Il progetto europeo H-REII



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Il progetto europeo H-REII Sviluppo di politiche e azioni innovative per la riduzione delle emissioni di CO 2 mediante la valorizzazione degli effluenti di processo in industrie altamente energivore Francesco Braga, Project Manager C.S.M.T. gestione s.c.a.r.l. ( f.braga@csmt.it) - Marco Baresi, Responsabile Rapporti Istituzionali Turboden s.r.l. ( marco.baresi@turboden.it) Alcuni processi industriali sono caratterizzati da rilevanti quantità di calore di scarto che, inutilizzato, viene disperso nell ambiente sottoforma di gas caldi. Mentre la soluzione più semplice dal punto di vista impiantistico, economico e redditizio vale a dire il recupero per fini termici risulta essere spesso non perseguibile vista l assenza di utenze termiche in grado di assorbire con continuità ingenti quantità di calore, la conversione in energia elettrica può oggi rappresentare la via migliore per valorizzare questi cascami di calore. La positiva attitudine delle aziende industriali attive nei settori energivori a realizzare impianti per il recupero di calore da processo per produzione elettrica, si è però spesso scontrata con barriere tecnologiche che imponevano la necessità di sorgenti termiche quanto più possibile costanti, a temperature medio-alte (sopra i 500 C) ed in quantità tali da giustificarne i non trascurabili costi di gestione e manutenzione. Questi limiti tecnologici si traducevano poi in non redditizie fattibilità economiche, nonché in potenziali distrazioni delle risorse umane in attività non confacenti alle mission aziendali. Oggi, grazie alla tecnologia ORC (Organic Rankine Cycle), le citate barriere tecnologiche sono state superate. Il recupero di calore da fumi anche a temperature medio-basse (sotto i 300 C), con sorgenti poco costanti nel tempo e in quantità anche modeste (dell ordine di alcuni megawatt termici) è un obiettivo tecnicamente ed economicamente raggiungibile. In generale, la tecnologia ORC consente il recupero di calore da qualunque processo industriale dove la potenza termica di scarto disponibile sia superiore ai 3 /5 MWt, traducibile in un consumo annuo nell ordine di 20 MSm 3 di gas naturale (o in alternativa 15 Mt di carbone). Contestualmente allo sviluppo di soluzioni tecnologiche che consentono di superare le barriere appena menzionate, anche l evoluzione negli ultimi anni del mercato dell energia e degli strumenti di policy pone ora le basi economiche per il riutilizzo di questi cascami termici per la produzione di energia elettrica. Pochi o nulli risultavano i sistemi incentivanti messi in atto dalle amministrazioni al fine di rendere gli investimenti in queste tecnologie redditizi in un lasso tempo industrialmente accettabile; qualcosa è variato in positivo dal Novembre 2011 grazie alla revisione del meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica introdotto con una delibera dell Autorità per l Energia Elettrica e il Gas (AEEG). Nel contesto delle policy a supporto della diffusione dei sistemi di recupero di effluenti dai processi altamente energivori si inserisce il progetto H-REII (Heat Recovery in Energy Intensive Industries, che fonda le proprie basi sulla tecnologia ORC Organic Rankine Cycle per produrre energia elettrica a partire da cascami termici non utilizzati. In aggiunta, la sempre crescente attenzione per l ambiente, che a volte si traduce in un freno per le attività industriali altamente energivore, può ora tramutarsi in un ulteriore spinta che potrebbe consentire l efficientamento di processi industriali e la conseguente riduzione di CO 2 immessa nell ambiente. La realizzazione a livello macro di sistemi per recupero di calore e produzione di energia elettrica potrebbe inoltre rappresentare, in termini di sistema, un non trascurabile aiuto al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi dell Unione Europea sanciti dal pacchetto clima-energia 20-20-20 (riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, aumento