Considerando la distribuzione dei laureati nei diversi settori scientifici (Grafico ) si osserva che nel 2015 l Italia è il Paese con il

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Transcript:

Considerando la distribuzione dei laureati nei diversi settori scientifici (Grafico 1.3.1.4.) si osserva che nel 2015 l Italia è il Paese con il valore cumulato più basso. In particolare per la limitata quota di laureati in ingegneria e sanità e welfare, settori che invece rappresentano il punto di forza di molti altri Paesi come Corea del Sud, Polonia e Germania. 51

1.3.2 I dottori di ricerca in discipline scientifiche Analizzando la distribuzione per area disciplinare dei dottori di ricerca in Italia nel 2014 (Grafico 1.3.2.1.), si registrano le frequenze più alte nelle aree di Ingegneria (in totale 2.044) e Scienze mediche (1.712), seguite da Scienze biologiche e chimiche (1.018); ridotta è invece la quota di dottori di ricerca in Scienze fisiche e matematiche (639). Ingegneria dell informazione (115) e Ingegneria industriale (107) registrano il numero più elevato di dottori di ricerca stranieri. 52

Rapportando il numero di persone che hanno ottenuto il titolo di dottore di ricerca in discipline scientifiche ed ingegneristiche e il numero di diplomati in scuole secondarie professionali (Grafico 1.3.2.2), la Polonia registra i valori più bassi, mentre Germania e Spagna hanno valori simili e guidano la classifica distaccando di molto gli altri Paesi. L Italia, con l,157%, occupa una posizione bassa, peraltro con un leggero miglioramento rispetto al 2014 (+0,9%). 53

1.3.3 Gli studenti universitari in discipline scientifiche I dati sulla distribuzione degli studenti universitari nelle aree scientifiche a più alto potenziale di innovazione (Grafico 1.3.3.1) evidenziano che in Italia, tra gli anni 2003/04 e 2016/17, non ci sono state variazioni significative, con i corsi in Economia, Ingegneria e Medicina che rappresentano la scelta per più del 31% degli studenti. Rispetto al 2003/04, l unica variazione degna di nota è la maggiore affluenza ai corsi di Ingegneria e Medicina che, in 14 anni, incrementano il numero di studenti rispettivamente del 3,2% e del 2,1%. 54

Tra i corsi di laurea magistrale a più alto potenziale di innovazione (Grafico 1.3.3.2), nel 2014, la percentuale maggiore di immatricolati si registra per l area Salute e benessere (24,2%) e Ingegneria (14,9%). Se si considerano i dottorati, invece, prevalgono gli iscritti nell area ingegneristica (21,2%), così come per le lauree triennali (17,4%). 55

1.3.4 La spesa pubblica per educazione La spesa pubblica sostenuta per l istruzione e la formazione in percentuale del PIL (Grafico 1.3.4.1) è un indicatore significativo dell impegno di un Paese nelle strategie di innovazione e ricerca. L Italia nel 2014 si posiziona quart ultima (4%) fra i Paesi europei, ben al di sotto della media europea (4,9%). In cima alla classifica sono i Paesi del nord Europa (Danimarca, Finlandia, Svezia, Estonia e Belgio) seguiti dal Portogallo. 56

Sempre in riferimento al quadro europeo, se si osserva la ripartizione della spesa pubblica per istruzione e formazione in percentuale del PIL nel 2015 (Grafico 1.3.4.2), l Italia si conferma ancora come il Paese più basso nella graduatoria, anche se non distante dalla Germania. Ad eccellere è la Finlandia, che distacca ampiamente gli altri Paesi europei. 57

1.4 Le Pubblicazioni scientifiche 1.4.1 Il numero di pubblicazioni scientifiche Il numero di pubblicazioni scientifiche dell'italia ogni 1000 abitanti (Grafico 1.4.1.1) sebbene posizioni l Italia tra gli ultimi posti tra le nazioni industrialmente avanzate, presenta un trend positivo che dal 2010 ha portato l Italia dall essere molto al di sotto degli altri Paesi a superare la Francia e ad avvicinarsi agli Stati Uniti. Nel 2017 si registra un rallentamento rispetto agli altri anni, a fronte di una flessione in tutti gli altri Paesi. A guidare la classifica è il Regno Unito, che negli anni ha mantenuto una posizione di netta superiorità rispetto agli altri Paesi. 58

Tra i Paesi industrialmente avanzati, l Italia registra, dopo il Giappone, i valori più bassi (8,1) anche in termini di numero di pubblicazioni per 10000 abitanti (Grafico 1.4.1.2.). Nel Regno Unito si registrano i valori più elevati (11,7 nel 2012); comunque tutti i Paesi registrano un leggero calo tra 2011 e 2012. 59

Confrontando il numero di pubblicazioni rapportato al numero di ricercatori (con contratto full time equivalente) è l Italia ad ottenere il miglior risultato con 87,5 pubblicazioni per ogni ricercatore nel 2015. Questo dato può fornire indicazioni ambigue, perché potrebbe indicare o un ottima performance dei ricercatori o un basso livello di contrattualizzazione dei ricercatori e, quindi, un numero di ricercatori FTE piuttosto basso. Dopo l Italia, ottengono buoni risultati anche Spagna (71), Regno Unito (66,8) e Canada (63). Nella parte bassa della classifica si trovano Russia, Corea del Sud e Giappone. 60

