ISTITUTO COMPRENSIVO VALENZA A 12 DICEMBRE 2018 Dott.ssa Laura Rosa Riccardini Siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi.
Perché siamo qui?
I B.E.S. o S.E.N. sono definiti dall I.C.F. come «qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento permanente o transitoria in ambito educativo o di apprendimento dovuta all interazione fra vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata» Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012 Strumenti di intervento per alunni con B.E.S. e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. Circolare Ministeriale n. 8/2013
Modello italiano di integrazione scolastica dalla fine degli anni 70: scuola come luogo di conoscenza, sviluppo, socializzazione per tutti, dove gli aspetti inclusivi prevalgono sugli aspetti selettivi. Inclusione I.C.F. Modello bio-psico-sociale
L area dei B.E.S. riguarda lo svantaggio scolastico ed è un area molto ampia Disabilità L.104/92 (n.b. dà diritto all insegnante di sostegno) Necessita di Certificazione e P.E.I. Svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale Richiede un attenta analisi del contesto Disturbi evolutivi specifici Le classificazioni diagnostiche, pur con tutti i loro limiti, sono utili non solo dal punto di vista clinico, ma anche sul piano della progettazione e del metodo educativo
DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: D.S.A. L. 170/2010 e successive Linee Guida Deficit del linguaggio Deficit delle abilità non verbali (visuo-spaziali) Deficit della coordinazione motoria (disprassia) A.D.H.D. o D.D.A.I. F.I.L.
E anche Disturbo oppositivo provocatorio Disturbo della condotta in adolescenza Disturbi d ansia Disturbi dell umore La direttiva Miur del 2012 si sofferma in modo particolare sui casi di Funzionamento intellettivo limite (borderline) stimati al 2,5 % della popolazione scolastica
Vi è la necessità di estendere ai casi B.E.S. le indicazioni contenute nella L. 170/2010 «Nuove norme in materia di disturbi specifici dell apprendimento in ambito scolastico» e successive Linee Guida del luglio 2011, allegate al D.M. 5669/2011, come menzionato più volte dalla stessa Direttiva Ministeriale del dicembre 2012 e dalla Circolare Ministeriale n. 8/2013. «Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento»
Cosa fa una famiglia di fronte alle difficoltà scolastiche? Cosa fa la scuola di fronte a un bisogno educativo speciale?
Ho un dubbio Mio figlio non impara Non dico niente a nessuno Mi confronto con qualcuno.. So di che cosa si tratta o no Credo di sapere la causa Trovo da solo una soluzione Chiedo spiegazioni a Mio figlio fa fatica Mio figlio non sta bene
Ho un dubbio Questo alunno non impara Non dico niente a nessuno Mi confronto con qualcuno.. So di che cosa si tratta o no Credo di sapere la causa Trovo da solo una soluzione Chiedo spiegazioni a Chiedo all alunno Chiedo al genitore Chiedo ad un esperto Questo alunno non sta bene Questo alunno fa fatica
Se perdiamo troppo tempo Il bambino/ragazzo sperimenta insuccessi e tensioni
Coltivare la rete - Costruire la fiducia Attivare e Mantenere contatti Attivare e Mantenere dialogo Formazione Docenti
Soprattutto va alimentata la Fiducia del Bambino in Se stesso Il bambino non è uno spettatore Il bambino si fa delle idee ed opinioni Il bambino cresce costruendo idee di se stesso
Strumenti compensativi Attività di recupero individualizzato P.D.P. Misure dispensative Didattica speciale e strategie Forme di verifica e valutazione
Il Consiglio di classe, o il Team docenti, presa visione della documentazione clinica, elabora Il Piano Didattico Personalizzato entro la fine di novembre di ogni anno scolastico. Il P.D.P. è obbligatorio, è uno strumento di lavoro e condivisione per gli insegnanti e le famiglie. Ha la funzione di documentare le strategie di intervento programmate.
Per la Regione Piemonte esiste una Delibera Regionale n. 16 7072 del 2014, in seguito alla quale è stato formato un gruppo di lavoro presso l U.S.R. Scheda di collaborazione scuola-famiglia Allegato 2/Allegato 3 È essenziale per l avvio dell iter diagnostico Presso l Asl.