dell efficienza energetica del 20% e raggiungimento della quota del 20% di fonti di energia alternative). Tra le azioni di efficienza energetica quindi un ruolo rilevante può sicuramente essere ricoperto dalle industrie altamente energivore, nelle quali è possibile, a fronte di interventi numericamente limitati e ben definiti, ottenere risultati di rilievo. Nel recente Piano d Azione Italiano per l Efficienza Energetica, redatto nel 2011 dal Ministero dello Sviluppo Economico, troviamo menzione dei recuperi di effluenti da processo industriale. Per indirizzare il lettore verso una migliore comprensione dell articolo, si danno di seguito alcune informazioni di base relative alla tecnologia ORC. Il ciclo ORC ed il recupero termico (1) Un impianto di recupero calore basato sul ciclo Rankine a fluido Organico ORC permette la conversione del calore di scarto in energia elettrica. I cicli ORC sono caratterizzati da prestazioni nel complesso migliori rispetto ai tradizionali cicli a vapore in presenza di sorgenti termiche a bassa temperatura e/o di bassa potenzialità; inoltre, sono in grado di operare con input termici altamente variabili; essendo infine sistemi completamente automatizzati, non richiedono speciali competenze e presenza di personale tecnico per la loro conduzione. I cicli ORC si basano su un ciclo Rankine chiuso, utilizzando come fluido di lavoro dei fluidi organici. Le unità ORC Turboden, tipicamente utilizzate nella cogenerazione da biomassa e recupero di calore (2), impiegano come fluido di lavoro dei poli-silossani; per applicazioni a bassa temperatura (geotermiche o recupero di calore), si preferisce invece l utilizzo di fluidi refrigeranti o idrocarburi. In Figura 1 sono rappresentati il ciclo termodinamico ed i principali componenti costituenti un impianto ORC. Il fluido di lavoro è prima pre-riscaldato (7-3) e fatto evaporare (3-4) utilizzando il calore scambiato con la sorgente termica, quindi espanso in una turbina (4-5) direttamente accoppiata al generatore elettrico e infine riportato allo stato liquido in un condensatore (8-1) raffreddato ad acqua o ad aria. Il ciclo termodinamico viene infine chiuso 52 L AMBIENTE 5/12

Figura 1 - Ciclo termodinamico e componenti principali di un impianto ORC Turboden. riportando il fluido condensato alla pressione di evaporazione attraverso la pompa di alimentazione (1-2). Nel caso di sorgenti termiche ad alta temperatura si aggiunge, a valle della turbina, un rigeneratore (scambiatore di calore) che permette di migliorare ulteriormente le prestazioni del ciclo (5-8, 2-7). Rispetto alle tecnologie alternative (esempio cicli a vapore), i principali vantaggi ottenuti con l adozione di turbogeneratori di tipo ORC nel range 0,5-10 MWe sono: alta efficienza della turbina (> 85%); bassa sollecitazione meccanica della turbina, dovuta alla modesta velocità periferica; basso numero di giri della turbina, tale da consentire il collegamento diretto del generatore elettrico alla turbina senza interposizione di riduttore di giri; mancanza di erosione delle palette della turbina, dovuta all assenza di formazione di liquido negli ugelli durante l espansione; alta efficienza del ciclo (specie in presenza di utilizzi cogenerativi); lunga vita di tutti i componenti (superiore a 20 anni); possibilità di funzionamento automatico senza supervisione. Tali punti di forza possono tradursi in importanti vantaggi di tipo operativo, quali: procedure molto semplici di avviamento e fermata; totale automatizzazione della gestione del modulo ORC; ottime prestazioni a carichi parziali (minimo tecnico pari al 10% della potenza nominale, pronta risposta ai transitori); necessità di personale per la gestione e manutenzione modulo molto contenute (mediamente ca. 3/5 ore a settimana); alta affidabilità e disponibilità (> 98 %); funzionamento silenzioso. La disponibilità di calore sfruttabile nei recuperi termici, come ad esempio in ambienti industriali energivori, consiste tipicamente in un