Piano di Risanamento Fiume Lambro



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Piano di Risanamento Fiume Lambro Atlanti delle Criticità e delle Opportunità Relazione introduttiva e chiave di lettura

RELAZIONE INTRODUTTIVA Il risanamento del Fiume Lambro, e per estensione dei suoi affluenti e di tutto il bacino, è un progetto estremamente complesso tant è che le cause di questo dissesto risalgono addirittura al 1894 e ancora oggi le condizioni del Lambro sono tutt altro che buone. Al 1894 risale infatti la prima petizione ecologista di un gruppo di abitanti di Sovico che chiesero al loro Sindaco di intervenire per ripristinare la qualità delle acque del Lambro da cui all epoca dipendeva non solo la qualità dell ambiente bensì la qualità della vita 1. Nei decenni successivi la valle del Lambro è diventato uno dei motori dello sviluppo economico lombardo con decine di opifici che sorgevano sulle sue sponde e cittadine che, sempre dalle sponde si estendevano sino a far diventare, ad esempio, la provincia di Monza e della Brianza la seconda più urbanizzata d Italia. In questo contesto il degrado del fiume ha toccato il culmine negli anni settanta con schiume e colori che ogni giorno ne caratterizzavano le acque. Negli anni ottanta, grazie all avanzamento dei lavori di collettamento delle fognature ed alla realizzazione degli impianti di depurazione si è raggiunto progressivamente un miglioramento del livello di qualità delle acque tuttavia ancora ampiamente insufficiente sia per i livelli di qualità stabiliti dall Unione Europea sia e soprattutto per i livelli di accettabilità ambientale da parte della popolazione che vive la valle del Lambro. Occorre pertanto fare un ulteriore sforzo per il risanamento. Il primo passo è stato quello di fare una fotografia di tutti i problemi del bacino. Analizzando e studiando gli oltre 350 km di fiumi e torrenti che costituiscono il patrimonio idraulico della Brianza abbiamo censito e documentato oltre mille criticità, dalle sponde cementificate ad ampi tratti di corsi d acqua tombinati, da scolmatori insufficienti ad aree urbane 1 "E' già da tempo che i sottoscritti intendevano pregare caldamente la S.V. acciocché abbia a prendersi a cura, con un necessario provvedimento sul fiume Lambro, il problema dello stabilimento di proprietà del sig. Galeazzo Viganò di Triuggio, che di frequente manda nel citato fiume tutti gli spurghi di cloro e varia altri acidi nocivissimi alla salute, arrecando istantaneamente la morte di tutti i pesci del fiume. Questo lo attestiamo noi come pure possono attestarlo molti altri che in questi giorni hanno fatto un'abbondante raccolta di pesci morti, in putrefazione e da non poter mangiare. Ella saprà benissimo che gli abitanti di questa frazione sono obbligati assolutamente a servirsi, per i bisogni di famiglia, delle stesse acque, che in questo caso sono diventate velenose. Unitamente alla popolazione di questa frazione del Comune di Sovico si associa a questa istanza anche una compagnia anonima di pesca, pure di Sovico la quale ha in subappalto il diritto di pesca sullo stesso fiume, i cui soci restano danneggiati in confronto a quello che pagano annualmente come concessione. Dunque, noi tutti siano fiduciosi che Ella non mancherà ad un dovere giusto, umanitario e igienico onde rimediare al più presto possibile per evitare ulteriori mali. Con la massima stima." Pagina 2 di 28

