Coop agricole contro la fame
INDICE RASSEGNA STAMPA Coop agricole contro la fame 21/11/2012 Università di Trento Adige p. 12 Fame nel mondo 1 22/11/2012 Università di Trento Corriere Del Trentino p. 5 Fame, la risposta delle coop Valentina Remonato Trentino p. 17 Le coop agricole contro la fame 3 Adige p. 9 Coop agricole, contro la fame Cristina Orsatti 4 2 Indice Rassegna Stampa Pagina I
TRENTO 14 Fame nel mondo Facoltà di Economia - via Inama 5. Convegno su «La lotta alla fame nel mondo riparte dalle cooperative agricole» con rappresentanti dei Ministero Esteri, Fao, lfad,wfp e Università di Bologna. Università di Trento Pagina 1
Il c i Giornata mondiale dell'al imentazione Fame, la risposta delle coop TRENTO - «Stando alle previsioni, tra il 2030 e il 2050 il mondo tornerà a soffrire significativamente la fame perché saremo un miliardo e rotti in più e non vi è certezza che la produzione agricola aumenterà». Il sistema cooperativo come risposta al problema è stata indicata da Carlo Borzaga (Università di Trento), durante il primo incontro per il ciclo di conferenze organizzate dalla rete Università Italiane e dal Ministero degli affari esteri, in occasione delle celebrazioni ufficiali per la Giornata mondiale dell'alimentazione. Borzaga ha illustrato come «il singolo agricoltore si trovi, quasi sempre, a non avere il potere sufficiente per riuscire a negoziare il prezzo dei suoi prodotti, con la conseguenza che l'attività agricola risulta impossibile da finanziare. Per queste ragioni sono state pensate strategie economiche più efficienti come la cooperazione tra agricoltori». Le forme di aggregazione dei coltivatori, è stato spiegato dal professore nel corso del suo intervento, permette una maggiore capacità negoziale: il piccolo produttore, parte del gruppo, riesce ad avere un maggior controllo del rapporto tra produzione agricola e sviluppo. Così operando riesce a ottenere una capacità negoziale che gli consente di sopravvivere e di confrontarsi anche con la realtà istituzionale. «Nel territorio trentino, le cooperative occupano il 96% della produzione agricola», ha spiegato Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona sca. Valentina Remonato R I PRODl1L ONE RI SERVAT.A Università di Trento Pagina 2
IL CONVEGNO ALL'UNIVERSITÀ Le coop agricole contro la fame I relatori del convegno sulle coop agricole e la fame nel mondo (Panato) I TRENTO 11 ruolo delle cooperative agricole nella lotta alla fame e alla malnutrizione nei Paesi del sud del mondo è stato il tema al centro di «Le cooperative agricole nutrono il mondo», convegno organizzato dall'università di Trento in collaborazione con Euricse (Istituto europeo di ricerca sull'impresa cooperativa e sociale) in occasione della Giornata Mondiale dell'alimentazione 2012. Nell'anno internazionale della cooperazione, infatti, la Fao ha deciso di mettere a tema il ruolo della cooperazione agricola nel favorire la produzione alimentare e i processi di sviluppo locale tra le popolazioni più impoverite. Su come le cooperative riescono a diventare volano di sussistenza e di sviluppo in realtà particolarmente afflitte dalla miseria e povere di mezzi si è soffermato Carlo Borzaga, docente di Scienze economiche e statistiche dell'ateneo di Trento e presidente Euricse. «L'impresa cooperativa - ha detto - è il modo migliore per garantire una scala adeguata e nel contempo preservare la piccola proprietà terriera, soprattutto in contesti in cui la produzione agricola avviene prevalentemente su base famigliare. E una storia che abbiamo vissuto in Trentino e che si ripete oggi in molti Paesi in via di sviluppo». >+denuovegenemzwm - Università di Trento Pagina 3
Alternativa alle multinazionali Coop agricole, contro la CRISTINA ORSATTI TRENTO - Le cooperative agricole come strumento per lottare contro la fame nel mondo. Se n'è parlato ieri, giornata mondiale dell'alimentazione 2012, al dipartimento di economia dell'uni Trento, per iniziativa della Cooperazione italiana del ministero degli esteri e della rete delle università italiane con il contributo di Euricse. Hanno partecipato accademici, dirigenti di cooperative, rappresentanti del ministero, della Fao, dell'ifad e del Wfp. «Le cooperative sono state sottostimate dalla teoria economica e anche dalle organizzazioni internazionali - spiega il presidente Euricse Carlo Borzaga - ma oggi la Fao vede nelle coop una possibile strategia per superare problemi di povertà e alimentazione. Certamente il fatto che il nuovo direttore brasiliano della Fao, José Graziano da Silva, conosca questo settore, aiuta». Oxfam si fa portavoce - anche sollecitando la Banca Mondiale - di popolazioni locali in via di sviluppo che si vedono sottrarre la terra, la possibilità di fare agricoltura a causa dei cosiddetti land grabs («arraffffamenti» di terra) da parte di imprese straniere che attraverso accordi finanziari comprano i terreni, cambiano il tipo di coltura e vendono le risorse alimentari all'estero per fare profitto impoverendo i territori, gli abitanti locali e creando ancora più fame e disoccupazione. In che modo le cooperative sono diverse dalle multinazionali? «La cooperazione - risponde Borzaga - associa i produttori e fa Il presidente di Euricse Borzaga: la risposta associativa e le riserve indivisibili sono la vera garanzia del territorio fronte alla competizione con l'associazionismo su grande scala. Le multinazionali comprano i terreni, le cooperative superano il problema della frammentazione fondiaria e della competitività capitalistica attraverso l'associazionismo. E le coop possono lavorare insieme su pezzi della filiera, la distribuzione piuttosto che la produzione. Non devono fare necessariamente tutto loro». Quanta coop agricola si fa in Europa? «In Europa la maggior parte della produzione agricola è cooperativa: si parla del 60%. In Trentino siamo tra il 94 e il 96%». Perché avete chiamato Luca Rigotti a parlare della case history Mezzacorona: che cosa può insegnare? «Povertà e alimentazione sono dentro la nostra storia trentina. Mezzacorona è partita nel lontano 1904 in un contesto socioeconomico difficile. Si è sviluppata fino a diventare una delle 5 maggiori aziende italiane nella produzione di vino. Ha ancora una base sociale molto ampia, di duemila soci. Le coop in Trentino hanno aiutato a mantenere il terreno agricolo in una regione non votata all'agricoltura. L'impresa di capitali non è più flessibile di quella cooperativa. Coesistono piccole e grandi coop, capaci di trasformarsi, evolversi con il mercato, cori le tecnologie e nuove forme di governante. La norma delle riserve indivisibili è un semplice meccanismo che garantisce la continuità delle cooperative: non si può delocalizzarle». Cecilia Navarra, Luca Rigotti, Carlo Borzaga Università di Trento Pagina 4