Partecipano al dibattito con Bernard Bigot (CEA, France) e Dennis Miotla (DOE, USA): il Presidente della X Commissione on. Andrea Gibelli, il deputato del Comitato Vast on. Andrea Lulli, l ing. Paolo Gaio (Westinghouse Electric Company), l ing. Alessandro Clerici (World Energy Council). Ringraziamo il dottor Miotla per la relazione che ci ha proposto. A questo punto, anche approfittando della presenza del collega Lulli e del presidente Valducci, potremmo svolgere un dibattito con i nostri interlocutori stranieri su qualche aspetto particolare, proponendo qualche domanda, per poi proseguire nel corso dei nostri lavori. Io vorrei aprire questa discussione con una domanda sollecitata dalle argomentazioni proposte, che si riferisce al dibattito politico nazionale. Da quanto emerso attraverso la stampa e le discussioni parlamentari che si sono avviate, all opinione pubblica si propongono la terza e la quarta generazione quasi come alternative l una all altra. C è chi, come il Governo, vuole seguire la strada della terza generazione e aprire la strada alla quarta e chi è una parte del dibattito politico nazionale, non lo dobbiamo nascondere sostiene, invece, che sia ormai esaurita la fase della terza generazione e che si debba saltare, permettetemi un termine che si utilizza in ambiti giornalistici, direttamente alla quarta generazione. Abbiamo qui due ospiti illustri che hanno affrontato questo tema in alcuni passaggi dei loro interventi. Vorrei chiedere loro, in considerazione dell esperienza che hanno acquisito sul campo, come le due fasi si combinino precisamente tra loro, se sono alternative o se come io penso, attraverso una posizione che mi sono formato invece non si può arrivare alla quarta generazione senza passare dalla terza, anche per il nostro Paese. 1
Rivolgo questa domanda molto precisa ai nostri interlocutori, lasciando poi la parola ai miei colleghi e a chi volesse intervenire su questo tema, che io ritengo centrale nel nostro dibattito. Ho concesso più tempo di quello previsto ai nostri ospiti, data l importanza del contributo che ci hanno fornito, limitando quindi il tempo per il dibattito. Vorrei, però, ascoltare una risposta su questo argomento che la nostra politica nazionale sta affrontando. Do la parola all onorevole Lulli. ANDREA LULLI, Deputato del Comitato VAST. Mi unisco ovviamente ai ringraziamenti del presidente per le esposizioni che abbiamo ascoltato. Vorrei sapere quanti impianti di terza generazione siano in costruzione nel mondo e quanti siano in programmazione. Vorrei sapere, inoltre, fino a che punto l industria che fornisce le tecnologie per la realizzazione di questi impianti sia in grado di soddisfare la domanda esistente. BERNARD BIGOT, High Commissioner for atomic energy CEA, Francia. Potrei cominciare io, per poi lasciar completare il discorso al collega americano. Preciso quello che ho detto prima: a mio avviso è tecnicamente impossibile, per un Paese, saltare direttamente alla quarta generazione. La quarta generazione oggi non è ancora pronta e non sarà pronta per l industrializzazione prima del 2040, a mio parere. Come vi ho spiegato, la quarta generazione userà l uranio naturale ma, per poter avviare il processo di consumo dell uranio naturale, occorre una parte di plutonio, ossia la materia fissile che avvia la reazione. A quel punto i neutroni che saranno prodotti dalla reazione entreranno in collisione con l uranio naturale (238) per produrre nuovo plutonio. Si tratta di un processo di catalisi, di un processo ciclico, per cui, senza il combustibile iniziale per avviare il processo, non si può procedere. 2
Il plutonio rappresenta l 1 per cento dell uranio che si mette nei reattori della terza generazione in un anno. Per poter accumulare abbastanza plutonio, quindi, occorrono anni di funzionamento dei reattori della terza generazione. A mio avviso, la quarta generazione è dunque una tecnologia più complessa, che esige un apprendistato preliminare del funzionamento della tecnologia oggi esistente della terza generazione. Quando un Paese, un industria e l insieme dei soggetti avranno assimilato il funzionamento della terza generazione, allora si potrà passare alla quarta. Mi avete chiesto quanti reattori esistono in Francia. Come ho già detto, oggi siamo a 63 gigawatt elettrici, con una sessantina di reattori. Nel futuro manterremo quantomeno sessanta, settanta gigawatt