REGIONE BASILICATA PROVINCIA DI POTENZA COMUNE DI TITO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA V.I.A. AI SENSI DEL d.lgs. 152/2006 (e s.m.i.) E DELLA l.r. 47/1998 (e s.m.i.) Progetto per le attivita' di messa in riserva e recupero dei rifiuti non pericolosi con impianto mobile da utilizzare in modalita' fissa in area industriale del (PZ) F4 ingegneria srl via Nazario Sauro 112, 85100 Potenza Tel: +39 0971 1 944 797 - Fax: +39 0971 5 54 52 www.f4ingegneria.it - f4ingegneria@pec.it NEW ECOLOGY SYSTEM srl Sede legale: loc. Matina snc. - Area industriale di Tito (PZ) Sede operativa: loc. Matina snc. - Area industriale di Tito (PZ) Tel. +39 0971 1830952 email: newecologysystem@gmail.com Il Tecnico (ing. Pierfrancesco ZIRPOLI) Società certificata secondo le norme UNI-EN ISO 9001:2008 ed UNI-EN ISO 14001:2004 per l'erogazione di servizi di ingegneria (settore IAF: 34).
Sommario ambientale 2 1 Introduzione 3 2 Modalità operative 5 2.1 Fluidi di servizio 6 2.2 Componenti di impianto 6 2.3 Strutture metalliche 6 2.4 Materiale elettrico 7 2.5 Manufatti in muratura e strutture in calcestruzzo 7 1 / 7
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1 Introduzione La Società New Ecology System S.r.l. dispone di un impianto di recupero rifiuti ubicato nel nella relativa Zona Industriale. L impianto in oggetto è già autorizzato AUA dalla Provincia di Potenza Ufficio Ambiente (Determinazione Dirigenziale n. 49024 del 7.12.2016 rilasciata ai sensi del d.p.r. 59/2013) alle operazioni di recupero (in regime di procedura semplificata ai sensi dell art. 216 del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. nel rispetto dei requisiti di cui al d.m. 5.02.1998 e s.m.i.) R3, R4, R5, R10, R13. In particolare, il suddetto provvedimento di A.U.A. prevede quanto di seguito riportato: la Ditta può esercire le attività di sola messa in riserva (R13) dei rifiuti appartenenti alle tipologie 7.1, 7.6, 7.11 e 7.31bis di cui all allegato 1 Suballegato 1 al d.m. 5.02.1998 (e s.m.i.) fino alla pronuncia di compatibilità ambientale da parte della Regione Basilicata che deve essere comunicata a questo Ufficio almeno giorni prima dell avvio all esercizio delle attività di recupero (R5 e R10); la Ditta può comunque avviare le campagne mobili per il recupero dei rifiuti di cui al punto precedente secondo la procedura definita dalla D.G.P. n. 228 del 30.06.2013 e secondo le prescrizioni indicate nella D.D. della Regione Basilicata n. 19AB.2016/D.00114 del 23.02.2016. Il suddetto impianto ricade in zona D1 del suddetto agglomerato industriale di Tito in un lotto di circa 11.700 m 2 (interamente recintato) composto da: un capannone di circa 2.000 m 2 con all interna una pressa per la riduzione volumetrica dei rifiuti; un area esterna preposta allo stoccaggio in cumuli (coperti da teli in pvc) dei rifiuti inerti; una tettoia preposta alla copertura di un impianto di preselezione delle frazioni secche. Si specifica che è in corso d opera, sulla base del permesso a costruire ottenuto in data 09.06.2016 (p.d.c. 21/2016), la chiusura della suddetta tettoia in un nuovo capannone (le cui caratteristiche planimetriche sono rappresentate nell elaborato grafico Piante, prospetti e sezioni. Si specifica infine che è stata inoltrata in data 15.09.2016 al suddetto SUED del Comune di Tito anche una richiesta di permesso di costruire per la realizzazione di ulteriori due tettoie necessarie alla copertura di alcune frazioni di rifiuti. La realizzazione è stata autorizzata con p.d.c. n. 4/2017. L ubicazione all interno del lotto e le caratteristiche dimensionali delle suddette tettoie sono riportate negli elaborati grafici depositati unitamente alla presente relazione. Al fine di inserire le attività di cui alla lettera R12 (come riportato nella nota 7 dell allegato C parte IV d.lgs. 152/2006) ed incrementare unicamente i flussi in attività R13, la Società New Ecology System S.r.l. ha presentato regolare istanza alla Provincia di Potenza Ufficio Ambiente in data 23.01.2017 per il passaggio al regime autorizzativo ordinario ai sensi dell art. 208 del d.lgs. 152/2006 (e s.m.i.). Nell ambito del suddetto passaggio si prevede (come meglio dettagliato di seguito): l inserimento dell attività R12 per alcune frazioni; l incremento dei flussi annui in attività R13; la rimodulazione delle aree esterne e quindi degli stoccaggi istantanei (R13); l inserimento di alcuni nuovi codici CER da gestire in attività R13; 3 / 7
