La tecnica Magneto Induttiva per il controllo delle funi metalliche



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La tecnica Magneto Induttiva per il controllo delle funi metalliche A. Canova Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino, tel. 011 0907158 fax. 011 0907199, aldo.canova@polito.it Sommario Le funi metalliche sono oggigiorno utilizzate in un gran numero di applicazioni civili ed industriali dove è spesso richiesta un elevata sicurezza intrinseca, al fine di garantire l incolumità dei passeggeri o la continuità dei servizi erogati. La vita media di una fune può variare considerevolmente in funzione del carico a cui è sottoposta e delle condizioni di utilizzo, caratteristica che rende interessante il valutarne lo stato per intervenire in modo preventivo. Una indagine oggettiva dello stato di una fune, sia esterno sia interno, richiede un controllo non distruttivo. Diverse sono le tecnologie esistenti ma la più diffusa si basa sul principio magneto-induttivo. Gli strumenti attualmente disponibili sul mercato possono fornire due tipi di segnali chiamati Localized Fault (LF) e Loss of Metallic Area (LMA). Il primo fornisce un indicazione qualitativa dello stato della fune e dipendente dalla profondità del difetto mentre il secondo è in grado di quantificare in modo proporzionale la perdita dell area equivalente associata al danno. Nella memoria presentata, oltre ad uno stato dell arte relativo alla strumentazione verranno presentate le principali innovazione condotte presso il Politecnico di Torino e relative allo sviluppo di strumenti innovativi adatti al controllo di funi metalliche che vanno dal settore ascensoristico e quello del trasporto funiviario passando per quello del sollevamento industriale. Proprio in quest ultimo settore si sta affermando, grazie anche all indicazione fornita dalla norma UNI ISO 4309:2006, la sensibilità da parte della filiera associata al sollevamento dei carichi verso il controllo non distruttivo delle funi metalliche al fine di prevenire incidenti alle persone e danni materiali. Parole chiave Funi metalliche, magneto-induttivo, impianti di sollevamento Metallic Ropes, magneto-inductive, lifting equipment

Il controllo magneto induttivo negli impianti per il settore del sollevamento carichi La strumentazione che viene utilizzata per effettuare il controllo magneto-induttivo è derivata dal settore funiviario ed è costituita da tre parti principali: il magnetizzatore (denominato anche detector), le sonde di campo, il sistema di acquisizione. Il detector ha la funzione di indurre all'interno della fune un campo magnetico statico che porti la fune in saturazione. Esso è stato inizialmente costituito da bobine alimentate da correnti continue ma oggi, grazie a materiali magnetici duri ad elevata energia, è realizzato mediante magneti permanenti (NdFeB). Infine il terzo componente del sistema di misura può essere costituito da un semplice sistema di registrazione su carta di tipo analogico o più recentemente si stanno diffondendo sistemi elettronici che acquisiscono il segnale proveniente dalle sonde di campo, lo digitalizzano e lo rendono disponibile ad essere gestito e visualizzato da opportuni software su PC. In Fig. 1 è riportato un esempio di strumento magneto-induttivo con il sistema di acquisizione [1]. La progettazione del detector rappresenta l aspetto cruciale per ottenere uno strumento maneggevole ed ergonomico per l operatore mantenendo le prestazioni in termini di magnetizzazione della fune metalliche desiderate. Sull aspetto progettuale è stato fatto un significativo lavoro che riportato nelle memorie [2] e [3]. Encoder Ottico Struttura Magnetica Sistema di centraggio Scheda Sensori + Scatole protettive Fig. 1 Esempio di strumentazione per il controllo magneto-induttivo Il principio del metodo magneto induttivo si basa sulla misura di un flusso magnetico principale o di un flusso magnetico disperso mediante una bobina che misura il flusso principale o mediante una bobina una che circonda la fune e misura il flusso disperso; più recentemente le bobine sono state sostituite da schiere di sonde ad effetto Hall. Le sonde che rilevano il flusso magnetico disperso possono essere di tipo assiale o radiale e forniscono una indicazione proporzionale al numero di fili interrotti; il segnale è noto con la sigla LF: localised fault. La necessità di rilevare difetti non localizzati, dovuti ad esempio alla corrosione, richiede di effettuare una misura di tipo integrale come quella del flusso principale che attraversa la fune. Tale tipo di segnale è noto con la sigla LMA (Loss Metallic Area). Anche in questo caso risultano particolarmente adatte le sonde ad effetto Hall, rispetto alle bobine, in quanto rilevano direttamente il valore assoluto del campo magnetico e non la sua variazione e quindi forniscono il valore assoluto dell area mancate nella sezione della fune.

