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I VERBI Questa volta cercherò di parlarvi un po dei verbi, sperando di riuscire ad essere abbastanza chiara. In giapponese esistono molti modi di coniugare un verbo, che determinano il significato della frase molto più di quanto avviene in italiano: specificano il tempo in cui si svolge l azione, ma anche se stiamo facendo un affermazione o una congettura, se esprimiamo un desiderio o un obbligo, se chiediamo un favore o diamo un ordine In compenso i verbi giapponesi non variano secondo la persona. La struttura della frase prevede che il verbo sia in fondo: X V [X wa V] o X V [X ga V], cioè X fa l azione V. I complementi, quando ci sono, devono essere inseriti prima del verbo. Quindi gli elementi principali di una frase si trovano rispettivamente all inizio (l argomento) ed alla fine (l azione descritta). Io ho più di una grammatica e, tanto per semplificare la vita, ognuna usa termini diversi per parlare delle varie forme verbali e delle declinazioni. Userò quelli che mi sono più familiari, ma dove sarà possibile vi dirò anche qualche altro termine molto utilizzato. Il primo termine da imparare è [kei], che vuole dire forma ed è il suffisso per tutti i nomi delle forme verbali. Jisho-kei (forma del dizionario) Se vogliamo trovare il significato di un verbo italiano dobbiamo cercare nel vocabolario il modo infinito del verbo: mangiare, andare, bere Il corrispondente giapponese è la jisho-kei ( [jisho] vuole dire proprio dizionario). La jisho-kei è però una coniugazione che ha un significato di per sé, non come il nostro infinito. In questa forma tutti i verbi terminano con la vocale u e l ultima sillaba (che può essere,,,,,,,, [u, ku, gu, su, tsu, nu, bu, mu, ru]) è sempre scritta in hiragana e quindi non fa parte della desinenza o radice del verbo. I verbi si dividono in tre gruppi o declinazioni e le coniugazioni sono un po diverse tra i vari gruppi. Cominciando dal fondo, abbiamo: III gruppo (verbi irregolari): sono solo due: [suru], fare e [kuru], venire. Con [suru] si formano molti altri verbi, facendolo precedere un sostantivo (un po come noi che diciamo fare una domanda, fare un lavoro ). Già dagli esempi ne vedremo qualcuno, ma ricordate che sono dei composti, il verbo è [suru] (a volte tra il sostantivo ed il verbo si inserisce la posposizione [o], come a dire che il sostantivo è un complemento oggetto del verbo, ma quest uso si va perdendo). II gruppo (verbi ichidan): sono i verbi la cui jisho-kei, scritta in r maji, termina in eru o iru: come per esempio [taberu], mangiare e [miru], guardare, vedere. In inglese sono chiamati vocal stem. I gruppo (verbi godan): tutti gli altri, che sono la maggioranza. Tra questi abbiamo [iku], andare, [nomu], bere, [iu], dire e [hanasu] parlare. In inglese sono chiamati consonant stem. Bisogna prestare attenzione, perché alcuni verbi anche se terminano in eru o iru, fanno parte del I gruppo. Qualche esempio? [kaeru], tornare, [hashiru], correre e [kiru], tagliare. Esiste anche una regola più precisa per determinare se un verbo appartiene al I o al II gruppo, ma è complicatissima e comunque non risolve la questione al 100%, quindi conviene imparare le eccezioni a memoria, o tenere una lista a portata di mano. Per ora accontentiamoci di sapere che la jisho-kei serve a trovare i verbi nel dizionario ed a capire a quale gruppo appartengono.

Masu-kei Questa è una forma utilissima, perché ci consentirà di comporre le prime frasi. Vediamo subito come si forma, gruppo per gruppo. Nel I gruppo la u finale deve essere trasformata in i. E facile, ma bisogna trasformarla secondo il sillabario giapponese. Ecco un po d esempi: [iku] [nomu] [iu] [hanasu] [iki] [nomi] [ii] [hanashi] Un altra trasformazione che richiede attenzione è quella dei verbi che terminano in [tsu] come [matsu], aspettare, che diventa [machi]. Per il II gruppo è più facile, basta togliere l ultima sillaba [ru]: [taberu] [miru] [tabe] [mi] Ed infine il III gruppo, dove non c è una regola: [suru] [kuru] [shi] [ki] Ora che sappiamo la regola, vediamo come utilizzare la masu-kei: basta aggiungere in fondo [masu] per ottenere una coniugazione che è molto simile al nostro presente indicativo: [iku] [iki] [ikimasu] vado, vai, va [miru] [mi] [mimasu] guardo, guardi, guarda [suru] [shi] [shimasu] faccio, fai, fa Il finale ( [masu]) non fa parte del verbo, ma un po come [desu] serve a concludere una frase cortese. Ed ora qualche esempio: [Tanakasan wa sakana o tabemasu] Tanaka mangia il pesce [watashi wa uchi e kaerimasu] io torno a casa [nihongo o benky shimasu]

