NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI)



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NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI) Miniera Fenice Capanne (Massa M.ma - GR) Pozzo San Carlo 1900 (Archivio storico) Miniera Fenice Capanne (Massa M.ma - GR) Perforatore da mina (Archivio storico) Anno 8 - n 27 (Gennaio/Marzo 2011)

Gruppo Mineralogico "AUSER" SOMMARIO Anno 8 N 27 da un particolare lavoro di : e : edizione G.M.C. : Bettini Giuliano Cosmi Silvana Magni Massimo G.M. AUSER-Cecina Notiziario trimestrale a cura del Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li) Gennaio/Marzo 2011 Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali articoli scrivere a : GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" Via Bellini, 17-57023 Cecina (Li) tel. 0586/632112 - fax 0586/632433 Si ringraziano per la collaborazione: Tutti i Soci del G. M. "AUSER" e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario (Stampato in proprio) La TITANITE AZZURRA - Epopea di una Ricerca - 1 Protagonisti della storia 1 Prologo 1 Ubicazione della zona di ricerca 2 Studio dei percorsi 3 Il ritrovamento del sito 8 La Matrice litologica 10 I Campioni rinvenuti 11 Attività Gruppo 21 Manifestazioni 22 Curiosità Mineralogiche 23 Scala di Mohs 26 Foto copertina: Titanite azzurra su Quarzo (campione di 2 mm.) (Foto e Collezione: Giuliano Bettini) Bibliografia: R. Nannoni, F. Sammartino: "Guida ai minerali dei Monti Livornesi"; Calderini Editore, 1979 Franco Sammartino: Minerali, miniere e cave dei Monti Livornesi; Circoscrizione 4, 2009. Giuliano Bettini: L'avventura della Titanite azzurra Giuliano Bettini: I più bei minerali di Poggio Corbolone

PROTAGONISTI DELLA STORIA La TITANITE AZZURRA - Epopea di una Ricerca - Protagonisti di questa nuova ricerca mineralogica nell hinterland livornese sono gli amici Silvana Cosmi, Giuliano Bettini, Benucci Valerio e Marchi Vittorio: quest ultimo non conosciuto direttamente ma attraverso quanto inviatoci dallo stesso Bettini. PROLOGO Con queste premesse si consumata l avventura, anzi si è scatenata l odissea, termine più che appropriato viste le peregrinazioni della coppia, della caccia alla Titanite azzurra. UBICAZIONE DELLA ZONA DI RICERCA Con la febbre della ricerca, il primo passo di Giuliano e Silvana, con i compagni Valerio (Benucci) e Vittorio (Marchi), è stato quello di individuare sulla carta, se e quando se ne fosse potuto trovare il nome, la posizione esatta del Rio Paganello : fortuna ha voluto che tale corso d acqua fosse indicato nella cartografia in possesso a Giuliano cartografia da cui, pur essendo abbastanza chiara, non possedeva i requisiti sufficienti a tracciare un itinerario di avvicinamento né, tantomeno, a dettagli sufficienti per circoscrivere la località di ricerca. Il territorio dei Monti Livornesi offre ancora una volta la possibilità di scoprire una delle specie mineralogiche formatesi in quella fucina naturale che ha contraddistinto l evoluzione della terra toscana a Sud dell Arno. Per Paolo e Francesca galeotto fu il libro ma la massima è applicabile anche nel nostro caso dato che la determinazione alla ricerca del minerale è stata un trafiletto inserito nelle memorie di Franco Sammartino relative a Minerali, miniere e cave dei Monti Livornesi edito dal Comune di Livorno dove, ad un certo punto, scrivendo della Titanite si parla di un ritrovamento di Titanite Azzurra individuato lungo il Rio Paganello. Questo è stata la molla che ha suscitato la curiosità dei nostri amici, Silvana in particolare che non avrebbe avuto pace fintanto che non l avesse trovata anche se, a detta di Giuliano, non l avrebbe mai confessato, spingendoli ad approfondire l argomento ed a programmare una escursione mirata al ritrovamento del sito e, perché no, ad arricchire la loro collezione con campioni interessanti del minerale. La Titanite è un minerale rintracciabile in diversi siti dei Monti Livornesi : di color aranciato sono state trovate nelle brecce del promontorio del Romito (Sammartino), in cristalli incolori o leggermente rosati nelle serpentiniti di Poggio Corbolone (Bettini Cosmi; Nannoni Sammartino), Poggio Ginepraia ed a Botro Grande (Sammartino) mentre piccoli cristalli incolori sono emersi con le ricerche a Poggio delle Fate ed a La Forcella. Ma della Titanite azzurra non era stato segnalato alcun ritrovamento e questo la dice lunga sulla sua rarità. Sammartino cita testualmente: La Titanite azzurra è stata individuata nella Valle del Rio Paganello, in filoncelli di Quarzo ed Albite che attraversano diagonalmente strati di argilloscisti, in un area di poche decine di metri quadrati, dove si trovano in contatto vari tipi di rocce quali serpentiniti, serpentiniti alterate con sottili strati di Magnesite polverulenta, idrotermaliti ed oficalci. 1 Fig.: 1 - Ubicazione del Rio Paganello ad Est di Livorno (Elaborazione Bettini G) Il Rio Paganello è uno dei torrentelli che, scendendo dalle pendici del Corbolone vanno a formare il Rio dell Acqua Puzzolente proveniente dalle pendici del Monte la Poggia e che, a sua volta, è affluente del Torrente Ugione e si trova, come risulta dalle cartine, nei dintorni del Podere Casanuova. 2

