Investimenti, innovazione e transizione digitale delle imprese italiane

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Transcript:

Investimenti, innovazione e transizione digitale delle imprese italiane Roberto Monducci Istat Direttore del Dipartimento per la produzione statistica

I CONTENUTI INFORMATIVI DELL EDIZIONE 2018 DEL RAPPORTO Le schede settoriali forniscono un quadro sintetico immediato dei principali aspetti strutturali e congiunturali di ciascun settore. Aggiornamento mensile e accessibilità delle schede dal sito Istat dalla pagina dedicata al Rapporto e dall area Congiuntura economica (home page) http://www.istat.it/it/congiuntura Database di dati e indicatori settoriali, con circa 70 indicatori organizzati in diversi temi (es. struttura, demografia e performance delle imprese, costi e prezzi, nuove tecnologie, ricerca e innovazione, commercio estero e internazionalizzazione produttiva, ambiente) con dettaglio dimensionale, settoriale e per tipologia di impresa. 2

3 I CONTENUTI ANALITICI DELL EDIZIONE 2018 DEL RAPPORTO Analisi macroeconomica delle determinanti della fase di ripresa ciclica in Italia e nelle principali economie europee, con particolare riferimento alla dinamica degli investimenti e dell input di lavoro. Monitoraggio della congiuntura dei settori produttivi, attraverso indicatori sintetici di competitività e di rilevazioni ad hoc sulle percezioni degli imprenditori relative alla performance, agli indirizzi strategici e alle aspettative di breve termine per il periodo 2017-2018. Adozione di una linea di analisi a livello d impresa per individuare i profili tecnologici e innovativi delle unità produttive, proponendo una mappatura del sistema finalizzata alla valutazione delle caratteristiche d impresa (dotazione di capitale fisico e umano, propensione all innovazione e alla digitalizzazione) in grado di accrescere il ritmo di crescita della nostra economica. Analisi delle misure contenute nel Piano Nazionale Impresa 4.0, con una prima valutazione dell utilizzo dei diversi strumenti da parte delle imprese, basata su indagini qualitative e modelli macro e microeconomici,

CAPITOLO 1: UNA RIPRESA A DIVERSE VELOCITA IN ITALIA LA RIPRESA APPARE PIU LENTA RISPETTO AI PARTNER EUROPEI: QUALI LE CAUSE? CONSUMI E INVESTIMENTI SONO I PRINCIPALI DRIVER: QUALE IL LORO PESO E IL LORO CONTRIBUTO? IN ITALIA GLI INVESTIMENTI SONO STATI L ANELLO MANCANTE NELLA PRIMA FASE DELLA RIPRESA CICLICA: QUALE IL LORO RUOLO E QUALI COMPONENTI PIU (MENO) DINAMICHE? LA RIPRESA DELL OCCUPAZIONE IN ITALIA: QUALE IL RUOLO DELLE POLITICHE? L ITALIA SCONTA UN RITARDO NEGLI INVESTIMENTI IMMATERIALI, LA COMPONENTE PIU REATTIVA AL CICLO E DETERMINANTE PER COLMARE IL GAP NEL PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE 4

LA RIPRESA IN ITALIA E NEI PAESI UEM Ripresa nell Uem a bassa intensità rispetto a precedenti fasi cicliche (Pil +0,4% medio trimestrale da T2 2013); sostegno da componenti interne domanda. Consumi finali dei principali paesi europei Anni 2010-2017 (dati trimestrali in volume, numeri indice, T1:2013=100) Ritmo più debole in Francia e Italia, accelerazione in Spagna, con dinamiche da T3 2015 superiori a Germania. Consumi e investimenti: in Italia la fase di recupero è cominciata più tardi ed è stata relativamente più debole (da T2 2013: +0,2% medio trimestrale per entrambe le componenti, 0,4 e 0,6% in Germania, 0,5 e 1,1% in Spagna). Fonte: Elaborazione su dati Eurostat Investimenti fissi lordi dei principali paesi europei Anni 2010-2017 (dati trimestrali in volume, numeri indice, T1:2013=100) 5 Fonte: Elaborazione su dati Eurostat

