulla sponda opposta del fiume Metauro rispetto all HPRS e alla centrale Agip. Le uniche alternative di tracciato prese in considerazione hanno riguardato soltanto ottimizzazioni della direttrice individuata sulla base dei criteri sopra esposti. 4.5 Descrizione del tracciato Di seguito viene fornita la descrizione del tracciato del nuovo gasdotto con l obiettivo di fornire le minime indicazioni del suo percorso, le aree interessate e i principali attraversamenti. Il metanodotto in progetto si sviluppa attraverso le aree immediatamente a ridosso del bacino del Fiume Metauro in prossimità della confluenza marina per una lunghezza complessiva di circa 3,003 km. Il tracciato ha inizio dal nuovo Impianto di riduzione della pressione HPRS 50 la cui localizzazione è prevista in prossimità della Centrale AGIP di Fano (lato Sud-Ovest). In questo punto verrà realizzata anche una piccola variante al metanodotto esistente Coll. Centrale Agip al Met. Ravenna-Chieti DN 400 lunga lunga circa 115 m, in funzione della realizzazione del nuovo PIDI n. 1 interno della stessa area impiantistica dell HPRS. Il percorso del gasdotto subito dopo l uscita dal nuovo Impianto devia verso Nord-Est, al km 0+415 attraversa la strada di accesso alla Centrale AGIP. Al km 0+715 il metanodotto in progetto attraversa, mediante trivella spingitubo, l autostrada A14 (Bologna-Taranto) dove sono attualmente in corso i lavori per la realizzazione della terza

P01491-ENV-RE-100-006 13 di 64 00 corsia. Si evidenzia che l ampliamento della sede autostradale risulta già completato. Il percorso del gasdotto si sviluppa, quindi, mantenendo la stessa direzione verso nord-est attraversando prevalentemente aree agricole. Al km 1+255 il gasdotto attraversa la strada asfaltata di accesso ad un impianto di lavorazione inerti mediante la tecnica della trivella spingitubo; l attraversamento stradale è stato posizionato sfruttando l unico varco disponibile e limitando il più possibile l interferenza con un area adibita a parco mezzi situata in prossimità. Dopo circa 200 metri il gasdotto attraversa una strada vicinale con scavo a cielo aperto; immediatamente a valle dell attraversamento, km 1+530, è prevista una valvola di intercettazione (P.I.L n. 2) in accordo alle norme ministeriali di cui al DM del 17 aprile 2008. Deviando verso Nord-Ovest il percorso del gasdotto arriva nelle vicinanze delle aree golenali del Fiume Metauro che viene attraversato al km 2+170 circa mediante Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC) di lunghezza di 564 m circa. L attraversamento effettuato tramite TOC termina sulla sponda sinistra del Metauro al km 2+479 esattamente sopra l argine di contenimento del bacino idrico denominato Lago Vicini. In questo punto l argine risulta particolarmente alto e ben profilato. Al termine della percorrenza entro l argine (dal km 2+590), il gasdotto devia verso Nord fino ad immettersi nell area industriale mantenendosi in parallelo con la strada comunale asfaltata via della Madonna del Ponte. Questo ed i successivi tratti in parallelismo alla strada, verranno realizzati posando un cunicolo di calcestruzzo attorno al tubo per garantire una maggiore sicurezza dell attraversamento. Il gasdotto mantiene il parallelismo con la strada comunale fino al km 2+830, punto in cui avviene l attraversamento della stessa tramite trivella spingitubo della stessa. Un secondo attraversamento in trivella viene effettuato al km 2+925 per superare la rotatoria esistente. Il tracciato prosegue quindi fino all impianto esistente al km 3+003, punto di collegamento della condotta alla rete esistente dove verrà realizzato il PIDI n.3 in sostituzione ed ampliamento dell impianto esistente..

P01491-ENV-RE-100-006 14 di 64 00 5 CARATTERISTICHE TECNICHE DELL OPERA Il metanodotto in oggetto, progettato per il trasporto di gas naturale, sarà costituito da un sistema di condotte, formate da tubi in acciaio collegati mediante saldatura (linea) che rappresenta l elemento principale del sistema di trasporto in progetto e da una serie di impianti che, oltre a garantire l operatività della struttura, realizzano l intercettazione della condotta in accordo alla normativa vigente. Caratteristiche del fluido trasportato: gas naturale con densità 0,72 kg/m³ circa; pressione massima di progetto 12 bar; Linea: Condotta interrata della lunghezza complessiva di 3+003 km circa. Condotta interrata della lunghezza complessiva di 115 m circa Impianti e punti di linea: n. 1 Impianto di riduzione della pressione HPRS 50 con punto di intercettazione e di derivazione importante (P.I.D.I. n.1); n. 1 punto di intercettazione di derivazione importante (P.I.D.I. n.3); n. 1 punto di intercettazione di linea (P.I.L. n.2). I disegni tipologici dell opera in progetto sono riportati nell Allegato 2, mentre le schede degli impianti e dei punti di linea costituiscono l allegato 3. 5.1 Linea Collegamento Nuovo Impianto di Riduzione di Fano alla Rete di Fano DN 300 (12 ) DP 12 bar Per la realizzazione della nuova condotta il progetto prevede l utilizzo di tubazioni in acciaio con diametro DN 300 (12 ). Nella linea DN 300 saranno posti in opera tubi con carico unitario al limite di allungamento totale pari a 360 N/mm 2 corrispondente alle caratteristiche della classe EN L360 NB / MB. La condotta sarà del diametro nominale DN 300 (12"), con spessore unico di 9,5 mm. Le curve saranno ricavate da tubi piegati a freddo con raggio di curvatura pari a 40 diametri nominali, oppure prefabbricate con raggio di curvatura pari a 3 diametri nominali. Le curve con raggio pari a 3 DN prefabbricate avranno spessore all estremità di 9,5 mm In corrispondenza degli attraversamenti di strade importanti la condotta verrà messa in opera in tubo di protezione avente le seguenti caratteristiche: Diametro Nominale DN 450 (18") Spessore 8,7 mm Materiale acciaio di qualità equivalente al grado L360

P01491-ENV-RE-100-006 15 di 64 00 Materiali Per il calcolo degli spessori della tubazione è stato scelto il grado di utilizzazione f = 0,30. Protezione anticorrosiva La condotta sarà dotata di: una protezione passiva esterna costituita da un rivestimento in polietilene estruso ad alta densità, applicato in fabbrica, dello spessore di 2.2 mm, ed un rivestimento interno in vernice epossidica. I giunti di saldatura saranno rivestiti in linea con fasce termorestringenti; una protezione attiva (catodica) a corrente impressa che rende il metallo della condotta elettricamente più negativo rispetto all elettrolita circostante (terreno, acqua, ecc.). Fascia di asservimento La costruzione ed il mantenimento di un metanodotto sui fondi privati è legittimata da una servitù il cui esercizio, lasciate inalterate le possibilità di sfruttamento agricolo di questi fondi, limita la fabbricazione nell ambito di una fascia di asservimento a cavallo della condotta (servitù non aedificandi). L ampiezza di tale fascia varia in rapporto al diametro, alla pressione di esercizio del metanodotto, alle condizioni di posa ed al grado di utilizzazione adottato per il calcolo dello spessore delle tubazioni in accordo alle vigenti normative di legge. Nel presente caso, la condotta in progetto presenta tre ampiezze diverse di fascia di asservimento (Fig. 5.1,Fig. 5.2, Fig. 5.3): - 27 m (13,5+13,5 m) nel tratto dove sono presenti le tubazioni di comando del sistema di isolamento dell impianto di riduzione (i.s.) con pressione di 75 bar di collegamento al sistema di isolamento impianto (i.s.) (da km 0+000 al km 0+300 circa). - 12 m (6+6 m) (da km 0+300 al termine del metanodotto) ove non sono previste protezioni particolari; - 6 m (3+3 m) in presenza di protezioni meccaniche per la tubazione, quali tubo di protezione o cunicolo in c.a.;

P01491-ENV-RE-100-006 16 di 64 00 Fig. 5.1 - Fascia di servitù e area di passaggio normale e ristretta per un metanodotto DN 300 (12 ), DP 12 bar in presenza delle tubazioni di collegamento al sistema di isolamento (da km 0+000 al km 0+300 circa)

P01491-ENV-RE-100-006 17 di 64 00 Fig. 5.2 - Fascia di servitù e area di passaggio normale e ristretta per un metanodotto DN 300 (12 ), DP 12 bar

P01491-ENV-RE-100-006 18 di 64 00 Fig. 5.3 - Fascia di servitù e area di passaggio normale e ristretta per un metanodotto DN 300 (12 ), DP 12 bar in presenza di protezione meccanica della tubazione.

