PIANO DI PROTEZIONE CIVILE - primo stralcio -



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Piano di Allegato _A_ facente parte integrante e sostanziale della DCP n del / / PIANO DI - primo stralcio - - RELAZIONE - Pagina 1 di 27

Piano di INDICE 1 - ELENCO ELABORATI DEL PIANO...3 2 - INTRODUZIONE...3 3 - PREMESSA...5 4 - IL SISTEMA PROVINCIALE DI...7 4.1 - LA SALA OPERATIVA DI (SOP)...8 4.1.1 - CENTRO SITUAZIONI...11 4.1.2 - UNITÀ DI CRISI INTERNA...13 4.1.3 - UNITÀ DI CRISI...14 4.1.4 - FUNZIONI DI SUPPORTO...15 4.2 - GRUPPO DI PRONTO INTERVENTO...20 4.3 RACCORDI CON GLI ALTRI SOGGETTI ED ISTITUZIONI...20 5 - LE SEDI DI COORDINAMENTO OPERATIVO DECENTRATE...21 6 - OPERATIVITÀ DEL PIANO...26 Pagina 2 di 27

Piano di 1 - ELENCO ELABORATI DEL PIANO Il Piano si compone di 3 fascicoli contenenti: 1. Relazione generale; 2. Piano di Emergenza procedure operative; 3. Dotazione materiali e mezzi 2004/2005. I fascicoli 2. e 3. sono soggetti ad aggiornamenti annuali in relazione alle variazioni delle dotazioni di materiali/mezzi e alla evoluzioni normative nazionali e regionali senza che tali integrazioni costituiscano modifica sostanziale al piano. Gli aggiornamenti annuali sono approvati dalla Giunta Provinciale. 2 - INTRODUZIONE La Legge Regionale 29/12/2003 n 67, Ordinamento del sistema regionale della protezione civile e disciplina della relativa attività, definisce le competenze della Regione e degli Enti Locali per l organizzazione dei soggetti deputati allo svolgimento delle attività di protezione civile, assicurandone la necessaria integrazione con le politiche del governo del territorio e con lo sviluppo sostenibile. La protezione civile ha come finalità la tutela dell incolumità della persona umana, l integrità dei beni e degli insediamenti dai danni derivanti da calamità e da altri eventi naturali o connessi con l attività dell uomo, attraverso il concorso di risorse, competenze e discipline sinergicamente operanti. Tali finalità sono realizzate attraverso la previsione dei rischi, la loro prevenzione, il soccorso della popolazione colpita ed il superamento dell emergenza. La legge definisce le competenze dei soggetti istituzionali che compongono il sistema regionale e rinvia ai regolamenti attuativi le disposizioni per l elaborazione del piani di protezione civile ai fini di assicurarne l integrazione ed il coordinamento ai vari livelli territoriali sulla base degli elementi di conoscenza sui rischi. L art.9 della L.R. 67/2003 attribuisce alla Provincia le seguenti funzioni: 1. elabora il quadro dei rischi relativo al territorio provinciale; 2. definisce l organizzazione e le procedure per fronteggiare le situazioni di emergenza nell ambito del territorio provinciale; 3. provvede agli adempimenti previsti nel regolamento regionale attuativo concernenti la previsione e il monitoraggio degli eventi; Pagina 3 di 27

Piano di 4. adotta gli atti e tutte le iniziative necessarie per garantire, in emergenza, il supporto alle attività di competenza dei comuni assumendo a tal fine il coordinamento degli interventi di soccorso nell ambito del territorio provinciale e rapportandosi con la Regione per ogni ulteriore esigenza d intervento; 5. provvede all organizzazione dell attività di censimento dei danni, nell ambito provinciale, in collaborazione con i comuni, e a fornire il relativo quadro complessivo alla Regione; 6. concorre con i comuni alle iniziative per il superamento dell emergenza; 7. provvede all impiego del volontariato e agli adempimenti conseguenti in conformità a quanto previsto alla sezione II della legge. La Provincia provvede altresì ad assicurare, in rapporto con la Regione, ogni necessaria forma di supporto ai comuni e di raccordo tra i medesimi per le attività di previsione e di prevenzione, in particolare per quanto attiene: 1. l elaborazione del quadro dei rischi; 2. l attività di formazione; 3. la realizzazione di iniziative di informazione, soprattutto finalizzate alla popolazione scolastica, da realizzare d intesa con i comuni e le altre autorità competenti. La Provincia, nell ambito delle procedure di programmazione degli interventi di formazione definiti dalla legge regionale 26 luglio 2002, n.32 (Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro), deve inoltre garantire l integrazione delle politiche formative con gli obiettivi di cui al sistema regionale della protezione civile. In attuazione della L.R. 67/03 la Provincia deve redigere il proprio Piano di. Il piano viene elaborato con il concorso dei soggetti che compongono il sistema regionale della protezione civile e devono essere periodicamente verificati ed aggiornati anche tramite esercitazioni. Il Piano provinciale si compone di due parti distinte, una finalizzata alla definizione del quadro dei rischi e della attività di prevenzione, l altra focalizzata sulla definizione della organizzazione e delle procedure per fronteggiare l emergenza e coordinare gli interventi di soccorso. Ai fini della pianificazione d emergenza la provincia deve definire le procedure che regolano le attività della Sala Operativa provinciale (SOP) nel suo complesso. In particolare le procedure che devono essere previste nei piani di protezione civile hanno ad oggetto: 1. le forme di raccordo con gli altri soggetti ed Istituzioni preposte; Pagina 4 di 27

