Mirra come ipocolesterolemizzante e in oncologia La mirra è una resina ricavata dall'albero Commiphora,veniva usata nelle cerimonie religiose; gli Egizi la impiegavano nella procedura dell'imbalsamazione, mentre per gli Ebrei della Bibbia è un'olio che favorisce l'espazione dei peccati. Per i Cristiani, la mirra è uno dei doni che i tre Re Magi portano al neonato Geù Bambino. Inoltre, la mirra è un farmaco, che la medicina orientale prescrive contro il mal di gola e le infezioni delle vie respiratorie, o come cicatrizzante per le ferite da taglio e le scottature della pelle. Ma, oggi, la mirra può essere usata come anti colesterolo. Questa è la tesi di una ricerca della King Abdul-Aziz University (Arabia Saudita), diretta dalla dottoressa Nadia Saleh e pubblicata dal "International Journal of Food Safety, Nutrition and Public Health". Il team della dottoressa Saleh ha lavorato con alcune cavie di laboratorio, cui è stato somministrato un composto, formato da mirra ed altri vegetali. Le analisi successive hanno mostrato come, nell'organismo dei roditori, vi fosse una diminuzione del colesterolo cattivo (LDL) ed un aumento del colesterolo buono (HDL). Secondo la dottoressa Saleh, la mirra potrebbe serbare questi effetti benefici anche nell'uomo; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per studiare a fondo in che modo questa resina possa essere assunta senza particolari complicazioni. CLIKKANDO SUL LINK SI AVRA' IL COLLEGAMENTO ALLA RICERCA http://www.inderscience.com/offer.php?id=29283 1 / 6
La mirra in oncologia Una sostanza contenuta nella mirra sembra avere tutte le carte in regola per diventare un potente anticancro. Sperimentato in provetta, il composto ha dimostrato di essere in grado di uccidere le cellule cancerogene, e secondo i ricercatori che l hanno messo alla prova, sarebbe attivo contro due forme di tumore in particolare: alla prostata e al seno. «È la prima volta che nella mirra viene identificata una sostanza anti-cancro così attiva», spiegano i ricercatori della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey, a commento dei loro risultati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Natural Products. Coordinati da Chi-Tang Ho, gli scienziati hanno studiato un particolare tipo di mirra, dal nome latino di Commiphora myrrha, da cui hanno estratto un principio attivo che è risultato efficace contro le cellule cancerogene MCF-7 coinvolte nel tumore al seno e resistenti ai comuni farmaci antitumorali. «L estratto in questione appartiene alla classe delle sostanze denominate 2 / 6
sesquiterpenoidi, che si trovano nei prodotti naturali, e che già in passato hanno dimostrato di essere efficaci contro il cancro. Anche nel caso della mirra è andata così: l estratto che abbiamo testato in laboratorio ha ucciso tutte le cellule cancerogene», sottolineano gli studiosi americani protagonisti dell esperimento. Stando alle prime analisi, il composto ricavato dalla mirra agirebbe inattivando una proteina specifica, la Bcl-12, che viene prodotta in gran quantità dalle cellule cancerogene, particolarmente da quelle legate al tumore alla prostata e alla mammella. «Si ritiene che la sovrapproduzione di questa 3 / 6
proteina promuova la crescita delle cellule cancerogene e le renda anche più resistenti alla chemioterapia», aggiungono i ricercatori. Spiegando anche che, sempre stando ai primi studi, la sostanza contenuta nella mirra non è così potente come i farmaci chemioterapici convenzionali, ma d altro canto è senz altro meno tossica nei confronti delle cellule sane dell organismo. 4 / 6
«Molto probabilmente, ha un efficacia paragonabile a quella di altre sostanze anticancro naturali, come il licopene contenuto nei pomodori e le catechine che si trovano nel tè», ipotizzano gli scienziati. «Ma se riusciamo a comprendere meglio le sue caratteristiche, potrebbe essere possibile aumentarne ulteriormente la potenza. E forse nella mirra stessa ci sono altri composti ancora più efficaci». 5 / 6
La mirra si ricava dalla resina che trasuda alcuni alberi della famiglia delle Commiphora, e per molti secoli è stata usata come unguento, come profumo e anche bruciata come incenso. Ma è stata sfruttata anche per le sue capacità terapeutiche, come antidolorifico e per guarire le ferite. 6 / 6