la chiusura della tettoia preposta alla copertura del suddetto impianto di preselezione delle frazioni secche, per la quale è stato già ottenuto il permesso a costruire in data 09.06.2016; la realizzazione di due tettoie preposte alla copertura dei rifiuti in uscita dalle operazioni già autorizzate, per le quali è stato già ottenuto regolare permesso di costruire n. 4/2017. La suddetta idea progettuale, si configura come variante sostanziale alla citata Determinazione Dirigenziale n. 49024/2016 tale da comportare l implementazione della procedura di cui ai all art. 208, comma 19 del d.lgs. 152/2006 e s.m.i. comprensiva dell endoprocedimento di cui all art. 269 (autorizzazione alle emissioni in atmosfera) del medesimo Decreto Legislativo. Si rappresenta che gli scarichi idrici (acque meteoriche di prima pioggia dei piazzali, acque meteoriche bianche dei pluviali, acque derivanti da eventuali percolamenti ed acque civili) confluiscono in rete fognaria di gestione del Consorzio ASI previo specifico rapporto contrattuale con il suddetto Consorzio. Il presente elaborato ha come finalità quella di illustrare le operazioni che si intendono mettere in atto nel caso di cessazione delle attività e ripristino e sistemazione finale dell area. 4 / 7
2 Modalità operative Viste le finalità, la tipologia e la rilevanza plano volumetrica delle strutture che saranno presenti e funzionali all impianto in esame, un eventuale futuro intervento di ripristino ambientale dell area si colloca molto avanti nel tempo anche in relazione alla valenza strategica che la pianificazione di settore attribuisce alla tipologia di impianto proposta nella gestione dei rifiuti. Non è quindi realistico delineare oggi un dell area anche tenendo conto del fatto che l inserimento dell opera nel contesto territoriale è stato già approfonditamente valutata in fase progettuale e che pertanto parte degli elementi architettonici, se non tutti, potranno essere oggetto di valorizzazione, anziché di dismissione, una volta terminata la loro funzione tecnologicoproduttiva. Data la destinazione d uso dell area è presumibile che anche a fine vita dell impianto le opere edilizie (capannone, tettoie, piazzali, ecc.) possano subire solo una eventuale opera di ristrutturazione per destinare l intera area ad una nuova attività produttiva, nel pieno rispetto della destinazione d uso dell area. Il resto delle opere impiantistiche potranno essere oggetto di dismissione. Ad oggi si può affermare che la fase di dismissione dell impianto verrà preceduta da una fase di sviluppo dettagliato del progetto relativo e della sua programmazione che, in linea di massima, includerà le seguenti fasi: - raccolta di tutta la documentazione tecnica costruttiva dell impianto; - suddivisione dell impianto in aree omogenee; - identificazione dei manufatti da riutilizzare; - identificazione dei componenti alienabili; - predisposizione per ogni area omogenea di liste dettagliate dei materiali e componenti presenti suddivisi per tipologia e per necessità di trattamento; - determinazione riassuntiva dei quantitativi della varie tipologie dei materiali; - determinazione delle necessità delle aree di stoccaggio ed identificazione delle stesse; - determinazione delle necessità delle aree di trattamento, identificazione delle stesse e progettazione della loro attrezzatura; - identificazione delle destinazioni finali delle varie tipologie di materiali; - programmazione delle attività. Sulla base di tale programma le attività di dismissione si svolgeranno in accordo alla seguente sequenza: - preparazione delle aree di stoccaggio; - preparazione e attrezzatura delle aree di trattamento; - raccolta, trattamento e smaltimento di eventuali fluidi di servizio; - smontaggio ed immagazzinamento di tutti i componenti alienabili; - smontaggio dei componenti meccanici non alienabili e separazione di quelli da trattare; - smontaggio dei componenti elettrici e loro separazione per tipologia; - eventuale demolizione delle strutture metalliche e delle tubazioni e separazione di quelle da trattare; - decontaminazione di tutte le apparecchiature meccaniche che lo richiedano; 5 / 7
