Lei come ha incominciato a maturare una coscienza antifascista, o comunque a capire che c era qualcosa che non andava?



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Transcript:

Trascrizione dell'intervista rilasciata da Mario Vasoli Come si chiama? Vasoli Mario E quando è nato? Il 20/1/1927 a Fivizzano Lei come ha incominciato a maturare una coscienza antifascista, o comunque a capire che c era qualcosa che non andava? Da quando sono rientrato dalla Germania Ma prima la sua famiglia era una famiglia comunque antifascista Ah! Quelli senz altro, tutti i miei sono stati antifascisti. Quindi lei ha respirato da subito un atmosfera contraria al fascismo? Lei mi diceva che stava, quando l hanno deportato, stava salendo ai monti, diciamo. Aveva intenzione di salire ai monti. Eh! C era mio fratello, io c ho procurato anche delle armi a mio fratello, perché l 8 settembre quando è successo, c erano gli Alpini lì in Bottagna, siamo andati con un amico, abbiamo preso una mitraglia, l ho portata a casa; allora abitavo là, in un altra casa e poi è venuto giù mio fratello, l ha presa e l ha portata ai monti. E quindi voleva poi... avrebbe voluto salire? Eh! Dovevo andare su anch io poi, ero giovane, non avevo ancora 17 anni. E invece il 21 novembre del 44, cosa è successo? C è stato un rastrellamento, io sono andato giù con mio papa, che avevamo un bosco, per andare a prendere un palo che doveva fare una scala che era grande abbastanza e m han preso proprio qua in fondo. Io e mio babbo. Poi mio babbo l hanno rimandato a casa, io invece son andato al Ventunesimo, poi dal Ventunesimo siamo andati a Marassi e poi da Marassi a Bolzano. Poi l ultima spedizione che han fatto da Bolzano sono andato in Germania a Mauthausen. E cosa ricorda del periodo in cui è passato dal Ventunesimo a insomma del viaggio? Dal Ventunesimo c hanno imbarcato qua al Ponte Pirelli in una motozattera, siamo andati a Genova e da Genova poi all interrogatorio, al Palazzo degli Studenti, le botte che ho preso io, le so solamente io. Col calcio della pistola m hanno spaccato tutta la bocca, tutto... e poi sono stato là fino ai primi di gennaio che siamo partiti, siamo andati in Germania. Tre giorni di viaggio, sotto la neve, ogni tanto si fermava il treno, ci buttavano su delle palate di neve per dissetarsi, così. C avevamo nel carro del treno c era il becchino della Pieve qua, era morto, ce lo siamo tenuti assieme fino a che siamo stati in Germania. 1/6

E poi quindi siete arrivati a Mauthausen. E lì come? Eh! Quando siamo arrivati là, c han fatto un bel servizio! Tutti spogliati belli nudi, dentro una camera, tutti a fare la doccia, poi c hanno rasato da testa a piedi e poi con... c era una bacinella con un pennello sarà stato petrolio penso perché bruciava c hanno disinfettati tutti così e poi ognuno nel suo... nel camerone. Nel camerone c eravamo in 400 E poi che cosa vi chiedevano di fare nel campo? E niente. Lì era d inverno, poi c era la neve, nevicava sempre, siamo stati lì. Poi in primavera siamo andati... si cominciava a andare a lavorare. Giù a Mauthausen si prendeva il treno, s andava dalla parte di là del Danubio a fare le postazioni e mettevano su le mitraglie, cannoncini, tutte quelle cose lì. Poi s andava lungo il Danubio a fare le fascine di legni per mettere in giro a queste postazioni, per mascherare un po e poi ho lasciato tante cose. Non so se avete visto il film Kapo. Nessuno? L ha visto? Se la ricorda quella scena che fucilano quel tedes... quel russo che andava, scappava, quando andavano a fare io l ho vissuta di persona n affare così! C è stato uno che si voleva buttare nel Danubio e c han dato una raffica, l hanno fatto secco. Lei