Un Centro velico a Torre del Lago. un luogo, un maestro, un progetto



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Transcript:

Un Centro velico a Torre del Lago un luogo, un maestro, un progetto Un Luogo: Torre del Lago La torre che dà il nome al paese sorge nel 600 solitario segno di occupazione di una terra che era solo natura e finirà distrutta durante l ultima guerra. Era stata costruita per l avvistamento dei detenuti che riuscivano ad evadere dalle carceri lucchesi prima di venire imbarcati, da Viareggio, per andare a Genova come galeotti al servizio del duca o doge Andrea Doria. Si infilavano nella macchia e vivevano di razzie nelle sparse capanne, non ancora case, che già facevano fatica a sfamarsi. Qualche decennio dopo sarà costruita una chiesa per evitare alla popolazione di attraversare in barca il lago per andare alla messa o a battezzare un neonato. La località prenderà il nome di Torre e Chiesa del Lago semplicemente Torre del Lago dalla fine del 700. Nel tardo 700 fu luogo di emarginazione il confino, per i viareggini, e confinanti i suoi abitanti perché molti di coloro che avevano commesso reati contro la società venivano, per ragioni di sicurezza, rimossi dai luoghi di maggior frequentazione e costretti in zone arretrate e relativamente separate. Si integrarono nella nuova realtà e la popolazione crebbe. Non potendo espandersi verso est, per via di quel lago di Massaciuccoli che è pur sempre il lago più grande dell intera Toscana, il paese prese forma in direzione della macchia e del mare. Le prime case in muratura sono della fine dell 800. Come il lago, una delle poche zone umide della nostra penisola, è un area di importanza strategica nel Mediterraneo per il passo degli uccelli migratori che trascorrono l inverno nel Nordafrica per spostarsi in estate nell Europa centrale e settentrionale, così Torre del Lago 1

diventa centro di attrazione per il territorio circostante. Si costruiscono canali, si coltivano i terreni bonificati, si raccoglie la legna della macchia per farne commercio, si utilizza a scopo edile il falasco (con cui ancor oggi s impagliano fiaschi e sedie), si estrae dal lago la torba che alimenta le Regie Ferrovie Italiane e la sabbia il cui sfruttamento (negli stabilimenti industriali della Caproni) è continuato fino ai nostri giorni. Ma soprattutto a Torre del Lago abbondano i pesci nel lago e gli uccelli nella macchia la pesca diventa un mestiere e un attività redditizia. Il paesaggio scrive Pier Luigi Gherarducci, storico di Torre del Lago è fermo, magnetico: L isolato e casuale viaggiatore che si trovava a passeggiare lungo le rive del lago, per quanto poco agevoli, restava incantato dalla stupenda visione delle dolci Colline Lucchesi e delle maestose Alpi Apuane che si specchiavano nella levigata superficie dell acqua. Ma rimaneva estasiato anche dall assoluta tranquillità che regnava in tutto l ambiente, dalle pittoresche baracche di falasco nella quale abitavano i pochi pescatori, dalla straordinaria varietà della flora e della fauna che caratterizzava tutto il territorio. Nel 1869 un commerciante svizzero costruisce quella che, acquistata qualche tempo dopo da un conte che sarebbe diventato senatore del Regno, diventerà Villa Orlando. La torre che custodiva l ingresso del parco andò anch essa distrutta durante la seconda guerra mondiale, mentre rimane in piedi una torretta con annesso molo che, come porticciolo, ospitava le barche delle guardie del lago. Giacomo Puccini ci arriva nel 1891, quando è già noto (ha scritto Le Villi e Edgar) ma non ancora famoso. Il luogo è silenzioso e selvatico. Dieci anni dopo (nel frattempo ha scritto Manon Lescaut, Bohème, Tosca) finisce di costruire la sua Villa, oggi museo di una gloria non transitoria che conserva e mostra il pianoforte e i mobili che furono del compositore, i 2

