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8^ legislatura Deliberazione della Giunta n. 3915 del 9 dicembre 2008 Presidente V. Presidente Assessori Segretario Giancarlo Franco Renato Giancarlo Marialuisa Oscar Elena Massimo Renzo Sandro Vendemiano Flavio Stefano Antonio Galan Manzato Chisso Conta Coppola De Bona Donazzan Giorgetti Marangon Sandri Sartor Silvestrin Valdegamberi Menetto OGGETTO: Interventi a sostegno della neo-genitorialità e della genitorialità. Legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 1250 e comma 1251, lettere b) e c). L Assessore alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, riferisce quanto segue. E stata approvata in data 20 settembre 2007, in sede di Conferenza Unificata, l intesa concernente l attivazione di interventi, iniziative ed azioni finalizzati alla realizzazione delle indicazioni presenti all articolo 1, comma 1250 e comma 1251, lettere b) e c), della Legge 27 dicembre 2006, n. 296. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2007 a seguito dell intesa suddetta, ha approvato la ripartizione del Fondo per le politiche per la famiglia a favore delle Regioni e Provincie autonome, prevedendo quale quota per la Regione del Veneto la somma di 7.058.537,00. La Regione del Veneto con DGR n. 3825 del 27 novembre 2007, ha approvato tre Progetti Sperimentali finalizzati alla realizzazione delle indicazioni dell intesa della Conferenza unificata del 20 settembre 2007. Uno dei tre Progetti denominato Piano di riorganizzazione dei Consultori Familiari per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie, allegato B della DGR 3825/07, intende promuovere un piano di sviluppo e di riorganizzazione, al fine di rendere i consultori sempre più servizio relazionale che risponda ai bisogni della famiglia e dei suoi componenti in un ottica di sussidiarietà e di solidarietà. Il progetto, nello specifico, si prefigge di potenziare tra le diverse macro aree, quella relativa al sostegno alla neogenitorialità ed alla genitorialità. A tal proposito si ravvisa l opportunità di sviluppare due linee progettuali che riguardano: 1) il potenziamento degli interventi di tipo educativo, sociale e psicologico a sostegno della neogenitorialità e genitorialità da parte dei Consultori Familiari Privati Riconosciuti; 2) la realizzazione del Progetto Centri per la famiglia da parte di Enti Pubblici e/o privati. Per quanto concerne la prima linea progettuale e cioè il potenziamento degli interventi di tipo educativo, sociale e psicologico a sostegno della neogenitorialità e genitorialità da parte dei Consultori Familiari Privati Riconosciuti si specifica quanto segue. La Banca Dati dei Consultori Familiari, curata dall Osservatorio Regionale Nuove generazioni e famiglia dell AULSS n. 3 di Bassano, evidenzia che i Consultori familiari privati riconosciuti sono presenti su tutto il territorio regionale con 27 sedi ed operano in rete con le realtà pubbliche e private locali. Gli interventi riguardano prevalentemente l ambito psicologico e relazionale a favore del singolo, della coppia e della famiglia; seguono gli interventi in tema di salute fisica della donna, le problematiche relative alla sessualità (sviluppo fisico, contraccezione, relazioni, patologie) e la maternità (contraccezione/regolazione della fertilità, gravidanza, parto, sterilità). I dati rilevano un forte impegno nelle attività informative, formative, educative e relativamente alle problematiche psicologiche e sociali concernenti il rapporto figli-genitori. In considerazione del prezioso contributo dato dai Consultori familiari privati, ormai radicati nel tessuto sociale anche in termini di reale integrazione con le realtà pubbliche e private del territorio e consapevoli della necessità di essere sostenuti economicamente per garantire un effettivo accoglimento e presa in carico Mod. B - copia