spesso alluvionate, che abbiamo raccolto in un unico documento che abbiamo chiamato Atlante delle Criticità. Dal punto di vista della qualità delle acque l elemento più problematico, come detto, sono proprio gli impianti di depurazione ed il loro sistema di collettamento che, anche per la scarsa portata del fiume Lambro, non raggiungono gli standard necessari di diluizione delle portate di acqua reflua. A questo si aggiunge la presenza e soprattutto la frequenza di scarichi, autorizzati o meno, diretti al corso d acqua che determinano la vulnerabilità dei corsi d acqua anche a fronte di sversamenti occasionali quali quello della Lombarda Petroli di Villasanta. Per quanto riguarda gli habitat abbiamo riscontrato problemi estremamente complessi su tutti i corsi d acqua principali. Ci sono decine di km di sponde artificializzate, ad esempio negli attraversamenti dei centri abitati, con interi tratti fluviali tombinati in alcuni casi pure edificati. Il rischio idraulico, infine, coinvolge sia le aste principali, per le quali il problema insorge a fronte di piogge prolungate e consistenti sia i corsi d acqua secondari laddove le criticità emorgono in occasione degli ormai frequenti temporali estivi. Censite le criticità abbiamo individuato 54 aree che per prossimità al corso d acqua, per qualità ambientale oppure per la vicinanza ad abitati soggetti a frequenti esondazioni rappresentano il patrimonio territoriale su cui è possibile contare per la pianificazione e realizzazione di opere e interventi che risolvano e attenuino una o più criticità. Il documento che raccoglie tutte queste aree lo abbiamo chiamato Atlante delle Opportunità. Il passo successivo sarà quello di selezionare tra le tante opportunità di intervento quelle che, tra le opere, massimizzano il risultato ambientale al minor costo. A questo aggiungeremo un elenco motivato di tutte quelle buone pratiche che hanno già portato effetti benefici laddove sono state sperimentate. Questo documento, che concluderà questa fase di lavoro, lo chiameremo Piano delle Azioni e sarà pubblicato nel mese di luglio 2012. Pagina 3 di 28

1. ATLANTE DELLE CRITICITA L atlante delle Criticità è l elaborato nel quale sono state raccolte le principali criticità riscontrate sull asta del Lambro e dei suoi principali affluenti fino all ingresso a Monza. È costituito da una serie di documenti, testuali, fotografici e cartografici che rappresentano, nel modo più esaustivo possibile, i principali elementi di disturbo o di problematicità sul bacino del fiume Lambro. Per una più agevole consultazione dell Atlante ogni corso d acqua è stato suddiviso in tratti rappresentati in schede in scala 1:10.000. Per ogni tratto così definito è stata fornita una descrizione sintetica corredata di fotografie per mettere a disposizione del lettore una doppia chiave informativa, sia testuale che figurativa. Queste suddivisioni di dettaglio sono riassunte in quattro tavole di inquadramento che consentono la collocazione di ogni singolo tratto all interno del bacino del Lambro. Concludendo, per ogni singolo corso d acqua, l Atlante delle criticità è costituito da: 4 tavole di inquadramento dei singoli tratti in scala 1:50.000; relazione sintetica, suddivisa per tratti; 4 tavole formato A4 in scala 1:10.000 con la rappresentazione delle criticità per singolo tratto e per tipo di criticità. Pagina 4 di 28

1.1 Sintesi descrittiva La sintesi descrive in via generale il bacino del singolo corso d acqua prendendo in considerazione il corso d acqua principale ed eventuali affluenti di interesse. Sull intestazione è sempre possibile identificare la località e il tratto in esame, in corrispondenza biunivoca con le tavole cartografiche. La relazione è corredata di un ampia documentazione fotografica che scorre a lato del testo in modo da consentire al lettore di realizzare visivamente quello che il testo illustra. Nella prima parte viene fornita una descrizione del tratto per caratteristiche peculiari. Nella seconda parte vengono esaminate le criticità nei principali aspetti del corso d acqua (acque, habitat, scarichi, rischio idraulico, manufatti trasversali e longitudinali). Nel caso che ne tratto siano presenti affluenti al corso d acqua principale e siano stati oggetto di indagine l informazione può essere dedotta dal titolo del paragrafo. Pagina 5 di 28