manoscritti, la documentazione fotografica, e quadri, statue, bassorilievi, decorazioni; e custodisce la tomba. Così il paesaggio, sociale oltre che naturale, cresce in varietà e cultura, armonizzando e integrando progressivamente gli apporti, i gusti, le provenienze, le personalità. Qui, nella Villa Orlando, nasce nel 2005 un Centro per la sviluppo della pratica della vela. Vi si insedia Valentin Mankin. Un Maestro: Valentin Mankin Valentin Mankin è un maestro. Lo è da quarant anni nel mondo della vela, da quando vince ad Acapulco, nel 1968, il suo primo Oro olimpico nella classe Finn, il più tecnico e duro dei singoli. Ci vogliono muscoli straordinari, nel Finn, tanto che è difficile emergere oltre i trent anni: nel 1968 Valentin ha giusto trent anni essendo nato a Kiev, capitale dell Ucraina, nel 1938. Vinse allora con 3 primi, 2 secondi, 1 terzo e 1 quinto posto nelle 7 regate: un risultato al limite del credibile. Gareggiava, e gareggiò sempre, nella squadra russa. Si deve precisare che già nel 1960 e nel 1964 si era qualificato per i giochi olimpici nella classe Finn, ma i sovietici lo avevano escluso, in spirito gerontocratico, dalla squadra olimpica nazionale per far posto a velisti più anziani. È opinione corrente tra gli esperti del settore che chi eccelle nel Finn è destinato ad eccellere in ogni altra categoria della vela. Così è: Mankin torna a vincere nel 1972 (Oro) e 3

ancora nel 1976 (Argento) nella classe Tempest, nel 1980 (Oro) nella classe Star con Aleksandr Muzotsenko una barca senza spinnaker, la Star, randa enorme e piccolissima vela a prua, diciamo pure una barca datata, ma di spiccata personalità, frequentata dai migliori timonieri al mondo, l unica ad essere stata reintrodotta nel programma olimpico dopo esserne stata esclusa per due volte. Vince anche il Campionato mondiale col Tempest nel 1973 dopo aver fatto un secondo posto nei Finn nel 1967. È campione europeo nella classe Star nel 1979. Nelle pubblicazioni specializzate Valentin Mankin occupa un posto fra i pochissimi nomi veramente leggendari della vela accanto a Paul Elstrom, l inventore della vela olimpica moderna, a Jochen Schueman, il più eclettico, a Torben Grael, il protagonista degli ultimi decenni. È stato scritto di lui: Valentin è la prova reale che i bravi ragazzi finiscono primi. I suoi avversari sono suoi amici. Egli ama la vela. Ed è anche lo studente della vela per eccellenza poiché è convinto che la vela sia scienza, da studiare, analizzare, per trovare le strade che portano alla competenza e al successo. Emigrato in Italia nel 1988, Mankin continua ad essere attivo come allenatore (dal 1991): prima direttore tecnico, quindi head coach della nazionale azzurra di vela olimpica. Prima di arrivare in Italia dirigeva il Ministero degli Sport d Acqua in Russia, dove era stato insignito, uno dei pochissimi fra gli uomini di sport, del titolo di Merito come atleta e come allenatore. Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica, gli ha conferito il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Valentin Mankin non solo dev essere considerato uno degli inventori della vela moderna avendo compreso, prima di chiunque altro, quanto sia necessario un approccio 4

professionale ad uno sport che ha continuato ad evolversi nel tempo spinto da una tecnologia sempre più raffinata e specifica, che influisce per mille aspetti, direttamente e indirettamente, sugli atteggiamenti e i comportamenti di tutti coloro che lo praticano a un buon livello. Mankin è anche un divulgatore e, in senso proprio, un maestro: prezioso, carismatico, di quelli che ogni velista un giorno sogna di incontrare sulla sua strada. Nell ambiente è, per tutti, semplicemente Valentino. Ha trasferito a tanti velisti azzurri la conoscenza e la tecnica, ma anche la tensione e la forza che ci vogliono in questo sport, le doti di intuito, il senso del team, la lealtà, la passione, la dedizione. Da quando c è lui, la vela azzurra non torna mai a mani vuote da un Olimpiade il bronzo di Alessandra Sensini nel 1996, l oro ancora della Sensini e l argento di Luca Devoti nel 2000. Vive a Livorno e, oltre che lavorare per la squadra olimpica, segue molti giovani equipaggi. Un Progetto: un polo italiano per la vela agonistica In Italia mancava, fino ad oggi, una struttura in grado di insegnare la vela non ai principianti ma a gente già pratica che ha da tempo lasciato gli studi, ha i suoi impegni di lavoro, ma avrebbe tutto da guadagnare (e una buna dose di tempo libero da investire) se gli si rinfrescasse periodicamente la memoria mettendola e mantenendola sulla strada maestra di un dilettantismo serio e maturo. Ce ne sarebbe bisogno se non altro per avvicinare anche i velisti tradizionali alle tantissime scoperte tecnologiche che continuano ad introdurre innovazione e a suggerire opportunità. Valentin Mankin è d altra parte convinto, e noi con lui, che la vela dia risultati apprezzabili soltanto se la prestazione fisica è mediata da un approccio teorico-scientifico che non si 5