Grafico 1.4.1.3 - Pubblicazioni scientifiche per 100 ricercatori (FTE) nei principali Paesi industrializzati, 2015 Fonte: elaborazione Fondazione Cotec su dati SJR SCImago Journal and Country Rank (2018) e OCSE, Main Science and Technology Indicators 100,0% 87,5% 80,0% 60,0% 71,0% 66,8% 63,0% 59,4% 56,4% 54,1% 46,4% 43,5% 42,9% 40,0% 20,0% 29,2% 28,6% 22,4% 19,0% 18,3% 0,0% 1.4.2 La qualità della produzione scientifica L'Italia si trova in una buona posizione tra i principali Paesi europei per quota di pubblicazioni nelle discipline tecnico-scientifiche sul totale (Grafico1.4.2.1.). Con l 83,3% si posiziona vicino a Francia e Germania e supera Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Finlandia. Cina e Giappone sono, rispettivamente al 94,5% e 94,4%, i Paesi più orientati alla produzioni di pubblicazioni scientifiche. 61

L indicatore del numero di citazioni per pubblicazione scientifica (Grafico 1.4.2.2.) posiziona l Italia alla cima della classifica, alla pari con Regno Unito, dopo il sorpasso su Finlandia, che nel 2016 era invece in seconda posizione. Oltre questi tre, anche Israele, Canada e Germania si posizionano a poca distanza l uno dall altro nella parte alta della distribuzione. 62

La quota di pubblicazioni scientifiche che rientrano tra le "top-cited" a livello mondiale (Grafico 1.4.2.3) 10 in Italia si attesta a 5,9% nel 2014, migliorando il valore del 2004 (4,6%). L Italia resta comunque dietro a Francia (6,5%), Germania (10,1%) e Regno Unito (11,4%) e, tra i Paesi extraeuropei, a Stati Uniti (37,9%), Cina (15,5%) e Canada (5,9%). 10 Dato 2004/2014 non disponibile per la Finlandia. 63

Con riferimento ai diversi settori scientifici per l anno 2014 (Tabella 1.4.2.1.), in Italia si ha una prevalenza di pubblicazioni nei campi della Ricerca medica (4,3%), delle Scienze dell universo, della Matematica (3,7%). L Italia si pone in una posizione intermedia, con valori molto simili a quelli della Francia, che, però, registra il 5,3% di pubblicazioni nell area Matematica, preceduta, tra i Paesi UE, dalla Germania, con il 5,7% di pubblicazioni in Biologia, 6,3% in Fisica, 4,5% in Matematica e Regno Unito, che evidenzia una prevalenza nel campo della Ricerca medica (6,1%) e della Biologia (5,1%). Stati Uniti e Cina (8,9) presentano il maggior numero di pubblicazioni in tutte le aree, con una preponderanza in Biologia (26,9%) e Ricerca Medica (26,1%) per Stati Uniti e Chimica (28,4%) e Ingegneria (25,5%) per la Cina. Tabella 1.4.2.1 - Quota di pubblicazioni per settore scientifico nei principali Paesi Industrializzati, 2014. Fonte: L'espace international scientifique et technique, OST (2016) Biologia Scienze Ricerca applicat Ingegneri Matemat Biologia Chimica Fisica dell'unive Medica a / a ica rso Ecologia Stati Uniti 26,9 26,1 17,7 11,7 15,9 20,4 13,7 15,7 Cina 11,5 8,1 10,4 28,4 19,1 14,4 25,5 19,9 Regno Unito 5,1 6,1 3,2 2,6 3,5 5,0 3,3 3,4 Germania 5,7 5,2 4,0 4,5 6,3 4,9 3,8 4,5 Giappone 5,2 5,5 4,0 5,6 6,8 3,3 4,0 3,3 Francia 3,5 3,4 2,8 3,0 4,1 4,1 3,2 5,3 ITALIA 3,2 4,3 2,8 2,1 3,1 3,7 2,8 3,7 Canada 3,5 3,3 3,3 1,7 1,8 3,5 2,7 2,5 Spagna 2,7 2,6 3,8 2,4 2,1 3,3 2,8 3,0 Corea Sud 2,8 3,1 2,1 4,2 3,4 1,5 3,9 2,1 Russia 0,9 0,4 1,0 2,7 4,6 2,6 1,4 3,1 Polonia 1,0 1,1 1,8 1,5 1,6 1,5 1,5 2,0 Israele 0,7 0,7 0,5 0,3 0,7 0,4 0,4 1,0 Portogallo 0,6 0,5 0,8 0,6 0,5 0,9 0,8 0,8 Finlandia 11 - - - - - - - - 1.5 Brevetti, marchi e disegni industriali 11 Dato 2014 non disponibile per la Finlandia. 64

1.5.1 I Brevetti EPO Le elaborazioni delle domande di brevetto depositate presso l'european Patent Office (EPO) tra il 2007 e il 2017 (Grafico 1.5.1.1) mostrano che le nazioni più attive sono Finlandia e Paesi Bassi, che si alternano la testa della classifica ad anni alterni. La flessione che ha caratterizzato la Finlandia dal 2013 si è conclusa nel 2017, mostrando una crescita significativa rispetto al 2016. Al contrario, i Paesi Bassi, dopo una crescita rapida dal 2011 in avanti, dal 2015 cominciano a decrescere, seppur di misura. La Germania, invece, mantiene stabilmente la terza posizione, senza particolari variazioni, anche se si registra un lieve aumento nel 2017. Tutti gli altri Paesi sono distaccati di misura e l Italia mostra poca reattività come gli altri Paesi, posizionandosi sesta in classifica. Analizzando i singoli settori tecnologici (Grafico 1.5.1.2.), Italia nel 2016 presenta una prevalenza di domande di brevetto nel settore Ingegneria meccanica (2,907 brevetti ogni 10.000 abitanti), analogamente alla Germania (10,3431). Il settore Chimico, che in Italia e in Germania costituisce il secondo più rappresentato, rispettivamente con 1,400 e 7,962 brevetti, risulta essere, nei Paesi dell area UE, il principale per Regno Unito (2,107) e Spagna (1,130). In Finlandia, invece, i brevetti si concentrano nell ambito ICT con 14,939 brevetti ogni 10.000 abitanti. Le performance peggiori sono quelle di Polonia e Portogallo che in nessuna area analizzata presentano 1 brevetto su 10.000 abitanti. 12 12 I dati European Patent Office (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 65

