Cascine (prima parte) dal 1966 fino al 1986



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2010 Salamon&C Catalogo edito in 800 copie stampato a due colori su carta GardaMat gr. 120 Copertina: carta GardaMatt gr. 200 Grafica: Salamon, Milano Stampa: Viol Art, Firenze Tutti i diritti sono riservati, nessuna parte della presente pubblicazione può essere riprodotta, archiviata, registrata con qualunque mezzo, o trasmessa in qualunque forma, elettronica, meccanica, fotocopiata, senza il nostro permesso. Nella pagina precedente: Cascina La Grande, 1993 (part.)

Federica Galli Cascine (prima parte) dal 1966 fino al 1986

L acquaforte è una tecnica che vede la sua genesi nel XIV secolo, finalizzata inizialmente alla decorazione delle armature. Solo un secolo più tardi, tuttavia, verrà utilizzata per scopi puramente artistici e la sua messa a punto avviene per mano di Francesco Mazzola (il Parmigianino), il primo incisore che riesce a risolvere una serie di problemi tecnici che in passato avevano creato non pochi ostacoli a chi vi si era cimentato. L acquaforte è una tecnica a in cavo il cui nome deriva dalla parola acido, appunto acqua forte, cioè la sostanza che compie l incisione vera e propria nella matrice di metallo; inizialmente è stato usato il rame, oggi spesso sostituito dal duttile zinco. È una tecnica a in cavo perché l incisione avviene scavando un solco nella matrice, traccia che sarà poi riversata sul foglio, una volta completate tutte le fasi d esecuzione, dando origine al disegno voluto dall artista. Le fasi di produzione di una acquaforte iniziano con la verniciatura della matrice in metallo, coperta con una sostanza resinosa che viene affumicata in modo da ottenere una superficie scura e malleabile. Per ottenere uno strato omogeneo di vernice è necessario scaldare la lastra che, essendo di La tecnica dell acquaforte Federica Galli all opera 1 2 3 metallo, conduce il calore e facilita questo processo in poco tempo. A questo punto l artista esegue il suo disegno sulla lastra asportando la vernice con una punta (vedi fig. 1). L operazione non comporta particolare forza fisica, come per il bulino e la puntasecca - le altre tecniche a in cavo - ma necessita di molta riflessione perché l incisore è costretto a lavorare (rispetto al risultato finale) in controparte e in negativo, inoltre il margine di correzione è minimo, una caratteristica che costringe l artista a iniziare il lavoro con un progetto già ben delineato: sia per la veduta d insieme del soggetto sia per i dettagli. Tracciato il solco sulla vernice si procede con l incisione vera e propria, che avviene immergendo la lastra in una soluzione acida (vedi fig. 4). L acido corrode il metallo lasciato scoperto dalla punta. Questa operazione può essere ripetuta più volte, inoltre l artista può mascherare (con una vernice 1-2. Il lavoro preliminare di Federica Galli en plen air. 3. Dopo alcuni giorni l autrice si trasferisce in studio per completare l incisione. 4. La morsura della matrice nel bagno d acido.

temporanea) alcune tracce lasciando scoperte quelle che desidera far incidere più profondamente, che risulteranno più spesse e marcate in fase di stampa (vedi fig. 5). Tali immersioni sono dette morsure e, se ben dosate, possono aiutare l artista a ottenere complessi effetti di chiaroscuro o dare maggior risalto ai piani prospettici. Una volta incisa, la lastra viene pulita dalla vernice con del solvente ed è pronta per essere inchiostrata e stampata. L inchiostro usato nella stampa grafica, messo a punto nel tardo 400 (probabilmente da Guttenberg), è abbastanza denso; una consistenza che gli permette di infilarsi nei solchi e di rimanerci quando lo stampatore procederà a pulire le superfici (quelle non incise) che devono rimanere bianche. Tale pulitura avviene con un tessuto a trama molto larga (tarlatana) che raccoglie l inchiostro in eccesso. Per procedere alla fase conclusiva, quella di stampa, si inumidisce la carta in modo da renderla più assorbente all inchiostro, che verrà trasferito dalla matrice al foglio attraverso la forte pressione 4 5 6 7 esercitata sopra i due supporti fatti passare nel torchio calcografico (vedi fig. 6). Federica Galli ha intuito la proprie potenzialità incisorie molto presto, infatti già a partire dal 58 abbandona ogni altra forma d arte per dedicarsi esclusivamente all acquaforte, prestando una particolare attenzione agli strumenti tecnici di questo mezzo incisorio, tra cui il torchio calcografico: nel tempo si sono susseguiti diversi torchi, sostituiti da strumenti sempre più efficienti che le hanno permesso di perfezionare in studio le prove si stampa delle sue opere, prima di affidarne l intera tiratura ai professionisti cui si è appoggiata nel tempo. L ultimo torchio di Federica Galli, un Otto Mandelli, è operativo nella sede della fondazione che porta il suo nome e che si prefigge di tutelare e divulgare l attività artistica dell autrice scomparsa nel 2009. 5. La fase di stampa; dalla matrice, appoggiata sul piano del torchio, l inchiostro si trasferisce al foglio umido sovrastante. 6. Un ritratto di Federica Galli con uno dei suoi torchi. 7. Federica Galli vista dall obiettivo di Berengo Gardin; dal volume che celebra i cento personaggi che hanno segnato la cultura italiana.

