Rassegna Stampa. Martedì 26 febbraio 2013



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Rassegna Stampa Martedì 26 febbraio 2013 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende 20129 Milano Via Mameli, 11 Tel. 0243990431 Fax 0245409587

Rassegna del 26 febbraio 2013 ASL BRESCIA Il Giornale Di Brescia 42 MEDIAZIONE PENALE PER I MINORI; GIÀ 199 I «CASI» TRATTATI A BRESCIA Elisabetta Nicolia 1 Bresciaoggi 41 MINORI, SONO FURTO E SPACCIO, I REATI PIÙ DIFFUSI NEL BRESCIANO Lisa Cesco 3 Bresciaoggi 45 DISCO VERDE AL PROGETTO PER IL GOLF AL SANTELLONE Mma 4 SANITÀ LOMBARDIA Il Giornale Di Brescia 34 PREVENZIONE MALATTIE RARE, UNA GOCCIA DI SANGUE SALVA I BIMBI Anna Della Moretta 5

Mediazione penale per i minori; già 199 i «casi» trattati a Brescia La legge privilegia la prevenzione, la deterrenza e il reinserimento sociale. Misura che sirivelaefficace al pari della «messa in prova» L'ATTESA Presto si inaugura il Centro di prima accoglienza per minori in attesa di udienza di convalida dell'arresto Età «fragile», l'adolescenza. Età di positivi recuperi, quando la Giustizia di concerto con i servizi sociali entra nel vissuto del ragazzo che ha deviato dalle regole per accompagnare il suo cammino di maturazione e presa di consapevolezza. L'Italia dispone di una legge avanzata, la 448 del 1988, che privilegia la prevenzione, la deterrenza e il reinserimento sociale. La «messa alla prova» e la «mediazione penale» si dimostrano, alla prova dei fatti, misure spesso efficaci. Sui percorsi alternativi al carcere minorile investono di concerto e con esiti incoraggianti il sistema giudiziario e gli enti locali. Prossima è l'inaugurazione del Centro di prima accoglienza per minori in attesa di udienza di convalida dell'arresto: iniziativa sostenuta da Comune, Provincia e Asl affidata per la gestione al Gruppo Fraternità. Un momento di formazione per amministratori pubblici e operatori dei servizi sociali è stato ieri proposto nella sede regionale di via Dalmazia a cura di Acb Servizi e Amministrazione provinciale. L'assessore Aristide Peli ha richiamato in apertura l'attività del Servizio di mediazione penale minorile avviato dal 2008 per le quattro province della Lombardia orientale che fanno capo alla Corte d'appello di Brescia. Il Servizio ha preso in carico nell'arco di quattro anni 199 casi per un totale di 265 indagati e imputati, con prevalenza dei maschi (215) rispetto alle ragazze e degli italiani (202) rispetto agli stranieri. La mediazione puntava all'incontro con le parti offese per una prima forma di riparazione: 173 le persone fisiche interessate, undici gli enti pubblici e privati. In 42 casi (secondo i dati riferiti ad aprile 2012) si è avuto esito positivo. Il responsabile dell'equipe psicologica presso il Servizio sociale minorenni del Tribunale di Brescia (e presidente dell'ordine degli Psicologi della Lombardia) Mauro Vittorio Grimoldi si è soffermato sulla necessità di capire la situazione in cui e avvenuto il fatto: non per giustificarlo, ma per prefigurare l'intervento più efficace. Rispetto alle 36.549 denunce di ragazzi tra i 14 e i 18 anni presentate alle Procure nel 2009 (oltre la soglia dell'imputabilità ma al di sotto della competenza del Tribunale ordinario) 4.675 erano i crimini registrati in Lombardia, di cui un migliaio nel territorio della Corte d'appello di Brescia. 1300 furti e gli 80 reati relativi alla legislazione sugli stupefacenti danno il primato a queste tipologie, ma spicca il dato relativo ai reati sessuali, che a Brescia e Bergamo si ripetono con frequenza superiore alla media nazionale. Il fenomeno richiede una particolare attenzione e un investimento sia sull'attività preventiva sia sulla valutazione dei casi. La legge tende a ridurre la detenzione e di fatto sono solo 53 i posti al Beccaria. L'esperienza di valutazione dice che sono spesso ragazzi fragili a deviare: mandati per obbligo, molti tornano spontaneamente dallo psicologo, figura non prevista dalla nostra legislazione scolastica al contrario di quanto avviene in Europa. Sempre più si fa ricorso alla «messa alla prova», con la so- ASL BRESCIA Pag. 1