dei bisogni della famiglia in forma gratuita, si propone di stabilire per tutti i 27 Consultori familiari privati riconosciuti, un contributo per il potenziamento degli interventi di tipo educativo, sociale e psicologico a sostegno della neogenitorialità e genitorialità, il cui sviluppo deve integrarsi con le indicazioni specificate nell Allegato A al presente provvedimento. Al fine di poter accedere a tali contributi i Consultori familiari Privati Riconosciuti sono tenuti ad esplicitare gli interventi secondo quanto di seguito specificato, utilizzando la scheda come da Allegato B, parte integrante del presente provvedimento. Le schede dovranno pervenire alla Direzione Regionale dei Servizi Sociali Dorsoduro Rio Novo 3493 30123, Venezia, entro il 28 febbraio 2009, a mezzo servizio postale con raccomandata A/R, a tal fine farà fede il timbro e la data apposti dall ufficio postale di spedizione e debbono pervenire anche via mail all indirizzo dir.servizisociali@regione.veneto.it entro il termine suddetto. Nel realizzare il potenziamento degli interventi suddetti, particolare attenzione dovrà essere riposta ad alcuni aspetti di seguito specificati: - l identificazione di un referente tecnico che coordini le attività e verifichi il conseguimento degli obiettivi; - l attivazione/potenziamento dell integrazione sia all interno dei consultori stessi, tra figure e competenze sanitarie e sociali, sia all esterno con i consultori familiari pubblici e con gli altri servizi del territorio, nel rispetto delle reciproche autonomie e specificità; - la massima espressione della capacità di interloquire con i gruppi, le associazioni, le istituzioni educative, le autorità giudiziarie, gli enti locali presenti nel territorio; - la diffusione e pubblicizzazione degli interventi alla popolazione ed agli operatori, al fine di garantire una reale offerta attiva. Con successivo atto della Giunta Regionale si provvederà a: a) approvare gli interventi esplicitati dai Consultori familiari privati riconosciuti; b) assegnare i relativi importi e le modalità di erogazione; c) prevedere l impegno di un importo complessivo di 270.000,00 per la realizzazione degli interventi approvati Per quanto concerne la seconda linea progettuale e cioè la realizzazione del Progetto Centri per la famiglia si evidenzia quanto segue. La Regione del Veneto, nel perseguire la realizzazione di un organica ed integrata politica di sostegno alla genitorialità e nel riconoscere a pieno titolo soggetti di diritto anche i minori di età, ha accolto il mandato della legge 285/97, protraendo ben oltre la sua scadenza la progettazione da essa scaturita e riconducendo finalità e risorse ad essa destinata alla programmazione specifica delle politiche regionali. Tale programmazione ha previsto la realizzazione di un Piano Infanzia, Adolescenza, Famiglia, denominato PIAF. Accanto al PIAF, in considerazione della necessità di potenziare i servizi che accompagnano la famiglia lungo tutto il ciclo di vita, rendendoli sempre più servizi relazionali in cui riconoscere, sostenere, promuovere, aiutare la famiglia senza sostituirsi ad essa, con interventi non di tipo assistenzialistico, ma con modalità che promuovono l emergere delle sue potenzialità, si ravvisa l opportunità di favorire a livello locale, l attivazione di luoghi, alcuni già nati per effetto della legge 285/97, in cui poter offrire servizi pluralizzati e diversificati in grado di ottimizzare i tempi affinchè essi siano efficacemente rispondenti alla sempre più articolata organizzazione familiare. Il relatore, pertanto, propone di attivare il Progetto Centri per la Famiglia, prevedendo un finanziamento ad un massimo di 7 centri. Possono presentare domanda di realizzazione del Progetto suddetto gli Enti pubblici e/o privati (singolarmente o in forma associata) (Aziende ULSS, Enti locali, Organismi del Terzo Settore quali Associazioni di Volontariato, Associazioni di promozione sociale, Cooperative sociali, iscritti agli appositi Albi/registri regionali previsti dalla normativa vigente) che abbiano già avviato o intendono avviare nel territorio di appartenenza iniziative che perseguano gli obiettivi e realizzino le attività nonchè le indicazioni di seguito specificati. I Progetti, redatti come da Allegato C, parte integrante del presente provvedimento, debbono pervenire alla Direzione dei Servizi Sociali della Regione del Veneto Dorsoduro 3493 30123 Venezia il 28 Mod. B - copia pag. 2 Dgr n. del