Le notizie raccolte dai nostri amici sulla località si riferivano a bancate di argilliti (argille sabbiose?) con affioramenti serpentinosi ma non definivano i particolari della zona dove era stata segnalata la Titanite azzurra: da qui la difficoltà di esplorare un area abbastanza vasta senza avere precisi riferimenti dato che il Rio Paganello, con origine dal Poggio Corbolone, percorre un territorio in parte molto accidentato e boscato. STUDIO DEI PERCORSI Il Rio Paganello si trova a Nord del Monte La Poggia e, come già accennato, proviene dal versante occidentale del Poggio Corbolone. La zona, apparentemente, potrebbe essere raggiungibile anche in auto, passando dal Limoncino, fino ad un posto denominato Le Fornaci nei pressi di una cava, da cui proseguire l esplorazione a piedi di quei luoghi impervi. Una alternativa potrebbe essere l avventura passando dalla strada della Cava alta del Poggio Corbolone. Dopo diverse congetture e peripezie sui sentieri e le forre boscate della zona, mentre Silvana era impegnata in altri lavori all estero, il nostro Giuliano è incappato in un evento fortunato o, come si suol dire, in un colpo di c.., cioè in un articolo di F. Sammartino, pubblicato su di una memoria del Museo di Storia Naturale di Livorno dove, insieme ad altre informazioni, era indicato, approssimativamente su di uno stralcio della carta geologica della zona, il sito di ritrovamento della Titanite azzurra. Quest ultimo, trasportato in scala su di una mappa geologica dove, tra l altro, venivano evidenziati anche affioramenti di rocce varie quali idrotermaliti e serpentiniti, potè indirizzare Giuliano verso una zona abbastanza precisa sulla riva destra del Rio Paganello ove si trovava anche segnata la traccia di un probabile sentiero che, tra l altro, a nostro parere, poteva essere un antico percorso tra la località Casanuova e la strada delle cave di Poggio Corbolone. Sentiero ben distinguibile su foto satellitari derivate da Google Earth che, dopo diverse giravolte, dalla cava delle Fornaci arrivava sino alla cava Est del Corbolone (quella alta) e che, in parte era stato seguito da Valerio e Silvana senza arrivare alla località prefissata. Fig.: 2 - Posizione approssimata della zona (Elaborazione Bettini G) Fig.: 3 - Possibili avvicinamenti al Rio Paganello (Elaborazione Bettini G) 4 3

Fig.: 4 Affioramenti sul versante Ovest del P.gio Corbolone (Elaborazione Bettini G.) Fig.: 6 Elaborazione grafica sulla mappa geologica (Elaborazione Bettini G.) Fig.: 5 Il sito indicato nella memoria di F. Sammartino (Quad. Mus. St. Nat. Livorno, 21, 2008) Fig.: 7 Trasposizione dei risultati sulla carta topografica (Elaborazione Bettini G.) 5 6

