In generale siamo soliti vedere l'affusto dei cannoni navali di questo periodo come una robusta carretta con quattro ruote, le ruote anteriori più grandi di quelle posteriori per compensare il bolzone del ponte della nave. La figura 1 qui sotto illustra una carretta che risale probabilmente ai primi anni del XIX secolo. In questa figura le ruote anteriori e posteriori hanno diametri pressoché uguali, questo forse dovuto al fatto che la gobba del bolzone era meno accentuata che nei periodi precedenti. Il complesso, cannone e carretta, posto perpendicolarmente alla fiancata della nave era manovrato con dei paranchi: uno, ma talvolta erano anche due, serviva per arretrare il cannone durante le operazioni di caricamento; esso era fissato sulla parte posteriore della carretta. Altri due, fissati sulle fiancate dell'affusto, servivano per riportarlo in posizione di sparo. Il brandeggio era eseguito utilizzando leve per alzare la parte posteriore della carretta e questi due paranchi. Leggendo il volume La marina da guerra di Giovanni Santi Mazzini, le manovre di aggiustamento dell'alzo e del brandeggio venivano fatte con un vetto di punteria" (che in lombardo veniva chiamato gùgia). Riguardo al rinculo dopo lo sparo, poiché non bastava la risalita del bolzone a smorzarlo totalmente, questi veniva limitato da una braga; cioè una grossa fune fissata alla fiancata e che passava o attraverso due fori nella carretta (sistema francese) o in un anello nella culatta della canna (sistema inglese) con grande tormento della fiancata dove la citata braga era fissata. Discorso totalmente diverso per gli affusti delle carronate, i primi modelli avevano gli "orecchioni" e l'affusto a carretta senza ruote, strisciante su un sottoaffusto. L'alzo era ancora fatto con un cuneo. Qui l'attrito tra l'affusto ed il sottoaffusto contribuiva ad assorbire il rinculo ma era sempre ancora presente la braga a limitarne la corsa. La situazione era invece migliore per il brandeggio del pezzo. Infatti il sottoaffusto era imperniato anteriormente al ponte o alla fiancata, ed era dotato posteriormente di due rotelle che scorrevano sul ponte; Infine erano Figura 1 - La carretta classica dei cannoni ad avancarica Pag. 1-6
previsti, oltre ai paranchi laterali come quelli della carretta classica, altri due paranchi fissati a lato del sottoaffusto che consentivano un brandeggio migliore e semplificato. La figura 2 mostra un esempio delle prime carronate. _ Schede Culturali Figura 2 - I primi modelli di carronata con il relativo affusto Successivamente gli orecchioni furono sostituiti da un piede. L'affusto divenne quindi piatto con due supporti in cui era incernierato il piede, ed infine anche l'alzo, realizzato con un "vitone" posto tra il bottone di culatta e l'affusto, era più facile da regolare rispetto all'uso del cuneo presente negli affusti a carretta. La Figura 3 mostra un esemplare di carronata più moderno della precedente. Figura 3 - Un esempio di carronata moderna Pag. 2-6
Ma torniamo ai problemi di rinculo degli affusti a caretta: l'aumento del peso e della potenza delle bocche da fuoco non aveva un corrispondente aumento della capacità dell'affusto nel frenare il rinculo ed il tormento della braga sulle fiancate. Una prima soluzione fu l'adozione degli affusti a scivole : vennero rimosse le due ruote posteriori e sostituite da un affusto a carretta che aveva una larga superficie di attrito sul ponte; per il brandeggio si usavano uno o più vetti dotati di rotelle. Vedi Figura 4. Figura 4 Affusto "a scivole" L'affusto a carretta, dapprima in legno poi successivamente in ferro, fu infine montato su un slitta. Questa slitta era imperniata anteriormente o centralmente come nella figura sottostante, ora il brandeggio era molto più agevole. Le ruote furono tolte e sostituite da piccoli rulli che aiutavano a rimettere il pezzo in posizione di sparo; sollevati i rulli con un sistema a leva gli "aloni", durante il rinculo facevano attrito sulle lisce della slitta. Ulteriori sistemi di frenatura, inseriti al momento dello sparo, resero finalmente inutile l'uso della braga. Pag. 3-6
Uno splendido esempio di questo sistema sono i due cannoni Armstrong da 110 libbre montati sulla HMS Warrior; varata nel 1860. La Warrior fu la prima nave corazzata britannica. Nella foto si vede chiaramente il freno a compressione su quella che una volta era la sala della ruota posteriore. Settori di cerchio metallici e vari punti di perno fissati sul ponte permettevano il brandeggio dei due pezzi a poppa e prua praticamente in qualsiasi direzione.... schivando il bompresso naturalmente. Figura 5 - Upper deck forward - the fo'csle - Photo Peter Milford Pag. 4-6
infine vediamo più sotto i due cannoni Dahlgren da 11 installati nella torre rotante dei Monitor americani: qui gli affusti metallici con alzo a vitone sono montati su slitte, non è più necessario alcun dispositivo di brandeggio essendo la torre rotante. Nella figura qui sopra vediamo il freno di rinculo, fatto con un sistema a compressione, azionato da una manovella sul fianco dell'affusto che agisce su 5 barre montate centralmente nella slitta. Pag. 5-6
Fonti: "La marina da guerra", Giovanni Santi Mazzini, Mondadori Editore. "Ordnance Instructions for the United States Navy 1866" fourth edition. https://ia800306.us.archive.org/35/items/ordnanceinstruct19058gut/19058-h/19058-h.htm "Drawing of USS Monitor", Capt. E. W. Peterkin USNR. http://www.archive.org/details/drawingsofussmon00pete "British Naval Armaments", edito da Robert D. Smith per le Armerie Reali Inglesi. Pag. 6-6