spensione del processo, lavalutazione della personalità del minore e il suo affidamento ai servizi minorili dell'amministrazione giudiziaria, in collaborazione con gli enti locali: in Italia nel 2011 si sono avuti 3.216 provvedimenti in tal senso, 172 a Brescia. L'esito positivo della prova porta all'estinzione del reato. Elisabetta Nicoli ASL BRESCIA Pag. 2

SOCIETÀ! I dati sono emersi nel corso di una giornata di studio al Pirellino in via Dalmazia Minori, sono furto e spaccio i reati più diffusi nel Bresciano Il prossimo 11 marzo la firma ufficiale del protocollo d'intesa, tra gli enti coinvolti, per l'apertura del centro di prima accoglienza Lisa Cesco Alla base di bullismo e delinquenza minorile c'è spesso un sostrato di vulnerabilità e insicurezza, come dimostrala casistica degli adolescenti incappati nelle maglie della giustizia. Pensando a loro a breve verrà aperto in via Orzinuovi un centro di prima accoglienza per minori arrestati e in attesa dell'udienza di convalida, evitando il loro trasferimento nel carcere Beccaria di Milano. Il centro, che nascerà in seno a una comunità di pronto intervento gestita dal Gruppo Fraternità, ed è promosso d'intesa fra Tribunale dei minori, Comune, Asl e altre realtà del territorio, «rappresenta un ulteriore passo avanti che il territorio bresciano sta facendo nell'ottica della massima attenzione nei confronti dei minori, per assicurarne una presa in carico complessiva», dice la presidente del Tribunale dei minori Maria Carla Gatto, anticipando che il prossimo 11 marzo ci sarà la firma ufficiale del protocollo d'intesa fra gli enti coinvolti. Proprio sul tema della devianza minorile assistenti sociali, psicologi, educatori e amministratori locali si sono riuniti ieri al Pirellino di via Dalmazia per una giornata di approfondimento condotta da Mauro Vittorio Grimoldi, presidente dell'ordine degli psicologi della Lombardia e responsabile dell'equipe di psicologi attiva presso il servizio sociale minorenni del Tribunale di Brescia. In Italia sono oltre 36 mila le denunce annuali alle Procure dei minori, in Lombardia ogni anno sono circa 4700 i crimini commessi da minori, mentre 53 sono i detenuti nel carcere minorile Beccaria di Milano, punto di riferimento per l'intera regione. LA CORTE D'APPELLO di Brescia - cui fanno capo anche i territori di Bergamo, Mantova e Cremona - segue annualmente un migliaio di crimini commessi da minori (prevalentemente maschi, che rappresentano più del 90 per cento). «I reati più comuni nel Bresciano, in linea con quanto accade nel resto della Lombardia, sono il furto e lo spaccio di stupefacenti», dice Grimoldi. Le statistiche locali parlano di circa 300 furti all'anno commessi daminoli, 80 casi di spaccio di 1 magistrato Maria Carla Gatto W La sanzione in sé non funziona, ma è necessario capire cosa c'è dietro l'azione MAURO VITTORIO GRIMOLDI ORDINE DEGLI PSICOLOGI LOMBARDI \1 Fondamentale una formazione adeguata per gli amministratori locali ARISTIDE PELI ASSESSORE PROVINCIALE stupefacenti, 50 rapine, 20 reati di violenza sessuale (dato preoccupante se si considera che negli ultimi dieci anni 212 giovani bresciani sono stati incriminati per reati sessuali, che come gravità sono secondi solo all'omicidio). Spesso ci si aspetta che gli adolescenti che delinquono abbiano soprattutto problemi di controllo dei propri impulsi, «in realtà il dato più evidente è il disagio e la fragilità - fa notare Grimoldi -. Per questo l'intervento sanzionatorio in sé non funziona, ma è necessario capire cosa c'è dietro l'azione commessa, da quel ragazzino». Buoni risultati, ad esempio, sta dando la mediazione penale minorile, che prevede uno o più incontri tra il reo e la vittima e favorisce una responsabilizzazione sul danno causato e sulle possibilità di riparazione: a Brescia questo servizio è stato avviato dal 2008, e finora ha coinvolto 265 indagati/ imputati e 184 persone offese. Più in generale per lavorare su prevenzione e reinserimento sociale servono interventi sinergici fra istituzioni, famigliae gruppo-classe. «Edèfondamentale un'adeguata formazione su questi temi anche per gli amministratori locali - sottolinea l'assessore ai Servizi sociali della Provincia, Aristide Peli -, chiamati a fare la propria parte e a non trascurare un aspetto centrale qua! è l'ambito sociale». ei RIPRODUZIONE RISERVAI A ASL BRESCIA Pag. 3