IL RITARDO ITALIANO NEGLI INVESTIMENTI IMMATERIALI Ritardo italiano negli investimenti immateriali: Investimenti in attività materiali (al netto delle costruzioni) nei principali paesi europei e Uem Anni 2008-2017 - (dati trimestrali, numeri indice, 2010=100) A) meno dinamici (da T1 2014 al T4 2017 : +8,6%, contro + 17,5% in Germania, +17,9% in Francia, +12,8% in Spagna). B) Importanza relativamente minore in termini di risorse impiegate (quota su Pil inferiore ai partner: 2,8 %, contro il 3,8% Germania e il 5,5% in Francia). C) Minore apporto alla crescita del Pil (tra il 2015 e il 2017: 0,1 punto percentuale, contro 0,5 pp in Germania, 0,7 pp in Francia). Fonte: Elaborazione su dati Eurostat Investimenti in attività immateriali (prodotti della proprietà intellettuale) dei principali paesi europei e Uem Anni 2008-2017 (dati trimestrali, numeri indice, 2010=100) 6 Fonte: Elaborazione su dati Eurostat

IL RITARDO ITALIANO NELLA DIGITALIZZAZIONE Investimenti immateriali: importanti perché più reattivi al ciclo e cruciali rispetto al processo di digitalizzazione. L uso di strumenti e-business nelle imprese Ue Anno 2017 (percentuali di imprese con 10 e più addetti) 7 Il ritardo italiano nella digitalizzazione delle imprese: uso del web in crescita (72%, ma 77% media Ue) e velocità accesso a Internet (7% connessione superiore ai 100 Mb/s, contro 42% Danimarca, 39% Svezia, 12% Francia, 14% Germania, 25% Spagna). Tecnologie a supporto del trattamento e condivisione dei dati di business: simili a Francia e Germania nell ERP; inferiori ai tedeschi nel CRM; in forte ritardo nel SCM. Fonte: Eurostat, ICT usage and e-commerce in enterprises ERP - Enterprise Resource Planning: applicazioni per la gestione dei dati aziendali che rendono omogenei i flussi informativi tra aree funzionali di back-office SCM - Supply Chain Management: strumenti per la condivisione elettronica delle informazioni connesse alle operazioni sulla catena produttiva CRM - Customer Relationships Management: le applicazioni software che permettono di ottimizzare l interazione front office con i clienti, le azioni di marketing e le vendite

LA RIPRESA DELL OCCUPAZIONE Germania: tenuta dell occupazione nella fase recessiva e accelerazione dal 2014 (T4 2017: +3,4 mln rispetto al periodo pre-crisi) L'input di lavoro: occupati ed ore lavorate in Italia e principali partner europei Anni 2008-2017 (Migliaia di persone e milioni di ore; dati trimestrali destagionalizzati ed aggiustati per i giorni di calendario) Spagna: andamento sincrono delle due variabili. Forte caduta fino al 2013; la ripresa è sostenuta ma si è lontani dai livelli pre-crisi Francia: ripresa delle ore lavorate più incerta e meno rapida, ma superato il livello precrisi Italia: inversione del monte ore nel 2015; l occupazione in ripresa dell 1% medio annuo dal 2015. 8 Fonte: Eurostat

