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Transcript:

Non importa chi tu sia, uomo, donna, vecchio o fanciullo, operaio o studente, se ti chiedono qual è la cosa più importante per l'umanità rispondi prima, dopo, sempre la pace Lin Tien Min, poeta cinese E oggi siamo qui perché, ricordando, ci proponiamo di essere costruttori di pace.

La storia dell Umanità è una storia di guerre e di sofferenze: dalla guerra di Troia (1250 anni prima di Cristo) alle guerre dei nostri giorni che si combattono a pezzi, come dice Papa Francesco, in tutto il mondo. La più vicina a noi è oggi la guerra di Siria, in pieno Mediterraneo

Una delle condizioni per non ricadere negli errori e negli orrori del passato è la memoria, è il ricordare.

Ricordare, dal latino RECORDARE, significa ritornare (RE) al cuore (COR) e cioè ritornare a ciò che più gelosamente si custodisce o si vuole custodire.

Ma per custodire bisogna conoscere. Ecco perché l Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 2005, per ricordare all Umanità la tragedia dell Olocausto ha stabilito di celebrare in tutto il mondo il Giorno della Memoria in occasione della ricorrenza della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz che avvenne appunto il 27 gennaio del 1945.

Ricordare la tragedia dell Olocausto (dal greco: bruciare per intero) o della Shoah (dall ebraico: distruzione) significa ricordare lo sterminio di 5/6 milioni di ebrei, di entrambi i sessi e di tutte le età, per mano della follia dittatoriale della Germania di Hitler, e dei suoi sodali, nei campi di sterminio di Auschwitz, Birkenau,Triblinka, Mauthausen, Flossemburg, Dachau, Buchenwald, solo per citarne alcuni. Gli ebrei sono i fedeli alle leggi della Torah, ricevute, da Mosè direttamente da Dio sul monte Sinai nell'anno 2448 del calendario ebraico corrispondente al 1313 a.c. del nostro calendario.

Perché, dobbiamo chiederci, tutta questa barbarie? Hitler, per un migliore assetto del vecchio continente dopo la 1^ guerra mondiale, perseguiva il trionfo della razza ariana (indoeuropea), individuando nella razza ebrea e negli zingari le etnie da distruggere.

Gli ebrei venivano individuati e arrestati, (ricordiamo, ad esempio, che il 16 ottobre 1943 a Roma ne vennero rastrellati ben 1259), Roma, portico d Ottavia condotti in campi di concentramento caricati su camion, portati ai treni della morte, avviati ai campi di sterminio in Germania e Polonia Auschwitz Milano, binario 21

Milano, binario 51 3- Camere a gas dove le vittime vengono uccise 4- Forni crematori dove i corpi vengono bruciati Auschwitz 2- Caserme dove le vittime vengono ammassate 1- Arrivo dei treni e scarico dei prigionieri

Ricordare per non dimenticare; ricordare per non ripetere in futuro gli errori del passato. Perché, come dice Mario Rigoni Stern, scrittore italiano di origine ebraica, La memoria è determinante. È determinante perché la memoria arricchisce e l uomo che non ha memoria è un pover uomo; perché essa fa fare confronti, da la possibilità di pensare agli errori commessi e alle cose giuste fatte. Con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più che dà molto valore alla vita..

Ricordare per non dimenticare; Anche perché, come afferma Eliezer Wiesel, sopravvissuto all orrore di vari campi di concentramento: «Il contrario dell amore non è l odio, ma l indifferenza». Eliezer Wiesel che, proprio per invitarci a conoscere per non dimenticare, nel suo celebre libro «La notte», a proposito della sua prima notte ad Auschwitz, scrive: Mai dimenticherò quella notte che ha fatto della mia vita una lunga notte; mai dimenticherò quel fumo, i piccoli volti dei bambini trasformati in volute di fumo sotto un cielo muto, quel silenzio notturno che mi ha tolto per l eternità il desiderio di vivere.

E a proposito dell indifferenza, il pastore evangelico Martin Niemöller con questa sua toccante poesia ci ammonisce: «Prima vennero a cercare i comunisti, e io non dissi nulla. In effetti non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici, e io non dissi nulla. In effetti non ero non ero socialdemocratico. Poi vennero per i cattolici, e io non dissi nulla. In effetti non ero cattolico. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla. In effetti non ero ebreo. Quando vennero a cercare me, non era rimasto più nessuno che potesse protestare»

E oggi siamo qui a ricordare e lo facciamo, su suggerimento del Circolo Culturale Zanotti Bianco, con le ragazze e i ragazzi dell'istituto Comprensivo di Mirto Crosia che leggono e variamente commentano le testimonianze dei bambini moldavi del 1941 raccolte da Svetlana Aleksievič Premio Nobel per la letteratura 2015 nel suo eccezionale libro «Gli ultimi testimoni»

I bambini del 1941, che oggi sono dei vecchietti, sono «Gli ultimi testimoni», perché, dopo la loro generazione, non rimarrà sulla Terra nessuno che abbia assistito direttamente alle catastrofi della seconda guerra mondiale. Testimoni a proposito dei quali Eliezer Wiesel scrive ancora: Chi non ha vissuto l agonia dei deportati, non parla la loro lingua, non piange i loro morti, prima di mutilarli e tradirli, aspetti che se ne vadano gli ultimi sopravvissuti, gli ultimi testimoni.

