DOLORE 6IDEE. OBIETTIVO BENESSERE Alla scoperta dei diritti del malato, della prevenzione e delle cure di una malattia sociale. No.1/Marzo-Aprile 2011



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UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET No.1/Marzo-Aprile 2011 DOLORE 6IDEE PER AFFRONTARE I DISTURBI Dolore Cronico I consigli per affrontarlo Paracetamolo Un rimedio per i disturbi lievi Reumatologia Curare con gli oppiacei Podologia La prevenzione inizia dai piedi OBIETTIVO BENESSERE Alla scoperta dei diritti del malato, della prevenzione e delle cure di una malattia sociale. Nelle migliori Farmacie, Sanitarie e Ortopedie www.itersan.com ITERSAN mette al tuo piede la calzatura che rispetta l ambiente e protegge la tua pelle daniela.borraccino MEDIAPLANET Group

2 DO LO R E UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET EDITORIALE Diritto allo studio, al lavoro, alla religione e all uguaglianza sono sempre causa di battaglie civili e campagne di sensibilizzazione. Non il diritto alla cura del dolore. Il diritto di non soffrire ll dolore rappresenta una delle condizioni più lesive della dignità umana. Non affligge solo i malati oncologici: ne soffre un italiano su 4. Cefalee, mal di schiena, dolori articolari, reumatici e nevralgie, sono solo alcuni esempi. La malattia dolore altera la qualità di vita con conseguenze per l equilibrio psichico; se poi pensiamo alla perdita di ore lavorative e ai costi diretti e indiretti legati alle cure, il dolore cronico può essere considerato una vera e propria malattia sociale. La normativa Con la legge 38/2010 sulle 1 cure palliative e la terapia del dolore, l Italia è la prima nazione europea a legiferare in tema di terapia del dolore, anche in età pediatrica. Si riconosce piena dignità al paziente che soffre e si sancisce l assoluto diritto del malato a essere curato per il dolore cronico come per qualsiasi malattia. È stata semplificata la prescrizione dei farmaci analgesici, rendendo più agevole l accesso agli oppiacei anche per il dolore cronico benigno. È sancito inoltre l obbligo per i sanitari di misurare con strumenti adeguati, e registrare, il livello di dolore dei pazienti. Informazione, Formazione e Consapevolezza 2 Come medico incontro spesso pazienti disorientati e non consapevoli delle opzioni di trattamento di cui dispongono perché hanno informazioni parziali se non distorte, frutto di passa-parola e non di fonti attendibili. È un dovere morale promuovere con ogni mezzo una corretta diffusione dell informazione nell opinione pubblica. Gli operatori sanitari vanno formati e aggiornati e va potenziata la rete applicativa, promuovendo la nascita e sostenendo l attività di centri specializzati nel tratta- È un dovere morale promuovere con ogni mezzo una corretta diffusione dell informazione nell opinione pubblica. Maria Adele Giamberardino Presidente AISD mento del dolore cronico: esistono ma ancora non sono una presenza in ogni realtà territoriale. Associazioni e Ricerca L Associazione Italiana per 3 lo Studio del Dolore (AISD) con la Fondazione Paolo Procacci organizza eventi di informazione e formazione relazionandosi con le istituzioni per sollecitare iniziative e decisioni e sostiene concretamente l attività di ricerca. Ai giovani l AISD destina premi e borse di studio per l attività clinica e la ricerca di base e finanzia la partecipazione ad eventi formativi come il nostro congresso nazionale (quest anno a Riccione dal 29 al 31 maggio), la Scuola Europea del Dolore, i congressi delle società europea (EFIC) e mondiale (IASP) del dolore, nonché l accesso alla consultazione gratuita di prestigiose riviste come l European Journal of Pain. IN EVIDENZA PAGINA 04 Giustino Varrassi Presidente della Federazione Europea della Società per lo Studio del Dolore. L importante è assumere i dosaggi giusti in base al tipo di dolore e alle caratteristiche del paziente. DOLORE, TERZA EDIZIONE, MARZO-APRILE 2011 Managing Director: Elisa De Donno Editorial Manager: Gianluca Cò Designer: Daniela Borraccino Project Manager: Alessandra Nigro Telefono: +39 02 49 58 36 24 E-mail: alessandra.nigro@mediaplanet.com Project Manager: Valentina Pizzi Phone: +39 02 49 58 36 14 E-mail: valentina.pizzi@mediaplanet.com Project Manager: Clarissa Fidotti Phone: +39 06 81 91 83 26 E-mail: clarissa.fi dotti@mediaplanet. com Distribuito con: Italia Oggi - Milano Finanza Stampa: RDS WEBPRINTING Srl Contatti Mediaplanet: Telefono: +39 02 49 58 36 00 Fax: +39 02 49 58 36 25 E-mail: info.it@mediaplanet.com La Warner Chilcott è una compagnia leader nel settore specialistico farmaceutico attualmente focalizzata nella cura della salute della donna, nella gastroenterologia e nell urologia, presente nel mercato Nord Americano, Europeo ed Australiano. La Warner Chilcott è una società farmaceutica integrata, poichè dotata al suo interno delle risorse per la ricerca e lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione dei propri farmaci.