di produzione di energia elettrica di origine nucleare. Alla fine, con la capacità dei reattori odierni, ci attesteremo intorno ai cinquanta reattori funzionanti in Francia, la metà dei quali saranno di terza generazione. Ci sarà, inoltre, la coesistenza delle due tecnologie, poiché la vecchia tecnologia non sarà rimpiazzata del tutto dalla nuova. È difficile dire quanti reattori di terza generazione saranno costruiti nel mondo, perché ciò dipende dalle decisioni dei singoli Paesi. La mia convinzione personale è che saranno costruiti circa cinquecento, seicento reattori di terza generazione. Su questo sono anche disposto a scommettere, mentre oltre questa cifra la questione diventa più incerta. È bene, comunque, che ascoltiate anche quanto può dirvi il collega americano. DENNIS MIOTLA, First Deputy Assistant Secretary Nuclear Power Deployment, Department of Energy, USA. Condivido la posizione del collega francese: la quarta generazione rappresenta l evoluzione e la progressione logica della terza. Tutte le informazioni che sono state date dal collega sono corrette. Il materiale estratto dai reattori ad acqua leggera è necessario per poter poi innescare il reattore veloce. 3
Noi non abbiamo intenzione di realizzare reattori veloci su base commerciale, se non, forse, nel 2040. Nel 2020-2021, come abbiamo detto, ce ne sarà uno sperimentale. Lo standard saranno, però, i reattori ad acqua leggera. Il nuovo reattore ad acqua leggera dovrebbe durare sessant anni, quindi anche fino a molto dopo la realizzazione dei primi reattori veloci. Nessuna persona responsabile potrebbe vendervi oggi un reattore veloce, che non si potrebbe neanche acquistare. Bisogna concentrarsi, pertanto, sulle migliori tecnologie ad acqua leggera e decidere in quale momento del futuro si vorranno introdurre i reattori veloci. Tra i due c è quasi una simbiosi, perché l alimentazione della quarta generazione proverrà da una parte del combustibile utilizzato per la terza. Noi non intendiamo utilizzare su base commerciale i reattori a gas, alcuni dei quali sono considerati di quarta generazione, perché essi hanno, lo ripeto, delle finalità industriali. Sono, dunque, totalmente d accordo con il collega francese. Vi ringrazio. Vedo che c è una prenotazione ardita tra il pubblico, che ringrazio. Chiedo a chi voglia intervenire di raggiungere il banco dei relatori, in modo da non voltare le spalle ai presenti. PAOLO GAIO, Senior consultant di Westinghouse Electric Company. Buongiorno, mi chiamo Paolo Gaio e lavoro alla Westinghouse. Vorrei rispondere ad una domanda precisa su quanti reattori della terza generazione siano oggi in costruzione. Credo che nessuno abbia risposto a questa domanda. Sono a Flamanville ed a Olkiluoto e sono due reattori EPR. Westinghouse sta costruendo quattro reattori in Cina, altri quattro negli Stati Uniti e ha un ordine, una 4
letter of intent, per altri due reattori. Nella lista che avete visto, presentata dal signor Miotla, si vedeva quante altre centrali AP-1000, per il momento, Westinghouse pensa di costruire: oltre ai quattro che stiamo costruendo e ai due per cui abbiamo una letter of intent, per un totale di sei, ce ne saranno sicuramente altri otto. Questa è la situazione odierna. Grazie per il contributo. Do ora la parola ad Alessandro Clerici, Presidente onorario del World Energy Council. ALESSANDRO CLERICI, Presidente onorario del World Energy Council. Vorrei aggiungere, ad esempio, in Giappone, sono già in funzione reattori della terza generazione e della terza generazione plus. Ci sono impianti già pianificati quasi tutti di terza generazione in trentaquattro Paesi del mondo. Per 93 reattori sono già stati stanziati i soldi (per 100.000 megawatt) e sono in discussione altri duecentododici reattori (per 210.000 megawatt). Penso che, tra pochi giorni, avremo notizia dell ordine che il Sudafrica sta dando per realizzare quattro nuovi reattori di terza generazione. ANDREA LULLI, Deputato del Comitato VAST. Credo che queste informazioni siano molto utili per il dibattito e per i decisori politici. Io ho posto anche un altra domanda forse ingenua, per carità circa la capacità di risposta, da parte dell industria che fornisce strutture per realizzare i reattori, alla domanda esistente: credo che non sia una questione di poco conto. BERNARD BIGOT, High Commissioner for atomic energy CEA, Francia. Posso risponderle io. Certamente, negli ultimi anni, come si è visto, il numero di reattori 5
