La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico



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La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico Claudio Mazzanti Di antiche origini medievali, il centro urbano di Caramanico 1 è situato alle pendici del massiccio della Majella, sul versante prospiciente il monte Morrone, in una zona compresa tra le valli del fiume Orta e del suo affluente Orfento. Nella sua struttura urbana, l edilizia di culto ha sempre costituito un elemento di grande importanza; nei secoli passati, questa località annoverava numerose costruzioni religiose. Attualmente, l unica chiesa Parrocchiale è quella dedicata alla Madonna dell Assunta, l antica chiesa Matrice. Sulla base dei documenti presenti nell Archivio Diocesano di Chieti, la pieve di Santa Maria viene già citata verso il 950, nel Chronicon Casauriensis; essa potrebbe essere stata fondata dai monaci benedettini di San Clemente a Casauria oppure, già in epoca precedente, da quelli del monastero di Montecassino. Nel 1059, in una lettera inviata dal papa Niccolò II al vescovo di Chieti per definire i confini della giurisdizione diocesana, si fa riferimento alla pleben Sancte Marie de Caramanico, appartenente alla Diocesi Teatina (Liberatoscioli 2000, 167). Il dato più antico sulla costruzione risale al 1063, quando i rappresentanti della pieve di Santa Maria, mediante la vendita di un terreno appartenente al patrimonio della comunità religiosa, acquistarono le pietre per fabbricare un nuovo edificio in forma basilicale (De Angelis 2007). Il tempio si affaccia sulla stretta valle dell Orta, in un punto dove il terreno è particolarmente scosceso; l edificio, che per la sua collocazione urbana emerge rispetto a tutte le altre architetture religiose del territorio circostante, fu probabilmente eretto Esaminando posizione e conformazione delle rovine del castello di Caramanico, così come le tracce della cinta fortificata del nucleo urbano originario, nonché l alto muro sottostante la chiesa, è possibile ipotizzare che anche la struttura di quest ultima formasse parte di una più antica roccaforte, di dimensioni più estese rispetto ai ruderi oggi visibili. Sotto l aula ci sono dei vani ipogei, riportati alla luce nel 1959 a seguito di lavori per il rifacimento della pavimentazione; tali ambienti che, secondo le ipotesi considerate, appartenevano ad una remota fortezza sulla quale fu poi costruito l edificio di culto, sono parzialmente scavati nella roccia e, in parte, costruiti con blocchi lapidei squadrati di notevoli dimensioni (figura 1). La copertura di questi locali, sulla quale poggia il pavimento dell aula superiore, in certi punti ha uno spessore relativamente esiguo, come è possibile verificare in corrispondenza di alcune aperture nel pavimento della chiesa che, in passato, permettevano il trasferimento delle salme nelle grotte sottostanti, per l inumazione. L edificio appare composto da tre volumi, quello più alto ed ampio corrisponde allo spazio centrale, mentre i due più bassi sono le navate laterali; il lato nord, corrispondente alla navata sinistra, è stata profondamente trasformato nel XIX secolo, su progetto dell ingegnere architetto Giovanni Mazzella. La navata principale si presenta esternamente come un corpo unico, senza soluzione di continuità. L unico

662 C. Mazzanti Figura 1 Ambienti ipogei sotto la chiesa (foto dell autore 2013) parte che emerge rispetto all insieme è la torre campanaria che, con la sua copertura cuspidata, costituisce un elemento caratteristico del panorama urbano di Caramanico; è organizzata in quattro livelli e presenta una cornice ad archetti intrecciati, una finestra ogivale, un altra finestra circolare di carattere romanicogotico, insegne nobiliari e stemmi quattrocenteschi. Si dispone di scarse notizie relative alla fabbrica, dall epoca della fondazione fino all inizio del XV secolo; è possibile, tuttavia, ipotizzare che la chiesa sia stata edificata, a più riprese, sopra le rovine di un altro tempio precedente (Mazzella 1853). Nel 