P01491-ENV-RE-100-006 19 di 64 00 Variante al collegamento Centrale Agip di Fano al metanodotto Ravenna Chieti DN 400 (16 ) DP 75 bar Per la realizzazione della nuova condotta il progetto prevede l utilizzo di tubazioni in acciaio con diametro DN 400 (16 ). La pressione di progetto adottata per il calcolo dello spessore delle tubazioni, è di 75 bar. Per il calcolo degli spessori della tubazione, inoltre, è stato scelto un grado di utilizzazione corrispondente a f = 0,57. La condotta è protetta da: una protezione passiva esterna in polietilene di adeguato spessore ed un rivestimento interno in vernice epossidica; i giunti di saldatura sono rivestiti in cantiere con fasce termorestringenti di polietilene. una protezione attiva (catodica), attraverso un sistema di corrente impressa con apparecchiature poste lungo la linea e l utilizzo di dispersori che rende il metallo della condotta elettricamente più negativo rispetto all elettrolita circostante (terreno, acqua, ecc.). Nel presente caso, la variante in progetto presenta una fascia di asservimento pari a 27 m (13,5+13,5 m). 5.2 Impianti e punti di linea Per la condotta in progetto, gli impianti e i punti di linea comprendono un punto di intercettazione della condotta (P.I.L.), due punti di intercettazione di derivazione importante (P.I.D.I.), di cui uno sulla variante al collegamento della Centrale Agip di Fano al metanodotto Ravenna Chieti DN 400 (16 ), e un impianto di riduzione (HPRS 50), oltre ad un sistema di isolamento (i.s.). I dati relativi alla localizzazione sono riportati in Tab. 5.1 e l ubicazione degli impianti è indicata sull allegata planimetria in scala 1:10.000 Tracciato di progetto (Dis. n. P01491-PPL-DW-100-001, Allegato 1), mentre i dettagli tecnici sono riportati in Allegato 14, nei disegni n. P01491-ENV-DW-100-100; P01491-ENV-DW-100-101; P01491-ENV-DW-100-102; P01491-ENV-DW-100-103). 5.2.1 Punti di intercettazione di linea e di derivazione importante In accordo alla normativa vigente (D.M. 17.04.2008), la condotta sarà sezionabile in tronchi mediante apparecchiature di intercettazione (valvole) denominate Punti di Intercettazione di Linea (P.I.L.). Si definisce invece Punto di Intercettazione di Derivazione Importante (P.I.D.I.) il complesso di apparecchiature necessarie per lo stacco da una linea principale, in corrispondenza di un punto di intercettazione sulla stessa, di una linea di derivazione, nonché per l alimentazione della medesima sia da monte che da valle della linea principale. I punti d intercettazione sono costituiti da tubazioni interrate, ad esclusione della tubazione di scarico del gas in atmosfera (attivata, eccezionalmente, per operazioni di manutenzione straordinaria e per la prima messa in esercizio della condotta) e della sua opera di

P01491-ENV-RE-100-006 20 di 64 00 sostegno. Gli impianti comprendono inoltre valvole d intercettazione interrate, apparecchiature per la protezione elettrica della condotta. Nel caso in oggetto, il P.I.L. n. 2 (km 1+530) sarà di nuova realizzazione e occuperà un area di circa 17 m 2 (Allegato 14). Si prevede inoltre la realizzazione di due Punti di Intercettazione e Derivazione Importante. Il P.I.D.I. n. 1 sulla variante al collegamento della Centrale Agip di Fano al metanodotto Ravenna Chieti DN 400 (16 ) e localizzato all interno della stessa area impiantistica dell HPRS 50, sarà di nuova realizzazione, mentre il P.I.D.I. n. 3 (km 3+003) verrà realizzato in sostituzione ed ampliamento di un impianto esistente, all interno di un area impiantistica adiacente, occupando una superficie complessiva di 85 m 2 5.2.2 Impianto di riduzione della pressione In prossimità della centrale Agip di Fano, sul lato sud-ovest, all interno della stessa area impiantistica in cui verrà realizzato il P.I.D.I. n. 1, sarà installato anche un Impianto di Riduzione della Pressione HPRS 50 (km 0+000). All impianto è inoltre associato un apparato di intercettazione per l isolamento dell impianto stesso (i.s.), inserito in un armadietto di protezione, posto ad una distanza compresa tra 80 e 300 m dall impianto stesso (km 0+280) e che andrà ad occupare un area di circa 3 m 2. Gli impianti e i punti di linea sopra descritti saranno recintati con pannelli in grigliato di ferro zincato, verniciato in colore verde (RAL 6014), alti 2 m dal piano impianto e fissati, tramite piantana in acciaio, su cordolo di calcestruzzo armato dell altezza dal piano campagna di circa 30 cm. Dove necessario è previsto anche il mascheramento con essenze arbustive autoctone (si veda quanto riportato al cap. 0). Tab. 5.1 - Localizzazione degli impianti di linea. Impianto Imp. Rid. HPRS 50 e P.I.D.I. n.1 (*) Progressiva (km) 0+000 Località Centrale AGIP di Fano Superficie (m 2 ) Lunghezza strade di accesso (m) 2263 296 P.I.L. n.2 (*) 1+530 Area agricola 17 165 Cabina per allacciamento al P.I.D.I. n.3 (**) 3+003 comune di Fano 2 85 8 presa (*) Impianto di nuova realizzazione (**) Impianto realizzato in sostituzione ed ampliamento dell impianto esistente. L area di nuova occupazione è di 60 m 2. 5.3 Manufatti Lungo il tracciato di un gasdotto, ove le condizioni lo richiedano, saranno realizzati interventi che, assicurando la stabilità dei terreni, o degli alvei dei corsi d acqua attraversati, garantiscano anche la sicurezza della tubazione. Tali interventi consistono in

P01491-ENV-RE-100-006 21 di 64 00 genere nella realizzazione di opere di sostegno dei pendii, di protezione spondale dei corsi d acqua e di opere idrauliche trasversali e longitudinali agli stessi per la regolazione del loro regime idraulico. Le opere vengono progettate tenendo conto delle esigenze degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio e della condotta. Ulteriori approfondimenti in merito agli interventi che verranno realizzati sono riportati nel Capitolo 0.

P01491-ENV-RE-100-006 22 di 64 00 6 FASI DI REALIZZAZIONE DELL OPERA 6.1 Fasi di costruzione 6.1.1 Realizzazione infrastrutture provvisorie Con il termine di infrastrutture provvisorie si intendono le piazzole di stoccaggio per l accatastamento delle tubazioni della raccorderia, ecc.. Le piazzole saranno realizzate in prossimità di strade percorribili dai mezzi adibiti al trasporto delle tubazioni e contigue all area di passaggio. La realizzazione delle stesse, previo accatastamento dell humus superficiale, consiste nel livellamento del terreno. Si eseguiranno inoltre, ove non già presenti, accessi provvisori dalla viabilità ordinaria per permettere l ingresso degli autocarri alle piazzole stesse e all area di passaggio. L ubicazione delle strade da adeguare, delle piste provvisorie e delle piazzole è riportata nelle tabelle seguenti. Tab. 6.1 - Ubicazione delle piazzole di stoccaggio delle tubazioni. Piazzola Comune Progressiva chilometrica approssimativa Superficie occupata (m 2 ) Località P1 0+000 1000 Centrale Agip P2 FANO 1+920 685 area cantiere TOC P3 2+760 1585 area cantiere TOC Tab. 6.2 - Ubicazione delle strade di accesso provvisorie lungo il tracciato. Comune FANO Progressiva chilometrica di riferimento Lunghezza (m) Ubicazione 0+705 90 Attraversamento A14 1+710 70 Area cantiere TOC 2+830 85 S.C. Madonna del ponte Tab. 6.3 - Ubicazione delle strade di accesso agli impianti. Comune FANO Progressiva chilometrica di riferimento Lunghezza (m) Ubicazione 0+000 296 centrale Agip 0+400 12 collegamento IS all'impianto 1+530 165 PIL n.2 3+003 8 impianto d'arrivo 6.1.2 Apertura dell area di passaggio Le operazioni di scavo della trincea e di montaggio della condotta richiederanno l apertura di un fascia denominata area di passaggio. Questa fascia dovrà essere il più continua possibile ed avere una larghezza tale da consentire la buona esecuzione dei lavori ed il transito dei mezzi di servizio e di soccorso.