NEWS UNO SPECIALE REALZZATO DA MEDIAPLANET 1IDEA Il dolore cronico: cos è e come affrontarlo DO LO R E 3 Il dolore diventa cronico quando si sviluppa il processo fisiopatologico che conduce alla cronicizzazione e quando diventa sofferenza intima e profonda per l individuo stesso. Sul piano biologico e fisiopatologico il dolore diventa cronico anche in assenza della causa che ne ha generato l esordio per la coesistenza di tre meccanismi: l alterazione del riconoscimento di un segnale, per la genesi di nuovi recettori indotta dal fattore di crescita nervosa (NGF); l alterazione della trasmissione del segnale, per azione della sostanza-p che incrementa sia l eccitabilità neuronale sia i campi recettoriali; l alterazione, infine, dei meccanismi centrali di processing, per attivazione dei recettori NMDA. Affatto diverso, ma non per questo meno importante, è l aspetto relativo alla sofferenza, della quale il dolore cronico è responsabile. Se prima, in buona sostanza, si è fatto riferimento alla componente sensoriale e discriminativa (localizzata nella corteccia somatosensoriale e deputata all analisi e alla localizzazione), in questo ambito si tratta della componente affettiva e motivazionale (localizzata nel sistema limbico e volta alla elaborazione delle emozioni doloredipendenti) e della componente cognitiva e valutativa (localizzata in sede frontale e pre-frontale e preposta alla elaborazione esperienziale del dolore stesso). Il Medico che si prende cura di un paziente con dolore cronico deve, allora, tener conto di entrambi gli aspetti ricordati. Se a livello terapeutico dovrà saper trattare il dolore cronico come una malattia a sé stante, dovrà nel contempo tenere in piena considerazione le problematiche psicologiche, attitudinali e personali, in senso profondo, del paziente, in un quadro di approccio olistico al soggetto sofferente. Nell opinione comune il concetto di dolore è associato all esperienza comune e diffusa dei dolori più o meno intensi provati nel corso della vita. Questo tipo di dolore, definito acuto perché di rapida comparsa e durata limitata nel tempo, è causato dalla naturale risposta alla stimolazione di recettori specifici denominati nocicettori. Di norma l intensità del dolore acuto è proporzionata all estensione e alla gravità della lesione traumatica o dell infiammazione. L intensità del dolore cronico, che è conseguente invece ad alterazioni anche funzionali del sistema nocicettivo, non è per nulla proporzionale all entità del danno evidente dei tessuti. La discrepanza tra entità del dolore e danno biologico è anche maggiore nel caso delle lesioni del sistema nervoso (ad es. nella sclerosi La conseguenza del dolore cronico sulla sfera emotiva è tanto frequente che comunemente si parla di comorbilità associata al dolore, quali l insonnia e la depressione. Franco Marinangeli Università degli Studi dell Aquila Dipartimento Scienze della Salute, Anestesia e Rianimazione. multipla), dove importanti lesioni che provocano paralisi possono comparire in assenza di dolore, mentre isolate lesioni di nervi sensitivi possono essere fonte di dolori gravi e permanenti. Il dolore cronico non si vede, non si riconosce e non si comprende. Per questo motivo il malato con dolore cronico ha difficoltà a ottenere, oltre che la cura del dolore, anche l attenzione e la comprensione dei sanitari e non di rado dei familiari e degli amici. La conseguenza del dolore cronico sulla sfera emotiva è tanto frequente che comunemente si parla di comorbilità associate al dolore, quali l insonnia e la depressione. Il primo sollievo che un esperto di medicina del dolore offre ai propri pazienti è proprio il riconoscimento dell esistenza del dolore, l accettazione che esso esista, sia presente e sia enormemente devastante. L impatto sociale del dolore cronico Dal 3 al 4 maggio si svolgerà a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, il Secondo Simposio sull impatto sociale del dolore cronico. L incontro è promosso dalla Federazione delle Associazioni Europee per lo Studio del Dolore (EFIC ). L iniziativa nasce da alcune riflessioni: il dolore cronico rappresenta un notevole problema di salute, che riguarda milioni di persone in Europa; devono quindi essere presi in considerazione non solo i costi a carico dei servizi sanitari nazionali, ma anche i costi economici che gravano sulle attività produttive e sulla qualità della vita del paziente; a livello europeo ancora non esiste un uniformità di consenso, e di conseguenza di trattamento, per la malattia dolore cronico, oltre al persistere di carenze strutturali. La condivisione delle modalità di definizione e di valutazione, l analisi, il confronto e lo scambio sulle migliori pratiche da applicare sarà cruciale per un miglioramento globale del problema. Già nel maggio 2010 terapisti del dolore, esponenti di associazioni di malati, politici, esperti del settore assicurativo ed economisti si erano incontrati a Bruxelles per discuterne, in un evento senza precedenti nel campo della medicina del dolore. L incontro, strutturato in due sessioni plenarie e in sei workshop aveva visto la partecipazione di 190 esperti provenienti da 28 Paesi europei. Unanime la convinzione che il dolore cronico abbia un notevole impatto in termini di costi economici e qualità della vita del paziente, anche se non tutti i sistemi sanitari trattano il dolore con la dovuta attenzione che meriterebbe, con conseguente aggravio della spesa sanitaria e perdita di ore lavoro od invalidità. Condividere analisi, progetti e strumenti adottati nei vari Paesi europei, non solo dal punto di vista dell algologo, ma con le capacità di analisi degli economisti e con il patrimonio di esperienze dei pazienti è fondamentale per acquisire uno standard di cure che migliori il servizio offerto al paziente e razionalizzi la spesa sanitaria. ha collaborato Lorenza Saini Fondazione Paolo Procacci Onlus

4 DO LO R E UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET NEWS 2IDEA BOTTA & RISPOSTA Bruno Colombo Responsabile del Centro Cefalee, Università Vita Salute, Ospedale San Raffaele di Milano. Paracetamolo: dolori diversi, un unica soluzione Mal di testa, dolori reumatici, mal di denti, dolori mestruali e mal di schiena: sono alcune delle situazioni di dolore di intensità lieve in cui il paracetamolo è una delle molecole più utilizzate al mondo perché rappresenta per i medici un farmaco di prima scelta nel dolore lieve. «Il paracetamolo» spiega il professor Giustino Varrassi, Presidente della Federazione Europea delle Società per lo Studio del Dolore «rappresenta il farmaco di prima scelta nelle linee guida delle più importanti società scientifiche di tutto il mondo, in particolare per il dolore da patologie di interesse reumatologico. Come è facile intuire, ciò significa che è un farmaco frequentemente utile soprattutto per le patologie osteo-articolari che sono quelle alle quali più frequentemente si associa una sindrome da dolore cronico». Significato Dolore cronico che vuol dire, poi, un malessere prolungato nel tempo che richiede trattamenti antalgici