IL RUOLO DELLE POLITICHE DEL LAVORO La ripresa dell occupazione ha beneficiato degli effetti delle riforme del mercato del lavoro. Effetti del contratto a tutele crescenti e della decontribuzione sulle assunzioni totali delle imprese, condizionatamente all utilizzo di altri incentivi all assunzione Anni 2015 e 2016 (valori percentuali) 9 Stime di impatto effettuate sulle imprese manifatturiere sopra i 15 addetti che hanno dichiarato di aver assunto (a tempo determinato e/o indeterminato). Risultati: nel biennio 2015-2016, il contratto a tutele crescenti ha portato in media le imprese ad assumere circa il 19,5% in più di personale, rispetto a chi ha assunto utilizzando tipologie contrattuali diverse. L effetto specifico della decontribuzione è pari a circa il 17% nel 2015 ed al 6% nel 2016. 30 25 20 15 10 5 0 28.2 CTC + Decontribuzione 17.4 11.1 11.1 2015 2016 CTC + altri incentivi (non Decontribuzione) Fonte: Elaborazione su dati Istat, Indagine sulla fiducia delle imprese manifatturiere (2015,2016,2017) e modulo ad hoc sui flussi nel mercato del lavoro e tipologie contrattuali (2017)

1 0 CAPITOLO 2: UNA RIPRESA DIFFUSA A LIVELLO SETTORIALE LA RIPRESA ECONOMICA E STATA PIU INTENSA NEL SETTORE INDUSTRIALE: COME SI POSIZIONANO I DIVERSI COMPARTI? PER QUALI ASPETTI DELLA VITA SI SONO REGISTRATI I MAGGIORI PROGRESSI? LA RIPRESA DELLA DOMANDA DI INVESTIMENTI: SPECIFICITA DIMENSIONALI E SETTORIALI? LE IMPRESE INDUSTRIALI E L ORIENTAMENTO ALLA SOSTENIBILITA : DIFFUSIONE E LEGAMI CON LA COMPETITIVITA LA RIPRESA NEI SERVIZI: QUALI DINAMICHE CONGIUNTURALI E SETTORIALI? RIPRESA SIGNIFICATIVA DEL SETTORE INDUSTRIALE, CON UNA CRESCENTE CONVERGENZA SETTORIALE; NEI SERVIZI POLARIZZAZIONE TRA SETTORI IN FORTE ESPANSIONE E COMPARTI IN PERSISTENTE DIFFICOLTA.

ISCO T4-2017/2016 RAPPORTO 1 1 INTENSE DINAMICHE SETTORIALI NELL INDUSTRIA NEL 2016-2017 Nel quarto trimestre del 2017 il grado di utilizzo della capacità produttiva ha raggiunto i livelli più elevati dal 2000. Si è andata in parte correggendo la tendenza alla divaricazione delle performance settoriali evidenziata nella edizione 2017 del Rapporto. La metà dei comparti che nel 2015, in base ai valori dell ISCo strutturale, si situavano al di sopra della media della manifattura, nel 2017 ha registrato una più debole dinamica dell ISCo congiunturale. Bevande, Metalli, Pelli, Mobili in evidenza sia nel 2016 sia nel 2017. Macchine e mezzi di trasporto in forte recupero. 110,0 108,0 106,0 104,0 102,0 100,0 Indicatore sintetico di competitività (ISCo) congiunturale per comparto manifatturiero (variazione T42015-17) 98,0 96,0 94,0 33 13 22 17 16 18 27 29 28 32 26 20 15 25 31 23 19 11 92,0 14 90,0 90,0 95,0 100,0 105,0 110,0 ISCO T4-2016/2015 a) 10=Alimentari; 11= Bevande; 13=Tessile; 14=Abbigliamento; 15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti petroliferi; 20=Chimica; 21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia; 25=Prodotti in metallo; 26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari; 29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili; 32=Altre manifatturiere; 33=Riparazione e manutenzione di macchinari e apparecchiature. 24 10 21 30