P01491-ENV-RE-100-006 23 di 64 00 Nelle aree occupate da vegetazione arborea (vegetazione ripariale, incolto arboreo ed arbustivo, etc..), l apertura dell area di passaggio comporterà il taglio delle piante e la rimozione delle ceppaie. Nelle aree agricole sarà garantita la continuità funzionale delle opere d irrigazione e di drenaggio eventualmente interferite e, in presenza di colture arboree, si provvederà, ove necessario, all ancoraggio provvisorio delle stesse. In questa fase si opererà anche lo spostamento di eventuali pali di linee elettriche e/o telefoniche ricadenti nell area di passaggio. L area di passaggio normale avrà una larghezza complessiva pari a 16 m (7m+9m), mentre l area di passaggio ristretta avrà una larghezza complessiva pari a 14 m (5 m+9 m). In sintesi, la realizzazione dell opera comporterà l occupazione temporanea di una superficie complessiva pari a circa 5,2 ha. In corrispondenza degli attraversamenti d infrastrutture, di corsi d acqua e di aree particolari (impianti e punti di linea), l ampiezza dell area di passaggio sarà superiore a 16 metri per esigenze di carattere esecutivo ed operativo. L ubicazione dei tratti in cui si renderà necessario l ampliamento dell area di passaggio è riportata nella planimetria scala 1:10.000, disegno n. P091491-PPL-DW-100-001, Allegato 1 e riassunta nella Tab. 6.4 seguente. Tab. 6.4 - Ubicazione dei tratti di allargamento dell area di passaggio. Progressiva (km) Comune Superficie (m 2 ) Ubicazione/Motivazione 0+000 2215 Impianto di riduzione HPRS 50 0+705 2720 Attraversamento A14 1+205 411 triv. Strada accesso cava 1+490 FANO 80 triv. Recinzione cava e PIL 2 1+900 3538 foro uscita TOC 2+550 4440 foro entrata TOC 2+760 2100 S.C. madonna del ponte Prima dell apertura dell area di passaggio sarà eseguito, ove necessario, l accantonamento dello strato umico superficiale a margine dell area di passaggio per riutilizzarlo in fase di ripristino. In questa fase verranno realizzate le opere provvisorie, come tombini, guadi o quanto altro serve per garantire il deflusso naturale delle acque. I mezzi utilizzati saranno in prevalenza cingolati: ruspe, escavatori e pale caricatrici. L accessibilità all area di passaggio sarà normalmente assicurata dalla viabilità ordinaria, che, durante l esecuzione dell opera, subirà unicamente un aumento del traffico dovuto ai soli mezzi dei servizi logistici. I mezzi adibiti alla costruzione invece utilizzeranno l area di passaggio messa a disposizione per la realizzazione dell opera.

P01491-ENV-RE-100-006 24 di 64 00 6.1.3 Sfilamento delle tubazioni lungo l area di passaggio L attività consiste nel trasporto dei tubi dalle piazzole di stoccaggio e al loro posizionamento lungo l area di passaggio, predisponendoli testa a testa per la successiva fase di saldatura. Per queste operazioni, saranno utilizzati trattori posatubi (sideboom) o escavatori e mezzi cingolati adatti al trasporto delle tubazioni. 6.1.4 Saldatura di linea I tubi saranno collegati mediante saldatura ad arco elettrico. L accoppiamento sarà eseguito mediante accostamento di testa di due tubi, in modo da formare, ripetendo l operazione più volte, un tratto di condotta. I tratti di tubazioni saldati saranno temporaneamente disposti parallelamente alla traccia dello scavo, appoggiandoli su appositi sostegni in legno per evitare il danneggiamento del rivestimento esterno. I mezzi utilizzati in questa fase saranno essenzialmente trattori posatubi, motosaldatrici e compressori ad aria. 6.1.5 Controlli non distruttivi delle saldature Le saldature saranno tutte sottoposte ad accurati controlli non distruttivi. Le singole saldature saranno accettate se rispondenti ai parametri imposti dalla normativa vigente. 6.1.6 Scavo della trincea Prima dell apertura della trincea sarà eseguito ove necessario, l accantonamento dello strato humico superficiale a margine dell area di passaggio o in depositi di stoccaggio temporanei dedicati per riutilizzarlo in fase di ripristino. Lo scavo destinato ad accogliere la condotta sarà aperto con l utilizzo di macchine escavatrici adatte alle caratteristiche morfologiche e litologiche del terreno attraversato (escavatori in terreni sciolti, martelloni in roccia). Le dimensioni standard della trincea sono riportate nei disegni tipologici di progetto (Dis. n. P01491-ENV-DW-100-301, Allegato 2). Il materiale di risulta dello scavo verrà depositato lateralmente allo scavo stesso, lungo l area di passaggio, per essere riutilizzato in fase di rinterro della condotta. 6.1.7 Rivestimento dei giunti Al fine di realizzare la continuità del rivestimento in polietilene, costituente la protezione passiva della condotta, si procederà a rivestire i giunti di saldatura con apposite fasce termorestringenti. Il rivestimento della condotta sarà quindi interamente controllato con l utilizzo di una apposita apparecchiatura a scintillio (holiday detector) e se necessario, saranno eseguite le riparazioni con l applicazione di mastice e pezze protettive. È previsto l utilizzo di trattori posatubi per il sollevamento della colonna.

P01491-ENV-RE-100-006 25 di 64 00 6.1.8 Posa della condotta Ultimata la verifica della perfetta integrità del rivestimento, la colonna saldata sarà sollevata e posata nello scavo con l impiego di trattori posatubi (sideboom) o escavatori (Fig. 6.1). Nel caso in cui il fondo dello scavo presenti asperità tali da poter compromettere l integrità del rivestimento, sarà realizzato un letto di posa con materiale inerte (sabbia, ecc.) (vedi dis. n. P01491-ENV-DW-100-301, Allegato 2). Le colonne posate saranno successivamente saldate una con l altra. Fig. 6.1 - Sollevamento della colonna. 6.1.9 Rinterro della condotta La condotta posata sarà ricoperta con il materiale di risulta (Fig. 6.2) accantonato lungo l area di passaggio all atto dello scavo della trincea. Le operazioni saranno condotte in due fasi per consentire, a rinterro parziale, la posa del nastro di avvertimento (vedi dis. n. P01491-ENV-DW-100-301, Allegato 2), utile per segnalare la presenza della condotta in gas. A conclusione delle operazioni di rinterro si provvederà a ridistribuire sulla superficie il terreno vegetale accantonato (Fig. 6.3).

P01491-ENV-RE-100-006 26 di 64 00 Fig. 6.2 - Operazione di rinterro della condotta. Fig. 6.3 - Ridistribuzione dello strato humico superficiale.