Piano di 2. la gestione degli avvisi di criticità e gli stati di allerta adottati dalla Regione; 0. l attivazione dei presidi idraulici ed idrogeologici e in generale delle altre attività di monitoraggio dei punti critici; 0. l attivazione dell organizzazione preposta alle attività di centro operativo. Il regolamento di attuazione della L.R. 67/03, approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n 69/R - 2004 come modificato con DPGR 44/R 2006, indica i contenuti del Piano Provinciale per quanto attiene alle attività che devono essere svolte in sinergia e in relazione alla competenze assegnate alla Regione, Provincia e Comuni nelle situazioni di emergenza, dispone le modalità di raccordo tra i soggetti che operano in emergenza e stabilisce le modalità per assicurare la coerenza dei piani di locali. 3 - PREMESSA Il Piano provinciale di protezione civile nella sua versione completa costituirà un puntuale riferimento a tutte le disposizioni di legge e regolamento sopra indicate e sarà diviso in tre settori distinti ma complementari: il quadro dei rischi, le attività di prevenzione e la pianificazione e gestione delle emergenze. Per lo svolgimento delle attività di previsione e prevenzione sono di seguito individuati i rischi che assumono carattere di rilevanza a livello provinciale: Rischio geomorfologico; Rischio sismico; Rischio idraulico, dighe ed invasi; Rischio di incidente industriale rilevante e trasporto di materiali pericolosi; Rilascio di materiali anche non pericolosi, da attività industriali/servizio non a rischio rilevante e/o da trasporto con o senza incendio ed esplosione; Rischio di incendio boschivo; Rischio neve; Rischio legato a fenomeni geotermici; Rischio traffico; Rischio sanitario/veterinario. Ad oggi sono stati intrapresi studi e/o approntati piani di emergenza relativi ai seguenti scenari di Pagina 5 di 27

Piano di rischio: La definizione dei rischi, geomorfologico e sismico: Per l inquadramento e la definizione del problema a scala provinciale è stato adottato un metodo pratico e speditivo ( indicato all allegato 4 del PTCP di Siena) per la realizzazione della Carta della pericolosità geomorfologica e predisposizione al dissesto geomorfologico. Il completamento del quadro conoscitivo di riferimento permetterà, con le metodologie sopra indicate, la realizzazione delle cartografie per la definizione del Rischio geomorfologico e del Rischio Sismico. La definizione del rischio idraulico: Per quanto riguarda la definizione del rischio idraulico si è provveduto ad acquisire le cartografie delle varie autorità di bacino operanti in Provincia di Siena cercando di uniformare le varie tipologie di rischio in un'unica legenda omogenea su tutto il territorio provinciale. Inoltre saranno a breve disponibili studi, promossi dall Amministrazione Provinciale di Siena, per la definizione dettagliata delle aree a rischio idraulico in collaborazione con i comuni del territorio provinciale. La definizione del rischio di incidente industriale rilevante: Attualmente l attività dell ufficio è volta alla collaborazione con la Prefettura per la stesura dei Piani di Emergenza Esterni. In merito alle attività di previsione e prevenzione è in corso l individuazione sul territorio sia delle industrie classificate ai sensi del D. Lgs. 334/99 e smi sia di altre non soggette agli adempimenti di cui al citato Decreto in cui si svolgono attività che potrebbero dare luogo ad incidenti rilevanti sia per la salute umana sia per l ambiente al fine di individuarne preventivamente, anche in collaborazione con i VVF, Arpat ecc, l entità dei rischi e le aree potenzialmente interessate. Rischio di incendi boschivi: Annualmente viene elaborato, dal Sevizio Bonifica e Forestazione, il Piano Operativo Provinciale (P.O.A.), il quale raccoglie i singoli Piani Operativi Locali redatti dai comuni e degli enti delegati. Tale piano rappresenta, nel rispetto del Piano operativo Regionale e delle competenze individuate dalla L.R. 39/2000 e dalla L. 353/2000, l aggiornamento annuale delle strutture e delle procedure nel settore della lotta agli incendi boschivi. In tale quadro la Provincia di Siena adotta entro il 31 maggio di ogni anno il P.O.A., redatto su proposta tecnica del referente provinciale A.I.B., sulla base dei piani operativi locali dei comuni e dei piani operativi annuali e delle Comunità Montane. Il coordinamento del Servizio antincendio boschivo è assegnato al servizio e pertanto le fasi operative saranno definite all interno del presente Piano. Si tratta di attività che prevedono procedure particolari di gestione, coordinamento e comunicazione ed in Pagina 6 di 27

Piano di particolare: gli operatori della Provincia che gestiscono le procedure AIB segnalano al Centro Situazioni della Provincia (CESI) l evento incendio e lo aggiornano sullo stato di intervento; il CESI si attiva qualora si prefiguri un pericolo per beni e/o popolazione esposta. A seguito della segnalazione il CESI avvia la fase di monitoraggio dell evento e, se necessario, viene attivata la piena funzionalità della SOP. Rischio neve: Gli interventi di sgombero della neve e di spargimento sale a scopo antigelo sono effettuati sulle strade di competenza dell Amministrazione Provinciale. A tale scopo è stato predisposto dal Servizio LL.PP. un piano specifico di intervento. Nei successivi livelli di sviluppo del Piano provinciale di saranno approfondite le attività di previsione e prevenzione e perfezionate le varie fasi operative e di coordinamento. Il presente documento, corrispondente al primo stralcio del Piano, individua gli obiettivi da perseguire ed avvia immediatamente la fase funzionale del Piano stesso per sperimentarne direttamente la operatività. Come previsto dall art.28 DPGR 69/R - 2004 come modificato con DPGR 44/R 2006, il Piano deve disciplinare: 0. l organizzazione dell attività di Centro Situazioni, funzionale a garantire il ricevimento e la gestione delle segnalazioni di criticità da parte dei comuni; 0. l organizzazione dell attività di Centro Operativo funzionale a rendere disponibile il supporto della provincia ai comuni che ne facciano richiesta; 0. l individuazione delle sedi di Coordinamento Operativo decentrate. 4 - IL SISTEMA PROVINCIALE DI Il complesso della struttura organizzativa dell Amministrazione Provinciale, dei Comuni, delle Comunità Montane dei Centri Intercomunali di costituisce il Sistema Provinciale di. E parte integrante di tale sistema anche il complesso delle organizzazioni di volontariato operanti nel settore delle. La gestione delle attività dei singoli enti si attua attraverso il coordinamento nell ambito di centri operativi individuati sul territorio che di norma trovano ubicazione in corrispondenza delle sedi delle amministrazioni locali. La Provincia, per lo svolgimento delle attività di si è dotata di una Sala Operativa (SOP) nell ambito della quale si attua il coordinamento delle suddette attività, sia in ordinario, sia in emergenza. Alle attività di concorrono tutti gli uffici dell Amministrazione il cui contributo sia ritenuto utile in relazione alla tipologia dell emergenza; ogni ufficio Pagina 7 di 27