In fig. 2 e 3 è rappresentato uno schema del principio di funzionamento del controllo magneto-induttivo. Nella Fig.1 è rappresentato l andamento schematico del campo magnetico in assenza di difetti. Se la fune presenta un difetto al suo interno (Fig. 2), ad esempio dovuto alla rottura di un filo, il campo magnetico tende sia a ridursi (a causa dell interruzione) sia ad uscire localmente dalla fune. La misura locale del campo magnetico che fuoriesce dalla fune e la misura del flusso totale corrispondono ai due segnali LF ed LMA. N S Fig. 2 Esame magneto induttivo su fune integra Riduzione del flusso principale Deviazione locale del flusso N S Fig. 3 Esame magneto induttivo su fune con difetto In Fig. 4 è riportato l andamento teorico del segnale di tipo LF ed LMA associato ad una fune che presenta diverse riduzioni di sezione. E importante osservare che il segnale di tipo LMA perde di definizione non appena il tratto di fune con riduzione della sezione diventa inferiore alla lunghezza assiale del detector; alla lunghezza è quindi associata la risoluzione dello strumento. Rope Profile Narrow gaps LMA Device length higher than width of loss metallic area LF Fig. 4. Segnali teorici: LF ed LMA

Il segnale misurato in una prova reale è diverso da quello teorico a causa dell inevitabile rumore dovuto alla trefolatura della fune ed alle sue oscillazioni. In Fig. 5 è riportato a titolo di esempio il segnale LF ed LMA ottenuto in corrispondenza di un difetto pari a diverse % di area mancante. 1 broken wire (2cm) - LMA 1% 1 broken wire (3cm) - LMA 1.5% 2 broken wires (2cm) - LMA 2% 2 broken wires (3cm) - LMA 3% Fig. 5. Segnali reali: LF ed LMA L effettuazione delle prova sul campo richiede che ci sia un movimento relativo tra lo strumento e la fune da analizzare. La prova viene condotta, in genere, mettendo in movimento la fune all interno dello strumento che viene ancorato. In Fig. 6 è riportato una foto relativa allo strumento durante una prova effettuata su di una fune portuale. Il controllo magneto induttivo negli impianti multifune Considerando che le tecnologie adottate per il controllo magneto induttivo sono applicabili a qualunque tipologia di fune diventa praticabile anche una verifica più oggettiva delle funi per ascensori che ad oggi viene effettuata a vista mediante una tavoletta di legno appoggiata sulle funi in movimento. Occorre anche sottolineare che la tendenza di andare verso soluzioni caratterizzate da funi di diametro sempre minore (al fine di ridurre la dimensione delle pulegge) e quindi in numero crescente renderà il controllo a vista di difficile esecuzione. E chiaro che uno strumento per il settore ascensoristico deve

possedere una serie di requisiti tecnico-funzionali che consentano al manutentore o al verificatore una semplice, rapida ed efficace verifica di tutte le funi contemporaneamente. Fig. 6. Posizionamento di uno strumento magneto-induttivo per la verifica di una fune di un impianto di sollevamento Sempre presso il Politecnico di Torino è stata sviluppata una tecnologia ed una strumentazione in grado di soddisfare i requisiti richiesti. La testa di misura effettua contemporaneamente l analisi di tutte le funi di un ascensore da 4 (Fig. 7) o 6 funi (Fig. 8) e fornisce all operatore, mediante la connessione ad un personal computer (Fig. 8) o ad un palmare, la visualizzazione di un tracciato la cui lettura mette in evidenza la presenza di uno o più fili interrotti all interno della singola fune. Il parco ascensori presente nel territorio italiano, che rappresenta più di un quarto di quello mondiale, è caratterizzato principilamente da impianti a 4 funi con diametro massimo di 12 mm e impianti a 6 funi con diametro massimo di 13 mm. Un software è quindi in grado di memorizzare le tracce e di creare successivamente un report di prova. Il manutentore ed il verificatore è quindi in grado in modo oggettivo e rapido di fornire al gestore dell impianto o all amministratore di condominio un report che testimonia, oltre che l avvenuto controllo, lo stato effettivo delle funi. Questo permette di poter decidere in modo oggettivo la sostituzione delle funi in funzione delle loro reali condizioni e non in funzione solo della loro età (indicatore spesso non molto significativo). I vantaggi di una maggiore oggettività sul controllo vanno ovviamente a vantaggio dell utente finale il quale vede aumentata la sicurezza o il risparmio nel caso di una sostituzione inutile delle funi.

Fig.7 Detector per la verifica magneto-induttiva per ascensori a 4 funi Fig.8 Detector per la verifica magneto-induttiva per ascensori a 6 funi Fig.9. Sistema di acquisizione dei segnali uscenti dallo strumento

