Verso il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Emilia-Romagna. Elementi del Programma regionale di riduzione della produzione

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Verso il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Emilia-Romagna Elementi del Programma regionale di riduzione della produzione Giovedì 27 Settembre 2012 Ravenna, sala 5 -Sala Aula Magna Ordine della Casa Matha dott.ssa Barbara Villani

Indice La produzione e i fattori che ne influenzano l andamento La normativa di riferimento Primi elementi del Programma regionale di prevenzione

La produzione e i fattori che ne influenzano l andamento Il livello di dissociazione tra la produzione di rifiuti urbani e la spesa finale per i consumi sostenuta dalle famiglie è il primo dei 18 criteri utilizzati dall UE per valutare i sistemi di gestione dei rifiuti degli Stati membri. 3,5 dissociazione relativa 2,5 1,5 crescita dell economia riduzione impatti globali crescita impatti globali dissociazione assoluta 0,5 2005 2030 Rappresentazione delle situazioni di de-coupling assoluta (il flusso economico ha un tasso di crescita positivo e contemporaneamente la pressione ambientale è stabile o in diminuzione) e relativa (aumento dell indicatore di pressione ambientale ma in misura inferiore alla crescita dell aggregato economico). Nel primo caso la crescita economica si accompagna ad una diminuzione degli impatti, nel secondo gli impatti aumentano, comunque ad un ritmo inferiore alla crescita.

La produzione e i fattori che ne influenzano l andamento Buona correlazione tra produzione, reddito pro capite e consumi delle famiglie Scarsa correlazione tra produzione e PIL A scala nazionale si registra un andamento analogo A scala europea dal 2010 dissociazione assoluta

Lo stato di fatto in Regione Trend 2001-2011 della produzione totale (t) e pro capite (Kg/ab) di rifiuti urbani a livello regionale 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Produzione Rifiuti Urbani (t) Anno Produzione pro capite (Kg/ab) 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0

Lo stato di fatto in Regione Trend della produzione pro capite dei rifiuti urbani per provincia, 2001-2011

5000000 4900000 4800000 4700000 4600000 4500000 4400000 4300000 4200000 4100000 4000000 Lo stato di fatto in Regione Previsioni 2011-2022 della popolazione e della produzione pro capite Popolazione 4753468 4616922 4465454 4552010 4596623 abitanti 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 storico MIN MAX Pro capite 780 760 740 720 media 2007-2011 decremento al2022 del 1% 700 680 685 678 660 673 673 660 640 valore 2011 decremento al 2012 del 2% 620 600 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 kg/abitante anno storico MIN MAX

Lo stato di fatto in Regione Previsioni 2011-2022 della produzione totale 3900000 Produzione (Popolazione X Pro capite) 3700000 t anno 3500000 3300000 3100000 3156530 3222757 2900000 2700000 3058070 3055019 3033372 2500000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 storico MIN MAX

Lo stato di fatto in Regione Trend RD e produzione pro capite 1.000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Anno Piacenza RU pro capite Parma RU pro capite Reggio Emilia RU pro capite Modena RU pro capite Bolgona RU pro capite Ferrara RU pro capite Ravenna RU pro capite Forlì-Cesena RU pro capite Rimini RU pro capite Totale Regione RU pro capite Piacenza RD pro capite Parma RD pro capite Reggio Emilia RD pro capite Modena RD pro capite Bologna RD pro capite Ferrara RD pro capite Ravenna RD pro capite Forlì-Cesena RD pro capite Rimini RD pro capite Totale Regione RD pro capite

La normativa di riferimento La direttiva 2008/98/CE (art.3) introduce la definizione di prevenzione dei rifiuti come: le misure, prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia un rifiuto, che riducono: la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l estensione del loro ciclo di vita; gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull ambiente e la salute umana; il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti. Se si opera sulla prevenzione si ha la possibilità di incidere con maggiore efficacia sull intero ciclo della gestione dei rifiuti (raccolta differenziata, recupero e smaltimento) sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi. L effetto diretto di azioni efficaci di prevenzione è quindi risparmio di risorse naturali consumate e risparmio sui costi di gestione. La Direttiva (all art. 29) prevede l obbligo, per gli Stati membri, di adottare entro il 12 dicembre 2013, dei programmi di prevenzione che definiscano precisi obiettivi di prevenzione con una chiara identificazione delle misure da attivare. L allegato IV della stessa direttiva contiene degli esempi di misure di cui gli Stati membri devono valutare l utilità ai fini del loro inserimento nel programma di prevenzione.