ordinati è stato abbastanza esiguo, quindi l industria ha calibrato le sue capacità di conseguenza. Vorrei dire semplicemente che in Francia, da quando, nel 1973, è stata assunta la decisione di costruire i reattori, si sono costruiti una media di due reattori all anno, per cinque anni. L industria francese si è poi organizzata per riuscire a costruire simultaneamente venticinque reattori. Si tratta, quindi, a mio parere, di un problema di organizzazione industriale. Non ho dubbi che, se vi sarà una domanda industriale, l industria sarà in grado di rispondervi e sarà all altezza del fabbisogno: ci sarà un tempo di aggiustamento. Posso dirvi, ad esempio, che in Francia, come è già stato sottolineato, AREVA ha cominciato costruendo il reattore di Flamanville. Successivamente sono stati costruiti reattori in Cina, in Sudafrica e una decina in Gran Bretagna. Passeremo da trecento a milleduecento ingegneri formati all anno e manterremo questa media per dieci anni. Si tratta di formulare una visione di quello che si vuole fare, poi i soggetti si mobilitano di conseguenza: questa è la mia convinzione. Non penso che l industria si muova a senso unico, perché se c è un mercato, l industria vi si adegua. Do la parola a Dennis Miotla per completare la risposta sul tema. DENNIS MIOTLA, First Deputy Assistant Secretary Nuclear Power Deployment, Department of Energy, USA. Condivido l opinione del mio collega. L odierno stato dell arte è il seguente: ci sono delle componenti di disponibilità forse limitata ma, via via che le autorizzazioni vengono concesse, fino alla firma dei contratti di costruzione, il numero delle industrie e delle aziende che si renderà conto davvero che la cosa sta avvenendo aumenterà. La realtà è che negli Stati Uniti e nel resto del mondo c è sicuramente molta capacità industriale che può essere 6
mobilitata. Vediamo già che una serie di aziende cercano di farsi ridare la vecchia autorizzazione e il timbro per potersi occupare del nucleare. Ci sono, poi, aziende che stanno raddoppiando le loro capacità industriali, relativamente a questo settore, perché cominciano a vedere un mercato, ad esempio in Giappone. I Paesi in cui c è una vivace imprenditorialità entreranno senz altro in gioco e l offerta crescerà di conseguenza. BERNARD BIGOT, High Commissioner for atomic energy CEA, Francia. Se posso completare il discorso, avete visto che il tempo di costruzione minimo di un reattore è pari a cinque anni. Se quindi oggi avete un ordine, prima di installare le componenti essenziali del reattore nel suo sito, c è tempo per sviluppare una capacità conseguente di investimento industriale. All inizio c è solo una costruzione di ingegneria civile abbastanza classica e, quindi, è poi disponibile un certo tempo di adeguamento. ALESSANDRO CLERICI, Presidente onorario del World Energy Council Italia. Il presidente ha posto una domanda molto chiara ed importante perché, effettivamente, per fare questo, occorre non solo un insieme di competenze manifatturiere, ma anche di persone e di qualità. Vorrei però ricordare che, nel periodo compreso tra il 1976 al 1988, l industria produttrice di centrali nucleari metteva in servizio, ogni anno, dai 17.000 ai 20.000 megawatt, quando i fornitori erano in numero minore di quelli oggi esistenti. Vorrei ricordare che Mitsubishi come si è fatto presente prima è entrata sul mercato nel 2008; che i russi stanno entrando pesantemente sul mercato e che i sudcoreani si stanno affrancando dalle licenze, hanno migliorato i reattori che avevano la licenza e, tanto per darvi un idea, stanno offrendo, in Finlandia, il sesto reattore nucleare. 7
Probabilmente, quindi, non sarà tutto così smooth, ma ci sarà un periodo iniziale dove si riscontreranno certe problematiche, ma penso che l industria sarà capace di rispondere alla domanda più che in passato. Nel frattempo, come avete potuto vedere, ci ha raggiunti il sottosegretario Adolfo Urso, che concluderà i nostri lavori. Noi siamo a metà della nostra tabella di marcia. Se non c è la necessità di fare ulteriori precisazioni, potremmo concludere questa fase e avviare, invece, i nostri lavori relativi alle prospettive italiane nel settore, invitando Antonio Costato, vicepresidente per l energia e il mercato di Confindustria, ad avvicinarsi al tavolo per tenere la sua relazione. 8