CRESCITA DIFFUSA DELL OUTPUT E DELLO STOCK DI CAPITALE INDUSTRIALE RAPPORTO 1 2 Le indagini qualitative mostrano segnali di ripresa diffusa a livello settoriale, con miglioramenti rilevati per molti aspetti dell attività delle imprese. Il 45,5% delle unità manifatturiere dichiara di avere aumentato il fatturato nel 2017, il 41,2% la dotazione di capitale fisico, il 30,8% gli addetti (soprattutto, però, a bassa qualifica), il 24,6% la dotazione di capitale immateriale. Settori: percentuali generalmente in aumento rispetto al 2016, in particolare nei settori dei mezzi di trasporto e di prodotti di elettronica. Variazione dei principali aspetti dell attività delle imprese manifatturiere - Anno 2017 (% di imprese)

NUOVI INVESTIMENTI PER DUE TERZI MANIFATTURIERE RAPPORTO 1 3 Due terzi delle imprese (il 67% delle unità) ha dichiarato di aver effettuato investimenti nel 2017. Sensibili differenze tra unità di diverse dimensioni: la quasi totalità (il 96,7%) nel caso delle imprese più grandi (più di 250 addetti), quasi tre quarti (72,9%) per quelle di media dimensione (da 50 a 249 addetti), meno della metà (il 42,0%) per quelle più piccole (meno di 50 addetti). Settori più dinamici nelle attività di investimento: altri mezzi di trasporto, autoveicoli, raffinazione, farmaceutica. 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Quota di imprese manifatturiere che dichiara di effettuare nuovi investimenti - Anno 2017 (%) 90,9 88,2 86,5 86,0 81,9 78,1 78,1 76,3 75,4 72,9 67,1 66,5 64,9 64,1 59,5 58,7 55,5 54 53 53 50,9 67,0 41,3 37,2 30 29 19 21 12 11 26 17 27 20 24 28 23 10 25 15 13 14 31 32 18 16 33 10=Alimentari; 11= Bevande; 12=Tabacco; 13=Tessile; 14=Abbigliamento; 15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti petroliferi; 20=Chimica; 21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia; 25=Prodotti in metallo; 26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari; 29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili; 32=Altre manifatturiere; 33=Riparazione e manutenzione di macchinari e apparecchiature.

1 4 FOCUS: IMPRESE INDUSTRIALI E SVILUPPO SOSTENIBILE Da una prima indagine sull orientamento delle imprese verso lo sviluppo sostenibile: il 15,1% delle unità è classificabile come mediamente sostenibile, il 17,6% altamente sostenibile. Motivazioni prevalenti: miglioramento dell immagine aziendale (77,6%), riduzione dei costi (60,4%), ricerca di nuovi segmenti di mercato (49%). Rispetto alle unità a sostenibilità nulla, si stimano differenziali di produttività superiori del 7,9% per le imprese mediamente sostenibili e del 10,2% per quelle altamente sostenibili. 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Motivazioni dei comportamenti orientati alla sostenibilità, per dimensione dell impresa Anno 2017 (%) nuovi segmenti di mercato riduzione costi produzione sperimentare migliorare progetti innovativi immagine azienda prescrizione di legge Piccole (5-49 addetti) Medie (50-249 addetti) Grandi (250 addetti e oltre)

FORTI ETEROGENEITA SETTORIALI DELLA RIPRESA NEI SERVIZI RAPPORTO 1 5 Anche nei servizi di mercato emergono segnali di consolidamento della ripresa. Nel 2017 il fatturato complessivo è cresciuto del 3,4%, in netta accelerazione rispetto agli anni precedenti. In evidenza il comparto dei trasporti e magazzinaggio (+4,4% rispetto al 2016), agenzie viaggio e supporto alle imprese (4,2%), commercio all ingrosso (3,9%). Debolezza della crescita nei Servizi di informazione e comunicazione e nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche. 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0 Indici del fatturato dei servizi per sezione Anno 2017 (variazioni tendenziali trimestrali, valori percentuali) 6,0 2,7 2,7 4,7 4,4 4,5 4,7 3,6 0,8 5,8 2,3 3,2 0,5 0,3-0,5-0,7 2,3-0,2 0,6 0,5 4,6 4,3 4,1 3,5 G* H I J M N I trimestre II trimestre III trimestre IV trimestre G= Commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli; H= Trasporto e magazzinaggio; I= Attività dei servizi di alloggio e ristorazione; J= Servizi di informazione e comunicazione; M= Attività professionali, scientifiche e tecniche; N= Agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese *Al netto del Commercio al dettaglio.