1. Cascina Retorto 1966-67 mm 167 x 636 2. Per una bambina 1970-1971 mm 348 x 640

3. Cascina Abbandonata 1973 mm 348 x 644

4. Cascina sotto la neve 1970 mm 298 x 325 5. Cedri del Libano 1970 mm 398 x 399 6. Due pioppi 1972 mm 393 x 396 7. Cascina Fornace 1979 mm 393 x 397

8. Cascina Pradaglio 1979 mm 635 x 345 9. Viale di pioppi 1976 mm 638 x 350

10. Il recinto 1977 mm 350 x 634 11. Cascina Visconta 1978 mm 346 x 640

12. Cascina l Argine 1979 mm 298 x 4 13. Cascina Boffalora 1979 mm 395 x 485

14. Cascina Nuova 1979 mm 394 x 396 15. Cascina MulinoVecchio 1979 mm 392 x 397 16. Osteria dei cacciatori 1979 diam. mm 399 17. Il canneto 1981 mm 392 x 397

18. Cascina Madera 1981 mm 248 x 493 19. Cascina Cortenuova 1982 mm 297 x 495

20. Cascina Battaglia 1981 mm 494 x 397 21. Cascina Forestina 1982 mm 398 x 395

22. Cascina Cantalupetta 1983 mm 635 x 346 23. Il Mulino 1980 mm 345 x 247

24. Cascina Riazzolo 1980 mm 350 x 637

25. Cascina Mora 1979 mm 599 x 600

26. Cascina San Pietro 1982 mm 347 x 637 27. Cascina Cavallina 1982 mm 346 x 635

28. Cascina mulino Pietrasanta 1982 mm 391 x 394 29. Il ruscello 1983 mm 392 x 395

30. Cascina Serraglio Vecchio 1982 mm 348 x 642 31. Cascina Salicina 1983 mm 243 x 4

32. Cascina Gramigna 1983 mm 387 x 3 33. Cascina Rosina 1983 mm 387 x 3

34. Il nido 1983 mm 392 x 395 35. Cascina Guzzafame 1985 mm 387 x 3

36. Cascina Santo Stefano 1983 mm 635 x 347 37. Cascina Sant Anna 1984 mm 638 x 347

38. Cascina Battaglina 1984 mm 98 x 252 39. La villa 1983 mm 95 x 195

40. Cascina Miranda 1984 mm 200 x 787

41. Cascina Bel Sit 1985 mm 347 x 641

42. Cascina Bellaria 1985 mm 643 x 344 43. Cascina Manzola 1986 mm 127 x 98

Federica Galli (Soresina 1932 - Milano 2009) Federica Galli, esponente di spicco dell arte incisoria italiana, nasce a Soresina - un paese alle porte di Cremona - nel 1932. Nell immediato dopoguerra, 1946, convince i genitori a iscriverla al liceo artistico a Milano e nel 1950 all Accademia delle belle Arti di Brera, dove si diploma in pittura quattro anni dopo. Inizia a incidere nel 1954 - Il paese dell Alberta - cimentandosi nell acquaforte che non abbandonerà più. Sposatasi nel 1966 con il giornalista Giovanni Raimondi - redattore capo del Corriere della Sera - inizia una fitta serie di viaggi culturali che la portano nelle maggiori capitali europee e in paesi dalla tradizione incisoria meno radicata. Questo è anche l anno in cui si convince che il mezzo tecnico con cui si esprime meglio è l incisione, a cui si dedicherà in maniera assoluta portando a termine oltre ottocento soggetti diversi. Sin dalle prime mostre personali - nel 1960 la prima a Milano - attira il consenso sia del pubblico sia della critica. Nell arco di pochi anni annovera fra i suoi sostenitori i più autorevoli critici del tempo: Franco Russoli, Mario de Micheli, Giovanni Testori - che la seguirà fino alla propria morte - Mina Gregori, Gian Alberto dell Acqua, Roberto Tassi, Renzo Zorzi, Carlo Bo, Daniel Berger (Metropolitan Museum of New York), Gina Lagorio, Giuseppe e Francesco Frangi, Marco Fragonara, Giorgio Soavi, David Landau (Oxford University). Ottiene i maggiori riconoscimenti istituzionali mai avuti da un artista contemporaneo: è il primo artista vivente invitato a esporre alla Fondazione Cini di Venezia, nel 1987 con la raccolta dedicata alla città lagunare ; al Museo Civico di Palazzo Te a Mantova, nel 1987; al Castello Sforzesco di Milano, nel 1988 ; negli Archivi Imperiali della Città Proibita, galleria Wag Fung, nel 1995. Così come annovera fra i suoi collezionisti uomini di cultura, italiana e straniera, noti anche per la loro colta passione verso la grafica, fra questi, i più conosciuti: Dino Buzzati, Leonardo Sciascia, Francois Mitterand. Ampia ed