di lungo periodo. E quando è necessario assumere un farmaco per tanto tempo, il medico che lo prescrive e il paziente che lo assume deve poter essere sicuro che la tollerabilità e la sicurezza siano garantite. «Il paracetamolo» rassicura il professor Varrassi «è un farmaco che ha oltre un secolo di storia alle spalle. Se è sopravvissuto così a lungo ed è usato tanto diffusamente nel mondo, può solo voler dire che è un farmaco sicuro e ben tollerato. Rappresenta il farmaco di prima scelta nelle linee guida delle più importanti società cientifi che di tutto il mondo Giustino Varrassi Presidente della Federazione Europea della Società per lo Studio del Dolore. I giusti dosaggi La più importante precauzione da adottare è quella di non superare le dosi massime indicate nel foglietto illustrativo. Si tratta di una raccomandazione dovuta essenzialmente alle caratteristiche farmacocinetiche del farmaco e al suo metabolismo da parte del nostro fegato». L importante è assumere i dosaggi giusti in base al tipo di dolore e alle caratteristiche del paziente. Controlli e soluzione Proprio di recente, tra l altro, la Food and Drug Administration, l ente americano per il controllo sui farmaci, è intervenuta in merito dopo alcune segnalazioni di danni al fegato invitando le aziende farmaceutiche a ridurre i dosaggi di paracetamolo a non più di 325 milligrammi in quei farmaci da prescrizione in cui il comune principio attivo è associato ad altre sostanze. In seguito a questa decisione, anche l Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) sta valutando in questi giorni quali misure adottare in merito. «Come per ogni associazione farmacologica ben studiata» chiarisce l esperto «anche in questo caso esistono formulazioni in cui si mettono insieme due o più farmaci con siti d azione differenti, in modo da ottenere l effetto con dosi basse di ognuno di essi, presi singolarmente. Ma non c è nessuna precauzione particolare da prendere se non quella di rispettare il dosaggio. La dose raccomandata negli adulti è di 3-4 grammi al giorno, a seconda del peso del paziente. Il dosaggio non cambia in relazione al tipo di patologia dolorosa. Però, se si vuole ottenere l analgesia bisogna superare la soglia di concentrazione ematica al di sopra della quale il farmaco è efficace. In pratica, il farmaco deve essere assunto a dosi di 1 grammo, per 3 o 4 volte al giorno». LIDIA PENSIERO Molte persone sono vittime ogni tanto di un fastidioso mal di testa. Come si può alleviare il dolore?! Le linee guida per il trattamento dell emicrania sono state redatte per favorire scelte terapeutiche da fare in funzione della gravità dell attacco. Nei casi in cui l attacco di emicrania è moderato e anche quando si tratta di cefalea tensiva il farmaco di prima linea a cui ricorrere è senz altro il paracetamolo che agisce sull irritazione dei nervi e sulla percezione del dolore. Entro quanto tempo arriva il sollievo dal dolore? La rapidità d azione dipende da quando viene as-! sunto il farmaco. Bisogna intervenire prima possibile per evitare che i sintomi peggiorino. Chi riesce a cogliere l attimo, ottiene nei 2/3 dei casi un sollievo dal dolore entro due ore. Qual è la dose giusta da assumere per alleviare il dolore?! Fino a 45-50 chilogrammi di peso, si possono assumere 500 mg di paracetamolo. Al di sopra dei 50 chilogrammi, si ricorre a 1000 milligrammi da assumere 2-3 volte al giorno. Si tratta comunque di un farmaco assolutamente ben tollerato tanto da essere utilizzato anche per l emicrania nei bambini. Molte persone prendono un caffè contro il mal di testa. C è qualcosa di fondato?! Il caffè è in grado di alleviare il mal di testa grazie al suo potere vasocostrittore con un effetto lievemente analgesico. Tant è vero che ora ci sono dei composti che contengono sia paracetamolo che caffeina e che sono molto efficaci perché la caffeina accelera l azione analgesica.

NEWS La terapia per i soggetti sensibili Il paracetamolo non aumenta il rischio di asma e allergie nei bambini. Finalmente un recente studio prospettico pubblicato sul British Medical Journal ha fatto chiarezza. Lo studio ha preso in esame 620 bambini, con precedenti di allergie in famiglia, che avevano assunto il farmaco nei primi mesi di vita. I ricercatori hanno seguito i bambini fino al settimo compleanno e hanno concluso che non risulta evidente alcun collegamento tra l aumento del rischio di asma e allergie e il consumo di paracetamolo. Notizie confortanti anche per l utilizzo di questo principio attivo in gravidanza grazie ad uno studio apparso su Obstetrics & Gynecology. Analizzando i dati raccolti nel National Birth Defects Prevention Study, relativi alla nascite tra il 1997 e il 2004, i ricercatori hanno concluso che l uso del paracetamolo nel primo trimestre non è associato a una maggiore incidenza di malformazioni alla nascita. Anche l ipotetico danno epatico procurato dall assunzione di paracetamolo è stato oggetto di indagine. Lo studio, apparso su Pediatrics, ha preso in esame 62 ricerche condotte in precedenza e ha concluso che una somministrazione di paracetamolo inferiore ai 75 mg per chilo al giorno per via orale o endovenosa (pari a meno di 100 mg per chilo per via rettale) non è associata a nessun danno epatico. Questi studi confermano, dunque, non solo la tollerabilità e l efficacia del paracetamolo nei bambini, ma anche la sua sicurezza gastrointestinale. Grazie alle sue caratteristiche di tollerabilità e sicurezza il paracetamolo viene raccomandato come farmaco di prima scelta per il trattamento del dolore anche per i pazienti più delicati. Infatti, può essere usato sugli anziani per il trattamento del dolore persistente. E, inoltre, consigliato per pazienti con disturbi della coagulazione, ipertensione e problemi cardiovascolari. IN BREVE Come agisce UNO SPECIALE REALZZATO DA MEDIAPLANET Qual è il meccanismo d azione del paracetamolo? In realtà,anche se è utilizzato da moltissimo tempo, ancora non si è chiarito del tutto, ma si sa che funziona diversamente dagli antinfiammatori non steroidei (Fans). Sia i Fans sia il paracetamolo, infatti, bloccano la produzione di prostaglandine (che causano infiammazione, dolore e febbre). Ma, a differenza eii Fans, l attività del paracetamolo si esplica a livello del sistema nervoso centrale. IN BREVE Una cura alla portata di tutti DO LO R E 5 Poiché può essere acquistato anche senza prescrizione medica (almeno la maggior parte delle sue formulazioni), il paracetamolo è diventato il più importante analgesico per uso domestico, sia negli adulti che nei bambini. Questo farmaco, infatti, può essere utilizzato come antipiretico per il trattamento sintomatico di stati febbrili, come l influenza, le malattie esentematiche (varicella, morbillo, parotite, rosolia, ecc) e le affezioni acute del tratto respiratorio. Ma il paracetamolo agisce anche come antidolorifico e per questo viene utilizzato in caso di cefalee, nevralgie, mialgie (dolori muscolari), ed altre manifestazioni dolorose di media entità e di varia origine (dolori mestruali, mal di denti, ecc). LIDIA PENSIERO