1 6 RAPPORTO CAPITOLO 3:, DIGITALIZZAZIONE, CRESCITA IN ITALIA LA RIPRESA CICLICA E ASSOCIATA A FENOMENI DI RIPOSIZIONAMENTO STRUTTURALE E : QUALE RUOLO HA L? LA TRANSIZIONE E IN CORSO: COME SI POSIZIONANO LE IMPRESE? COME INTERAGISCONO PROPENSIONE ALL, GRADO DI DIGITALIZZAZIONE E DOTAZIONE DI CAPITALE FISICO E UMANO? QUALI EVIDENZE STANNO EMERGENDO PER QUANTO RIGUARDA L IMPATTO OCCUPAZIONALE DELLA TRANSIZIONE SU QUANTITA E QUALITA DELL OCCUPAZIONE? LA «MAPPA» MOSTRA UNA RILEVANTE AREA DI UNITA NON COINVOLTE NELLA TRANSIZIONE, UNA LIMITATA MA SIGNIFICATIVA AREA DI IMPRESE «DIGITALI COMPIUTE» E UN SEGMENTO CONSISTENTE DI IMPRESE «SENSIBILI» CON UN ELEVATO POTENZIALE.

ETEROGENEITA DEI COMPORTAMENTI INNOVATIVI NEI SETTORI Innovazione di prodotto o di processo in aumento rispetto al 2012-2014: 48,7% per cento per il totale delle imprese (+4 p.p) e 57,8% nella manifattura (+7 p.p) Imprese innovatrici per tipologia e attività economica Manifattura Anni 2014-2016 (% sul totale del settore) 1 7 Oltre un terzo delle imprese di elettronica, autoveicoli, bevande e chimica è costituito da «Innovatori forti»(innovazioni di prodotto e processo combinata a quelle di tipo «soft» - marketing e organizzazione). Per macchinari e apparecchiature elettriche più orientamento all innovazione di prodotto Per farmaceutica e metallurgia più innovazione di processo. Presenza di «Potenziali innovatori» in particolare nell elettronica, chimica e farmaceutica. Legenda: 10=Alimentari; 11_12= Bevande e tabacco; 13=Tessile; 14=Abbigliamento; 15=Pelli; 16=Legno; 17=Carta; 18=Stampa; 19=Prodotti petroliferi; 20=Chimica; 21=Farmaceutica; 22=Gomma e plastica; 23=Minerali non metalliferi; 24=Metallurgia; 25=Prodotti in metallo; 26=Elettronica; 27=Apparecchiature elettriche; 28=Macchinari; 29=Autoveicoli; 30=Altri mezzi di trasporto; 31=Mobili; 32=Altre manifatturiere; 33=Riparazione e manutenzione di macchinari e apparecchiature.

1 8 MIGLIORE PERFORMANCE INNOVATRICI RAPPORTO All interno delle diverse classi dimensionali il valore aggiunto per addetto aumenta in modo evidente nel passaggio da assenza di innovazione a innovazione soft, raggiungendo i livelli massimi tra gli Innovatori forti. Importanti differenze non solo tra innovatori e non innovatori, ma anche tra «Innovatori forti» e «Innovatori soft». Nella manifattura il vantaggio aumenta all aumentare della dimensione aziendale, nei servizi è maggiore per le medie imprese, limitato nelle piccole. Valore aggiunto per addetto delle imprese innovatrici e non innovatrici, per macrosettore e classe di addetti Anno 2015