P01491-ENV-RE-100-006 27 di 64 00 6.1.10 Realizzazione degli attraversamenti Gli attraversamenti di corsi d acqua, di infrastrutture e di particolari elementi morfologici (aree boscate, ecc.) vengono realizzati con piccoli cantieri, che operano simultaneamente all avanzamento della linea, in modo da garantire la realizzazione degli stessi prima dell arrivo della linea. Le metodologie realizzative possibili sono diverse e, in sintesi, possono essere così suddivise: attraversamenti realizzate tramite scavo a cielo aperto; attraversamenti realizzati tramite tecnologie trenchless. A loro volta questi ultimi si differenziano per l impiego di procedimenti senza controllo direzionale: trivella spingitubo, o con controllo direzionale: microtunnelling trivellazione orizzontale controllata (TOC). La scelta della metodologia da utilizzare dipende da diversi fattori, quali: profondità di posa, presenza di acqua o di roccia, tipologia e consistenza del terreno, permeabilità, sensibilità dell ambiente, ecc.. In generale per gli attraversamenti in cui non è prevista la posa in opera di tubo di protezione si utilizza la posa della tubazione tramite scavo a cielo aperto, che consente un rapido intervento e ripristino delle aree a fronte di un temporaneo ma reversibile disturbo diretto sulle stesse. Questi attraversamenti sono generalmente realizzati in corrispondenza di strade comunali, o comunque della viabilità secondaria, e dei corsi d acqua. L attraversamento di un fiume con scavo a cielo aperto rappresenta infatti la tecnica più consolidata per la posa di condotte. Gli attraversamenti che richiedono l ausilio del tubo di protezione possono essere realizzati per mezzo di scavo a cielo aperto, ma più di frequente con l impiego di apposite trivelle spingitubo, il che consente di non interferire direttamente sul corso d acqua o sulla infrastruttura interessata, ma con restrizioni sull applicabilità legate alla lunghezza dell attraversamento o alla presenza di ciottoli o di terreni permeabili. Gli attraversamenti di ferrovie, strade statali, strade provinciali, di particolari servizi interrati (collettori fognari, ecc.) e, in alcuni casi, di collettori in CLS sono realizzati, in accordo alla normativa vigente, con tubo di protezione. Il tubo di protezione è verniciato internamente e rivestito, all esterno, con polietilene applicato a caldo in fabbrica dello spessore minimo di 3 mm. Qualora si operi con scavo a cielo aperto, la messa in opera del tubo di protezione avviene, analogamente ai normali tratti di linea, mediante le operazioni di scavo, posa e rinterro della tubazione (da 6.1.2 a 6.1.9) Qualora si operi con trivella spingitubo, la messa in opera del tubo di protezione comporta le operazioni, maggiormente dettagliate al punto 6.1.10.1. In entrambi i casi, contemporaneamente alla messa in opera del tubo di protezione, si procede, fuori opera,

P01491-ENV-RE-100-006 28 di 64 00 alla preparazione del cosiddetto "sigaro". Questo è costituito dal tubo di linea a spessore maggiorato, cui si applicano alcuni collari distanziatori che facilitano le operazioni di inserimento e garantiscono nel tempo un adeguato isolamento elettrico della condotta. Il sigaro viene poi inserito nel tubo di protezione e collegato alla linea. Una volta completate le operazioni di inserimento, alle estremità del tubo di protezione saranno applicati i tappi di chiusura con fasce termorestringenti. In corrispondenza di una o di entrambe le estremità del tubo di protezione, in relazione alla lunghezza dell attraversamento ed al tipo di servizio attraversato, è collegato uno sfiato (Fig. 6.4). Lo sfiato, munito di una presa per la verifica di eventuali fughe di gas e di un apparecchio tagliafiamma, è realizzato utilizzando un tubo di acciaio DN 80 (3") con spessore di 2,90 mm. La presa è applicata a 1,50 m circa dal suolo, l apparecchio tagliafiamma è posto all estremità del tubo di sfiato, ad un altezza non inferiore a 2,50 m. In corrispondenza degli sfiati, sono posizionate piantane alle cui estremità sono sistemate le cassette contenenti i punti di misura della protezione catodica. Fig. 6.4 - Sfiato. Tipologie di attraversamento più complesse quali microtunnel e TOC possono essere impiegate per la posa di condotte e cavi in particolari situazioni, quali: attraversamento di corpi idrici importanti (fiumi, torrenti, canali, laghi, paludi, lagune, ecc.); attraversamento di ostacoli naturali come salti morfologici (dossi rocciosi, colline, pendii in frana, ecc.); attraversamento di ostacoli artificiali (autostrade e strade, ferrovie, argini, piazzali, ecc.); realizzazione di approdi costieri; sottopasso di aree di particolare pregio ambientale e/o archeologico.

P01491-ENV-RE-100-006 29 di 64 00 L applicazione di tali tecnologie elimina le interferenze dirette sull area che s intende preservare, anche se richiede la predisposizione di più ampie aree di cantiere agli estremi dell attraversamento e una più prolungata presenza dello stesso. Di seguito si descrivono in maniera sintetica le diverse modalità di attraversamento utilizzate nel progetto. 6.1.10.1 Trivella spingitubo con unità di perforazione Questa metodologia consiste nell infiggere orizzontalmente nel terreno il tubo di protezione in acciaio mediante spinta con martinetti idraulici. Prima di effettuare l'attraversamento, individuata la profondità di posa della condotta, si predispongono due pozzi, uno di partenza ed uno di arrivo. Il pozzo di partenza funge da postazione di spinta. Tale postazione di norma ha dimensioni in pianta di circa 10 x 4 m ed una profondità variabile in funzione della quota dell'attraversamento (è buona norma mantenere una copertura minima della perforazione pari a 2,5 volte il diametro del foro da realizzare). Realizzata la postazione di spinta, in essa si posiziona l attrezzatura di perforazione e spinta del tubo camicia costituita da: un telaio di guida; una stazione di spinta. L esecuzione della trivellazione avviene mediante l avanzamento del tubo di protezione, posizionato sul telaio, spinto da martinetti idraulici, al cui interno agisce solidale la trivella di perforazione (con testata diversa a seconda della tipologia di terreno) dotata di coclee per lo smarino del materiale di scavo (Fig. 6.5). Un motore diesel installato sul telaio di spinta fornisce la forza necessaria alla rotazione dell asta di perforazione e della testata. Con tale metodologia è possibile effettuare perforazioni di lunghezza non superiore a 100 m circa. Fig. 6.5 - Coclea per trivella spingitubo.

P01491-ENV-RE-100-006 30 di 64 00 Nel caso in questione, verranno realizzati alcuni attraversamenti mediante la tecnica della trivella spingitubo riepilogati nella seguente tabella Tab. 6.5 - Attraversamenti realizzati con trivella spingitubo. Nome COMUNE da km a km Lunghezza (m) A14 0+662 0+730 68 Strada sterrata accesso cava 1+220 1+255 35 recinzione cava FANO 1+475 1+512 35 S.C. della Madonna del Ponte 2+830 2+840 10 nuova viabilità esistente 2+910 2+950 40 tot 188 6.1.10.2 Trivellazione orizzontale Controllata (TOC) L attraversamento tramite TOC (acronimo di Trivellazione Orizzontale Controllata), tecnica nota anche con il nome di HDD (Horizontal Directional Drilling), si basa sul metodo sviluppato per la perforazione direzionale dei pozzi petroliferi. La differenza principale consiste nel fatto che, al posto dell albero verticale e del blocco di fine corsa, l impianto è costituito da una rampa inclinata sulla quale trasla un carrello mobile, che provvede alla rotazione, alla spinta, alla tensione e all immissione dei fanghi necessari alla perforazione. Questi ultimi sono dati essenzialmente da una miscela di acqua e bentonite. Tale miscela è atta a conferire al fango la densità necessaria a mantenere in sospensione i materiali di risulta della trivellazione; inoltre, penetrando nel terreno circostante il foro, specialmente nei terreni sciolti, ne migliora la struttura comportandosi come un argilla artificiale e conferendo una maggiore stabilità. Il procedimento seguito con questa tecnica consta di tre fasi (Fig. 6.6): Realizzazione del foro pilota: Consiste nella realizzazione di un foro di piccolo diametro lungo un profilo prestabilito. La capacità direzionale è garantita da un asta di perforazione tubolare dotata, in prossimità della testa, di un piano asimmetrico noto come scarpa direzionale e contenente al suo interno una sonda in grado di determinare in ogni momento la posizione della testa di perforazione. Alesatura del foro: il foro pilota è allargato fino a un diametro tale da permettere l alloggiamento della tubazione. L alesatore viene fatto ruotare e contemporaneamente tirare dal rig di perforazione. Tiro posa della condotta: la tubazione viene varata all interno del foro, mediante tiro della stessa attraverso le apposite aste, fino al rig. Al termine dei lavori di cantiere, le postazioni vengono demolite e tutte le aree di lavoro vengono ripristinate allo stato originale.