1.2 Schede criticità Per ogni tratto di corso d acqua sono state prodotte 4 schede criticità contenenti tematismi differenti raggruppati per comparti. I gruppi tematici sono: qualità acque ed habitat; vulnerabilità agli scarichi; rischio idrogeologico; discontinuità ecosistemi acquatici. Nel gruppo acque ed habitat sono stati riportati rispettivamente una valutazione sulla qualità dell acqua (indicato con un colore sul corso d acqua) e di quella dell habitat (indicato con un colore sulle fasce fluviali) su base ortofoto. Nel gruppo vulnerabilità agli scarichi sono state riportate le reti fognarie (in rosso i collettori consortili, in verde la rete comunale), gli scarichi più impattanti censiti (con dimensioni proporzionali al diametro) e la vulnerabilità del tratto di corso d acqua a valle di uno scarico (secondo la logica più scarichi ci sono a monte di un tratto più il tratto è vulnerabile in termini di qualità dell acqua e dell habitat ) su base CTR. Nel gruppo rischio idrogeologico sono state riportate le classi di fattibilità idrogeologiche, in particolare quelle più vincolanti, la 3 e la 4; i limiti delle fasce PAI (A, B e C, valide sul Lambro e sul primo tratto da valle del reticolo principale delle Bevere) e il perimetro delle esondazioni di cui si ha notizia dalla cronaca o dalle informazioni ricavate dai Comuni, su base CTR. Infine nel gruppo discontinuità ecosistemi acquatici sono state indicate tutte le interferenze del continuum fluviale, siano esse relative alle condizioni dell alveo che delle sponde, valutate in termini di compromissione della naturale vocazionalità di un corso d acqua ad accogliere un adeguata e ben strutturata comunità ittica. In particolare sono state rilevate sia le principali cause di discontinuità trasversale, quali traverse, soglie e briglie, che longitudinali come geometria molto banale della sezione di scorrimento, semplificazione dell alveo con perdita di mesohabitat e microhabitat, canalizzazioni, tombinature, sponde caratterizzate da bassa funzionalità fluviale. Infine, mediante apposito tematismo, è stata posta anche particolare attenzione alla continuità Pagina 6 di 28

idrologica del tratto di corso d acqua indagato, intesa come presenza costante di acqua per tutto l anno, ovvero verificarsi di asciutte stagionali; il tutto su base ortofoto. 1.2.1 Qualità acque ed habitat Nel gruppo acque ed habitat sono stati riportati rispettivamente una valutazione sulla qualità dell acqua (indicato con un colore sul corso d acqua) e di quella dell habitat (indicato con un colore sulle fasce fluviali) su base ortofoto. I dati relativi alla qualità delle acque sono stati ricavati, ove disponibili, da indicatori microbiologici, e, ove non sono disponibili dati oggettivi, da evidenti ed inequivocabili alterazioni percepibili organoletticamente (colore, odore, presenza di schiume). In assenza di questi ultimi la qualità è stata giudicata in base alle possibili fonti di inquinamento presenti a monte, essendo noti la geometria di buona parte della rete fognaria e gli scarichi insistenti sul corso d acqua. Per quanto riguarda l habitat sono stati presi in considerazione elementi di valutazione di stretta pertinenza del corso d acqua (fondo, sponde, andamento planimetrico ed altimetrico, forme dell alveo) e del suo intorno (ampiezza e varietà delle fasce perifluviali, presenza di fascia tampone e relativo spessore). Di seguito viene riportata una esemplificazione e successivamente la legenda relativa ai tematismi rappresentati. Qualità dell acqua Per nulla alterata (colore azzurro): non è rilevabile alcuna alterazione antropica o comunque sono presenti alterazioni antropiche poco rilevanti a carico dell ecosistema acquatico. La qualità della risorsa idrica appare in grado di sostenere comunità vegetali, di macroinvertebrati ed ittiche adeguate. Non sono presenti segni di anossia sul fondo e batteri filamentosi. Il detrito organico è di natura fibrosa. Non sono percepibili odori e nemmeno visibili anomale colorazioni. Assenza di torbidità e di rifiuti in alveo. Poco alterata (colore verde): sono presenti lievi alterazioni antropiche che non determinano significative distorsioni dell ecosistema acquatico. La qualità della risorsa Pagina 7 di 28