La normativa di riferimento L art. 29 della direttiva, ha trovato attuazione nell art. 180 della parte IV del D.Lgs.152/2006 il cui secondo comma stabilisce che entro il 12 dicembre 2013, il MATTM adotta un Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti ed elabora indicazioni affinché tale programma sia integrato nei piani regionali di gestione dei rifiuti di cui all art. 199. Funzione specifica del programma nazionale è quella di descrivere le misure di prevenzione esistenti e di valutare l utilità degli esempi di misure riprese dalla direttiva quadro (Allegato L del D. Lgs.152/2006). Il Ministero dovrà individuare specifici parametri qualitativi e quantitativi per monitorare e valutare i progressi nelle misure di prevenzione e potrà stabilire traguardi o indicatori (così come indica la direttiva). Il Programma Nazionale ed i Programmi regionali, elaborati sulla base di quello nazionale, dovranno pertanto fissare obiettivi di prevenzione.

La normativa di riferimento Il Ministero dovrà altresì assicurare la disponibilità di informazioni sulle migliori pratiche in materia di prevenzione e, se del caso, elaborare delle linee guida per i Piani regionali. L art. 195 (Competenze dello Stato) al comma 1 lettera c) ribadisce che tra le competenze dello Stato vi è quella di individuare le iniziative e le misure per prevenire, limitare, anche mediante il ricorso a forme di deposito cauzionale,sui beni immessi al consumo, la produzione di rifiuti, nonché per ridurne la pericolosità. L art. 196 (Competenze delle Regioni) tra le competenze attribuite alle Regioni in materia rifiuti, all art. 1 comma a indica la predisposizione, l adozione e l aggiornamento, sentiti le Province, i Comuni e le Autorità d ambito dei Piani regionali di gestione rifiuti,...i cui contenuti sono specificati dall art.199.

La normativa di riferimento Le 3 grandi categorie di misure di prevenzione (allegato L al D. Lgs. 152/2006): Misure che possono incidere sulle condizioni generali relative alla produzione di rifiuti Ricorso a misure di pianificazione o a strumenti economici per l uso efficiente delle risorse Promozione di ricerca e sviluppo per prodotti e tecnologie più pulite Elaborazione di indicatori associati alla produzione dei rifiuti. Misure che possono incidere sulla fase di progettazione, produzione e distribuzione Promozione della progettazione ecologica (ciclo di vita) Diffusione di informazioni sulle tecniche di prevenzione Organizzazione di attività di formazione per le autorità competenti per l inserimento delle prescrizioni di prevenzione nelle autorizzazioni Campagne di sensibilizzazione o interventi di sostegno alle imprese, soprattutto alle PMI Introduzione di misure di prevenzione negli impianti non soggetti alla disciplina IPPC Ricorso ad accordi volontari tra imprese, istituzioni e consumatori Promozione di sistemi ambientali affidabili (es. EMAS). Misure che possono incidere sulla fase del consumo e dell utilizzo Ricorso a strumenti economici (es. incentivi per acquisto di beni meno inquinanti) Campagne di sensibilizzazione e informazione al pubblico Promozione di marchi di qualità ecologica Accordi con l industria o con i rivenditori per garantire la disponibilità di informazioni sulla prevenzione dei rifiuti e su prodotti a minor impatto ambientale Integrazione dei criteri ambientali nei bandi di gara e nei contratti Promozione del riutilizzo e/o riparazione di determinati prodotti o loro componenti.

La normativa di riferimento I Piani regionali, devono prevedere (art.199, comma 3, punto r): un programma di prevenzione della produzione dei rifiuti, elaborato sulla base del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti... che descriva le misure di prevenzione esistenti e fissi ulteriori misure adeguate. Il programma fissa anche gli obiettivi di prevenzione. Le misure e gli obiettivi sono finalizzati a dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti. Il programma deve contenere specifici parametri qualitativi e quantitativi per le misure di prevenzione al fine di monitorare e valutare i progressi realizzati, anche mediante la fissazione di indicatori.. Alle Regioni spetta anche il compito (art.196, comma1 lettera p), di attivare pratiche di acquisti verdi, il cosiddetto Geen Public Procurement adottando le disposizioni che obbligano gli enti pubblici e le società a prevalente capitale pubblico, a coprire almeno il 30% del proprio fabbisogno annuale con manufatti e beni realizzati con materiale riciclato.