ricorda, nel periodo in cui era lì, appunto ha assistito a questo. Ricorda, voi sapevate quando le persone venivano portate (al crematorio) in camera a gas o che cosa sapevate? No, io quelli non l ho mai visti portare. Però mi ricordo che una volta, quando eravamo lì a pioveva, allora c era una cascina e siamo entrati lì dentro e poi c han portato da mangiare, una scodella, un po di roba, così, che portavano tutti i giorni, e c era... era un - come si dice? una fattoria; c eran delle botti e ho visto che c era un movimento, così, c era una botte che tutti andavano là con la gamella a prender della roba. E son andato anch io, ho preso un po di roba così, era miele. Mielaccio. E c è quelli che si sono abboffati, ne han mangiato una caterva, insomma che poi sette o otto si son sentiti male e son crepati. E tra cui c era un amico che... io dormivo di sotto, lui dormiva sopra a me, un certo Alessandri da Alessandria, che l abbiamo portato, perché erano cinque Km. che si faceva a piedi tutti i giorni, al mattino e alla sera eh! Andare e venire. Eravamo in due, si teneva per braccio, un po di qua, un po di là, insomma l abbiamo... è riuscito a arrivare lassù. Però quando è stato davanti alla scalinata che c erano i forni, di lì l han preso, l han visto, l han buttato giù, io non l ho più visto! Perché dovevate... cioè spesso, quando morivano i compagni mentre stavate lavorando, dovevate cercare di sostenerli perché non sembrassero... insomma, quando non ce la facevano più, dovevate cercare di sostenerli Si si. Eh! Ho visto di quelle cose che a raccontarle mi viene il tremito anche adesso! Poi io ero giovane, ero ancora minorenne. Allora tutti i giorni, quando portavano... verso le tre, così, portavano chiamavano: Cafféor portavano un po di tè, un affare del genere, così. E io e un altro che eravamo giovani, andavamo sempre a portare questi bidoni nelle baracche, un po di qua, un po di là e poi ci davano un po di... un po più degli altri via, così. E un giorno siamo andati nel Campo 19, mi sembra, che c erano tutta la gente, che c erano i morti accatastati lì, proprio ho visto gente senza polpacci, senza muscoli, proprio che si mangiavano fra di loro. Ho visto delle cose che a raccontarle la maggior parte della gente non ci crede. Io ho visto pianger gli americani quando son entrati dentro al campo e c era una caterva 2/6

di morti, tutti scheletri così, perché gli ultimi giorni non han più bruciato i cadaveri; bruciavano i documenti, insomma quelle cose lì. Difatti gli ultimi due giorni la SS lì non c era più, erano scappati e siamo andati a lavorare lo stesso, c accompagnava la Wermarcht, i militari normali. E quindi la giornata all interno del campo come si svolgeva? Cioè, voi vi alzavate E l appello tutte le mattine lì nelle baracche, poi dopo pranzo c era un po di libertà, si girava nel campo ma non si faceva niente. Poi tutti i giorni erano bombardamenti, passavano le fortezze volanti a sciami, come gli uccelli, e lì perché Mauthausen è un po su in collina no? È come diciamo Vezzano, si vedeva giù Sarzana insomma - e lì, di lì si vedeva Linz. Ho visto apparecchi venire giù perché là erano dal mattino alla sera, sette o otto ore tutti i giorni, un volo dietro all altro continuamente così. E poi alla sera... poi chiamavano tanti prigionieri che andavano a raccogliere i cadaveri e li portavano a bruciare lì, i civili che morivano sotto il bombardamento. Ho visto anche degli apparecchi venire giù e tra cui mi ricordo che una volta ho contato 27 paracaduti venire giù piloti li han portato lì nel campo, ce n erano una sfilata, c era anche un italiano il quale aveva un giubbotto di pelle e noi si passeggiava lì nel campo, poi