PROGETTI INTERNAZIONALI



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Edizione LECCO Anno III, n. 9, Ottobre/Dicembre 2009 PREVENZIONE Influenza A: alcune semplici regole per tenerla lontana PROGETTI INTERNAZIONALI epsos: la salute non ha confini SICUREZZA L appropriatezza nell uso dei farmaci I NUOVI OSPEDALI LOMBARDI NOTIZIE DALLA TUA ASL Prevenire sovrappeso e obesità Al via il nuovo centro di tomografia Gli screening oncologici dell ASL di Lecco n 9

In questo numero EDITORIALE P 3 MAGGIORE SICUREZZA PER IL PAZIENTE GRAZIE AL QUESITO DIAGNOSTICO L Assessore Bresciani ai cittadini PREVENZIONE P 4-6 INFLUENZA A: ALCUNE SEMPLICI REGOLE PER TENERLA LONTANA I comportamenti per limitare la probabilità di contagio DAL TERRITORIO P 7-10 NOTIZIE DALLA TUA ASL PROGETTI INTERNAZIONALI P 11 EPSOS: LA SALUTE NON HA CONFINI Migliore accesso alle cure per i cittadini europei SICUREZZA P 12-13 SICUREZZA E APPROPRIATEZZA NELL USO DEI FARMACI Le attività a tutela dei cittadini EDILIZIA SANITARIA P 14-15 MAGGIOR COMFORT E FUNZIONALITÀ NEI NUOVI OSPEDALI LOMBARDI Il nuovo volto della Sanità lombarda Registrata al Tribunale di Milano in data 07.05.2007 al numero 292 Chiuso in redazione: 30 ottobre 2009 Direttore responsabile: Daniela Martelli Redazione: Antonio Fanuzzi, Manuela Filardo, Chiara Franceschi, Elena Frasio, Alessandro Gatta, Roberta Gorio, Enzo Mascolo, Enrico Parola, Michela Roncetti, Marcella Ubezio Progetto grafico: MultiMedia srl Stampa: Lucky Group Tiratura: 440.000 Contatti: comunicazione_sanita@regione.lombardia.it www.sanita.regione.lombardia.it Anno III, n. 9, Ottobre/Dicembre 2009

MAGGIORE SICUREZZA PER IL PAZIENTE GRAZIE AL QUESITO DIAGNOSTICO Luciano Bresciani è nato 66 anni fa a Carbonara di Po, in Provincia di Mantova, e risiede a Milano. Cardiologo, ha esercitato la professione in Sudafrica, con Christian Barnard, nei primi anni settanta e poi negli Stati Uniti. Ha insegnato in Olanda, presso l Università Reale di Utrecht. Ha svolto la propria attività professionale presso gli ospedali milanesi San Paolo e San Raffaele. Negli anni Novanta è stato Assessore alla salute per la Provincia di Como. In qualità di esperto di programmazione sanitaria, collabora con Regione Lombardia dal 2003 ed è stato direttore generale vicario della Sanità lombarda dal giugno del 2005 fino a marzo 2007. Dal 1 ottobre tutte le impegnative contenenti prescrizioni di specialistica ambulatoriale devono contenere, così come prevede il codice deontologico della professione medica, l espressione del sospetto/quesito diagnostico. Anche se sembra una notizia per addetti ai lavori, riguarda invece tutti noi. Il quesito, o sospetto diagnostico, è infatti l indicazione scritta della ragione in base alla quale il medico ritiene necessari determinati esami per arrivare a una diagnosi: nella ricetta, cioè, accanto ai codici degli esami prescritti il medico deve spiegare perché, in base a quali sintomi, ritiene opportuno che il suo assistito debba sottoporsi agli accertamenti indicati. Questa precisazione da una parte permette al paziente di capire meglio, in modo più chiaro e intellegibile perché deve fare certi esami, dall altra è uno strumento in più, un informazione più dettagliata e circostanziata che viene consegnata allo specialista, così che questi sia in grado di indirizzare meglio la propria indagine. Facciamo l esempio degli esami radiologici come la tac o la radiografia al torace, che comportano un esposizione ai raggi: il quesito diagnostico, riportando non solo la richiesta dell esame ma i sintomi che hanno spinto il medico a richiederlo, permette al radiologo di indirizzare meglio e quindi circoscrivere maggiormente l area da esaminare, e ciò comporta per il paziente una minor esposizione. Potrebbe verificarsi anche il caso in cui lo specialista, valutate le indicazioni del medico, ritenga inutile un certo esame, evitando quindi al paziente di sottoporvisi. Come si può capire dai due casi presi ad esempio, l indicazione del quesito diagnostico comporta dunque una maggiore responsabilità da parte del medico prescrittore e migliora sicuramente il livello di appropriatezza-sicurezza delle prestazioni erogate, a tutto vantaggio del paziente. Aggiungo che oggi la prescrizione di esami non è prerogativa solo del medico di base, ma anche degli altri medici: se vado da uno specialista a fare un esame e in base ai risultati questi ritiene opportuno farne altri, questi me lo può prescrivere direttamente, senza farmi tornare dal mio medico di base. È evidente il risparmio di tempo (e non solo): e in certi casi il tempo può essere un elemento decisivo per una cura efficace. Luciano Bresciani Assessore alla Sanità 3