Ma Silvana ce l ha anche se, tornata da sola in zona, dopo qualche giorno, non ha trovato niente. Fig.: 8 La foto satellitare della località agg. 2010 (da Google Earh) Nelle cartografie e foto satellitari (vedi precedenti figg. 4 8), con buona volontà, Giuliano potè osservare la presenza anche di altri sentieri, dei quali aveva avuto notizia e che potevano condurre la brigata nella agognata cava della Titanite azzurra partendo dal Corbolone. A detta di Giuliano l impresa con Silvana ebbe inizio in un giorno di Maggio non ben precisato ma caratterizzato da improvvisi quanto fastidiosi scrosci di pioggia. Dopo diverse curve e deviazioni, per la strategia di qualche amante della natura che aveva chiuso il sentiero con un orto, i nostri amici incontrarono, nella zona più impervia della boscaglia, un altro ricercatore che, incurante della pioggia, si era dato anche lui alla ricerca della Titanite Azzurra ma senza aver raggiunto risultati. Ritenendo di aver trovato la località dove ipoteticamente dovevano trovarsi le argilliti indicate da Sammartino, anche se all aspetto le rocce non promettevano niente di buono, Giuliano e Silvana, da buoni ricercatori, si accollarono il peso di qualche chilo di sassacci, con la filosofia del poi si vedrà, da esaminare con calma. La scelta premia in un primo tempo la Silvana con il reperto della foto in Fig. 9. Pensiero di Giuliano: Indubbiamente per trovare la Titanite azzurra al primo colpo ci vuole grande c. (grande capacità). 7 Fig.: 9 La foto di Silvana campo c.a 5 mm (Foto e coll. Cosmi S.) IL RITROVAMENTO DEL SITO Lo studio di più agevoli percorsi alternativi ha visto delinearsi la possibilità di arrivare alla zona di ricerca dalla viabilità comunale (via Condotti vecchi) sino alla località Casanuova da cui, a piedi, proseguire verso il sentiero 00 di Vallelunga per intercettare il sentiero che riporterebbe al Corbolone. In effetti, salvo diverse peripezie superate per il naso di Silvana, la scelta fatta dai nostri amici si è poi rivelata giusta, anche se per Giuliano il tragitto è stato incomprensibile, e la conclusione della giornata è stata la raccolta dei soliti chili di schifosi sassetti con la parvenza di qualche sporadico brillio. Gli schifosi sassetti si sono poi rivelati notevole fonte di soddisfazione perchè, ad un attenta analisi microscopica, sono saltate fuori le agognate Titaniti azzurre, anche ben formate. Naturalmente la località è stata esplorata più volte, anche con la presenza del Benucci Valerio, che non poteva esimersi dall aggregarsi, ed ha elargito campioni belli ed interessanti anche per la presenza di Albite trasparentissima. 8

Oltre che blu nei campioni si sono evidenziate Titaniti giallognole o perfettamente incolori. L abito cristallino della Titanite azzurra è, come definisce Giuliano, completamente diverso dalle altre con le forme semplici a cuneo (simili a quelle del Romito): si avvicina alla forma allungata di altre titaniti (trovate su Internet) provenienti dal Trentino, dal Pakistan, da Minas Gerais (Brasile) e dalla Svizzera. Il colore blu è comunque rarissimo. Il territorio dei Monti livornesi, come già sottolineato in precedenti occasioni, non fornisce, salvo rare eccezioni, campioni estetici ma è prodigo di minerali anche interessanti, come in questo caso, per la loro rarità e bellezza naturalistica. LA MATRICE LITOLOGICA Fig.: 11 I famosi schifosi sassetti Fig.: 10 Viabilità di avvicinamento (Elaborazione Bettini G.) Fig.: 12 I sassetti del Benucci (Foto e coll. Benucci V.) 9 10

I CAMPIONI RINVENUTI Fig.: 13 Primo piano di TitanitI su Quarzo (c.a 1 mm) Fig.: 15 Primo piano di un cristallo di Titanite (c.a 1,5 mm) Fig.: 14 Primo piano di un cristallo di Titanite (c.a 1,5 mm) Fig.: 16 Primo piano di un cristallo di Titanite (c.a 2 mm) 11 12

Fig.: 17 Il sassetto della Titanite di Fig.: 16 Fig.: 19 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm (particolare) Fig.: 18 Forma cristallina Titanite di Rio Paganello (Fig. 16) (Elaborazione grafica Bettini G.) Fig.: 20 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm 13 14

Fig.: 21 Titanite azzurra cristallo c.a 1,5 mm Fig.: 23 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm (Foto e coll. Benucci V.) Fig.: 22 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm (Foto e coll. Cosmi S.) Fig.: 24 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm (Foto e coll. Benucci V.) 15 16