flusso di gas caldi, meno frequentemente sottoforma di liquidi. Lo scambio di calore può avvenire direttamente tra la fonte termica e il fluido di lavoro, o indirettamente. Nel caso di recupero di calore da effluenti gassosi, la fonte termica primaria non è in genere direttamente accoppiata con il fluido di lavoro: il calore recuperato viene infatti solitamente trasferito al ciclo per mezzo di un vettore termico (quali olio diatermico, acqua pressurizzata o vapore, Figura 2). Nel caso di recupero di calore da effluenti liquidi, similmente alle applicazioni geotermiche, si ha lo scambio diretto fra la sorgente di calore primaria ed il fluido di lavoro del ciclo ORC. Considerata la primaria importanza dei processi produttivi ai quali viene applicato il recupero termico, lo schema d impianto prevede in genere l inserimento del recuperatore in bypass. Qualora ci fossero dei guasti che rendessero indisponibile il sistema di recupero, con questo schema è possibile bypassare il recuperatore ed il modulo ORC utilizzando la linea fumi originale per l evacuazione dei gas caldi al camino. Il ciclo ORC ed il recuperatore sono progettati per rispondere in automatico ad ogni variazione di portata e temperatura della fonte termica e, se necessario, operare lo scollegamento dalla rete elettrica e lo spegnimento in completa sicurezza dell intero sistema. I sistemi standard prodotti da Turboden utilizzano tipicamente come fluido di lavoro dei poli-silossani e sono disponibili in un range di potenza 0,4-4 MWe. Il calore viene trasferito dalla fonte termica al ciclo ORC tramite l utilizzo di olio diatermico o vapore saturo a bassa pressione; l efficienza elettrica di questi moduli è influenzata dalla temperatura della sorgente calda e della sorgente fredda, e può variare nel range 19-25%. Il Progetto H-REII Nel corso del 2010 è stato avviato a Brescia il primo progetto pilota a livello nazionale H-REII, Heat Recovery in Energy Intensive Industries ( LIFE+ LIFE08 ENV/IT/000422), cofinanziato dalla Commissione Europea con l obiettivo di mappare in Italia le potenzialità di recupero calore in aziende altamente energivore (cementifici, industrie del vetro, siderurgie, alluminio e non ferrosi, trattamenti termici, industria chimica, raffinerie oil&gas, agroindustria, tessile e cartario) mediante l utilizzo della tecnologia ORC con taglie di generazione elettrica comprese tra 0,5 MWel e 10 MWel. I partner di progetto sono: Turboden srl Coordinatore beneficiario, società leader nei sistemi ORC (Organic Rankine Cycle); C.S.M.T. Gestione S.C.A.R.L. Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, azienda mista pubblica e privata attiva nel settore della ricerca e del trasferimento tecnologico; AIB Associazione Industriale Bresciana, Confindustria Brescia; FIRE, Federazione Italiana per l uso razionale dell energia, competente in materia di efficienza energetica e di politiche per la riduzione della CO 2, che gestisce la rete di Energy manager a livello nazionale; Provincia di Brescia, ente locale responsabile dei procedimenti amministrativi per le applicazioni di recupero effluenti. Le attività di progetto previste sono essenzialmente di due tipi: azioni legate agli spetti tecnico-scientifici, quali ad esempio l analisi dei processi industriali, gli audit energetici preliminari presso le aziende, la realizzazione di modelli di calcolo per la stima delle potenzialità dell energia elettrica producibile ed i relativi benefici ambientali in termini di CO 2 evitate; azioni legate agli aspetti normativi, legislativi e di policy in collaborazione con le Istituzioni. Figura 2 - Esempio di recupero calore da processo industriale. La scelta di settori energy intensive è stata il primo passo per organizzare gli audit presso le industrie, scegliendo un approccio trasversale che considerasse tutte le attività produttive, selezionate dai codici ATE- CO. Da questa prima analisi si è passati alla individuazione dei processi con cascami termici rilevanti e con potenzialità di implementazione di un recupero termico mediante ciclo ORC. Inoltre considerando le informazioni estrapolate dall analisi dei dati raccolti durante gli audit energetici preliminari e quelle legate agli specifici processi industriali e ai particolari lay-out di impianto, è stato possibile attribuire ai diversi 53 L AMBIENTE 5/12

