SARDEGNA ARCHEOLOGICA. 3 Guide e Itinerari. Roberto Caprara. la necropoli di S.ANDREA PRIU. Carlo Delfino editore

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SARDEGNA ARCHEOLOGICA 3 Guide e Itinerari Roberto Caprara la necropoli di S.ANDREA PRIU Carlo Delfino editore

SAS PRESONES Sul lato N della stradina che conduce alla fonte di Lumarzu, immediatamente a contatto con un lembo di bosco antico che precede la fonte, si vedono, inglobati in strutture recenti e - purtroppo - recentissime, i resti di un edificio romano del quale è difficile definire funzioni e dimensioni, in considerazione del fatto che la zona circostante è stata attaccata con ruspe per modificarne i livelli originari. Residuano brevi trattidi muratura, un frammento, piuttosto consistente, di volta in calcestruzzo e, nei muri a secco di recinzione, conci lavorati provenienti da una struttura nuragica demolita. Elementi di tale struttura erano stati riadoperati nella costruzione romana. Non ci è stato possibile ritrovare il frammento di miliario che era usato come architrave del cancello d ingresso della vigna che si trova sottosas Presones, sul quale si leggeva M P CX e una riga sotto CAES, cioè la distanza da Karales e le prime lettere di Cesare (TETTI 1975). FONTE SACRA DI SU LUMARZU All estremità meridionale del piano di Santa Lucia, circa 300 m ad E di Rebeccu, abbastanza agevolmente accessibile da una stradina sulla Provinciale Bonorva-Foresta Burgos, fra Km 16 e Km 15, 350 m dopo la Cantoniera e 250 m prima del bivio per S.Andrea Priu, si trova la fonte sacra di Su Lumarzu, di cui un recente progetto di valorizzazione (primavera 1984) prevede la recinzione. Scoperta per caso nei primi anni del secolo dal proprietario del terreno, Giuseppe Rossi Gomez, fu scavata frettolosamente, sì che i materiali andarono dispersi. Annotava, anni dopo, il Taramelli: Quelli però che ho potuto esaminare sono indubbiamente del tipo della ceramica dei nuraghi, d impasto rude e fatta a mano però di superficie levigata e di buona cottura; a quanto il Rossi mi disse non mancavano i piccoli vasetti, di carattere votivo, dei quali uno solo fu conservato e donato al Museo. Si trattava di un minuscolo vasetto piriforme, alto cm 7, con falso colatoio e ansette forate del genere di quelli particolarmente diffusi - ma con ornamentazione geometrica di cerchielli, rametti schematizzati, zig-zag in file o fasce orizzontali o verticali - nella Sardegna meridionale, a Santa Vittoria di Serri, Sant Anastasia di Sardara, Genna Maria di Villanovaforru. 62

Fig. 46 Fonte di Lumarzu. Pianta (da Taramelli). 63

Fig. 47 Fonte di Lumarzu, Vasetto confalso colatoio (da Taramelli). La fonte - perenne e abbondante di acque - fu, in età nuragica non meglio precisabile, coperta da una cupoletta del diametro, alla base, dim 0,97, posta a protezione di una vasca monolitica di raccolta, di diametro leggermente inferiore, con tazza profonda circa m 0,30, incavata nel basalto. Nella parte a valle la cupoletta - che in pianta disegna un arco oltrepassato a tre quarti di cerchio - si appoggia ad un robusto muro di facciata, alto circa m 2 e largo m 3, costituito da regolari filaretti di concidi basalto, che rivelano, però, nella parte alta, abborracciati interventidi risarcimento. Al centro del muro, in basso, è una minuscola porta, trapezoidale, larga alla base maggiore (corrispondente alla soglia) m 0,65 ed alta m 0,64. La soglia è segnata da una canaletta che consente il deflusso costante dell acqua. A circa m 1,60 dal fondo della vasca di raccolta, la cupoletta - costituita da blocchi di basalto squadrati sommariamente (nulla, insomma, a che vedere con la perfezione stupefacente delle murature del pozzo disanta Cristina a Paulilatino) ma ben connessi tra loro - si interrompenel suo andamento a tholos, per la presenza di un grosso lastrone orizzontale, del diametro visibile di m 0,65. 64

L acqua che defluisce dalla tazza si avvia per una canaletta larga 8 cm e profonda 5, scavata in conci di basalto perfettamente squadrati, sottostanti la pavimentazione di uno spiazzo rettangolare di m 5,15x 1,80, fiancheggiato da sedili alti circa m 0,30 e larghi 0,40. Il fatto che questa area fosse delimitata da due altri muri, uno dei qualiquello meglio conservato - è ancora alto circa 2 metri e presenta una nicchiet- Fig. 48-49 Fonte di Lumarzu. Sezioni (da Taramelli). 65

ta, e soprattutto la esistenza di sedili, indussero il Taramelli a credere che non si trattasse di una fontana qualsiasi, ma di un sacello dell età nuragica, dove i devoti si raccoglievano, assisi ai lati della sorgente, attendendo ad una cerimonia sacra, cerimonie che potrebbero essere state anche prove ordaliche, come - parlando di Funtana Sansa - ha supposto in una sua recente opera di sintesi il Lilliu, per il quale è probabile che si praticassero anche presso i pozzi [...] e le fontane sacre (Su Lumarzu-Bonorva, Sos Malavidos-Orani, Poddi Arvu-Bitti, ecc.) non a caso conservate nell area tradizionale interna della Sardegna. In età cristiana la sorgente fu purificata mediante l incisione di una croce latina sulla faccia inferiore della lastra di chiusura. La frequentazione del sito (e, probabilmente, un qualche culto delle acque) continuò nella tarda antichità, come dimostrano monete del IV secolo d.c., alcune di Costantino (324-337), altre di Costanze II (337-361) che furono rinvenute ai tempi del Taramelli nella pulizia del piazzaletto. 66