Piano di contribuisce con tutte le risorse umane e strumentali di cui dispone. Potrà in oltre essere istituito un Gruppo di pronto intervento con risorse umane e strumentali dell Amministrazione caratterizzato da operatività in emergenza, a supporto delle attività dei comuni. Al Sistema Provinciale di è assegnato anche il coordinamento del Servizio antincendio boschivi; il rapporto con la SOP sarà garantito attraverso un sistema di comunicazione ed il CESI potrà essere coinvolto operativamente nei reali casi di gravità e pericolo per la popolazione. 4.1 - LA SALA OPERATIVA DI (SOP) La Sala Operativa, istituita con la delibera G.P. n 372 del 18.12.2002, è strutturata in locali in modo da assicurare la separazione fisica tra singole attività che al suo interno vengono svolte. In particolare è suddivisa in sei ambienti comunicanti tra di loro ed un locale adibito a sala macchine. Tutti gli ambienti sono stati individuati all interno dei locali ad uso dell Amministrazione Provinciale di Siena in Via Massetana 106. La Sala Operativa è una struttura permanente, unica per tutto il territorio provinciale, dove confluiscono le informazioni relative ad eventi di PC e nell ambito della quale si assume il coordinamento degli interventi di supporto/soccorso nei confronti dei comuni che ne facciano richiesta. Tale fisionomia conferisce alla SOP il ruolo di unico Centro Operativo che ospita tute le componenti del sistema provinciale di protezione civile ivi comprese le Istituzioni e le strutture operative statali. Nella tabella 1 si riporta una breve descrizione dei locali occupati dalla Sala mentre nella figura 1 si riporta la relativa planimetria. Tabella 1 Locale Centro Situazioni Sala Volontariato Sala radio Sala Strategica Sala Augustus Descrizione e attività svolta Monitoraggio, raccolta e aggiornamento dati, attività di previsione e prevenzione, ricezioni e trasmissioni delle comunicazioni telefoniche-fax-email, redazione ed aggiornamento del piano provinciale di protezione civile, coordinamento del comitato provinciale di protezione civile, attività di collaborazione e raccordo con gli enti locali ed associazioni di volontariato. In emergenza, implementazione e rafforzamento delle attività previste in ordinario. Sala riunioni sala formazione in materia di protezione civile sala del volontariato. In emergenza, supporto alle funzioni Augustus per la logistica delle risorse e sala volontariato. Sala radio dell amministrazione provinciale sala radio del volontariato adibito alle comunicazioni. In emergenza supporto alle forze/strutture operative con relative postazioni radio. Ufficio del Dirigente del Servizio Ambiente. In emergenza, sala delle strategie operative necessarie per fronteggiare l emergenza. A disposizione, in emergenza, attivazione delle funzioni di supporto ( Metodo Augustus ). Pagina 8 di 27

Piano di Coordinatore di A disposizione, in emergenza per il coordinamento delle funzioni della SOP. È inoltre previsto l utilizzo della sala stampa dell Amministrazione Provinciale per i rapporti con i massmedia. I locali sopra descritti sono stati oggetto, con il contributo della Regione Toscana, di ristrutturazione ed adeguamento impiantistico. La continuità della fornitura di energia elettrica è assicurata dal gruppo di continuità e da un generatore autonomi. Figura 1 Ubicazione geografica della Sala Operativa Pagina 9 di 27

Piano di Figura 2 Planimetria dei locali della Sala Operativa Pagina 10 di 27

Piano di 4.1.1 - CENTRO SITUAZIONI Il Centro Situazioni della Provincia (CESI), è parte integrante della Sala Operativa di (SOP) ed è attivo H24 (24 ore/giorno per 365 giorni/anno) con presenza fisica, in orario lavorativo, di almeno un operatore di PC ed attraverso l istituto della reperibilità, al di fuori dell orario di lavoro. La Provincia organizza le attività di CESI in modo adeguato ad assicurare: prioritariamente lo svolgimento degli interventi di prevenzione ed emergenza di propria competenza; successivamente il supporto ai comuni coinvolti in situazioni di emergenza, tenuto conto del grado di attivazione, della loro capacità operativa e del quadro complessivo dei rischi nell ambito provinciale. Con il CESI la Provincia garantisce adeguatamente, con la strumentazione e il personale necessario, la trasmissione degli avvisi di allerta e la gestione delle conseguenti procedure informative, nonché il ricevimento delle segnalazioni di situazioni di emergenza da parte dei comuni e le conseguenti richieste di supporto. I compiti del CESI sono volti a: assicurare il contatto fra le varie componenti produttrici di informazioni; assicurare la conoscenza della situazione in atto; assicurare la trasmissione del quadro conoscitivo ad enti e organi coinvolti; assicurare il flusso organico delle informazioni; curare la redazione di un Rapporto continuo sugli eventi; La descrizioni delle funzionalità del Centro Situazioni (CESI) e più in generale della Sala Operativa Provinciale (SOP) tengono conto della sequenza di fasi di progressiva gravità dello stato operativo del sistema di. Si individuano così 4 fasi descritte di seguito e che sono visivamente caratterizzate, in ordine di gravità, dai colori verde, giallo, arancione e rosso: Indica lo stato di normale vigilanza nel quale deve trovarsi ogni sistema di protezione civile. Indica il primo gradino di attenzione, quando i fenomeni precursori segnalano la tendenza ad un evento anomalo. Pagina 11 di 27