PREVENZIONE INFLUENZA A: ALCUNE SEMPLICI REGOLE PER TENERLA LONTANA Influenza A/H1N1: è probabilmente il termine scientifico che in questi mesi ha goduto della maggiore popolarità. Di che cosa si tratta? Quanto è pericolosa? Come si trasmette? Come affrontarla? Regione Lombardia, con la campagna informativa Lasciati influenzare solo dai buoni consigli, ha diffuso indicazioni semplici e precise per limitare la probabilità di contagio e per affrontare l eventuale comparsa dei sintomi influenzali. Sul sito regionale della sanità (www.sanita.regione.lombardia. it) sono reperibili sia i materiali della campagna sia i risultati del costante monitoraggio cui è soggetta l influenza: ogni settimana viene aggiornata la sezione Influnews, redatta in collaborazione con la sezione di virologia dell Università degli Studi di Milano e con il Centro Interuniversitario di Ricerca sull Influenza e sulle Infezioni Virali. Per facilità e chiarezza di comprensione, puntualizziamo alcuni aspetti legati alla nuova influenza. Quali caratteristiche e sintomi presenta? Per quanto si è riscontrato fino ad oggi, il virus A/H1N1 provoca generalmente una forma lieve d influenza e la maggior parte delle persone guarisce in pochi giorni, senza alcuna necessità di terapia farmacologica o di ricovero ospedaliero. I sintomi sono generalmente simili a quelli delle influenze stagionali: febbre, tosse, mal di gola, nausea, cefalea, dolori muscolari. 4 Può avere conseguenze gravi? Come in tutte le influenze stagionali, anche nella nuova influenza A/H1N1 vi è il rischio di complicanze gravi (polmonite e insufficienza respiratoria); ma il rischio è minore rispetto all influenza stagionale, e riguarda principalmente persone affette da patologie croniche o con scarse difese immunitarie. È importante ricordare che il numero di casi sinora segnalati di complicazioni gravi e decessi associati alla nuova influenza A/H1N1 è molto inferiore, percentualmente, rispetto al numero di casi gravi o decessi associati all influenza stagionale. Come si trasmette? Allo stesso modo delle influenze stagionali, cioè per via aerea, attraverso le goccioline di saliva: respirando a distanza molto ravvicinata (meno di mezzo metro), da persone che tossiscono o starnutiscono. Cosa fare per limitare la probabilità di contagio? I consigli sono simili a quelli indicati per tutte le altre malattie infettive: in caso di starnuti o tosse coprire naso e bocca col fazzoletto, mantenendosi a distanza da altre persone; lavare spesso le mani; evitare contatti ravvicinati soprattutto con persone che potrebbero essere malate; arieggiare bene l ambiente in cui si vive aprendo con frequenza le finestre o garantendo il corretto funzionamento degli impianti di condizionamento; curare la pulizia degli ambienti. È inoltre sempre molto utile praticare comportamenti salutari: dormire un tempo adeguato, alimentarsi in modo corretto privilegiando il consumo di frutta e verdura di stagione e svolgere regolare attività fisica. Cosa fare se compaiono sintomi influenzali? Bisogna rimanere in casa e informare il proprio medico di medicina generale o il pediatra di famiglia. Al Pronto Soccorso ci si rivolge solo in caso di gravi difficoltà respiratorie; si ricorre ai farmaci antivirali solo nei casi gravi, che richiedono il ricovero in ospedale. Se un membro della famiglia è stato contagiato, in casa sono utili gli stessi consigli indicati per la prevenzione. Quali sono le indicazioni per la vaccinazione? La vaccinazione pandemica antinfluenzale, come indicato dal Ministero della Salute, è offerta prioritariamente a chi lavora nei servizi essenziali alla vita della comunità (assistenza sanitaria, domiciliare e degli anziani, distribuzione di gas-acqua-elettricità, trasporti, raccolta dei rifiuti, tutti i servizi di sicurezza, come carabinieri, polizia e vigili del fuoco); alle donne in gravidanza; a chi, adulti e bambini, è afflitto da patologie quali le malattie croniche all apparato respiratorio, malattie dell apparato cardiocircolatorio, epatopatie, neoplasie. Dai primi di novembre queste categorie di persone sono invitate a contattare la propria Asl per ricevere il vaccino. Le persone con meno di 65 anni che devono effettuare sia la vaccinazione antinfluenzale stagionale sia quella pandemica contro l influenza A/H1N1 faranno prima la vaccinazione pandemica per l influenza A/H1N1 e successivamente la vaccinazione antinfluenzale stagionale.

PER LIMITARE LA PROBABILITÀ DI CONTAGIO: COPRI NASO E BOCCA SE STARNUTISCI E TOSSISCI. Copri naso e bocca con fazzoletti di carta in caso di starnuti o tosse, gettando subito il fazzoletto nella pattumiera. LAV ATI SPESSO LE MANI. Lava con attenzione e regolarità le mani, con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica (gel/liquidi igienizzanti) che ha il vantaggio di poter essere usata anche in assenza di acqua. FAI ATTENZIONE AI LUOGHI AFFOLLATI. Evita, se possibile, di frequentare luoghi sovraffollati, dove non si è in grado di mantenere una distanza di almeno 50 cm tra le persone. Arieggia regolarmente gli ambienti dove vivi con altre persone, aprendo le finestre o assicurandoti che funzionino correttamente gli impianti di condizionamento. FAI SPESSO ATTIVITÀ FISICA. Pratica stili di vita sani: dormi un tempo adeguato, alimentati in modo corretto privilegiando frutta e verdura di stagione e svolgi attività fisica.

