CLAUDIO MARRA Capitolo 14-15 GLI ANNI SESSANTA All'inizio degli anni sessanta l'arte si dimostra disposta ad allargare generosamente i propri confini e al tempo stesso la fotografia comincia a pensare che non abbia più molto senso la difesa di una specificità linguistica in altri momenti creduta indinspensabile e irrinunciabile. In questo nuovo contesto non è dunque un azzardo considerare Pop, a tutti gli effetti, un personaggio come Diane Arbus, tanto che la stessa Sontag non ha certo esitato a dichiararlo. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
CLAUDIO MARRA Per chiarire l'appartenenza della Arbus a una rinnovata mentalità estetica, è il suo considerare la fotografia un atto globale di relazione col mondo più che uno strumento per produrre l'opera... Il passaggio a un negativo di formato quadrato e il costante utilizzo di un flash, due scelte tecniche che avvengono verso il 1965 e che probabilmente presso altri autori avrebbero trovato spiegazioni formaliste e compositive, per la Arbus hanno ragione di essere solo in funzione della maggiore e più convincente penetrazione dei soggetti che ne poteva scaturire, tale cioè da farli risultare <più estranei e più potenti>. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
DIANE ARBUS
Dal film SHINING
Non ho paura quando guardo il vetro smerigliato. Una persona potrebbe avanzare verso di me con un revolver, avrei i miei occhi incollati al visore e sarebbe come se non potessi essere vulnerabile. Diane Arbus
RITRATTO DI DIANE ARBUS
CLAUDIO MARRA La nuova cultura mediale degli anni sessanta stava cominciando a diffondere qualla vertiginosa sovrapposizione tra artificio e realtà che sarebbe presto divenuta la caratteristica dominante della società contemporanea. Incapace, ma in effetti poi anche disinteressato a distinguere tra due identità, l'artista non poteva in quegli anni che presentarsi come ricognitore, come fotografo che non entra nelle vite altrui ma si limita a visitarle, un <estraneo alla famiglia> come lo aveva definito Proust, o un <superturista> come ha poi scritto la Sontag. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
DIANE ARBUS
DIANE ARBUS
CLAUDIO MARRA La Arbus anziché cercare di convincere i suoi soggetti ad assumere una posizione naturale o tipica, li incoraggiava a essere goffi, cioè a posare... per sembrare immagini di se stessi, come immagini di se stessi sono le Marilyn o gli Elvis di Warhol. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
WARHOL
Vorrei essere una macchina. Andy Warhol
David Bailey s box of pin-ups 1965
Lord Snowdon (consorte della principessa Margaret) Fratelli Kray (malavitosi)
CLAUDIO MARRA Capitolo 16-17 GLI ANNI SETTANTA E' negli anni settanta che, per la fotografia, giunge finalmente a completa definizione quella identità extrapittorica che abbiamo visto accompagnare, in misure e gradi differenti, ogni sua applicazione in ambito artistico. In questi anni torna di moda la vecchia teoria dell'occhio meccanico capace di cogliere ciò che altrimenti sfuggirebbe al nostro apparato visivo. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
CLAUDIO MARRA BODY ART Nella Body Art il ruolo della fotografia non si può certo definire servile e accessorio, risultando di fatto fondante nello svolgimento di un'azione chiaramente orientata al comportamentismo. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
BRUCE NAUMAN Making faces, 1968
GIUSEPPE PENONE Rovesciare i propri occhi, 1970
ARNULF RAINER 1972
CLAUDIO MARRA NARRATIVE ART Le immagini utilizzate nella Narrative Art avevano invece tutto il sapore della classica foto da album di famiglia, compresa quell'incertezza tecnica che potevaa far pensare a una mancanza di dimistichezza con macchine e obiettivi da parte dei loro autori. Le immagini della Narrative Art intendevano funzionare come detonatori di esperienze e per far questo dovevano necessariamente azzerare ogni possibile lettura formale. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
CHRISTIAN BOLTANSKI L'appartemet de la rue Vaugirard, 1973
MAC ADAMS The Toaster, 1976
DUANE MICHALS Real Dreams
CLAUDIO MARRA ARTE CONCETTUALE E' questo il momento in cui si è ufficialmente autorizzati a non porsi più il problema dell'artisticità perché a dominare sono ormai i comportamenti estetici e non più l'oggetto prodotto con abile e sapiente techne. C. Marra, Fotografia e pittura nel Novecento, 1999
DAVID LAMELAS Gente di Milano, 1969
JOSEPH KOSUTH Una e tre sedie, 1966
UGO MULAS Fine delle verifiche, 1970-72