Agli organi d informazione Lugano, 22 gennaio 2013 Comunicato stampa Il Teatro Foce presenta per la rassegna HOME il nuovo spettacolo di Cambusateatro: Il più grande uomo scimmia del pleistocene Gioie e dolori di una famiglia di 400.000 anni fa Di Roy Lewis Venerdì 25, sabato 26, domenica 27 gennaio 2013 Ore 20:30, Teatro Foce Replica per la stampa e le scuole Venerdì 25 gennaio 2013 Ore 13:00, Teatro Foce (prenotazione: sportello.foce@lugano.ch +41 (0)58 866 48 00)
Adattamento teatrale: di Marco Taddei Regia: Matteo Alfonso Con: Elisa Conte, Paolo LiVolsi, Vito Saccinto, Marco Taddei, Massimo Leonardo Villucci Costumi: Laura Pennisi Disegno luci: Luigi Sala Scenografia: Leonardo Modena, Matteo Alfonso Musiche originali: Paolo LiVolsi Cambusateatro, dopo le anteprime di novembre 2012 presso la propria sede, debutta con la sua nuova produzione teatrale Il più grande uomo scimmia del pleistocene tratto dal romanzo di Roy Lewis. La regia dello spettacolo è stata affidata al giovane regista genovese Matteo Alfonso, l adattamento teatrale è di Marco Taddei, le musiche originali sono di Paolo LiVolsi. Con questa produzione Cambusateatro ha voluto esplorare una modalità teatrale spontanea e giocosa, vicina allo spettatore. In un ora e mezza circa di spettacolo si racconta la storia di una famiglia allargata, un orda del Pleistocene che, guidata dall inventore e capofamiglia Edward, scopre il fuoco e compie uno straordinario balzo evolutivo verso l homo sapiens. Lo spettacolo Il progresso tecnologico non è sempre andato di pari passo con il progresso morale. Il più grande uomo scimmia del Pleistocene ne è la divertente ed ironica conferma. Protagonista della vicenda una famiglia, un orda, per l esattezza, di ominidi. Si tratta di scimmie un po più evolute che da poco hanno iniziato a camminare erette, da poco hanno abbandonato gli alberi per andare a vivere nelle caverne e da ancora meno tempo hanno scoperto il fuoco. A capo dell orda c è Edward, il padre. Edward è un uomo-scimmia lungimirante e proteso costantemente verso il progresso. Attraverso le sue frequenti riflessioni tenta di giungere a quei principi che potranno permettere a sé e ai suoi figli di abbandonare il Pleistocene e di tuffarsi nell Olocene. La sua scoperta più clamorosa, senza dubbio, è rappresentata dal fuoco. Grazie a questo miracoloso elemento, Edward riesce a difendere se stesso e la sua orda dall attacco delle belve evitando di essere divorati come accadeva in precedenza. Col fuoco, inoltre, Edward e i suoi figli sono in grado di rafforzare la punta delle lance e di perfezionare le tecniche di caccia. La scoperta casuale della cottura dei cibi. Merito, ancora una volta, del fuoco, i cui neri carboni, per di più, se ben impiegati. possono essere usati per tracciare delle sensazionali pitture rupestri. Tante e
tali rivoluzionarie innovazioni, però, non sono ben viste da tutti. Zio Vania, scimmia reazionaria, legata alla tradizione primitiva e alla sua casa sull albero, non perde occasione per far notare a suo fratello Edward che giocare col fuoco non è saggio né conveniente. I rischi sono troppi. Qualcuno potrebbe non apprezzare che le scimmie tentino di evolversi in non si sa ancora bene cosa. Ma Edward prosegue imperterrito nel suo processo di sviluppo della specie. Dimostra di essere un idealista convinto e, come tale, è pronto a condividere le sue scoperte con tutti i suoi simili. Proprio per questa sua primordiale forma di filantropia, egli si ritroverà a pagare un prezzo altissimo. Il progresso da lui tanto cercato e perseguito ha infatti messo in moto, all interno della sua stessa orda, i perversi meccanismi del potere. Chi detiene il dominio su una conoscenza, su una materia o su una ricchezza non è sempre disposto alla