SE COMPAIONO SINTOMI INFLUENZALI: non serve fare test (tampone) per verificare di quale virus si tratta. stai a casa a riposo e assumi farmaci sintomatici per la febbre e la tosse. Riprendi ad uscire almeno 24 ore dopo la scomparsa dei sintomi. se i sintomi permangono contatta il tuo medico. rivolgiti al pronto soccorso solo in caso di gravi sintomi respiratori (difficoltà a respirare e aumento della frequenza di respirazione). i farmaci antivirali servono solo nei casi gravi che richiedono ricovero in ospedale. In casa e con i familiari: copri naso e bocca con fazzoletti di carta in caso di starnuti o tosse, gettando subito il fazzoletto nella pattumiera. lava con attenzione e regolarità le mani. evita contatti bocca bocca ravvicinati. mantieni una buona pulizia dei locali e arieggiali regolarmente aprendo le finestre o assicurandoti che funzionino correttamente gli impianti di condizionamento.

IL PIANO AZIENDALE PER LA PREVENZIONE E IL TRATTAMENTO DEL SOVRAPPESO E DELL OBESITÀ Abitudini e stili di vita costituiscono fattori di rischio nell insorgenza di numerose malattie. L OMS stima infatti che il 50% delle malattie negli uomini e il 25% nelle donne nei paesi occidentali siano legati a fattori comportamentali: le scelte alimentari sono sicuramente tra questi, così come quelle del tempo dedicato alle attività di movimento e alla tipologia delle stesse. L obesità è una delle patologie più diffuse: la sua prevalenza nella popolazione adulta in Italia (ISTAT 2003) è del 9% e, se a questo valore aggiungiamo il 33,6% di persone in sovrappeso, arriviamo a un 42,6% di adulti italiani che pesano più di quanto raccomandato, cioè che hanno un Indice di Massa Corporea superiore a 25. A livello lombardo abbiamo il 31,1% di adulti in sovrappeso e l 8% di obesi (Ministero della Salute 2005-2006). I dati locali, provenienti dalle 370 interviste fatte dal Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell ASL di Lecco durante manifestazioni e momenti di promozione della salute, indicano negli adulti una prevalenza del 7,5% dell obesità e del 35% del sovrappeso. Regione Lombardia ha inserito il contrasto a sovrappeso e obesità tra le linee di intervento prioritarie del Piano Socio Sanitario 2007-2009 con l intento di integrare e potenziare i diversi interventi attuati dalle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali: questo è il contesto dentro cui si collocano i Piani aziendali per la prevenzione ed il trattamento dell obesità che ogni azienda sanitaria è tenuta a formulare e attuare nel triennio 2008-2010. Conseguentemente, nel 2008 la Direzione Sanitaria dell ASL di Lecco ha costituito un gruppo di lavoro tecnico con i rappresentanti dell Azienda Ospedaliera e dei Medici e Pediatri di famiglia per progettare il proprio Piano triennale Obesità. Su indicazione della Regione questo piano contempla 13 linee di azione, per ciascuna delle quali sono previsti indicatori annuali di avanzamento e risultato. L ASL vuole sensibilizzare i propri operatori sanitari a prevenire o curare innanzitutto la propria propensione all aumento di peso e alla sedentarietà dando in un certo senso l esempio a tutta la restante popolazione. Il personale sanitario dipendente della ASL dovrà inoltre formarsi per poter a sua volta formare altri operatori sanitari per affrontare con maggior efficacia l epidemia di obesità. Lo scopo è migliorare la circolazione delle informazioni tra i vari attori del sistema sanitario e condividere gli obiettivi e le metodologie di intervento rispetto a un problema di assai difficile soluzione in quanto coinvolgente non solo l aspetto biologico ma anche quello psicologico e sociale delle persone che hanno o potrebbero avere problemi di peso. Un aspetto fondamentale di questo piano è il miglioramento delle capacità e delle tecniche di comunicazione e motivazione in quanto il messaggio di salute, sia esso un informazione fornita agli scolari a scopo preventivo piuttosto che una prescrizione terapeutica del proprio medico, diventa efficace solo se realmente messo in atto. Tra le 13 azioni programmatiche del piano triennale obesità sono in fase di realizzazione: - corso di formazione per i formatori (personale sanitario) in ottobre novembre; - ricerca routinaria dell eccesso di peso durante le visite mediche periodiche a cui sono sottoposti i dipendenti aziendali; - valutazione della propensione al movimento per tutti i dipendenti della ASL tramite un questionario; - distribuzione di materiale informativo per incentivare l allattamento al seno e una corretta igiene di vita in gravidanza, entrambi fattori preventivi dell obesità. Il 2010 sarà l anno in cui quanto proposto dal gruppo di lavoro aziendale verrà valutato dalla Direzione al fine di dare applicazione a tutte le azioni programmatiche previste dal documento di indirizzo della Regione. P.7