Considerata una produzione di cemento di 47 Mt/anno (5) e una produttività di energia da parte degli impianti a recupero che è stimata in 10-20 kwh per tonnellata di clinker prodotta, il potenziale di recupero per il solo panorama nazionale corrisponderebbe a quasi 1 TWh/anno di energia elettrica. Ipotizzando un livello di penetrazione della tecnologia nel medio termine, pari al 30% del parco produttivo italiano, si potrebbe nell ordine: realizzare una trentina di impianti di recupero calore, produrre circa 350 GWh/anno di energia elettrica, risparmiare 70.000 tep/anno di energia termica, ridurre le emissioni di CO 2 per una quota corrispondente a 35.000 t/anno, generare un fatturato dovuto alla supply chain stimabile in 150 M e ridurre i costi di energia elettrica per il settore di oltre 35 M /anno. Si d e r u r g i a (3) Figura 3 - Diagramma di stima preliminare delle potenzialità di recupero con tecnologia ORC Turboden. settori un grado di compatibilità rispetto ad interventi di recupero calore mediante tecnologia ORC. Tale caratteristica è stata espressa tramite un numero da 1 a 3 dove 1 indica la compatibilità massima. I settori investigati sono stati: siderurgie (1), cementifici (1), vetrerie (1), produzione di calce e laterizi, alluminio e non ferrosi, trattamenti termici, industria chimica e della raffinazione, industria alimentare, tessile, cartario. Per ognuno di questi settori è stato effettuato almeno un audit On Site, ed è stato prodotto uno studio di fattibilità che contiene l analisi dei cascami termici di scarto dal o dai processi industriali e la fattibilità tecnico economica preliminare relativa all applicabilità di un impianto ORC. Gli audit sono stati condotti utilizzando dei modelli (Figura 3) sviluppati nell ambito del progetto che permettono di stimare in modo sufficientemente approfondito i cascami termici disponibili e la relativa potenzialità di recupero con conversione in energia elettrica. I parametri o requisiti di base necessari sono risultati essere: portata (Nm 3 /h), pressione (bar), temperatura ( C), numero di ore annue di funzionamento (h). Ad oggi i 3 settori che risultano essere estremamente rilevanti in termini di potenziale recupero energetico sono cemento, vetro e siderurgia. Nota la temperatura e la portata dei gas esausti di processo da cui si vuole recuperare il calore, è possibile, mediante il seguente diagramma di valutazione preliminare, stimare la potenza del sistema ORC di recupero calore installabile a valle del processo. Si è rilevato inoltre che nei settori dei metalli non ferrosi, della calce e dei trattamenti termici, l applicazione di un impianto ORC potrebbe essere ostacolata in taluni casi dalla presenza di più punti di emissione. Si analizzano ora i tre settori maggiormente promettenti. Ce m e n t o (3) Il processo di produzione del cemento è caratterizzato da una notevole disponibilità di calore di scarto a medio/bassa temperatura che, malgrado tutte le soluzioni impiantistiche utilizzate, non può essere completamente sfruttato. Le fonti di calore disponibili sono generalmente due: gas di combustione del forno con temperature nell ordine dei 250-400 C e aria di raffreddamento del clinker, a temperature più basse (< 300 C). In Italia si stima che la produzione di clinker richieda in media circa 1,15 MWht di energia termica e circa 0,15 MWh di energia elettrica per tonnellata di clinker prodotto [ref: BAT Cement]. L adozione di impianti a recupero basati su ORC consentirebbe di utilizzare la quota di calore scaricata a bassa temperatura (200-300 C). La produzione di materiali ferrosi presenta buone possibilità di intervento in termini di recupero