la fine che han fatto non lo so. Ma posso immaginare che fine han fatto. E i rapporti con i compagni, con i suoi compagni diciamo di prigionia come Eh! Dal freddo che c era ci si metteva uno contro l altro così e poi ci si sfregavano le mani così nella schiena uno con l altro perché dal freddo che c era (E quante ore...?) Poi da noi c era un professore polacco, era quello che ci teneva un po in contatto; quando veniva, raccontava, perché leggeva i giornali o che sentiva, non so, parlava bene l italiano e diceva: Sono qua, i Russi sono a Vienna, gli americani sono a 200 Km.. E poi un sabato, verso le due, che io ero fuori con gli amici lì a passeggiare dentro al campo, ho sentito un bordello talmente forte che siamo un po quasi rimasti e poi abbiamo visto, perché nel recinto c erano i reticolati insomma no, ho visto che han tirato giù tutto. Ci siamo affacciati, abbiamo visto venire su un carrarmato con un negro in cima con una mitraglia in mano così e sotto c era si vede che c erano le (parola incomprensibile) c erano già tutti i prigionieri tedeschi lì in colonna e tutte le armi in terra, c è passato sopra questo carrarmato. E lì è finita la era finita così! Eh! Ma ne ho passato delle cose! Lei, quando siamo stati a Mauthausen, c hanno portato a vedere la scala della morte no, sa quella scala che c è Si, per andare giù (la moglie: c abbiamo anche il libro noi ) Per andare nella cava Ah! Nella cava, si La scala, diciamo, quella strettissima che facevano fare ai prigionieri con le pietre lei si Si, la cava io l ho vista, però non ci sono mai andato, non ci sono mai stato. Guardi, io andavo a lavorare giù, in colonna al mattino si partiva alle cinque. A Mauthausen si prendeva il treno, c è quei... il treno con quei vagoni pari che portavano la ghiaia, quella roba lì così, s andava di là dal Danubio a fare quei lavori lì. 3/6

Vi facevano costruire le armi? No no, le postazioni per mettere le armi per loro, per e ma ce n erano c erano così, non c era una pianta che c era una mitraglia o un cannoncino, qualcosa. Erano attrezzati. Che poi ogni tanto passavano degli apparecchi russi che si vedevano bene, bassi, ma loro non hanno mai bombardato niente. Passavano così, perché erano a Vienna!! Da Linz a Vienna, non so adesso, ma il chilometraggio non era tanto distante. Difatti dopo pochi giorni sono arrivati. Loro sono arrivati e si son presi i suoi prigionieri, perché ce n erano tanti e se li son portati via. E noi tramite la Croce Rossa Internazionale, sono venuti, c han preso, c hanno rimpatriato. E insomma, ne ho passato di tutti i colori! E, diciamo, i vostri... le SS cosa dicevano, cosa vi dicevano? Quello che può ricordare? Se vi dicevano qualcosa? O vi davano ordini? Cosa? No, noi eravamo lì, ci portavano da mangiare. Quando se no s andava a lavorare. Tutte le mattine, alla sera si rientrava. Gli ultimi mesi proprio lì in primavera e poi l 8 maggio è finito, è finita la guerra. E io ho visto ammazzare i tedeschi. Perché quando c è stata la Liberazione c hanno chiamati tutti, chi stava ancora un po bene, c era gente io, io sono andato in cucina a pelare le patate, io e un altro, un certo Rossetti che è morto se lo ricorda lei Rossetti, che faceva parte dell Associazione lì, (La moglie: Rossetti c andava sempre a fare i viaggi là a Mauthausen) era della Chiappa (e ce lo diceva anche a lui) siamo andati a pulire le patate, con noi c era un certo Chella di Valeriano, che l hanno ammazzato, c era un tedesco nascosto, dopo, finita la guerra, l ha ammazzato. E c han messo... chi voleva le armi, prendevano le armi e andavano di guardia; c erano ancora qualche tedesco si vede nascosto e c han sparato, l hanno ammazzato