P01491-ENV-RE-100-006 31 di 64 00 Fig. 6.6 - Le tre fasi operative per una TOC/HDD. Per la realizzazione del metanodotto in progetto è prevista l esecuzione di una T.O.C. in prossimità dell attraversamento del fiume Metauro. La condotta sarà collocata ad una profondità di circa 12 m al di sotto dell alveo fluviale e ad una distanza di sicurezza dalla quota del piede esterno dei corpi arginali. Le aree di cantiere realizzate in corrispondenza dei fori di uscita e di entrata della TOC sono riportate all estero degli argini del fiume ad una distanza di sicurezza. Tab. 6.6 - Attraversamenti mediante tecnologie trenchless. Località COMUNE da km a km Lunghezza (m) Tipologia Fiume Metauro Fano 1+915 2+479 564 TOC La realizzazione dell opera in oggetto non comporterà una diminuzione della sezione idraulica del fiume, non determinando quindi variazioni sulle caratteristiche di deflusso delle acque al verificarsi dei fenomeni di piena. 6.1.10.3 Attraversamento delle infrastrutture principali Nella seguente tabella si sintetizzano le caratteristiche degli attraversamenti delle infrastrutture principali.

P01491-ENV-RE-100-006 32 di 64 00 Tab. 6.7 - Attraversamenti delle principali infrastrutture viarie. INFRASTRUTTURE km COMUNE AUTOSTRADA A14 0+710 S.C DELLA MADONNA DEL PONTE NUOVA VIABILITÁ ESISTENTE 2+830 2+925 FANO 6.1.11 Realizzazione degli impianti e dei punti di linea DISEGNI TIPOLOGICI P01491-ENV- DW-100-319 ATTRAVERSAMENTO TRIVELLA SPINGITUBO TRIVELLA SPINGITUBO TRIVELLA SPINGITUBO La realizzazione degli impianti e dei punti di linea consiste nel montaggio delle valvole, dei relativi bypass e dei diversi apparati che li compongono. Le valvole sono quindi messe in opera completamente interrate, ad esclusione dello stelo di manovra (apertura e chiusura della valvola). Al termine dei lavori si procede al collaudo ed al collegamento dei sistemi alla linea. Fig. 6.7 - Esempio di impianto di intercettazione di linea P.I.L.

P01491-ENV-RE-100-006 33 di 64 00 Fig. 6.8 - Esempio di impianto di intercettazione e derivazione importante (P.I.D.I.) 6.1.12 Collaudo idraulico, collegamento e controllo della condotta A condotta completamente posata e collegata si procede al collaudo idraulico per una durata minima di 48 ore, ad una pressione minima di 1,3 volte la pressione massima di esercizio e ad una pressione massima che non generi, nella sezione più sollecitata, una tensione superiore al carico unitario di snervamento minimo garantito per il tipo di materiale utilizzato, in accordo con quanto previsto al punto 4.4 del D.M. 17/04/08. Le fasi di riempimento e svuotamento dell acqua del collaudo idraulico sono eseguite utilizzando idonei dispositivi, comunemente denominati pig, che vengono impiegati anche per operazioni di pulizia e messa in esercizio della condotta. Queste attività sono, normalmente, svolte suddividendo la linea per tronchi di collaudo. I tratti collaudati verranno successivamente collegati tra loro mediante saldatura controllata con sistemi non distruttivi. L Appaltatore dovrà provvedere alla individuazione del punto di prelievo dell acqua, utilizzando sorgenti naturali, quali corsi d acqua superficiali, bacini e pozzi, serbatoi artificiali o reti idriche disponibili in zona, nel rispetto della legislazione vigente in materia. Sarà altresì obbligo dell Appaltatore ottenere tutti i permessi necessari per l utilizzo dell acqua ed osservare eventuali prescrizioni. Non è consentito l utilizzo di acque reflue o derivanti da processi industriali. L acqua dovrà essere filtrata per evitare l ingresso di corpi estranei nel tronco in prova e se necessario dovranno essere utilizzati apparati di decantazione e filtraggio per evitare fenomeni di sedimentazione nella linea.

P01491-ENV-RE-100-006 34 di 64 00 L acqua prelevata sarà successivamente rilasciata nello stesso corpo idrico con le stesse caratteristiche presenti al prelievo e previo filtraggio meccanico atto a evitare la dispersione in ambiente di eventuali residui metallici (trucioli e/o scorie di saldatura). È da precisare che i tubi saranno pre-collaudati in stabilimento e successivamente accuratamente sabbiati e rivestiti internamente; le condizioni di pulizia interna dei tubi al momento del collaudo idraulico saranno pertanto ottimali. Non è prevista alcuna additivazione dell acqua utilizzata per il collaudo. I punti di presa e scarico dell acqua di collaudo potranno essere definiti in fase di costruzione dell opera compatibilmente alla disponibilità dei corpi idrici attraversati. Sarà comunque onere dell impresa Appaltatrice di richiedere le necessarie autorizzazioni previste dalla legislazione vigente agli enti gestori prima delle operazioni di prelievo e di scarico. 6.1.13 Esecuzione dei ripristini In questa fase saranno eseguite tutte le operazioni necessarie a riportare l ambiente allo stato preesistente i lavori. Al termine delle fasi di collaudo e collegamento, ad ultimazione delle operazioni di montaggio, si procederà a realizzare gli interventi di ripristino. Le opere di ripristino previste possono essere raggruppate nelle seguenti due tipologie principali: Ripristini geomorfologici Si tratta di opere ed interventi mirati alla sistemazione dei tratti di maggiore acclività, alla sistemazione e protezione delle sponde dei corsi d acqua attraversati e al ripristino di strade e servizi incontrati dal tracciato. Ripristini vegetazionali Tendono alla ricostituzione, nel più breve tempo possibile, del manto vegetale preesistente i lavori nelle zone con vegetazione naturale. Le aree agricole saranno ripristinate al fine di restituire l originaria fertilità. Il dettaglio delle opere di ripristino previste è riportato nel successivo capitolo 0. 6.1.14 Opera ultimata La particolare tipologia dell opera, che al termine dei lavori di costruzione risulta essere completamente interrata con l area di passaggio ripristinata, fa sì che non emerga alcuna situazione particolarmente critica. Gli unici elementi fuori terra, infatti risulteranno essere: i cartelli segnalatori del metanodotto (P01491-ENV-DW-100-303, Allegato 2) ed i tubi di sfiato (P01491-ENV-DW-100-313, Allegato 2) posti in corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di protezione (Fig. 6.9); gli impianti ed i punti di intercettazione di linea, comprendenti gli steli di manovra delle valvole, l apparecchiatura di sfiato, la recinzione. Gli interventi di ripristino sono progettati, in relazione alle diverse caratteristiche morfologiche, vegetazionali e di uso del suolo incontrate lungo il tracciato, al fine di riportare, per quanto possibile e nel tempo necessario alla crescita delle specie, gli