studiamo il giapponese Forma negativa, passata e interrogativa Così come con [desu], per formare il negativo ed il passato basta coniugare [masu] e questo è lo specchietto che ci serve: affermativo negativo presente [masu] [masen] passato [mashita] [masen deshita] Più facile di, vero? Facciamo qualche frase: [Nihon e ikimashita] sono andato in Giappone [Fujisan o mimasen deshita] non abbiamo visto il Monte Fuji [osake o nomimasen] non beve il sakè Indovinate la forma interrogativa? Eh sì, basta aggiungere [ka]. Note Per fare gli esempi ho dovuto introdurre qualche complemento e le relative posposizioni. Per il complemento oggetto si usa [o], per quello di moto a luogo [e]. In realtà di [o] avevo parlato all inizio, come esempio di uno di quei fonemi che si scrivono diversamente dalla pronuncia. Ed [e] è un altro esempio dello stesso tipo, ricordatevi che in questa posposizione l acca non deve essere aspirata. Il significato della coniugazione di un verbo in giapponese sarà più chiaro mano a mano che ne studieremo qualcuna. Intanto vorrei ripetere un paio di differenze dalla coniugazione italiana che è bene avere chiare: i verbi giapponesi hanno solo due tempi: presente e passato. Il futuro è generalmente espresso dal presente, con degli avverbi che specificano il tempo o qualche particella per dare un senso di incertezza (come [desh ]); la coniugazione di un verbo è indipendente dalla persona che compie l azione. Solo il senso della frase o l uso esplicito di un pronome permettono di precisare la persona. Avete fatto caso al nome del monte Fuji in giapponese? E [Fujisan], non Fujiyama come siamo abituati a dire noi: tutto è nato dalla doppia lettura del kanji utilizzato per monte,, che può essere sia [san] che [yama]. Infine la bevanda giapponese [osake]. La prima lettera, [o], è un prefisso onorifico che serve a distinguere il sakè vero e proprio da altre bevande alcoliche, dette semplicemente [sake].

Kanji Non ho introdotto nuovi kanji negli esempi, perché era bene concentrarsi solo sui verbi, ma eccone qualcuno per non perdere le buone abitudini. [san, yama]monte, un kanji pittografico. Come abbiamo visto, ha una doppia lettura: [san] (scritta in katakana perché è quella cinese) e [yama] (la parola originaria del Giappone per montagna). Di solito si usa [san] nei composti e [yama] come parola a sé stante, ma non è regola assoluta. [me] [mi] [i] occhio. Anche questo è pittografico, anche se può sembrare strano che l occhio sia in verticale (il rettangolo centrale rappresenta la pupilla). è la radice di [miru], vedere, guardare. E formato da un occhio con sotto un paio di piedini, cioè un occhio che cammina e si guarda intorno. è la radice di [iu], dire. Vi ricordate che in [nani] il quadratino rappresenta la bocca? Qui c è ancora la bocca e dei trattini che rappresentano ciò che esce dalla bocca, cioè le parole, quello che si dice. Vocaboli Specifico il gruppo d appartenenza di un verbo solo per quei casi che non rientrano nelle regole generali. [iu] [iku] [o] [osake] [kaeru] (I gruppo) [kiru] (I gruppo) [kuru] [sakana] [jisho] [suru] [taberu] [nomu] [hashiru] (I gruppo) [hanasu] [benky ] dire andare prefisso onorifico sakè tornare tagliare venire pesce dizionario fare mangiare bere correre parlare studio (l atto di studiare, non una sala)

[benkyōsuru] [Fujisan] [matsu] [miru] studiare monte Fuji aspettare vedere, guardare [yama] montagna 2000 2001. Testo a cura di Anna Mumei, elaborato per il sito Giappone Giappone. Tutti i diritti sono riservati. E consentito l utilizzo di questo documento esclusivamente a scopo educativo. E dunque vietata la riproduzione sia parziale che totale di tutto il documento, senza l autorizzazione di Anna Mumei e di Alice Buda (rispettivamente autrice del testo e detentrice dei diritti per il sito Giappone Giappone). E-Mail di Anna Mumei: a_mumei@hotmail.com E-Mail di Alice Buda: webmaster@giapponegiappone.it URL: www.giapponegiappone.it