La raffigurazione della Vittoria alata, in genere per solennizzare una vittoria ottenuta

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RASSEGNA DI UNA DELLE IMMAGINI PIU DIFFUSE SULLA MONETAZIONE ANTICA, DALL EPOCA ROMANA A QUELLA BIZANTINA. LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VITTORIA SULLA MONETAZIONE IMPERIALE ROMANA Prima parte La raffigurazione della Vittoria alata, in genere per solennizzare una vittoria ottenuta sul nemico di turno, è tra le immagini più utilizzate sui rovesci di molte monete imperiali romane. Spesso a ragione ma qualche volta a torto. Vittoria (latino: Victoria), nella mitologia romana è infatti la dea personificante la vittoria in battaglia e si identificava o, meglio, si associava con Bellona, la dea della guerra. Ovvio, quindi, che dopo una vittoria militare si celebrasse la stessa con la raffigurazione su monete della Vittoria. Identificata con la greca Nike (chi non ha in mente la Nike di Samotracia?), la Vittoria era raffigurata come una giovane donna alata. A Roma aveva un tempio sul Palatino. Nella curia del Senato romano, a partire dall anno 29 a.c., a ricordo della vittoriosa battaglia navale che aveva opposto Ottaviano ad Antonio, c era un altare con una statua d oro della Vittoria. La figura ritraeva un donna alata che portava una palma e una corona di lauro. E così si è andati avanti per secoli, finchè nel 382, l imperatore Graziano, convinto cristiano, decise di fare togliere l altare dal Senato in quanto simbolo pagano. Questo fatto oppose in aspra polemica il senatore Quinto Aurelio Simmaco al vescovo Ambrogio di Milano. Simmaco sosteneva la necessità di non abbandonare una tradizione che aveva dimostrato di saper proteggere così a lungo lo Stato, come quando un tempo aveva respinto Annibale dalle porte di Roma e i Galli Senoni dal Campidoglio e il cui abbandono avrebbe favorito ora le invasioni dei barbari che premevano ai confini. Suo strenuo oppositore fu il vescovo di Milano Ambrogio, il quale indirizzò all imperatore due lettere in cui affermava che un sovrano cristiano non poteva permettere un altare pagano nel Senato. Valentiniano II, anch egli cristiano, diede ragione ad Ambrogio e l altare non venne ripristinato. Non solo: il 24 febbraio 391 un decreto di Teodosio I stabilì che non si potessero nemmeno guardare le statue che erano ancora nei templi, né entrare in essi in atteggiamento di devozione. Ma nel 392 a Roma venne eletto imperatore Eugenio il quale, cristiano sì ma tollerante, ebbe il sostegno dei senatori pagani e fece ricollocare l altare e la statua nella Curia. Il 6 settembre del 394 Eugenio fu però sconfitto nella battaglia del Frigido da Teodosio che fece rimuovere definitivamente l altare. Un ultimo tentativo di ottenere la restituzione dell ara e della statua della Vittoria nella Curia fu effettuato dal Senato, evidentemente ancora a maggioranza pagana che, nei primi mesi del 402, a questo scopo inviò a Milano una legazione, ad Arcadio ed Onorio, figli di Teodosio, capeggiata ancora da Simmaco. La richiesta fu sprezzantemente respinta e l altare installato da Augusto distrutto. Da allora non vi furono più ulteriori richieste, dal momento che, con l accentuarsi delle conversioni, anche i senatori divennero in maggioranza di fede cristiana. di Roberto Diegi robertodiegi@virgilio.it La Nike greca. La Victoria romana. * Collaborazione, per la parte informatica, di Francesco Diegi. Panorama Numismatico 12/2014 13