termico. L energia termica può essere ottenuta con uno scambiatore di calore che recupera calore dai fumi di processo con basso tenore di polvere, dai fumi di acciaieria/ fonderia con alto tenore di polveri originati dalla fusione del metallo, disponibili a medio/alta temperatura. I processi produttivi sono meno standardizzati rispetto all industria del cemento; soluzioni affidabili di recupero (realizzate ad hoc ) sono utilizzate nei più svariati processi (laminatoi, trattamenti termici, etc). Ciò avviene generalmente per fumi con basso tenore di polveri, a media temperatura (> 400 C) e quando non in conflitto con altri potenziali interventi per l aumento di efficienza del processo (p. es. pre-riscaldo aria comburente). Più difficile può essere operare su fumi provenienti da acciaieria o fonderia, dove ad una maggiore potenzialità (ma anche complessità tecnologica richiesta) dovuta all alta temperatura si contrappongono problemi legati a contenuto di polveri, a notevoli variazioni di temperatura e alla portata dei fumi e vincoli ambientali sulle emissioni. La stima dei consumi di energia per singola tonnellata di materiali ferrosi prodotta o lavorata è di 1,25 MWht di energia termica e di 0,25 MWh di energia elettrica [ref: BAT Steel]. La produzione nazionale (6) di materiali ferrosi è stimabile in 36 Mt/ anno per quanto riguarda la siderurgia primaria alle quali vanno aggiunte 25 Mt/anno laminate a caldo e 8 Mt/anno laminate a freddo. L energia recuperabile è quantificata nell ordine dei 30-50 kwh per tonnellata di materiale prodotta/lavorata. Con una potenzialità di 3 TWh/anno di produzione di energia elettrica, anche ipotizzando un tasso di penetrazione dei recuperi termici molto conservativa, l impatto a livello nazionale sarebbe paragonabile (se non superiore) a quello nel settore cementiero. Ve t r o (3) La produzione di vetro è sicuramente un altra potenziale candidata all applicazione dei sistemi a recupero termico. Dal punto di vista tecnico, la disponibilità di gas provenienti dalla fusione del vetro ad alte temperature (400-600 C) può garantire alte efficienze elettriche, nell ordine del 25%. Si stima che l energia (termica ed elettrica) mediamente richiesta per la produzione di una tonnellata di vetro (per impianti industriali) sia intorno a 1-1,5 MWh/t [ref: BAT Glass]. Della totale energia fornita, mediamente circa il 20% è la frazione che viene persa nei gas di scarico. Da qui si stima che l energia elettrica recuperabile sia nell ordine dei 30-45 kwh per tonnellata di vetro prodotto. La produzione nazionale di vetro (7) è stimabile in 1 Mt/anno di vetro piano, 3.8 Mt/anno di vetro cavo e ca. 0,5 Mt/anno di altri prodotti (filati, cristalli, tubi, etc.). Con una potenzialità di 200 GWh/ anno di produzione di energia elettrica, anche il recupero energetico da questo settore industriale potrebbe portare a risultati non trascurabili in ambito nazionale. 54 L AMBIENTE 5/12

As p e t t i e c o n o m i c i (1) Un sistema di recupero di calore è simile per certi aspetti ad un impianto ad energia rinnovabile poiché non implica un diretto consumo di combustibili di origine fossile (l installazione del sistema di recupero di calore non richiede ulteriore consumo di combustibile fossile). La fattibilità economica è quindi influenzata in prevalenza dai costi di investimento e dalla valorizzazione dell energia elettrica, senza alcuna dipendenza diretta dai costi dei combustibili. Per determinare caratteristiche tecniche e costi del modulo ORC è necessario avere dati precisi basati su audit energetici approfonditi, supportati da opportune campagne di misura; devono essere note in dettaglio la portata e la temperatura, incluse le variazioni che possano subire in funzione dell assetto produttivo. Importante è anche la definizione del più conveniente sistema di raffreddamento (ad acqua o ad aria), tenendo conto dei vincoli del caso. Altro fattore importante è l impatto in termini di layout che l impianto di recupero può avere sul processo