Angelo Cafaro - Giampaolo Cottini ETICA MEDICA. Lineamenti di deontologia professionale. Edizioni Ares - Milano



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Angelo Cafaro - Giampaolo Cottini ETCA MEDCA Lineamenti di deontologia professionale f i Edizioni Ares - Milano

MORALE & SESSUALTÀ 3 Circa la sterilizzazione cosiddetta preventiva va solo detto che non la si può mai considerare realmente terapeutica, perché l eventuale gravidanza che si vuole evitare non costituisce di per sé un pericolo diretto per la salute della donna. È superflua ogni ulteriore considerazione sulla sterilizzazione edonista, che si propone di eliminare l aspetto procreativo dall orizzonte dell unione coniugale per motivazioni che possiamo semplicemente definire di comodo. Da un punto di vista giuridico non mancano segnali che inducono a ritenere possibile l introduzione, anche in talia, di leggi permissive e depenalizzanti: già la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sterilizzazione antiprocreativa, purché eseguita su soggetti consenzienti, non costituisce reato. Su questa problematica giuridica piuttosto complessa rimandiamo comunque a saggi specifici2. Ricordiamo soltanto il diritto-dovere del medico di far valere la propria obiezione di coscienza non collaborando né formalmente né materialmente ad azioni orientate alla sterilizzazione nei casi sopra citati. Nel caso di altri operatori sanitari (quali, per esempio, i «ferristi» di sala operatoria) la cooperazione materiale, anche diretta, è lecita purché occasionale e non evitabile senza serio pregiudizio (come potrebbe essere la perdita del posto di lavoro). 5. LE TECNCHE D PROCREAZONE ASSSTTA l crescente progresso nel campo della cosiddetta ingegneria genetica ha sollevato in questi ultimi decenni nuovi e inquietanti interrogativi etici sulla liceità di interventi medici che, stimolati dalla domanda di coppie impossibilitate ad avere figli, sono andati ben al di là di quanto ci si potesse aspettare. Siamo in un campo ricco di suggestioni, che sollecita spesso la fantasia e il desiderio dell uomo di poter produrre in proprio il miracolo della vita, prescindendo dalle modalità naturali in cui questo evento è chiamato a realizzarsi all interno dell amore oblativo 2 Su questo si può utilmente consultare il capitolo sulla sterilizzazione antiprocreativa in L. CCCONE, OP. cit., pp. 3-360, che offre tra l altro una ricca e aggiornata bibliografia.

4 MORALE & SESSUALTÀ MORALE & SESSUALTÀ 5 dell uomo e della donna. sentirsi artefice di una nuova creazione sollecita l uomo a non fermare mai le sue ricerche, e spinge alla convinzione che i limiti del possibile possano sempre più essere spostati oltre il raggiunto, sviluppando una complessa azione volta anche a modificare le condizioni stesse della vita umana dal suo nascere. Così dall originaria intenzione (in sé positiva) di rispondere alla sterilità della coppia, la ricerca ha favorito lo sviluppo dell atteggiamento prometeico dell uomo moderno, che innalza a pretesa assoluta il suo legittimo desiderio di generazione. La coppia passa dal desiderio, che si fa speranza di poter avere un figlio, alla pretesa che il figlio possa essere un diritto da perseguire a tutti i costi, legittimando come in sé buona ogni sperimentazione tesa a questo risultato tecnico, senza curarsi dei limiti etici che la condizione umana stessa impone. La fecondazione artificiale (sia nella versione delle tecniche di inseminazione artificiale, sia nei cosiddetti casi di fecondazione in vitru), nasce sull onda di un progresso medico che va ormai ben al di là della necessità di dare risposta alle domande della coppia sterile; per questo occorre che anche il medico di base sia informato delle implicazioni umane e morali della questione, anche se forse non si troverà mai direttamente implicato a livello operativo nell applicazione di tali tecniche. La trattazione del tema è assai complessa e la ricerca è ancora aperta a nuove scoperte, per cui tenteremo qui di evidenziare solo alcuni principi e criteri generali di ordine antropologico ed etico, senza entrare nella complessa problematica psicologica e giuridica che le nuove procedure di fecondazione artificiale pongono. Previamente inseriamo alcune precisazioni