Piano di Indica il grado di attenzione e mobilitazione da attivare quando vengono superate le soglie di rischio accettabili ed è pressoché certa la probabilità che si verifichi un evento grave. indica il grado di attivazione conseguente alla segnalazione e localizzazione di precisi gravi eventi. Nella normalità, il personale presente nel CESI è in grado di assicurare la ricezione delle comunicazioni urgenti, riguardanti la e la prima verifica delle fonti avvalendosi degli operatori dell Amministrazione (Servizio LL.PP., Polizia Provinciale ecc.) o altri (Prefettura, Carabinieri, Polizia, VVF, Corpo Forestale, ecc..). Nell ambito del CESI viene gestita l attività ordinaria di. Nella fase di avvio delle attività (fase di attenzione) e di avvenuta attivazione (fase di preallarme e allarme), il CESI è in grado di assicurare l'inoltro degli avvisi meteo e/o di criticità ai loro destinatari e l inoltro delle comunicazioni agli Organi e agli Enti, su indicazione del suo Responsabile o del Dirigente. Di seguito si riporta lo schema a blocchi che descrive la sequenza delle operazioni successive alla ricezione di una segnalazione di evento. Nel caso di emergenze di protezione civile, il CESI (o il personale in turno di reperibilità, in caso di eventi che avvengano fuori dall orario di lavoro), deve essere informato circa tutte le risorse disponibili ed impiegabili dai Servizi che dispongono di personale tecnico e/o operativo. Il raccordo informativo, che avviene attraverso specifiche comunicazioni, deve essere garantito da parte del responsabile dei servizi interessati o dal personale operativo delegato a tale funzione. Il CESI deve essere tempestivamente informato di tutte le azioni intraprese, anche in via autonoma dai vari Servizi, per quanto riguarda le tipologie di intervento sottoposte al coordinamento della sala operativa. per intraprendere rapidamente le azioni necessarie. Nel quadro generale di realizzazione della sala operativa di protezione civile provinciale dal 14/02/2003 è attivo, presso il Servizio Ambiente dell Amministrazione Provinciale di Siena, il CESI di protezione civile. Il personale reperibile ha in dotazione il telefono cellulare di servizio ed il manuale di reperibilità ed ha come primo riferimento il telefono cellulare del: Dirigente del Servizio cui fa capo la ; Coordinatore della SOP. Pagina 12 di 27

Piano di MODALITÀ DI ATTIVAZIONE E DI INTERVENTO FUORI ORARIO ORDINARIO DI LAVORO GESTITA TRAMITE SERVIZIO DI REPERIBILITA H24 Ricevimento di Avviso Codice di allarme Valutazione attendibilità anche tramite intervista Segnalazione non attendibile CHIUSURA EMERGENZA Segnalazione attendibile Avviso che può essere risolto direttamente dall operatore H24 GIALLO Avviso che implica l avvio di una procedura di emergenza l operatore H24 contatta il Coordinatore della SOP e lo informa sulla situazione, si predispone per ricevere ulteriori comunicazioni e/o avvisi e, se il caso lo richiede, si reca presso il centro situazioni della SOP Ulteriore avviso e/o comunicazione che da notizia della evoluzione del fenomeno in miglioramento l operatore di protezione civile chiude l emergenza ARANCIO Ulteriore avviso e/o comunicazione che da notizia della evoluzione del fenomeno in peggioramento il Coordinatore della SOP attiva, presidia la SOP e allerta l UCI o l UC secondo lo scenario previsto e la relativa procedura Al superamento della fase di preallarme (colore arancio) è prevista l attivazione della SOP conseguente alla segnalazione e localizzazione di precisi gravi eventi Il titolare della funzione di reperibilità assicura la funzionalità del cellulare durante le ore al di fuori dell'orario di servizio e si mantiene ad una distanza ed in una condizione tali da permettere il suo arrivo alla SOP in un tempo massimo di 30 minuti. 4.1.2 - UNITÀ DI CRISI INTERNA Nella Provincia di Siena sarà istituita l Unità di Crisi Interna (UCI) costituita dai Servizi competenti in materie che hanno attinenza con la. Si tratta dell organo nell ambito del quale si fanno le prime valutazioni circa l evento occorso e le modalità di gestione del medesimo. Dopo la nomina a cura della Giunta Provinciale, l attivazione avviene da parte del Dirigente della, sentito l Assessore competente. Questa è formata come di seguito descritto: Tabella 2 Servizi ed Aree interessate nelle Codice Identificativo Funzioni di supporto attivazioni e negli interventi di rappresentate protezione civile (UCI) PC 1,2,4,11,13,14 Servizio Lavori Pubblici, Difesa del Suolo e LLP-Df-Ast 1,5,6,9 Pagina 13 di 27