1432 venne modificato e sopraelevato il campanile per volontà dei conti D Aquino (Gavini 1927, 211). Alcuni anni dopo, nel 1456, in questa zona si verificò un forte terremoto che, presumibilmente, danneggiò anche la chiesa, rendendo necessari ulteriori lavori; appare significativo che nel 1476 fu realizzato il nuovo portale principale, esempio significativo dell arte tardo gotica abruzzese: presenta una profonda strombatura, ghimberga e lunetta, con raffinati bassorilievi, attribuiti a Johannes Bicemen Teatonicus, scultore di Lubecca (Piccirilli 1915, 11). Il portale permette l ingresso dalla piazza antistante, attraverso la navata laterale sinistra; la costruzione di questo nuovo elemento architettonico, vent anni dopo il devastante fenomeno sismico, può coincidere con il completamento dei lavori di ristrutturazione dell edificio. Le vicende storiche successive, sociali economiche e politiche, diedero luogo a profonde trasformazioni del tempio, in particolare per quanto concerne l interno, che venne completamente modificato verso la fine del XVI secolo con l adozione delle forme rinascimentali. L edificio, per accogliere il numero sempre crescente della popolazione, fu ampliato verso ovest, con il limite costituito dal declivio naturale; inoltre, per ottenere la simmetria degli spazi, tipica dell architettura rinascimentale, fu aggiunta la navata laterale destra (relazione); nella campata intermedia di questa fu ricavata la cappella dedicata all Assunta, di alto pregio artistico: qui è segnata la data del 1595, che si riferisce alla costruzione dell altare minore e, indicativamente, alla trasformazione della chiesa. Nel 1627, un altra violenta scossa tellurica sconvolse nuovamente il territorio fra la Maiella e il Morrone; il fenomeno si replicò ancora nel 1703: in occasione di quest episodio, molte costruzioni di Caramanico subirono ingenti danni e, fra queste, verosimilmente anche l edificio di Santa Maria Maggiore. Tre anni dopo, un nuovo sisma colpì l Abruzzo; la chiesa Matrice di Caramanico, però, forse non fu danneggiata, secondo le affermazioni dell abate Del Genco (De Angelis 2007, 146). Tuttavia, nuovi lavori furono eseguiti nell edificio, soprattutto all interno; ad esempio, si ha notizia del rifacimento dell altare maggiore (De Angelis 1994, 27), completato nel 1732. A seguito delle numerose trasformazioni susseguitesi nel tempo, come detto precedentemente, non si conserva più nulla del primitivo carattere romanico dell edificio, soprattutto dello spazio interno. La chiesa presenta uno sviluppo longitudinale, secondo il tradizionale orientamento ovest-est, con tre navate suddivise da quattro coppie di pilastri liberi che individuano cinque campate; il lato orientale termina con il presbiterio, rialzato rispetto al piano dell aula tramite dodici gradini. Quest ultima parte, coincide con l abside rettangolare, sul fianco del quale c è il campanile, la cui presenza condizionò le trasformazioni volumetriche della fine del XVI secolo. L impianto nel suo insieme è quadrangolare, con misure leggermente diverse fra i vari lati: 41,15 e 40,15 (lati nord e sud); 19,00 e 20,25 (lati ovest e est). L unico elemento che oltrepassa questo perimetro è un locale utilizzato come sacrestia, sul fianco

La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico 663 Figura 2 Pianta (disegno dell autore 2013) destro della chiesa (figura 2), la cui costruzione sembra contemporanea alle trasformazioni già citate di epoca rinascimentale; questo locale è più grande rispetto all altra sacrestia, più antica, presente a sinistra del coro, sul lato opposto rispetto al campanile. L apparato architettonico interno della chiesa è stato quasi totalmente rinnovato nel XIX secolo: l insieme mostra caratteri d ispirazione tardo barocca semplificati, con ordine di paraste corinzie, decorazioni a stucco e dorature; si conservano gli altari laterali settecenteschi e, soprattutto, la già citata cappella dell Assunta. Le coperture sono voltate: la navata principale ha una volta a botte