P01491-ENV-RE-100-006 35 di 64 00 ecosistemi esistenti nella situazione preesistente ai lavori e concorrono sostanzialmente alla mitigazione degli impatti indotti dalla realizzazione dell opera sull ambiente. Fig. 6.9 - I cartelli segnalatori del metanodotto ed i tubi di sfiato posti in corrispondenza degli attraversamenti eseguiti con tubo di protezione. 6.2 Gestione delle terre e rocce da scavo La realizzazione di un metanodotto, come tutte le opere lineari interrate, richiede l esecuzione di movimenti terra legati essenzialmente alle fasi di apertura dell area di passaggio e allo scavo della trincea. I movimenti terra associati alla costruzione delle condotte rientrano tra le esclusioni dell ambito dell applicazione del Titolo IV del D. Lgs. 152/06 e successive modifiche e integrazioni (art. 185, comma 1, lettera c), in quanto il suolo interessato dalle nuove opere risulta non contaminato (viene interessato esclusivamente terreno vegetale di aree agricole a seminativo) e riutilizzato allo stato naturale nello stesso sito in cui è stato escavato. Infatti, i lavori di costruzione comportano esclusivamente accantonamenti del terreno scavato lungo l area di passaggio, senza richiedere trasporto e movimenti del materiale longitudinalmente all asse dell opera e senza alterarne lo stato, ed il suo successivo totale riutilizzo nel medesimo sito in cui è stato scavato, al completamento delle operazioni di posa della condotta. Le terre prodotte durante le trivellazioni per la realizzazione della TOC e attraversamenti di strade con l ausilio di trivelle spingitubo saranno gestite come rifiuti e conferite presso

P01491-ENV-RE-100-006 36 di 64 00 discariche autorizzate, secondo vigente normativa. Per approfondimenti in tal senso si rimanda al successivo 6.3. I materiali derivanti dagli scavi per la realizzazione del metanodotto non ricadono quindi nell ambito di applicazione del D.M. n. 161 del 10 Agosto 2012, ma esclusivamente in quello dell art. 185, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 152/06 ( il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato ). 6.3 Produzione e gestione dei rifiuti I rifiuti derivanti dalla realizzazione dell opera in esame sono riconducibili esclusivamente alle fasi di cantiere per la costruzione delle nuove condotte e alla rimozione delle strutture esistenti, in quanto l esercizio dell opera non genera alcuna tipologia di rifiuto. Tutti i rifiuti prodotti saranno gestiti ed inviati a smaltimento dall impresa appaltatrice dei lavori nel rispetto della normativa vigente in materia (D.Lgs. 152/06), applicando i seguenti criteri generali di gestione dei rifiuti: riduzione dei quantitativi prodotti, attraverso il recupero e il riciclaggio dei materiali; separazione e deposito temporaneo per tipologia; recupero e/o smaltimento ad impianto autorizzato. Di seguito si riporta un elenco dei rifiuti potenzialmente prodotti durante le attività di costruzione e rimozione di un metanodotto, classificati in base al codice CER e alla destinazione del rifiuto in accordo alla parte IV del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Tab. 6.8 - Classificazione dei rifiuti potenzialmente prodotti durante le fasi di costruzione delle opere in progetto. DESCRIZIONE OPERATIVA CODICE CER DESCRIZIONE UFFICIALE STATO FISICO DESTINAZIONE DEL RIFIUTO Ferro e acciaio 17 04 05 ferro e acciaio SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Cavi 17 04 11 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10 SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Altri materiali isolanti. Guaina bituminosa Rifiuti misti da attività di costruzione e demolizione non contenenti sostanze pericolose (cappe acustiche, armadietti B4, PIG, lamiere, tetti, laminati plastici, vetroresina, prefabbricati, ecc.) 17 06 03* 17 09 04 altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose rifiuti misti dall attività di costruzione e demolizione diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 SOLIDO NON POLVERULENTO SOLIDO NON POLVERULENTO Smaltimento Recupero

P01491-ENV-RE-100-006 37 di 64 00 DESCRIZIONE OPERATIVA CODICE CER DESCRIZIONE UFFICIALE STATO FISICO DESTINAZIONE DEL RIFIUTO Rifiuti misti da attività di costruzione e demolizione contenenti sostanze pericolose Indumenti protettivi (elmetto, scarpe, indumenti protettivi, occhiali, imbragature, cuffie, ecc.) non contaminati da sostanze pericolose 17 09 03* 15 02 03 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose assorbenti, materiali filtranti, stracci, indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 SOLIDO NON POLVERULENTO SOLIDO NON POLVERULENTO Smaltimento Smaltimento Imballaggi compositi 15 01 05 imballaggi in materiali compositi SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero o Smaltimento Imballaggi in carta e cartone 15 01 01 imballaggi in carta e cartone SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Imballaggi in PVC e plastica 15 01 02 imballaggi in plastica SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Imballaggi metallici non contaminati 15 01 04 imballaggi metallici SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero o Smaltimento Imballaggi misti 15 01 06 imballaggi in materiali misti SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Rifiuti plastici non costituiti da imballaggi e non contaminati da sostanze pericolose (es. cartelli segnaletici, PVC, ecc.) 07 02 13 rifiuti plastici SOLIDO NON POLVERULENTO Recupero Il trasporto e il recupero/smaltimento dei rifiuti derivanti dalle attività dell Appaltatore, sono a carico di quest ultimo, secondo la normativa vigente in materia di gestione dei rifiuti e le disposizioni contrattuali. In particolare, sarà onere dell Appaltatore: effettuare la caratterizzazione e la classificazione dei rifiuti prodotti; inviare a recupero/smaltimento presso impianti autorizzati tutti i rifiuti prodotti contestualmente allo svolgimento delle attività; effettuare, in caso di necessità, il deposito temporaneo in aree di proprietà e/o convenzionate dell Appaltatore, nel rispetto della normativa vigente; attuare idonei dispositivi al fine di evitare la dispersione nel terreno di residui solidi e/o liquidi; attuare le operazioni di ripristino delle aree adibite a deposito temporaneo, una volta completate le attività di recupero/smaltimento;

P01491-ENV-RE-100-006 38 di 64 00 compilare, in conto proprio, in qualità di produttore dei rifiuti il registro di carico e scarico (quando dovuto) e il formulario di identificazione del rifiuto; consegnare alla Committente copia della documentazione che attesti, in accordo alla legislazione vigente in materia, l avvenuto smaltimento/recupero di tutti i rifiuti derivanti dall attività dell Appaltatore; effettuare la comunicazione annuale MUD. Il deposito temporaneo di rifiuti, effettuato prima dell invio a recupero/smaltimento, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, dovrà necessariamente rispettare le seguenti condizioni: essere effettuato in una zona idonea all interno dell area di cantiere, opportunamente predisposta al fine di evitare infiltrazioni e percolazioni sul suolo, che sarà totalmente smantellata al termine dei lavori; essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, evitando di miscelare rifiuti pericolosi aventi caratteristiche di pericolo differenti o rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; sarà altresì necessario effettuare il deposito separando i rifiuti per: codice CER; classi di pericolo; stato fisico; incompatibilità chimico/fisica; per i rifiuti pericolosi, osservare le norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute, con riferimento anche all imballaggio e all etichettatura delle sostanze pericolose; i rifiuti dovranno essere raccolti e inviati alle operazioni di recupero e/o smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito temporaneo raggiunga complessivamente i 30 metri cubi, di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno (dalla prima registrazione di carico sul registro di carico e scarico), anche quando il quantitativo complessivo non supera il limite suddetto. Di seguito si riporta un elenco indicativo delle discariche presenti nella provincia di Pesaro e Urbino eventualmente utilizzabili per il conferimento dei rifiuti prodotti. Tale elenco, ripreso dal Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR) riepiloga la situazione relativa alla disponibilità volumetrica delle discariche aggiornata al 31-12-2011. Tab. 6.9 - Elenco discariche.