1.5.2 I Brevetti PCT Tra il 2007 e il 2016, l Italia fa registrare un aumento del numero di domande di brevetti PCT (Patent Cooperation Treaty) ogni 100.000 abitanti, passato da 2.949 a 3.363 (Tabella 1.5.2.1.). Tale incremento, pari a 14%, è superiore a quello di Regno Unito, che perde quasi un punto percentuale, Germania (+2,7%)e Paesi Bassi (+5,8%), ma è inferiore a quello che si registra in Francia (+24,7%) e Spagna (+16,2%). I Paese UE con il maggior numero di domande nel 2016 sono Germania, Francia e Regno Unito, rispettivamente con 18.305, 8.188 e 5.492 domande di brevetto PCT. 66

Tabella 1.5.2.1 - Domande di brevetto PCT (Patent Cooperation Treaty) nei principali Paesi industrializzati, 2007-2016 Fonte: WIPO, Statistics database (2017) Canada Cina Corea del Sud Finlandia Francia Germania Giappone Israele 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2844 2907 2509 2689 2914 2738 2846 3072 2821 2331 5455 6119 7900 12301 16398 18620 21515 25548 29839 43128 7064 7902 8040 9604 10357 11787 12381 13119 14564 15554 1994 2212 2123 2136 2075 2312 2095 1811 1584 1524 6566 7076 7217 7231 7406 7802 7905 8261 8421 8188 17825 18857 16793 17560 18846 18750 17920 17983 18004 18305 27743 28763 29810 32216 38864 43523 43771 42381 44053 45221 1743 1902 1555 1475 1449 1374 1607 1581 1685 1838 ITALIA 2949 2884 2653 2657 2686 2845 2868 3059 3072 3363 Paesi Bassi 4421 4361 4420 4011 3511 4078 4188 4206 4334 4676 Polonia 107 128 179 206 237 251 332 348 439 343 Portogallo 92 98 163 117 89 126 144 159 161 184 Regno Unito 5540 5479 5039 4892 4876 4917 4848 5268 5290 5492 Spagna 1295 1391 1563 1769 1732 1705 1705 1705 1530 1505 Stati Uniti 54062 51668 45659 45093 49210 51862 57459 61483 57123 56535 TOTALE 159935 163242 155408 164354 182442 195345 205305 214333 217233 232832 Il Paese con numero più elevato di domande di brevetto PCT ogni 100.000 abitanti tra il 2007 e il 2014 (Grafico 1.5.2.1.) è la Finlandia, che, tuttavia fa registrare un forte calo negli ultimi 6 anni, passando da 43,11 nel 2010 a 27,90 nel 2014. L Italia presenta, invece, valori piuttosto contenuti, ma con un aumento del +12,7% a partire dal 2009, fino a giungere a 5,53 brevetti per 100.000 abitanti nel 2014. Valori più bassi si registrano solo per Spagna (3,67), Portogallo (1,53), Polonia (0,9) e Cina (1,88). 13 13 I dati WIPO, Statistic database (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 67

L andamento temporale dei dati relativi ai brevetti in ICT sul totale dei brevetti PCT (Grafico 1.5.2.2) evidenzia come tra 2007 e 2014 si siano verificati picchi sia in crescita sia in calo per tutti i Paesi. Sono piuttosto costanti, invece, i valori registrati in Italia e Germania, sempre inferiori al 25%, per attestarsi nel 2014 rispettivamente al 19,3% e al 23,9%. Nel 2014 si registrano valori in calo per tutti i Paesi tranne che per la Finlandia che passa dal 35,9% al 37,6%, Spagna (da 24,5% a 27,1%), Polonia (da 24,2% a 27,2%) e Germania (da 23,5% a 23,9%). 14 14 I dati WIPO, OCSE (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 68

Se si analizza la quota di brevetti PCT del settore Biotecnologie nei principali Paesi industrializzati (Grafico 1.5.2.3), si evidenzia come, tra il 2007 e il 2014, in Italia si registri una contrazione del -10,8%. L Italia passa, infatti, dal 5,0% al 4,5% di brevetti PCT del settore Biotecnologie. Nel periodo preso in considerazione, tuttavia, si registra un trend decrescente per tutti i Paesi analizzati, ad eccezione del solo Regno Unito, dove c è una progressione del +12,6%. Importanti, invece, le contrazioni di Germania e Portogallo, rispettivamente del -30,3% e del -60,2%, mentre la quota più alta di brevetti nel 2014 si registra in Spagna, che si attesta su una percentuale del 9,4%. 15 15 I dati WIPO, OCSE (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 69

1.5.3 I Brevetti triadici Analizzando il dato relativo al numero di brevetti triadici registrati, tra il 2005 e 2015, nei principali Paesi industrializzati, presso: United States Patent and Trademark Office (USPTO), European Patent Office (EPO) e Japanese Patent Office (JPO), si osserva una tendenziale stabilità nei dati con alcune eccezioni. I Paesi con maggiori incrementi sono la Cina che registra un +23% rispetto al 2015, seguita da Portogallo (+14%, ma il valore assoluto è solo +5 brevetti triadici) e Italia, che dopo una crescita lenta dal 2010 registra un +7%. A perdere molti punti è invece la Polonia, che rispetto al 2015 scende del -33%. Tabella 1.5.3.1 - Brevetti triadici (presentati presso EPO, USPTO e JPO) nei principali Paesi industrializzati, 2005-2016 70

Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators (2018) 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Canada 717 667 683 684 673 552 578 526 561 553 537 538 Cina 519 562 689 827 1299 1425 1501 1946 2169 2477 2889 3766 Corea del Sud 2746 2347 1977 1827 2108 2461 2368 2493 2679 2684 2703 2671 Finlandia 391 295 259 253 223 228 227 288 289 291 291 286 Francia 3048 2886 2783 2886 2723 2459 2597 2434 2461 2528 2578 2470 Germania 7138 6532 5807 5473 5552 5058 4809 4586 4584 4520 4455 4583 Giappone 17722 18006 17785 16027 16535 18463 18565 18637 17542 17484 17361 17066 Israele 502 420 352 369 375 348 366 402 426 443 463 462 ITALIA 964 821 730 760 737 683 721 724 741 762 781 836 Polonia 18 18 25 38 32 62 64 69 79 91 100 75 Portogallo 16 20 42 30 17 17 26 23 28 28 29 34 Regno Unito 2161 2091 1801 1697 1721 1656 1727 1699 1777 1793 1811 1740 Spagna 291 268 257 267 254 238 220 230 228 229 229 239 Stati Uniti 17374 15461 13885 13815 13501 12744 13193 13712 14601 14688 14886 15219 Il dato sulla ripartizione per Paese del totale di brevetti triadici tra il 2005 e 2016 (Grafico 1.5.3.1.), mostra che questa tipologia di brevetto è particolarmente diffusa in Giappone e Stati Uniti, seguiti da Germania. In tutti gli altri Paesi i valori sono molto bassi e si attestano al di sotto del 5%, con l Italia che presenta solo l 1,49% di brevetti triadici sul totale. 71

1.5.4 I Marchi registrati Il numero delle domande di marchi registrati ogni 1000 abitanti (Grafico 1.5.4.1) costituisce un altro importante strumento di valutazione della capacità di un Paese di generare conoscenza innovativa con valore economico. Nei principali Paesi industrializzati, nel decennio 2005/2015 i valori risultano in crescita. Sono Portogallo e Francia a registrare nel 2015 il maggior numero di domande d marchi per 1000 abitanti, rispettivamente con 1,8 e 1,4 numero di domande. Seguono Spagna (1,2), Germania (0,9), Regno Unito (0,8) e Italia (0,7). 16 16 I dati WIPO, Statistic database (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 72

Il numero di domande di Community Trademark per milione di abitanti (Grafico 1.5.4.2) evidenzia che nel 2016 si è verificata una forte flessione verso il basso per tutti i Paesi della zona euro. Il più rilevante, e sicuramente in buona parte dovuto alla Brexit, è il caso del Regno Unito che in soli due anni ha visto una diminuzione drastica delle domande. L Italia presenta una situazione di sostanziale stabilità rispetto al 2015. Dato il crollo della Germania, nel 2016 è la Finlandia a guidare la classifica posizionandosi al di sopra di tutte le altre nazioni. 1.5.5 I Disegni industriali Il numero di domande di design industriale (Dirette e via Hague system) ogni 1000 abitanti (Grafico 1.5.5.1) evidenzia due gruppi distinti di Paesi: nel primo Paesi con valori più alti, guidati dagli Stati Uniti, in forte crescita dal 2009, seguiti da Germania, Regno Unito e Francia. Al secondo appartengono tutti gli altri Paesi con valori molto simili e con 73

oscillazioni in alto e in basso. L Italia nel 2016 perde parecchi punti e finisce ultima in classifica. Infine, considerando il numero di Community Design per milione di abitanti (Grafico 1.5.5.2), altro indicatore significativo per evidenziare la propensione all innovazione di un Paese, l'italia mostra un contenuto tasso di crescita tra 2005 e 2015 (1%); passa, infatti, da 29,62 disegni per milione di abitanti nel 2005 a 29,92 nel 2015, ben %), ben l 11,5% in meno rispetto all anno precedente. Rappresenta, tuttavia, uno dei Paesi con le migliori performance, preceduto solo da Finlandia (53,83 nel 2015) e Germania (39,93), dal 2005 su valori superiori, e dalla Polonia (38,76). 17 17 74

75

CAPITOLO 2 Le interconnessioni nel Sistema della Conoscenza e dell Innovazione 2.1 I flussi internazionali di tecnologia 2.1.1 La bilancia tecnologica L evoluzione della Bilancia Tecnologica dei Pagamenti italiana dal 2000 al 2015 (Grafico 2.1.1.1) evidenzia gli incassi derivanti da attività innovative ad alto contenuto di conoscenza che vengono vendute all'estero a fronte di analoghi acquisti dall estero. I pagamenti effettuati verso l estero sono la contropartita di un flusso in entrata di input innovativi, che possono contribuire a migliorare le performance del sistema produttivo. Dai dati riportati si evidenzia un significativo aumento degli importi di incassi e pagamenti a partire dal 2008 fino al 2011, con il passaggio, nel 2007, da una situazione di sostanziale parità tra incassi e pagamenti a una prevalenza dei flussi in uscita (15.611,43 milioni di dollari) rispetto a quelli in entrata (11.178,91). La situazione si ribalta nel 2012, quando i flussi in entrata (13.841,84 milioni di dollari) superano quelli in uscita (12.806,77). Nel 2013 e nel 2014 i valori aumentano per entrambi gli indicatori, raggiungendo, nel 2014, incassi pari a 15.144,27 milioni di dollari e pagamenti per 14.238,33. Un lieve calo si registra, 76