AVVIO E SVILUPPO DEL REGISTRO TUMORI NELLE ASL DI LECCO E COMO Nel corso del 2008 è stato avviato nell ASL di Lecco un progetto di realizzazione e implementazione del Registro Tumori, recependo le indicazioni regionali riguardanti gli interventi preventivi in campo oncologico. Il Registro Tumori infatti va a integrarsi nella rete BDA (banca dati assistiti) e nella ROL (rete oncologica regionale). I Registri Tumori sono strutture impegnate nella raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un determinato territorio. Sono necessari perché in nessuna struttura ospedaliera italiana, pubblica o accreditata, c è l obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura dei tumori. Se si vuole sorvegliare l andamento della patologia oncologica occorre quindi andare a ricercare attivamente le informazioni, codificarle, registrarle. Le informazioni raccolte includono il tipo di cancro diagnosticato, il nome, l indirizzo, l età e il sesso del malato, le condizioni cliniche in cui si trova, i trattamenti che ha ricevuto e sta ricevendo e l evoluzione della malattia. Questi dati sono essenziali per la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie. Gli obiettivi del Registro Tumori sono: sorveglianza e controllo della patologia tumorale; stima dell incidenza e prevalenza; eventi sentinella; studi di sopravvivenza per la valutazione della qualità delle cure; valutazione dell efficacia degli interventi con particolare attenzione alle attività di screening; supporto nella valutazione e studio dei Percorsi Diagnostico Terapeutici. Infine non indifferente è il supporto alla pianificazione, programmazione e valutazione degli interventi sanitari sulla scorta di una consapevole conoscenza della realtà. La Direzione Generale Sanità della Regione ha sollecitato a partire dalla fine del 2007 il completamento della rete di Registri provinciali. All inizio del 2008, precedendo altre ASL, si è avviato il Registro dell ASL di Lecco in contemporanea e in collaborazione con Como. La costruzione di un Registro Tumori è un processo complesso. Si definisce automatico in quanto si basa sul record linkage delle fonti disponibili. Si realizza anche attraverso un lavoro manuale sia a video che attraverso l utilizzo di informazioni derivate dalle anagrafi comunali e dalle Strutture erogatrici (in questo caso dati sanitari). Il livello di qualità del contributo che il RT può offrire alla ricerca oncologica e alla sanità pubblica è fortemente condizionato dalla scelta delle fonti e dall applicazione di Regole precise di registrazione e di estrazione. Nella ricerca dei casi, altre fonti informative possono essere preziose, quali ad esempio altri flussi della BDA (File F, Farmaceutica, Specialistica ambulatoriale), la ROL, eccetera. Per alcuni tumori con diagnosi non conseguente a ricovero, la loro identificazione può nascere solo dall anatomia patologica. Per questo motivo e per la ricostruzione di casi migrati fuori provincia, si stanno acquisendo i dati di anatomia patologica anche da: Istituto Nazionale Tumori, Istituto Europeo di Oncologia, S.Raffaele, S. Gerardo di Monza, S. Matteo di Pavia, Niguarda, Saronno, Varese. Inoltre nella soluzione di casi complessi o non concordanti occorre studiare la cartella clinica che, in assenza di dati certi anatomopatologici, fornisce elementi clinici, di diagnosi e terapia orientativi per la definizione della patologia e assegnazione all incidenza o alla prevalenza. Un efficiente Registro Tumori deve essere il più vicino possibile al tempo reale per orientare anche le scelte in politica sanitaria. Per questo si avvale di tutti gli strumenti possibili di carattere informatico. D altra parte per assicurare la completezza dei casi e la loro corretta codifica è necessario anche un paziente e minuto lavoro manuale. L obiettivo è la fotografia della realtà. P.8