esauriente testimonianza della sua opera, consultabile, è presente al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, nella collezione Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano, a Villa Reale a Monza in provincia di Milano. Federica Galli, fra il 1954 e il 2008, ha inciso oltre ottocento lastre dedicandosi principalmente a tre tematiche: i paesaggi, gli alberi e le vedute. I paesaggi sono principalmente quelli della pianura lombarda, con le poetiche descrizioni delle sue caratteristiche cascine. Le vedute sono quelle di Milano e Venezia, città significative nella vita di Federica Galli alle quali l artista ha restituito la sua riconoscenza attraverso uno sguardo acuto, veritiero e mai scontato. La passione per la natura e la capacità di riportarne gli aspetti più incantevoli sono dimostrate in oltre cento tavole. La sua proverbiale abilità tecnica le ha anche consentito di superare quegli ostacoli, ostici agli Note biografiche

incisori, quali la rappresentazione della neve e della notte, senza mai scadere nella leziosità. L artista ha dedicato una raccolta agli Alberi Monumentali più significativi della nostra penisola, con oltre sessanta piante scelte per interesse storico o naturalistico o estetico. Una collezione di rara bellezza. Federica Galli, mancata il 6 febbraio 2009, ha affidato la sua eredità artistica a una fondazione intestata a suo nome che si è costituita il 17 luglio 2009, a Milano. Tale fondazione, con i consiglieri e le cariche designate dalla Galli, si prefigge di mantenere vivo il nome e l attività dell artista che ha segnato la storia dell arte italiana negli ultimi cinquanta anni. A guidare il consiglio è Lorenza Salamon con Flavio Arensi (critico, responsabile artistico di Palazzo Leone da Perego a Legnano), Ivana Iotta (direttore Museo Civico Cremona), Franco Grechi e Alberto Galli. Bibliografia essenziale: - Roberto Tassi, Trentanove vedute di Venezia, Fondazione Cini, edizione Olivetti, Milano 1987. - Daniel Berger e Gian Alberto Dell Acqua, con scritti di Giovanni Testori e Harry Salamon, Federica Galli, in occasione della mostra retrospettiva Castello Sforzesco di Milano, edizione Fabbri, Milano, 19. - Marco Fragonara, Federica Galli, catalogo generale 1954-2003, edizione galleria Oreste Bellinzona, Milano, 2003. - Flavio Arensi, Federica Galli, l incanto dello sguardo, in occasione della retrospettiva a Villa Reale a Monza (Mi), Allemandi editore, Torino 2008. Cascina Mulino Vecchio 1979, (part.) Federica Galli conta oltre 320 esposizioni tra il 1958 e il 2008. In Italia, ha esposto a: Milano, Cremona, Ferrara, Firenze, Parma, Trento, Palermo, Brescia, Verona, Udine, Vicenza, Trieste, Valenza Po, Cagliari, Caltanisetta, Piani d Ivrea, Genova, Monza, Crema, Alessandria, Salice Terme, Suzzara, Padova, Cuneo, Saronno, Merano, Savona, Lucca, Fidenza, Imperia, Saluzzo, Aosta, Como, Reggio Emilia, Torino, Savognin, San Martino di Mozzate, Roma, Nuoro, Lissone, Busto Arsizio, Voghera, Asti, Cantù, Biella, Oggiono, Bologna, Vigevano, Ancona, Borgo Manero, Zara, Lecco, Corbetta, Rho, Giussano, Venezia, Brescia, Mantova, Magenta, Bordighera, Rovigo, Luvignano, Legnano, Monza, Sondrio, Carpi, Bergamo, Casalpusterlengo, Cernobbio, Cesena, Feltre, Parabiago, Cortina d Ampezzo, Lodi, Corfù, Susa, Pordenone, Cherasco, Goito, Soncino, Folgarida, Sperlonga, Vaprio d Adda, Bolzano, San Virgilio di Marebbe, Mezzolombardo, Borgio Verezzi, Livorno, Chiavari. E all estero a: Johannesburg, Cape Town, il Cairo, Bogotà, Coria, Spalato, Barranquilla, Cartagena, città di Guatemala, Montreal, Lugano, Santa Marta, Flims Waldhaus, Flüelen, Bensheim, Parigi, Belgrado, Zagabria, Dubrovnik, Basilea-Riehen, Londra, Singapore, Seoul, Kuala Lampur, Pechino, Atene, Murialdo.