idrica appare in grado di sostenere comunità vegetali, di macroinvertebrati ed ittiche sufficientemente adeguate. Non sono presenti segni di anossia sul fondo e batteri filamentosi. Il detrito organico è principalmente di natura fibrosa. Non sono percepibili odori e nemmeno visibili anomale colorazioni. Assenza di torbidità e di rifiuti in alveo. Alterata (colore giallo): sono presenti alterazioni antropiche che determinano moderate distorsioni dell ecosistema acquatico. La qualità della risorsa idrica è in grado di sostenere solo comunità vegetali, di macroinvertebrati ed ittiche banalizzate e semplificate e/o comparsa di specie alloctone invasive. Non sono presenti segni di anossia sul fondo e batteri filamentosi. Il detrito organico è di natura fibrosa e polposa. Sono presenti prime percezioni olfattive, lieve torbidità e presenza di rifiuti in alveo. Ricadono in questa categoria anche tratti in cui la qualità dell acqua è stata ripristinata per autodepurazione naturale dopo un tratto a maggiore criticità. Molto alterata (colore arancio): sono presenti alterazioni antropiche che determinano importanti distorsioni dell ecosistema acquatico. La qualità della risorsa idrica è in grado di sostenere comunità vegetali, di macroinvertebrati ed ittiche estremamente semplificate ed alterate e/o presenza di specie alloctone invasive. Sono individuabili segni di anossia sul fondo e batteri filamentosi. Il detrito organico è di natura prevalentemente polposa. Sono presenti percezioni olfattive sgradevoli, torbidità e rifiuti in alveo. Eccezionalmente alterata (colore rosso): sono presenti gravi alterazioni antropiche che determinano importanti distorsioni dell ecosistema acquatico. La qualità della risorsa idrica non è in grado di sostenere comunità vegetali, di macroinvertebrati ed ittiche, mancano ampie porzioni delle comunità biologiche tipiche; presenza di specie alloctone invasive. Sono ben evidenti segni di anossia sul fondo ed abbondante è la presenza di batteri filamentosi. Il detrito organico è essenzialmente di natura polposa. Sono presenti percezioni olfattive sgradevoli, torbidità, colorazione dell acqua e rifiuti in alveo. Qualità dell habitat Per nulla alterato (colore azzurro): il territorio circostante è caratterizzato dall assenza di antropizzazione. Sono presenti nella fascia perifluviale formazioni vegetali funzionali per Pagina 8 di 28

ampiezza, continuità e composizione, cioè in grado di conferire un elevato grado di funzionalità fluviale al corso d acqua. Alveo naturale con diversità morfologica adeguata al tratto indagato. Il regime idrologico è perenne, con portate indisturbate. Fenomeni erosivi assenti o poco rilevanti. Assenza di argini ed alta efficienza di esondazione. Poco alterato (colore verde): il territorio circostante è caratterizzato dalla compresenza di aree naturali ed usi antropici, i quali, pur esercitando un azione modificatrice dei tratti morfologici del territorio, permettono una compresenza equilibrata. Sono presenti nella fascia perifluviale formazioni vegetali caratterizzate da discreta funzionalità per ampiezza, continuità e composizione. Alveo naturale con diversità morfologica adeguata al tratto indagato. Il regime idrologico è perenne, con portate indisturbate. Fenomeni erosivi presenti ma limitati. Assenza di argini e discreta efficienza di esondazione. Alterato (colore giallo): il territorio circostante è caratterizzato dalla presenza di coltivazioni e/o da un discreto grado di urbanizzazione, che hanno modificato il territorio, riducendo la diversità ambientale. La fascia perifluviale, pur essendo ancora presente e caratterizzata da formazioni naturali, ha funzionalità limitata per semplificazione della composizione della comunità vegetale, ampiezza ridotta e presenza di interruzioni. Nel tratto sono presenti interventi di artificializzazione della sezione, che hanno interessato una parte delle rive o del fondo, ma consentono ancora al tratto di conservare una sufficiente diversità morfologica. Il regime idrologico è perenne, con portate indisturbate. Fenomeni erosivi presenti, con sottoescavazione delle sponde. Assenza di argini e ridotta efficienza di esondazione. Molto alterato (colore arancio): il territorio circostante è caratterizzato da un buon grado di urbanizzazione, che ha ridotto la diversità ambientale. La fascia perifluviale, qualora ancora presente, ha funzionalità estremamente ridotta perché costituita da semplici filari o bordure, con presenza di specie alloctone invasive e frequenti interruzioni. Nel tratto sono evidenti interventi di artificializzazione della sezione, che hanno determinato scarsa diversità morfologica. Il regime idrologico è soggetto a variazioni di portata sia indotte da prelievo che stagionali ed in grado di portare a condizioni di asciutta non prolungata. Fenomeni erosivi evidenti e frequenti e/o presenza di opere longitudinali di difesa spondale o di canalizzazioni, che, di fatto, impediscono l erosione, e/o di successione di briglie. Pagina 9 di 28