1 9 E DIGITALIZZAZIONE I settori con una propensione alta o medio-alta a innovare prodotti/servizi si concentrano nella manifattura (12 comparti su 18), mentre nel terziario l innovazione di prodotto/servizio coinvolge in misura elevata solo informatica, Tlc e altre attività professionali. La propensione all uso di tecnologie digitali è concentrata nella manifattura (6 settori su 18), mentre risulta ben più diffusa nei servizi. Innovazione: non solo effetti diretti (sulla performance d impresa), ma effetti indiretti (trasmissione via scambi intersettoriali). Network analysis: i comparti con i maggiori legami fra innovazione e digitalizzazione generano effetti di trasferimento ampi (autoveicoli, altri mezzi di trasporto, elettronica, ricerca e sviluppo, Tlc). Propensione all innovazione e livello di digitalizzazione, per settore di attività economica Anni 2012-2014 Settori di attività economica Alimentari e bevande Tessile e abbigliamento Legno Carta Stampa Chimici Farmaceutici Gomma e plastica Minerali non metalliferi Metallurgia Prodotti in metallo Elettronica Apparecchiature Macchinari Autoveicoli Altri mezzi di trasporto Altre manifatturiere Riparazione Costruzioni Commercio ingrosso Trasporti Magazzinaggio Servizi postali Editoria Programmazione e trasmissione Telecomunicazioni Informatica Contabilità e consulenza Architettura e ingegneria Ricerca e sviluppo Pubblicità Altre attività professionali Alta Medio-alta Innovazione di prodotto Medio-bassa Bassa Innovazione di processo Livello di digitalizzazi one

DIGITALIZZAZIONE E DOTAZIONE DI CAPITALE (UMANO E FISICO) DIGITALIZZAZIONE E CAPITALE UMANO E FISICO DELLE Classificazione delle imprese per IMPRESE grado di digitalizzazione (su 6 indicatori basati sugli investimenti tecnologici effettuati dalle imprese nel periodo 2014-2016 + Digital intensity Index di Eurostat): alta (5%), media (32%) e bassa digitalizzazione (63%). La dotazione di capitale fisico e umano condiziona la propensione alla digitalizzazione. 2 0 Indicatore sintetico di capitale umano a livello di impresa (livello di istruzione e job tenure) e capitale fisico (valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali): 4 raggruppamenti di imprese (alto: 7%, medio: 16%, medio-basso: 17%, basso: 60%).

UNA MAPPATURA DELLA TRANSIZIONE RAPPORTO 2 1 Dalla percezione sulla rilevanza dell investimento Ict per l attività d impresa nel 2017-2018 e dall incrocio delle due classificazioni precedenti: 5 gruppi di transizione digitale. «Indifferenti» >50% in quasi tutta la manifattura (tranne farmaceutica, elettronica, altri mezzi di trasporto, bevande) 70% nella manifattura tradizionale «Digitali compiute» Tlc (35%), informatica (23%), bevande (11,7%) e farmaceutica (11,2%). La produttività aumenta, per ogni livello di digitalizzazione, al crescere della dotazione di capitale fisico e umano; allo stesso tempo, per ogni grado di dotazione di capitale, ad un upgrade digitale è associato una produttività più elevata. SINTESI DEI PROFILI DI DIGITALIZZAZIONE E CAPITALE UMANO E FISICO

2 2 I GRUPPI DI PROPENSIONE ALLA TRASFORMAZIONE La combinazione di capitale umano, capitale fisico, uso di tecnologie Ict e propensione alla digitalizzazione evidenzia secondo una chiave di lettura originale i punti di debolezza e di forza del sistema produttivo italiano e la permeabilità a policy mirate alla sua modernizzazione. Ampia presenza di Indifferenti (66%) tra le piccole imprese, inferiore per le medie (44,2%) e le grandi (24,1%) Maggiore presenza di sensibili vincolate (target interessante per le policy) tra medie e grandi imprese (28,5 e 27,7%). Ampie differenze per le digitali compiute: sono il 2,1% delle piccole, il 7,3% delle medie e il 19,3% delle grandi imprese. I cinque gruppi di propensione alla trasformazione digitale, per dimensione delle imprese (Percentuali di imprese; unità con almeno 10 addetti)