invece, nel 2015, quando si registrano 13.239,92 milioni di dollari di incassi e 12.015,72 milioni di dollari di pagamenti. 18 I saldi della Bilancia Tecnologica rapportati al PIL nei principali Paesi industrializzati (Grafico 2.1.1.2) evidenziano un aumento generalizzato di tale rapporto, tranne che per gli Stati Uniti, per i quali si riduce da 0,26% a 0,23%. I Paesi con il rapporto più alto nel 2015 sono il Regno Unito con l 1,06%, la Spagna, con lo 0,65% e la Germania con lo 0,60%, mentre per l Italia è pari allo 0,07% 19 2.1.2 I finanziamenti internazionali alla R&S I dati 2012-2015 relativi ai finanziamenti per la R&S provenienti dall estero rapportati al numero di abitanti nei principali Paesi europei (Grafico 2.1.2.1) 20 evidenziano valori più elevati in Finlandia, con 111,4 euro per abitante nel 2012 e 161,1 nel 2015, seguita da Regno Unito, che registra 104,1 euro per abitante nel 2012 e 114,8 nel 2015. L Italia, con 32,6 euro per abitante nel 2012 e 30,3 nel 2015 si colloca in una posizione sensibilmente 18 I dati OCSE, Main Science and Technology Indicators (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 19 I dati OCSE, Main Science and Technology Indicators (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 20 Dati 2015 per Francia non ancora disponibili. 77

inferiore alla media EU (64 euro per abitante nel 2015); valori ancora inferiori sono registrati da Spagna, Portogallo, e Polonia. Grafico 2.1.2.1 - Fondi per la R&S provenienti dall'estero nei principali Paesi europei, 2012-2015 (euro per abitante) Fonte: EUROSTAT, Science, Technology and Innovation Database (2018) 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 64 67,3 52,1 42,6 1922,8 54,1 56,6 32,6 30,3 1219 11,4 15,9 161,1 111,4 114,8 104,1 2012 2015 2.2 La cooperazione internazionale nella produzione scientifica Analizzando la percentuale di pubblicazioni scientifiche internazionali effettuate nel 2015 sul totale delle pubblicazioni nazionali per i principali Paesi OCSE (Grafico 2.2.1), l Italia si trova in una posizione medio bassa, con 26,5%, registrando, tuttavia, un aumento del 31,2% rispetto al 2005. Negli altri Paesi i valori più alti per il 2015 si sono registrati in Svezia (35,9%) e Finlandia (33,7%), e sono Cina (+64,9%), Finlandia (+49,8%) e Stati Uniti (+46,2%) a mostrare la variazione maggiore nell arco del decennio 2005-2015. Retrocedono, invece, Polonia (-10,2%) e Russia (-20,1%), che si collocano in fondo alla classifica con Corea del Sud, Giappone e Cina. 78

I dati sulla mobilità degli autori di pubblicazioni scientifiche (Grafico 2.2.2.) indicano, invece, che in Italia il 93% degli autori vive stabilmente nel Paese, e del restante 7% poco più della metà (4,12%) è in uscita, 1,31% è costruito da nuovi ingressi, mentre 1,57% sono ritorni. Il Paese con la percentuale più elevata di autori stabili è ik Giappone (95,02%), seguito da Cina (94,91%), che precedono l Italia, mentre la quota maggiore di uscite è registrata da Regno Unito (9%), Svezia (7,55%) e Germania (6,93%) che riportano anche la quota più elevata di nuovi ingressi: rispettivamente 6,63%, 5,74% e 4,26%. 79

2.3 La cooperazione internazionale nella produzione di brevetti I dati relativi alla quota di brevetti PCT registrati da autori di più Paesi sul totale dei brevetti del Paese (Grafico 2.3.1) evidenziano come la Russia riporti la quota percentuale più elevata (20,4%), mentre tra i Paesi UE i valori più alti sono per Regno Unito (13,5%), Svezia (12,7%) e Polonia (12,2%). L Italia, invece, con una percentuale di 6,8%, si colloca in ultima posizione rispetto ai Paesi UE, anche se allineata alla media OCSE (6,8%), non troppo lontana da Germania (7,4%) e Francia (8,1%). Anche analizzando il dato relativo ai brevetti depositati con co-inventori stranieri sul totale dei brevetti depositati presso l EPO nel 2013 (Grafico 2.3.2.), la quota di collaborazioni in Italia risulta tra le più basse (6,16%); valori inferiori sono solamente per Corea del Sud (1,36%) e Giappone (1,25%). Italia, Sati Uniti, Germania, Finlandia, Francia, Spagna e Portogallo presentano valori inferiori alla media dei 28 Paesi UE (9,74%). I valori più alti sono quelli registrati da Russia (21,48%), Canada (18,4%), Polonia, (15,19%), Regno Unito (12,66%). 21 21 I dati EUROSTAT, Science, technology and Innovation (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 80

Considerando, infine, i dati relativi alla percentuale di co-brevettature dei singoli Stati membri dell'ue depositate presso l'epo, in base al Paese di residenza degli applicant/inventor (Grafico 2.3.3.), nel 2013, la Polonia fa registrare la percentuale maggiore di co-brevettature per gli inventor (9,3%), seguita da Portogallo (6,89%) e 81

Spagna (5,63%). Per quanto riguarda le co-brevettature tra Stati membri dell UE e Paesi terzi, riguardo gli inventor il Regno Unito presenta la percentuale maggiore (7,23%), seguito da Polonia (5,89%) e Francia (4,58%). Più basse le percentuali relative agli applicant per tutti i Paesi considerati, mentre l Italia si colloca all incirca a metà classifica. 22 22 I dati EUROSTAT, Science, technology and Innovation (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 82

