Un anno di riforma. Genere ed età alla prova del Jobs Act Valentina Cardinali ISFOL v.cardinali@isfol.it
Legge 10 dicembre 2014, n. 183 - Attuazione: Dlgs 4 marzo n.21 - ammortizzatori sociali Dlgs 4 marzo n.23 - contratto a tutele crescenti Dlgs 15 giugno, n. 80 - strumenti per conciliare le esigenze di vita e lavoro Dlgs 15 giugno, n. 81 - contratti e mansioni Dlgs 14 settembre, n. 148 - ammortizzatoti sociali Dlgs 14 settembre, n. 149 - attività ispettiva Dlgs 14 settembre, n. 150 - servizi per il lavoro e politiche attive Dlgs 14 settembre, n. 151 - rapporti di lavoro e pari opportunità
1. «terrorismo statistico» e certezza del dato 2. contro l uso strumentale della congiuntura 3. impossibile una valutazione della efficacia netta 4. impossibile affermare rapporti di causa-effetto
1. ISTAT 2. MINISTERO DEL LAVORO (COB) 3. INPS - Differenze tra dati di stock dati di flusso; - Differenza tra dato amministrativo e dato statistico - Differenza di computo tra individui e «contratti» Analisi di un anno di riforme richiede una contemperazione di fonti quantitative e di elementi qualitativi
Nessun balzo in avanti per i tassi di occupazione che restano al 65,9 % per gli uomini e al 47,5 % per le donne - confermando un gender gap quasi del 20% La disoccupazione totale diminuisce, arrivando a livello nazionale al 10,9% per gli uomini e al 12,4% per le donne (che diventa 34% e 37% tra i giovani). Ma la disoccupazione femminile sale del 3,3% a gennaio. Calo della disoccupazione non è del tutto una buona notizia. Nel sono uscite dalla categoria disoccupate circa 209.000 donne, ma di queste ben 154.000 sono diventate inattive, portando il tasso di inattività femminile al 46,6%. E al Sud in particolare che si registra la situazione più critica. In Campania, Sicilia e Calabria lavora meno del 30% delle donne e nelle altre regioni del Sud non si supera il 40%.
La maternità continua ad essere una sfida persa sul lavoro. Una donna su 3 lascia il lavoro entro 2 anni di vita del bambino, con un rischio più elevato nel Mezzogiorno. La lontananza dal lavoro nel 60% dei casi dura 5 anni. Più della metà si è licenziata o ha interrotto l attività autonoma; circa una madre su quattro è stata licenziata, per una su cinque si è concluso un contratto di lavoro o una consulenza; il 3,6 % è stata posta in mobilità. Inevitabile il peso della questione conciliazione vita/lavoro : secondo Eurostat le italiane dedicano alle responsabilità familiari più tempo di tutte le altre donne europee, 5 ore e 20 minuti al giorno. Ossia 3 ore e 45 minuti più degli uomini. Non si tratta solo di cura dei figli ma anche di cura di anziani e persone con disabilità, al punto che le donne tra i 30 e i 39 anni, che spesso vivono queste realtà anche simultaneamente, sono state definite generazione sandwich.