Ampiezza dell alveo di piena di poco superiore a quella dell alveo di morbida e/o presenza di argini. Eccezionalmente alterato (colore rosso): il territorio circostante è fortemente urbanizzato o comunque totalmente artificializzato. Le fasce perifluviali sono assenti. Nel tratto sono presenti opere di fondo (plateazioni, rivestimenti e cunettoni) con o senza opere longitudinali. In questa categoria rientrano i tratti canalizzati e tombinati, i canali di bonifica con interventi di sfalcio e pulizia frequenti, le risagomature e i tratti pensili a sezione geometrica. Il regime idrologico è soggetto a variazioni di portata intense e molto frequenti, con periodi di asciutta prolungati, anche se naturali. Fenomeni erosivi molto evidenti e frequenti e/o presenza di opere longitudinali di difesa spondale o di canalizzazioni, che, di fatto, impediscono l erosione, e/o di successione di briglie. Ampiezza dell alveo di piena uguale a quella dell alveo di morbida. Presenza di argini. Pagina 10 di 28

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1.2.2 Vulnerabilità agli scarichi In queste tavole si intende rappresentare il rischio ambientale che viene solitamente espresso in funzione di tre fattori: pericolosità ambientale (probabilità che un determinato fenomeno si verifichi in un certo territorio e in un determinato intervallo di tempo), vulnerabilità territoriale (insieme della popolazione, delle valenze naturali, delle infrastrutture, delle attività economiche, ecc., che può subire danni materiali ed economici) e valore (danno che viene prodotto). Nel caso specifico il rischio più comune di alterazione della qualità della acque deriva dalla presenza di scarichi diretti, civili e produttivi, nel corpo idrico. Nel presente elaborato si è cercato di dare una valutazione, anche se approssimativa, di tale rischio ponendo particolare attenzione sulla vulnerabilità agli scarichi del corpo ricettore. Sulle cartografie che rappresentano la vulnerabilità agli scarichi sono rappresentati i tematismi di seguito esplicati. Reti fognarie Reti fognarie di competenza comunale: sono quelle di proprietà e gestite dal Comune (indicate in verde). Collettori consortili: sono le reti dei collettori di proprietà delle società patrimoniali presenti sul territorio e gestite o mantenute dalle stesse o da altre società appositamente create (indicate in rosso). Scarichi Sono stati indicati gli scarichi di origine fognaria insistenti sul coro idrico, con cerchi di dimensione proporzionale alla dimensione dello scarico. Gli scarichi indicati sono riconducibili alle seguenti categorie: sfioratori di piena fognari; scarichi industriali; Pagina 12 di 28

scarichi di dubbia origine. Vulnerabilità del ricettore I criteri che sono stati utilizzati per fornire una scala sono stati: numero degli scarichi a monte di un tratto; distanza di influenza. Naturalmente essendo la distanza di influenza un dato molto variabile, convenzionalmente è stata assunta la misura di 300 m, e le approssimazioni effettuate sono state sempre nel senso della prudenza. Vulnerabilità molto bassa (colore azzurro): è la condizione tipica dei tratti per i quali è esclusa la presenza di qualsiasi tipo di scarico nel tratto a monte. Vulnerabilità bassa (colore verde): si verifica nei tratti in cui è presente almeno uno scarico a monte ad una distanza superiore ai 300 m. Vulnerabilità moderata (colore giallo): si verifica nei tratti in cui è presente uno scarico a monte ad una distanza compresa entro i 300 m. Vulnerabilità alta (colore arancio): si verifica nei tratti in cui sono presenti due scarichi a monte ad una distanza compresa entro i 300 m. Vulnerabilità molto alta (colore rosso): si verifica nei tratti in cui sono presenti più di due scarichi a monte ad una distanza compresa entro i 300 m. Pagina 13 di 28