condivisone, anzi cerca di sfruttare tale supremazia per governare o soggiogare i propri simili. La scoperta viene trasformata in fonte di privilegio e di vantaggio per chi la realizza ed è pronto a difenderla anche con la violenza. Note di regia Pleistocene è una storia meravigliosa e difficilissima da raccontare in teatro dice il regista Matteo Alfonso. La natura letteraria del romanzo di Roy Lewis si presenta ostica da gestire e, proprio per questo, è uno stimolo fortissimo alla creatività. Abbiamo cercato una via per rendere teatrale un materiale che non lo è per niente e crediamo di averlo trovato. La narrazione scivola nell azione e viceversa, con gli attori sempre in scena a creare da soli gli spazi e le atmosfere della storia, in continuo rapporto col pubblico, come deve essere in uno spettacolo epico. Cercando, ci siamo resi conto di come il Gioco fosse la componente fondamentale del nostro spettacolo ed abbiamo stabilito passo dopo passo quali fossero le regole dei giochi che mano a mano ci inventavamo. È stato entusiasmante mettere insieme gli attori dalla formazione e dalle esperienze molto diverse tra loro e, attraverso le prove, trovare un linguaggio che fosse comune a tutti gli attori in scena. Lo spettacolo si pone l obiettivo di raccontare il massimo con il minimo dispendio di mezzi possibile. La cosa di cui sono più felice continua Alfonso è di essere riusciti a mettere in piedi uno spettacolo che si può portare in tournée con una macchina spaziosa senza rinunciare neppure per un secondo alla spettacolarità o alla forza evocativa. Gli attori sono impegnati in un tour de force in cui narrano, recitano personaggi fortemente caratterizzati e sempre in rapporto tra loro, cantano, ballano, costruiscono la scena a vista con le loro mani, giocano con le ombre cinesi e qualcuno interpreta fino a tre ruoli diversi. Uno spettacolo che si rivolge ad un pubblico di adulti e bambini con la voglia di farsi coinvolgere nel gioco del teatro. Mi piacerebbe conclude il regista che i genitori che verranno a vedere il
nostro lavoro, se ne tornassero a casa felici e con la voglia, il giorno dopo, di giocare con i propri figli a raccontare una storia usando pochi semplici oggetti e una valanga di fantasia, proprio come abbiamo fatto noi durante tutte le prove. La compagnia Nel 2008 Elisa Conte, Leonardo Modena e Laura Rullo, fondano a Locarno Cambusateatro. Nel 2009 si uniscono al gruppo fondatore: Massimo Leonardo Villucci, Pietro Nosetti, Max De Martino e Junio Durante. La compagnia sviluppa il proprio percorso attraverso la ricerca di sinergie interdisciplinari e nuovi linguaggi interpretativi, senza però dimenticare la "lezione" della tradizione teatrale. Fondamentale è la ricerca del vero: "presentare" e non rappresentare. L attore si "presenta" in quanto uomo, con la consapevolezza che per parlare della società, e alla società, è più che sufficiente esprimere se stessi, offrire "L uomo": le sue certezze, i suoi dubbi, i suoi limiti, le sue potenzialità umane e creative. Le produzioni di Cambusateatro sono: "Assoli.. Appunti sulla solitudine", regia di Elena Lolli, spettacolo replicato numerose volte a Milano; "Ladi3sMacb3th", "I Parenti teribili" e "Il giardino dei ciliegi", con la sapiente regia di Maurizio Salvalalio. Anche questi in tournée in Italia. A seguire il video di presentazione dello spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ndpoyz5k_vw Per interviste prego contattare: Elisa Conte 078 6381197 Informazioni Teatro Foce via Foce 1 Prezzi Biglietto intero: 20.- CHF Con Lugano Card o City Card Lugano, AVS/AI: 15.- CHF Giovani (<26 anni): 10.- CHF Con Lugano Card o City Card Lugano: 7.- CHF Prenotazioni & prevendite
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