Quando la pipì diventa un problema

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Transcript:

Quando la pipì diventa un problema

Danilo è un bambino di 11 anni; pur avendo un grave ritardo di sviluppo, è di carattere dolce e ama stare con gli altri. Non parla e comunica assai poco in generale, però capisce quanto viene detto e collabora a richieste anche di una certa complessità. Quello che più preoccupa la mamma di Danilo è che il bambino ha ancora bisogno del pannolone: non segnala infatti quando ha bisogno di andare in bagno e difficilmente evacua al gabinetto se viene accompagnato.

I motivi per cui un bambino non riesce a controllare gli sfinteri e quindi non controlla la fuoriuscita di urina e di feci possono essere molteplici. In parte questi motivi possono essere organici; frequentemente tale incapacità è solo un aspetto della generale difficoltà di apprendere tipica del bambino disabile

Obiettivo: andare al gabinetto quando se ne ha bisogno Possibile obiettivo 1: Danilo farà la pipì solo quando si trova sul WC, mentre non evacuerà in nessun altro ambiente Possibile obiettivo 2: Fernando segnalerà all adulto il suo bisogno di recarsi in bagno, l adulto lo accompagnerà e lo aiuterà per quanto necessario Possibile obiettivo 3: Umberto si recherà in bagno da solo tutte le volte che la vescica è piena e compirà da solo tutte le azioni necessarie all urinare

Il polso della situazione: come valutare la gravità del problema Osservazione diretta e registrazione degli incidenti

Fa sc e or ari e Scheda monitoraggio minzioni Giorni (siglare la data) 7.00 8.30 10.00 11.30 13.00 14.30 16.00 17.30 19.00 20.30 Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti Incidenti enuretici enuretici enuretici enuretici enuretici enuretici enuretici (segnare (segnare (segnare (segnare (segnare (segnare (segnare ora) ora) ora) ora) ora) ora) ora)

Scheda di rilevazione degli episodi di enuresi Giorno Ora Quantità di urina Antecedenti Conseguenze Legenda: Quantità: scrivere, a seconda dei casi, pochissima- poca-abbastanza-molta Antecedenti: descrivere dove, con chi, e nel corso di quale attività è accaduto l incidente Conseguenze: come si è concluso l episodio? Chi ha pulito il bambino?

Strutturazione dell ambiente e fasi del programma Fare bere più liquidi al bambino: il bambino deve sentire spesso la necessità di urinare. Più volte ciò accade più rapido sarà l apprendimento. Acqua minerale, tisane non eccitanti,e succhi di frutta sono di solito le bevande più appropriate Lavorare in un locale dove sia facile raggiungere il WC

Mettere il bambino sul WC più volte al giorno, ad intervalli piuttosto regolari (inizialmente anche ogni mezz ora). Se evacua, si procede a rinforzarlo, altrimenti, lo si riconduce fuori e lo si riporta nuovamente in bagno dopo un intervallo più breve. Una buona regola consiste nel calcolare tali intervalli riducendoli ogni volta di circa la metà (se dopo la prima mezz ora non evacua entro breve tempo, lo si riporterà dopo 15 minuti, se non evacua ancora dopo 7 minuti, poi sempre ogni 5)

L obiettivo è che il bambino impari ad evacuare solo esclusivamente nei luoghi appropriati: occorre perciò limitare il più possibile il numero degli incidenti. Quando il numero degli incidenti si è abbassato si porta il bambino sul WC ad intervalli vai via più lunghi (40 min, 1 ora e così di seguito). In pratica gli si insegna a riconoscere il WC come un SD e cioè come il solo posto dove si deve evacuare

Il bambino deve rimanere sul WC al massimo 5\10 minuti. Se entro questo termine evacua viene subito rinforzato e accompagnato fuori dal bagno. Altrimenti, viene tolto dal WC e riportato alle attività che stava svolgendo in precedenza. Se ha la tendenza a rimanere seduto sul WC più del necessario, al momento opportuno viene guidato ad alzarsi. Se ci si accorge che il bambino dà segni di nervosismo come se stesse per fare pipì, lo si porta al WC anche se non è ancora scaduto l intervallo previsto

Controllare spesso se le mutande sono asciutte o bagnate: i controlli vanno fatti assai di frequente: ogni 5\10 minuti all inizio, poi, via via, più di rado. Se è bagnato si ricorrerà alla procedura d emergenza. Aiutare il bambino nel corso di tutta l azione. Se è la prima volta che si sta insegnando al bambino l uso della toilette, è giusto che venga fornito l aiuto esterno necessario (dire al bambino, passo per passo, cosa deve fare, mostrare quello che deve fare, guidarlo a compiere le azioni che non sa fare).

Rinforzare il soggetto nel modo migliore possibile. Ci sono due momenti critici in cui è importante un corretto uso del rinforzamento: quando il bambino evacua correttamente sul WC; quando ad un controllo risulta asciutto e pulito Regole base per rinforzare in modo corretto: potenti \ no gratis \ cambiati spesso \ dati tempestivamente \ eliminati con gradualità

Procedura d emergenza (in caso di incidenti) Non mostrare rabbia o risentimento: niente sgridate, niente punizioni, niente prese in giro, né toni truci Non dare al bambino troppa attenzione: se si corresse a pulire e cambiare il bimbo appena si sporca, tale sollecitudine potrebbe rinforzare l abitudine a evacuare nelle mutande. Se si vuole contribuire a estinguere il problema, la cosa migliore consiste nell ignorare per qualche minuto il bambino, dopo ogni incidente

Guidare il bambino a riparare i danni: la conseguenza più naturale per l aver sporcato è quella di dover pulire. Se il bambino ha un incidente, è sufficiente guidarlo a cambiarsi, a pulire per terra e dove ha sporcato. Nella maggior parte dei casi basta guidare il bambino con fermezza senza aiutarlo più del necessario. Nel corso dell azione, l adulto mantiene un espressione seria, non rinforzante e si limita a comunicare al bambino con poche parole quello che bisogna fare. Anche la guida fisica, se necessaria, viene attuata in maniera piuttosto neutra: in questo momento non c è spazio per scambi troppo piacevoli.