83

2.4 La collaborazione tra imprese e altri attori del Sistema della Conoscenza La percentuale di imprese innovative che effettuano collaborazioni con università o istituti di ricerca, ripartite per classe dimensionale relativamente agli anni 2012 e 2014, nei principali Paesi industrializzati (Grafico 2.4.1.) 23 evidenzia come l Italia presenti i valori più bassi (anche se ancora riferiti al 2012), sia per quanto riguarda la categoria delle PMI (5,6%) sia per le Grandi Imprese (27,6%). I valori più elevati riguardano, invece, Finlandia (21,3% per PMI e 68,8% per Grandi Imprese ), seguita a distanza da Germania (13,7% per PMI e 39,8% per Grandi Imprese ) e Regno Unito che presenta valori più uniformi tra le due categorie analizzate: 24% per PMI e 27% per Grandi Imprese. 23 Dati 2014 per Italia non ancora disponibili. 84

Considerando, invece, le collaborazioni fra imprese innovative con clienti e fornitori del settore pubblico o privato, nel 2012 (Grafico 2.4.2.), l Italia presenta i valori più bassi: solo 3,9% delle imprese innovative attiva collaborazioni con operatori privati e solo 1,2% con operatori pubblici. Il Regno Unito presenta le percentuali maggiori di collaborazioni sia con il settore privato (40%), sia con il quello pubblico (18,6%), seguito dalla Finlandia, dove si registrano il 29,6% delle collaborazioni con il settore privato e il 16,6% con il settore pubblico, e dalla Svezia (22,3% con il settore privato e 10,1% con quello pubblico). 24 La percentuale di imprese innovative impegnate in collaborazioni internazionali per l innovazione, tra il 2012 e il 2014 (Grafico 2.4.3.) 25 è la più alta in Finlandia, che fa registrare il 67,7%, seguita da Regno Unito (46,9%). Se si considerano le PMI la percentuale del Regno Unito è 35,2%, seguito da Finlandia (23,4%). In Italia, sul totale delle Grandi Imprese, solo 22,3% è coinvolta in collaborazioni internazionali per l innovazione, e il valore si riduce al 4% se si considerano le PMI. 26 24 I dati EUROSTAT, Community Innovation Survey (2014) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 25 Dati 2014 per Italia non ancora disponibili. 26 I dati OECD, Tecnology and Industry Scoreboard (2015) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 85

Analizzando, infine, i dati relativi al numero di imprese innovative che hanno avuto accesso a fondi Ue o al 7 Programma Quadro (Tabella 2.4.1), l Italia registra valori elevati in termini assoluti, inferiori solo a quelli di Germania e Francia: sono infatti 1.782 le imprese italiane che, nel 2014, hanno avuto accesso a fondi UE e 565 a fondi del 7 PQ. Esse rappresentano, però, solo rispettivamente il 6,2% e il 2% del totale delle imprese innovative, tra le più basse percentuali nel campione di Paesi considerato. Percentuali maggiori, invece, si registrano in Portogallo, dove ben il 21,4% delle imprese innovative beneficia di fondi UE, ma solo lo 0,8% di fondi 7 PQ, e in Spagna (11,5% per i fondi UE e 4,1% per i fondi 7 PQ). 27 27 I dati EUROSTAT, Community Innovation Survey (2014) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 86

Tabella 2.4.1 Imprese con innovazioni di prodotto/processo beneficiarie di fondi UE o del Settimo Programma Quadro, 2014 Fonte: EUROSTAT, Community Innovation Survey (2014) Imprese beneficiarie di fondi UE Imprese beneficiarie di fondi FP7 numero % numero % Germania 3.486 4,9 2.312 3,2 Francia 1.056 7,0 601 4,0 Italia 1.782 6,2 565 2,0 Polonia 1.697 4,1 374 0,9 Portogallo 1.987 21,4 73 0,8 Spagna 955 11,5 340 4,1 Finlandia 243 5,9 87 2,1 87

CAPITOLO 3 Le aree di Innovazione per lo sviluppo 3.1 Le specializzazioni settoriali della R&S delle imprese La distribuzione della spesa in R&S effettuata dalle imprese in Italia fra I settori economici di loro appartenenza, tra 2015 e 2016 (Grafico 3.1.1), mostra come non si siano registrate significative variazioni per quanto riguarda i settori più innovativi: quello della "Fabbricazione di mezzi di trasporto" continua a ricevere la maggior parte delle risorse (3,26 miliardi di euro nel 2016, in crescita del 22,5% rispetto all'anno precedente), mentre il settore Fabbricazione di autoveicoli e rimorchi rimane secondo per valore assoluto di risorse investite (1,79 miliardi di euro nel 2016). Valori in calo per "Fabbricazione elettronica 28 " (-16,6%), mentre la miglior performance come incremento, tra 2015 e 2016, è quella registrata dal settore Telecomunicazioni" (+83,9%). Bene Fanno anche il Commercio (+26,5% nel 2016 rispetto all anno precedente) e l Industria chimica e farmaceutica 29 (+11,5%). 28 La voce è la somma di fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi e fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche. Dati ISTAT, Ricerca e sviluppo (2018). 29 La voce è la somma di fabbricazione di prodotti chimici e fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici. Dati ISTAT, Ricerca e sviluppo (2018). 88

