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Intervento sen. Silvana Amati La strada verso il disarmo nucleare. Confronto tra Parlamento, Governo, Società Civile 28 ottobre 2015 - ore 15-18 Istituto Santa Maria in Aquiro, Piazza Capranica ROMA Seminario di approfondimento sulla tematica del disarmo nucleare a partire dalla Mozione n 1-00291 (Amati ed altri) sul percorso di Iniziativa Umanitaria nei confronti dell'impatto problematico delle armi nucleari. Ringrazio gli amici della Rete Disarmo e i Beati Costruttori di Pace per aver proposto di organizzare questo seminario di approfondimento, prendendo spunto dalla mozione sul disarmo nucleare presentata qui in Senato nel luglio 2014. Ogni anno, ad agosto, ricordiamo in queste sale le sofferenze e le devastazioni senza precedenti causate dall'utilizzo delle armi nucleari su Hiroshima e Nagasaki, perché è responsabilità di tutti - ed in particolare delle istituzioni - mantenere viva e tramandare la memoria degli orrori del passato. Ma abbiamo, soprattutto, la responsabilità di imparare dalle esperienze, impegnandoci a livello nazionale e internazionale a rafforzare norme che contribuiscano a costituire le fondamenta di un solido futuro di pace. Le armi nucleari sono armi indiscriminate, disumane, inaccettabili. Non solo non contribuiscono alla sicurezza, ma la loro stessa esistenza va contro ogni principio del diritto internazionale umanitario, costituendo una costante minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità internazionali. 1

La garanzia del loro non utilizzo non può essere lasciata alla prassi, seppure consolidata, tanto più considerato che, purtroppo, i conflitti continuano a moltiplicarsi sulla scena internazionale, determinando un'oggettiva grande precarietà. Le conseguenze umanitarie delle armi nucleari sono state immediatamente evidenti, fin da Hiroshima e Nagasaki. Sono state alla base di numerose risoluzioni dell'onu, dalla prima nel 1946, e sono alla base di importantissimi strumenti internazionali come il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), firmato il 1 luglio 1968 ed entrato in vigore il 5 marzo del 1970. Attualmente sono 191 gli Stati firmatari, tra cui anche l'iran,e 93 gli Stati che lo hanno ratificato. L'Italia ha autorizzato la ratifica con la Legge 24 aprile 1975, n. 131. Il TNP prevede che gli Stati in possesso di armamenti nucleari si impegnino a negoziare un nuovo trattato di disarmo, generale e completo, e a non cedere a terzi materiale fissile e tecnologia nucleare. Gli Stati non dotati di armi nucleari, a loro volta, si impegnano a non mettere a punto armi nucleari o a non procurarsene. Inoltre, il trasferimento di materiale e tecnologie nucleari utilizzabili per scopi pacifici deve avvenire sotto lo stretto controllo dell'agenzia internazionale per l'energia atomica. L universalizzazione e il rafforzamento dei regimi di non proliferazione e di disarmo rappresentano una priorità per l Italia. Anche per questo, lo scorso anno abbiamo presentato una mozione, in vista della Conferenza sull'impatto umanitario delle armi nucleari a Vienna (8-9 dicembre 2014). 2