lunettata, ritmata da arconi e riquadrature; quelle minori, invece, presentano crociere rettangolari, con il lato maggiore corrispondente alla campate della navata centrale. Le navate laterali, però, differiscono fra loro per larghezza ed altezza, ciò denota anche le differenti fasi di costruzione della fabbrica; è quasi certo che originariamente ci fosse soltanto la navata centrale, con dimensioni minori. Attraverso l analisi del paramento murario delle pareti esterne della chiesa di Santa Maria Maggiore oltre alle trasformazioni più recenti, è possibile distinguere anche le tracce di ampliamenti remoti, così come i segni di antiche bucature. Appare interessante, ad esempio, il fronte esterno rivolto a sud della navata centrale, nel quale è facilmente identificabile la sopraelevazione dell edificio attuata nel XIX secolo, segnalata da una netta variazione del materiale: la parte inferiore del muro è costruita con pietre irregolari, mentre nella fascia superiore, al di sotto della linea di gronda del tetto, i conci appaiono squadrati e con piani di posa più regolari, lungo tutto il fronte della parete. Su questo lato si riconosce anche un ampliamento del corpo di fabbrica verso la vallata sul versante occidentale, per la presenza di un cantonale in grandi blocchi lapidei squadrati, inserito nella muratura in pietrame irregolare. Il prospetto occidentale, che si affaccia direttamente sulla valle sottostante, venne eretto successivamente, in occasione del prolungamento delle navate. A seguito dell ampliamento lo spazio esterno si ridusse notevolmente; su questo lato dell edificio, infatti, c è soltanto una stretta balconata, che poggia su importanti opere murarie di sostegno: ciò rappresenta un aspetto atipico nel contesto urbano di Caramanico, dove generalmente le costruzioni si adattano più naturalmente al declivio del terreno. Nella parte sotterranea, precedentemente citata, è chiaramente distinguibile la porzione aggiunta del fabbricato, caratterizzata da una evidente discontinuità strutturale fra le parti. All interno della chiesa, invece, l ampliamento è meno riconoscibile, in quanto i caratteri stilistici dell insieme sono stati uniformati; tuttavia, osservando attentamente la zona corrispondente all aggiunta, si riconoscono differenti allineamenti fra gli arconi delle navate laterali e la copertura: attraverso un sapiente effetto prospettico, il cornicione all imposta della volta a botte della navata centrale simula la simmetria della costruzione rispetto al finestrone rettangolare del prospetto anteriore dell edificio, in realtà non centrato rispetto all aula (figura 3). Questo fronte sul versante opposto all altare, in generale nei templi cristiani è il più importante; tuttavia, nella chiesa di Santa Maria Maggiore ha un valore minore, in quanto l ingresso principale si ha dalla fiancata laterale sinistra; la facciata occidentale è incompleta, con elementi medievali di reimpiego ed altri di tipo rinascimentale. Nella muratura si distingue la traccia di una grande apertura circolare murata, probabilmente il rosone originario, posto più in basso rispetto alla finestra rettangolare (figura 4). L analisi del paramento murario permette di riconoscere tre fasi di costruzione del prospetto (figura 5):

664 C. Mazzanti Figura 3 Interno. Vista verso la parte aggiunta (foto dell autore 2013) Figura 4 Prospetto ovest. Individuazione del rosone originario (foto dell autore 2013) (a) inizialmente era asimmetrico e corrispondeva alle navate centrale e laterale sinistra; (b) in un secondo momento, il fronte fu ampliato, reso pressoché simmetrico con l aggiunta della parte destra, evidentemente Figura 5 Prospetto ovest. Diverse fasi di costruzione (disegno dell autore) successiva, come confermato dai caratteri del cantonale intermedio, inoltre la navata centrale fu sopraelevata; (c) la terza fase corrisponde alle trasformazioni del XIX secolo, con l ulteriore innalzamento della navata centrale, nonché quella della navata laterale sinistra. Il risultato finale è asimmetrico; nel 1853 l