sulle tecniche più diffuse, e alle quali sono sostanzialmente riconducibili anche altre in via, di sperimentazione, tenendo però presente che nel prosieguo della trattazione faremo riferimento a esse inglobandole genericamente sotto il termine comune di afecondazione artificiale». ) L inseminazione artificiale che consiste nel favorire il contatto tra gli spermatozoi e l ovulo, all interno dell organismo materno, prelevando il liquido seminale del donatore e iniettandolo con una siringa all interno dell apparato genitale della donna; 2) la G a (Gamete intra falloppian transfer), che consiste in una particolare tecnica di inseminazione artificiale che prevede il prelievo dell ovulo dall ovaio della donatrice e del liquido seminale dal donatore, cui segue la loro collocazione in un catetere e la loro i r inoculazione nelle tube di Falloppio ove awiene la fecondazione; 3) la FVET (Fecondazione in vitro con embrio-transfer), che consiste nella fecondazione in provetta di un ovocita prelevato dall ovaio della donna con successivo trasferimento in utero dell embrione. (È chiaro che «artificiale» è la metodica e non la fecondazione, che awiene sempre secondo un meccanismo «naturale»). Come considerazione previa alle implicazioni morali di queste tecniche, bisogna osservare che la motivazione delle stesse non è sempre così onestamente terapeutica, visto che accanto ai risultati positivi di tali interventi si registra anche il fatto che sovente ovuli fecondati in vitru servano unicamente per sperimentazioni, che impediscono il loro naturale sviluppo e violano il diritto alla vita dell embrione sacrificato. noltre non vanno trascurati i rischi di malformazioni per il concepito «connessi in generale a tali tecniche» e soprattutto «per quanto concerne specificamente la FVET» la perdita di embrioni dopo l avvenuta fecondazione in provetta, perdita che, al momento attuale, è necessariamente connessa alla possibile riuscita della fecondazione artificiale. Avviene così che un gran numero di embrioni già fecondati vadano perduti, con grave lesione del principio che la dignità umana va rispettata e tutelata fin dal concepimento. Tale forma di aborto è da considerare in modo assai diverso dall aborto spontaneo, in quanto se l aborto spontaneo si verifica a seguito di un naturale processo fecondativo senza interferenze dell uomo, quello derivato dalla perdita di embrioni già fecondati è causato da un intervento voluto e consapevole, in un contesto artificiale di operazioni in cui è chiaramente prevedibile questo esito. Nel primo caso la perdita dell embrione non è voluta dalla coppia e si presenta come conseguenza non prevedibile di un processo spontaneo, nel secondo caso invece la perdita di uno o più embrioni è di fatto voluta come mezzo inevitabile per ottenere una gravidanza. Vogliapo ora sottolineare le difficoltà che tali tecniche pongono al corretto rapporto tra la coppia, soprattutto quando si tratta di una fecondazione eterologa, in cui cioè si ha la donazione del seme o dell ovulo da parte di un terzo elemento estraneo alla coppia o anche più semplicemente la gestazione avviene in un utero in affltto distinto da quello della moglie. configurarsi in tali circostanze di un vero e proprio adulterio, anche se con il consenso della coppia, finisce col minare alla radice la stabilità stessa del rapporto di coppia, poiché se è vero che tale adulterio si compie solo sul piano biologico, snatura

6 MORALE & SESSUALTÀ MORALE & SESSUALTÀ 7 comunque il senso totale del rapporto coniugale3. È per questo che la Chiesa esprime il suo giudizio negativo sulla questione, affermando che <<la fecondazione artificiale nel matrimonio, prodotta mercé l elemento attivo di un terzo, è immorale e, come tale, va condannata senza appello. Solo gli sposi hanno un diritto reciproco sul loro corpo per generare una nuova vita, diritto esclusivo, non cedibile, inalienabile. E così deve essere anche in considerazione del bambino. A chiunque dà la vita a un piccolo essere, la natura impone, in forza stessa di tale vincolo, il dovere della sua conservazione ed educazione. Ma-tra lo sposo e il bambino frutto dell elemento attivo di un terzo (anche se lo sposo fosse consenziente) non esiste alcun vincolo d origine, alcun