produttivo: la modifica delle linee esistenti è in alcuni casi particolarmente onerosa, specialmente nel caso sussistano problematiche legate alla disponibilità di spazi e/o all accessibilità agli impianti. I costi di impianto che ne rendono conveniente la realizzazione non dovrebbero superare idealmente i 3.000 /kw. Prezzo dell energia elettrica, ore di funzionamento dell impianto (superiori almeno alle 5.000 h/anno) e le aspettative sui tempi di ritorno dell investimento da parte dei soggetti industriali (inferiori ai 5 anni) sono i fattori determinanti per la scelta definitiva. In aggiunta al risparmio di energia elettrica, la realizzazione di un impianto di auto-produzione determina (a prescindere della tecnologia) altri benefici che possono dare, seppur indirettamente, un ulteriore ritorno economico. Un esempio concreto è dato dalla riduzione dei picchi di potenza prelevata dalla rete elettrica: questo parametro ha un suo peso nella determinazione del prezzo dell energia acquistata sul mercato (componente trasporto). Si consideri poi come, a livello nazionale, qualunque intervento di efficienza energetica sia incentivato tramite il meccanismo dei TEE (titoli di efficienza energetica, noti anche come Certificati Bianchi). Stima dell energia producibile Lo sviluppo di questa azione nei tre settori investigati (cemento, vetro e siderurgia) porta alle seguenti considerazioni generali: le applicazioni di recupero di effluenti con tecnologia ORC sono tecnicamente realizzabili; le potenzialità di diffusione di questi sistemi di generazione distribuita di piccola taglia sono molto elevate e replicabili in Europa; l Italia è attualmente leader europeo nella tecnologia ORC con Figura 5 - Emissioni di CO 2 evitate. enorme potenzialità di consolidamento di questa nuova filiera industriale. Le barriere allo sviluppo di progetti nel settore del recupero calore in Italia sono state individuate in pay-back time spesso ritenuti dall investitore troppo lunghi (6-8 anni in media in assenza di incentivazioni, che risultano ben oltre le aspettative), e nel fatto che gli attuali incentivi (Titoli di Efficienza Energetica) per queste applicazioni non consentono una valutazione semplificata standardizzata dei risparmi e non contribuiscono efficacemente ad attivare gli investimenti. La soluzione della generazione elettrica con tecnologia ORC ha il vantaggio di poter operare in sinergia con i recuperi termici finalizzati a usi di processo o di climatizzazione degli ambienti, sommando alla quantità di energia recuperata in tali ambiti i benefici della generazione elettrica in loco, e di poter essere impiegata in applicazioni industriali dove tali recuperi termici non sono attuabili. La stima, ritenuta di carattere prudenziale, relativa a cementifici, industrie del vetro, siderurgie limitatamente ai forni di riscaldo e forni elettrici (EAF) rileva un potenziale italiano stimabile tra i 640 GWhel/annui e 1 TWh/annui di energia elettrica risparmiabili (Figura 4), pari al 5% del risparmio energetico complessivo stimato per il settore industriale italiano atteso al 2016 (Fonte: PAEE 2011), e oltre 500.000 ton di CO 2 /annue evitate (Figura 5). In realtà considerando l ambito siderurgico nel suo complesso (impianti di produzione dell acciaio, cokerie, impianti di sinterizzazione) le potenzialità sono decisamente superiori. Questi dati si traducono in un potenziale nei soli 3 settori del cemento, vetro e in siderurgia di circa 130 MWe installabili con taglie tra 0,5 MW e 10 MW e circa 80 impianti di recupero calore da processo mediante tecnologia ORC. N.B.: Non vengono presi in esame gli impianti di produzione dell acciaio a ciclo integrale, le cokerie e gli impianti di sinterizzazione poiché lo studio si limita al recupero calore da laminatoi a valle di impianti con forno ad arco elettrico. Azioni di incentivazione efficienza energetica Data la molteplicità e complessità dei processi industriali l efficienza energetica mediante recupero calore con tecnologia ORC è scarsamente menzionata; infatti non esistono in Europa e Italia adeguati strumenti di policy atti ad incentivarne le applicazioni. Anche grazie alle azioni di suggerimento volte allo sviluppo delle policy, possono essere menzionati alcuni importanti risultati: Figura 4 - Energia producibile. i recuperi termici sono menzionati nella Delibera AEEG EEN 9/11 del 28 ottobre 2011 riconoscendo di fatto un fattore moltiplicativo pari a 3,36 per i TEE derivanti da Utilizzo di calore di recupero per 55 L AMBIENTE 5/12