6 DO LO R E UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET NEWS Cosa sono le Malattie reumatiche Domanda: Cos è la reumatologia? Risposta: È una branca medica che si occupa delle patologie non chirurgiche dell apparato osteo-artromuscolare. Le malattie reumatiche (MR) comprendono un eterogeneo gruppo di infermità, di cui la maggior parte presenta un andamento cronicizzante ad esito spesso invalidante, tanto da comportare un significativo peggioramento della qualità di vita. zhanno una maggiore prevalenza nel mondo occidentale con un indice di morbosità, sul totale delle patologie, di circa il 20%. Degenerative e Infiammatorie Le malattie reumatiche si possono suddividere in degenerative, sostanzialmente rappresentate dalla sindrome osteoartrosica, e in quelle infiammatorie, ovvero le artriti sistemiche; tutte sono caratterizzate dalla presenza di dolore cronico, rispettivamente di tipo meccanico e infiammatorio. Nell ambito delle MR globalmente intese spiega Stefano Coaccioli, Responsabile della Reumatologia dell A.O. Santa Maria di Terni nonché Presidente Fondazione Paolo Procacci Onlus - quelle a patogenesi degenerativa cronica sono oltre il 70%, mentre quelle infiammatorie croniche il 10%. In modo affatto schematico possiamo suddividere le MR con dolore cronico in 5 gruppi: degenerative, l osteoartrosi; infiammatorie, le artriti; funzionali, il low back pain e, per motivi diversi, la fibromialgia; strutturali, l osteoporosi conclamata con fratture vertebrali. La MR degenerativa che più frequentemente manifesta dolore cronico continua il Responsabile - è rappresentata dall osteoartrosi specialmente nella localizzazione alle grandi articolazioni degli arti inferiori e al rachide in toto. Le MR con patogenesi infiammatoria cronica sono rappresentate dalle artriti, quali l artrite reumatoide e le spondiloartriti sieronegative. Low back pain. Fibromialgia. Osteoporosi. Una patologia di grande rilevanza epidemiologica è costituita dal low back pain che spesso viene misconosciuto sul piano clinico e trascurato su quello terapeutico, anche e soprattutto se associato a dolore neuropatico. La fibromialgia rappresenta un capitolo a sé stante, costituendo la più frequente patologia dolorosa extra-articolare, corredata da sintomi funzionali a carico di molteplici apparati interni. Infine ancora un capitolo a parte conclude Stefano Coaccioli - 3IDEA è costituito dall osteoporosi conclamata che, diventando malattia nel momento dell evento fratturativo a livello dei corpi vertebrali, implica la comparsa di dolore cronico ad esordio subdolo ma con andamento ingravescente. L impiego degli oppiacei in reumatologia BOTTA & RISPOSTA Stefano Coaccioli Qual è la sua opinione circa l utilizzo degli oppiacei a scopo terapeutico? Nell approccio terapeutico al dolore cronico degenerativo di grado moderato e severo (>3-4/10 e >6-7/10) vanno smentiti miti e pregiudizi circa l impiego degli oppiacei in reumatologia. Vanno quindi smentiti i miti che gli oppiacei accorcino la vita nonché alterino le funzioni cognitive e provochino depressione respiratoria. L utilizzo di oppiacei può dare dipendenza? Come affermato su importanti riviste scientifiche, la dipendenza non si rileva se è presente dolore, così come l impiego per scopi medici degli oppiacei difficilmente comporta dipendenza. Il fenomeno della dipendenza psicologica si è dimostrato del tutto assente nel trattamento del dolore cronico e si fonda sulla falsa credenza che l impiego per scopi terapeutici possa risultare in grado di condizionare un uso voluttuario delle molecole oppiacee. Quando è indicato il loro impiego? Nel dolore cronico degenerativo in pazienti nei quali vi sia presenza di dolore >4/10 di VAS, certezza della diagnosi clinica e fallimento di altre strategie terapeutiche. Con questi presupposti può essere raccomandato l utilizzo in reumatologia di molecole con azione agonista sui recettori µ, quali: buprenorfina, codeina, fentanyl, idromorfone, morfina, ossicodone e tramadolo. Cosa si intende invece per farmaci adiuvanti? I farmaci adiuvanti possono VANESSA SALZANO STEFANO COACCIOLI Clinica Medica Generale e Terapia Medica - Reumatologia. Università di Perugia - Polo di Terni A. O. Santa Maria Presidente Fondazione Paolo Procacci Onlus. essere classificati in vario modo. Una classificazione è quella che individua farmaci antalgici in modo indiretto, quali le benzodiazepine, che consentono un utilizzo ottimale degli oppioidi e degli altri analgesici. Il termine adiuvanti può far intendere che questi farmaci siano ancillari rispetto agli antalgici propriamente detti, ma in realtà gli adiuvanti fanno parte integrante della gestione complessiva della maggior parte delle situazioni di dolore cronico oncologico. VANESSA SALZANO PILLOLE Sintomi, cause e localizzazioni del dolore Schiena ed arti le parti più colpite. Sensazioni tipiche del dolore sono: bruciore, fitte dolorose come colpi di lama, formicolio o scossa elettrica, parestesie, sensazioni spesso compresenti. La causa più frequente identificata dai sofferenti è l artrite/artrosi. Il medico e i farmaci: un rapporto diffi cile Il medico di medicina generale è un riferimento soprattutto alla diagnosi (è il medico di medicina generale che vede il paziente la prima volta nel 69% dei casi). Nel tempo anche lo specialista assume importanza. Non sembra però che il medico riesca a risolvere il problema: 2/3 dei pazienti non sono del tutto soddisfatti del medico e l insoddisfazione aumenta con l aumento dell intensità di dolore che si prova. Molti e diversi gli esami per la diagnosi, i principali sono radiografie, risonanza magnetica e TAC. 2/3 dei sofferenti si cura con farmaci (50% con farmaci su prescrizione e 50% senza prescrizione). Gli antinfiammatori sono i farmaci più utilizzati, anche se nella metà dei casi non sembrano risolvere il problema. Di fatto si rileva una generale insoddisfazione e ambivalenza per i farmaci da parte dei sofferenti che dichiarano un forte bisogno dei farmaci (per ottenere sollievo dal dolore) e sono disposti a prenderli per lunghi periodi, ma al tempo stesso dichiarano preoccupazione per gli effetti collaterali e per la dipendenza. ha collaborato Lorenza Saini Fondazione Paolo Procacci Onlus