ingegnere Mazzella, responsabile dei lavori urgenti alla stabilità dell edificio, fu incaricato anche di completare questo prospetto; egli propose un progetto di gusto neo-rinascimentale caratterizzato da un ordine di lesene doriche, con spessore differenziato per correggere le irregolarità della parete esistente. Tali lavori, però, non furono eseguiti, pertanto il fronte è rimasto incompleto. Sul lato opposto della chiesa, risalta la parete absidale piana, che si affaccia sul corso Bernardi: è un elemento di particolare pregio dell edificio. Tale fronte, costruito in pietra squadrata, è una realizzazione tardo medievale, databile al XV secolo; presenta una cornice di coronamento orizzontale ad archetti pentalobati ed un cordolo con motivo a tortiglione. L apparato decorativo si completa con pilastrini e capitelli, in forme tipiche del linguaggio artistico medioevale; confrontando questo prospetto con altre opere coeve abruzzesi, risulta inconsueta la successione di altorilievi di fattura quattrocentesca, la cui provenienza è varia ed incerta, applicati alla muratura. Studiando il paramento murario del prospetto absidale, si denota un rivestimento in pietra da taglio,

La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico 665 con l utilizzo di lastre lapidee accuratamente squadrate e di grandezza variabile, distribuite in filari prevalentemente orizzontali; i conci si ammorsano saldamente alla parete retrostante, in pietrame irregolare e di spessore notevole. Questa facciata fu parzialmente modificata nel XVIII secolo a seguito dell apertura di un finestrone con timpano superiore in forme rinascimentali; sono chiaramente riconoscibili le tracce del rosone originario, nonché di un altra finestra murata. I cambiamenti nella parete di fondo della chiesa si resero necessari a seguito della sopraelevazione del presbiterio (De Angelis 1994, 33): secondo i canoni estetici propri delle chiese medievali, le aperture nel muro del coro dovevano collocarsi in posizione elevata rispetto al pavimento; a seguito delle diverse modifiche apportate in Santa Maria Maggiore, invece, il preesistente rosone risultava essere troppo basso rispetto alla quota del presbiterio, ora rialzata, e quindi alla nuova collocazione dell altare; tale condizione può essere verificata proiettando virtualmente la sagoma dell originaria apertura circolare, nella sua collocazione esterna tutt ora riconoscibile, rispetto alla conformazione attuale dello spazio architettonico interno del tempio (figura 6). Si possono conoscere anche altre peculiarità della costruzione: la finestra murata, distinguibile al lato del rosone originario, mostra le tracce di una terminazione superiore ad arco, incompleta (figura 7); la sagoma di questa antica bucatura è leggermente traslata orizzontalmente, rispetto a quella dell apertura circolare. La finestra di fondo dell aula di una chiesa medievale, in genere, era collocata lungo l asse principale dell edificio, in posizione pressoché simmetrica rispetto agli ambienti interni; la mancata corrispondenza fra le tracce delle antiche aperture nella parete absidale di Santa Maria Maggiore può denotare, quindi, una variazione significativa apportata all impianto planimetrico della chiesa. Figura 7 Prospetto est. Parete absidale e particolare (disegno dell autore 2013) Figura 6 Interno. Vista verso l altare, ricostruzione della conformazione originaria con il rosone (disegno dell autore) Sempre osservando la conformazione della muratura, si ravvisa che, al di sotto del profilo che indica l originaria posizione del rosone, non c è corrispondenza fra i filari dei conci delle porzioni a sinistra e a destra della parete: l effetto di questa imprecisione, però, è reso meno evidente proprio dalla collocazione delle due statue, allineate con gli stipiti della finestra rinascimentale; la parte di muratura a destra di quest ultima è realizzata con pietra calcarea grossolanamente squadrata e disposta secondo corsi irregolari, con una posa degli elementi non perfettamente orizzontale (figura 8).