Se si guarda alla distribuzione degli addetti alla R&S rapportati al totale degli addetti per settore di attività (Grafico 3.1.2.), nel 2016, i valori più elevati sono quelli della Fabbricazione di macchinari (14,5%), che però fa registrare un calo del -2,6% rispetto al 2015 e della Fabbricazione di mezzi di trasporto (+0,6%). L incremento maggiore tra 2015 e 2016 è registrato nel settore Telecomunicazioni (+32,4%), seguito da Fabbricazione di prodotti in metallo e Fabbricazione gomma e plastica. In calo significativo, invece, il settore della Fabbricazione di computer, elettronica e ottica (-26,4%). 89

Analizzando, infine, i tre settori industriali più rilevanti per quota di spesa in R&S rispetto alla spesa totale in R&S delle imprese dei principali Paesi industrializzati nel 2013 (Tabella 3.1.1) in Italia i primi 3 settori realizzano 50,71% della spesa in R&S: 22,5% è per il settore Trasporti, 15,9% per quello Produzione di macchinari e apparecchiature elettriche, 12,31% per quello ICT. Il livello di concentrazione della spesa nei primi 3 settori risulta decisamente più elevato negli altri Paesi, con la quota maggiore raggiunta da Israele (83,79%), Corea del Sud (75,47%) e Giappone (68,61%). Questi dati indicano quindi una 90

minore polarizzazione del nostro sistema industriale e una sua maggiore diversificazione. Tra i principali Paesi europei solo Francia (47,31%) e Spagna (50,50%) registrano valori più bassi dell Italia per tale indicatore. 30 Tabella 3.1.1 Principali settori industriali per quota di spesa in R&S nei principali Paesi Industrializzati, 2013 (percentuale sul totale della spesa in R&S delle imprese) Fonte: OECD, Science, Technology, Industry Scoreboard (2015) Settore 1 % Settore 2 % Settore 3 % Israele R&D services 35,61 Corea del Sud Giappon e Information and communication services 33,63 ICT equipment 14,55 ICT equipment 51,66 Transport equipment 12,91 Chemicals and minerals 10,90 Transport equipment 24,55 ICT equipment 22,95 Chemicals and minerals 21,11 Finlandia ICT equipment 38,69 Germania Transport equipment 37,26 Stati Uniti ICT equipment 21,53 Regno Unito Portogallo Cina Electrical equipment and machinery nec Chemicals and minerals Chemicals and minerals 17,48 Information and communication services 11,85 16,59 ICT equipment 13,74 20,83 R&D services 27,41 Transport equipment 16,87 Information and communication services Electrical equipment and machinery nec 23,57 20,67 Finance and other business services Chemicals and minerals Information and communication services Information and communication services 19,21 14,15 18,88 Chemicals and minerals 15,63 17,39 ICT equipment 15,45 Svezia Transport equipment 21,09 ICT equipment 20,40 Chemicals and minerals 10,90 Italia Transport equipment 22,50 Spagna Francia Polonia Canada Chemicals and minerals Finance and other business services Information and communication services Information and communication services Electrical equipment and machinery nec 17,73 Transport equipment 17,58 15,90 ICT equipment 12,31 Information and communication services 15,19 18,28 Transport equipment 16,74 R&D services 12,30 19,09 R&D services 12,32 Transport equipment 12,21 16,38 ICT equipment 13,84 Agriculture, mining, utilities and construction 12,26 3.2 La R&S nei settori ICT, Bio, Nano Nel settore ICT (Grafico 3.2.1.) la quota maggiore di spesa in R&S rispetto al totale della spesa in R&S delle imprese dei Paesi industrializzati è registrata da Corea del Sud (50,1%), 30 I dati ISTAT, Ricerca e sviluppo in Italia (2015) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2017. 91

seguita da Finlandia (33,8%) e Giappone (21,1%). L Italia si colloca in 8 posizione con una percentuale pari a 10,6%, superiore, tuttavia, a quella di alcuni dei principali Paesi europei: 31 Regno Unito (4,7%), Portogallo (3%) e Spagna (2,4%). Le applicazioni brevettuali nel settore ICT presso l EPO per milione di abitanti (Grafico 3.2.2.) per Italia risultano, tuttavia, limitate: e nel 2013, le domande registrate sono 8,356 per milione di abitante, con un calo progressivo, a partire dal 2003, del 42,1%. Il Paese con i valori più elevati è stato fino al 2005 Finlandia (133,711 domande solo nel 2005), superata nel 2006 dalla Svezia, che raggiunge quota 118,732 domande contro le 104,147 del Paese confinante. Nel 2013 le domande di brevetto sono in calo rispetto all anno precedente in 31 Dati 2015 per Francia non ancora disponibili. 92

quasi tutti i Paesi, con variazioni comprese tra -12,2% di Spagna e Corea de Sud a e -42,6% della Svezia, ad esclusione del Portogallo, che fa registrare un + 5,6%. 32 Le imprese nel settore ICT (Grafico 3.2.3) presentano nel biennio 2012-2014 un elevato grado di innovazione. In particolare, in Italia, la quota di imprese ICT, con almeno 10 addetti, che vengono considerate innovative dall'ocse, è pari a 74,4% nel comparto Manifattura ICT, mentre per il settore Servizi ICT la quota scende al 57%. La quota maggiore si registra in Germania, che fa registrare il 91,5% di imprese innovative nel settore ICT per quanto riguarda la Manifattura e l 84,3% per i Servizi, seguita da Francia (rispettivamente con 86% e 75%), Portogallo, Svezia e Regno Unito. Fanno peggio dell Italia solamente Spagna per quanto riguarda la Manifattura ICT (71,5%) e La Polonia. 32 I dati EUROSTAT, Science and Tecnology Indicators (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 93