Numero Riferimento catalogo generale Titolo Misure Tiratura 1 225 Cascina Retorto, 1966-67 mm 167 x 636 50 2 274 Per una bambina, 1970-71 mm 348 x 640 50 3 297 Cascina Abbandonata, 1973 mm 348 x 644 70 4 253 Cascina sotto la neve, 1970 mm 298 x 325 50 5 254 Cedri del Libano, 1970 mm 398 x 399 50 6 282 Due pioppi, 1972 mm 393 x 396 70 7 369 Cascina Fornace, 1979 mm 393 x 397 8 9 10 11 379 336 340 355 Cascina Pradaglio, 1979 Viale di pioppi Il recinto, 1977 Cascina Visconta, 1978 mm 635 x 345 mm 638 x 350 mm 350 x 634 mm 346 x 640 70 70 Cascine (prima parte) fino al 1986 12 370 Cascina l Argine, 1979 mm 298 x 4 110 13 371 Cascina Boffalora, 1979 mm 395 x 485 14 376 Cascina Nuova, 1979 mm 394 x 396 15 377 Cascina Mulino Vecchio, 1979 mm 392 x 397 110 16 373 Osteria dei cacciatori, 1979 diam. mm 399 109 17 417 Il canneto, 1981 mm 392 x 397 18 421 Cascina Madera, 1981 mm 248 x 493 19 446 Cascina Cortenuova, 1982 mm 297 x 495 20 416 Cascina Battaglia, 1981 mm 494 x 397 100 21 441 Cascina Forestina, 1982 mm 398 x 395 22 463 Cascina Cantalupetta, 1983 mm 635 x 346 23 388 Il Mulino, 1980 mm 345 x 247 135 24 401 Cascina Riazzolo, 1980 mm 350 x 637

Numero Riferimento Titolo Misure Tiratura catalogo generale 25 26 27 28 29 30 381 435 445 440 465 439 Cascina Mora, 1979 Cascina San Pietro, 1982 Cascina Cavallina, 1982 Cascina mulino Pietrasanta, 1982 Il ruscello, 1983 Cascina Serraglio Vecchio, 1982 mm 599 x 600 mm 347 x 637 mm 346 x 635 mm 391 x 394 mm 392 x 395 mm 348 x 642 31 32 33 34 35 36 481 466 469 470 501 4 Cascina Salicina, 1983 Cascina Gramigna, 1983 Cascina Rosina, 1983 Il nido, 1983 Cascina Guzzafame, 1985 Cascina Santo Stefano, 1983 mm 243 x 4 mm 387 x 3 mm 387 x 3 mm 392 x 395 mm 387 x 3 mm 635 x 347 100 37 38 39 40 41 42 43 496 492 491 FC 509 497 510 Cascina Sant Anna, 1984 Cascina Battaglina, 1984 La villa, 1983 Cascina Miranda, 1984 Cascina Bel Sit, 1985 Cascina Bellaria, 1985 Cascina Manzola, 1986 mm 638 x 347 mm 98 x 252 mm 95 x 195 mm 200 x 787 mm 347 x 641 mm 643 x 344 mm 127 x 98 112 100 Cascina Santo Stefano 1983 (part.)

Finito di stampare: settembre 2010