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1.2.3 Rischio idrogeologico Di seguito viene riportata una esemplificazione e successivamente la legenda relativa ai tematismi rappresentati. Classi di fattibilità idrogeologica Vengono riportate le due classi di fattibilità idrogeologica (ex DGR 8/1566 del 22/12/2005) più vincolanti, ovvero la 3 e la 4, ed in particolare all interno di queste classi principali sono state segnalate le sottoclassi che si riferiscono ad un rischio più meramente idraulico, ovvero: Classe 3 (azzurro chiaro): aree allagate in occasione di eventi meteorici eccezionali o allagabili con minore frequenza (indicativamente con tempi di ritorno superiori ai 100 anni) e/o con modesti valori di velocità ed altezze d acqua; aree soggette ad esondazioni lacuali; aree protette da interventi di difesa dalle esondazioni efficaci ed efficienti; aree potenzialmente interessate da flussi di detrito in corrispondenza dei conoidi pedemontani di raccordo collina pianura. Classe 4 (azzurro scuro): aree ripetutamente allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali o frequentemente inondabili (indicativamente con tempi di ritorno inferiori a 20 50 anni), con significativi valori di velocità e/o altezze d acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido; aree potenzialmente inondabili individuate con criteri geomorfologici tenendo conto delle criticità derivanti da punti di debolezze delle strutture di contenimento quali tratti di sponde in erosione, punti di possibile tracimazione, sovralluvionamenti, sezioni di deflusso insufficienti anche a causa della presenza di depositi di materiale vario in alveo o in sua prossimità; aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali nelle quali non siano state realizzate opere di difesa e quando non è stato possibile definire un tempo di ritorno; aree interessate da fenomeni di erosione fluviale e non idoneamente protette da interventi di difesa; aree adiacenti ai corsi d acqua da mantenere a disposizione per consentire l accessibilità per interventi di manutenzione e per la realizzazione di interventi di difesa. Pagina 15 di 28

Fasce PAI Per i corsi d acqua principali che ne sono dotati vengono riportati i limiti esterni delle tre fasce PAI come definite nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio per l assetto Idrogeologico (del. C.I. n. 18 del 26/04/2001, in recepimento della legge 183 del 18/05/1989, art. 17, comma 6 ter e s.m.i.) ed in particolare: Fascia A (tratteggio rosso): fascia di deflusso della piena, ossia fissato in 200 anni il tempo di ritorno (TR) della piena di riferimento e determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l'80% di tale portata. All'esterno di tale fascia la velocità della corrente deve essere minore o uguale a 0.4 m/s (criterio prevalente nei corsi d'acqua mono o pluricursali); Fascia B (tratteggio arancio): fascia di esondazione, ossia fissato in 200 anni il tempo di ritorno della piena il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena indicata ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata; Fascia C (tratteggio giallo): fascia di inondazione per piena catastrofica, ossia si assume come portata di riferimento la massima piena storicamente registrata, se corrispondente a un TR superiore a 200 anni, o in assenza di essa, la piena con TR di 500 anni. Per i corsi d'acqua non arginati la delimitazione dell'area soggetta ad inondazione viene eseguita con gli stessi criteri adottati per la fascia B, tenendo conto delle aree con presenza di forme fluviali fossili. Per i corsi d'acqua arginati l'area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili; in tali casi la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguenti due ipotesi (se entrambe applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena : altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini, altezze idriche ottenute calcolando il profilo idrico senza tenere conto degli argini. Pagina 16 di 28

Aree urbane a rischio In questo tematismo, evidenziato dal tratteggio verde chiaro, vengono indicate le aree urbane comprese all interno delle aree a fattibilità limitata (classe 3 e 4) e delle fasce PAI. Vengono inoltre comprese le aree allagate da eventi alluvionali occorsi recentemente e non compresi all interno delle aree corrispondenti alle classi di fattibilità indicate o compresi per tempi di ritorno superiori a quelli occorsi. Pagina 17 di 28