UNO SPECIALE REALZZATO DA MEDIAPLANET DO LO R E 7 Vincere i nemici invisibili dell uomo. Con questo obiettivo Robert Wood Johnson decise di investire nella sperimentazione delle prime garze antisettiche della chirurgia moderna. Nel 1886, con spirito pionieristico, fondò la Johnson & Johnson nel New Jersey e, con solo 14 dipendenti, avviò la produzione di prodotti medicali sterili, divenendo in breve il marchio leader del settore grazie alla fiducia riscossa negli ambienti medici. La società si è progressivamente ampliata nel settore farmaceutico, nell area della strumentazione chirurgica e diagnostica, nell ortopedia e nell oculistica, fino alla affermazione nelle biotecnologie. Johnson & Johnson Medical, azienda leader nel mercato, progetta e realizza apparecchiature e tecnologie medicali con l obiettivo di creare standard di eccellenza nel trattamento clinico attraverso l ideazione e lo sviluppo di processi innovativi in grado di migliorare la qualità della vita di ogni individuo. In seno alla Johnson & Johnson Medical SpA, Codman è la divisione specializzata nel settore delle neuroscienze. Per garantire al paziente il più alto standard chirurgico, Codman continua a studiare soluzioni terapeutiche all avanguardia; attualmente, Codman è presente in maniera completa nel mondo delle neuroscienze con prodotti per: la neurochirurgia, la neurochirurgia vascolare interventistica e la terapia del dolore. Il dolore cronico rappresenta un problema sanitario di notevole importanza. Basta pensare che in Italia, circa 15 milioni di pazienti devono affrontare gli effetti devastanti del dolore cronico (dolore costante o ricorrente, di intensità variabile, presente da almeno 6 mesi, dipendente o meno dalla persistenza della patologia che lo ha provocato inizialmente) e il cui trattamento spesso risulta difficile. Gli effetti del dolore cronico possono risultare devastanti con un impatto diretto sulla qualità della vita del paziente e della sua famiglia; in alcuni casi possono ridurre anche la stessa aspettativa di vita residua. Infatti, il dolore è stato nominato, per la sua importanza, quinto sintomo vitale insieme a frequenza cardiaca, pressione, temperatura e frequenza respiratoria. Codman è impegnata da anni nella ricerca di soluzioni innovative ed efficaci per migliorare la qualità della vita dei pazienti e rendere il lavoro dei medici specialisti più sicuro e confortevole. Per questo sostiene numerose iniziative di sensibilizzazione sul territorio nazionale Il dolore è una malattia. Curabile e si occupa con impegno ed attenzione della formazione professionale dei medici con corsi locali, nazionali ed internazionali. Mette a disposizione la consulenza degli Opinion Leader italiani ed internazionali per diffondere competenze di altissimo livello. Codman crede fermamente che il dolore cronico sia una malattia e che, come tale, debba essere curata. Never Stop Moving TM

8 DO LO R E UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET NEWS Botulino contro il mal di testa Domanda: Quali sono le ultime scoperte scientifi che per la cura dell emicrania? Risposta: Il botulino, sopprattutto nel caso del mal di testa cronico Curare l emicrania con il botulino. È questa l ultima frontiera nel trattamento di questa patologia che colpisce il 13% della popolazione mondiale, in prevalenza donne. La scoperta del ruolo anticefalalgico della tossina botulinica è stata del tutto casuale. «Diversi anni fa» spiega il professor Paolo Martelletti, direttore del Centro di riferimento regionale e Master di Medicina delle Cefalee presso l Ospedale Sant Andrea e l Università di Roma La Sapienza, «alcune pazienti affette da emicrania che si sottoponevano al botulino per motivi estetici riferirono ai loro medici di provare sollievo dal mal di testa dopo le iniezioni». Così la pratica di iniettare il batterio Clostridium botulinum per trattare l emicrania si diffuse rapidamente. «Già dal 2001» racconta il professor Martelletti «abbiamo iniziato a utilizzare il botulino per curare l emicrania cronica. Effettuiamo delle microiniezioni su 31 siti, tra cui collo, tempie e fronte, somministrando da 150 a 195 unità di botulino». Ma non tutti i pazienti possono beneficiare di questi o altri trattamenti all avanguardia perché i centri specializzati non sempre sono attrezzati in modo adeguato alle necessità di una patologia che, oltre a colpire tantissime persone, è anche fortemente inv alidante. Non a caso, l Organizzazione Mondiale della Sanità classifica questa patologia tra le prime 20 cause di anni di vita persi per disabilità! PAOLO MARTELLETTI Direttore del Centro di riferimento regionale e Master di Medicina delle Cefalee presso l Ospedale Sant Andrea e l Università di Roma la Sapienza. «Nonostante ciò» spiega il professor Martelletti «le strutture che si dedicano alla patologia sono scarsamente valorizzate e chi soffre di emicrania non è aiutato in un percorso di riconoscimento del peso della propria malattia, neppure dalle istituzioni. Eppure, anche se non si tratta di una malattia che può causare morte, la cefalea non La cronicità rappresenta un problema complesso e spesso irrisolto, che sfida le capacità farmacoterapeutiche delle figure professionali coinvolte nella medicina del dolore. Uno dei principali e più attuali obiettivi farmacologici e clinici è la prescrizione ed il corretto impiego terapeutico di farmaci oppiacei e altri analgesici, quali gli antinfiammatori non steroidei, nel controllo del dolore cronico (FANS). I FANS sono tra i farmaci con le percentuali di utilizzo più elevate nelle più comuni sindromi dolorose (35%). I pazienti anziani, sopra i 65 anni, sono tra i più assidui consumatori di questi complessi agenti terapeutici, che presentano una elevata incidenza di possibili complicanze gastrointestinali, cardiovascolari, renali e della coagulazione. La difficile decisione di trattare il dolore cronico con i FANS rimanda a considerazioni individualizzate e mirate ai singoli casi clinici. I concetti chiave che si dovrebbero sempre ricordare nella selezione di un FANS sono: analgesia, abuso, automedicazione, rischio cardiovascolare, nefrotossicità, interazioni farmacologiche e tossicità gastrointestinale. In quei pazienti in cui la terapia antinfiammatoria si rende necessaria è dunque indispensabile un attenta disamina delle corrette indicazioni di ciascun FANS, dei rischi potenziali e del profilo di tollerabilità e, ovviamente, di efficacia, Ciò al fine di ottenere un miglioramento funzionale, ma nel rispetto della condizione fisica generale. Per quanto riguarda l uso degli oppiacei per il dolore non oncologico i lavori pubblicati sono di crescente interesse anche per la medicina generalista, che ha oggi a disposizione una grande varietà di studi di settore, che confluiscono in linee guida internazionali sempre più specifiche e ben connotate. Diversi studi randomizzati e controllati dimostrano l efficacia analgesica e la tollerabilità degli oppioidi nei dolori artrosici severi ed intrattabili. Ma sussistono ancora una certa diffidenza e pregiudizi di natura filosofico culturale. Per una gestione terapeutico clinica globale del dolore cronico con oppiacei sono necessarie: una diagnosi di certezza clinico strumentale, una classificazione del tipo di algia, una valutazione dell intensità del dolore, una adeguata strategia terapeutica. Il fallimento, più o meno importante, di un protocollo farmacologico con un primo oppiaceo non inficia le possibilità e la sicurezza di nuovi trattamenti con altri agenti oppiacei con differente modalità d azione, o l applicazione di un nuovo schema posologico-terapeutico. Alcune condizioni cliniche impongono una particolare prudenza nell utilizzo degli oppiacei. Esse sono rappresentate da insufficienza epatica e renale, nonché respiratoria, o concomitante somministrazione di farmaci ad effetto sul SNC. È bene sottolineare, però, che le condizioni citate non rappresentano assolutamente