AVVIATO IL NUOVO CENTRO DI TOMOGRAFIA AD EMISSIONE DI POSITRONI (PET-TAC) Dott. Claudio Di Leo È dalla stretta collaborazione, avviata da circa un biennio, tra il Centro di Bioimmagini Molecolari dell Università di Milano Bicocca e l Azienda Ospedaliera di Lecco che ha preso corpo, in queste settimane, il nuovo Centro di Tomografia ad Emissione di Positroni (PET-TAC), parte integrante della struttura di Medicina Nucleare, responsabile Claudio Di Leo, e in senso più ampio del Dipartimento Immagini e Terapia Radiante, diretto da Alessandro Colombo. L innovazione diagnostica porta il presidio lecchese a essere alla pari, in questo settore, con grandi centri ospedalieri come il San Raffaele di Milano o il San Gerardo di Monza, e rappresenta un traguardo davvero importante nell imaging e nello studio dei tumori. La Pet è un apparato tecnologico che produce potenti immagini delle funzioni biologiche del corpo umano e mostra, con netta evidenza, le sedi di presenza delle cellule tumorali. Con la nuova acquisizione tecnologica, sarà possibile studiare, con maggiore precisione, le principali patologie tumorali (polmone, mammella, colon-retto, testa-collo, linfomi e melanomi) e valutare, in modo più accurato, la risposta della malattia alle terapie avviate (radioterapia, chemioterapia e terapia chirurgica). L apparecchiatura non emette radiazioni ma rileva quelle beta emesse dal paziente: Infatti, prima di iniziare la scansione di rilevazione, al paziente viene somministrato per via venosa uno zucchero di cui si nutrono in grande quantità i tumori. spiega Claudio Di Leo - Durante la scansione la Pet rileva i fotoni ad alta energia emessi dal paziente e localizza in maniera precisissima le sedi di accumulo dello zucchero che è stato precedentemente somministrato. Il computer che gestisce la macchina riassembla, quindi, tutti i dati ricevuti e produce immagini tridimensionali della distribuzione dello zucchero radiomarcato nel corpo. Semplificando, la Tac rileva le dimensioni del linfonodo, mentre la Pet chiarisce se quest ultimo è metabolicamente attivo. Le ricadute diagnostiche, cliniche e terapeutiche sono, dunque, importantissime. L intero apparato diagnostico, del valore complessivo di 2,5 milioni di euro, potrà anche monitorare nel tempo l efficacia dei trattamenti terapeutici, oltre a consentire la scelta del migliore approccio terapeutico per ogni singolo paziente. Non solo: la Pet permetterà di monitorare malattie cardiologiche e interventi di rivascolarizzazione, ma soprattutto consentirà di evitare molte procedure anche invasive, poiché con una sola indagine si potrà avere un accurata appropriatezza diagnostica di malignità nelle lesioni sospette e in tutto il corpo. La tecnologia ibrida della Pet/Tac del Manzoni, basata sull acquisizione simultanea di immagini anatomiche TAC e metaboliche PET, rappresenta lo stato dell arte più avanzato nell ambito della diagnostica oncologica. Consentirà di erogare a regime 2.800 prestazioni annue, coprendo il fabbisogno sanitario di un bacino d utenza di circa 1 milione di abitanti: oltre alla provincia di Lecco, anche quelle di Como e Sondrio, presso i cui centri ospedalieri non è installata una analoga apparecchiatura. L ospedale Manzoni di Lecco è destinato, così, a diventare, in breve tempo, centro di assoluta eccellenza nell ambito della diagnostica oncologica per immagini. P.9

GLI SCREENING ONCOLOGICI NELL ASL DI LECCO: Una diagnosi precoce che fa la differenza Le attività di screening dell ASL della provincia di Lecco hanno ormai una tradizione pluriennale il cui successo è legato anche alla forte rete territoriale realizzatasi. Infatti, oltre agli ottimi rapporti di collaborazione con le strutture ospedaliere e le case di cura partecipanti ai progetti, si sono stabilite proficue alleanze con numerose associazioni di volontariato presenti sul territorio che intervengono sia per gli aspetti di counselling telefonico, nel caso dello screening mammografico, sia logistici nel caso dello screening del colon-retto. Grazie a questa fitta rete di collaborazione la chiamata degli screening è entrata nella consuetudine della nostra popolazione. Lo screening mammografico, attivato nel territorio provinciale sin dal 1999, è rivolto a una popolazione target costituita da donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Prevede l offerta della mammografia ogni due anni e la lettura della stessa da parte di due radiologi. Secondo gli ultimi dati comunicati all Osservatorio Nazionale Screening GISMA-Survey, anno di attività 2008, risulta che nel corso dell anno sono state invitate 18.413 donne, fra queste il 61,77% ha aderito (effettuando uno screening presso le strutture dell ASL), mentre l adesione allo screening+spontanee (cioè la percentuale di donne che hanno effettuato uno screening presso la ASL o presso altre strutture della provincia) è stata del 73,84%. Sempre nel corso del 2008, 660 donne sono state richiamate per sottoporsi agli approfondimenti di secondo livello: fra queste 73 sono state operate con diagnosi di malignità. Dal novembre del 2005 è stato attivato nell ASL della provincia di Lecco anche lo screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto, che, attraverso la diagnosi precoce delle lesioni pretumorali e delle neoplasie in fase iniziale, è utile a ridurre la mortalità derivante dal cancro del colon-retto. La ricerca del sangue occulto nelle feci è un iniziativa di prevenzione oncologica rivolta a una popolazione target costituita da uomini e donne in età compresa tra i 50 e i 69 anni che ogni due anni, come da protocollo, riceve l invito di adesione allo screening. L accessibilità al test è favorita dalla collaborazione delle farmacie, che hanno dato la disponibilità per la consegna del kit e dalle associazioni di volontariato che, intervenendo anche in zone logisticamente disagiate, provvedono alla raccolta delle provette nei giorni prestabiliti e comunicati all utenza con la lettera d invito. Successivamente i campioni raccolti vengono analizzati dal Laboratorio di Sanità Pubblica. Secondo gli ultimi dati relazionati al GI- SCOR-Survey, nel corso del 2008 sono state invitate per lo screening colorettale 34.815 persone, fra queste hanno aderito complessivamente il 58,2%. Fra gli aderenti sono stati individuati e inviati ad approfondimento con colonscopia/altro 1.326 positivi fra cui sono stati diagnosticati 36 casi di cancro. Questi sono dati importantissimi che ci inducono a riflettere sull opportunità che alcuni esami, come la mammografia o test di facilissima esecuzione, come può esserlo il FOBT, possono talvolta salvarci la vita, facendo veramente la differenza. A cura di Ufficio comunicazione/urp ASL di Lecco Redazione: Cinzia Boffetti, Andrea Fascendini, Fabrizio Fontana Hanno collaborato a questo numero: Angelo Ferraroli, Paolo Gulisano, Antonella Ilardo, Antonella Bracchi, Gisella Moretti, Daniela Sala, Antonio Urti (A.O.Lecco) Tiratura per l ASL: 35.000 Contatti: comunicazione@asl.lecco.it - www.asl.lecco.it P.10