Campania Sicilia Calabria Puglia Basilicata Molise Abruzzo Sardegna Italia Lazio Veneto Friuli-Venezia Giulia Umbria Marche Liguria Lombardia Piemonte Toscana Emilia-Romagna Valle d'aosta / Vallée d'aoste Provincia Autonoma Trento Trentino Alto Adige / Südtirol Provincia Autonoma Bolzano / Bozen Istat 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 femmine maschi ISTAT
Sicilia Campania Calabria Puglia Sardegna Basilicata Molise Abruzzo Italia Umbria Lazio Friuli-Venezia Giulia Piemonte Marche Toscana Veneto Liguria Lombardia Emilia-Romagna Valle d'aosta / Vallée d'aoste Provincia Autonoma Trento Trentino Alto Adige / Südtirol Provincia Autonoma Bolzano / Bozen Istat 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 femmine maschi ISTAT
Campania Sicilia Calabria Puglia Basilicata Molise Abruzzo Sardegna Italia Lazio Veneto Friuli-Venezia Giulia Lombardia Liguria Marche Piemonte Umbria Emilia-Romagna Toscana Valle d'aosta / Vallée d'aoste Provincia Autonoma Trento Trentino Alto Adige / Südtirol Provincia Autonoma Bolzano / Bozen Istat 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 femmine maschi ISTAT
TASSO OCCUPAZIONE 15-24 ANNI TASSO DISOCCUPAZIONE 15-24 ANNI % NEET (GIOVANI CHE NON STUDIANO NE LAVORANO) M F TOT M F TOT M F TOT Italia 20,5 13,2 17,0 34,1 37,2 35,3 22,5 22,4 22,5 Italia Nord 25,7 16,9 21,4 25,8 29,0 27,0 16,8 16,8 16,8 Nord-ovest 24,0 15,3 19,8 27,9 34,3 30,5 18,3 18,7 18,5 Nord-est 27,9 19,1 23,6 23,1 22,1 22,7 14,7 14,1 14,4 Centro 21,2 15,3 18,3 31,8 32,2 32,0 17,8 20,2 18,9 Mezzogiorno 14,7 8,4 11,7 46,5 52,1 48,6 30,9 29,4 30,1 Istat ISTAT
Istat 1.600.000 1.500.000 1.400.000 1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II III IV I II III IV Nord Centro Mezzogiorno Totale Maschi Femmine Ministero del lavoro
450.000 400.000 350.000 I II III IV 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 - Istat Ministero del lavoro
Istat 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II II IV I II III IV Agricoltura Industria Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Maschi Femmine Ministero del lavoro
1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 Tempo Indeterminato Tempo Determinato Apprendistato Contratti di Collaborazione Altro (a) 200.000 100.000 - I II III IV I II III IV Istat Maschi Femmine Ministero del lavoro
3600000 3400000 3200000 3000000 2800000 2600000 2400000 2200000 2000000 1800000 1600000 1400000 1200000 1000000 800000 600000 400000 200000 0 Tempo INDETERMINATO Tempo DETERMINATO APPRENDISTATO TOTALE MASCHI FEMMINE Inps I contratti delle donne restano sempre inferiori a quelli degli uomini almeno del 20% in tutte le tipologie. Il Jobs act non scardina le differenze di genere INPS
Incidenza percentuale delle tipologie di contratto 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 % TI su totale % TD su totale 10,0 Istat 0,0 I II III IV I II III IV Maschi Femmine Elab. Isfol su dati Ministero del lavoro
4% 3% FEMMINE 33% 36% MASCHI 63% 61% Tempo INDETERMINATO Tempo DETERMINATO Tempo INDETERMINATO Tempo DETERMINATO APPRENDISTATO APPRENDISTATO Inps Inps INPS il campo di osservazione è riferito esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e degli Enti pubblici economici.
Istat TRIMESTRE I II III IV CLASSE D'ETA' Rapporti di lavoro Lavoratori Numero medio Rapporti di lavoro Lavoratori attivazioni (A) (B) per lavoratore (A/B) (A) (B) Numero medio attivazioni per lavoratore (A/B) Maschi Femmine Fino a 24 142.860 118.275 1,21 107.467 86.587 1,24 Da 25 a 34 361.050 291.010 1,24 348.128 238.478 1,46 Da 35 a 44 354.865 277.622 1,28 394.590 226.909 1,74 Da 45 a 54 279.574 217.416 1,29 313.535 184.858 1,70 Da 55 a 64 136.159 106.319 1,28 114.338 76.875 1,49 Oltre 65 32.241 26.140 1,23 10.662 7.722 1,38 Totale 1.306.749 1.036.782 1,26 1.288.720 821.429 1,57 Fino a 24 216.325 172.557 1,25 164.866 132.278 1,25 Da 25 a 34 410.264 318.338 1,29 369.720 263.187 1,40 Da 35 a 44 372.585 281.400 1,32 369.178 233.941 1,58 Da 