esaurisce nella banale formalizzazione di regole né nella pratica dell allenamento, ma esige studio, riflessione, dedizione, calcolo. Regatare senza consapevolezza teorica, nella migliore delle ipotesi, dimezza il divertimento. È per questo che Valentin Mankin ha accettato, con l entusiasmo e la disponibilità che gli sono propri, di avviare un processo che vuol dire per lui passare dai campioni ai dilettanti, appunto, che verranno ospitati in un campus un sailing campus intorno al quale verranno mobilitate risorse ad hoc di ottimo livello per dar vita a una struttura rispondente a esigenze piuttosto complesse. Il target è principalmente quello dei derivisti, in particolare dei singolisti non per nulla il Circolo Artiglio del paese è stato fondato da dinghisti e finnisti, che da molto tempo sono le classi più presenti sul lago. Ma è stato anche ospitato un ritiro della nazionale di 4.70 e si sono avviati contatti con molti circoli che hanno difficoltà a praticare la vela in inverno. Anche se siamo aperti alla collaborazione con la federazione e con gli agonisti per incontri di livello superiore, ci rivolgiamo comunque, in maniera privilegiata, al velista dilettante che, benché abbia poco tempo da dedicare allo sport, sa che la vela richiede un serio approccio teorico. Dato che il vento è quasi sempre giusto, l uscita è garantita, il lago sicuro, a Torre del Lago c è una grande attività invernale aperta ai velisti che non vanno in letargo tra ottobre e aprile, ma ci sono condizioni ugualmente ideali in estate perché la termica del mare, distante non più di 6 chilometri, raggiunge senza difficoltà lo specchio d acqua del lago. Torre del Lago può così rimanere aperta per tutto l anno quasi senza interruzione. I programmi hanno grande flessibilità: weekend e weekend lunghi, settimane corte, settimane o quindicine per bambini fuori dal periodo scolastico e per adulti nei periodi delle ferie. Ma l offerta include anche eventi itineranti o a domicilio del cliente. 6

Il paese infine, frazione di Viareggio, ha il vantaggio di essere vicinissimo all aeroporto di Pisa e adiacente all autostrada Genova-Rosignano: è insomma facilmente raggiungibile da tutta Italia. Ed è ricco di edifici storici, a cominciare dagli stabilimenti industriali della Caproni che dragavano sabbia dal lago per scopi industriali e sono abbandonati da moltissimo tempo. Altri sono occupati dalla fondazione Puccini e dal Circolo Velico Artiglio e, da un paio d anni, dallo stesso dal centro Valentin Mankin che li utilizza per il rimessaggio delle barche al coperto. L idea è di ristrutturare una buona parte di questi capannoni e di farne un centro di accoglienza praticamente sull acqua, in accordo con il Circolo Artiglio che dovrà continuare a garantirci i servizi sportivi. Per il momento siamo ospiti nella dependance di Villa Orlando, dove abbiamo un ambiente raffinato che gestiamo con sobrietà e ci consente di ospitare al meglio il nostro pubblico. 7