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1.2.4 Discontinuità ecosistemi acquatici La qualità dell ecosistema acquatico è data da una serie di caratteristiche delle quali alcune già prese in considerazione in altri tematismi, ad esempio la qualità dell acqua, dell habitat, la vulnerabilità agli scarichi. Nella cartografia relativa a questa sezione vengono ulteriormente analizzati alcuni elementi puntiformi, o comunque con specifica localizzazione, che possono influire sulla continuità dell ecosistema fluviale, come ad esempio la presenza di artificializzazioni più o meno spinte, di alveo e sponde, le discontinuità trasversali e la continuità idrologica. Discontinuità d alveo Vengono indicate le principali discontinuità trasversali d alveo (traverse, soglie, briglie, sbarramenti) secondo una scala di altezze, suddivisa in tre livelli: Insormontabile (colore rosso): di altezza superiore a 1 m. Vengono annoverate in questa categoria anche le discontinuità dotate di una scala di risalita assolutamente inefficace. Difficilmente sormontabile (colore giallo): di altezza compresa tra 0,5 e 1 m. Vengono annoverate in questa categoria anche le discontinuità dotate di una scala di risalita di dubbia efficacia. Sormontabile (colore verde): di altezza massima di 0,5 m. Vengono annoverate in questa categoria anche le discontinuità dotate di una scala di risalita di provata efficacia. Continuità idrologica In questo tematismo viene rappresentata la continuità idrologica durante l anno che, naturalmente, incide sulla presenza di specie ittiche nelle varie stagioni. Perenne (colore pieno): è presente acqua in tutti i mesi dell anno, anche con portate molto basse. Asciutta stagionale (colore retinato): il tratto di corso d acqua va in asciutta per diversi periodi durante l anno. Pagina 19 di 28

Criticità alveo e sponde Vengono indicate le principali criticità longitudinali d alveo secondo una scala suddivisa in tre livelli: Alta (colore rosso): alveo completamente artificializzato, canalizzato, assenza di fascia vegetata spondale. Media (colore giallo): alveo notevolmente artificializzato o notevolmente banalizzato, con sponde non naturali, assenza di fascia vegetata spondale. Bassa (colore verde): alveo lievemente artificializzato o mediamente banalizzato, con sponde seminaturali, assenza di fascia vegetata spondale. Pagina 20 di 28

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2. ATLANTE DELLE OPPORTUNITA L atlante delle Opportunità è l elaborato nel quale è stato individuato, per il bacino del Lambro settentrionale, un sistema di aree strategiche nelle quali è possibile realizzare alcuni interventi al fine di risolvere alcune criticità individuate nell Atlante delle Criticità. Per rappresentare un opportunità l area individuata deve essere poco o per nulla urbanizzata, e sono i casi tipici di interventi di protezione idraulica o di qualità delle acque, o se urbanizzata deve contenere particolari elementi di criticità, nel qual caso possono essere identificati alcuni interventi di recupero o di compensazione ambientale in loco o altrove. L Atlante è costituito da una serie di documenti, testuali, fotografici e cartografici che rappresentano, nel modo più semplice ed al contempo il più esaustivo possibile, le caratteristiche dell area identificata come opportunità e le tipologie di intervento che potrebbero essere ivi attuate. Per comodità le opportunità sono state elencate con il nome del corso d acqua sulle quali insistono ed un numero progressivo da monte verso valle. Per ogni opportunità è stata elaborata una scheda sintetica corredata di fotografie per mettere a disposizione del lettore una doppia chiave informativa, sia testuale che figurativa per una più agevole consultazione dell Atlante, in perfetta simmetria con il documento riportante le criticità. Inoltre sono state realizzate per ogni area due tavole in formato A3 riprodotte in scala 1:10.000 (inquadramento) e 1:5.000 (dettaglio) su diverse basi (rispettivamente CTR e ortofoto) per fornire il maggior numero di informazioni cartografiche possibili. Tutte le opportunità sono state riassunte in quattro tavole di inquadramento che consentono la collocazione di ogni singola opportunità all interno del bacino del Lambro. In definitiva i documenti costitutivi l Atlante delle Criticità sono: 4 tavole di inquadramento delle opportunità in scala 1:50.000; 1 relazione sintetica per opportunità; Pagina 22 di 28