vissuto morale e giuridico di procreazione coniuga- Tutto ciò evidenzia il rischio di uno squilibrio nell accettazione da parte della coppia del figlio nato in queste condizioni, e al tempo stesso la possibilità per lui di non riconoscere adeguatamente la propria identità, non essendo egli stato concepito nell unità reale dell amore coniugale, ma solo come frutto dell applicazione di una tecnica. Né vale l osservazione secondo cui la volontà dei genitori di volere il figlio a tutti i costi creerebbe le premesse di una paternità o maternità spirituale distinta da quella biologica e a essa superiore in forza della scelta dei genitori. Nella famiglia la paternità non può essere separata dalla fecondità (se non nel caso dell adozione, che l3 «L atto di fecondare artificialmente una donna partecipa deil atto generativo. La moglie non ha il diritto a indulgere nell atto generativo eccetto che con il proprio marito. Perciò una moglie non può permettere a sé stessa di essere fecondata artificialmente con il seme di uno che non sia suo marito, in quanto sarebbero smisuratamente moltiplicati gli adulteri» (cfr HEALY, OP. cit., p. 95). 4 PO X, discorso del 29 settembre del 949. Questi temi sono ampiamente ed esaurientemente sviluppati nella struzione pubblicata dalla SACRA CONGREGAZONE PER LA DOTRNA DELLA FEDE l rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione del 22 febbraio 987. «L origine di una persona umana è in realtà il risultato di una donazione. l concepito dovrà essere il frutto deil amore dei suoi genitori. Non può essere voluto né concepito come il prodotto di un intervento di tecniche mediche e biologiche: ciò equivarrebbe a ridurlo a diventare l oggetto di una tecnologia scientifica. Nessuno può sottoporre la venuta al mondo di un bambino a delle condizioni di efficienza tecnica valutabili secondo parametri di controllo e di dominio» (ivi, Parte seconda, n. 4). configura comunque un diverso tipo di rapporto e che non è peraltro esente da problemi), e anzi si deve riconoscere con assoluta chiarezza che <<il figlio ha diritto a essere concepito, portato in grembo, messo al mondo ed educato nel matrimonio: è attraverso il riferimento sicuro e riconosciuto ai propri genitori che egli può scoprire la propria identità e maturare la propria formazione umana>>6. Per quanto detto si comprende come il donatore di sperma o la donatrice di ovuli non sono in alcun modo paragonabili a un qualsiasi donatore di organi; la donazione nel campo della fecondazione artificiale non si limita alla cessione di una parte del proprio corpo, ma pone in essere una vita nuova. Altrettanto inaccettabile è la figura della madre portatrice o della madre sostitutiva, che offre il proprio utero per portare a termine la gestazione dell altrui figlio: la fase gestativa è parte integrante della maternità e come tale non può essere delegata. casi giudiziari nati in conseguenza della decisione delle madri portatrici di tenere per sé il neonato messo al mondo confermano l importanza e la solidità del vincolo affettivo che si stabilisce tra la gestante e il nascituro. Ciò è tanto più vero allorché la donatrice dell utero è anche la madre genetica, avendo donato il proprio ovulo per il concepimento. Riassumendo, le conseguenze negative della fecondazione artificiale eterologa sono da rintracciare specificamente nel fatto che essa lede la reciproca donazione totale dell amore coniugale a causa dell intervento invasivo di una terza persona e nella conseguente possibilità di una grave crisi di identità nel nascituro, incapace di distinguere le figure parentali essenziali. Ciò senza parlare dei rischi insiti nella possibilità di abusare di queste metodiche per realizzare una selezione della specie umana con gravi tentazioni di tipo razzisti~~ ~. Fatte queste precisazioni sulla non liceità della fecondazione artificiale eterologa, comunque realizzata, esaminiamo ora le difficoltà di natura etica concernenti propriamente la fecondazione artificiale l6 bidem, Parte seconda, n.. 7 Su tutta la problematica è utile consultare di D. TETTAMANZ, Bambini fabbricati, Piemme, Casale Monferrato 985, e i saggi dedicati alla nostra problematica dallo stesso autore in Bioetica. Nuovefrontiereper l uomo, cit., pp. 4-89.