Piano di Assetto del Territorio Servizio Stampa Press 1,3 Servizio Bonifica e Forestazione Agr 1 Servizio Polizia Provinciale Polp 1 Servizio Trasporti Trasp 1,6 4.1.3 - UNITÀ DI CRISI L Unità di Crisi (UC), prevista dal DPGR 69/R - 2004 come modificato con DPGR 44/R 2006, è l organizzazione che si attiva in caso di eventi per i quali la situazione di emergenza richieda il coordinamento tra Enti locali ed organi statali. L Unità di Crisi viene attivata dal Dirigente competente in materia di, sentiti i membri dell Unità di Crisi Interna e l Assessore competente. L UC, che comprende l Unità di Crisi Interna, è composta come di seguito descritto: Tabella 3 Strutture pubbliche, Servizi ed Aree interessate nelle attivazioni e negli interventi di protezione civile (UC) Codice Identificativo Funzioni di supporto rappresentate PC 1,4,7,11,13,14 Servizio Lavori Pubblici, Difesa del Suolo e Assetto del LLP-Df-Ast 1,5,6,9 Territorio Servizio Stampa Press 1,3 Servizio Bonifica e Forestazione Agr 1 Servizio Polizia Provinciale Polp 1 Servizio trasporti Trasp 1,6 Prefettura UTG 1,10,13 Vigili del Fuoco VVF 1,10,12,13 Corpo Forestale dello Stato CFS 1 Unità sanitaria Locale USL7 1,2,13 ARPAT ARPAT 1,9,12 ENEL ENEL 1,8 TELECOM TELECOM 1,7,8 Nel caso di gravi emergenze di protezione civile, per le quali l attivazione della struttura provinciale, attraverso e con il coordinamento del Centro Situazioni, è in grado di intraprendere rapidamente azioni prioritarie di intervento, risulta necessario reperire e rendere disponibili, sulla base delle specifiche competenze, le risorse di ciascuna struttura considerata. In generale, l attivazione progressiva delle risorse Pagina 14 di 27

Piano di ha lo scopo di evitare falsi allarmi, ovvero mancate risposte a situazioni di allarme conclamato; a tale riguardo si prevede una fase di attenzione (codice giallo), volta ad assicurare il monitoraggio continuativo da parte dell Ente, con le annesse prime operazioni di collegamento e valutazione; una fase di preallarme (codice arancione), durante la quale viene eventualmente attivata la Sala Operativa Provinciale (SOP) allo scopo di predisporre la struttura organizzativa provinciale per affrontare un incipiente emergenza ed una fase di allarme (codice rosso), durante la quale le risorse di ciascuna struttura esplicano una diretta ed efficace azione di coordinamento ed intervento. Ciascun Servizio interessato nelle procedure e negli interventi di attiva progressivamente le risorse di competenza, in base allo scenario evolutivo, ed assicura la diretta comunicazione con il personale del Servizio anche presidiando, quando la procedura lo richiede, la Sala Operativa Provinciale. Per ciascuna fase e ciascuna categoria di rischio sono state infine identificate le procedure da seguire, da parte delle Aree e dei Servizi interessati. L UC assume, in ordinario, le funzioni del Comitato provinciale di di cui alla L.225/92 art.13. 4.1.4 - FUNZIONI DI SUPPORTO L'organizzazione di base per rendere efficace e vitale un servizio operativo (parte generale, lineamenti e modello di intervento, ecc) per le emergenze di protezione civile passa necessariamente attraverso l attuazione delle sue funzioni di supporto che secondo le direttive regionali corrispondono a quelle del Metodo AUGUSTUS. Le funzioni di supporto, all interno di un Piano di emergenza, rappresentano l organizzazione delle risposte che occorre dare alle diverse esigenze presenti in qualsiasi tipo di evento calamitoso. Ogni funzione, rispetto alle altre, acquisterà un rilevo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento calamitoso. La differenziazione della risposta sarà tanto più efficace quanto più il sistema del Piano sarà flessibile. Attraverso l attivazione delle funzioni di supporto si conseguono quattro distinti obiettivi: 1 obiettivo - Si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore provinciale. I responsabili provinciali sono riuniti in un organismo, riconosciuto dall ente, che va sotto il nome di UC (Unità di Crisi) presieduta dal presidente della Amministrazione Provinciale (o Assessore Delegato) e diretto dal Dirigente del Servizio competente in materia di. Resta inteso che, in caso di necessità, se Pagina 15 di 27

Piano di ritenuto opportuno, il Direttore dell UC può comunque avvalersi di tutto il personale provinciale dipendente, appartenente a qualsiasi servizio e con qualsiasi qualifica professionale, purché ritenuto dallo stesso valido allo svolgimento dei compiti necessari imposti dalla situazione di crisi. 2 obiettivo - I singoli responsabili mantengono vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto, periodicamente partecipano agli incontri dell UC, convocate dal Direttore, per verificare il lavoro svolto e pianificare le attività di previsione e prevenzione. 3 obiettivo - In caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell ambito della propria funzione di supporto. 4 obiettivo - Si struttura la Sala Operativa a seconda del numero di funzioni di supporto attivate relativamente all emergenza in corso. Le funzioni di supporto previste sono 14, i referenti ed i loro sostituti, là dove non specificato diversamente, sono individuati dalla UC: 1 - TECNICO SCIENTIFICA PIANIFICAZIONE Mansioni attribuite: mantenimento e coordinamento di tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche. Archivio informatizzato dei data base, delle cartografie e dei tematismi di carattere generale; elaborazione delle cartografie tematiche e degli scenari nelle scale opportune con dettaglio a livello di provincia. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche dell'ambiente o suo delegato. 2 - SANITA' - ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA Mansioni attribuite: Tutto ciò che pertinente alla A.S.L., medicina veterinaria inclusa oltre che a quanto inerente alle organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario (C.R.I. esclusa). RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore generale A. USL 7 Siena o suo delegato Direttore generale Azienda Ospedaliera Universitaria Senese o suo delegato. 3 - MASS MEDIA E INFORMAZIONE Durante l'emergenza, l'addetto stampa della Provincia è il responsabile ufficiale dell'informazione. Mansioni attribuite: Sarà suo compito tenere i rapporti con i media previo reperimento di informazioni ottenute e diramate dai componenti la "Sala strategica". RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Dirigente del Servizio Staff di Presidenza o suo delegato. Pagina 16 di 27