45 a 54 289.690 217.410 1,33 303.576 194.577 1,56 Da 55 a 64 139.153 104.778 1,33 114.496 80.335 1,43 Oltre 65 26.751 19.440 1,38 10.830 7.638 1,42 Totale 1.454.768 1.113.922 1,31 1.332.666 911.956 1,46 Fino a 24 234.457 184.839 1,27 158.689 130.105 1,22 Da 25 a 34 360.160 275.010 1,31 306.792 246.157 1,25 Da 35 a 44 338.442 254.052 1,33 325.390 257.648 1,26 Da 45 a 54 268.165 202.593 1,32 261.242 205.578 1,27 Da 55 a 64 126.113 96.372 1,31 98.560 80.873 1,22 Oltre 65 24.465 18.412 1,33 9.078 7.105 1,28 Totale 1.351.802 1.031.277 1,31 1.159.751 927.466 1,25 Fino a 24 199.295 159.854 1,25 154.215 125.834 1,23 Da 25 a 34 365.267 286.009 1,28 348.092 257.001 1,35 Da 35 a 44 334.494 253.705 1,32 344.370 234.983 1,47 Da 45 a 54 259.650 195.262 1,33 258.221 180.223 1,43 Da 55 a 64 118.091 88.891 1,33 90.776 67.491 1,35 Oltre 65 24.877 18.705 1,33 9.356 6.843 1,37 Totale 1.301.674 1.002.423 1,30 1.205.030 872.375 1,38
Istat 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II III IV M F Ministero del lavoro
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV 340.000 320.000 300.000 280.000 260.000 240.000 220.000 200.000 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 Istat - M F Fino a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a 64 Oltre 65 Ministero del lavoro
ATTIVAZIONI CESSAZIONI 1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II II Maschi IV I II III Femmine IV 1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II III IV I II III IV Agricoltura Industria Maschi Femmine Industria in senso stretto Costruzioni Agricoltura Industria Servizi Industria in senso stretto Costruzioni Istat Servizi Ministero del lavoro
1.800.000 TOTALE 1.600.000 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 Totale NA Totale C 200.000 - I II II IV I II III IV AGRICOLTURA 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 Istat - I II II Maschi IV Agricoltura NA I II Agricoltura C Maschi III Femmine IV Femmine 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 - I II II Maschi Servizi NA IV I Servizi C SERVIZI II III Femmine IV Ministero del lavoro
400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 - I II II IV I II III IV INDUSTRIA TOTALE INDUSTRIA IN SENSO STRETTO Maschi Industria NA Industria C Femmine COSTRUZIONI 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 Istat - I II II IV I II III IV Maschi Industria in senso stretto NA Femmine Industria in senso stretto C 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 - I II II IV I II III IV Maschi Femmine Costruzioni NA Costruzioni C Ministero del lavoro
TRIMESTRE CLASSE D'ETA' Rapporti di lavoro Lavoratori Numero medio cessazioni per lavoratore (A/B) Rapporti di lavoro Lavoratori Numero medio cessazioni per lavoratore (A/B) Istat I II III IV Maschi Femmine Fino a 24 97.532 76.055 1,28 82.729 63.779 1,30 Da 25 a 34 258.888 198.645 1,30 282.164 182.188 1,55 Da 35 a 44 250.540 185.051 1,35 319.672 166.363 1,92 Da 45 a 54 192.175 140.050 1,37 247.779 130.984 1,89 Da 55 a 64 105.428 80.517 1,31 100.560 66.978 1,50 Oltre 65 23.883 18.804 1,27 11.085 8.392 1,32 Totale 928.446 699.122 1,33 1.043.989 618.684 1,69 Fino a 24 136.704 98.993 1,38 106.746 78.908 1,35 Da 25 a 34 324.770 238.236 1,36 344.518 232.738 1,48 Da 35 a 44 324.181 232.636 1,39 400.979 246.351 1,63 Da 45 a 54 253.040 180.222 1,40 309.194 188.655 1,64 Da 55 a 64 139.423 104.728 1,33 124.691 88.277 1,41 Oltre 65 31.061 23.593 1,32 13.626 10.297 1,32 Totale 1.209.179 878.408 1,38 1.299.754 845.226 1,54 Fino a 24 220.261 174.316 1,26 159.503 131.473 1,21 Da 25 a 34 348.995 270.137 1,29 292.331 236.111 1,24 Da 35 a 44 319.293 242.986 1,31 276.616 219.254 1,26 Da 45 a 54 246.851 188.111 1,31 231.447 183.024 1,26 Da 55 a 64 137.781 110.232 1,25 117.513 100.938 1,16 Oltre 65 31.902 25.874 1,23 15.755 13.788 1,14 Totale 1.305.083 1.011.656 1,29 1.093.165 884.588 1,24 Fino a 24 204.875 159.055 1,29 139.529 110.188 1,27 Da 25 a 34 432.940 338.808 1,28 362.288 270.785 1,34 Da 35 a 44 436.232 337.746 1,29 390.335 280.265 1,39 Da 45 a 54 369.424 285.444 1,29 326.033 243.057 1,34 Da 55 a 64 213.149 174.329 1,22 154.184 127.284 1,21 Oltre 65 57.484 49.133 1,17 17.678 14.640 1,21 Totale 1.714.104 1.344.515 1,27 1.390.047 1.046.219 1,33
