Capitolo 1: il viaggio e i partecipanti



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Capitolo 1: il viaggio e i partecipanti La missione umanitaria in Kosovo si è svolta dal 8 al 15 dicembre. I viaggi si sono svolti in aereo e sono andati bene. Per mancanza di voli diretti siamo atterrati e decollati da Skopje, questo ci ha obbligati ad un lungo tragitto in taxi, ci sono volute circa tre ore per coprire i 125 km che separano la capitale macedone da Mitrovica. Hanno preso parte alla missione quattro volontari. Umberto si è occupato di logistica, organizzazione generale e magazzino. Marinella invece ha sviluppato tutti i Progetti effettuando le visite famiglie e gli incontri con i responsabili delle Ngo locali, inoltre ha organizzato e gestito il tredicesimo screening sanitario bambini. Il dottor Giuseppe Annoni, specialista in cardio pediatria, con la sua rinnovata partecipazione ha consentito la realizzazione dello screening sanitario bambini. La dott.ssa Caterina Bonino è stata valido supporto al lavoro del dottor Annoni. Entrambi i medici, oltre alle specifiche competenze, hanno evidenziato profonda umanità. Capitolo 2 : il trasloco nella nuova sede

Abbiamo dunque cambiato sede, il trasloco lo abbiamo completato nel corso di questa missione. Quasi tutti gli arredi e accessori che avevamo spostato dalla precedente sede in magazzino sono stati ricollocati in quella nuova. Che la struttura non sia fantastica è evidente, comunque abbiamo lavorato e molto dovremo lavorare perché diventi funzionale e se possibile confortevole. Al nostro disagio, si contrappone la soddisfazione di aver dato la possibilità a una famiglia numerosa di vivere in una casa migliore e confortevole. Siamo giunti nella sede di Mitrovica che era ormai sera, ma questo non ci ha impedito di metterci subito al lavoro, d altronde non vi erano alternative, i mobili erano già tutti in casa ma dovevano essere assemblati e posizionati. Prima di partire dall Italia avevamo fatto portare in casa i mobili da persone di fiducia, ma tutto il resto del lavoro era ancora da fare, in particolare il disagio maggiore è derivato dallo sporco, dalla mancanza d acqua e dal freddo. Ci siamo trattenuti in Kosovo una settimana, ogni giorno i nostri veri impegni sono stati gravosi, aiuti da distribuire, screening sanitario, riunioni e incontri, ma non ci siamo mai persi d animo e dedicando tutto il poco tempo libero siamo riusciti a recuperare in sede un minimo di vivibilità. Ogni giorno abbiamo fatto passi in avanti, e cosi abbiamo avuto l acqua, l igiene e qualche piccolo confort, siamo ancora molto lontani da quanto serve, ma viaggio per viaggio ci arriveremo. Ci siamo chiesti se valesse la pena e se fosse giusto negarci le pause di riposo, ovviamente i risultati ci danno ragione, avere una sede per accogliere i volontari significa accogliere bene e decorosamente chi offre il proprio lavoro gratuitamente, inoltre comporta un risparmio economico importante. Resta tanto da fare, ma siamo ripartiti comunque molto soddisfatti, abbiamo fatto persino di più di quanto ci eravamo prefissati. Capitolo 3: la sede e la vita sociale Durante la missione ha fatto molto freddo per cui abbiamo lavorato in casa evitando il più possibile il magazzino.

In precedenza abbiamo parlato del trasloco, i risultati del nostro lavoro sono evidenti, la casa è quasi accogliente. Jelena e la mamma ci hanno accolto a casa loro donandoci un quadro dipinto da Jelena e raffigurante il nostro logo. Grazie a Marinella, nonostante il caos dovuto al trasloco, abbiamo sempre cenato e molto bene in sede. Le serate sono trascorse serenamente tra chiacchiere e discorsi talvolta divertenti, talvolta molto seri. Nonostante il freddo abbiamo comunque lavorato in ambulatorio e magazzino ma prima di ripartire tutto è in ordine.

L ambulatorio e il magazzino sono stati sistemati, restano ancora alcuni aiuti che da li a poco consegneremo. Solite operazioni prima della partenza, sprangate porte e finestre, provvediamo a posteggiare il pulmino in un luogo sicuro, ora possiamo ritenere operativamente conclusa la missione. Capitolo 4: lo screening sanitario bambini Nei giorni 12 e 13 dicembre si è svolto il nostro tredicesimo screening sanitario bambini in Kosovo. Lo screening è partito male, il mattino del primo giorno il nostro ecografo si è rotto creandoci una situazione di enorme difficoltà. Nonostante l ambulatorio fosse pieno, abbiamo mantenuto la calma e utilizzando la rete di condivisioni di cui godiamo in Kosovo ci è stato reso disponibile l ambulatorio cardio pediatrico dell ospedale di Pristina.

E cosi ci siamo trasferiti tutti a Pristina, medici, volontari, pazienti, una carovana che in breve è giunta all ospedale. Nonostante il grave inconveniente il rimedio è stato efficace, abbiamo dovuto rinunciare solo a qualche controllo. I bimbi visitati nel corso dei due giorni sono stati quarantacinque, cinque i pazienti che dovranno essere operati. Lo screening organizzato dalla nostra Marinella, si è realizzato grazie alla presenza del cardio pediatra dott. Annoni. Al fianco del dott. Annoni la dott.ssa Bonino e la neonatologa dell ospedale di Pristina dott.ssa Lindita Kryeziu.

I tre medici hanno svolto un lavoro davvero importante, purtroppo non sempre le diagnosi sono state favorevoli. Importante come sempre la presenza di Luljeta, oltre a conoscere le situazioni è indispensabile interprete. Alla fine di ogni giornata di lavoro il dott. Annoni ha compilato il registro dei protocolli delle visite ospedaliere. Lo screening ha evidenziato la necessità per 5 bimbi d intervento chirurgico, già a gennaio ne porteremo in Italia 2.