STRATEGIE DI STUDIO NON SONO SPONTANEE COINVOLGONO ABILITÀ COMPLESSE ATTIVITÀ METACOGNITIVE PERSONALI DIPENDONO DALLO STILE COGNITIVO E PERCETTIVO SUPPORTANO LA MEMORIA SONO PIÙ EFFICACI SE L APPRENDIMENTO È SIGNIFICATIVO SONO DIVERSE DA DISCIPLINA A DISCIPLINA
STRATEGIE DI STUDIO PROCEDURE SCELTE, CONSAPEVOLI, AUTOREGOLABILI CHE SI POSSONO METTERE IN ATTO PER IMPARARE PIÙ FACILMENTE. QUALI SONO? SEMPLICE COMPLESSO COME SI IMPARANO? ACCOMODAMENTO PERCHÉ È DIFFICILE ABITUARSI USARLE?
STRATEGIE ATTIVABILI CON LE MAPPE
MAPPE O NON MAPPE NON RIESCO A STUDIARE SENZA COMPRENDERE QUALSIASI STRATEGIA DI STUDIO DI UN TESTO IMPLICA LA SELEZIONE DELLE INFORMAZIONI CHE DEVONO ESSERE TRASFERITE DALLA WM ALLA MLT. PIÙ AMPIA È LA MIA FAMILIARITÀ CON GLI ARGOMENTI CHE STO STUDIANDO MINORE SARÀ LA FATICA CHE FARÒ (LE RISORSE MENTALI CHE DOVRÒ IMPEGNARE)
STRATEGIE DI STUDIO
MAPPE E SCHEMI SCHEMATIZZARE UNO SCHEMA È UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE VISIVA E STRUTTURATA DELLE CONOSCENZE. LE INFORMAZIONI DEL TESTO SONO TRASFORMATE IN RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE CHE HANNO IL VANTAGGIO DI RENDERE PIÙ VISIBILI LE RELAZIONI NON ALTRETTANTO EVIDENTI IN UN TESTO LINEARE. PER SCHEMATIZZARE POSSO USARE
MAPPE PER LO STUDIO MAPPE MENTALI MAPPE IN FORMA CARTACEA O INFORMATIZZATA MAPPE CONCETTUALI MAPPE A SINTASSI LIBERA
DISEGNI E SIMBOLI MAPPE CON TABELLE DATE E LINEE DEL TEMPO LISTE DI PAROLE CHIAVE SCALETTE
MAPPE CONCETTUALI LE FALSE CREDENZE SULLE MAPPE NON RICHIEDONO PARTICOLARI CAPACITÀ PER ESSERE COSTRUITE RIDUCONO DI MOLTO IL TEMPO DEDICATO ALLO STUDIO SONO UTILI PER QUALSIASI MATERIA E ARGOMENTO LE MAPPE FANNO I MIRACOLI
MAPPE MENTALI UN ESEMPIO DI MAPPA MENTALE: Sport che pratico Quali, Dove, Come, Quando, Perché Giochi individuali e di gruppo Persone, amici, parenti che frequento Quali, Dove, Come, Quando, Perchè Testo: Il mio tempo libero Letture e disegno per piacere Durante la settimana/nel week- end Attività che svolgo insieme a mamma e papà Musica Programmi televisivi Nella bella stagione/ in inverno
MAPPE CONCETTUALI - ORDINANO I CONCETTI IN MODO GERARCHICO DALL ALTO AL BASSO (A PIRAMIDE) - DISTINGUONO TRA CONCETTI CENTRALI O PERIFERICI - EVIDENZIANO I NESSI, I LEGAMI, LE RELAZIONI LOGICHE TRA I CONCETTI - SI POSSONO MODIFICARE IN ITINERE ED ESPANDERE - NON ESISTE UNA MAPPA «COMPLETAMENTE GIUSTA» O «COMPLETAMENTE SBAGLIATA» - SE SONO COSTRUITE IN MODO ADEGUATO POSSONO ESSERE USATE COME STRUMENTO COMPENSATIVO DURANTE LE INTERROGAZIONI O LE VERIFICHE SCRITTE - RENDONO POSSIBILE UN RIPASSO PIUTTOSTO VELOCE DI TANTI CONTENUTI PRIMA DI UNA PROVA
STRATEGIE DI STUDIO UN ESEMPIO DI MAPPA CONCETTUALE Le stagioni Primavera nuvole sono determinate da estate inquina mento Più lungo in estate Più breve in inverno Influenzata da Durata del giorno (dì) Inclinazion e dell asse quantità di luce solare dipende da Altezza del sole sull orizzonte Posizione nell orbita autunno inverno Più basso in inverno Più alto in estate
MAPPE CONCETTUALI What Where Who 5 W + 1 H How When Why