QUESTIONARIO DI RILEVAZIONE DEGLI ATTI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO Somministrato il 15 novembre 2017 a tutte le classi seconde dell ITIS, nell ambito del progetto Bullismo, cyberbullismo e adolescenza, finanziato dalla Fondazione Marcegaglia. 1
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TORNANDO ALLA TUA ESPERIENZA ALL ITIS 3
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COMPLETA QUESTA PARTE SOLO SE HAI ASSISTITO AD ATTI DI BULLISMO 5
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RITIENI DI ESSERE STATO/A VITTIMA DI BULLISMO (esclusione, offese, minacce ripetute ad opera di uno o più persone)? 7
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ANALISI DEI DATI DEL QUESTIONARIO Il questionario è stato somministrato in forma anonima a tutte le classi seconde per un totale di 293 studenti. Si tratta di un istituto tecnico a prevalenza maschile (infatti il 90,8% dei questionari sono stati compilati da ragazzi). Dei 22 items ci pare importante mettere in rilievo alcune brevi riflessioni: 1) Il 55% degli studenti manifesta indifferenza o mancanza di piacere rispetto allo stare a scuola. Questo dato può avere conseguenze anche nell ambito del bullismo: la mancanza di motivazioni può diventare terreno fertile per l attivazione di dinamiche di tipo disfunzionale, da una parte isolamento, ritiro sociale, senso di frustrazione, dall altra parte comportamenti aggressivi e dannosi (item n 1). 2) Nelle risposte agli items 1.5-1.10 si osserva una percentuale significativa che oscilla tra il 10% e il 15% dei ragazzi che sono stati esclusi, maltrattatati, offesi, minacciati, il cui materiale personale è stato sottratto o danneggiato, per un periodo di tempo prolungato (due o tre volte al mese, una volta a settimana, più volte al mese), tale da essere indicatori temporali credibile di atti di bullismo. 3) Tra i ragazzi che affermano di aver assistito ad atti di bullismo il 44,9% non ne ha parlato con nessuno, circa il 30% si è confidato con coetanei (amici e fratelli), mentre solo il 23% ne ha parlato con adulti (genitori o insegnanti in percentuali sostanzialmente simili), probabilmente alla ricerca di un aiuto (item 2.4). Questo dato conferma quelli nazionali che parlano per il bullismo di un effetto iceberg (solo un 25% di casi che vengono alla luce). 4) Nella terza e ultima sezione erano invitati a rispondere solo quelli che ritenevano di essere stato vittime di bullismo e ha risposto circa un terzo degli studenti interpellati. L item 3.4 mostra che il 42% ha subito atti si protraggono per una o due settimane soltanto, il che è poco riconducibile al fenomeno del bullismo. Quindi il restante 58% di risposte (da un mese, l 11,1%, a diversi anni, 24,4%), considerando che è il 58% di un terzo del campione, porta ad un dato statistico del 19% circa, che è coerente con quanto emerso nella prima sezione e con i dati nazionali. 5) Inoltre dai dati emerge che i ragazzi riconoscono di essere stati vittima di atti di bullismo principalmente all interno della loro classe (50,6%) da parte di compagni di classe (40,4%); da parte di un numero significativo di coetanei (il 21,7% da 10 o più studenti, item 3.3). Per quanto lo strumento utilizzato non sia stato validato in altri contesti consideriamo comunque i dati attendibili perché coerenti con quelli nazionali. Il questionario ha quindi permesso di misurare e oggettivare un fenomeno che fino a questo momento rimaneva invece difficilmente percepibile e misurabile nel nostro Istituto, proprio in conseguenza dell effetto iceberg di cui sopra. Una realtà che si svolge sotto gli occhi degli adulti di riferimento (genitori e insegnanti), e che è difficile da cogliere. Una problematica che presenta situazioni particolarmente delicate per i soggetti fragili, vittime delle azioni bullistiche (il 24,4% subisce atti di bullismo per anni, il 34,7% si ritrova vittima di gruppi dai 4 a più di 10 studenti) e che 10
richiede interventi urgenti data la delicatezza della problematica e il livello di stress che può causare. Questo prima rilevazione viene quindi considerata un punto di partenza da cui sviluppare azioni di prevenzione e contrasto. Giovanni Marozza, psicologo Prof. Stefano Vaja, referente bullismo ITIS Prof.ssa Isabella Cantarelli 11