Oltre alle visite di nuovi pazienti, tanti i controlli fatti a bimbi già operati in Italia sia da noi che da altre associazioni Non tutte le visite hanno dato soluzioni o vie d uscita, purtroppo abbiamo dovuto informare due famiglie che i loro bimbi non erano curabili. Uno strazio per tutti, un dolore che davvero ti entra dentro e non ti lascia più. Ma per fortuna in generale le cose sono andate bene. In sala d attesa i volontari hanno accolto goiosi i tanti bimbi. Il fine d anno è stata l occasione per donare il calendario Asvi 2016 in cui numerosi bambini vi si sono ritrovati.

Il lungo lavoro dei medici ha meritato una breve pausa pranzo in ambulatorio, fuori intanto i bimbi socializzavano. Ancora una volta abbiamo offerto un grande e indispensabile aiuto, se pur con qualche intoppo e alcuni dispiaceri, il tredicesimo screening sanitario bambini ha erogato un servizio impagabile e non riscontrabile in Kosovo. Capitolo 5: il Progetto sostegno famiglie Grande impegno abbiamo dedicato al Progetto sostegno famiglie, nel corso della missione abbiamo incontrato tutti i responsabili delle organizzazioni locali con cui collaboriamo, ma sono state numerose anche le visite in famiglia.

Come sempre il primo giorno abbiamo verificato insieme ai coordinatori delle associazioni kosovare l andamento del progetto, attraverso l utilizzo di una scheda molto bene aggiornata, ci è possibile gestire tutte le attività. E per noi fondamentale fornire supporto concreto, ma pretendiamo che ogni nostro impegno sia condiviso e trasformato prontamente in aiuto concreto. Le riunioni si svolgono in un clima sereno e condiviso ma sono impegnative e faticose, basti solo pensare che comunque ogni parola deve essere tradotta dall italiano all albanese o serbo e viceversa, inoltre con alcune persone possiamo essere meno formali, ma per esempio con l assessore comunale no. Il Progetto nel 2015 ha portato grandi benefici alla popolazione per cui è stato rinnovato anche per il 2016, risultati che si possono ben comprendere leggendo l intera relazione e non solo quanto riportato in questo capitolo. Capitolo 6: gli aiuti La consegna degli aiuti è attività gratificante ma comunque faticosa, se vi partecipano più volontari è meno gravosa.

I medici arrivati dall Italia per svolgere lo screening sanitario bambini, ci hanno aiutato anche in magazzino. La prassi è la solita, si carica all inverosimile il pulmino e si parte per consegnare nelle famiglie o nelle associazioni. Di solito noi consegniamo alle associazioni che a loro volta con mezzi di fortuna donano prontamente alle famiglie. A secondo di posti e situazioni riceviamo più o meno aiuto, al magazzino comunale lo scarico è una passeggiata. A nord, nella parte serba, è invece sempre molto faticoso, comunque siamo organizzati e in breve lo scarico è finito.

Iniciativa Fisniku è una delle nove organizzazioni che sosteniamo, suddividono i nostri aiuti per accontentare un numero maggiore di famiglie, poi li distribuiscono alla popolazione. Agiscono prevalentemente nella zona di Drenas Quando gli aiuti arrivano a destinazione il nostro obiettivo è raggiunto e possiamo impegnarci per gli aiuti futuri. Capitolo 7: donazione legna Nel rigido inverno kosovaro sono necessari circa 6 metri cubi di legna per famiglia, ma sappiamo bene che una larga fetta della popolazione ne utilizza molto meno, talvolta ne è pure sprovvista completamente. Il costo di un metro cubo varia a seconda della stagione tra i 25 e 30 euro, poi serve aggiungere qualche moneta per taglio e trasporto. Il freddo è una brutta bestia e conviverci non è davvero bello, inoltre mette gravemente a rischio la salute, in particolare quella di vecchi e bambini, per questo appena ci è possibile destiniamo risorse economiche per l acquisto

della legna, quest anno siamo riusciti a comprarne per circa 2.000 euro, pari a oltre 65 metri cubi. La nostra donazione ha permesso la distribuzione di 2 metri cubi di legna a 33 famiglie. La legna è stata acquistata in loco da persone fidate e prontamente distribuita, siamo particolarmente felici di quanto fatto. Non avremo risolto interamente il problema, ma in questi giorni di grande freddo, è bello sapere di aver donato giornate meno difficili a chi convive con miseria e povertà. Capitolo 8: il nostro Kosovo Come sempre concludiamo la relazione con qualche foto del Kosovo che noi incontriamo. Nulla di eclatante, la sola semplicità dei luoghi dove con impegno e dedizione portiamo il nostro piccolo ma talvolta indispensabile aiuto. In prossimità dell ingresso dell ospedale di Pristina troviamo la ruota panoramica e il più grande svincolo stradale.

Per molte persone l immondizia è fonte di sostentamento, per tutte è fonte di fumi maleodoranti e nocivi. Lungo le strade principali del Kosovo si affacciano sempre più numerose aziende e attività di ogni genere. E in atto una fuga dalle campagne verso le città, alle casette unifamigliari si contrappongono casermoni tutti uguali. Rimane comunque importante la vita rurale, la piccola pianura kosovara è ancora molto vissuta dalle famiglie. Vivere in campagna non è molto agevole, strade sconnesse e nessun servizio, per ogni cosa si deve andare in città.

Concludiamo la relazione con il municipio di Mitrovica mentre davanti alla moderna struttura transita un classico mezzo di trasporto. La prossima missione si svolgerà a metà febbraio 2016.