febbraio 2009, a mezzo servizio postale con raccomandata A/R, a tal fine farà fede il timbro e la data apposti dall ufficio postale di spedizione e debbono pervenire anche via mail all indirizzo dir.servizisociali@regione.veneto.it entro il termine suddetto. a. Obiettivi: - offrire alle famiglie servizi pluralizzati e diversificati nella stessa sede; - agevolare la formazione di nuovi nuclei familiari (sostegno alla neogenitorialità); - sostenere le libere e consapevoli scelte di procreazione della coppia e valorizzare il principio di corresponsabilità dei genitori nei confronti dei figli (sostegno alla neogenitorialità e genitorialità); - sostenere la centralità della famiglia agevolandola nel compito di educazione dei figli e nella formazione della loro personalità, anche in riferimento alla genitorialità sociale; - favorire, sostenere e promuovere l associazionismo familiare e la creazione di reti di solidarietà e di mutuo aiuto tra famiglie nonchè forme di autorganizzazione al fine di integrare i compiti familiari nella cura dei bambini e degli adolescenti; - promuovere azioni/realizzazioni rivolte alla conciliazione dei tempi della famiglia, della città e del lavoro. b. Attività: - attività di informazione su tutti i servizi, le risorse, e le opportunità istituzionali ed informali che il territorio offre ai bambini ed alle loro famiglie (educative, sociali, sanitarie, scolastiche, del tempo libero (ad esempio informa-famiglie, sportelli informativi ecc. ); - attività di promozione culturale e di supporto ai genitori, anche mediante seminari, corsi con esperti, gruppi ascolto, gruppi di auto- mutuo-aiuto e di empowerment (ad esempio formazione della coppia, percorsi 0-3 anni, rapporto bambini e televisione, genitori e figli adolescenti ecc..); - attivazione di servizi socio-educativi rivolti a bimbi della prima infanzia (età compresa tra 0 e 3 anni) e dell infanzia diversamente caratterizzati quanto a modelli organizzativi e gestionali; - attività di baby - sitting per permettere ai genitori di partecipare alle diverse iniziative; - spazi di aggregazione educativo- ricreativa per minori (spazio gioco, dopo scuola ecc.); - accoglienza anche semi-residenziale e residenziale per mamme in difficoltà con bambini (comunità educativa mamma-bambino). c. Indicazioni trasversali alle attività: - la collocazione dei servizi pluralizzati e diversificati in una stessa sede; - l individuazione di un referente l individuazione di un referente tecnico che coordini le attività e verifichi il conseguimento degli obiettivi supportato da almeno una figura amministrativa; - l attivazione/potenziamento dell integrazione, tra figure e competenze diverse, tra equipe dedicate, e all esterno con gli altri servizi pubblici e privati. L integrazione dovrà sostanziarsi attraverso la stesura di protocolli operativi ed intese che permettano la realizzazione di concrete azioni; - la massima espressione della capacità di interloquire con i gruppi, le associazioni, le istituzioni educative, gli enti locali presenti nel territorio; - la diffusione e pubblicizzazione delle attività del Centro alla popolazione ed agli operatori, al fine di garantire una reale offerta attiva delle progettualità; - l inserimento del progetto nell ambito del Piano di Zona. Le unità di offerta già operanti e quelle di nuova istituzione, che realizzano interventi sanitari, socio sanitari e sociali anche a carattere semiresidenziale e residenziale presenti nel Centro per la Famiglia sono soggette alle procedure di autorizzazione e di accreditamento della Legge Regionale 16 agosto 2002, n. 22. La valutazione dei progetti Centri per la famiglia e la definizione della graduatoria saranno a cura di una Commissione regionale composta dal Dirigente e da un funzionario del Servizio Famiglia della Direzione Regionale dei Servizi Sociali, da un rappresentante dei Direttori Sociali delle Aziende ULSS venete, da rappresentanti dell Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia dell Azienda ULSS n. Mod. B - copia pag. 3 Dgr n. del