Fig.: 25 Titanite azzurra cristallo c.a 1 mm (Foto e coll. Benucci V.) Fig.: 27 Titanite gialla particolare Fig.: 26 Titanite gialla su Quarzo cristallo 2 mm 17 Fig.: 28 Titanite trasparente su Quarzo cristallo 1 mm 18

Fig.: 31 Particolare dei cristalli geminati di Albite campo 3 mm Fig.: 29 Titanite giallina su Quarzo cristallo 1 mm Fig.: 32 Particolare di cristalli geminati di Albite campo 1 mm Fig.: 33 Geminazione secondo la legge dell'albite (Elaborazione grafica Bettini G.) Fig.: 30 Cristalli di Albite campo 15 mm 19 20 I Rappresentanti del G.M.C.-Auser presso la Certosa di Calci sede del Museo

Attività Gruppo Manifestazioni 18^ RASSEGNA "MINERALI E FOSSILI" Nei giorni 12 e 13 Febbraio 2011 si è svolta la 18^ "Rassegna di Minerali e Fossili". Alla manifestazione è mancata la presenza di alcuni espositori storici ma nel complesso siamo stati gratificati dalla presenza di molti visitatori e della presenza del Direttivo F.E.S.P.E.M. che ha eletto la nostra cittadina a sede del convegno annuale. Ancora una volta l'apprezzamento della lotteria, con la messa in palio di un geode di Ametista brasiliana e di una Rosa di Gesso del Messico è un sollecito per la ripetizione anche nella prossima 19^ edizione. Il corso "Come riconoscere i minerali" non ha avuto luogo per scarsità di prenotazioni. Per questa edizione il Gruppo aveva curato la realizzazione di un CD, da consegnare in copia ai partecipanti, in formato diapositive in "Power Point" di "Office". MUSEO PROVVISORIO DI MINERALOGIA - CERTOSA DI CALCI Il Gruppo Mineralogico Auser di Cecina ha partecipato, il 26 Marzo 2011 alla inaugurazione della sede provvisoria del "Museo Mineralogico" presso la "Certosa di Calci" su invito del Dr. Paolo Orlandi (Università di Pisa - "Dipartimento Scienze della Terra"). PISTOIA 20 marzo 2011 M/S Info Giuliano Piccioli tel. 055 5000314 Casalecchio s.r. (BO) 25-27 marzo 2011 S tel. 051 6148006 Badia a Settimo (FI) 10 Aprile 2011 B tel. 055 7224141 CERTALDO (FI) 16-17 Aprile 2011 M/S tel. 333 4233706 MONACO 24-25 Aprile 2011 M/S tel. +49 89 9037187 GENOVA 14 15 Maggio 2011 S tel: 334 5841288 VERONA 20 22 Maggio 2011 M tel: 340 6673199 SOAVE (VR) 22 Maggio 2011 S tel: 055 5000314 Lanzo Torinese (TO) 04 05 Giugno 2011 B 21 22