Piano di 4 VOLONTARIATO Mansioni attribuite: Rilascio nulla osta all utilizzo del volontariato ai sindaci o alle pubbliche amministrazioni che ne fanno richiesta per il loro utilizzo nell'emergenza a seconda della loro specialità. Soccorso d'urgenza e non alla popolazione. Suddivisione, organizzazione, addestramento ed utilizzo dei gruppi di volontari. Censimento di risorse umane, materiali e mezzi, siano essi della C.R.I. che delle associazioni di volontariato, ivi incluso i tempi di intervento nell'area interessata. Il referente di tale funzione, da ritenersi una delle più importanti e delicate, dovrà provvedere ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all'emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni ed associazioni varie, previo nulla osta del Presidente o suo delegato. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Rappresentante Coordinamento provinciale del Volontariato di Protezione Civile. 5 - MATERIALI E MEZZI Mansioni attribuite: Tale funzione di rapporto è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualsiasi tipo. Questa funzione, attraverso il censimento delle persone, dei materiali e mezzi comunque disponibili, siano essi dell'ente locale che di Ditte private, deve avere un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell'area interessata. Dall'elenco delle risorse disponibili sono da escludere quelle di appartenenza alla A.S.L., alle organizzazioni ed associazioni di volontariato ed alla C.R.I., siano esse risorse costituite da persone, materiali e mezzi. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Presidente della Provincia (o l Assessore delegato) rivolgerà richiesta alla Regione Toscana per l attivazione delle risorse proprie e/o del Dipartimento della. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche del Territorio o suo delegato. 6 - TRASPORTI E CIRCOLAZIONE - VIABILITA' Mansioni attribuite: il responsabile della funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità. In particolare dovranno regolamentare localmente i trasporti, la circolazione inibendo il traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche del Territorio o suo delegato. 7 TELECOMUNICAZIONI Mansioni attribuite: il coordinatore di questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile della TELECOM, Pagina 17 di 27

Piano di con il responsabile P.T., con il rappresentante delle organizzazioni dei radioamatori (ARI e C.B.) presenti sul territorio, garantire una rete di telecomunicazione a vulnerabilità ridotta e polifunzionale. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche dell'ambiente o suo delegato + rappresentanti ARI e CB. 8 - SERVIZI ESSENZIALI Mansioni attribuite: per l'espletamento della funzione assegnata, oltre a quanto di pertinenza degli impianti dell'ente locale e quindi allo stesso assegnate, si avvarrà dei rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio (ENEL, GAS, ACQUA, TELECOM, etc.). Mediante i compartimenti territoriali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l'efficienza e gli interventi sulla rete. Si precisa che l'utilizzo del personale e mezzi necessari al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque diretta dal rappresentante dell'ente di gestione nel centro operativo. Per servizio essenziale è da intendersi anche l'attività scolastica; a tal fine, il responsabile di funzione, si avvarrà del funzionario responsabile di servizi educativi, dipendente dell'amministrazione Provinciale. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche dell'ambiente o suo delegato. 9 - CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE Mansioni attribuite: Censimento danni a persone e cose. Il censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. Il responsabile della funzione, al verificarsi dell'evento calamitoso, dovrà coordinarsi con i comuni coinvolti per effettuare un censimento dei danni riferito a: persone edifici pubblici edifici privati impianti industriali servizi essenziali attività produttive opere di interesse culturale infrastrutture pubbliche agricoltura e zootecnica Pagina 18 di 27

Piano di Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari degli Uffici tecnici dei comuni coinvolti o dell URTT e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E' altresì ipotizzabile l'impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche del Territorio o suo delegato. 10 - STRUTTURE OPERATIVE (S.a.R.) Mansioni attribuite: Richiesta di intervento e coordinamento delle strutture operative del servizio nazionale di protezione civile. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Funzionario UTG - Prefettura di Siena. 11 - ENTI LOCALI Mansioni attribuite: rapporto con gli enti locali di supporto per la gestione dell evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche dell'ambiente o suo delegato. 12 - MATERIALI PERICOLOSI Mansioni attribuite: valutazione dei rischi dell intervento, determinazione delle forze necessarie all emergenza e relativi mezzi di rinforzo, prevenzione ed estinzione incendi, impiego volontari di soccorso. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Comandante provinciale VVF o suo delegato. 13 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Mansioni attribuite: conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi, ostelli, etc) oltre che ricerca ed utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come "zona d'attesa e/o ospitanti. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Funzionario UTG - Prefettura di Siena. 14 - COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI Attività di collegamento con i Centri operativi decentrati - gestione delle risorse informatica - il referente è il Coordinatore della SOP ed il suo sostituto viene individuati dall unità di crisi. Mansioni attribuite: rapporto con i Centri operativi decentrati per la gestione dell evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. RESPONSABILE DELLA FUNZIONE: Direttore Area Politiche dell'ambiente o suo delegato. Pagina 19 di 27

Piano di 4.2 - GRUPPO DI PRONTO INTERVENTO La Giunta Provinciale, sentita l Unita di Crisi Interna, potrà provvedere ad istituire, anche in collaborazione con il coordinamento del volontariato, una struttura di pronto intervento dotata di materiali e mezzi e quindi capace di interagire efficacemente con la Sala Operativa Provinciale di e le realtà di soccorso già esistenti sul territorio: avrà specialmente funzioni di comunicazione e supporto di primo intervento e sarà operante sia in autonomia che in affiancamento ai VVF, 118 ecc., con l intento di migliorare la capacità della Provincia di supportare i comuni nelle situazioni di emergenza. Tutti i materiali ed i mezzi del progetto saranno tenuti in efficienza, anche con esercitazioni periodiche organizzate e coordinate dal CESI; nella normalità le risorse strumentali sono utilizzate dalle strutture che le hanno in carico. Tabella 4 DOTAZIONE DI MASSIMA RELATIVA A MATERIALI E MEZZI DEL GRUPPO DI PRONTO INTERVENTO Autocarro Pick Up 4x4 Pompa centrifuga autoadescante di pronto intervento (Idrovora 1500 litri/min) Gruppo elettrogeno 7,1 KW + accessori N.2 Proiettori alogeni 500W IP 55 cl1 + supporto telescopico 1,5 metri N.2 Tende versione ignifuga 5x4 metri sorrette da una armatura autostabile N.2 Set di 50 pedane in plastica 50x50 cm N.1 Telo pavimento 6x6 in materiale plastico N.2 SET Illuminazione per tenda N.16 Brandine in alluminio Lampade portatili di emergenza e DPI 4.3 RACCORDI CON GLI ALTRI SOGGETTI ED ISTITUZIONI. La Provincia, con il presente Piano, si pone l obiettivo di consolidare e sviluppare i rapporti di collaborazione con Enti ed Istituzioni statali che concorrono alle attività di protezione Civile, quali Prefettura, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e Corpo Forestale dello Stato. Tali sinergie, in alcuni casi già attivate e testate con effetti positivi in occasione delle emergenze che hanno già interessato il territorio provinciale, dovranno essere improntate alla reciproca ed efficace collaborazione sia nella gestione ordinaria sia nelle fasi di emergenza. Il Piano si pone pertanto l obiettivo di sviluppare rapporti di collaborazione tecnica e organizzativa con le suddette Istituzioni condividendo le indicazioni di cui alla Circolare 30 Settembre 2002, n. DPC/CG/0035114 della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Pagina 20 di 27