Fig. 1. Aureo di 7,73 grammi coniato probabilmente a Brindisi nel 29 a.c. Al diritto, anepigrafe, busto imberbe e a testa nuda di Ottaviano, Al rovescio, rappresentazione della Vittoria su globo con legenda IMP CAESAR. Cohen 113, R.I.C. 268 (ex asta Nac 24/2002). Queste le succinte notizie sul culto della Vittoria a Roma. Ma prima di arrivare ai fatti qui sopra narrati, non vi fu occasione in cui la Vittoria non fosse celebrata su moneta con la raffigurazione della stessa nelle sembianze, appunto, di una giovane donna alata: quasi tutti gli imperatori emisero monete con la Vittoria: che vi fosse da celebrare una battaglia, una guerra, una scaramuccia, ogni pretesto era buono per inneggiare alla Vittoria. Anche quando non ve ne era alcun motivo, come fu il caso di Alessandro Severo che, dopo le abortite campagne di Persia e di Germania, fece coniare, con una notevole faccia di bronzo, delle monete celebranti la Vittoria. Ovviamente non ho alcuna intenzione, né mi sarebbe possibile, elencare qui tutte le monete coniate durante l Impero con l impronta della Vittoria: la mia intenzione è quella di farne un ampia selezione, privilegiando naturalmente quelle coniazioni che hanno una particolare rilevanza storica o che appaiono più meritevoli di attenzione per il loro aspetto intrigante. Mi sembra doveroso iniziare questa rapida carrellata con due monete del primo imperatore : Augusto (figg. 1 e 2). Un salto di qualche decennio ed eccoci ad una coniazione dove la Vittoria ha ottimi motivi per essere celebrata (fig. 3). Fig. 3. Aureo di 7,29 grammi coniato a Roma da Vespasiano nel 70-71 d.c. Al diritto, incisivo busto ad alto rilievo di Vespasiano e legenda IMP CAES VESP AVG P M. Il rovescio è praticamente tutto occupato da una Vittoria su globo con la semplice scritta VIC AVG. Cohen 583, R.I.C. 41 (ex asta Tkalec 2007). Fig. 2. Quinario di 1,84 grammi coniato a Roma tra il 29 e il 27 a.c. Al diritto, busto di Ottaviano con testa nuda e legenda IMP CAESAR. Al rovescio, la Vittoria su cista mistica e con ai lati due serpenti; la legenda è ASIA RECEPTA. Cohen 14, R.I.C. 276 (ex asta Nac 78/2014). Probabilmente questa monetina è stata coniata, qualche anno dopo, per celebrare la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio e la conseguente conquista dell Asia. Come dicevo poco sopra, Vespasiano e la Dinastia Flavia lui stesso e i figli Tito e Domiziano avevano meritato appieno l apposizione della Vittoria sulle loro monete: basti pensare alle lunghe ed estenuanti campagne per la sottomissione della Giudea. Ma eccoci ad un imperatore che aveva fatto della Vittoria militare uno dei cardini del suo principato: Traiano. Paradossalmente questo grande imperatore che aveva vinto, per Roma, battaglie e guerre forse più di ogni altro, ha dedicato relativamente poche monete alla Vittoria espressamente raffigurata. Fig. 4. Sesterzio di 27,17 grammi coniato a Roma tra il 104 e il 111. Al diritto, busto laureato di Traiano e legenda IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC PM TR P COS V P P. Al rovescio, la Vittoria scrive su uno scudo VIC DAC; attorno S P Q R OPTIMO PRINCIPI; S C in basso. Appare chiara l allusione alle vittoriose guerre daciche combattute dalle armate di Traiano. Cohen 454, R.I.C. 527 (ex asta Nac 46/2008). 14 Panorama Numismatico 12/2014