Si tratta di testimonianze che Svetlana Aleksievič, ha consegnato all eternità e che fissano pezzi di storia tragica ma anche pezzi di commovente umanità sui quali, fra poco, si soffermeranno i nostri ragazzi. Ricordo solamente che siamo in Bielorussia, chiusa fra Polonia, Repubbliche baltiche, Ucraina e Russia, la cui capitale è Minsk.

In coda a questa mia breve introduzione voglio ricordare che, oltre all Olocausto, il 900, detto anche il secolo breve ha prodotto anche altre atrocità, che abbiamo il dovere di non dimenticare, e che altre orribili shoah sono avvenute negli ultimi decenni del novecento e continuano a essere perpetrate ancora oggi mentre nei siamo qui raccolti a meditare.

Fra le prime vogliamo ricordare il genocidio degli armeni, che tra il 1915 e il 1916 subirono deportazioni ed eliminazioni perpetrate dall Impero Ottomano con 1 mln e mezzo di morti. Yerevan capitale dell'armenia

E ancora vogliamo ricordare i massacri delle foibe, eccidi compiuti, tra il 1943 e il 1945, ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, per mano degli slavi che, al crollo della dittatura fascista, sostenevano il consolidamento di quella di stampo filosovietico. Gli eccidi avvennero durante e subito dopo la seconda guerra mondiale e il loro nome, foibe, deriva dalle grandi caverne carsiche dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.

Fra le seconde vogliamo ricordare il massacro di Sarajevo, avvenuto durante la guerra in Bosnia-Erzegovina, fra l aprile 1992 e il febbraio1996. L assedio, messo in atto dalle forze serbo-bosniache per distruggere il neo-indipendente stato della Bosnia ed Erzegovina ha prodotto più di 12.000 vittime e oltre 50.000 feriti, l'85% dei quali tra i civili.

E, in ultimo, ricordiamo una follia dei giorni nostri: il massacro di Aleppo. Aleppo (Siria) è una delle più antiche città del mondo (5000 anni di storia). E' la città più popolosa della Siria, con 1,9 mln di abitanti, fra arabi, armeni, curdi, turchi. Con 300.000 cristiani è la terza maggiore città cristiana del mondo arabo. E situata in una vallata ampia e fertile e la sua provincia conta circa 3,7 milioni di abitanti. È patrimonio dell Umanità UNESCO dal 1986. Nell'anno 2006 è stata "Capitale culturale del mondo islamico".

Ad Aleppo va avanti, dal 2012, una sanguinosissima guerra civile, che vede fratelli contro fratelli, etnie contro etnie, presunte idealità religiose contro altre presunte idealità religiose, guerra che sta determinando centinaia di migliaia di morti, feriti, rifugiati, la distruzione del tessuto civile e del patrimonio storicoculturale.

Ma, terminando questa mia breve introduzione, dopo lo scioccante ricordo di tante atrocità, voglio anche ricordare che la lunga tragedia ha fatto fiorire i cosiddetti Giardini dei Giusti tra le nazioni, parchi ove cippi, lapidi, targhe, steli ricordano le donne e gli uomini che, spesso mettendo in pericolo la propria vita, hanno aiutato i perseguitati della Shoah e di tante altre persecuzioni a salvare la loro vita e la vita delle loro famiglie.

I Giardini dei Giusti sorgono in varie città del mondo e sono stati pensati e realizzati, per iniziativa di alcuni salvati, in segno di riconoscenza e di giustizia: rendere merito a chi si è speso per aiutare i perseguitati per odio e pregiudizi razziali. Di seguito vediamo quelli di Gerusalemme e di Milano

GERUSALEMME Lo Yad Vashem o Memoriale della Shoah Sala dei Nomi Memoriale dei bambini Monumento al Soccorritore Ignoto Foto di bambini Medaglia del Giusto tra le Nazioni

MILANO, monte stella Per NELSON MANDELA Nobel per la Pace Per ANNA POLITKOVSKAJA assassinata per il suo impegno a difesa dei diritti umani Per ROCCO CHINNICI Magistrato antimafia e vittima della mafia

Chiudo, ringraziando a nome mio personale e del Circolo Culturale Zanotti Bianco la Dirigente Rachele Donnici, per aver accolto con immediatezza e generosità la nostra proposta e il nostro suggerimento, l assessore Graziella Guido, che ha dato pronta disponibilità, i docenti, i musicisti e gli allievi che, come fra poco vedremo, si sono impegnati con diligenza e grande creatività nel proporci alcuni racconti degli, quindi tutti voi presenti che avete voluto accogliere l invito a partecipare per ricordare insieme