la generazione di energia elettrica che porta il valore da circa 17 /MWh a oltre 60 /MWh ai valori attuali del TEE (90-100 /Tep); i recuperi termici sono inserito nei documenti di policy nazionale (ad. es. nella bozza di SEN - Strategia Energetica Nazionale attualmente in consultazione); i recuperi termici sono menzionati nelle linee guida per la stesura del Piano Energetico Regionale - Regione Lombardia. Conclusioni I sistemi di recupero calore da processo industriale per mezzo di sistemi ORC sono una soluzione tecnicamente fattibile e, dal punto di vista ambientale, questa tipologia di interventi potrebbe rappresentare una valida possibilità per contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari sanciti dal pacchetto clima-energia 20-20-20. Inoltre lo sviluppo di tali applicazioni consentirebbe la valorizzazione di una filiera tecnologica e di servizi a livello nazionale (sistemi di scambio termico, power block, servizi di ingegneria, E.S.CO., ) nell ambito della cosiddetta white economy con rilevanti opportunità di export nei prossimi anni. È quindi determinante che nella formulazione delle azioni di policy si tenga conto di questi aspetti. In particolare è auspicabile che l atteso Decreto Ministeriale (Ministero dello Sviluppo Economico) di revisione del sistema dei TEE, previsto per fine anno: valorizzi adeguatamente il tema dei recuperi termici; ne incrementi i valori al fine di consentire un abbattimento del PayBack time di impianto e lo renda maggiormente compatibile con le aspettative del mondo industriale; evidenzi un orizzonte temporale di lungo periodo (il 2016 è considerato troppo restrittivo mentre è adeguato il 2020); espliciti specifiche linee di credito agevolate per tali tipologie di investimenti, eventualmente anche ricorrendo a strumenti di natura comunitaria. Infine è auspicabile un coinvolgimento del settore creditizio, ad oggi assente in tali tipologie di investimenti, attivando specifiche linee di credito per tali interventi, anche sinergiche con linee di credito agevolate. Bibliografia (1) R. Vescovo, Recuperi termici da processi industriali per produzione di potenza elettrica: i sistemi ORC Turboden, Biblioteca di Termotecnica - 49 - luglio 2010 - Quale mix energetico per il 2020?, ATI Associazione Termotecnica Italiana. (2) R. Bini, E. Manciana, Organic Rankine Cycle Turbogenerators for combined heat and power production from biomass, Proceedings of the 3rd Munich Discussion meeting 1996, ZAE Bayern Munich, Germany, 1996. (3) R. Vescovo, N. Palestra, Applicazione di Cicli ORC a Recuperi Termici da Processi Industriali Conferenza AEIT, Catania, 27-29 Settembre 2009. (4) R. Vescovo, Turboden ORC Power Plants for Industry Heat Recovery: Generation from Waste Heat Streams, Cogeneration & On-site Power Production Magazine, Marzo 2009. (5) AITEC, Relazione annuale 2008. (6) ISTAT, La Produzione dell Industria Siderurgica, anno 2006-2007. (7) Assovetro, Dati di produzione 2008, http://www.assovetro.it. (8) M. Baresi, Report preliminare sulle potenzialità di recupero di effluenti per valorizzazione elettrica mediante sistemi ORC a livello Nazionale Progetto LIFE08 ENVIT 000422 Sviluppo di politiche e azioni innovative per la riduzione delle emissioni di CO 2 mediante la valorizzazione degli effluenti di processo in Industrie Altamente Energivore ACRONIMO H-REII. Riferimenti del progetto www.hreii.eu, http://ec.europa.eu/enviroment/life/hreii.eu www.csmt.it, www.turboden.eu 56 L AMBIENTE 5/12