3 di Bassano del Grappa (VI) e sarà stabilita con successivo decreto del Dirigente della Direzione Regionale dei Servizi Sociali. Nel ritenere importante inserire le attività su esplicitate relative ai Consultori familiari privati riconosciuti ed al Progetto Centri per la Famiglia nell ambito più ampio degli interventi relativi allo studio e al monitoraggio della condizione della Famiglia, dell Infanzia, dell adolescenza e dei giovani, si propone di affidare all Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia dell Azienda ULSS n. 3 di Bassano del Grappa (VI), la realizzazione delle attività di pubblicizzazione, di studio, di raccolta dati, di formazione, di monitoraggio e di verifica dei risultati. La somma prevista per la realizzazione del Progetto Regionale Centri per la Famiglia è pari ad 280.537,00. Il relatore, inoltre, propone di rinviare ad un successivo atto della Giunta Regionale: a) l approvazione della graduatoria dei progetti, la ripartizione del fondo e le modalità di erogazione degli importi assegnati agli Enti/Soggetti per la realizzazione del Progetto Centri per la famiglia ; b) l assegnazione della somma e le relative modalità di erogazione a favore dell Azienda ULSS n. 3 di Bassano del Grappa (VI), già sede dell Osservatorio Regionale Nuove Generazioni e Famiglia, per le attività su menzionate; c) prevedendo l impegno, poi, di 280.537,00 per la realizzazione dei progetti Il relatore conclude la propria relazione e propone all approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento. LA GIUNTA REGIONALE Udito il Relatore, incaricato dell'istruzione dell'argomento in questione, ai sensi dell'art. 33, comma II dello Statuto, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale; - vista la Legge 29 luglio 1975, n. 405; - vista la Legge 28 agosto 1997, n. 285; - visto il D. Min. San. 24 Aprile 2000 (Piano Sanitario Nazionale 1998-2000); - vista la Legge 8 novembre 2000, n. 328; - visto il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008; - vista la Legge 27 dicembre 2006, n. 296; - vista l intesa della Conferenza Unificata del 20 settembre 2007; - visto il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 settembre 2007; - vista la Legge Regionale 25 marzo 1977, n. 28; - vista la Legge Regionale 29 novembre 2001, n. 39; - vista la Legge Regionale 19 febbraio 2007, n. 2; - vista la DGR 30 novembre 2001, n. 3242; - vista la DGR 31 dicembre 2002, n. 3972; - vista la DGR 11 febbraio 2005, n. 392; - vista la DGR 11 febbraio 2005, n. 389; - vista la DGR 11 febbraio 2005, n. 387; - vista la DGR 12 luglio 2005, n. 1792; - vista la DGR 17 febbraio 2006, n. 39; - vista la DGR 19 dicembre 2006, n. 4135; - vista la DGR 27 novembre 2007, n. 3825; Mod. B - copia pag. 4 Dgr n. del

DELIBERA 1 di approvare la premessa e gli Allegati A, B, C, parti integranti del presente provvedimento; 2 di rinviare ad un successivo atto della Giunta Regionale: l approvazione degli interventi esplicitati dai Consultori familiari privati riconosciuti e dei progetti Centri per la famiglia e il relativo finanziamento come esplicitato in parte motiva; 3. di dare atto che la Commissione per la valutazione dei progetti Centri per la Famiglia e la definizione della graduatoria sarà stabilita con decreto del Dirigente della Direzione Regionale dei Servizi Sociali, così come specificato in premessa. Sottoposto a votazione, il provvedimento è approvato con voti unanimi e palesi. IL SEGRETARIO Dott. Antonio Menetto IL PRESIDENTE On. dott. Giancarlo Galan Mod. B - copia pag. 5 Dgr n. del