QUALI EFFETTI CREAZIONE NETTA DI POSTI DI LAVORO? - 1 In tutte le classi di addetti, nelle Digitali compiute e Digitali incompiute, nel 2016-17 1 impresa su 2 ha aumentato i posti di lavoro di circa il 3,5%, (totale sistema: +0,6%). Variazione delle posizioni lavorative dipendenti, per classe di addetti e gruppo di propensione alla trasformazione digitale Anni 2016-2017 (mediane, variazioni percentuali) Attenzione agli effetti qualitativi (sugli skills): 2 3 Nel 2016-2017 chi aveva una maggiore propensione alla digitalizzazione ha modificato la forza lavoro a vantaggio delle figure più qualificate. Ma la prevalenza, nel sistema, di imprese a bassa propensione alla digitalizzazione ha determinato, per il sistema nel complesso, una ricomposizione degli skills verso qualifiche professionali inferiori.

2 4 QUALI EFFETTI CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO? - 2 Oltre l effetto «medio»: stima dell impatto della propensione alla digitalizzazione, delle diverse strategie innovative e dell investimento in capitale fisico e umano sulla creazione di posti di lavoro delle imprese nel 2014-17. Capitale umano, produttività e innovazione forte: fattori di convergenza del sistema verso l alto. Un elevata digitalizzazione ha spinto la creazione di posti di lavoro nella fascia media (blu) e alta (verde), non in quella bassa (rosso): qui esistono vincoli di altro tipo (es. capitale )? Effetti delle strategie d impresa sulla performance occupazionale delle aziende - Anni 2014-2017 (contributi alla variazione dei quartili della distribuzione base della variazione delle posizioni lavorative, valori percentuali)

2 5 RAPPORTO QUALI EFFETTI CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO? - 3 Nelle piccole imprese l impatto dei diversi fattori agisce positivamente soprattutto sulla fascia media e alta, mentre quella bassa resta sistematicamente depressa. Unica eccezione: la condizione di innovatore forte (combinazione di prodotto, di processo, organizzativa e di marketing) ha un forte effetto propulsivo sulla creazione di posti di lavoro, ma soprattutto migliora in misura significativa l intera distribuzione della dinamica occupazionale. Effetti delle strategie d impresa sulla performance occupazionale delle piccole imprese (10-49 addetti) - Anni 2014-2017 (contributi alla variazione dei quartili della distribuzione base della variazione delle posizioni lavorative, valori percentuali)

CAPITOLO 4: PRIME VALUTAZIONI SUL PIANO «IMPRESA 4.0» RAPPORTO GLI INCENTIVI HANNO AVUTO UN RUOLO DECISIVO NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO? QUALI GLI EFFETTI DEGLI INCENTIVI NEL PROSSIMO BIENNIO? TRE ESERCIZI DI SIMULAZIONE: 1. EFFETTI DINAMICA DEGLI INVESTIMENTI TOTALI E DELLE COMPONENTI MATERIALE E IMMATERIALE. 2 6 2. IL CREDITO DI IMPOSTA IN R&S: EFFETTI SU SPESA E ASSUNZIONI IN R&S NEL 2015. 3. LA SOSTITUZIONE LAVORO/CAPITALE NEL BREVE PERIODO: BALANCING DELLE NORME. VALUTAZIONI PRELIMINARI: I PRIMI EFFETTI RILEVABILI SEGNALANO UNA SIGNIFICATIVA ESTENSIONE DELLA PLATEA DI UNITA COINVOLTE ED EFFETTI ESPANSIVI APPREZZABILI.