CHIARI. Ambiente Disco verde al progetto per il Golf al Santellone Disco verde per il progetto di un campo da golf in località Santellone, nel territorio di Chiari. L'amministrazione comunale clarense ha comunicato ieri sera che è stato dato il parere favorevole di tutte le autorità intervenute sul progetto per la Valutazione ambientale strategica. La promozione sul fronte ambientale dell'intervento, fortemente voluto dall'istituto Morcelliano (e accolto non senza accese critiche da un agguerrito «fronte del no» nelle scorse settimane) è arrivata da Asl, Arpa, Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici, nonché da quella per i beni archeologici. Un sostanziale via libera che arriva da più fronti «tecnici» e istituzionali Adesso dunque, strada spianata per l'ente diretto da don Alberto Boscaglia: l'unico inghippo potrebbe soltanti rivelarsi la tenuta finanziaria dell'intervento, che verrà vagliata attentamente dall'ente, visto che legato all'opera sportiva c'è anche un insediamento residenziale di pregio, che prevede la costruzione di alcune villette. «Senza la vendita in anticipo - ha ricordato lo stesso don Alberto Boscaglia - non poseremo un mattone, lutto avverrà con acquisto anticipato, anche perché abbiamo sempre detto che la nostra operazione è finalizzata a costruire le nuove scuole elementari». E ora si può passare all'azione. M.MA. Investito fuori dal seggio: muore pensionato a Piatucco m&i RIPRODUZIONE RISERVATA ASL BRESCIA Pag. 4