PROGETTI INTERNAZIONALI epsos: LA SALUTE NON HA CONFINI Nell Unione Europea le persone dovrebbero potersi muovere da un Paese membro all altro in modo sempre più facile: stiamo lavorando perché questa libera circolazione sia possibile anche a livello sanitario. Carlo Corti, responsabile regionale della Struttura Progetti di Sanità Internazionale, introduce così l iniziativa che sta coinvolgendo la Lombardia, unico rappresentante italiano in un consorzio di dodici Paesi chiamati a sperimentare nuovi servizi e che sta realizzando il progetto europeo epsos (acronimo inglese di European Patients Smart Open Services). Intervistato sul progetto, Corti spiega: Ogni nazione ha un proprio specifico sistema sanitario, ma quando una persona si trova all estero e necessita di assistenza sanitaria deve poter essere curata come se fosse nel proprio Paese. Come renderlo possibile? Questo progetto, ancora sperimentale, sfrutta le nuove risorse offerte dalla tecnologia informatica per permettere al cittadino europeo, che si trovi temporaneamente all estero, un migliore accesso alle cure: si potrà essere curati come a casa propria, poiché il medico che ci sta visitando potrà consultare attraverso epsos il patient summary, sintesi dei dati più significativi della nostra storia clinica (ad esempio gruppo sanguigno, allergie, cronicità, farmaci prescritti) contenuti nel nostro personale fascicolo sanitario elettronico. Se ad esempio vado in Grecia per una vacanza e necessito di cure mediche, il dottore potrà avere a disposizione tutti i dati e le informazioni sanitarie più importanti a mio riguardo e potrà così curarmi meglio: non mi somministrerà un certo farmaco se vedrà che sono allergico a un suo componente. Conoscendo più fattori potrà effettuare una diagnosi più precisa. Come si accede a questi servizi? Stiamo ancora lavorando per comprendere quali siano le migliori e più sicure modalità per consentire al professionista straniero di accedere a questi dati: ci sono problemi di identificazione del cittadino e del professionista, di consenso, di tutela della privacy e di compatibilità tra i diversi sistemi europei di sanità elettronica. Sicuramente il SISS, la rete informatica che mette in comunicazione gli operatori sanitari, le organizzazioni sociosanitarie e i cittadini, rappresenterà la porta per accedere ai dati dei cittadini lombardi e il luogo dove i professionisti stranieri potranno trovare le informazioni necessarie relative alla salute del paziente. Parla al futuro: questo servizio non è ancora attivo? Siamo nella fase sperimentale, avviata dopo uno studio di fattibilità in cui sono state individuate le Regioni europee con sistemi sanitari tecnologicamente all avanguardia, con infrastrutture informatiche capaci di supportare l impianto epsos, di utilizzarlo e quindi di testarne l efficacia. Per l Italia è stata scelta la Lombardia. Lo leggo come un riconoscimento, a livello internazionale, degli sforzi e dei risultati ottenuti in questi anni sul fronte della modernizzazione e del potenziamento del nostro sistema sanitario attraverso le nuove risorse tecnologiche. Quali sono le altre nazioni europee coinvolte? Austria e Germania, Repubblica Ceca, Francia e Spagna, Grecia, Svezia, Regno Unito, Slovacchia, Olanda e Danimarca. Per ogni Paese sono state individuate una o più aree di riferimento: oltre alla qualità del sistema sanitario, si è considerata la possibile affluenza di cittadini stranieri; ad esempio per la Francia è stata scelta Lourdes, per la Spagna l Andalusia, per l Austria Vienna e la Carinzia. Quando saranno effettivamente operativi i servizi epsos? La sperimentazione durerà fino al 2011, poi, una volta verificata l operatività del servizio, fatte le opportune valutazioni e le eventuali migliorie, si prevede una progressiva estensione su più larga scala. 11