scappare, l hanno ammazzato. Chella, di Valeriano. Nel vostro campo c erano anche delle donne? Oppure se? Si si si, eravamo in 30.000. Nel campo c erano polacche, c erano di tutte le c erano anche spagnoli, quelli della guerra del 36-37 là. Loro però erano tutti sistemati in cucina, giocavano anche al pallone, che noi, quando si passava per andare a lavorare, c era il campo da pallone, giocavano anche al pallone! Loro eran tanti anni che erano lì! E i bambini, si ricorda, c erano anche dei bambini? No, bambini io veramente nel campo lì non ne ho mai visti, nel campo a Mauthausen. Donne si, donne, uomini, di tutte le razze. C è stato qualcosa, qualche pensiero che l ha spinta in qualche modo a resistere? Cioè a riuscire a andare avanti? Lei ricorda se c era qualche cosa che? Eeeeh! Cosa mi ricordo? Il pensiero è quello di andare avanti giorno per giorno. Io tutti i giorni vedevo dei prigionieri che sparivano, diciamo, che non c erano più. Bastava che uno andava... accusava qualcosa io fortunatamente sono arrivato in fondo. E la fame la ricorda? Eeeh! (risatina sua e della moglie) Sa cosa facevo? Quando andavo alla... siccome che quando s andava giù, tutte le mattine c erano dei carri carichi di patate che 4/6

venivano su al campo per portare le patate al campo, no? Allora passavo sempre dalla parte che il carro passava così, allungavo la mano e prendevo una patata. Poi su in baracca c eran le stufe, le sbucciavo, l attaccavo alla stufa, quando si staccava era cotta. Eeeeh! N ho mangiate delle bucce di patate!! (voce della moglie) Quando potevo prenderle eh! (voce della moglie) E poi di una patata magari si divideva in tre o quattro, quattro o cinque fette e mangiavi un pezzettino per uno. Poi davano un pezzetto di pane, un po di margherina e L unica cosa che non potevo digerire erano le rape rosse e tutti i giorni c erano. Ne mangiavo due pezzetti e poi non riuscivo a mangiarle. Me lo ricorderò sempre quel fatto lì! E il freddo se lo ricorda? Si ricorda la sensazione di freddo? Hè! Vestiti come eravamo, perché... io ero vestito abbastanza pesante quando m han preso perché era di novembre. Là poi c hanno spogliati belli nudi, c han dato la roba loro, quello che avevo un paio di scarponi mi ricordo ai piedi, ma quelli son spariti, non ero coi zoccoli, poi c han dato quelle divise a strisce e siccome che noi eravamo come deportati politici, eravamo segnalati, no? C era un quadro, un triangolo rosso qua e uno nei pantaloni. E poi ho visto tanta gente che avevano un cerchio così nel petto, no? Quelli erano gente che sono scappati, perché se uno voleva scappare, scappavano in Germania! Quando andavi in giro a lavorare così, uno però se ti beccavano! Eh! Poi ti davano tante botte che E allora quelli lì erano segnalati. C avevano una specie di... un disco rosso dipinto nella tuta. E n ho visti parecchi! Quando lei è tornato, è riuscito subito a raccontare? Quando sono ritornato, prima ci siamo fermati a Verona. Da Verona Milano, poi da Milano, era il primo giorno che ripassava il treno sul Po, erano... eravamo in uno scomparti... eravamo in tre e c è salita su una signora, non c era posto da trovare noi eravamo segnalati, insomma - è venuta su, ha detto: Posso sedermi? Fa: Eh! Come no? E allora c ha fatto vedere un pacco di fotografie così, quando avevano fucilato Mussolini con la Petacci. Era il primo giorno che ripassava il treno sul Po. Sian venuti a Milano, poi da Milano siamo venuti a Spezia qua con un camion. C era un camion che veniva a Spezia e c hanno imbarcati su e sono arrivato a casa che erano le due di notte. Le due di notte. Quando son stato qua c era un... che c era suo fratello, lui è rimasto a Bolzano, un