666 C. Mazzanti Figura 8 Prospetto est. Particolare del paramento murario (foto dell autore 2013) Figura 9 Prospetto est (disegno dell autore 2013) Il rivestimento in pietra concia del fronte absidale permette una migliore caratterizzazione formale della superficie muraria, con un trattamento superficiale di notevole fattura; inoltre, l aggiunta di questo spessore di elementi lapidei squadrati contribuisce ad accrescere la solidità della parete nel suo complesso, funzionando come una piastra con varie ammorsature nella muratura retrostante. Nel basamento del muro, il materiale è ancora pietra calcarea, però solo sbozzata; i conci sono disposti senza un ordine preciso, secondo filari irregolari. Tale disposizione del materiale, se confrontata con la regolarità del paramento murario superiore, indica che, quando il prospetto fu rivestito, il livello della strada adiacente si trovava ad una quota più alta rispetto allo stato attuale. Il resto della facciata, soprattutto l angolo destro, è realizzato sempre in pietra calcarea, ma con una lavorazione più accurata e una disposizione secondo piani di posa orizzontali. Nella parte superiore del fronte, l altezza dei filari tende a diminuire, con differenze minime anche nel tipo di materiale e di lavorazione: questo potrebbe indicare un innalzamento di tale facciata, realizzato in epoca remota, ma può anche testimoniare una fase di stasi nel cantiere, con un completamento in un periodo successivo, attraverso l utilizzo di pezzi lapidei con caratteristiche differenti (figura 9); inoltre, l aumento dell altezza dal suolo accresceva anche le difficoltà di posa in opera degli elementi, per cui era preferibile l utilizzo di blocchi di minori dimensioni, più bassi e quindi meno pesanti. Alcune porzioni di questa parete conservano presenza di intonaco, utilizzato come base per la realizzazione di affreschi: questo tipo di decorazione adoperato in esterno si deteriora molto rapidamente, soprattutto in un contesto geografico come quello di Caramanico, a causa delle caratteristiche climatiche tipiche della zona di montagna. Allo scopo di proteggere l affresco fu realizzata una piccola edicola sul lato destro della facciata, tuttavia anche qui la superficie dipinta risulta quasi totalmente perduta; è, però, ancora leggibile un frammento d affresco che lascia scorgere una rappresentazione con teste di angeli ed una corona: si tratta probabilmente dell Incoronazione della Vergine; questo tabernacolo è un elemento sovrapposto al rivestimento lapideo preesistente. Sul lato destro del fronte si apre una porta rettangolare, tramite la quale si accede ad un locale sopraelevato rispetto alla strada. Da qui, salendo una rampa di scale si arriva ad un ulteriore ambiente, ricavato fra la volta della navata laterale sinistra ed il tetto: quest ultimo è un aggiunta apportata nel XIX secolo, in occasione della soprelevazione della facciata settentrionale della chiesa; poiché privo di intonaco o rivestimento superficiale, qui è possibile l analisi di-

La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico 667 retta dei diversi tipi di muratura, con importanti informazioni sulle varie fasi di edificazione (figura 10). Figura 11 Sacrestia a sinistra del coro, esterno (foto dell autore 2013) Figura 10 Ambiente sopra la volta laterale sinistra (foto dell autore 2013) Il dislivello fra il corso Bernardi e la piazzetta sottostante, dalla quale si accede alla chiesa, è risolto tramite una gradonata, leggermente distaccata dall edificio di culto. Il lato settentrionale, dove è presente il già citato portale tardo gotico, fu profondamente trasformato nel XIX secolo; a differenza di quanto stabilito dal progetto, che prevedeva il rifacimento totale della facciata, si decise invece di conservare anche una porzione dell antico fronte, corrispondente all esterno della sacrestia posta a sinistra del coro (figura 11); tale parte del fabbricato è significativa per la comprensione del processo costruttivo del tempio. Questa sala, con pianta rettangolare di piccole dimensioni, è coperta con una volta a crociera, di carattere gotico; sulla superficie esterna, così come su quella interna corrispondente, si osserva il profilo di un grande arco, ribassato e di buona fattura, murato in epoca remota (figura 12): ciò denota che anticamente questa porzione del fabbricato poteva essere uno spazio porticato, che si affacciava sulla piazza prospiciente con una sequenza di aperture che presumibilmente proseguivano su tutto il fianco della chiesa. Il loggiato fu poi trasformato nella navata laterale sinistra e la parete originaria del fianco settentrionale tramutata nell arcata di separazione fra la navata centrale e quella laterale 2. Figura 12 Sacrestia a sinistra del coro, esterno, particolare (foto dell autore 2013)