una controindicazione assoluta all utilizzo di oppioidi, ma solo situazioni nelle quali il monitoraggio clinico in corso di 4IDEA dovrebbe essere ignorata sia per il numero di pazienti sia per le ampie ricadute sulla qualità della vita, inclusa quella lavorativa». E proprio con l obiettivo di sensibilizzare maggiormente sia le istituzioni che i pazienti è nata, sotto l egida dell Organizzazione Mondiale della Sanità, Lifting the Burden per la realizzazione di una campagna globale contro le cefalee. «Vogliamo migliorare la percezione della patologia sia nei pazienti, che nelle istituzioni», chiarisce il professor Martelletti che è anche Chairman di Lifting the Burden. «Tra i nostri obiettivi» prosegue «c è anche quello di studiare a fondo l impatto epidemiologico, sociale ed economico delle cefalee, non solo nei paesi sviluppati ma altresì nei paesi in via di sviluppo». Fans e oppiacei: precauzioni per l uso Giustino Varrassi Presidente della Federazione Europea della Società per lo Studio del Dolore. LIDIA PENSIERO terapia con oppioidi, deve essere ancora più assiduo e i cui dosaggi vanno individuati dopo valutazione clinica globale del paziente. Il razionale d impiego dovrebbe, sempre, fare un attento bilancio tra i potenziali rischi e i benefici per i pazienti. Ciò, al fine di ottenere sì, un miglioramento funzionale, ma nel rispetto della condizione fisica generale. L Italia, nonostante le disponibilità di nuovi farmaci specifici resta il primo mercato al mondo per gli antinfiammatori non steroidei (FANS), che continuano ad essere prescritti, nonostante spesso ci sia evidenza, della loro inappropriatezza. L utilizzo smodato ed inappropriato di questa classe farmacologica ha nel complesso provocato un aumento del 33% delle malattie da reflusso gastroesofageo, un aumento del 36% dell uso dei farmaci antiulcera. Si rende in tal modo evidente come un uso adeguato ed un incremento delle prescrizioni degli oppiacei possa evitare effetti collaterali di questo genere. Il trattamento del dolore necessita di atteggiamenti aperti e di disponibilità intellettuale al cambiamento. I medici di medicina generale, MMG, ricoprono un ruolo fondamentale per l appropriatezza prescrittiva. È noto da tempo che il dolore osteoarticolare rappresenta la principale causa di accesso in un ambulatorio di medicina generale. Negli ambulatori dei medici di famiglia fino ad 1 paziente su 3 potrebbe soffrire di dolore cronico, come emerso dall indagine promossa dalla Società Italiana di Medicina Generale su Il comportamento prescrittivo dei medici di medicina generale condotta mediante il sistema di analisi Health Search/CSD patients Database (HSD), che ha coinvolto 500 medici italiani, per un totale di 789.284 pazienti, sul comportamento prescrittivo dei medici di medicina generale. Dallo studio è emerso che circa il 27% degli assistiti soffre di una malattia importante associata a dolore cronico: artrosi (20,45%), artrite reumatoide (0,85%) o patologia neoplastica (6,07%). Si delinea chiaramente come il MMG sia il primo interlocutore per la cura del dolore. La prescrizione dei FANS (39,6% sul tot.) prevale nettamente, seguita da quella di analgesici oppiacei (9,5%) e paracetamolo (3,9%). Grazie alla Legge 38/2010 sulle Disposizioni per garantire l accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore è stato abolito il ricettario speciale per la prescrizione dei farmaci oppioidi, che di fatto ne limitava fortemente l utilizzo. Il provvedimento mira a rendere più accessibili ai tanti malati con dolore cronico le cure più idonee, attraverso l impiego di terapie a base di morfina, ossicodone, fentanyl o buprenorfina, farmaci fino a poco tempo fa poco accessibili. Oggi, il medico ha dunque a disposizione più possibilità di cura, che dovrebbe sfruttare al meglio per garantire la migliore assistenza al proprio paziente. È quindi fondamentale che il MMG segua un adeguato percorso formativo sull utilizzo di questi farmaci e le loro potenzialità. A tal scopo è stato messo a punto un progetto pilota Ministeriale di due anni in quattro Regioni (Lazio, Emilia, Veneto e Sicilia) per la formazione dei MMG, che a loro volta diventeranno formatori di altri medici. ha collaborato Lorenza Saini Fondazione Paolo Procacci Onlus

NEWS UNO SPECIALE REALZZATO DA MEDIAPLANET 5IDEA Gli antinfi ammatori senza controindicazioni IN BREVE DO LO R E 9 Il processo infiammatorio Oltre 30 milioni di persone nel mondo fanno ricorso ogni giorno ai Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), capaci di ridurre numerosi processi infiammatori dell organismo e dare così sollievo all organismo. Il rovescio della medaglia, però, è che talvolta questi farmaci possono dar luogo a effetti indesiderati soprattutto a carico del tratto gastrointestinale superiore come esofagiti, gastriti, ulcera gastrica e ulcera duodenale, perforazioni, ostruzioni e, in alcuni casi, anche sanguinamento. Tuttavia, in caso di dolore di origine infiammatoria, i Fans sono indispensabili. È per questo che la ricerca ha sviluppato una via alternativa di somministrazione di questi principi attivi fornendo così a medici e pazienti una soluzione per gestire il dolore in modo efficace e sicuro. L applicazione cutanea di un antinfiammatorio, infatti, può costituire una via di somministrazione alternativa valida. Una nuova forma In particolare, di recente è stata sviluppata una nuova formulazione topica di un FANS largamente impiegato, il piroxicam, in forma di cerotto medicato (piroxicam patch). Il cerotto rilascia il farmaco per 24 ore nella sede di applicazione, garantendo una concentrazione efficace e continuativa del principio attivo nella sede specifica in cui la sua azione antinfiammatoria e antiflogistica è richiesta. La necessità di una singola applicazione giornaliera, inoltre, migliora l aderenza alla terapia rispetto ad altri preparati topici quali creme, gel o spray che necessitano di circa 3-4 applicazioni al giorno. In azione Ma qual è il meccanismo d azione di questi farmaci? I Fans topici penetrano la cute e si distribuiscono nei tessuti sottostanti diffondendosi lentamente e in piccole quantità nel circolo sistemico. La concentrazione raggiunta localmente nei tessuti profondi è variabile a seconda del tipo di formulazione e delle caratteristiche individuali, ma comunque tale da risultare almeno equivalente a quella ottenuta attraverso la somministrazione orale. L obiettivo dei Fans per via topica, dunque, è quello di raggiungere la massima concentrazione nel sito della lesione e al tempo stesso la più bassa concentrazione plasmatica possibile per minimizzare gli eventi avversi. Efficaci e sicuri Numerose evidenze scientifiche, tra l altro, dimostrano l efficacia di questi nuovi farmaci topici. Nel 2004 sono state pubblicate due metanalisi sull efficacia dei FANS topici nel sollievo del dolore muscolo-scheletrico acuto e in quello cronico. Anche studi clinici più recenti dimostrano che i FANS topici sono superiori al placebo nel sollievo dal dolore muscolo-scheletrico acuto o cronico, senza evidenza di inferiorità rispetto