La mozione, sottoscritta da numerosi colleghi e dal Presidente della Commissione Diritti Umani sen. Manconi, chiedeva al Governo di includere nelle proprie delegazioni anche rappresentanti del Parlamento, degli enti locali e della società civile, di sostenere in qualsiasi forma il percorso della "iniziativa umanitaria" promossa negli scorsi anni da diversi Paesi e che ha condotto alla "Dichiarazione congiunta sull'impatto umanitario delle armi nucleari", già firmata da 125 Stati, e di sostenere la proposta che impegnerebbe la Nato ad adottare una politica di "non utilizzo", al fine di ridurre il rischio dell'utilizzo delle armi nucleari. Purtroppo la mozione non è stata poi discussa. Dobbiamo tenere sempre presente che è spesso difficile lavorare sui temi della pace e dei diritti umani perché, alla condivisione formale degli obiettivi, faccia seguito anche una condivisione sostanziale. In ogni caso, la Conferenza a Vienna ha visto comunque una positiva presenza da parte del nostro Paese. Ricordo che hanno partecipato 158 Stati e che la Conferenza si è conclusa ribadendo l esigenza di un maggior impegno nell avvicinamento all obiettivo di un mondo libero da armi nucleari. Lo scorso aprile, poi, si è tenuta a New York la Conferenza di revisione quinquennale del TNP. La revisione precedente, nel 2010, era stata considerata un successo perché, nonostante le divergenze, gli Stati partecipanti erano riusciti a concordare un documento finale contenente un Piano d Azione. La credibilità e l'efficacia del TNP dipendono dalla equa implementazione dei tre i pilastri del trattato: il diritto all uso civile e pacifico dell energia nucleare (Articolo IV) assicurando i più alti livelli di sicurezza; l impegno ad intraprendere e concludere 3

negoziati per il disarmo nucleare, la cui implementazione deve essere sottoposta a rigorose verifiche, (articolo VI); l impegno, per gli Stati non dotati di armi nucleari, a rinunciarvi permanentemente (articolo II); La Conferenza di revisione ha però rilevato un notevole ritardo nella realizzazione del Piano d Azione del TNP, in particolare per quanto riguarda l impegno ad intraprendere negoziati per raggiungere il disarmo nucleare generale e completo. E' necessario, quindi, rafforzare e accelerare il percorso verso il disarmo nucleare, anche mediante la negoziazione e la conclusione di paralleli trattati multilaterali, soluzione comunque espressamente prevista dal TNP. E' fondamentale l'impegno di tutti, perché non si perda nessuna opportunità di rafforzare il processo di disarmo nucleare, attraverso la piena attuazione degli obblighi internazionali esistenti, avvalendosi anche dell intera gamma di accordi multilaterali e bilaterali. Ritengo, in questo senso, che siano fondamentali il lavoro e il costante impegno perché non si abbassi l'attenzione su questo tema. Solo così sarà possibile raggiungere obiettivi tanto fondamentali quanto ambiziosi. Penso ad esempi di coordinato lavoro di squadra, di sinergia fra politica e organizzazioni della società civile che ci hanno permesso di ottenere importanti risultati, come l'incontro organizzato con il Presidente Grasso e la premio Nobel per la pace Jody Williams sul tema dei robot killer, in collaborazione con la Campagna Antimine e la Rete Disarmo, gli importanti passi avanti fatti nella messa al bando delle mine antiuomo e delle bombe a grappolo, alla ratifica del Trattato sul Commercio delle Armi. 4

Penso anche al Ddl 57 sul definanziamento delle imprese produttrici di munizioni a grappolo, ora all'esame della Commissione Finanze qui in Senato. Tutti temi su cui mi sono impegnata con convinzione e con qualche risultato, anche se ancora modesto rispetto alle serissime questioni in campo. I recenti passi avanti a livello internazionale e nazionale sul tema del disarmo si fondano su un cambiamento di prospettiva, un'accresciuta attenzione alla dimensione umanitaria dell'utilizzo di particolari tipi di armi, della limitata regolamentazione del commercio delle armi, o anche di pratiche inaccettabili come lo stupro di guerra. Gli effetti catastrofici e persistenti dell'utilizzo delle armi nucleari, volontario o accidentale, sono tali che nessun Paese, gruppo di Paesi o organizzazione internazionale potrebbe mai affrontarne adeguatamente le conseguenze. Per questo continuerò a lavorare perché venga ribadita in ogni occasione utile, nelle sedi competenti, la necessità di rinnovare e rafforzare l'impegno perché si raggiunga al più presto il risultato di uno strumento internazionale vincolante, che permetta davvero la totale messa al bando di questi strumenti disumani. 5