8 MORALE & SESSUALTÀ MORALE & SESSUALTÀ 9 omologa. L attenzione va posta in particolare sulla RVET per la quale va considerato che «una fecondazione ottenuta fuori del corpo degli sposi rimane per ciò stesso privata dei significati e dei valori che si esprimono nel linguaggio del corpo e nell unione delle persone umane. Soltanto il rispetto del legame, che esiste fra i significati dell atto coniugale, e il rispetto dell unità dell essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona»8. Volendo approfondire le ragioni di questo giudizio, si deve considerare che di fronte alla procreazione ci possono essere due logiche: quella della donazione e quella della produzione. La prima rispetta pienamente la dignità della persona perché concepisce la trasmissione della vita non come mero fatto biologico, ma come evento personale che riguarda il mistero dell essere persona nella sua inipetibilità. Ciò implica la totalità del dono reciproco degli sposi nel matrimonio come luogo in cui l unione coniugale si realizza nella essenziale connessione tra aspetto unitivo e procreativo (il che implica che l unione sia aperta alla vita, e che l apertura alla vita non possa darsi senza l unione fisica dei coniugi). La seconda invece si colloca nella prospettiva della produzione, in cui soggetti diversi intervengono per costruire la fusione dei gameti attraverso operazioni di laboratorio, spersonalizzando e cosificando l evento dell inizio di una nuova vita in una situazione per cui se il figlio è voluto dalla coppia, non è però concepito con un atto personale, ma solo prodotto da una serie di atti tecnici successivi. Per tali ragioni, oltre che per quelle di natura generale già esposte più sopra, il giudizio etico sulla F NET (anche omologa) non può essere positivo. n conclusione, per quanto riguarda le tecniche di fecondazione artificiale all interno dell unione coniugale, si può affermare che esse sono lecite solo se si configurano come una facilitazione, un aiuto tecnico a che l atto coniugale possa giungere a realizzare il proprio fine naturale. noltre, vanno rispettati i seguenti criteri: certezza che ogni embrione concepito non corra rischi di malformazione o di morte per cause inerenti alla tecnica impiegata; concepimento realizzato nel luogo naturale dell organismo materno; il prelievo delle *struzione..., cit., Parte seconda, n. 4. < cellule germinali con tecnica rispettosa della connessione tra l atto unitivo della coppia e l eventuale successivo concepimento. l giudizio morale di condanna di tecniche quali la RVET o la problematicità posta da altre come la GFT non significa però scoraggiare ulteriori ricerche scientifiche che studino altre metodiche per aiutare le coppie sterili; è però imprescindibile aver cura di non operare sperimentazioni o interventi lesivi della dignità della persona e della coppia. 6. GRAVDANZA & PARTO Prendiamo ora in esame i principali problemi etici relativi alla gravidanza e al parto, per cogliere quale debba essere il corretto atteggiamento del medico. Uno dei casi più frequenti è quello della gravidanza ectopica, un tipo di gravidanza che si sviluppa in sedi anomale o all interno dell utero (gravidanza cervicale o angolare) o all esterno dell utero (gravidanza extra-uterina tubarica, ovarica, addominale secondo la sede in cui si annida l embrione), provocando seri problemi sia per la salute della madre sia per la possibilità del feto di svilupparsi. l caso più tipico è quello della gravidanza ectopica tubarica in cui lo sviluppo del embrione all interno della tuba determina fenomeni emorragici che rendono necessario un intervento orientato a salvare la vita della madre. Posto che non è lecito intervenire direttamente sul feto per eliminarlo, è però chiaro che il medico deve pur intervenire a un dato momento per asportare la tuba (e con essa l embrione in essa contenuto) a salvaguardia dell integrità della madre. Valgono in questo caso i principi che regolano le azioni a doppio effetto. Si tratta di un azione che ha lo scopo buono di salvare la vita della donna, con l asportazione della parte malata, ma che provoca, come risultato indiretto e non voluto, la morte del feto. Qualora il medico non riesca con immediata certezza a valutare la gravità del pericolo per la vita della madre, gli è lecito intervenire subito onde evitare pericoli supplementari. n ogni caso non è lecito considerare il feto come un ingiusto aggressore nei confronti della madre, perché esso va rispettato come un essere umano che si trova involontariamente in una situazione