ai FANS orali. Altre conferme arrivano anche dalla Linee guida EULAR per l osteoartrosi del ginocchio e più recentemente ancora in quelle per l osteoartrosi della mano in cui i FANS per uso topico vengono definiti come efficaci e sicuri. Il parere ei pazienti Ma ciò che conta tantissimo è il gradimento da parte dei pazienti che di fronte all efficacia del prodotto, seguono la terapia prescritta con più costanza e senza abbandonarla. Un gradimento confermato da una recente indagine condotta sui pazienti e dalla quale è emerso come essi preferiscano il trattamento topico e come ciò si traduca in una maggiore predisposizione a curarsi con regolarità, seguendo le indicazioni del medico di fiducia, comportando un maggiore successo del trattamento terapeutico. LIDIA PENSIERO name.surname@mediaplanet.com Il processo infiammatorio è una risposta naturale del corpo a un ingiuria di origine fisica, chimica o infettiva. Il sistema immunitario è disegnato per proteggere il corpo e specialmente per fornire una barriera fisica agli invasori esterni. Nella maggior parte dei casi l infiammazione è il preludio di guarigione: ma nonostante sia un meccanismo protettivo, i suoi effetti sui nostri tessuti e organi possono essere eccessivi: può causare danni temporanei o permanenti e coinvolge sempre il dolore. I due maggiori giocatori nelle battaglie infiammatorie sono i globuli bianchi (leucociti) e gli eicosanoidi. I primi sono le cellule specializzate più attive durante la reazione infiammatoria, vengono originate e prodotte come cellule staminali nel midollo osseo e ogni tipo ha una funzione specializzata. I secondi sono messaggeri chimici che giocano un ruolo in ogni funzione del corpo umano, ma limitano la loro attività all area in cui vengono rilasciati. Si può affermare che il controllo di infiammazioni eccessive, pertanto, è la chiave per la nostra salute e il benessere. Notizie! dal web: www.omegagel.eu L emicrania è considerata ormai una vera e propria malattia sociale; in Italia vi sono circa 6.000.000 di pazienti emicranici. È consigliabile che il paziente emicranico segua anche una cura preventiva (profilassi) se ha almeno 2-3 attacchi al mese; questo per ridurre la frequenza degli attacchi, e spesso anche la loro disabilità, contrastando quella ipereccitabilità del sistema nervoso responsabile di un eccessiva risposta agli stimoli ambientali, provocando così il mal di testa. La profilassi deve essere assunta quotidianamente, indipendentemente dalla presenza o meno dell attacco emicranico, in genere per 3-6 mesi. I farmaci più comunemente impiegati nella profilassi sono betabloccanti, calcio-antagonisti, antidepressivi, antiepilettici. La scelta ovviamente spetta al medico anche se c è da dire che finora curare l emicrania, sia per prevenirla sia per trovare sollievo durante un attacco, è stato problematico perché i farmaci impiegati non erano destinati specificatamente a questa patologia ma prestati da altre. Inoltre, sempre più spesso, i pazienti fanno richiesta di rimedi alternativi e/o naturali per risolvere il problema dell emicrania. Fortunatamente la natura ci è venuta incontro ed è stato sviluppato un innovativo integratore, Migrasoll, a base di Ginkgolide B (estratto dalle foglie della Ginkgo Biloba), vitamina B2 e coenzima Q10, che, in associazione, sono in grado di agire nella profilassi dell emicrania, soprattutto con aura (studi clinici ne dimostrano l efficacia). Più precisamente, assumendo Migrasoll due volte al giorno, mattino e sera, si tiene occupato il recettore del PAF (molecola implicata nella patogenesi emicranica) 24 ore su 24, bloccando tutta quella cascata di eventi che porta allo scatenamento dell attacco emicranico.

10 DO LO R E UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET NEWS L importanza del podologo per il piede doloroso Oltre il 70% della popolazione soffre di dolore ai piedi, soprattutto dopo i 60 anni, un dolore che ostacola la vita quotidiana. Spesso ci si dimentica che il piede è l unico mezzo di locomozione a costo zero afferma il Dott. Mauro Montesi, Presidente dell Associazione Italiana Podologi e che va salvaguardato avendone cura fin dalla giovane età; infatti molte persone pensano che il dolore ai piedi sia uno dei sintomi dell invecchiamento, mentre invece, può essere più facilmente attribuito al proprio comportamento. Non solo moda Nell arco della propria vita, una persona mediamente cammina l equivalente di tre volte la circonferenza della terra, un grande sforzo per i piedi, con i loro 100 tendini legamenti e muscoli, 26 ossa, e 33 articolazioni per ognuno. E pensare che in passato si camminava scalzi per tutta la vita e queste complicazioni non c erano! Il problema è che oggi si guarda soltanto alla moda nello scegliere le scarpe da acquistare quando invece continua il dott. Montesi - scarpe comode e che garantiscano una postura corretta del piede sono davvero di grande aiuto così come la condizione fisica: obesità, problemi circolatori e diabete rappresentano a esempio dei problemi anche per i piedi, oltre che per la patologia in sé. FOCUS La scarpa ideale Le scarpe devono essere acquistate nel pomeriggio: la sera il piede è troppo gonfio mentre la mattina troppo asciutti a causa della posizione orizzontale della notte appena trascorsa; La scarpa più adatta per camminare è bassa, con la suola non troppo leggera, per ammortizzare la pressione del peso del corpo sotto il calcagno. Il tacco non deve essere troppo alto. È necessario, La prima visita podologica è consigliata in età pediatrica e serve anche per avere un quadro della struttura dell appoggio del piede Mauro Montesi Presidente A.I.P. e Coordinatore del Corso di Laurea in Podologia dell Università La Sapienza di Roma. Le cause Il piede doloroso può essere infatti causato da una molteplicità di patologie come la metatastalgia, le ulcere, le verruche, i duroni, l alluce valgo, la talalgia plantare o la spina calcaneare e ognuna di queste patologie presenta un aspetto di decadimento di qualità della vita. Il callo Il problema più comune è però l ipercheratosi (chiamato comunemente callo ), ovvero un l ispessimento della cute causato inoltre, un rinforzo sul tallone per garantire il giusto comfort al piede nelle lunghe passeggiate. La punta deve essere ben arrotondata, per prevenire le sollecitazioni che possono danneggiare le dita, come la formazione di vesciche se la punta è troppo stretta. Notizie! dal web: www.stetoscopio.net www.saperlo.it 6IDEA dal fatto che essa è stata, per vario tempo, in contatto continuo con un corpo estraneo che ha causato una serie di micro-traumi che hanno portato al suo ispessimento. I calli si localizzano quasi esclusivamente nei piedi perché questi, per il corpo umano, rappresentano uno strumento fondamentale che ne deve supportare sia il peso che i movimenti. Il podologo e la prevenzione Il podologo può intervenire in queste patologie e altre ben più gravi come il piede diabetico, ma la prevenzione primaria è il primo passo da compiere per avere piedi sani spiega Mauro Montesi -: la prima visita podologica è