SICUREZZA SICUREZZA E APPROPRIATEZZA NELL USO DEI FARMACI Ma lo sa che certe cure farmacologiche possono essere più dannose che salutari? Per la reazione avversa a un farmaco assunto si può anche morire; e non sto parlando della medicina fai da te o di Paesi sottosviluppati: può accadere anche in ospedale, in Italia come in America. L inizio potrebbe sembrare un ovvietà, la conclusione un iperbole per scuotere l opinione pubblica. Non sono però queste le intenzioni di Alma Lisa Rivolta che sta coordinando in Lombardia i progetti di farmacovigilanza: una parola poco diffusa, ma che identifica un tema di primaria importanza per la salute dei cittadini. Per spiegarla Rivolta parte dal concetto di reazione avversa. Innanzitutto bisogna premettere che i farmaci rappresentano uno strumento di prevenzione e di cura delle malattie che hanno effetti positivi su alcuni organi o su alcuni sistemi ammalati dell organismo, ma a volte possono risultare dannosi per altri organi o sistemi, provocando reazioni che vengono definite avverse. Qual è l entità di queste reazioni? Possono arrivare a generare situazioni invalidanti o addirittura la morte. Il quadro che emerge è sorprendente e preoccupante. Va tenuto in debita considerazione; per fortuna in Lombardia lo si sta facendo da tempo: i primi progetti risalgono agli inizi degli anni Novanta ed è del 2002 l istituzione del Centro regionale di farmacovigilanza. Che cos è esattamente la farmacovigilanza? È una disciplina che comprende tutte quelle attività che sono finalizzate alla valutazione continuativa delle informazioni relative alla sicurezza e all appropriatezza dell uso dei farmaci. L obiettivo è quello di garantire un rapporto tra i rischi e i benefici favorevole al cittadino. Chi segnala le reazioni avverse? Per lo più si tratta di segnalazioni spontanee provenienti dagli operatori sanitari e dai cittadini: segnali di allerta che, approfonditi nei Centri regionali di Farmacovigilanza o dall AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco -, possono fornire una nuova informazione utile ad adottare accorgimenti più appropriati per affrontare con sicurezza una certa terapia. Nel foglio di istruzioni allegato ad ogni farmaco vengono indicate le possibili controindicazioni: ad esempio il consiglio o la proibizione di assumerlo da parte di una donna gravida o di una persona con particolari patologie o allergie. Talvolta capita una reazione avversa non contemplata tra quelle riportate nel foglietto illustrativo: è allora che si mettono in moto le procedure e le verifiche di farmacovigilanza, arrivando a individuare nuove controindicazioni, diverse da quelle previste. La nuova conoscenza verrà segnalata alla comunità scientifica e a chi produce quel farmaco. Vorrei qui fare una precisazione: le segnalazioni delle reazioni avverse non devono essere percepite come un esercizio di denuncia dei danni provocati dai farmaci, ma come pratiche utili a favorirne la sicurezza d uso. Lei parlava di un Centro regionale. Sì, penso non si pecchi di campanilismo indicando la Lombardia come un riferimento anche in questo specifico ambito. Nel 2006 sono stati avviati nella nostra regione 55 progetti di Farmacovigilanza, che hanno coinvolto ospedali, ASL, farmacisti, medici, università e società scientifiche; a questi se ne sono aggiunti nel 2008 altri 15; si è cercato di dare continuità ai progetti che hanno prodotto buoni risultati, e di coinvolgere quelle aree o quei settori che esprimono le maggiori criticità legate all uso dei farmaci, operando prevalentemente per reti di patologia e per fasce d età, con una particolare attenzione a quelle più deboli, i bambini e gli anziani. Tra i progetti varati, quali sono i più significativi? 12

Sono molti. Potrei citare il Monitoraggio Epidemiologico di reazioni ed eventi avversi da farmaci in Pronto Soccorso (Mereafaps), che rappresenta un punto di osservazione privilegiato per l accesso volontario da parte dei pazienti: spesso i sintomi riscontrati non sono riconducibili a patologie preesistenti, ma appunto a reazioni avverse. C è poi il progetto Profilassi Antibiotica in Chirurgia (PAC), condotto in 7 grandi ospedali per assicurare l appropriatezza nell uso dell antibiotico profilassi in chirurgia. Un area molto seguita è quella oncologica, dove vengono monitorati i nuovi farmaci utilizzati per le malattie tumorali ematologiche: si tratta di farmaci immessi da poco sul mercato, i cui effetti non sono ancora sufficientemente conosciuti. Di dimensione mondiale è lo studio ILTE, coordinato dall università di Milano-Bicocca e dall ospedale San Gerardo, che analizza gli effetti a lungo termine della somministrazione di Imatinib, un farmaco innovativo, in pazienti affetti da leucemia mieloide cronica. In questi anni quali sono i risultati conseguiti dalla Farmacovigilanza? Una conoscenza migliore dei farmaci e una conoscenza più ampia degli effetti che la loro somministrazione può comportare. E questo ha portato anche ad un uso più consapevole e corretto dei farmaci: il buon uso dei medicinali è un abitudine che si deve diffondere sempre più, sia tra gli operatori sanitari sia tra i cittadini, così che si riesca a far coincidere un appropriata terapia farmacologica con un minore rischio da parte dei pazienti. In questo modo c è un duplice vantaggio: da una parte si evitano sprechi nella spesa sanitaria legata alla farmaceutica, dall altra si migliora il benessere dei cittadini. 800.638.638 NUMERO VERDE UNICO PER PRENOTARE ESAMI E VISITE 800.638.638 è il numero verde unico per prenotare visite mediche ed esami specialistici in Lombardia, nelle strutture pubbliche e private che hanno aderito al servizio. Ad oggi sono già accessibili numerose strutture sanitarie delle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia e Varese. L elenco dettagliato e aggiornato delle strutture sanitarie aderenti che si arricchisce di giorno in giorno è consultabile visitando il sito www.crs.lombardia.it alla voce Prenotazioni sanitarie. Il servizio di prenotazione telefonica è attivo con operatore da lunedì a sabato dalle 8.00 alle ore 20.00, esclusi i giorni festivi. Al momento della telefonata il cittadino dovrà essere provvisto dell impegnativa del medico e della CRS - Carta Regionale Servizi - per poter fornire i dati che gli verranno richiesti dall operatore. Il servizio è gratuito (da telefono fisso, telefono pubblico e cellulare, anche da fuori regione). 13