Il progetto di recupero architettonico 8

9

Il Centro di specializzazione e il Circolo velico L attività del Centro di specializzazione per la vela agonistica Valentin Mankin propone un ampio spettro di moduli componibili e in qualche misura personalizzabili sulle caratteristiche e le esigenze dell utenza: preparazione fisica, alimentazione, meteorologia, fisica dello sport velico, le vele, lo scafo, le parti bagnate, le manovre correnti, tecniche di partenza, tecniche di approccio alla boa, andature strette e andature portanti, strategia e tattica, messa punto a terra e in acqua, lettura del campo di regata, lettura dell avversario. Ogni modulo prevede una fase di prework a terra. La maggior parte dei moduli prevede prove in acqua con filmati, seguiti da commenti e analisi (a terra) dei medesimi. Tutti i moduli sono accompagnati da materiale didattico su carta che verrà consegnato, assieme alle schede tecniche e ai filmati, agli allievi. I moduli hanno, a seconda delle loro caratteristiche, differenti livelli di standardizzazione. Sono preparati da esperti/docenti sotto il coordinamento di Valentin Mankin e in accordo con lo specifico gruppo di clienti cui sono rivolti: classi veliche o circoli più o meno interessati ai diversi aspetti dello sport che costituiscono l offerta didattica. Faranno parte del team dei docenti, oltre a Valentin, un preparatore atletico, campioni in singolo, un tattico di fama, un velaio, un progettista, un meteorologo velista. L attività del Centro Valentin Mankin è supportata da una base logistica, collegata al Circolo Vela Artiglio, che garantisce spazi idonei, in quantità e qualità, alle esigenze dei partecipanti in rapporto ai corsi a terra e in acqua: spogliatoi e armadietti, impianti 10

sanitari, sala ristoro e sala didattica, attrezzature e abbigliamento a noleggio, rimessaggio per le attrezzature di proprietà, assistenza in acqua e durante la discesa e la risalita, piccoli interventi di manutenzione e riparazione, spazi esterni in cui si possa socializzare e vivere il tempo piacevolmente. L accennato progetto di ristrutturazione prevederà particolare cura nel recupero strutturale degli edifici (alcuni dei quali hanno valore storico), nel reperimento degli spazi necessari al lavoro (capannoni, soppalchi, l eventuale ampliamento della sede), gli accessi e i parcheggi, nell identificazione di spazi per il dopoteatro e di supporto alla stagione lirica. Il Centro Valentin Mankin ha inoltre la missione di rafforzare l integrazione con la realtà del territorio, a cominciare dalla Fondazione Puccini, proponendosi come un elemento trainante di Torre del Lago dal punto di vista sia ambientalistico che culturale e di immagine, e proponendosi all attenzione di sponsor istituzionali (banche, enti, grandi aziende) che possano supportare attività di punta e di rappresentanza legate al luogo. Il Centro Valentin Mankin ha in programma di promuovere unitariamente il Circolo Artiglio, il paese e tutto il territorio viareggino, interessando eventualmente anche l Accademia e la Marina Militare in eventi velico-sportivi di portata nazionale e internazionale. La redazione e commercializzazione del materiale didattico, tendenzialmente multimediale, è affidata ad una struttura editoriale creata ad hoc che provvederà a renderlo fruibile sia attraverso la distribuzione a soci e allievi, sia attraverso il portale web. Il portale comprenderà anche una piattaforma di formazione per le materie che possono giovarsi di una metodologia a distanza, nonché di vasta documentazione dei principali eventi del settore, nazionali e internazionali. Gli stessi materiali saranno rielaborati per diventare testi di riferimento a livello professionale. 11

In base a intese organiche con l ente locale, è nei programmi del Centro velico Valentin Mankin di dedicare una parte significativa delle proprie risorse alla formazione dei giovanissimi locali. Benché, infatti, ci siano già in Toscana iniziative di questo tipo, non ce ne sono a Viareggio perché in mare non si scende facilmente con delle derive Viareggio ha una forte tradizione di altura, oltre che cantieristica, ma la tradizione derivistica soffre. Offrire al territorio un polo specificamente dedicato ai giovani è per il Centro Valentin Mankin un obiettivo: vorremmo lasciare qualcosa di nostro a una terra che ci ha offerto la sua ospitalità e ci ha regalato le sue bellezze la natura, la musica, il lago. Anche la musica: perché secondo Valentin tra una regata e l altra bisogna ascoltare musica. Ci piacerebbe essere sponsorizzati dalla Fondazione, regatare nel corso della stagione concertistica, realizzare nel tempo una consonanza fra l armonia della musica, che è ispirazione e cultura, e l armonia della vela, che è natura e tecnica. Due passioni che stanno bene insieme. 12