668 C. Mazzanti Oltre ai diversi eventi sismici e ai dissesti del terreno, anche tutte le trasformazioni della costruzione hanno contribuito ad originare i vari fenomeni di cedimento strutturale che, nel corso dei secoli, hanno caratterizzato la chiesa di Santa Maria Maggiore. L edificio verso il 1850 si presentava quasi in rovina; fu necessario eseguire importanti lavori di restauro e consolidamento; in particolare, come già ricordato, si intervenne sulla facciata del lato settentrionale, ricostruita in stile classicheggiante, stravolgendo il carattere originario di quest architettura 3. Le vicende legate alla ricostruzione del prospetto settentrionale della chiesa si prolungarono per parecchi anni: in seguito ad un evento franoso che aveva interessato il versante nord-occidentale del sito dell edificio, su incarico dell abate Fedele Totoro nel 1851 venne affidata una prima perizia degli interventi necessari a Tolomeo Colucci, perito agrimensore. Egli interpretò i dissesti della chiesa come conseguenza di antichi errori nella costruzione, ad esempio, le diverse aggiunte e integrazioni fatte nel corso dei secoli senza adeguato collegamento delle nuove strutture con la parte esistente; oppure, lo spessore troppo esiguo delle murature, che non reggevano più la spinta della volta, data la vastità dell edificio; fra gli altri interventi indicati, si ricorda il consolidamento delle fondazioni di questo fronte. Venne prevista anche la demolizione di una sagrestia addossata al lato nord, per rettificare il prospetto sulla piazza (Colucci 1851). Due anni dopo, nel 1853, costatando le gravi condizioni statiche della fabbrica, come anticipato precedentemente, si diede incarico all ingegner Mazzella di redigere un nuovo progetto, che sostanzialmente riprendeva ed integrava il precedente del Colucci: era giustificato dall urgenza della ristrutturazione della Chiesa; i lavori, tuttavia, non furono subito avviati. Nella relazione sullo stato dell edificio, redatta alcuni anni dopo, veniva segnalato che le lesioni, già rilevate sulla sommità della volta, si erano ulteriormente ampliate in tutte le direzioni a causa dell incuria, arrivando ad interessare anche le lunette. Per tale motivo risultava essere considerevolmente aumentata la spinta della copertura sulle strutture di sostegno, in particolare si constatava l instabilità dei pilastri della navata principale. Conseguentemente, il secondo progetto del Mazzella, oltre alla demolizione e ricostruzione dei Figura 13 Prospetto nord. (a) Progetto dell ing. G. Mazzella (Archivio Parrocchiale Caramanico); (b) realizzazione (disegno dell autore 2013) tetti e delle volte, con l innalzamento della navata principale, prevedeva l ampliamento e il rinforzo dei muri esposti a nord, con la totale ricomposizione della facciata secondo forme classiciste (figura 13). Anche lo spazio interno doveva essere riformato, adottando decorazioni sobrie e semplici, con la realizzazione di cornici in stucco. I lavori iniziarono nel 1862, con il consolidamento della frana sul versante occidentale, per cui si procedette ad ampliare ed irrobustire le fondazioni. Due anni dopo il Mazzella, con una relazione relativa allo svolgimento dei lavori, rendicontava le spese e le opere eseguite. Da un altra sua perizia redatta del 1870, si ha notizia che a quella data erano stati eseguiti gran parte delle operazioni di rinforzo indicate e che mancava ancora il completamento delle maggiori opere murarie, nonché il rifacimento del tetto. La parete esterna della navata laterale sinistra fu innalzata di 10 palmi, per motivi prevalentemente estetici: si voleva rendere più armonico il disegno d insieme coerentemente con i gusti architettonici del XIX secolo, poiché fino ad allora il portale aveva il vertice corrispondente alla sommità della facciata, secondo criteri formali tipici del medioevo. Il

