Un piano programmatico (road map) per dare al conflitto israelo-palestinese una soluzione permanente basata sulla creazione di due Stati.



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Un piano programmatico (road map) per dare al conflitto israelo-palestinese una soluzione permanente basata sulla creazione di due Stati. Quanto segue è un piano programmatico con precisi obiettivi, fasi, scadenze, termini temporali, traguardi, mirante a procedere attraverso passi in avanti reciproci delle due parti nel campo della politica, della sicurezza, dell economia, dell aiuto umanitario e in quello della strutturazione istituzionale, sotto gli auspici del Quartetto (U.S.A., U.E., O.N.U., Russia). L obiettivo è la soluzione finale, e su tutti i fronti, del conflitto israelopalestinese entro il 2005, come auspicato, nel suo discorso del 24 giugno, dal Presidente Bush e come recepito da U.E., Russia e O.N.U., nelle dichiarazioni dei ministri del Quartetto il 16 luglio e il 17 settembre. Si arriverà ad una soluzione bi-statuale del conflitto israelo-palestinese soltanto a partire dalla fine della violenza e del terrorismo, quando i Palestinesi avranno una leadership che agisca in modo fermo contro il terrore e che sia desiderosa e capace di costruire una democrazia consolidata basata sulla tolleranza e la libertà, nonché a partire dalla prontezza d Israele a fare quanto necessario perché venga realizzato uno Stato palestinese democratico e da una chiara e non ambigua accettazione delle parti di un accordo negoziale quale quello che segue. Il Quartetto assisterà e faciliterà l attuazione del Piano a partire dalla Fase I che prevede dialoghi diretti tra le parti, come richiesto. Il Piano fissa un realistico termine ultimo per l attuazione. In ogni caso, trattandosi di un piano legato all effettiva realizzazione di determinati obiettivi, il suo progredire richiederà e dipenderà dagli sforzi delle parti e dal loro rispetto degli obblighi definiti di seguito. Che le parti adempiano ai loro obblighi rapidamente e che il progresso all interno e tra le fasi si realizzi prima di quanto auspicato dal Piano. L inadempimento degli obblighi comporterà uno stallo del progresso da una fase all altra. Un accordo negoziato tra le parti risponderà all urgenza di uno Stato palestinese indipendente, democratico, vitale che viva fianco a fianco in pace e sicurezza con Israele e gli altri vicini. L accordo risolverà il conflitto israelo-palestinese e terminerà l occupazione iniziata nel 1967, basandosi sui principi della Conferenza di Madrid, sul principio terra per la pace, sulle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell O.N.U. 242, 338 e 1397, su accordi precedentemente raggiunti tra le parti e sull iniziativa del Principe della Corona Saudita Abdullah, sottoscritto dalla Lega Araba nel summit di Beirut, che propone di accettare Israele come vicino che ha il diritto di vivere in pace e sicurezza, nell ambito di un accordo complessivo. Questa iniziativa è una parte vitale degli svariati tentativi di promuovere una pace globale, anche sul fronte siro-israeliano e su quello libanese-israeliano. Il Quartetto s incontrerà regolarmente ai più alti livelli per valutare l adempimento delle due parti dell attuazione del Piano. In ogni fase si auspica che le parti onorino simmetricamente, tranne dove previsto, i loro impegni.