Fig. 5. Denario di 3,33 grammi coniato a Roma attorno all anno 108. Al diritto, IMP TRAIANO AVG GERM DAC P M TR P. Al rovescio, la Vittoria con ramo di palma e corona: la legenda è COS V P P S P Q R OPTIMO PRINC. Cohen 76, R.I.C. 129 (ex asta Tkalec 2007). Un altro grande imperatore che di vittorie ne colse molte fu certamente Marco Aurelio e la sua monetazione lo ricordò ai contemporanei ed ai posteri. Ecco alcuni esempi. Fig. 6. Denario di 3,49 grammi coniato a Roma nel 98-99. Al diritto, IMP CAES NERVA TRAIAN AVG GERM con testa laureata di Traiano. Al rovescio, la Vittoria seduta tiene una patera; la legenda è P M TR P COS II P P. Cohen 213, R.I.C. 10 (ex asta Nac 52/2009). Fig. 7. Aureo di 7,22 grammi coniato a Roma nel 166-167 per ricordare la vittoriosa campagna militare contro l Armenia e la Parthia (ingr.) Al diritto, busto laureato, corazzato e paludato di Marco Aurelio con legenda M ANTONINVS AVG ARM PARTH MAX. Al rovescio, la Vittoria andante a sinistra con corona e ramo di palma; la legenda recita TR P XXI IMP IIII COS III. Cohen 883, R.I.C. 174 (ex asta Nac 34/2006). Fig. 8. Aureo di 7,16 grammi coniato a Roma da Marco Aurelio tra il 163 e il 164. Al diritto, busto dell imperatore con la legenda ANTONINVS AVG ARMENIACVS. Al rovescio, P M TR P XVIII IMP II COS III; la Vittoria scrive su uno scudo VIC AVG. Cohen 855, R.I.C. 116 (ex asta Nomisma 44/ 2011). Fig. 10. Aureo di 7,20 grammi coniato a Roma nel 164 (ingr.) Al diritto, busto laureato, paludato e corazzato e legenda L VERVS AVG ARMENIACVS. Al rovescio, la Vittoria scrive su uno scudo VIC AVG; attorno TR P IIII IMP II COS II. Cohen 247 var., R.I.C. 525 (M. Aurelio) (ex asta Nac 46/2008). Lucio Vero era un gaudente, amante della bella vita, che dovette rinunciare ai suoi piaceri preferiti per dedicarsi agli impegni di imperatore. Ma lo fece anche con notevole intelligenza: la lunga campagna d oriente, al suo comando, si risolse con una clamorosa vittoria di Roma, avendo Lucio Vero saputo affidarsi, con modestia e quindi, ripeto, con intelligenza, a generali di grande e provata esperienza. Fig. 9. Sesterzio di 24,59 grammi coniato a Roma verso il 166-167. Al diritto, M ANTONINVS AVG ARM PARTH MAX. Al rovescio, TR POT XXI IMP IIII COS III; S C in basso, la Vittoria andante a sinistra. Anche questa moneta vuole ricordare la vittoriosa campagna contro l Armenia e la Parthia. Al tipo di Cohen 883-884 (?), R.I.C. 948 (ex asta Nomisma 48/2013). Panorama Numismatico 12/2014 15

Fu probabilmente un buon imperatore, anche se rimase sempre all ombra del suo più importante collega (Marco Aurelio) e visse anche forse troppo poco perché potesse lasciare una traccia personale nella politica romana. Come ho detto, non è mia intenzione fare un catalogo esaustivo di tutte le monete che portano al rovescio la raffigurazione della Vittoria: sarebbe un elenco impressionante perché quasi tutti gli imperatori, come anticipavo, a torto o a ragione, hanno fatto coniare monete che celebrassero le loro virtù guerresche. Ma una eccezione e qui faccio un bel salto temporale indietro ritengo di doverla fare per Claudio I, il quale (è storicamente accertato), magari più per merito dei suoi comandanti che suo personale, sottomise la Britannia. E non fu una impresa facile. Ecco, allora, due rarissimi aurei coniati per ricordare la pace raggiunta dopo l assoggettamento della Britannia, avvenuta completamente, dopo tre anni di dura guerra, nel 46. Fig. 11. Aureo di 7,77 grammi coniato a Roma attorno al 50. Al diritto, T CLAVD CAESAR AVG P M TR P XI IMP P P. Al rovescio, PACI AVGVSTAE con la Vittoria