"Luoghi non comuni: Taceno e Parlasco tra leggende e storie"



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"Luoghi non comuni: Taceno e Parlasco tra leggende e storie" STORIA DEL PROGETTO Il progetto denominato Luoghi non comuni: Taceno e Parlasco tra leggende e storie, inserito nel programma di sviluppo del Sistema Turistico Lago di Como, si è posto come obiettivo quello di creare un percorso artistico-culturale volto a riscoprire tradizioni, leggenda, storia e ambiente naturale nell intento di favorire un turismo culturale, di rafforzare il legame dei giovani con la cultura e le tradizioni e al contempo di riqualificare e valorizzare il vecchio nucleo di Taceno. L intervento ha comportato la realizzazione di una serie di affreschi nei Comuni di Taceno e Parlasco. Nel vecchio borgo di Parlasco il ciclo di affreschi, dipinti sulle pareti esterne degli edifici situati nel vecchio borgo, descrive alcune scene del libro di Antonio Balbiani Lasco il bandito della Valsassina. A Taceno invece nel vecchio nucleo, lungo la via Vittorio Emanuele, che corrisponde all'antico tracciato della "Bisaga", che collegava l'alta Valle a Parlasco e che portava il nome della strega di Tartavalle, sono state realizzate una serie di opere rappresentative dei vecchi mestieri e delle attività commerciali insediate un tempo lungo Via Vittorio Emanuele. Queste finestre sul passato raccontano, con un linguaggio figurativo, gli antichi lavori o le attività affinché le nuove generazioni ricordino e riconoscano le proprie radici, le proprie tradizioni e la propria cultura d origine. Le opere sono state realizzate con la tecnica dell affresco, tecnica pittorica che garantisce una lunghissima durata nel tempo e che ha avuto nei secoli precedenti una lunga tradizione espressiva.

"Ogni affresco rappresenta un particolare lavoro, un particolare momento che ha fatto la storia delle nostre valli e dei nostri monti. Tanto lavoro e tante fatiche che hanno saputo garantire quel minimo di sopravvivenza indispensabile a questi luoghi non comuni. Proprio in questi monti, apparentemente ostili, l uomo ha saputo trarre di che vivere: ha ricavato materie prime per forni, fucine, magli, ha allevato bestiame e coltivato campi, ha tagliato la legna. Chi restava in paese non conosceva l ozio: c era da lavorare il latte per produrre il burro e i formaggi, fare la farina per la polenta e il pane; le donne si occupavano anche della casa e dei figli... Oltre alla fatica e il lavoro c erano le feste, legate alle ricorrenze religiose, i momenti di serenità, di intimità famigliare, di umanità. Forse i migliori testimoni di questa vita erano i bambini con i loro giochi semplici. Queste finestre sul passato ci hanno colto per la verità un po di sorpresa, hanno rimesso in moto storie, ricordi, speranze, amicizie; i racconti si sono fatti più fitti e la voglia di fare ha ritrovato una energia nuova. E un omaggio ai più anziani per la loro operosità, è uno sprone ai più giovani per un rinnovato amore alla terra, al lavoro, al rispetto di coloro che alla montagna hanno dedicato la vita" Taceno, domenica 16 settembre 2007 - inaugurazione "Luoghi non comuni, una finestra sul passato" Marisa Fondra, Sindaco di Taceno Il primo affresco ha un carattere didascalico: Una finestra sul passato è il titolo dell opera di Irene Colombo di Moggio che ha ripreso tre scorci del paese fotografati all inizio del Novecento.

Si incontrano poi Vita nei campi di Pavel Gutu Stare insieme di Luigi Mantica valsassinese di Introbio "l fornaio" e "Il ramaio" di Tiziano Lucchesi

"Il casaro" di Donato Frisia jr. "Il maniscalco" di Eliana Pechenino e Erika Riehle Quattro chiacchiere in trattoria di Paola Magini "Ringraziamento di Salvo Caramagno

Quotidianità Citera della lecchese Rosalba Emozioni e giochi d altri tempi di Franco Mora Frutti e colori della nostra valle di Manuela Sabatini e infine "Il ciabattino" di Rolando De Filippis.

L immagine di Taceno è così impreziosita da questi tredici affreschi dai quali si capisce quanto il lavoro soprattutto quello artigiano aveva una sua intrinseca validità in quanto era in stretta connessione con l ambiente naturale e con le risorse che questo offriva, era inserito e traeva la propria motivazione dal non esaurirsi nel chiuso di una bottega ma dall essere un attività a favore della comunità e che dalla comunità riceveva il giusto riconoscimento. Vasta è la gamma di attività professionali che si sono rapidamente estinte negli ultimi decenni. Di qui il desiderio di fissarne almeno alcune in questi affreschi che sono sì il documento di una fatica e di un impegno ma soprattutto di una condizione esistenziale. Quest ultima è il comune denominatore che dà unitarietà ad una trattazione pittorica che abbraccia il lavoro del contadino, del piccolo artigiano, della industria familiare come quella del fornaio e del casaro, fino alla quotidianità della condizione femminile, espressa nel bucato lungo la sponda del torrente. Sono immagini, volti e lavorazioni che rimandano ad un lungo periodo della storia della Valsassina dove gli Statuti medioevali imponevano ai lavoranti di non emigrare portando con sé i segreti dei mestieri considerati patrimonio dell intera comunità che molti hanno già dimenticato e che i più giovani non hanno fatto in tempo a conoscere. Taceno ha imboccato questa strada per divulgare la memoria del paese. La storia del paese infatti è un tutt uno con la storia delle attività economiche locali, nelle quali l artigianato di matrice rurale è stato parte determinante. In particolare si evince la lotta dell uomo di montagna per la propria sussistenza, il suo costante rapporto di amore con la natura, per la sua quotidiana fatica alleviata dalla solidarietà e dalla condivisione, valori che possono essere punto di riferimento anche per la nostra società post industriale. Alcuni testi e le immagini della scheda sono stati tratti www.comune.taceno.lc.it e dal sito www.valsassinacultura.it Via Roma, 4-23837 Taceno (Lc) Tel : 0341 880112 Fax : 0341/880375 Web : www.comune.taceno.lc.it Mail : info@comune.taceno.lc.it dal sito del Comune di Taceno