FASE I: Fine del terrore e della violenza, normalizzazione della vita palestinese e realizzazione delle istituzioni palestinesi entro maggio 2003 Nella Fase I i Palestinesi intraprendono immediatamente un incondizionata cessazione della violenza in accordo con le fasi descritte di seguito; questo atto dovrà essere accompagnato da misure di supporto prese da Israele. Palestinesi e Israeliani riprendono a cooperare sulla sicurezza, in base a quanto prescritto nel piano operativo Tenet, per por fine alla violenza, al terrorismo e alle provocazioni per mezzo di servizi di sicurezza palestinesi ristrutturati ed effettivi. I Palestinesi intraprendono una completa riforma politica in vista della creazione dello Stato, che comprenda la stesura di una Costituzione palestinese, nonché elezioni libere, eque ed aperte, sulle basi di queste misure. Israele segue ogni fase per favorire la normalizzazione della vita palestinese. Israele si ritira dalle aree palestinesi occupate a partire del 28 settembre 2000 e le due parti ripristinano lo status quo di allora, come azione volta alla sicurezza e al progresso della cooperazione. Israele, inoltre, congela tutte le attività di insediamento previste nell accordo Mitchell. Inizio fase I: La leadership palestinese rilascia una non equivoca dichiarazione che ribadisca il diritto di Israele di vivere in pace e sicurezza e che faccia appello ad un immediato ed incondizionato cessate il fuoco per por fine all azione armata e a tutti gli atti di violenza contro Israele, ovunque. La leadership israeliana rilascia una non equivoca dichiarazione che affermi il suo impegno per un approccio bi-statuale di uno Stato palestinese indipendente, vitale, sovrano che viva a fianco d Israele in pace e sicurezza, come auspicato dal Presidente Bush e che faccia appello ad una fine immediata della violenza contro i Palestinesi, ovunque. Tutte le istituzioni israeliane terminano di incitare contro i Palestinesi. Sicurezza I Palestinesi dichiarano una non equivoca fine della violenza e del terrorismo e s impegnano visibilmente sul terreno ad arrestare, disgregare e contenere gruppi ed individui che compiono e pianificano attacchi violenti contro Israele, ovunque. L apparato di sicurezza dell Autorità palestinese, ricostruito e ripensato, inizia operazioni motivate, concrete e mirate al confronto con coloro che sono coinvolti nel terrorismo e allo smantellamento delle capacità e delle infrastrutture terroristiche. Ciò significa dare inizio alla confisca delle armi illegali e il consolidamento dell autorità di sicurezza, libera da legami col terrore e la corruzione. Il Governo israeliano non prende iniziative che minino la fiducia, come deportazioni e attacchi ai civili; confisca e/o demolizione di case e proprietà

palestinesi, come misura punitiva o per facilitare l edificazione d Israele; la distruzione di istituzioni e infrastrutture palestinesi e altre misure specificate nel piano d azione Tenet. Facendo affidamento a meccanismi esistenti e a risorse sul terreno, i rappresentanti del Quartetto iniziano un monitoraggio informale e consultazioni con le parti riguardo la creazione, ed effettiva realizzazione, di un meccanismo formale di monitoraggio. Realizzazione, come approvato precedentemente, del piano U.S.A. per la collaborazione alla ricostituzione, addestramento e recupero degli apparati di sicurezza, in collaborazione con un asse esterna di controllo (U.S.A.-Egitto- Giordania). Il Quartetto supporta ogni sforzo che miri ad ottenere un durevole e completo cessate il fuoco. - Tutte le organizzazioni di sicurezza palestinese vengono unificate in tre servizi che fanno riferimento ad un Ministro dell Interno con funzioni. - Le forze di sicurezza palestinesi ricostituite e riaddestrate e le controparti della Difesa israeliana, progressivamente, riprendono a cooperare sulla sicurezza e s impegnano su altri punti compresi nel piano d azione Tenet, come incontri regolari dei livelli dirigenziali, con la partecipazione di ufficiali della sicurezza U.S.A. Gli Stati arabi interrompono finanziamenti pubblici e privati e tutte le forme di supporto a gruppi che aiutano e sono coinvolti nella violenza e nel terrore. Tutti i donatori che vogliano aiutare, finanziandoli, i Palestinesi incanalano questi fondi attraverso il Ministero palestinese del Tesoro nella sua sezione relativa alle donazioni private. Nel progredire dell attuazione di una sicurezza totale, le forze israeliane si ritirano dalle aree occupate dal 28 settembre 2000 e le due parti ristabiliscono lo status quo preesistente a quella data. Le forze di sicurezza palestinesi riprendono controllo delle aree sgomberate dalle forze israeliane. Realizzazione delle istituzioni palestinesi Azione immediata per avviare un credibile processo che porti ad una bozza di Costituzione per la futura statualità palestinese. Il più rapidamente possibile, l Assemblea Costituente fa circolare la bozza della Costituzione palestinese, basata su una forte democrazia palestinese e un Gabinetto con Primo Ministro con funzioni, perché si formino un commento ed un dibattito pubblico. L Assemblea Costituente propone un documento di bozza come progetto da ratificare, poi, tramite votazione, da parte di appropriate istituzioni palestinesi. Nomina di un Primo Ministro ad interim o di un Gabinetto con un corpo esecutivo e decisionale con funzioni. Il Governo israeliano facilita in tutto lo spostamento degli ufficiali palestinesi che si muovono per le sedute del PLC e delle sessioni di Gabinetto, l addestramento degli apparati di sicurezza che viene seguito a livello