Piano di Ripartizione delle competenze amministrative in materia di protezione civile. La Circolare prevede che non vi siano situazioni di sovraordinazione di un'autorità su un'altra,. ma sia garantito un coinvolgimento pieno delle risorse statali e locali, in una chiave di evidente ottimizzazione delle risorse stesse nell'ambito delle finalità di protezione civile e nel rispetto, in particolare, di quanto pianificato a livello regionale. Nella gestione delle emergenze di protezione civile è quindi fondamentale che a livello provinciale si debba dare attuazione a quanto pianificato, alla stregua delle previsioni di cui all'art. 108 del Decreto legislativo n. 112/1998, a livello locale dagli enti pubblici territoriali per quanto di rispettiva competenza, con il concorso, se necessario, dell'esercizio di poteri prefettizi, come detto, volti, in particolare, all'attivazione delle risorse statali presenti sul territorio. Alla luce dei principi che impongono il sostanziale, reciproco, rispetto delle competenze degli enti territoriali istituzionalmente deputati a costituire centri di responsabilità di protezione civile e considerata la specificità delle esigenze relative alla gestione della protezione civile sarà possibile attivare la collaborazione con e tra gli enti territoriali, nelle forme dei "raccordi" (di cui alla legge n. 401 del 2001), delle "intese" (previste nel decreto legislativo n. 112 del 1998) e, anche, degli "accordi" (ex art. 15 della legge n. 241 del 1990). Il raccordo con gli altri soggetti ed istituzioni permetterà di consolidare una organizzazione tale da realizzare un sistema integrato di protezione civile, in grado di fornire risposte tempestive alle necessità emergenziali e di garantire risorse adeguate, evitando nel contempo il rischio di sovrapposizioni funzionali. Con il presente piano, redatto in forma di stralcio, si avvia un percorso che porterà alla redazione del Piano di nella sua forma completa che, oltre alla definizione del quadro dei rischi, regolamenterà più specificatamente i rapporti tra gli enti preposti alle attività di. Tale operazione non potrà che essere effettuata con il concorso degli Enti e delle Istituzioni statali interessate in modo da poter, in fase emergenziale, poter intraprendere le azioni previste e descritte da un atto di pianificazione condiviso. 5 - LE SEDI DI COORDINAMENTO OPERATIVO DECENTRATE La gestione della protezione civile a livello comunale può essere gestita in forma autonoma o in forma associata. Per quanto riguarda il territorio, hanno optato per la gestione associata 31 comuni su 36 con la creazione di 6 Centri Intercomunali dotati di proprie funzioni sia in ordinario sia in emergenza (vedi Tabella 5 e Figura 3-4). La Provincia con il presente piano prende atto di tale situazione e considera a tutti gli effetti i CI quali referenti principali sul territorio (rispetto ai Comuni che afferiscono a detti centri) per quanto riguarda la gestione delle attività di. Il Centro Intercomunale, qualsiasi sia il ruolo stabilito nell atto costitutivo della forma associata, si configura come una struttura Pagina 21 di 27

Piano di ordinaria che ha una sua funzionalità permanente. Al contrario, il Comune che gestisce in maniera autonoma le attività di PC, nei casi in cui si trovi a fronteggiare un emergenza, ha necessità di attivare un organizzazione dedicata di natura straordinaria, il COC, Centro Operativo Comunale. In questi casi la Provincia si rapporta, per le attività ordinarie, direttamente con gli uffici tecnici, la polizia municipale o altra struttura indicata dagli enti stessi ed in emergenza, con gli uffici e strutture individuate dal piano comunale di PC. Nel territorio sono altresì individuati i Centri Operativi Misti (COM). Il COM è una struttura organizzativa straordinaria, tipica ed esclusiva dell emergenza che si attiva qualora sia necessario coordinare le azioni di intervento da un centro operativo avanzato sul territorio, per emergenze di rilevanza provinciale, regionale o nazionale. La perimetrazione territoriale dei COM e la localizzazione della relativa sede sono state individuate, in questa fase a livello preliminare, in collaborazione con i rappresentanti della Prefettura-Ufficio Territoriale di Governo di Siena e del Comando Provinciale dei VVF di Siena e sentiti gli enti locali. Successivamente, con l intento di attivare funzionalità di comunicazioni in emergenza alternative a quelle classiche telefoniche, sono stati potenziati mezzi e sistemi di comunicazione con i COM, mediante un sistema di collegamento radio, telefono e fax, della SOP con le sedi individuate. Tale sistema consiste, per ogni COM, nella attivazione di una postazione radio, gestita da volontari dell ARI, completa ed indipendente e di un telefono cellulare GPRS in grado di ricevere e favorire, secondo una procedura telematica-informatica, i comunicati in arrivo alla SOP dal Centro Situazioni regionale tramite l inoltro automatizzabile di sms, fax ed e-mail. La coincidenza di sedi e ambiti territoriali tra i COM e ed i CI è un obiettivo fondamentale a cui tendere nei successivi livelli di approfondimento della pianificazione. La Provincia, di concerto con la Regione e gli enti locali, si propone, nell esercizio delle sue competenze in materia di pianificazione di, di avviare procedure finalizzate alla ridefinizione delle sedi COM e di favorire la gestione associata tramite i CI del servizio di protezione civile. Tabella 5 Comune Centro Intercomunale (CI) Centro Operativo Misto (COM) Radda in Chianti Radda in Chianti CASTELNUOVO BERARDENGA Castellina in Chianti Radda in Chianti CASTELNUOVO BERARDENGA Gaiole in Chianti Radda in Chianti CASTELNUOVO BERARDENGA Castelnuovo Berardenga Radda in Chianti CASTELNUOVO BERARDENGA Asciano Buonconvento BUONCONVENTO Monteroni d Arbia Buonconvento BUONCONVENTO Buonconvento Buonconvento BUONCONVENTO Rapolano Terme Buonconvento BUONCONVENTO San Giovanni d Asso Buonconvento BUONCONVENTO Casole d Elsa C. M. Val di Merse (Radicondoli) COLLE DI VAL D ELSA Pagina 22 di 27