Curiosità Mineralogiche Curiosità Mineralogiche CULLINAM CURIOSITA SUI DIAMANTI - Gemme & Pietre Preziose - Nel 1905, al termine di un pesante turno di lavoro, uno dei minatori, che stavano lasciando la miniera, notò un oggetto luccicante incastrato nel terreno. Con l'aiuto di un coltello a serramanico l'uomo riuscì a liberare la pietra e la portò al direttore della miniera. Il fortuito evento costituì la scoperta del diamante grezzo più grande sino ad oggi rinvenuto: ben 3106 carati! Difficile fu rispondere alla domanda di che cosa fare di una gemma delle dimensioni di un pompelmo. Dal momento che non furono trovati acquirenti, fu deciso di donarla al Re d'inghilterra Edoardo VII che, sotto consiglio degli esperti, decise di tagliarla in due pietre grandi e molte altre piccole. Le due pietre grandi furono denominate Cullinan I (circa 530 cts.) e Cullinan II (circa 317 cts.). La più grande (Cullinan I) fu ribattezzata "La Grande Stella d'africa": questa, sebbene divisa non ricordasse neppure lontanamente le sue dimensioni originarie, paragonata alle altre, aveva ancora dimensioni notevoli (5,7 x 4,2 cm nei punti di maggior larghezza). Il taglio del Cullinan fu talmente indovinato che le due gemme vennero a far parte dei gioielli della corona d'inghilterra. KOH-I-NOOR Storia bella ed affascinante come un film: questa ebbe inizio nel 1304 quando apparteneva al Rajià di Malwa. Di forma ovale costituiva, secondo la leggenda, l'occhio di un pavone nel preziosissimo trono del principe indiano e ne simboleggiava l'enorme potere quasi soprannaturale: la leggenda diceva, infatti, che chi era in possesso del Koh-i-noor poteva governare il mondo intero. Nel 1730 lo Scià di Persia sconfisse la dinastia indiana dei Moghul appropriandosi del diamante. Si narra inoltre che un membro dell'harem dello Scià Imperatore Mohammed informasse lo Scià Nadir che il gioiello era nascosto nel turbante dell'imperatore. Durante i festeggiamenti per la vittoria, Nadir fu così intelligente da suggerire all'imperatore, secondo un diffuso rituale orientale, di scambiarsi i copricapi come gesto di un legame fraterno, sincerità ed amicizia eterna ed il cui rifiuto avrebbe significato profonda offesa nei confronti dell'eroe conquistatore. Quella notte, quando lo Scià Nadir srotolò il turbante e vi trovò la gemma, esclamò: "Koh-i-noor" che significa "montagna di luce". Lo Scià Nadir portò poi il gioiello in Persia dove rimase fino al 1849 quando gli Inglesi occuparono il Punjab e l'east Indian Company, divenuta proprietaria della gemma, la regalò alla regina Vittoria. MILLENIUM STAR Il diamante fu scoperto in Africa e precisamente nella Repubblica del Congo, dove la De Beers lo acquistò negli anni novanta. Il laboratorio della società impiegò i suoi migliori tecnici per studiare e poi tagliare una delle pietre più grosse e perfette rinvenute ad oggi. Solo dopo tre lunghi anni e grazie alla tecnologia laser il "Millenium Star" vide la luce nella sua attuale forma: uno splendido ed unico diamante di 203 carati a forma di goccia privo di imperfezioni sia interne che esterne. Harry Oppenheimer, esperto mondiale dell'industria dei diamanti, descrive il Millenium Star come "il diamante più bello che abbia mai visto". Chiamato a ragione Millenium Star, il diamante è il pezzo forte della "Millenium Collection" della De Beers che ha creato la collezione come simbolo delle speranze e dei sogni per il futuro. La magnifica collezione è rimasta in mostra al Millenium Dome di Londra per tutto l'anno 2000. HOPE BLU Conosciuto anche come il diamante blu l'hope è sicuramente la gemma con l'alone di mistero più famoso al mondo in quanto il destino dei suoi proprietari non è stato felicissimo. La prima a possederlo, Maria Antonietta, fu decapitata durante la rivoluzione francese e forse la leggenda che la pietra fosse portatrice di sventura iniziò proprio da li. Nel 1830 l'hope fu nuovamente legato ad un susseguirsi di eventi infausti. Innanzi tutto il gioielliere che lo aveva tagliato morì di crepacuore alla notizia che il proprio figlio aveva rubato il prezioso diamante. A seguito della morte del padre, il figlio si tolse la vita e, si dice, che tale sorte toccò anche alla persona che trovò il diamante tra gli averi del giovane suicida. Non è finita: esiste anche la storia della ballerina delle Folies Bergère che pare sia stata uccisa sul palco la prima sera che indossò l'hope. Come sempre la fantasia, la storia e la leggenda si intrecciano tra loro contribuendo sicuramente ad accrescere la sinistra bellezza dell'hope, il diamante blu. Nella forma attuale, 45.2 carati si trova esposto allo Smithsosian Institute di Washington. DE BEERS Non molto tempo dopo l'avvio dell'attività estrattiva, la De Beers fece una delle sua maggiori scoperte: una pietra che pesava 428,5 carati proveniente dalle miniere di Kimberly in Sudafrica. Dopo il taglio, il diamante De Beers fu mostrato all'esposizione di Parigi del 1889. Masse incredule di persone si misero in coda per ammirare i 228,5 carati di quello che si credeva il diamante tagliato più grosso del mondo. Anche se nel secolo scorso sono state scoperte bellissime pietre, il diamante De Beers mantiene il titolo di quarto maggiore diamante tagliato al mondo. 23 24