in piedi e, davanti, un serpente. Cohen 67 al tipo di, R.I.C. 51 (ex asta Nomisma 48/2013). Fig. 12. Aureo di 7,63 grammi coniato a Roma attorno al 50. Al diritto, T CLAVD CAESAR AVG P M TR P VIIII IMP XVI. Al rovescio, simile al precedente, PACI AVGVSTAE con la Vittoria in piedi e, davanti, un serpente. Cohen 60, R.I.C. 46 (ex asta Nomisma 48/2013). Nota: il serpente di cui al rovescio di questi due aurei, vuole probabilmente rappresentare la Britannia assoggettata a Roma. Fig. 13. Quinario aureo di 3,96 grammi coniato nel 41-42 a Roma o, forse, a Lugdunum. Al diritto, testa laureata di Claudio e legenda TI CLAVD CAESAR AVG P M TR P. Al rovescio, anepigrafe, vi è la Vittoria in volo con uno scudo ai piedi sul quale è scritto OB/CI. Cohen-, R.I.C. -. Probabilmente è un pezzo unico. Il R.I.C., ai nn. 17 e 18, elenca due quinari aurei al tipo della Vittoria, comunque rarissimi ma con caratteristiche diverse del rovescio rispetto a questo: vi è, in entrambi i pezzi, una esplicita legenda VICTORIA AUGVSTI ma la rappresentazione della Vittoria è decisamente diversa: in piedi, scrivente su uno scudo o seduta su un globo (ex asta Nac 24/2002). Fig. 14. Aureo di 7,15 grammi coniato a Roma nel 204. Al diritto, busti di Settimio e Caracalla con legenda IMPP INVICTI PII AVGG. Al rovescio, VICTORIA PARTHICA MAXIMA e la raffigurazione della Vittoria che avanza a sinistra. Cohen 8 (Settimio e Caracalla), R.I.C. 311 (ex asta Nac 38/2007). 16 Panorama Numismatico 12/2014 Ma, dato a Claudio ciò che, giustamente, gli era dovuto, ritorniamo alla fine del III secolo e all inizio del IV. Settimio Severo dedicò uno splendido aureo alla Vittoria e, precisamente, alla vittoria sui Parti (fig. 14). Ma anche il figlio di Settimio, Caracalla, quando divenne il solo imperatore, non volle essere da meno e fece coniare delle belle monete dove la Vittoria è comunque protagonista (figg. 15-17). Fig. 15. Aureo di 7,28 grammi coniato a Roma nel 213. Al diritto, AVTONINVS PIVS FEL AVG. Al rovescio, VICTO- RIA GERMANICA con la Vittoria andante a destra. Cohen 645, R.I.C. 237 var. (ex asta Nac 38/2007).

Fig. 16. Antoniniano di 4,57 grammi coniato a Roma nel 217. Al diritto, busto radiato dell imperatore e legenda ANTONINVS PIVS AVG GERM. Al rovescio, Caracalla è incoronato da una Vittoria; la legenda è VIC PART P M TR P XX COS IIII P P. Cohen 654, R.I.C. 299d (ex asta Nac 29/2005, ma vedi anche InAsta 19/2007). Fig. 17. Raro asse di 11,94 grammi coniato a Roma tra il 202 e il 210. Al diritto, testa laureata dell imperatore e legenda AN- TONINVS PIVS AVG BRIT. Al rovescio, la Vittoria scrive su uno scudo appeso ad una palma; la legenda dice VICTORIAE BRITANNICAE; S C ai piedi della raffigurazione. Cohen 637 var., R.I.C. 467 var. Il R.I.C. lo descrive però come un dupondio (ex asta Nac 25/2008). Ho scritto, più indietro, che la raffigurazione della Vittoria su monete era molto spesso un espediente propagandistico e citavo il caso di Alessandro Severo che di vittorie non ne conseguì proprio ma che non rinunciò a far coniare pezzi pregiati inneggianti alla Vittoria. Presento qui due esempi. Fig. 19. Sesterzio di 17,37 grammi coniato a Roma attorno al 225. Al diritto, IMP SEV ALEXANDER AVG. Al rovescio, la Vittoria stante e la legenda VICTORIA AVGVSTI; S C in basso. Cohen 569, R.I.C. 618 (ex asta Varesi 63/2013). Fig. 18. Aureo di 6,56 grammi coniato a Roma nel 225. Al diritto, busto laureato e legenda IMP C M AVR SEV ALEXAND AVG. Al rovescio, la Vittoria corrente a sinistra con la legenda VICTORIA AVG. Cohen-, R.I.C.