internazionale, le attività di riforma elettorale e altro tipo di riforme, nonché altre misure di supporto relativo all impegno riformatore. Continua nomina di Ministri palestinesi con funzioni perché intraprendano riforme sostanziali. Compimento di ulteriori passi in avanti per realizzare una genuina separazione dei poteri, come anche qualsiasi riforma giuridica a questo proposito. Formazione di una commissione elettorale palestinese indipendente. PLC prende in esame ed emenda la legge elettorale. Concrete realizzazioni palestinesi nei parametri giuridici, amministrativi ed economici, come stabilito dal Gruppo di Lavoro Internazionale sulla Riforma palestinese. Il prima possibile, ed in base ai criteri sopraccitati e nel contesto di un aperto dibattito e di una trasparente selezione del candidato, nonché di una campagna elettorale basata su di un libero e multipartitico confronto, i Palestinesi organizzano aperte, libere e giuste elezioni. Il Governo israeliano facilita l assistenza del Gruppo di Lavoro alle elezioni, per quanto riguarda la registrazione dei votanti, lo spostamento dei candidati e degli ufficiali di voto. Supporto alle ONG coinvolte nel processo elettorale. Il Governo israeliano riapre la Camera di Commercio palestinese e altre istituzioni palestinesi che sono state chiuse a Gerusalemme Est, sulla base dell impegno da parte di queste istituzioni ad operare strettamente in accordo con impegni presi tra le parti in precedenza. Risposta umanitaria Israele prende provvedimenti per migliorare la situazione a livello umanitario. Israele e Palestinesi adempiono a tutte le proposte del rapporto Bertini, allo scopo di migliorare le condizioni umanitari: diradare i coprifuochi e allentamento delle restrizioni al movimento di cose e persone, accesso completo, sicuro e scevro d impedimenti al personale internazionale ed umanitario. AHLC sovrintende alla situazione umanitaria e alle prospettive dello sviluppo economico della West Bank e di Gaza e promuove un maggiore sforzo di contributo di fondi, anche a livello d impegno nella Riforma. Governo israeliano e Autorità palestinese procedono alla liquidazione delle entrate e al trasferimento di fondi, inclusi gli arretrati, in accordo con un meccanismo di monitoraggio concordato e trasparente. Società civile Continuo supporto di donazioni, che comprendano anche finanziamenti attraverso PVO e ONG, programmi di gente per la gente, sviluppo del settore privato ed iniziative da parte della società civile. Insediamenti

Il Governo israeliano dispone l immediato smantellamento degli insediamenti creati a partire dal marzo 2001. In accordo con il rapporto Mitchell, il Governo israeliano interrompe tutte le attività di insediamento (inclusa la crescita spontanea di insediamenti). FASE II: Transizione giugno 2003-dicembre 2003 Nella seconda fase le energie si concentrano sulla scelta di creare uno Stato palestinese con confini provvisori, con connotati di sovranità nazionale, come fase di transizione verso uno status definitivo. Come s è notato, questo obiettivo può essere raggiunto quando il Popolo palestinese avrà una leadership impegnata in modo convinto contro il terrore, pronta e capace di costruire una democrazia consolidata e fondata sulla tolleranza e la libertà. Con una tale leadership, con istituzioni civili riformate e con strutture che garantiscano sicurezza, i Palestinesi saranno supportati attivamente dal Quartetto e dalla più vasta comunità internazionale nel porre le fondamenta di uno Stato indipendente e vitale. Il passaggio alla Fase II s incentrerà sul giudizio positivo del Quartetto riguardo alla sussistenza delle condizioni appropriate per procedere, tenendo in considerazione i concreti adempimenti al piano delle due parti. Incoraggiando e sostenendo gli sforzi di normalizzazione della vita dei Palestinesi e di edificazione delle loro istituzioni, la Fase II inizia dopo elezioni palestinesi e termina con la possibile creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori entro il 2003. I suoi obiettivi primari sono: l attuazione sistematica e continuativa di una sicurezza totale ed un effettiva cooperazione alla sicurezza, normalizzazione costante della vita dei Palestinesi e realizzazione delle loro strutture statuali, ulteriore realizzazione e sostegno al raggiungimento degli obiettivi elencati nella Fase I, ratifica di una Costituzione democratica palestinese, formale insediamento dell Ufficio del Primo Ministro, consolidamento della riforma politica e creazione di uno Stato con confini provvisori. Conferenza internazionale: convocata dal Quartetto, in accordo con le parti, subito dopo la felice conclusione delle elezioni palestinesi, per supportare la ripresa dell economia palestinese e promuovere un processo mirante alla realizzazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori. - Questo incontro sarà ispirato alla realizzazione di un Medio Oriente del tutto in pace (compresa la risoluzione della tensione israelo-siriana e libaneseisraeliana) e ai principi enunciati nel preambolo di questo documento. - Gli Stati arabi ripristinano i loro rapporti pre-intifada con Israele (agenzie commerciali, ecc.). - Rinnovo di un impegno multilaterale su questioni quali le risorse idriche regionali, l ambiente, lo sviluppo economico, i rifugiati e il controllo delle armi. La nuova Costituzione di uno Stato palestinese democratico e indipendente viene resa definitiva e deve essere ratificata da appropriate istituzioni palestinesi.