- taglio, stoccaggio e trasporto di tutti i rottami metallici; - eventuale demolizione delle opere in muratura; - eventuale demolizione delle opere in calcestruzzo; - sgombero delle aree. La dismissione dell impianto comporterà l attività di rimozione di componenti, smantellamento di strutture e demolizioni di manufatti ma saranno previste anche le attività necessarie a valutare un eventuale contaminazione ed il conseguente intervento di bonifica del suolo e del sottosuolo e acque sotterranee. L attività di smantellamento dell impianto riguarderà pertanto il trattamento, la manipolazione, e lo smaltimento delle seguenti tipologie di apparecchiature e materiali di risulta. 2.1 Fluidi di servizio Per quanto riguarda i fluidi di servizio si può presupporre che lo smaltimento di tali sostanze non porrà alcun problema particolare rispetto alle procedure normalmente seguite durante l esercizio dell impianto stesso. 2.2 Componenti di impianto Molti dei componenti di impianto risulteranno facilmente alienabili in considerazione del loro stato di funzionalità ed efficienza. Rientrano sicuramente in tali tipologie di componenti: i motori elettrici, i trasformatori, le batterie, le pompe, i ventilatori ecc. relativamente ai componenti non alienabili, essi sono per lo più costituiti da apparecchiature meccaniche e pertanto il loro trattamento e la loro finalità potrà essere assimilata a quella delle strutture metalliche. Le modalità costruttive degli impianti previsti sono tali da garantire, previa verifica della loro funzionalità ed efficienza, un loro completo smontaggio ed eventuale riutilizzo in altri impianti. 2.3 Strutture metalliche Rientrano in tale tipologia le strutture metalliche di supporto (pipe racks e supporti) le strutture di servizio (scale, passerelle, grigliati), le tubazioni ed i loro ausiliari di linea, le lamiere di rivestimento, le carpenterie metalliche costituenti le strutture degli edifici e, come detto, tutti i componenti di impianto non alienabili, quali: serbatoi, valvole ecc. Per tutti tali materiali la destinazione finale, verificata l impossibilità di riutilizzo in altri impianti simili, sarà quella di essere conferiti come rottami a stabilimenti siderurgici. A tal fine le attività di smantellamento saranno effettuate secondo la seguente sequenza: - separazione di materiali non ferrosi (quali materiali di coibentazione termica, gomma, filtri ecc.), che richiedono per il loro smaltimento il conferimento a ditte specializzate ed autorizzate; - separazione dei materiali, componenti ed apparecchiature che risulteranno inquinanti da incrostazioni di oli o lubrificanti; 6 / 7
- decontaminazione dei suddetti materiali in un area di trattamento che verrà specificatamente attrezzata allo scopo; - rottamazione di tutti i materiali risultanti dalle demolizioni e dai trattamenti fino a dimensioni adattate alla fusione siderurgica. 2.4 Materiale elettrico I materiali di tale tipologia che non consistano in componenti alienabili rientrano essenzialmente nelle seguenti categorie: - materiali conduttori quali cavi elettrici o condotti da conferire a ditte specializzate per il recupero di rame o alluminio; - materiale da avviare a discarica. 2.5 Manufatti in muratura e strutture in calcestruzzo Come detto in precedenza, data la destinazione d uso dell area, non si ritiene economicamente sostenibile perseguire una completa demolizione dei manufatti esistenti (piazzali, capannoni, tettoie) pertanto si prediligerà la conservazione dei manufatti per una successiva attività produttiva e quindi per tutte le parti edificate in muratura e calcestruzzo relative ad edifici, fabbricati, opere di contenimento, recinzioni ecc. si proporrà un progetto di valorizzazione o riutilizzo da concordare con gli Enti competenti; qualora ciò non fosse possibile si procederà alla demolizione. Il materiale di risulta, in funzione delle situazioni locali esistenti all atto della dismissione verrà prioritariamente utilizzato come inerte o, se non sarà possibile, verrà conferito a discarica. 7 / 7