EDILIZIA SANITARIA MAGGIOR COMFORT E FUNZIONALITÀ NEI NUOVI OSPEDALI LOMBARDI Il cantiere dell Ospedale Niguarda - Ca Granda di Milano Il volto della sanità lombarda è cambiato in questi anni. Sono cambiati soprattutto alcuni suoi luoghi, diventati rapidamente più belli e, cosa ancor più importante, più efficienti dal punto di vista della funzionalità. Sono i nuovi ospedali sorti nella nostra Regione a Varese, a Broni Stradella, a Bergamo, a Como e Vimercate, a Legnano e a Milano, con il Niguarda Ca Granda. A parlarne è Elisabetta Confalonieri, responsabile dell edilizia sanitaria in Regione Lombardia. Innanzitutto, anche se potrebbe sembrare un aspetto secondario, è molto migliorata la qualità alberghiera, cioè il comfort della struttura. Esteriormente le forme architettoniche e le superfici sono più varie, più mosse: i nuovi edifici sono strutture basse che si integrano in modo armonico con l ambiente naturale o urbano che li circonda. L ingresso dei nuovi ospedali sembra spesso la hall di un grande albergo: bisogna considerare, infatti, che la qualità estetica ha un profondo impatto psicologico su chi Il Nuovo Ospedale di Vimercate deve essere ricoverato o, comunque, deve recarsi in un ambulatorio per una visita o un esame. Un ambiente accogliente può offrire maggior serenità o comunque consentire al ricoverato di sentirsi maggiormente a proprio agio. Ogni stanza di degenza può avere al massimo quattro posti letto e deve essere sempre dotata di un bagno interno, deve, inoltre, rispettare standard tecnici tesi a garantire la miglior assistenza e il benessere psicofisico del paziente. Le stanze di degenza sono ben attrezzate e di ampie dimensioni, capaci di accogliere anche più visitatori per ogni ricoverato. L assetto dei posti letto è in linea con le nuove modalità di ricovero. A differenza del passato, sono aumentati i posti per il day-hospital e day-surgery e sono diminuiti quelli della degenza: questo non per una più frettolosa assistenza al paziente, ma perché la nuove tecnologie permettono tempi più bre- 14

Il cantiere dell Ospedale Niguarda - Ca Granda di Milano vi di analisi diagnostica e di ripresa del paziente dopo interventi che sono sempre meno invasivi. I nuovi ospedali sono migliorati anche dal punto di vista della funzionalità. Si è fatta molta attenzione ai percorsi interni: il risparmio di tempo in certi casi è fondamentale così, ad esempio, il Pronto Soccorso è stato collocato vicino alle sale operatorie, ma in generale sono stati ottimizzati tutti i percorsi che normalmente gli operatori e i pazienti devono compiere in ospedale, si è inoltre riorganizzata la distribuzione degli spazi e delle aree operative proprio per garantire una razionalizzazione degli spostamenti e un ottimizzazione dei tempi di trasferimento. L accessibilità agli ospedali, che in passato presentava criticità quali carenza di parcheggi o difficile viabilità d accesso, è decisamente migliorata. Si è ovviato creando un numero di parcheggi adeguato al numero dei posti letto. Ma abbiamo anche migliorato l accessibilità concertando con gli enti preposti un piano di viabilità adeguato che permetta di raggiungere l ospedale in modo rapido e semplice. Per quanto riguarda le apparecchiature tecnologiche? Anche queste sono state in buona parte rinnovate, inoltre tutti i nuovi ospedali saranno dotati di un apparato fotovoltaico e/o di un cogeneratore per la produzione di energia: l attenzione alla fonti rinnovabili e al risparmio energetico è oggi particolarmente sentita. Quanto sono costati i nuovi ospedali? L impegno economico è ingente. Supera il miliardo di euro. Per poter realizzare le nuove strutture abbiamo coinvolto anche soggetti privati, mediante iniziative pubblico-privato; ciò ha consentito la riduzione dei tempi di costruzione. Nei primi mesi del prossimo anno infatti i lavori potranno dirsi conclusi. Seguiranno i tempi tecnici per i collaudi e per il trasloco per cui abbiamo previsto circa sei mesi. Il Nuovo Ospedale Sant Anna di Como 15

COPRI NASO E BOCCA SE STARNUTISCI E TOSSISCI. LAVATI SPESSO LE MANI. FAI ATTENZIONE AI LUOGHI AFFOLLATI. MANGIA SANO CON MOLTA FRUTTA E VERDURA. FAI SPESSO ATTIVITÀ FISICA. DORMI IL TEMPO NECESSARIO. LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.