Considerazioni e valutazioni per la corretta pianificazione e progettazione degli interventi Le frane sono fenomeni complessi, molto differenti tra loro che vanno adeguatamente studiati, caso per caso La pianificazione e programmazione deve sempre precedere la progettazione di interventi preliminari definitivi - esecutivi e di somma urgenza La progettazione di un sistema/intervento non può prescindere da una piena conoscenza dei fenomeni (cinematismo, evoluzione, dinamica, ecc.) I recenti sviluppi nel campo dell elettronica e dell informatica rendono disponibili strumenti idonei ad ogni esigenza, fino a poter dare risposte anche in tempo reale Il monitoraggio ha potenzialità ancora inespresse e poco sfruttate; è auspicabile un maggiore utilizzo di queste tecniche in ambito sia scientifico, tecnico, professionale ed operativo per ottimizzare costi/benefici e la gestione del rischio, nell emergenza e post-emergenza
BEST PRACTICES CASI STUDIO Sistema BeeSens: sistema di monitoraggio barriere paramassi sensori unità di acquisizione unità di trasmissione periferiche BeeSens è composto da una nuvola di sensori applicati sulle reti per impatti superiori a 4g quando eccitati inviano un segnale ad un nodo centrale comunicando l entità della sollecitazione www. consulenzaeprogetto.it
I nodi che formano la rete sono alimentati da una batteria a lunga durata ed una antenna di trasmissione
L accesso a internet viene ottenuto tramite la connessione ad un modem UMTS ed un operatore telefonico fisso o mobile. Il sistema è corredato di semaforo e telecamera per la gestione dell allerta
IMPLEMENTAZIONE DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO Frane di crollo e ribaltamento in roccia Monitoraggio delle condizioni di innesco Giunti in roccia: fessurimetri estensimetri a filo Blocchi instabili: clinometri accelerometri
Esempio Monitoraggio manuale con distometri Monitoraggio strumentale Monitoraggio opere di protezione celle di carico accelerometri contaurti estensimetri sensori a strappo ecc.
Esempio: Frane di scorrimento e colate in terra Monitoraggio delle condizioni idrauliche Sotto la falda: sensore di pressione in piezometro sensore di pressione sepolto Sopra la falda: tensiometri sensori di umidità (TDR, sensori di capacitanza), ecc. Monitoraggio degli spostamenti inclinometri deformometri estensimetri a filo in foro estensimetri a filo in superficie GPS rilievi topografici, ecc. Monitoraggio delle strutture clinometri fessurimetri celle di carico, ecc.
Esempio: versante instabile in coltre sabbiosa Modello concettuale della zona di innesco Modello idro-geologico del versante
Versante instabile: condizionamento verticali strumentate su terreni granulari Stazione di monitoraggio Piezometro con sensori di pressione
Versante instabile: condizionamento verticali strumentate su terreni granulari Stazione di monitoraggio Sensori di umidità
Versante instabile: condizionamento verticali strumentate su terreni granulari Stazione di monitoraggio Tensiometri
Considerazioni e valutazioni per una corretta pianificazione e progettazione anche in emergenza e post emergenza Problematiche Un sistema di monitoraggio può essere costoso I dati sono talora puntuali Sono necessari tempi considerevoli per avere dati significativi Bisogna passare dal puntuale al generale di un intorno significativo Bisogna ottimizzare i costi Sviluppo di ulteriori sistemi in evoluzione molto performanti LIDAR - SAR interferometry - TLS e TInSAR Wireless Sensor Network Accelerometri MEMS Schede dgps a basso costo
BEST PRACTICES CASI STUDIO SISTEMA DI TELECONTROLLO E GESTIONE ALLERTA IDROLOGICA-IDRAULICA Composto da: stazione TLC per il telecomando di impianti dotate dei sensori di: pioggia, livello, temperatura, conducibilità, solidi sospesi, ecc. sonda di qualità acqua con dati integrati nel sistema centrale sistema di trasmissione dati via modem cellulare GSM Rete informatica (di tipo LAN) dotata di: - Server funzione Front End dotato di sistema operativo Windows - postazione locale di lavoro per la gestione del telecontrollo, la visualizzazione dati correnti (su mappa sinottica in GIS, in forma grafica e tabellare), gestione dell allerta idrologica, gestione e consultazione archivi storici Modulo di Allertamento, installato sul Server, attraverso messaggi di allarme vocali, inviati automaticamente dal centro al superamento di soglie di allerta predefinite.