La chiesa di Santa Maria Maggiore a Caramanico 669 portale, che diventava l elemento più importante del nuovo progetto, fu smontato e ricollocato in opera in una posizione ritenuta più idonea, in modo da ottenere l ingresso alla chiesa, dalla navata sinistra, in asse con la cappella dell Assunta, nella navata laterale opposta. Il nuovo fronte dell edificio fu rivestito con lastre di pietra squadrata: risulta suddiviso in cinque parti da paraste di ordine corinzio, ribattute sul muro retrostante, con alto basamento e ampio cornicione di coronamento lungo tutta la facciata (figura 14); questi elementi contribuiscono anche a rinforzare la parete. Figura 15 Sovrapposizione prospetto ovest e sezione trasversale schematica (disegno dell autore 2013) Figura 14 Prospetto nord. Particolare (foto dell autore 2012) All interno dei pannelli murari compresi fra le paraste, si aprono grandi finestre rettangolari d ispirazione classica, con cornice e mensole; non c è corrispondenza fra le bucature nel fronte esterno e quelle originarie che si aprono verso l interno del tempio, nella navata sinistra. La copertura venne ricostruita, modificando la conformazione originaria: è una volta a botte a tutto sesto nella zona del presbiterio, con lunette nel resto dell aula così da permettere l apertura dei grandi finestroni laterali 4 ; oltre ai cambiamenti formali, furono attuati anche importanti provvedimenti per la stabilità del grande sistema voltato, come la costruzione di contrafforti esterni al di sopra delle navi minori (figura 15). Nel dicembre del 1879 gli interventi strutturali in Santa Maria Maggiore a Caramanico erano terminati; le rifiniture dell interno della chiesa, con la realizzazione dell intonaco e degli stucchi, furono completate nel 1882. Intanto, a partire dal 1880, ebbe inizio anche il restauro del campanile. All inizio del XX secolo vennero apportate nuove modifiche all edificio, soprattutto nel 1905 con la ricostruzione della scalinata di dodici gradini per salire dall aula al presbiterio. Non si dispone di informazioni circa eventuali danni subiti dal tempio in occasione del terremoto del 1915. In anni più recenti, sono stati realizzati altri interventi di consolidamento e restauro. Ultimamente, sempre sul lato nord, nel fronte realizzato alla fine del XIX secolo, si sono manifestate nuove disconnessioni murarie, nella parte sinistra prossima alla parete della sacrestia, dove il prospetto non venne completato secondo i progetti originali. La chiesa di Santa Maria Maggiore di Caramanico appare significativa per l antichità della sua fondazione, il valore simbolico e le qualità artistiche che la caratterizzano, ma anche in quanto oggetto di molteplici modifiche, aggiunte, integrazioni o ricostruzio-

670 C. Mazzanti ni; pertanto, è il risultato di un lungo e complesso processo di fabbricazione, il cui studio diventa la chiave di lettura fondamentale per la conoscenza di questa architettura. NOTE 1. La denominazione attuale del paese è Caramanico Terme (613 m s.l.m.), Provincia di Pescara, nella Regione Abruzzo; dista 50 km da Pescara, 36 km da Chieti e circa 200 km da Roma. 2. Informazioni su questa parte dell edificio sono contenute nelle diverse relazioni allegate ai progetti del XIX secolo, conservate nell Archivio Parrocchiale di Caramanico. 3. Il Piccirilli (1915, 9) afferma che, quando per la prima volta ha avuto l occasione di studiare la chiesa di Santa Maria, la facciata non era ancora stata guastata dai rinnovatori. 4. I lavori per il rifacimento della volta vennero affidati a Giuseppantonio Perna, costruttore di Torre de Passeri. LISTA DI REFERENZE Colucci, Tolomeo. 1851. Progetto d arte dei lavori urgenti da eseguirsi nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, manoscritto, c. III, f. 242. Archivio Parrocchiale di Caramanico. De Angelis, Antonio. 1994. Caramanico nel secolo XVII. Roma: Aurelia Settantadue. De Angelis, Antonio. 1994. Storia di Caramanico. Pescara: Sigraf. Gavini, Ignazio. 1927. Storia dell Architettura in Abruzzo, v. II. Milano: Bestelli e Tumminelli. Liberatoscioli, Giuseppe. 2000. L Arcidiocesi di Chieti- Vasto. Quadro storico, amministrativo, pastorale. Villa Magna: Tinari. Mazzella, Giovanni. 1853. Progetto dei lavori necessari all esecuzione degli urgenti restauri occorrenti nella Chiesa Parrocchiale di Caramanico, dedicata all Assunzione della SS. Maria Vergine, manoscritto, c. III, f. 182. Archivio Parrocchiale di Caramanico. Piccirilli, Pietro. 1915. Monumenti abruzzesi e l arte teutonica in Abruzzo. Roma: Unione Cooperativa Editrice.