1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 Tempo Indeterminato Tempo Determinato Apprendistato Contratti di Collaborazione Altro (a) 200.000 100.000 - I II III IV I II III IV Istat Maschi Femmine Ministero del lavoro
1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - Istat I II III Maschi Tempo Indeterminato Apprendistato Altro (a) ATTIVAZIONI IV I II III Femmine Tempo Determinato Contratti di Collaborazione IV 1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - I II III Maschi Tempo Indeterminato Apprendistato Altro (a) IV CESSAZIONI I II III Femmine Tempo Determinato Contratti di Collaborazione IV Ministero del lavoro
Incidenza percentuale delle tipologie di contratto ATTIVAZIONI CESSAZIONI 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 I II III IV I II III IV Maschi Femmine % TI su totale % TD su totale 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 I II III IV I II III IV Maschi Femmine % TI su tot %TD su tot Istat elab. Isfol su dati Ministero del lavoro
Rapporti di lavoro cessati per durata effettiva del rapporto di lavoro 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 Maschi Femmine - fino ad 1 mese 2-3 mesi 4-12 mesi oltre un anno fino ad 1 mese 2-3 mesi 4-12 mesi oltre un anno fino ad 1 mese 2-3 mesi 4-12 mesi oltre un anno fino ad 1 mese 2-3 mesi 4-12 mesi oltre un anno I II III IV Istat Ministero del lavoro
I II III IV M F M F M F M F Cessazione richiesta dal lavoratore 206.942 144.900 241.381 167.965 223.278 178.554 235.491 176.060 Istat Dimissioni(a) 195.507 Pensionamento 11.435 Cessazione promossa dal datore di lavoro 124.608 Cessazione Attività 8.749 Licenziamento (b) 102.790 Altro (c) 13.069 Cessazione al Termine 519.928 Altre Cause (d) 76.968 72.756 Totale 928.446 135.872 227.882 157.778 207.821 156.677 220.383 162.192 9.028 13.499 10.187 15.457 21.877 15.108 13.868 103.671 140.817 115.891 135.895 113.180 169.730 122.193 8.167 8.483 7.889 6.813 7.868 10.305 9.592 85.552 112.466 93.182 111.532 93.153 142.542 100.664 9.952 19.868 14.820 17.550 12.159 16.883 11.937 722.662 722.975 926.981 817.782 699.433 1.145.506 966.702 104.006 88.917 128.128 101.998 163.377 125.092 1.043.989 1.209.179 1.299.754 1.305.083 1.093.165 1.714.104 1.390.047 Ministero del lavoro
80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 MASCHI Incidenza della motivazione sul totale 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 FEMMINE 0,0 I II III IV 0,0 I II III IV Istat Cessazione richiesta dal lavoratore Dimissioni(a) Pensionamento Cessazione promossa dal datore di lavoro Cessazione Attività Licenziamento (b) Altro (c) Cessazione al Termine Altre Cause (d) Elab. Isfol su dati Ministero del lavoro Cessazione richiesta dal lavoratore Dimissioni(a) Pensionamento Cessazione promossa dal datore di lavoro Cessazione Attività Licenziamento (b) Altro (c) Cessazione al Termine Altre Cause (d)
1.600.000 1.400.000 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 M F 400.000 200.000 Istat - I II III IV Ministero del lavoro
Fino a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a 64 Oltre 65 Fino a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a 64 Oltre 65 Fino a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a 64 Oltre 65 Fino a 24 Da 25 a 34 Da 35 a 44 Da 45 a 54 Da 55 a 64 Oltre 65 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 M F 50.000 - Istat I II III IV Ministero del lavoro
Sia i dati Inps che i dati COB, pur nel diverso universo di riferimento, testimoniano una crescita dei contratti stipulati nel ma in nessun caso intaccano il gap di genere esistente, che si perpetua sul totale e per ogni singola tipologia contrattuale