P01491-ENV-RE-100-006 39 di 64 00 Discariche Tipologia Comune Disponibilità volumetrica (m 3 ) Distanza tracciato (km) Ca Asprete RNP Tavullia 1.570.000 25 Monteschiantello di Fano RNP Fano 729.700 7 Cà Lucio RNP Urbania 59.500 (1) 45 Cà Rafaneto RNP Barchi 25.000 (2) 18 Cà Guglielmo RNP Cagli 22.000 43 (1) progetto di ampliamento autorizzato in fase di approvazione di ulteriori 680.000 m 3 (2) in attesa di valutazione per possibile ampliamento di ulteriori 150.000 m 3 Realizzazione nuove condotte Di seguito si riportano i quantitativi stimati per le principali tipologie di rifiuti prodotti durante la realizzazione del metanodotto in progetto. Tab. 6.10 - Stima dei quantitativi di rifiuti prodotti per la realizzazione delle nuove condotte. TIPOLOGIA RIFIUTO PRODOTTO CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI DESTINAZIONE DEL RIFIUTO QUANTITA (kg) Residui di tubazioni Non pericolosi Smaltimento 140 Rifiuti da attività di costruzione/demolizione Non pericolosi Smaltimento 36.800 (1) Materiali ferrosi Non pericolosi Recupero 90 Vernici e solventi Pericolosi Smaltimento 1,4 Rifiuti oleosi Pericolosi Recupero 380 Terreni derivanti dalla realizzazione delle opere trenchless Imballaggi (carta, cartone, PVC, plastica, metallo, misti) Inerti Smaltimento 142.252 (2) Non pericolosi Recupero 90

P01491-ENV-RE-100-006 40 di 64 00 TIPOLOGIA RIFIUTO PRODOTTO CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI DESTINAZIONE DEL RIFIUTO QUANTITA (kg) Rifiuti da attività di ufficio Non pericolosi Recupero o Smaltimento 20 (1) Le quantità sono relative ai residui della costruzione dei nuovi impianti alle demolizione necessarie alla modifica di alcuni impianti di linea esistenti. (2) Tale valore è stato calcolato sommando i volumi di terra prodotti dagli attraversamenti realizzati con trivelle spingitubo e TOC. Per quest ultima si è ipotizzato di produrre un quantitativo di smarino pari all intero volume occupato dal tubo interrato. Il valore è quindi da considerarsi sovrastimato. Si rimanda al 6.1.10.2 per approfondimenti sulla tecnica di attraversamento.

P01491-ENV-RE-100-006 41 di 64 00 7 ESERCIZIO DELL OPERA 7.1 Gestione del sistema di trasporto 7.1.1 Organizzazione centralizzata: DISPACCIAMENTO L'attività del Dispacciamento si svolge nella sede operativa di San Donato Milanese (MI) ed è presidiata da personale specializzato, che si avvicenda in turni che coprono le 24 ore, per tutti i giorni dell'anno. In appoggio al personale di sala, agisce il personale di assistenza tecnica che assicura lo sviluppo dei programmi di simulazione, di previsione della domanda e di ottimizzazione del trasporto, la gestione del sistema informatico (per l'acquisizione dei dati di telemisura e l'operatività dei telecomandi), la programmazione a breve termine del trasporto e della manutenzione sugli impianti. I principali strumenti di controllo del Dispacciamento sono la sala operativa, il sistema di elaborazione ed il sistema di telecomunicazioni. L'attività del Dispacciamento Il Dispacciamento è l'unità operativa che gestisce le risorse di gas naturale programmando, su base giornaliera, l'esercizio della rete di trasporto e determinando le condizioni di funzionamento dei suoi impianti. Esso valuta tempestivamente la disponibilità di gas dalle diverse fonti di approvvigionamento, le previsioni del fabbisogno dell'utenza, la situazione della rete, le caratteristiche funzionali degli impianti ed i criteri di utilizzazione. La domanda di gas, infatti, subisce significative oscillazioni nell'arco del giorno e della settimana, oltre ad avere una grande variabilità stagionale. Ma anche la disponibilità di gas naturale importato può subire oscillazioni contingenti: tutto ciò richiede il continuo adattamento del sistema. Il Dispacciamento assicura, attraverso gli strumenti previsionali, il contatto costante con le sedi periferiche ed il sistema di controllo in tempo reale della rete, grazie al quale è in grado di intervenire a distanza sugli impianti, secondo le esigenze del momento, garantendo il massimo livello di sicurezza. Il sistema di telecontrollo, strumento operativo del Dispacciamento, svolge le funzioni di telemisura e di telecomando. Con la telemisura vengono acquisiti i dati rilevanti per l'esercizio: pressioni, portata, temperatura, qualità del gas, stati delle valvole e dei compressori. Con il telecomando si modifica l'assetto degli impianti in relazione alle esigenze operative. Di particolare importanza è il telecomando delle centrali di compressione che vengono gestite direttamente dal Dispacciamento. Attualmente gli impianti controllati dal Dispacciamento sono circa 1.410 e altri 200 saranno realizzati nel prossimo futuro. La prioritaria funzione del Dispacciamento in termine di sicurezza è di assicurare l'intervento tempestivo, in ogni punto della rete, sia con il telecomando degli impianti, sia attraverso l'utilizzo del personale specializzato presente nei centri operativi distribuiti su tutto il territorio nazionale prontamente attivati poiché reperibili 24 ore su 24. Sistema di telecontrollo

P01491-ENV-RE-100-006 42 di 64 00 L'evoluzione della tecnologia elettromeccanica nel campo della strumentazione e della trasmissione dati ha consentito la realizzazione di sistemi di telecontrollo e di sistemi di comando a distanza su impianti industriali. Lo sviluppo parallelo di sistemi di controllo atti a segnalare a distanza qualsiasi grandezza misurata e di sistemi di comando che consentono l'azionamento a distanza di apparecchiature, permette oggi la realizzazione di sistemi di telecontrollo altamente affidabili e, quindi, la gestione a distanza di impianti non presidiati. In particolare: i sistemi di controllo a distanza sono stati adottati al fine di disporre dei valori istantanei delle variabili relative ai gasdotti ed altri impianti da essi derivati e, conseguentemente, di avere informazioni in tempo reale, sulle eventuali variazioni dei parametri di esercizio dell'intero sistema di trasporto gas; i sistemi di comando sono stati adottati al fine di effettuare sia variazioni di grandezze controllate sia l'isolamento di tronchi di gasdotti e/o l'intercettazione parziale o totale di impianti. Al fine di gestire, in modo ottimale, una realtà complessa ed in continua evoluzione quale la rete gasdotti, la Snam Rete Gas ha realizzato un sistema di telecontrollo in grado di assolvere la duplice funzione di garantire la sicurezza e di consentire l'esercizio degli impianti. In particolare la Snam Rete Gas ha sviluppato: telecontrolli di sicurezza, che consentono il sezionamento in tronchi dei gasdotti; telecontrolli di esercizio, che consentono di ottimizzare il trasporto e la distribuzione del gas in funzione delle importazioni e della produzione nazionale. Come già detto, il Dispacciamento provvede alla gestione della rete gasdotti direttamente da S. Donato Milanese. Sulla base dei valori delle variabili in arrivo dagli impianti, esso è in grado di controllare e modificare le condizioni di trasporto e distribuzione del gas nella rete e/o di intervenire, mettendo in sicurezza la rete, a fronte di valori anomali delle variabili in arrivo. Il controllo viene effettuato da sistemi informatici che provvedono: all'acquisizione dei valori delle variabili e della condizione di stato delle valvole di intercettazione proveniente da ogni punto di linea telecontrollato; alla segnalazione e stampa di eventuali valori anomali rispetto a quelli di riferimento. Sul quadro sinottico sono visualizzati: i valori delle variabili (pressione e portata); le segnalazioni relative allo stato delle valvole (aperta - chiusa - in movimento); gli allarmi per le situazioni anomale. Ogni operatore, tramite terminale, è in grado di effettuare: telecomandi per l'apertura e chiusura di valvole di linea e dei nodi di smistamento gas; telecomandi per la variazione della pressione e portata di impianti di riduzione della pressione. Il collegamento tra il Dispacciamento e gli impianti è realizzato mediante una rete di trasmissione ponti radio e cavo posato con il gasdotto, consentendo in tal modo una doppia via di trasmissione.