- In entrambi i cataloghi le stesse legende e impronte sono riportate per il denario: al n. 180 per R.I.C. e al n. 564 per Cohen (ex asta NAC 40/2007). Siamo così arrivati quasi alla metà del III secolo e i due sfortunati ma anche, a mio avviso, abbastanza improvvisati, nemici di Massimino il Trace, Gordiano padre e figlio, si autoproclamarono imperatori con la convinta conferma del Senato che detestava Massimino. Come sia finita è cosa nota ma ciò non impedì ai due di coniare monete inneggianti alla vittoria (?). Ed ecco, puntuali, due rarissime coniazioni dei primi Gordiani. Fig. 21. Denario di 3,40 grammi coniato a Roma nel marzo-aprile del 238 da Gordiano II. Al diritto, IMP M ANT GORDIANVS AFR AVG con busto a destra laureato. Al rovescio, VICTORIA AVGG con una Vittoria andante a sinistra. Cohen 12, R.I.C. 2 (ex aste Nac 21/2001 e 46/2008). Ovviamente, e con qualche ragione in più, Massimino I aveva a sua volta provveduto a far coniare monete inneggianti alle sue vittorie (figg. 22 e 23). Fig. 22. Denario in ottima conservazione di 2,68 grammi coniato a Roma nel 236-238 (ingr.). Al diritto, MAXIMINVS PIVS AVG GERM. Al rovesci, la Vittoria stante a sinistra con corona e ramo di palma; la legenda è VICTORIA GERM. Cohen 80, R.I.C. 61 (ex asta Acr-ArtCoins Roma 6/2012). Fig. 20. Un bellissimo sesterzio di 22,63 grammi coniato a Roma nell aprile 238 da Gordiano I. Al diritto, IMP CAES M ANT GORDIANVS AFR AVG. Al rovescio, VICTORIA AVG ed S C ai lati della Vittoria andante a sinistra. Cohen 14, R.I.C. 12 (ex asta Nac 38/2007). Panorama Numismatico 12/2014 17

Fig. 23. Rarissimo quinario d argento di 1,26 grammi coniato a Roma nel 237 (ingr.). Al diritto, MAXIMINVS PIVS AVG GERM. Al rovescio, VICTORIA GERM: la Vittoria stante con corona e ramo di palma. Cohen 108, R.I.C. 23 (ex asta Nac 59/2011). Anche Filippo I, prima di ritornare a Roma per celebrare fastosamente il millennio della città, aveva combattuto e vinto contro bellicose tribù di ceppo germanico. E, ovviamente, aveva ricordato queste sue vittorie in moneta. Fig. 24. Antoniniano di 4,24 grammi coniato a Roma nel 247. Al diritto, busto radiato di Filippo e legenda IMP PHILIPPVS AVG. Al rovescio, VICTORIA CARPICA e raffigurazione della Vittoria alata avanzante a destra. Cohen 238, R.I.C. 66 (ex asta NAC 51/2009). Parlando dell immagine della Vittoria sulla monetazione imperiale romana, mi riesce impossibile non citare il rarissimo doppio sesterzio di Traiano Decio che porta al rovescio, appunto, la Vittoria. Normalmente, parlando dei doppi sesterzi di Decio, pensiamo a quello notissimo, anche se non certo comune, che porta la raffigurazione della Felicitas. Meno noto, a mio parere, è il tipo della Vittoria, che riporto qui a fianco in dimensioni evidentemente molto ridotte rispetto all originale. Fig. 25. Doppio sesterzio di circa 40 grammi coniato a Roma nel 250. Al diritto, busto radiato dell imperatore e legenda IMP C M Q TRAIAN- VS DECIVS AVG. Al rovescio, la Vittoria andante a sinistra con la scritta VICTORIA AVG; S C ai lati. Cohen 114, R.I.C. 126. Questo doppio sesterzio, come annotavo poco sopra, è molto più raro del tipo FELICITAS SAECVLI e compare raramente in vendite pubbliche (il sesterzio qui fotografato proviene dall asta Nac 25/2003 ma già in precedenza ne era stato offerto un esemplare in asta Nomisma 21/2002). 18 Panorama Numismatico 12/2014