Dlgs 4 marzo n.23 contratto a tempo indeterminato con nuova disciplina dell art.18 - semplificazione nei casi di recesso di cui «a tutele crescenti» Legge di Stabilità (L.190/14) assegna incentivo decontributivo per nuove assunzioni o trasformazione a tempo indeterminato di contratti a tempo determinato già esistenti. Nel fino a un massimo di 8060 euro annui a testa per tre anni (per il 2016 ridotti al limite di 3250 euro per due anni). La condizione per usufruire il beneficio era che il lavoratore neo assunto non avesse avuto un contratto a tempo indeterminato nel corso degli ultimi sei mesi e che la sua assunzione incrementasse la base occupazionale dell impresa che riceveva l incentivo. Tracciabilità contratti con incentivo fonte INPS Nel assegnati circa 2 miliardi di incentivi
il 61% dei nuovi contratti è stato accompagnato da incentivo quasi l 80% delle stabilizzazioni (passaggi da tempo determinato a indeterminato) nell anno si è realizzato grazie all incentivo. Gli incentivi del jobs act, tuttavia, non premiano le donne in nessuna fascia d età. Sono 431.194 i nuovi contratti a donne contro 647.876 degli uomini e 143.279 le trasformazioni di contratto a donne contro 221.277 degli uomini. La valenza del Jobs act è stata soprattutto sul versante stabilizzazioni piuttosto che su nuove assunzioni qualità vs. quantità di posti di lavoro INPS
90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 % trasformazoni con incentivo su totale trasformazioni % assunzioni a TI con inc entivo su totale assunzioni a TI Inps Elab.Isfol su dati INPS
INPS Inps
240000 220000 200000 180000 160000 140000 120000 100000 80000 60000 40000 20000 0 Fino a 24 anni Da 25 a 29 anni Da 30 a 39 anni Da 40 a 49 anni 50 anni ed oltre TOTALE MASCHI FEMMINE INPS Inps
80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 MASCHI FEMMINE 10,0 Inps 0,0 Fino a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 39 Da 40 a 49 50 ed oltre TOTALE Col Jobs act si fanno meno contratti a donne, ma quei pochi che si fanno utilizzano l incentivo molto di più. Elab.Isfol su dati INPS
L altra faccia del Jobs act: i voucher lavoro Paradosso tempo indeterminato voucherizzazione (Decreto legislativo 15 giugno, n. 81, ne ha liberalizzato i settori di applicazione, la tipologia di committenti e rivisto i limiti economici) Le donne in tutte le classi di età under 50 sono le principali destinatarie Commercio turismo e servizi, che sono i settori a prevalente manodopera femminile, assorbono ben più del 50% dei voucher, mentre le attività più circoscritte che giustificherebbero la sporadicità della prestazione (giardinaggio, manutenzione, sport.) circa il 15%. Rischio di sostituirsi a forme di lavoro esistenti che offrono flessibilità regolata, come il lavoro stagionale, o a chiamata
I voucher per ambito di applicazione Attività agricola Commercio Giardinaggio e pulizia 0 2.000.000 4.000.000 6.000.000 8.000.000 10.000.000 Lavori domestici Manifestaz. sportive e culturali Femmine Maschi Servizi Turismo Altre attività Inps INPS
l occupazione sta crescendo poco (+ 1,3%) e ancor meno quella delle donne - in un paese che cresce ancora di meno (0,8%). Il contratto a tutele crescenti di per sé non sembra appetibile: solo il 35% delle imprese che hanno fatto nuove assunzioni nell anno lo valuta positivamente. L appetibilità è data dall incentivo : 61% nuovi contratti e 80% trasformazioni Lo conferma il 55% nella manifattura e oltre il 60% nei servizi Studio banca d Italia ed economisti Cosa accadrà al termine degli incentivi? Il rapporto tra Jobs act e crescita del paese? Tra politiche del lavoro e sviluppo economico? Istat - Inps
Per realismo. La crescita +0,1 di PIL contrasta con un potenziale «dormiente» del 60% di occupazione Occupazione femminile al 60% = 7 punti di PIL Tassi di occupazione = tra uomini e donne a livello regionale = 4 punti di PIL Occupazione femminile è un moltiplicatore. Su 100 nuove occupate donne si creano 15 posti in più nei servizi Fattore D è crescita del Paese.