DALL AUTOVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE (Schema A) al PROGETTO DI MIGLIORAMENTO (Schema B)

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Transcript:

DALL AUTOVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE (Schema A) al PROGETTO DI MIGLIORAMENTO (Schema B) Bologna 10. 05. 2013 1. Steep 7 - (sintesi da pag. 55 a pag. 61 Di CAF & EDUCATION, vedi contributo di Arcangeli 8 marzo 2013) (Istruzioni per l uso) 2. UN ESEMPIO: Programma Azione 1 - Leadership sotto- criterio 3 - Motivare e supportare il personale dell istituzione e agire come modello di ruolo (materiali di supporto: diagramma Isikawa,, tabella-procedura, digramma di SWOT) (Vedi allegati in pdf) 3. I FONDAMENTALI DEL TQM 4. ARCHEOLOGIA DELL AUTOVALUTAZIONE

1. Steep 7 - (sintesi da pag. 55 a pag. 61 Di CAF & EDUCATION, vedi contributo to di Arcangeli 8 marzo 2013) Per utilizzare il Rapporto di Autovalutazione come base per le azioni di miglioramento occorre: una condivisione sostanziale dei prodotti e dei processi del Rapporto di Autovalutazione nell Istituto Scolastico la loro accettazione e approvazione formale da parte degli Organi Collegiali Si valida in tal modo se: 1. il processo di comunicazione nella Scuola Comunità è stato corretto e è condiviso 2. la dirigenza/leadership diffusa conferma la sua intenzionalità ad implementare le azioni di miglioramento

Per utilizzare il Rapporto di Autovalutazione come base per le azioni di miglioramento occorre inoltre: Comunicare i principali elementi emersi dall autovalutazione al personale e a tutti i portatori di interesse che hanno partecipato

La procedura di autovalutazione dovrebbe andare oltre la stesura del rapporto di autovalutazione e condurre direttamente alla definizione di azioni volte a migliorare la performance dell organizzazione (vedi colonna lista di azioni in schema A e spazio Documenti e Plan nello scoring) Il piano d azione e di miglioramento è il principale scopo dell autovalutazione condotta con il CAF e è anche il mezzo per apportare informazioni fondamentali (dati, misure, modifiche nei processi e nelle procedure) al sistema di programmazione strategica dell organizzazione (miglioramento).

IL PIANO DI MIGLIORAMENTO: 1. è un azione di pianificazione sistematica ed integrata che riguarda il funzionamento complessivo dell organizzazione; 2. è fondato sui risultati dell attività di autovalutazione ed è pertanto basato su evidenze e su dati forniti dall organizzazione stessa e cosa assolutamente fondamentale sul punto di vista del personale dell organizzazione; 3. prende spunto dai punti di forza, focalizzandosi nel contempo sull eliminazione dei punti deboli dell organizzazione, associando a ciascuno di essi appropriate azioni di miglioramento.

MIGLIORAMENTO: PRIORITÀ, STRUMENTI, RELAZIONI FRA ELEMENTI DELLA VALUTAZIONE, RELAZIONI CON CIÒ CHE NELL ISTITUTO ESITE GIÀ: -individuare le cause strategiche (cause delle cause) utilizzando: diagramma di Isikawa, gruppi di auto-analisi, focus group; -mettere in relazione i punteggi dell autovalutazione e trovare le relazioni fra fattori abilitanti e risultati utilizzando la competenza intuitiva professionale (esperienza); -Mettere in relazione i risultati dell autovalutazione con tutto ciò che esiste già nell IS; - utilizzare strumenti che facilitino la sintesi, es. il diagramma di Swot (punti deboli, punti forti, risorse, minacce)

IL CAF E UN PERCORSO IN OTTICA DI SISTEMA CHE INIZIA DAL FACILE: L autovalutazione con il CAF è il punto di partenza di una strategia di miglioramento a più lungo termine, che si allarga a macchia d olio. La valutazione metterà in luce alcune aree sulle quali è possibile agire con relativa facilità e rapidità. Agire su di esse aiuterà a dare credibilità al piano di miglioramento rappresentando un ritorno immediato dell investimento effettuato in termini di tempo e formazione e fornendo un incentivo a proseguire: il successo genera successo.

2. UN ESEMPIO Programma Azione 1 - Leadership sotto- criterio 3 - Motivare e supportare il personale dell istituzione e agire come modello di ruolo (materiali di supporto: diagramma Isikawa,, tabella-procedura, digramma di SWOT)

Nerino Arcangeli 9

SCHEDA B PER LA AZIONI DI MIGLIORAMENTO (PROGETTO) Programma Azione 1: Leadership sotto criterio 3 Motivare e supportare il personale dell istituzione e agire come modello di ruolo SUPPORTO UTILIZZABILE PER INDIVIDUARE LE AZIONI CAF & EDUCATION: a. dimostrare la propria disponibilità al cambiamento, considerando i feedback costruttivi proposti dagli altri; b. mantenere il personale regolarmente informato su tutti i temi di interesse o su quelli relativi alle questioni chiave dell istituzione; c. stimolare, incoraggiare e creare le condizioni per la delega di autorità, responsabilità e expertise (empowerment); AMICO: Il DS ricerca sistematicamente suggerimenti e soluzioni dallo Staff di Direzione e dai docenti Il DS propone suggerimenti e soluzioni in base all analisi di dati AZIONE 1.1. Descrizione dell azione (parte contenutistica del progetto): a. analisi dei dati (documentare incidenti o problemi, quantificarli (poca costruttività delle riunioni con perdita di tempo; mancanza di ascendente e consenso con gli studenti,.); b. analisi delle cause; c. analisi dell autovalutazione: collegare questo punteggio basso a altri punteggi bassi e alti; d. analisi del contesto e delle risorse: vedere tutto ciò che nell istituto ha elementi di collegamento con incidenti e problemi, in particolare i processi (orari? formazione consigli di classe?; e. elaborare un progetto Paolo Senni di miglioramento Guidotti Magnani/ intervenire su processi (strumenti utilizzabili: diagramma di SWOTT, tabella procedura, vedi sotto)