Piano di Murlo C.M. Val di Merse (Radicondoli) BUONCONVENTO Sovicille C. M. Val di Merse (Radicondoli) SOVICILLE Chiusdino C. M. Val di Merse (Radicondoli) SOVICILLE Monticiano C. M. Val di Merse (Radicondoli) SOVICILLE Radicandoli C. M. Val di Merse (Radicondoli) SOVICILLE Chiusi C. M. Cetona (Sarteano) CHIUSI Montepulciano C. M. Cetona (Sarteano) CHIUSI Chianciano Terme C. M. Cetona (Sarteano) CHIUSI Sarteano C. M. Cetona (Sarteano) SARTEANO Cetona C. M. Cetona (Sarteano) SARTEANO San Casciano dei Bagni C. M. Cetona (Sarteano) SARTEANO Sinalunga Sinalunga SINALUNGA Trequanda Sinalunga SINALUNGA Torrita di Siena Sinalunga SINALUNGA Montalcino C.M. Amiata (Abbadia S.S.) MONTALCINO San Quirico d Orcia C.M. Amiata (Abbadia S.S.) MONTALCINO Pienza C.M. Amiata (Abbadia S.S.) MONTALCINO Castiglione d Orcia C.M. Amiata (Abbadia S.S.) MONTALCINO Radicofani C.M. Amiata (Abbadia S.S.) PIANCASTAGNAIO Abbadia San Salvatore C.M. Amiata (Abbadia S.S.) PIANCASTAGNAIO Piancastagnaio C.M. Amiata (Abbadia S.S.) PIANCASTAGNAIO Poggibonsi Colle di Val d Elsa Monteriggioni San Gimignano Siena POGGIBONSI COLLE DI VAL D ELSA COLLE DI VAL D ELSA POGGIBONSI SIENA Pagina 23 di 27

Piano di Figura 3 Pagina 24 di 27

Piano di Figura 4 Pagina 25 di 27

Piano di 6 - OPERATIVITÀ DEL PIANO Con il presente piano dovranno essere sviluppati e raggiunti i seguenti obiettivi operativi: - I Comuni dovranno adeguare il proprio Piano di al presente Piano ed alle disposizioni del regolamento regionale 69/R - 2004 come modificato con DPGR 44/R del 2006, nei tempi previsti dal regolamento stesso. - La Provincia potrà valutare la possibilità di attivare forme di supporto e sostegno al fine di ottimizzare e velocizzare le eventuali necessità evidenziate dai comuni per gli adeguamenti suddetti. - La Giunta Provinciale in relazione ai contenuti del presente Piano, provvederà a: nominare i componenti esterni dell Unità di Crisi; individuare i componenti del Gruppo di pronto intervento qualora se ne preveda l istituzione; nominare, su proposta della Consulta provinciale del volontariato, il rappresentante del Coordinamento Provinciale del volontariato per le attività di. approvare le disposizioni attuative delle procedure operative di emergenza. - Il Dirigente del Servizio, sentiti i Dirigenti membri dell Unità di Crisi Interna, provvederà, fra l altro, a: attivare le procedure per l organizzazione di adeguati momenti formativi per il personale interno all Amministrazione coinvolto nella struttura organizzativa della e successivamente per i tecnici dei Comuni, Centri Intercomunali e Comunità Montane; attivare le procedure per l organizzazione di adeguati momenti formativi per gli aderenti alle organizzazioni di volontariato operanti nel settore della. L Unità di crisi, in collaborazione con le altre Istituzioni locali e con le Organizzazioni di Volontariato, dovrà proporre ed organizzare adeguate esercitazioni settoriali e territoriali al fine di sperimentare la validità del modello organizzativo descritto nel presente Piano. Il Coordinamento Provinciale del Volontariato dovrà valutare, sulla base dell attuale situazione, tutte le possibili sinergie e azioni da condurre al fianco della Provincia e delle altre Istituzioni locali interessate in tutte le fasi dell emergenza, dalla normalità alla fase di allarme. In tale sede verranno anche valutate e sperimentate le possibile forme tecniche di collaborazione. Pagina 26 di 27

Piano di Dr. Paolo Casprini - Dirigente Servizio Ambiente Dr. Arch. Massimo Vivi - U.O. Servizio Ambiente Dr. Geol. Davide Casini (DI.MA) - Responsabile Sala Operativa Sig. Luigi Fasano - Istruttore Servizi Amministrativi Con la collaborazione esterna di: Dr. Geol. Luca Caselli - libero professionista esperto in Pagina 27 di 27