Prevenzione Malattie rare, una goccia di sangue salva i bimbi Lo screening neonatale permetterebbe di individuare circa 60 patologie metaboliche, alcune letali se non curate. Eppure in Italia l'esame viene fatto solo per il 25% dell'elenco. La Lombardia lo ha deliberato, ma non ancora applicato Combattere le malattie rare con una sinergia che non conosce frontiere, mettendo in comune conoscenza e buone prassi mediche e scambiando il più possibile dati e informazioni. È questo il messaggio lanciato in occasione della sestagiornata mondiale delle malattie rare, promossa dalla European Organization for Rare Disease (Eurordis) in 63 Paesi del mondo dopodomani, 28 febbraio. Sono più di 6.000 le malattie rare e oltre 30 milioni le persone che ne sono affette in Europa, che diventano 60 milioni se si considerano anche gli Usa. In questo contesto, «fare rete» è essenziale per far uscire i pazienti dall'isolamento e dalla solitudine. Ma cosa sono le malattie rare? Sono quelle che colpiscono un numero ristretto di persone e di conseguenza generano problemi specifici legati alla loro rarità. Il limite stabilito in Europa è di una persona affetta ogni 2.000. Una malattia può essere rara in una regione, ma essere frequente in un'altra; ad esempio, latalassemia, un'anemiadi origine genetica, è rara nel Nord Europa, ma è frequente nelle regioni del Mediterraneo. Ancora, la «malattia periodica» è rara in Italia, ma è diffusa in Armenia. Allo stesso modo, esistono molte malattie che possiedono varianti rare. «Se è vero che quasi tutte le malattie genetiche sono malattie rare, non è altrettanto vero che tutte le malattie rare abbiano un'origine genetica; ad esempio, esistono malattie infettive molto rare, così come malattie autoimmuni e carcinomi rari. La causa di molte malattie rare non è oggi ancora nota» si legge sul sito web www.orphanet-italia.it, portale di riferimento di un vasto pubblico per le informazioni sulle malattie rare e sui farmaci orfani. Le malattie rare sono gravi, spesso croniche e talvolta progressive. Possono presentarsi già alla nascita o durante l'infanzia, come nel caso dell'amiotrofia spinale infantile, della neurofibromatosi.dell'osteogenesi imperfetta, delle condrodisplasie o della sindrome di Rett oppure, come accade in più del 50% delle malattie rare, comparire nell'età adulta, come la malattia di Huntington, la malattiadicrohn, lamalattiadicharcot-marie-tooth, la sclerosi laterale amiotrofica, il sarcoma di Kaposi o il cancro della tiroide. La rarità delle malattie fa sì che le conoscenze scientifiche e mediche siano inadeguate. Malattie che sono state ignorate a lungo da medici, ricercatori e istituzioni e non esistevano.finoa pochi anni fa, attività scientifiche e politiche che avessero come obiettivo la ricerca in questo ambito. Ancora oggi, per la maggior parte di queste malattie, non c'è una cura efficace, anche se molti trattamenti adeguati effettuati in Centri regionali di riferimento possono migliorare la qualità di vita dei pazienti. Per tutte queste malattie, la scienza può dare risposte. Attualmente oltre un centinaio di malattie rare possono essere diagnosticate attraverso i test biologici. Nel caso delle malattie metaboliche, ad esempio, basterebbe il prelievo di poche gocce di sangue per diagnosticarne fino a 60, alcune delle quali così gravi che il ritardo della diagnosi può essere letale. Nel nostro Paese questo esame, lo screening neonatale, viene fatto solo sul 25% della «rosa» delle metaboliche. Ma ci sono situazioni in cui si garantiscono solo i tre esami obbligatori a livello nazionale (art.6 della legge quadro 5 febbraio 1992, n.104: ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria). Al di là di queste tre patologie, infatti, la diagnosi tempestiva delle altre malattie metaboliche riconoscibili con screening neonatale si basa ancora su delibere regionali, con conseguenti forti disparità lungo la penisola. Nell'ultimo rapporto tecnico della Società italiana per lo studio delle malattie metaboliche ereditarie e lo screening neonatale sui centri nazionali si legge che, ad oggi, solo in Toscana lo screening neonatale per individuare lapresenzadi un'eventuale malattia metabolica viene applicato per legge. Via libera dalla Regione anche in Lombardia, anche se in attesa di attuazione. Con la Tandem Mass (spettrometria di massa) applicata allo screening neonatale, tra le principali patologie visibili alla nascita figurano: ipotiroidismo congenito; iperplasia congenita del Surrene o Sindrome adrenogenitale congenita; deficit di biotinidasi; galattosemia; fenilchetonuria e iperfenilalaninemia; malattia delle MEDICINA & FARMACOLOGIA SANITÀ LOMBARDIA Pag. 5

urine a sciroppo d'acero oleucinosi; difetti dell'ossidazione degli acidi grassi; difetti del ciclo della carnitina; glutaricoaciduriadi tipo I e II; isovalerico aciduria; propionico aciduria e tirosinemia. I criteri generali nella determinazione delle patologie per cui attuare lo screening neonatale sono: la patologia non è visibile al momento della nascita: il neonato appare sano; la patologia ha un'incidenza relativamente alta nella popolazione nazionale; un ritardo nella diagnosi genera danni irreversibili o morte del bambino; l'esistenza di un test semplice, attendibile ed economico; un intervento tempestivo migliora il decorso della patologia e rende buona la qualità della vita dell'individuo. Anna Della Moretta Grazie agli screening neonatali è possibile diagnosticare moltissime malattie metaboliche, ma ad oggi la pratica è limitata a pochissime patologie MEDICINA & FARMACOLOGIA SANITÀ LOMBARDIA Pag. 6