consigliata in età pediatrica (dopo i 3 anni) e serve anche per avere un quadro della struttura e dell appoggio del piede. La podologia infatti è la scienza medica che studia la fisiologia, le patologie e i trattamenti del piede e il podologo tratta gli aspetti preventivi, diagnostici e terapeutici delle patologie che riguardano il piede; il suo intervento si rivela fondamentale nella prevenzione e cura della complicanza del piede diabetico, ma anche nelle affezioni derivanti dalla postura, nel piede piatto del bambino e nel piede dell anziano. VANESSA SALZANO Il podologo in Italia Emergente tra le professioni sanitarie, con una forte cultura della prevenzione e del servizio alla collettività, il podologo si avvia ad essere un professionista indispensabile in qualunque sistema sanitario moderno. Oltre che in Italia, in tutti i Paesi più evoluti si assiste ad un progressivo sviluppo della professione. Fino a qualche anno fa nel Belpaese il ruolo della podologia era considerato del tutto marginale: la cultura prevalente tendeva a confondere il podologo con il pedicure e l estetista, nonostante la legge 251 del 2000 l avesse esplicitamente compresa tra le professioni sanitarie. Infatti da oltre un decennio è stata introdotta la laurea in podologia, che prevede oltre trenta discipline medico-podologiche ed un tirocinio pratico. Il podologo tratta tutti gli aspetti preventivi, diagnostici e terapeutici delle patologie che riguardano il piede: dalle più semplici come l ipercheratosi alle più complesse come il piede diabetico, esegue esami diagnostici (esame baropodometrico, fluoroscopia) e confeziona ortesi personalizzate su misura. Notizie! dal web: www.associazionepodologi.it VANESSA SALZANO

INSPIRATION UNO SPECIALE REALZZATO DA MEDIAPLANET DO LO R E 11 Cure mediche e aspetto umano: due importanti fattori da tenere in considerazione Un ospedale altamente efficiente, ma vicino anche dal punto di vista umano e psicologico ai propri pazienti. È questa l istantanea che inquadra l Ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere nei pressi di Mantova, un presidio ospedaliero di eccellenza per acuti e sede di Pronto Soccorso e Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione. «L ospedale» spiega il dottor Guerrino Nicchio, direttore generale della struttura «è tra le tre strutture assegnate dalla Regione Lombardia in gestione a società private. Il nostro obiettivo è sempre stato e continuerà a essere quello di fornire un servizio in cui l efficienza si accompagna alla vigilanza e alla prevenzione, rispondendo con tempestività alle attese di assistenza dei pazienti e delle loro famiglie». A cominciare dalla gestione del dolore, sempre presente in tutti i malati e ancor più in quelli anziani che spesso arrivano nelle strutture ospedaliere con un quadro clinico complesso. «Considerando il continuo allungamento dell età media dei pazienti che richiedono trattamenti specialistici ortopedico-traumatologici» dichiara il dottor Nicchio «abbiamo sentito la necessità di creare percorsi facilitati e protetti in una fascia di età così delicata che però trae grande beneficio da una gestione che permette un veloce reinserimento della persona nell ambito familiare». L obiettivo, insomma, è quello di non limitare l atto medico alla cura e all assistenza, ma di realizzare quella presa in carico globale tanto auspicata. «Il nostro approccio» prosegue il direttore «si basa su una forte integrazione fra le diverse Unità Operative. L utente può così fruire delle competenze di numerosi professionisti, la cui attività è finalizzata a ottenere il miglior risultato possibile garantendo attenzione alla persona e continuità assistenziale». I punti di forza del San Pellegrino, infatti, sono un elevato livello di integrazione con le varie Unità Operative di diagnosi e cura per poter offrire agli utenti un programma terapeutico condiviso e la stretta collaborazione con gli operatori del territorio per la gestione di malati particolarmente bisognosi di supporto. Dunque, la filosofia del presidio ospedaliero è quella di una gestione altamente personalizzata dei malati. Ciò spiega l inserimento dell ambulatorio di terapia del dolore in una struttura per acuti, scelta indispensabile per la cura del dolore stesso, poiché è necessario poter avere l accesso al ricovero ordinario oltre che d urgenza, anche se in casi selezionati. «Il nostro approccio specie quando si tratta di pazienti con dolore acuto cronico» conferma il dottor Giorgio Barzoi, primario di Anestesia e Riabilitazione dell ospedale «è quello di una gestione fluida del paziente. Grazie all identificazione di percorsi virtuosi, prendiamo in carico i pazienti e cerchiamo di risolvere i loro problemi evitando di riversarli di nuovo sul territorio in cerca di assistenza. E questo è possibile solo grazie alla collaborazione tra tutti i reparti». Proprio questa alleanza terapeutica interdisciplinare ha reso possibile il rapido sviluppo del settore della terapia del dolore che in questi ultimi anni si è visto particolarmente impegnato proprio nel trattamento del dolore cronico specialmente in ambito non oncologico, legato alle patologie dell età avanzata. «L attività algologica» spiega il dottor Barzoi «si è andata sviluppando in particolare nelle tecniche microinvasive di neuromodulazione farmacologica ed elettrica, radiofrequenze ed, in collaborazione con l ortopedico, di cifoplastica realizzando presso il nostro ospedale, un centro di terapia del dolore di secondo livello. La gestione del paziente da parte dell ambulatorio di terapia del dolore è divenuta multidisciplinare, avvalendosi oltre che dall algologo, della stretta collaborazione del fisiatra e dell ortopedico». L altro aspetto importante è il coordinamento, oltre che la collaborazione stretta, tra l ospedale San Pellegrino, struttura per acuti, e l ospedale riabilitativo di Volta Mantovana che permette appunto la creazione di alcuni percorsi virtuosi in alcune aree specialistiche, quali l ortopedia-traumatologica, la riabilitazione e la terapia del dolore. «La specialità ortopedica, uno dei nostri fiori all occhiello» racconta il direttore Nicchio «si giova fortemente di questa collaborazione con una struttura riabilitativa; i pazienti, dopo l atto chirurgico protesico o di sintesi ossea, possono iniziare tempestivamente il loro iter riabilitativo, elemento discriminante sia la buona riuscita dell intervento, che il rapido rientro del paziente nel proprio contesto sociale». Perché all ospedale San Pellegrino è importante, accanto all offerta delle migliori cure, l attenzione alla dimensione umana e alla qualità di vita del malato. «Non dimentichiamo» conclude il dottor Barzoi «che il paziente con dolore acuto vede fortemente compromessa la sua vita sociale e nell approccio terapeutico bisognerebbe tener conto anche delle implicazioni psicologiche». Guerrino Nicchio Direttore Generale Ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere, Mantova Giorgio Barzoi Primario di Anestesia e Riabilitazione dell Ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere, Mantova