2 o più tavole formato A3 nelle scale 1:10.000 (inquadramento, su base CTR) e 1:5.000 (dettaglio, su base ortofoto) con la rappresentazione dell area opportunità. Pagina 23 di 28

2.1 Sintesi descrittiva La sintesi prende in considerazione l area identificata e le tipologie di interventi che possono essere ivi realizzati descrivendone gli aspetti salienti. Sull intestazione è sempre possibile identificare la località e il corso d acqua sul quale insiste l opportunità, in corrispondenza biunivoca con le tavole cartografiche. La relazione è corredata di un ampia documentazione fotografica che scorre a lato del testo in modo da consentire al lettore di realizzare visivamente quello che il testo illustra. Nella prima parte viene fornita una descrizione dell area. Nella seconda parte vengono esaminate le opportunità che possono essere espresse nell area come comparti sui quali si può intervenire per ottenerne un miglioramento (qualità acque, habitat, protezione idraulica, valorizzazione). Pagina 24 di 28

2.2 Tavole opportunità Per ogni opportunità sono state prodotte due tavole in formato A3 utili per localizzare l area di interesse e per individuare le principali caratteristiche urbanistiche, geomorfologiche, infrastrutturali, di uso del suolo del sito. La tavola di inquadramento è realizzata su base CTR alla scala 1:10.000 ed è utile alla collocazione delle aree sul corso d acqua e per identificare toponimi, quote, andamento del terreno, informazioni tutte ricavabili dalla base sottostante. La tavola di dettaglio è realizzata su base ortofoto alla scala 1:5.000 ed è utile all identificazione degli usi dei suoli e delle urbanizzazioni più recenti non contemplate dalla CTR per ragioni di aggiornamento. Pagina 25 di 28

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3. BIBLIOGRAFIA E GRUPPO DI LAVORO Si propone un breve elenco bibliografico delle fonti e delle risorse del web consultate per l elaborazione dei due Atlanti. Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque (23 ottobre 2000); Variante al Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) approvato con DPCM 24 maggio 2001 (Legge 18 Maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6 ter) Fasce Fluviali del Fiume Lambro nel tratto dal Lago di Pusiano alla confluenza con il Deviatore Redefossi; Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d acqua naturali e artificiali all interno dell ambito idrografico di pianura Lambro Olona (2003 Autorità di Bacino del fiume Po); Piano di Tutela e Uso delle Acque (approvato con delibera di Giunta Regionale lombarda n.1083 del 16 novembre 2005); Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po Obiettivi di qualità ambientale e principali misure per il sottobacino Lambro Olona (2010 Autorità di Bacino del fiume Po); Monitoraggio dell Indice di Funzionalità Fluviale e dei varchi ecologici su Lambro ed affluenti (2011 Fondazione Lombardia Ambiente); Lambro, area del Parco naturale. Indagine ambientale, qualità biologica, scarichi inquinanti e altri fattori di turbativa. Riqualificazioni. (2009/2010 Luciano Erba e Comitato Bevere); IFF 2007 Indice di Funzionalità Fluviale. Nuova versione del metodo revisionata e aggiornata (2007 Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i Servizi Tecnici); La Riqualificazione Fluviale in Italia linee guida, strumenti ed esperienze per gestire i corsi d acqua e il territorio (2006 Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale); Piani di Governo del Territorio, Piani Regolatori Vigenti e studi di preparazione dei Comuni compresi nel Bacino del Lambro; Pagina 27 di 28

Database e shapefile georeferenziati ricavati dal Portale Cartografico della Regione Lombardia http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale Il gruppo di lavoro che ha partecipato alla realizzazione degli Atlanti è così costituito: Dr. Bernardino Farchi (direttore del Dipartimento di Riqualificazione Fluviale); Ing. Daniele Giuffré (coordinatore del Dipartimento di Riqualificazione Fluviale); Ingg. Stefano Minà, Eugenia Tiscar, Teresa Olmeo, Silvia Amodeo, Erica Camnasio, Lorenzo Mauri, Chiara Secco, Pino Calardo, dott.sse Antonella Anzani, Karin Arcuri, dott.sse ing. Doriana Barraco, Chiara Perego, Chiara Vellani. Pagina 28 di 28