SCHEDA B PER LA AZIONI DI MIGLIORAMENTO (PROGETTO) SPONSOR: a seconda della piega che prende l azione, funzione strumentale della formazione in servizio; referente riunioni e dipartimenti RESPONSABILE: persona che ha posto il problema, funzione strumentale, responsabile di processo TEAM OPERATIVO: cordinatori dei consigli di classe o dei dipartimenti; gruppo ad hoc CONTATTI: esperti del ramo, formatori, facilitatori ricerca formazione, INDIRE, Università, AICQ AMBITO: formazione del personale; valutazione dell apprendimento, organizzazione del tempo extracattedradei docenti PORTATOTI di INTERESSE: colleghi come clienti interni, allievi come clienti PUNTI DI FORZA DEFINITI NELL AUTOVALUTAZIONE: disponibilità al cambiamento del corpo insegnante; difesa del numero delle iscrizioni; CONTESTO E AREE DI MIGLIORAMENTO: riunioni, classe, aumento della competenza comunicativa e del controllo delle emozioni

SCHEDA B PER LA AZIONI DI MIGLIORAMENTO (PROGETTO) OPZIONI ALTERNATIVE DA ESPLORARE: risoluzione dei problemi in letteratura e in altri istituti; ausilio di operatori nel campo della psicologia e dell organizzazione; attivare consulenze nel campo del counseling o del TQM VINCOLI: organico, monte ore, calendari, norme vigenti, regolamento di istituto, codice deontologico, RISORSE UMANE NECESSARIE: vedi progetto RISULTATO ATTESO: calo numero incidenti e reclami; aumento della soddisfazione dei risultati del lavoro di gruppo; miglioramento dell apprendimento DATA DI INIZIO: DATA DI CONCLUSIONE:

I FONDAMENTALI DEL TQM RIFERIMENTI Strumenti e principi della Qualità (approccio mentale / cultura / metodologia) COMPETENZE Tener presente contemporaneamente più dimensioni / ambiti / bisogni Dettagliare, scomporre, ricomporre S F O N D I N O Qualità formale vs qualità sostanziale Modelli (ISO, EFQM, CAF, SAPERI, RS200) Vedere per processi / progetti Elaborare e analizzare dati Progettare Misurare, valutare, monitorare Ascoltare, motivare R M A T I V I

ARCHEOLOGIA DELL AUTOVALUTAZIONE Sacchi, G.C., Senni, P., Bonora, A., Autovalutazione Un progetto IRRSAE per la sperimentazione di percorsi, Innovazione educativa, IRRSAE ER, Anno XIX, n. 4, luglio-agosto 1999, pp. 21-24. Vescini, C., Senni, P., Autovalutazione, ermeneutica, interrogativi, Innovazione educativa, IRRSAE Er, Anno XX, n. 3, maggio-giugno, 2000, pp. 20-21. Senni, P., Vescini, C., Autovalutazione: norma o risorsa? Una mappa di riferimento, Innovazione Educativa, IRRSAE ER, n. 6, Novembre-dicembre 2000, pp. 31-33. Senni, P., Bonora (a cura di), A., Valutazione & Autovalutazione, Temi Editore, Bologna, 2001, pp. 325. Senni, P., Vescini, C., Autovalutazione ed eterovalutazione, Innovazione Educativa, Irrsae ER, n. 1, Gennaio-Febbraio 2001, pp. 28-29. Senni, P., Vescini, C., Ricerca e autovalutazione, Innovazione Educativa, Irre ER, n. 3, Maggio-Giugno 2001, pp. 25-28. Luisi, A., Senni, P. (a cura di), Strumenti per l autovalutazione negli istituti scolastici, T.E.M.I., Bologna, 2003. Arcangeli, N., EFQM: un modello di autovalutazione per fare il punto verso l eccellenza, in Luisi, A., Senni, P. (a cura di), Strumenti per l autovalutazione negli istituti scolastici, T.E.M.I., Bologna, 2003

NOVEMBRE 2001 Valutazione & autovalutazione Valutazione Decisioni Strumenti Contenuti Risorsa Indicatori EPISTEMOLOGIA DELL AUTOVALUTAZIONE Definizioni Autoanalisi autovalutazione Principi e TQM Eterovalutazione Ricerca Progettare e valutare Autoanalisi di istituto

LE ORGANIZZAZIONI SCOLASTICHE SONO COMPLESSE SOTTOSTANNO ALL OBBLIGO DI RENDICONTAZIONE (comma 9, art. 21, L. 59) POSSONO ESSERE VALUTATE CON INDICATORI QUALITATIVI E QUANTITATIVI AUTOVALUTAZIONE PERCHE? SONO ANALIZZABILI IN TERMINI DI PUNTI FORTI E PUNTI DEBOLI Aprile 2002 SONO SCOMPONIBILI IN PROCESSI E SOTTOPROCESSI SONO ANALIZZABILI IN TERMINI DI PROGETTO, PROCESSO E PRODOTTO DEVONO RAGGIUNGERE LO SCOPO, MA POSSONO FALLIRE