certo Renzo, Carozzo Renzo, l ho chiamato, c era sua sorella, m hanno accompagnato, allora abitavo là in quel bosco di pini che la chiamano l Uccelliera là, abitavo là. E m hanno accompagnato a casa. Una festa!! Come sono arrivato, tutti i miei!! Mio fratello è capitato subito lì. E poi all indomani c era la fiera a casa mia! Chi voleva sapere di una cosa, chi dell altra, ehhh! C era la gente così! Ma purtroppo di settantasei che eravamo di Spezia, siamo ritornati in sei e due erano scappati durante il viaggio perché - eravamo legati uno con l altro così no tra... e c è stato un incendio prima di Bolzano, un camion che bruciava. Allora s è fermato la corriera e questi qua si vede che si sono sfilati e insomma, si sono imbarcati in cima a questo camion, era carico di botte e insomma, se la sono cavata. Uno, un certo Codeglia che aveva l osteria a Pian di Barca lì e uno era del Favaro, un certo Moscatelli. Loro son scappati, poi sono andati ai monti perché sono andati coi partigiani e piano piano li han fatti rientrare in zona. Senta, oggi, nonostante tutto, ci sono ancora guerre, ci sono ancora campi di di... comunque di concentramento nel mondo. Secondo lei cosa bisognerebbe fare per cercare di... per far si che tutto questo non succeda più? 5/6

Hé! Bisognerebbe andare d accordo. Purtroppo vediamo quello che succede in giro, le guerre non portano mai niente di buono. E viviamo in un momento molto difficile. Lei ai giovani che cosa vorrebbe dire? Ai giovani si potrebbe dire che si danno da fare un po a fare più politica, entrare nelle politiche ma politiche costruttive, non come fanno i bulli, come succede nelle scuole. Quello sarebbe un esempio bello. Purtroppo succedono delle cose che a pensarci bene ai miei tempi certe cose non succedevano. A parte che erano altri tempi, non c era la delinquenza che c è adesso, non c era la droga, almeno, ci sarà stata ma nessuno Adesso non sono mai contenti, non ci manca niente, c hanno tutto anzi, c hanno troppo, secondo me. E succedono queste cose! E secondo lei è importante raccontare queste esperienze? Certe cose dovrebbero farle vedere alla televisione, insegnarle nelle scuole. Quello che è successo, quello che ha fatto il fascismo, tutte quelle cose lì dovrebbero farle vedere nelle scuole, metterle nella storia e invece mi sembra che se ne parla poco. Cos è stata la Resistenza. Difatti ne abbiamo un esempio anche in Italia che piano piano ritorna su quelli che c han fatto soffrir tanto. E io ho letto dei libri che c è anche il mio nome, quello di suo fratello. Nella solita pagina c è il primo, quello di suo fratello e l ultimo è il mio. Ma fino a un certo punto, poi mi veniva il nervoso, piantavo lì. Non ce la facevo proprio. Ripensando, adesso a volte dico: Ma possibile ca son sta a Matahusen a desasetani? Mi sembra una cosa!! Adesso mi ritrovo pieno di acciacchi. Si tira là! Mi auguro che certe cose non capitano più perché la gioventù di oggi, se dovesse succedere qualcosa, guai!! Non lo so come se la levano! Perché ai miei tempi non c era niente e con poco uno s accontentava; adesso che c hanno tutto, non sono mai contenti! E me, quando veniva qua qualcuno e mi diceva: Mi racconta un po qualcosa! Na volta anche coi miei in casa, con mio genero, lui ci teneva, ci tiene a farmi raccontare qualcosa. Qualcosa dico, poi pianto lì perché non... mi sento troppo agitato. Sarà anche quello che ho avuto insomma. E mi vengono le lacrime agli occhi. Quando ho visto il film Kapo, c ho portato un amico, eravamo... un certo Sauro che poveraccio a 60 anni è morto, se n è andato, piangeva come un bambino e me lo stesso, perché ci dicevo: Vedi quelle cose lì? Io l ho viste così e così. 6/6