Curiosità Mineralogiche Scala di Mohs CENTENARY La pietra, nella sua forma grezza estratta nel 1986, pesava ben 599 carati: simile ad una scatola di fiammiferi dalla forma irregolare, la sua scoperta fu annunciata per il centenario della De Beers. Di forma irregolare e con una protuberanza sporgente, la pietra, per ricavarne una gemma, poteva essere affidata solo un grande tagliatore. Il lavoro fu affidato a Gabi Tolkowsky, uno dei tagliatori più famosi del mondo, legato al taglio del brillante omonimo. Questi decise che, malgrado le dimensioni fuori dal comune, avrebbe tagliato la pietra come un unico grosso diamante e, dopo un lavoro, durato nel suo insieme tre anni, il Centenary apparve nella sua forma attuale: 247 faccette che lo fanno esplodere di luce facendone risaltare la purezza. Il peso finale fu di 273.85 carati. Terminato il lavoro, Tolkowsky ammise di essere stato rapito completamente dal diamante: non vi era fessura a lui sconosciuta e, non volendo usare laser o lame nel taglio del Centenary, temendo che il calore e le vibrazioni ne avrebbero rovinato la lucentezza optò per l'antico metodo della sfaldatura (taglio a mano). ORLOFF Originariamente di 300 carati, oggi ne pesa 189.6. Come molti diamanti celebri è legato ad antiche leggende indiane: in India fu trovato e adorato, costituendo l'occhio di un dio indù. Rubato da un soldato francese, giunse in Europa nel XVIII secolo. Acquistato per una cifra enorme dal principe Orloff, ex favorito di Caterina di Russia, lo donò alla zarina sperando di riconquistarla. La donna accettò il prezioso regalo che mai indossò. Attualmente fa parte dei tesori di Russia. REGENT La pietra grezza, trovata in India nel 1701, pesava 410 carati ed arrivò a pesarne 140.5 nel taglio a brillante in forma di cuscino. Di proprietà del primo ministro inglese, William Pitt, fu venduto al duca di Orleans, reggente del re di Francia e venne instonato nella corona indossata da Luigi XV per l'incoronazione. Napoleone lo fece montare sul copricapo e poi sull'elsa della sua spada. Attualmente è in mostra al museo del Louvre. TAYLOR-BURTON Rinvenuta nella miniera Premier in Sudafrica nel 1966, fu Harry Winston a tagliare e levigare la pietra grezza, in origine di 244 carati, fino a ricavare uno splendido diamante di 69 carati a goccia. Nel 1969 la pietra fu venduta all'asta e venne acquistata dal gioielliere Cartier. Il giorno dopo fu acquistato da Richard Burton, dietro pagamento di una somma sconosciuta, per regalarlo adelizabeth Taylor che lo indossò in un gran galà al Principato di Monaco e lo mise all'asta, 10 anni più tardi, per devolverne il ricavato alla fondazione di un ospedale in Botswana. 25 1 Talco Scalfibile con l'unghia 2 Gesso Scalfibile con l'unghia 3 Calcite Scalfibile con una monete di rame 4 Fluorite Scalfibile con un coltello 5 Apatite Scalfibile con un coltello 6 Ortoclasio Scalfibile con una lima d'acciaio 7 Quarzo Scalfisce il vetro 8 Topazio Scalfisce facilmente il quarzo 9 Corindone Scalfisce facilmente il topazio 10 Diamante Non è scalfibile La "Scala di Mohs" prende il nome del suo ideatore Friedrich Mohs, mineralogista tedesco che, a cavallo del 18 e 19 secolo (Germro de 29.11.1773 - Agordo 29.09.1839) ideò una scala empirica, con valori compresi da 1 a 10, per la definizione delle durezze, riferita alla capacità dei materiali di scalfirne uno più tenero e di essere a loro volta scalfiti da uno più duro. Tale Scala risulta ancora oggi di uso comune tra i mineralogisti e collezionisti quale metro di paragone per indicare la durezza dei minerali anche se, nella pratica industriale, questa viene determinata con prove di laboratorio atte a valutarne la resistenza alla compressione (durezza Brinell) o alla penetrazione (durezza Rockwell). Nell'esempio della Scala ogni minerale di riferimento citato scalfisce quelli che lo precedono e viene a sua volta scalfito da quelli successivi. I minerali aventi durezza 1-2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6 sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri. Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose in quanto, molte gemme, hanno una durezza compresa in questo intervallo. 26