I dati relativi alla quota di spesa in R&S realizzata dalle imprese nel settore Biotecnologie (Grafico 3.2.4) nell anno 2014, descrivono una situazione in cui tra i principali Paesi industrializzati è la Svizzera a registrare la percentuale più elevata (27,8%), seguita da Danimarca (22%) e Irlanda (17,2%), mentre Italia, in cui la quota non raggiunge il 4%, si colloca a metà classifica. Fanno peggio solamente Corea del Sud (2,5%), Finlandia (2,1%), Germania (1,8%), Giappone (1,2%) e Russia (0,9%). 94

Se si considera, invece, la ripartizione della spesa in R&S tra imprese per classe di addetti con (più o meno di 50 addetti - Grafico 3.2.5.), è Israele, nel 2014, il Paese in cui la quota maggiore di spesa in R&S del settore Biotecnologie è realizzata da imprese per classe di addetti (meno di 50) (67,1%), seguito da Portogallo (41,3%) e Spagna (38,3%). Gli Stati Uniti presentano, invece, la percentuale più alta di spesa per le imprese con più di 50 addetti (93,2%), seguiti da Svezia (90,9%) e Corea del Sud (90,5%). Anche in Italia la spesa è concentrata nelle aziende con più di 50 addetti, che, infatti, realizzano 83,6% della spesa totale. Analizzando l impatto della spesa in R&S sul valore aggiunto nel settore Biotecnologie per l anno 2015 (Grafico 3.2.6.) 33 è possibile rilevare che il più alto è quello registrato da Svizzera, che si attesta allo 86,4%, seguita da Danimarca (71,3%) e, a distanza, dagli Stati Uniti (35%). L Italia presenta valori inferiori alla maggioranza dei principali Paesi europei, con un impatto che si attesta al 4,7%. Fanno peggio solo Polonia e Russia, rispettivamente con valori del 2,5% e 0,9%. 34 33 La quota di valore aggiunto che viene determinata dalla spesa in R&S. 34 Dati 2015 per Danimarca, Stati Uniti, Portogallo e Francia non ancora disponibili. I dati per Danimarca sono al 2013. 95

L'"Indice di Vantaggio tecnologico", redatto dall OCSE, indica il rapporto tra la quota nazionale di brevetti per un settore rispetto al totale mondiale per il settore e quella nazionale per il totale dei brevetti. Quando l indice supera l unità, il Paese mostra un vantaggio tecnologico per il settore. Il Grafico 3.2.7 mostra che l Italia per il settore Biotecnologie raggiunge valori pari a 0,9 per gli anni 2002-2005 e a 1 per il biennio 2012-2015; quindi non si trova in una posizione di vantaggio tecnologico in questo settore rispetto agli altri Paesi europei, pur risultando in linea con la media UE, che nel 2012-2015 è pari a 1,1. In Europa fanno meglio. Francia (1,1), seppur di poco, Svizzera (1,5), Regno Unito e Polonia (1,6) e Spagna (2,1). 96

I dati relativi alle domande di brevetto del settore Biotecnologie (Grafico 3.2.8) mostrano percentuali che, tra 2004 e 2013 calano considerevolmente in quasi tutti i Paesi considerati: dal -37.3% del Regno Unito al -50,3% del Giappone. L Italia registra un calo pari a -52,7%, essendo in generale la quota di brevetti molto bassa per tutti gli anni presi in esame. Crescono, invece, i valori di Spagna, che fa registrare un +38,6% e Portogallo (+51,2%). Nel 2013, con 1,428 brevetti per milione di abitanti, l Italia, si colloca al di sopra solamente del Portogallo (0,874), mentre il Paese con il maggior numero di domande di brevetto del settore Biotecnologie è la Germania, in cui per ogni milione di abitanti si registrano 5,934 brevetti. 35 Se si analizza, infine, per il settore Nanotecnologie, la quota della spesa in R&S delle imprese nel 2014 (Grafico 3.2.9) si rileva che tra i principali Paesi industrializzati sono gli Stati Uniti a presentare la percentuale più elevata (5,5%), distaccando la Germania che si colloca al secondo posto con 2,7%. In Italia il settore Nanotecnologie assorbe 1,7% della spesa totale in R&S delle imprese. 35 I dati EUROSTAT, Science and Tecnology Indicators (2017) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 97

Considerando, invece, la quota di spesa in R&S effettuata da imprese con meno di 50 addetti rispetto al totale per il settore Nanotecnologie (Grafico 3.2.10.), nel 2014, i valori più elevati si registrano in Portogallo (87,5%) e Germania (75%), mentre in Italia tale quota è pari a 57,3%. Fa peggio solo Polonia con 48,5%. 98

L impatto della spesa in R&S sul valore aggiunto nel settore Nanotecnologie (Grafico 3.2.11.) registra il valore più alto, per il 2014, negli Stati Uniti (15,5%), seguiti Corea del Sud (10,4%) e Germania (8%). L Italia si colloca in una posizione intermedia, ma l impatto della spesa in R&S risulta pari solo a 2% del valore aggiunto. 36 36 I dati OECD, Key Nanotechnology Indicators (2016) sono gli ultimi disponibili alla data del 31 ottobre 2018. 99

L indice di Vantaggio tecnologico nel settore Nanotecnologie relativamente al biennio 2012-2014 (Grafico 3.2.12), raggiunge in Italia il valore 0,4, ponendo il nostro Paese in una posizione piuttosto arretrata, quartultima, insieme alla Germania (che decresce rispetto al biennio 2002-2004), rispetto a tutti i Paesi considerati. Solo Finlandia e Portogallo fanno peggio, rispettivamente con 0,2 e 0. I valori più elevati dell indicatore si registrano, invece, in Russia (2,9 nel biennio 2012-2014), Polonia (2) e Corea del Sud (1,7). 100