GESTIONE RETI MONITORAGGIO E TELECONTROLLO A SCALA DI DETTAGLIO Gestione eventi di piena Gestione emergenza e post-emergenza Principali caratteristiche: applicativo per sistemi Windows, massima semplicità architettura Client-Server con protocollo TCP/IP per funzionamento in rete LAN/WAN visualizzazione stazioni e dati della rete di monitoraggio e telecontrollo in tempo reale su mappa sinottica gestione in tempo reale allarmi provenienti dal campo, allertamento personale con messaggi visivi e sonori gestione completa del telecontrollo organi regolazione (paratoie, valvole, clapet, ecc.), impianti idrovori, sistemi di bonifica, irrigazione, ecc. inoltro automatico in tempo reale allarmi a utenti reperibili invio misure di stazione tramite messaggio SMS visualizzazione dei dati di archivio in forma grafica e tabellare con possibilità di estrazione mirata gestione utenti con diversi privilegi/accesso al sistema gestione chiamate ad una o più stazioni meteo gestione teleconfigurazione stazioni controllo evoluzione afflussi/deflussi a scala di sottobacino costruzione serie storiche a taratura modelli idrologiciidraulici di previsione delle piene in tempo reale DAL GENERALE AL PUNTUALE DAL PUNTUALE AL GENERALE
BEST PRACTICES CASI STUDIO DAL GENERALE AL PUNTUALE DAL PUNTUALE AL GENERALE scenari di rischio idraulico analisi mitigazione e gestione del rischio
DLGS N.49 del 23 febbraio 2010 (recepimento Direttiva 2007/60/CE) Capo III: Mappe del rischio di alluvione Art. 6 Le autorità di bacino predispongono, a livello di distretto idrografico, mappe di pericolosità da alluvione e mappe del rischio di alluvioni, entro il 22 giugno 2013 Le mappe - dovrebbero contenere - la perimetrazione delle aree che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo i seguenti scenari: : a) alluvioni frequenti: tempo di ritorno tra 20 e 50 anni (elevata probabilità) b) alluvioni poco frequenti: tempo di ritorno tra 100 e 200 anni (media probabilità) c) alluvioni rare di estrema intensità: tempo di ritorno fino a 500 anni (bassa probabilità) 17
DLGS N.49 del 23 febbraio 2010 (recepimento Direttiva 2007/60/CE) Per ogni scenario di rischio andrebbero indicati almeno i seguenti elementi: Area inondazione Altezza idrica o livello Caratteristiche del deflusso: velocità, direzione, portata, densità/viscosità del mezzo (liquido/viscoso - acqua/fango). *Ciò implica la necessità di effettuare studi analitici e modellazioni Le mappe del rischio di alluvioni - dovrebbero indicare - le potenziali conseguenze negative, esprimendo: Numero indicativo degli abitanti potenzialmente interessati; Infrastrutture e strutture strategiche Beni ambientali, storici culturali Distribuzione e tipologia attività economiche insistenti sull area potenzialmente interessata Impianti che potrebbero provocare inquinamento accidentale e aree protette potenzialmente interessate 18
DLGS N.49 del 23 febbraio 2010 (recepimento Direttiva 2007/60/CE) Capo IV: Piani di gestione del rischio di alluvione Art.7 I piani di gestione, predisposti sulla base delle mappe di cui all art. 6, riguardano tutti gli aspetti della gestione del rischio alluvioni, in particolare la prevenzione, la protezione e la preparazione, comprese le previsioni di alluvione e il sistema di allertamento nazionale. Nei piani di gestione sono definiti gli obiettivi della gestione del rischio alluvioni, evidenziando in particolare la riduzione delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, etc. I piani di gestione dovrebbero tenere conto: Portata piene e estensione inondazione Vie di deflusso acque e zone di espansione naturale delle piene Gestione del suolo e delle acque Pianificazione e previsioni sviluppo del territorio Uso del territorio Conservazione natura Costi e benefici Condizioni morfologiche e meteomarine alla foce I piani di gestione dovrebbero essere ultimati e pubblicati entro il 22/06/15 19
BEST PRACTICES CASI STUDIO scenari di rischio idraulico analisi mitigazione e gestione del rischio in Comune di Pesaro
ELABORAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO IDENTIFICAZIONE DELLE PLANIMETRIE DI ALLAGAMENTO E DEI CANALI DI ESONDAZIONE RICOSTRUZIONE DELLE CONDIZIONI DI CRITICITA IDRAULICA E DEFINIZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO DEFINIZIONE DELLA CASISTICA DEGLI SCENARI DI RISCHIO POSSIBILI SULL AREA DI STUDIO ED IDENTIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE PRESCRITTI E CONSIGLIABILI IDENTIFICAZIONE DEI POSSIBILI INTERVENTI DI PROGETTO DA ADOTTARE E VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI COMPATIBILITA
Caratteristiche geomorfologiche idrologiche ed idrauliche Aspetti storici e programmatici Ambiente fisico ed altimetria
MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO-IDRAULICO A PESARO Lo scenario di rischio previsto dalla normativa regionale, pur prevedendo 4 aree a rischio di esondazione (R1-R2-R3-R4) non discrimina fasce a diversa pericolosità, facendo riferimento unicamente al limite massimo raggiunto dalle acque di esondazione associate ad un evento di piena con Tr=200 anni, e definendolo come ambito territoriale di riferimento per il deflusso idrico. Rischio molto elevato R4 16% Rischio basso R1 18% Rischio moderato R2 12% Rischio elevato R3 54% R1 Rischio basso R2 Rischio moderato R3 Rischio elevato R4 Rischio molto elevato Rischio basso R1 Rischio moderato 0% R2 9% Rischio molto elevato R4 47% Rischio elevato R3 44% R1 Rischio basso R2 Rischio moderato R3 Rischio elevato R4 Rischio molto elev
MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO-IDRAULICO A PESARO
ANALISI DIACRONICA 1955 1996
Per poter riconoscere e perimetrare le aree territoriali omogenee all interno delle zone a rischio rispetto alla morfologia del terreno ed alle dinamiche di esondazione che vi si sviluppano è indispensabile avere a disposizione un modello digitale del terreno (DTM) il più possibile accurato.
Il modello idraulico (HEC-RAS) utilizzato nella definizione dei fenomeni di esondazione del F. Foglia per portate associate ad un tempo di ritorno duecentennale, utilizzata la geometria risultante da uno rilievo topografico strumentale delle aree golenali e delle arginature;
In sintesi si assume che i punti critici precedentemente descritti riversino, al passaggio del colmo di piena di tr = 200 nelle rispettive zone omogenee in diretta connessione, i valori di portata seguenti:
AREE OMOGENEE DEL TORRENTE GENICA
Punti critici sullo scenario associato al Tr= 200 anni Entrata in crisi del Ponte della Ferrovia ed esondazione in dx e sx Allagamento delle aree con sormonto della livelletta di via Fratti Deflusso sui quartieri Muraglia e Loreto Insufficienza dei ponti di via Boiardo e via Boccaccio Esondazione in sinistra idrografica prima del quartiere La Celletta
Gli scenari ricostruiti sono stati elaborati a scala di zona omogenea, in funzione di una portata esondata stimata a fini pianificatori precauzioni non possono essere utilizzati a scala del singolo intervento edilizio, con il semplice ingrandimento dell elaborato, fotografia - aggiornamento opportunità Sono utili come partenza per scendere al dettaglio del singolo intervento edilizio: approfondimenti nella progettazione esecutiva potenzialità inespresse Le sofisticate informazioni e conoscenze dei fenomeni, sono uno straordinari punto di partenza per la gestione dell emergenza e post emergenza ai sensi del Dlgs 49/2010 (direttiva alluvioni)
QUINDI Il territorio prima lo si abita e poi lo si pensa, o prima lo si pensa e poi lo si abita? Si chiedeva Martin Heidegger A voi la risposta!
Verso una gestione innovativa del Territorio nella Regione Marche Il contributo delle buone pratiche agroforestali e geologico-ambientali al governo del territorio ed alla prevenzione del dissesto idrogeologico "CONFERENZA SEMINARIO FORMATIVO Venerdì 30 Gennaio 2015, ore 09:00 GRAZIE PER L ATTENZIONE Docente di Progettazione Geologico Ambientale Università di Urbino e.gennari@consulenzaeprogetto.it www.consulenzaeprogetto.it enrico.gennari@uniurb.it UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE Aula Magna - Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Via Brecce Bianche 10, Monte Dago - ANCONA