Ulteriori elezioni, se necessarie, dovranno seguire alla ratifica della nuova Costituzione. Il Gabinetto con funzione di riforma, assieme all Ufficio del Primo Ministro, viene formalmente insediato, in accordo con la bozza di Costituzione. Adempimento ininterrotto di una sicurezza totale che includa un effettiva cooperazione alla sicurezza, in base ai punti delineati nella Fase I. Creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori attraverso un processo d impegno israleo-palestinese, promosso dalla Conferenza Internazionale. Fanno parte di questo processo: adempimenti di precedenti accordi per accrescere ulteriormente la contiguità territoriale, anche con ulteriori azioni d intervento sugli insediamenti, insieme all istituzione di uno Stato palestinese con confini provvisori. Valorizzazione a livello internazionale del monitoraggio della transizione con l attivo supporto operativo del Quartetto. I membri del Quartetto promuovono il riconoscimento internazionale dello Stato palestinese, nonché una possibile sua adesione alle Nazioni Unite. FASE III: Accordo sullo status definitivo e fine del conflitto israleo-palestinese 2004-2005 Si passa alla Fase III, fondata sul giudizio positivo del Quartetto che prende in esame le azioni di entrambi le parti e gli esiti del monitoraggio effettuato dal Quartetto. Obiettivi della terza fase sono: consolidamento della Riforma e stabilizzazione delle istituzioni palestinesi, effettivo impegno ed azione palestinese per la sicurezza e negoziati israelo-palestinesi mirati ad un accordo sullo status definitivo entro il 2005. Seconda conferenza internazionale: convocata dal Quartetto, in accordo con le parti, all inizio del 2005, per sottoscrivere l accordo raggiunto per uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori e, formalmente, per lanciare un processo, con l attivo e operativo sostegno del Quartetto, che porti all accordo per uno status finale, permanente entro il 2005, anche su confini, status di Gerusalemme, rifugiati, insediamenti e per contribuire a che si raggiunga, il prima possibile, un accordo globale nel Medio Oriente, soprattutto tra Israele e Libano e Siria e Israele. Continuo e concreto progresso nei punti programmatici di riforma fissati dal Gruppo di Lavoro, in vista dell accordo sullo status finale. Continuo ed effettivo impegno per la sicurezza ed effettiva cooperazione per la sicurezza sulle basi descritte nella Fase I. Impegno internazionale per facilitare la Riforma e stabilizzare le istituzioni e l economia palestinesi, in preparazione all accordo sullo status finale. Le parti raggiungono un accordo globale sullo status permanente che termini il conflitto israelo-palestinese nel 2005, attraverso una risoluzione negoziata tra le parti, basata sulle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell O.N.U. 242, 338 e

1397, che termini l occupazione iniziata nel 1967, che includa una soluzione concordata, giusta, equa e realistica alla questione di rifugiati ed un accordo negoziato sullo status di Gerusalemme che tenga conto delle priorità politiche e religiose di entrambe le parti e protegga gli interessi religiosi di Ebrei, Cristiani e Musulmani di tutto il mondo ed infine che adempia alla prospettiva di due Stati, Israele e una sovrana, indipendente, democratica e vitale Palestina che vivano fianco a fianco, in pace e sicurezza. Consenso degli Stati arabi a intraprendere relazioni del tutto normali con Israele e a conservare un contesto di sicurezza per tutti gli Stati della regione, nell ambito di una pace globale israelo-palestinese.