ll RUOLO DEGLI INCENTIVI NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO - 1 RAPPORTO 2 7 Importanza diffusa degli incentivi per gli investimenti della manifattura nel 2017: Super ammortamento: 62,1% 57,3% piccole; 66,9% medie; 62,9% grandi >50% in 21 settori su 23 Iper ammortamento: 47,6% 34,2% piccole; 53,0% medie; 57,6% grandi 60% in app. elettrici, gomma e plastica, metallurgia Credito d imposta in R&S: 40,8% 30,0% piccole; 45,5% medie; 47,1% grandi 60% (o più) in automotive e elettronica Rilevanza degli incentivi nella decisione di investire delle imprese, per dimensione - Anno 2017 (Percentuali di risposte «molto» o «abbastanza» rilevante; manifattura) Fonte: Indagine sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere

ll RUOLO DEGLI INCENTIVI NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO - 2 RAPPORTO 2 8 Nel 2018: Il 45,7% delle imprese dichiara che investirà in software, il 32% in tecnologie machine-to-machine o IoT, il 27% in connessione ad alta velocità (cloud, mobile, big data ecc.) e in sicurezza informatica (in misura direttamente proporzionale alla dimensione d impresa). Orientamenti sulle competenze del personale impiegato: un quarto delle imprese prevede di reclutare risorse «competenti», il 38% di investire nella formazione dei lavoratori occupati. La spinta all adeguamento tecnologico e alla formazione del personale sono più diffusi nei settori a più elevata intensità tecnologica (elettronica, altri mezzi di trasporto, farmaceutica). Intenzioni di investire nelle tecnologie abilitanti nel 2018 (manifattura; percentuali di imprese) Fonte: Indagine sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere

2 9 TRE ESERCIZI DI SIMULAZIONE SU «IMPRESA 4.0» RAPPORTO Dal modello di previsione dell Istat (MeMo): da super ammortamento, iper ammortamento e credito imposta R&S è attesa una crescita degli investimenti sia nel 2018 sia nel 2019, di maggiore intensità per quelli in proprietà intellettuale rispetto agli acquisti di macchinari. Valutazione d impatto del credito d imposta in R&S nel 2015: impatto incerto sulla spesa in R&S; impatto positivo sugli occupati in R&S delle beneficiarie: +6 addetti rispetto alle non beneficiarie e +2 rispetto alle eleggibili che non hanno utilizzato l incentivo. Simulazione dell effetto di sostituzione lavoro/capitale: nel breve periodo c è e può essere compensata dall adozione congiunta di diverse misure specifiche (riduzione dell aliquota contributiva ma anche, ad esempio, assunzioni assistite dal credito di imposta in R&S).

3 0 CONCLUSIONI I dati e le analisi presentate forniscono alcune risposte sulle caratteristiche dell attuale fase ciclica, sul ruolo dell innovazione, della digitalizzazione e della dotazione di capitale fisico e umano per raggiungere più elevati ritmi di crescita economica, sul ruolo svolto dalle politiche di incentivo per sollecitare cambiamenti in aree e in segmenti che necessitano di un recupero competitivo. L utilizzo di estese e complesse basi di dati microeconomici che integrano dati amministrativi e indagini statistiche ha consentito di profilare le imprese maggiormente strutturate (circa 190mila unità con almeno 10 addetti, che rappresentano circa tre quarti dell occupazione dipendente e del valore aggiunto) evidenziando l impatto delle caratteristiche strutturali e delle strategie adottate sulla loro performance economica e sulle dinamiche settoriali. Complessivamente, il quadro statistico e analitico presentato consente di identificare, oltre che i progressi sul sentiero della ripresa, alcuni ritardi che condizionano competitività e crescita, colmabili - almeno in parte - agendo sui fattori di maggiore impatto identificati dalle analisi proposte.

Un ringraziamento a tutti coloro che, nella Task-force coordinata da Stefano Costa e Claudio Vicarelli e nelle diverse strutture dell Istituto hanno contribuito al Rapporto con gli approfondimenti analitici, le basi dati, la realizzazione e diffusione del prodotto finale. GRAZIE PER L ATTENZIONE