In Fig. 10 è riportato il tracciato caratteristico che si ottiene dall analisi di una fune. La presenza di un difetto, ad es. un singolo filo interrotto su 114 fili, genera un picco che viene evidenziato nel tracciato. 2.68 2.66 9 mm 114 fili 2.64 2.62 2.58 2.56 2.54 2.52 2.48 2.46 2.44 2.42 40k 41k 42k 43k 44k 45k 46k 47k 48k 49k 50k Sample 70 mv Fig. 10. Segnale LF nel caso di test su fune con diametro 9 mm Un primo consistente numero di prove sul campo, in collaborazione con l organismo notificato ICEPI (Istituto Certificazione Europea Prodotti Industriali S.p.A. di Piacenza ascensori@icepi.com), ha permesso di validare la metodologia e la strumentazione. Sono state effettuate quindi prove su circa 15 impianti scelti in modo che il campione fosse più rappresentativo possibile nella realtà impiantistica [4]. Sebbene non si voglia dare a queste prove un significato statistico, occorre rilevare che gli impianti si caratterizzavano per differente: Anno di istallazione Numero di funi Numero di piani Tipologia di impiego Tipo di funi Complessivamente sono state esaminate circa 40 funi e le prove hanno evidenziato situazioni molto particolare tra cui: assenza di difetti per impianti recenti e talvolta per alcune funi su impianti datati (di oltre 20 anni): ciò implica che la sostituzione delle funi andrebbe correlata alla reale condizione della fune e non alla sua età; in alcuni impianti (anche recenti) una sola fune con numero di difetti nettamente superiore alle altre: esiste spesso una delle funi che lavora di più delle altre o si usura maggiormente e la possibilità di rilevarlo permetterebbe di apportare dei correttivi; alcune funi con un numero di difetti superiore a 5 che non venivano rilevate dalla prova con il legnetto: il legnetto non rappresenta un metodo oggettivo e soprattutto non è affidabile; un filo rotto nella maggior parte delle funi analizzate anche recenti: probabilmente un controllo sulla produzione attraverso una traccia a fune da istallare consentirebbe un

miglioramento della qualità del prodotto e darebbe al manutentore o al verificatore anche una indicazione sulla bontà del lotto di funi utilizzato. Nel seguito, in Fig. 11, vengono riportati, a titolo di esempio, i risultati di una prova effettuata sul campo su di un ascensore elettrico con 4 funi da 10 mm del 1985. I risultati della prova mettono in evidenza come in un impianto relativamente vecchio si possano trovare funi senza difetti e funi con alcuni difetti molto evidenti. 2 Fili rotti Nessun filo rotto 2.75 2.65 2.55 2.45 2.35 2.30 Canal 1 Rope 1 40k 50k 60k 70k 80k 90k 100k110k 120k130k140k 150k160k170k Axial Position 2.75 2.65 2.55 2.45 2.35 2.30 Canal 2 Rope 2 40k 50k 60k 70k 80k 90k 100k 110k 120k 130k 140k 150k160k170k Axial Position Nessun filo rotto Almeno 3 fili rotti 2.75 2.65 2.75 2.65 Canal 3 Rope 3 Canal 4 Rope 4 2.55 2.55 2.45 2.45 2.35 2.35 2.30 30k 40k 50k 60k 70k 80k 90k 100k 110k 120k 130k 140k 150k 160k 170k Axial Position 2.30 40k 50k 60k 70k 80k 90k 100k 110k 120k 130k 140k 150k 160k 170k Axial Position Fig. 11 Esempio di analisi su di impianto di sollevamento persone Conclusioni Nella memoria sono stati presentati i principali sistemi magnetio-induttivi sviluppati presso il Politecnico e di Torino e commercializzati attraverso un suo spin off universitario (AMC Instruments, www.aemmeci.com). I sistemi sono completamente innovativi sia nella parte riguardante l hardware del detector, che fa uso di sensori ad effetto Hall (al posto delle bobine normalmente utilizzate), sia nella parte riguardante l hardware ed il software di digitalizzazione delle tracce che fornisce lo strumento. Anche dal punto di vista dei segnali il sistema si distingue da quelli esistenti in quanto fornisce, oltre al segnale classico di tipo LF che indica la presenza di fili rotti, un segnale di tipo LMA che risulta utile per i difetti associati a riduzioni graduali della sezione (es. corrosione o

abrasione). Oltre al controllo di singole funi per il settore del sollevamento persone (es. funivie, funicolari, seggiovie, etc.) e per il sollevamento e movimentazione di merci (es. gru, carrionte, etc.), il lavoro riporta l attività nel settore ascensoristico. La tecnologia hall premette infatti di realizzare detector di forma qualsiasi e questa possibilità ha permesso di realizzare detector multifune per il sistema ascensoristico (a 4 e 6 funi). Nell articolo sono quindi riportati alcuni risultati sperimentali che mostrano le capacità in termini di accuratezza e risoluzione dei sistemi magneto-induttivi presentati. Bibliografia [1] V. Cacciatore, A. Canova, A. Vallan and B. Vusini, Experience and technologies in NDT of ropes. KEY ENGINEERING MATERIALS, (2007), vol. 347, pp. 627-632. [2]A. Canova, B. Vusini, Magnetic analysis of non-destructive testing detectors for ferromagnetic ropes, COMPEL: The International Journal for Computation and Mathematics in Electrical and Electronic Engineering, Vol. 27 No. 4, 2008, pp. 869-878. [3] A. Canova, F. Degasperi, F. Ficili, M. Forzan, B. Vusini Experimental and numerical characterisation of ferromagnetic ropes and non-destructive testing device, Proc. of OIPEEC Conferebce 18 th 20 th March 2009, Stuttgart, Germany, pp. 289-298. [4] A. Canova, P. Frighi, P. Boschiazzo, B. Vusini, F. Ficili, Controllo magneto-indutivo delle funi metalliche per ascensori, Elevatori, Marzo-aprile 2009, pp. 66-74.