Elementi del programma regionale di prevenzione Il programma di prevenzione, contenuto all interno dei Piani regionali, rappresenta un antecedente logico rispetto al Piano di gestione dei rifiuti. La riduzione o la stabilizzazione della produzione di rifiuti deve essere valutata se non prima almeno parallelamente alla pianificazione dei sistemi di raccolta e di trattamento. Il Piano regionale dovrà recepire le indicazioni di livello nazionale e articolarle attraverso un confronto con gli enti locali e gli operatori del settore. Conterrà indirizzi sulla gestione degli strumenti economici e definirà un quadro di coordinamento delle iniziative di carattere volontario. La Regione coordinerà l'operatività di Province e Comuni, che possono definire Programmi di prevenzione rifiuti, lavorando molto sui percorsi operativi, perché in questi ambiti si realizzano una gran parte della azioni.

Indirizzi e obiettivi per la gestione dei rifiuti Nel Documento di indirizzi la Regione specifica le azioni e gli obiettivi che assume sul tema della prevenzione Con il Programma di prevenzione la Regione intende: valutare le misure esistenti individuare quelle da intraprendere fissare gli obiettivi di prevenzione e gli strumenti per il loro monitoraggio. Le possibili azioni comprendono: accordi con la grande distribuzione per incentivare il riutilizzo di imballaggi, la diffusione di prodotti disimballati e la limitazione dei prodotti monouso. misure che incidono sui modelli di consumo della PA e dei cittadini, quali la promozione degli acquisti verdi e campagne informative e la diffusione di buone pratiche per ridurre l impatto sull ambiente del proprio stile di vita ; accordi di programma con i settori produttivi (soprattutto quelli meno ecoefficienti) finalizzati alla prevenzione/riduzione della produzione di rifiuti.

Elementi del programma regionale di prevenzione Nell ambito delle azioni che la Regione intende avviare si segnala il coinvolgimento diretto dei Comuni attraverso l implementazione di una specifica sezione di Orso finalizzata a: effettuare una ricognizione delle azioni già avviate a livello comunale attivare uno strumento per il monitoraggio annuale degli effetti delle azioni avviate proseguire l azione di sensibilizzazione verso i Comuni iniziata con la richiesta di implementare direttamente Orso con i dati di produzione e gestione RD e/o di validare i dati inseriti dai gestori dei servizi. Orso contiene già un menù specifico per raccogliere i dati relativi al: compostaggio domestico che da 3 anni viene compilato in maniera completa acquisti verdi compilato per la prima volta con i dati 2011

Elementi del programma regionale di prevenzione In Regione ormai è diffusa la pratica del compostaggio domestico che allontana dai circuiti della raccolta quantità non trascurabili della frazione organica che si configura come una delle matrici di più difficile gestione. Nel 2010 grazie alla pratica del compostaggio domestico è stata stimata una mancata produzione di oltre 14.000 t di rifiuto organico, ossia circa lo 0,5% della produzione totale. Analogo quantitativo di mancata produzione è stata rilevata sulla base dei dati 2011.

Elementi del programma regionale di prevenzione Modulo Comuni di Orso: sezione dedicata alla raccolta delle informazioni relative agli Acquisti Verdi (G.P.P.) I dati inseriti nel 2011: 61 Comuni hanno compilato la sezione Acquisti Verdi Macro categorie interessate alla compilazione: - Alimenti (forniture piatti e vettovaglie) - Arredo (per interni e per esterni e complementi d'arredo) - Attrezzature elettriche ed elettroniche per ufficio - Cancelleria e carta per ufficio - Gestione dei rifiuti (acquisto composter, contenitori x RD, sacchetti in mater-bi) - Servizi energetici (Illuminazione, caldaie efficienza) - Trasporto pubblico, mezzi di trasporto e mobilità sostenibile (mezzi a metano)

Elementi del programma regionale di prevenzione Orso Modulo Comuni: Menu Acquisti Verdi (G.P.P.)

Elementi del programma regionale di prevenzione Orso Modulo Comuni: scheda rilevamento azioni di riduzione Iniziative di prevenzione della produzione di rifiuti Misure che possono incidere sulle condizioni generali relative alla produzione di rifiuti Misure che possono incidere sulla fase di progettazione, produzione e distribuzione Misure che possono incidere sulla fase del consumo e dell utilizzo Soggetto attuatore Sintesi iniziativa Azioni intraprese Valutazione/effetti