P01491-ENV-RE-100-006 43 di 64 00 7.1.2 Organizzazioni periferiche: CENTRI Dal punto di vista organizzativo le sedi periferiche, tra gli altri compiti, svolgono le seguenti attività: gli assetti della rete dal punto di vista dell'esercizio; il mantenimento in norma degli impianti; l'elaborazione e l'aggiornamento dei programmi di manutenzione per il controllo e la sicurezza degli impianti. I Centri di manutenzione svolgono attività prevalentemente operative nel territorio e sono essenzialmente preposti alla sorveglianza ed alla manutenzione di gasdotti che vengono costantemente integrati ed aggiornati con i nuovi impianti che entrano in esercizio. 7.2 Esercizio, sorveglianza dei tracciati e manutenzione Terminata la fase di realizzazione e di collaudo dell opera, il metanodotto è messo in esercizio. La funzione di coordinare e controllare le attività riguardanti il trasporto del gas naturale tramite condotte è affidata a unità organizzative sia centralizzate che distribuite sul territorio. Le unità centralizzate sono competenti per tutte le attività tecniche, di pianificazione e controllo finalizzate alla gestione della linea e degli impianti; alle unità territoriali sono demandate le attività di sorveglianza e manutenzione della rete. Queste unità sono strutturate su tre livelli: Distretti, Esercizio e Centri. Le attività di sorveglianza sono svolte dai "Centri" Snam Rete Gas, secondo programmi eseguiti con frequenze diversificate, in relazione alla tipologia della rete e a seconda che questa sia collocata in zone urbane, in zone extraurbane di probabile espansione e in zone sicuramente extraurbane. Il controllo linea" viene effettuato con automezzo o a piedi (nei tratti di montagna di difficile accesso). L'attività consiste nel percorrere il tracciato delle condotte o traguardare da posizioni idonee per rilevare: la regolarità delle condizioni di interramento delle condotte; la funzionalità e la buona conservazione dei manufatti, della segnaletica, ecc.; eventuali azioni di terzi che possano interessare le condotte e le aree di rispetto. Il controllo linea può essere eseguito anche con mezzo aereo (elicottero). Di norma tale tipologia di controllo è prevista su gasdotti dorsali di primaria importanza, in zone sicuramente extraurbane e, particolarmente, su metanodotti posti in zone dove il controllo da terra risulti difficoltoso. Per tutti i gasdotti, a fronte di esigenze particolari (es. tracciati in zone interessate da movimenti di terra rilevanti o da lavori agricoli particolari), vengono attuate ispezioni da terra aggiuntive a quelle pianificate. I Centri assicurano inoltre le attività di manutenzione ordinaria pianificata e straordinaria degli apparati meccanici e della strumentazione costituenti gli impianti, delle opere accessorie e delle infrastrutture con particolare riguardo: alla manutenzione pianificata degli impianti posti lungo le linee; al controllo pianificato degli attraversamenti in subalveo di corsi d'acqua o al controllo degli stessi al verificarsi di eventi straordinari; alla manutenzione delle strade di accesso agli impianti Snam Rete Gas.

P01491-ENV-RE-100-006 44 di 64 00 Un ulteriore compito delle unità periferiche consiste negli interventi di assistenza tecnica e di coordinamento finalizzati alla salvaguardia dell integrità della condotta al verificarsi di situazioni particolari quali ad esempio lavori ed azioni di terzi dentro e fuori dalla fascia asservita che possono rappresentare pericolo per la condotta (attraversamenti con altri servizi, sbancamenti, posa tralicci per linee elettriche, uso di esplosivi, dragaggi a monte e valle degli attraversamenti subalveo, depositi di materiali, ecc.). 7.2.1 Controllo dello stato elettrico Per verificare, nel tempo, lo stato di protezione elettrica della condotta, viene rilevato e registrato il suo potenziale elettrico rispetto all'elettrodo di riferimento. I piani di controllo e di manutenzione Snam Rete Gas prevedono il rilievo e l'analisi dei parametri tipici (potenziale e corrente) degli impianti di protezione catodica in corrispondenza di posti di misura significativi ubicati sulla rete. La frequenza ed i tipi di controllo previsti dal piano di manutenzione vengono stabiliti in funzione della complessità della rete da proteggere e, soprattutto, dalla presenza o meno di correnti disperse da impianti terzi. Le principali operazioni sono: controllo di funzionamento di tutti gli impianti di protezione catodica; misure istantanee dei potenziali; misure registrate di potenziale e di corrente per la durata di almeno 24 ore. L'analisi e la valutazione delle misure effettuate, nonché l eventuale adeguamento degli impianti, sono affidate a figure professionali specializzate che operano a livello di unità periferiche. 7.2.2 Eventuale controllo delle condotte a mezzo "pig" Un "pig" è un'apparecchiatura che dall'interno della condotta consente di eseguire attività di manutenzione o di controllo dello stato della condotta. A seconda della funzione per cui sono utilizzati, i pig possono essere suddivisi in due categorie principali: pig convenzionali, che realizzano funzioni operative e/o di manutenzione della condotta; pig intelligenti o strumentali, che forniscono informazioni sulle condizioni della condotta. Pig convenzionali Sono generalmente composti da un affusto metallico e da coppelle in poliuretano che sotto la spinta del prodotto trasportato (liquido e/o gassoso), permettono lo scorrimento del pig stesso all'interno della condotta (vedi Fig. 7.1). Questi pig vengono impiegati durante le fasi di riempimento e svuotamento dell'acqua del collaudo idraulico, per operazioni di pulizia, messa in esercizio e per la calibrazione della sezione della condotta stessa mediante l'installazione di dischi in alluminio.

P01491-ENV-RE-100-006 45 di 64 00 Fig. 7.1 - Pig convenzionale impiegato nelle operazioni di collaudo idraulico e di pulizia della condotta. Pig intelligenti o strumentali Molto simili nella costruzione ai pig convenzionali, vengono definiti intelligenti o strumentati perché sono equipaggiati con particolari dispositivi atti a rilevare una serie di informazioni, localizzabili, su caratteristiche o difetti della condotta. I pig intelligenti attualmente più utilizzati sono quelli relativi al controllo della geometria della condotta ed allo spessore della condotta stessa (vedi Fig. 7.2). La conoscenza delle condizioni di integrità delle condotte è di notevole importanza nella gestione di una rete di trasporto. La sorveglianza dei tracciati sia da terra che con mezzo aereo, l effettuazione di una metodica manutenzione, la conoscenza anche particolareggiata dello stato di protezione catodica o del rivestimento della condotta ed eventuali punti strumentati della linea costituiscono già di per sé idonee garanzie di sicurezza, tanto più se combinate con le ispezioni effettuate con pig intelligenti che, come già detto, sono in grado di evidenziare e localizzare tutta una serie di informazioni sulle caratteristiche o difetti della condotta. Viene generalmente eseguita un ispezione iniziale per l'acquisizione dei dati di base, subito dopo la messa in esercizio della condotta (stato zero); i dati ottenuti potranno così essere confrontati con le successive periodiche ispezioni. Eventuali difetti vengono pertanto rilevati e controllati fino ad arrivare alla loro eliminazione mediante interventi di riparazione o di sostituzione puntuale.

P01491-ENV-RE-100-006 46 di 64 00 Fig. 7.2 - condotta. Pig strumentale per il controllo della geometria e dello spessore della 7.3 Durata dell opera ed ipotesi di ripristino dopo la dismissione La durata di un gasdotto è in funzione del sussistere dei requisiti tecnici e strategici che ne hanno motivato la realizzazione. I parametri tecnici sono continuamente tenuti sotto controllo tramite l'effettuazione delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, le quali garantiscono che il trasporto del gas avvenga in condizioni di sicurezza. Qualora invece Snam Rete Gas valuti non più utilizzabili per il trasporto del metano la tubazione ed i relativi impianti, essi vengono messi fuori esercizio. In questo caso la messa fuori esercizio della condotta consiste nel mettere in atto le seguenti operazioni: bonificare la linea; fondellare il tratto di tubazione interessato per separarlo dalla condotta in esercizio; riempire tale tratto con gas inerte (azoto) alla pressione di 0,5 bar; mantenere allo stesso la protezione elettrica; mantenere in essere le concessioni stipulate all'atto della realizzazione della linea, provvedendo a rescinderle su richiesta delle proprietà; continuare ed effettuare tutti i normali controlli della linea. L alternativa alla messa fuori esercizio, è la rimozione della condotta esistente inertizzando eventuali tratti di tubazione lasciati nel sottosuolo. Le due diverse soluzioni comportano, ovviamente, interventi di entità assai differente che si traducono in un diverso impatto sull ambiente naturale e socioeconomico del territorio attraversato. Se la prima soluzione comporta interventi molto limitati sul terreno, rendendo